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 ITALIA - ITALIA - Coltivazione cannabis depenalizzata? Radicali: un pesce d'aprile in ritardo
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3 aprile 2014 17:48
 
La notizia che il Parlamento ha deliberato ieri la depenalizzazione della coltivazione della cannabis è un pesce d'aprile pescato con almeno un giorno di ritardo. Non è vero. Cosi' un comunicato di Rita Bernardini (segretaria Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Direzione RI).
Come tempestivamente segnalato solo dall'ADUC, si tratta, innanzitutto, di una legge delega, cioè di un provvedimento che delega il governo ad emanare entro 18 mesi decreti legislativi che attuino le indicazione del Parlamento. E poi, soprattutto, l'unica modifica prevista in merito alla coltivazione di sostanze stupefacenti riguarda solo ed esclusivamente le violazioni commesse da istituti universitari e laboratori pubblici di ricerca che hanno ottenuto autorizzazione ministeriale alla coltivazione per scopi scientifici, sperimentali o didattici (art. 28, comma 2, DPR 309/1990). In breve, se questi istituti autorizzati dal Ministero non osservano le prescrizioni e le garanzie cui l'autorizzazione e' subordinata, non incorreranno più in sanzioni penali ma solo amministrative (pecuniarie). Questo significa che chiunque coltiva piante di cannabis senza autorizzazione ministeriale - che come detto puo' essere concessa solo a istituti universitari e laboratori pubblici di ricerca - continua ad essere perseguito penalmente.
D'altronde, nulla da stupirsi sul livello dell'informazione se anche il sito che dovrebbe essere aggiornato in tempo reale, quello del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, non ha ancora recepito che la legge Fini-Giovanardi è stata cancellata da una sentenza della Corte Costituzionale e che il governo ha presentato un decreto-legge (per sua natura subito in vigore) di modifica ed integrazione, che è discussione in Parlamento.
Sappiamo che il Dottor Giovanni Serpelloni, Capo del Dipartimento Antidroga, è affezionato alla legge “Fini-Giovanardi” ma se ne faccia una ragione; oppure, meglio, si dimetta, perchè, dopo sei anni di reggenza del Dipartimento, ha fatto il suo tempo, proprio come Fini e Giovanardi.



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