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 ITALIA - ITALIA - Casa. Famiglie fiduciose in investimento
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27 agosto 2010 12:12
 
Resta alta la fiducia delle famiglie nell'investimento immobiliare. Secondo una ricerca del Censis, dopo il lungo ciclo positivo dell'immobiliare (il decennio 1997-2007, in cui si e' arrivati a scambiare piu' di 800mila alloggi l'anno), le compravendite di abitazioni hanno registrato un sensibile ridimensionamento anche nel nostro Paese (609mila case vendute nel 2009). La tradizionale fiducia delle famiglie italiane nell'investimento nel mattone resta pero' elevata, tanto da far prevedere per il 2010 un leggero progresso nelle compravendite, stimate dal Censis in 630mila unita' residenziali a fine anno (+3,4% rispetto al 2009).
Secondo i dati di una recente indagine del Censis, in questo momento l'investimento in un immobile e' considerato il canale preferibile per l'impiego dei risparmi familiari. Il 22,7% degli italiani ritiene che sia questa la forma di utilizzo dei propri risparmi da privilegiare, contro il 21,8% che pensa che i risparmi vadano mantenuti liquidi sul conto corrente e appena l'8,5% che giudica preferibile acquistare azioni e quote di fondi di investimento. C'e' comunque un 39,7% di italiani che dichiarano di non avere risparmi da utilizzare.
Sono le famiglie con la persona di riferimento in eta' centrale, tra 45 e 54 anni, quelle piu' convinte della solidita' del mattone. In questo caso la percentuale di chi lo ritiene l'impiego migliore dei propri risparmi sale al 30,1%. Pur a fronte di una fiducia cosi' diffusa, gli investimenti dei privati stentano a convogliarsi verso l'economia delle costruzioni e dell'immobiliare, a causa della difficolta' a individuare sul mercato condizioni economiche compatibili con l'entita' delle risorse familiari disponibili. Niente saldi sulle case. A dimostrazione di come la domanda potenziale di investimento e la realta' dell'offerta stentino a incontrarsi c'e' la questione dei prezzi. L'indagine del Censis evidenzia che la percezione di un calo dei prezzi delle abitazioni in corrispondenza della crisi risulta sempre meno diffusa: era l'opinione del 35,6% degli intervistati in un'analoga indagine del gennaio 2009, era calata al 34,3% a giugno dello stesso anno, ed e' ulteriormente scesa prima al 33,6% (gennaio 2010) e poi addirittura al 27,2% nell'ultima rilevazione dell'estate 2010. Il 23,6% del campione ritiene che i prezzi siano al contrario aumentati, il 25,9% che siano rimasti uguali, il 23,3% non e' in grado di esprimere una opinione in merito.
Si rinviano gli interventi di manutenzione: anche la tradizionale cura delle famiglie italiane per la qualita' della propria abitazione, e quindi la propensione alla spesa nella manutenzione e nella ristrutturazione del proprio immobile, incontrano crescenti difficolta' a tradursi in pratica. Se il 9,8% degli intervistati dichiara di avere in programma una spesa per un intervento migliorativo della propria abitazione (percentuale che sale al 13,7% nella fascia alta di reddito), una quota molto significativa, pari al 17,2%, ammette di averne bisogno ma che in questo momento preferisce rinviare. Da notare che la percentuale delle famiglie che rimandano l'intervento di manutenzione o ristrutturazione della casa sale al 21,3% al Sud (contro il 13,5% del Nord-Est) ed e' piu' elevata tra il ceto medio (19%). Risorse potenziali in attesa di condizioni piu' favorevoli. Risorse familiari, magari di non grande entita' ma diffuse, sarebbero quindi pronte a essere convogliate nel settore, ma nel quadro attuale rimangono inutilizzate a causa della mancanza di prodotti immobiliari a prezzi accessibili, della onerosita' dei costi di intervento sul patrimonio edilizio, dell'assenza di meccanismi anche fiscali che rendano piu' convenienti gli investimenti, ad esempio per collocare le abitazioni sul mercato dell'affitto. E le famiglie italiane restano in attesa di condizioni piu' favorevoli. "Il comparto edilizio-immobiliare ha dimostrato una eccezionale solidita' - ha commentato Giuseppe Roma, direttore generale del Censis - ma ora non basta piu'. Non puo' perdere l'enorme disponibilita' di risorse dei risparmiatori. Gli italiani vorrebbero investire in immobili, ma la tassazione e' ingiusta ed elevata, e i prodotti edilizi su piazza non sono coerenti. Cosi' molti italiani decidono di comprare in Francia monolocali di 20 o 30 mq che rendono piu' del 5%. Nessun investimento finanziario - ha concluso Roma - garantisce oggi tassi del genere".
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