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 ITALIA - ITALIA - Coltivazione cannabis. Luogo ideale e' la Sardegna
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27 settembre 2010 9:49
 
Un suolo abbastanza profondo e ben drenato, con un discreto grado di umidita' e buone capacita' nutritive. La temperatura ideale e' tra i 19 e i 25 gradi e tutto il bacino del Mediterraneo ha le condizioni ottimali per la sua crescita.
E la Sardegna sembra essere terra eletta per la sua coltivazione. Si parla di canapa indiana, di marijuana.
Le cronache degli ultimi mesi fanno registrare un fortissimo aumento dei sequestri, da parte della forze dell'ordine, di piante di marijuana, coltivata nei terrazzi di casa, negli orti, nei giardini, fino al maxi sequestro operato dalla polizia di Oristano a Villaurbana, paese di poche anime al centro della Sardegna, ma capitale della coltivazione di cannabis, con 300 piante scoperte e distrutte dalla squadra mobile martedi' scorso. Scoperta che segue un altro maxi ritrovamento di 240 piante avvenuto nei primi mesi dell'anno.
Cosi' nel Nuorese, nell'Ogliastra in particolare, dove secondo Mauro Ballero, il direttore dell'Orto botanico dell'Universita' di Cagliari e docente di Botanica Farmaceutica, 'le condizioni climatiche ne rendono particolarmente facile la coltivazione, con ottima resa e qualita'' in termini di principio attivo.
Ma anche in provincia di Cagliari, dove il clima e' particolarmente mite, carabinieri, polizia e guardia di finanza scoprono e arrestano i coltivatori. Ma il boom sembra riguardare tutta la Sardegna, senza distinzione.
Coltivazioni organizzate in anfratti protetti, con un microclima temperato, piantine messe a dimora scientificamente in filari, sorrette da steli di ferro e spago per farle crescere dritte ed innaffiate con impianti a goccia di ultima generazione. Ma anche coltivazioni indoor nelle case, nei bagni, in anfratti allestiti come serre. Queste le descrizioni dei sequestri delle forze dell'ordine.
'L'Ogliastra - spiega Ballero all'ADNKRONOS - e' un anfiteatro naturale, aperto al mar Tirreno che riceve aria calda e umida, protetto alle spalle dal massiccio del Gennargentu, che lo protegge da venti freddi del nord. Una condizione che rende la zona particolarmente vocata alla coltivazione di ottima marijuana'.
I coltivatori 'la 'imboscano' letteralmente - prosegue Ballero - in mezzo alla macchia ad alto fusto, non solo per nasconderla da occhi indiscreti, ma soprattutto per creargli attorno quelle condizioni microclimatiche ideali al suo sviluppo'. E le condizioni in Sardegna ci sono tutte 'perche' altrimenti - prosegue Ballero - ogni pianta stupefacente, se non ha le condizioni ottimali non produce il principio attivo in quantita' tali da produrre la sintomatologia allucinogena, lo 'sballo' insomma'.
'La facilita' di attecchimento e adattabilita' della pianta all'ambiente isolano permette dunque grandi coltivazioni con rese di principio attivo, il tetraidrocannabinolo, che rendono la marijuana sarda di ottima qualita''.
Ballero, che spesso viene chiamato dalle forze dell'ordine a effettuare perizie sulle piante sequestrate spiega che 'rendono tanto, in termini di principio attivo, le brattee, la foglia a calice che accompagna i fiori che racchiudono le infiorescenze, quelli femminili, ma non c'e' notizia di raggiungimento dei semi, perche' togliendone il fiore per fumarlo, viene a mancare la potenzialita' di riproduzione della pianta, quindi la formazione e produzione dei semi'. Cosa che peraltro non conviene 'perche' su internet c'e' tutto e i semi possono essere acquistati tranquillamente e a bassissimo costo'.
'Oggi anche a Cagliari la marijuana autoprodotta e' di ottima qualita'', spiega Ballero tanto che in alcuni quartieri 'nei balconi non si pianta il basilico, ma questa pianta ben piu' redditizia'. La marijuana sarda viene esportata? 'Non credo - dice il botanico - che esistano canali di esportazione, credo invece che venga viene prodotta per il consumo locale'.
Dello stesso avviso il capo della Squadra mobile della Questura di Nuoro Fabrizio Mustaro, che spiega il fenomeno resosi evidente 'negli ultimi anni quando i banditi si sono resi conto che il sequestro di persona e la rapina non pagano, quindi si sono dati alla coltivazione della marijuana e al traffico di droga, riuscendo anche ad intrattenere rapporti con organizzazioni nazionalied internazionali del narcotraffico'.
Per di piu', appunto, in zone ad alta densita' criminale e favorite da un clima ottimale. Insomma, un cocktail micidiale. E che la droga in Barbagia e nel nuorese sia ben presente lo testimonia l'ultima operazione della polizia di Nuoro, guidata da Mustaro: chili di hashish, marijuana e cocaina smerciati in due anni con una presunto giro di oltre un milione di euro. E tragicamente compare sul mercato barbaricino la ketamina.
Quindi iniziano gli omicidi per droga, questa e' la vera novita'. Molti degli ultimi fatti di sangue, ultimo l'omicidio di Ulassai di dieci giorni fa, sarebbero legati alla spartizione di intere piantagioni di marijuana. Cosi' quello di Ilbono di un anno fa: gli inquirenti trovarono l'auto della vittima letteralmente imbottita di marijuana. L'ipotesi investigativa e' chiara: delitto legato al mondo della droga.
Perche' rende, e parecchio, la coltivazione. E' un po' come l'annata agraria, ci sono buone stagioni, con ottimi raccolti e stagioni mediocri, con rese basse, ma il guadagno e' certo. 'Secondo la stagione - spiega Mustaro - un grammo di marijuana puo' variare dai 3 euro di prodotto di scarsa qualita' ai 12 di un ottimo prodotto. E considerando che una pianta produce circa mezzo chilo di 'erba' i conti sono presto fatti'.
Semplice: a 12 euro una pianta frutta 6mila euro. A 3 euro 1500.
Cifre non del tutto trascurabili se si pensa alla disoccupazione ed ai livelli di retribuzione di un operaio, o peggio ancora al prezzo del latte per un allevatore. Coltivarla quindi conviene, nonostante i rischi.
'E' da sfatare il mito che il pastore sardo non trafficasse in droga. Negli ovili - spiega Mustaro - la droga c'e' sempre stata, non e' un business degli ultimi anni. I primi affari di droga risalgono agli anni '80. D'altronde i proventi dei sequestri di persona e delle rapine sono sempre stati reinvestiti in armi e droga, cocaina, eroina, hashish e marijuana'.
Prima il fenomeno era per, cosi' dire, trascurato perche' l'attenzione degli inquirenti e dei media si concentrava sull'attivita' antisequestri e sulle decine di omicidi per faida, ma oggi, capito che il sequestro non lo si puo' piu' fare e i sistemi di protezione delle banche e dei portavalori sono quasi inattaccabili, l'attenzione della malavita si e' spostata sulla droga.
'E' il guadagno facile - prosegue Mustaro - che spinge soprattutto quelli che hanno poco da perdere, a coltivare la marijuana'.
Trovare i semi e' facile: Internet. Basta digitare su un qualsiasi motore di ricerca le parole chiave e compaiono una serie di siti che mettono in vendita a bassissimo costi semi e spiegano le tecniche di coltivazione.
'Attecchiscono subito, non hanno bisogno di essere seguite, e non c'e' necessita' di far maturare i fiori per produrre i semi. I siti non possiamo oscurarli - spiega Mustaro - se non quelli italiani.
Generalmente sono residenti in Paesi stranieri e la polizia italiana ha difficolta' a contrastarli', conclude Mustaro.
(Adnkronos)
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