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 ITALIA - ITALIA - Cannabis per trattare la sclerosi multipla, un caso clinico
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25 maggio 2010 19:13
 
Abbiamo già descritto un caso clinico di paziente trattato con Cannabis riportato dalla rivista medica “Cases Journal”. La stessa rivista ha pubblicato in un numero più recente un altro caso interessante, questa volta di una patologia ben nota, la sclerosi multipla.
Si tratta di una donna canadese di 52 anni, i cui primi sintomi, sensazione di pesantezza alle labbra e difficoltà alla deglutizione, risalgono agli anni ’70. Tali disturbi erano continuati per una decina di anni, finché nel 1985 una risonanza magnetica non chiarì la diagnosi.
Fu all’inizio curata con ACTH, rilassanti muscolari e ansiolitici, e in seguito con iniezioni giornaliere di Copaxone, che le migliorarono sia gli spasmi che il dolore. Infatti dal 1983 aveva cominciato a sentire un dolore intenso alla regione lombare, che si irradiava al piede sinistro, rendendole difficile camminare. Avendo notato che fumando Cannabis aveva ulteriore diminuzione dei sintomi, la paziente si era rivolta nel 2007 alla Green Cross Society, una organizzazione canadese non-profit che distribuisce Cannabis controllata e standardizzata ad uso medico. Quando si presentò la prima volta alla Society, la donna presentava dolore cronico, tremore, difficoltà a camminare e un dolore costante e severo al piede sinistro. Cominciò allora la terapia con Cannabis, sotto continuo controllo giornaliero per un anno anche mediante opportune schede di valutazione. Si notò un rapido miglioramento delle condizioni della paziente con l’inizio della terapia. Il dolore, che era di un valore di 8-10 su una scala da 0 a 10, si ridusse a un valore di 1-2 nel giro del primo mese, quando si ottimizzò il dosaggio del farmaco. La donna assumeva 6-8 capsule contenenti un equivalente di 50 mg di THC, il componente farmacologicamente più attivo della pianta, e inoltre fumava una media di 4-6 sigarette di Cannabis al giorno per gli accessi di dolore e il miglioramento dell’umore. Il totale di THC assunto dalla paziente era di circa 400-500 mg al giorno. Il dosaggio relativamente elevato di THC, secondo gli Autori, è dovuto al fatto che si tratta di una persona di origine scozzese, e le popolazioni di origine celtica presenterebbero una maggior tolleranza alla sostanza, anche di 3-5 volte (come descritto anche nel caso già pubblicato).
La donna ha avuto un miglioramento significativo del dolore, del tremore e in generale della qualità di vita. Dal punto di vista funzionale è passata da uno stato di virtuale invalidità a uno in cui può vestirsi, uscire per farsi una camminata e fare del giardinaggio; gli esami del fegato sono tutti normali.
Gli Autori riportano che si tratta solo di un caso tra i tanti osservati dalla Green Cross Society.
A cura di Francesco Crestani, medico chirurgo, presidente Associazione Cannabis Terapeutica
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