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 RUSSIA - RUSSIA - Condanna per propaganda gay
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4 maggio 2012 12:41
 
Primo condanna in base alla legge locale sulla propaganda gay. Per una corte di San Pietroburgo l'attivista Nikolai Alekseev, a capo dell'LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), ha violato il divieto cittadino alla propaganda dell'omosessualità. Il giudice ha multato Alekseev di 5.000 rubli, poco meno di 125 euro. Ma la decisione, secondo quanto dichiarato a caldo a TMNews dallo stesso attivista, "gioca a nostro favore e ci offre grandiose possibilità presso la Corte europea dei diritti dell'uomo alla quale ci rivolgeremo al più presto".
La corte ha ritenuto che il picchetto in solitaria all'esterno del Municipio (l'edificio storico indicato come Smolny) lo scorso 12 aprile fosse propaganda delle relazioni omosessuali tra minorenni. L'attivista reggeva un cartellone con la scritta: "L'omosessualità non è una perversione. Perversione è l'hockey sull'erba o il balletto sul ghiaccio". "La condanna a me è una condanna a Faina Ranevskaya" ha spiegato Alekseev, tirando in ballo la più famosa attrice di epoca sovietica, la Paola Borboni di Russia. "Quanto era scritto sul mio cartellone era infatti una citazione della Ranevskaya". Quindi secondo il leader del LGBT, oltre ad essere ingiusta, la condanna è anche insultante per la memoria dell'attrice.
Per dimostrare la sua colpevolezza, il giudice ha letto diverse dichiarazioni di testimoni che hanno chiesto di punire Alekseev, asserendo che le sue azioni potrebbero essere dannose per i loro figli. Durante l'udienza Alekseev ha negato tutte le accuse di propaganda dell'omosessualità. Ha detto che voleva dimostrare che l'omosessualità non è una malattia e che gli omosessuali hanno gli stessi diritti delle altre persone.
Ma la situazione sta facendosi molto complicata in Russia. I deputati del consiglio comunale di Mosca stanno discutendo l'adozione di una legge anti-gay simile a quella già in vigore a San Pietroburgo. Non solo. Nella capitale hanno addirittura intenzione di ampliare il suo campo di applicazione, vietando ogni tipo di "propaganda sessuale", e spingendo l'iniziativa pure a livello federale. "A livello federale sarà difficile" ha risposto Alekseev a TMNews. "Certo a Mosca, intendo a livello locale, tutto è possibile".
Ma il movimento per i diritti degli omosessuali non demorde: dopo aver accusato persino Madonna di aver tradito la causa, non avendo annullato il suo concerto a San Pietroburgo il prossimo agosto, la LGBT lancia la sfida con un doppio appuntamento. "Questo mese organizzeremo il gay pride a Mosca. Si terrà il 27. Lo faremo anche a San Pietroburgo - nonostante la legge - il 7 luglio", ha annunciato l'attivista, ben conscio delle ulteriori difficoltà che ci saranno.
Da sempre le componenti omofobiche della società russa si scagliano contro le manifestazioni dell'orgoglio omosessuale. Il precedente sindaco di Mosca, Yurij Luzhkov, le aveva più volte definite 'opera del maligno'. E ora le leggi anti gay rischiano di non fermarsi solo alla capitale degli zar. "Perchè si stanno difendendo queste norme? E' stata principalmente una campagna di Pr, in periodo elettorale. Ma non è una consolazione e faremo ricorso alla Corte europea".
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