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 ITALIA - ITALIA - Cucchi. Sorella a Napolitano: sua vita inutile per giustizia
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27 gennaio 2011 15:11
 
'Caro Presidente noi non comprendiamo ma siamo ben consapevoli di quanto poco e' contata per la umana Giustizia Italiana la vita di Stefano Cucchi. E quanto poco continua a contare. Ognuno di noi esseri umani coltiva un piccolo o grande sogno. Il mio e' quello di essere smentita'. E' uno stralcio della lettera aperta scritta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano da Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto il 22 ottobre 2009 all'ospedale Pertini di Roma, sei giorni dopo essere stato arrestato per droga. 'Io sono una semplice cittadina, una sorella - scrive ancora - che ogni volta che si trova ad osservare i propri figli non riesce a scacciare l'immagine del povero corpo martoriato e violentato del proprio fratello. Stefano e' morto in condizioni terribili, irriconoscibile a noi familiari che lo avevamo visto solo pochi giorni prima del suo decesso. 'E' morto perche' drogato', si ostina a dire un rappresentante del Governo, continuando a ignorare il fatto che l'esame tossicologico del giorno del suo arresto era negativo. Ascolto e riascolto la registrazione dell'udienza di convalida. Mio fratello ha la voce sofferente. Si scusa persino per il fatto che 'non riesce a parlare bene'. Quella voce chiede aiuto allo Stato ma nessuno lo guarda in faccia. Per tutto il tempo. Cosi' dichiareranno persino il Pm e anche il Giudice. Tutti si sono voltati altrove.
Ma se di fronte alle evidenti drammatiche difficolta' in cui si trovava Stefano persino pm e giudice sono rimasti indifferenti, io come cittadina Italiana cosa posso pensare? Cosa possono pensare i miei poveri genitori?'.
Ilaria Cucchi ribadisce che 'tutti hanno guardato altrove, tutti tranne i medici che lo hanno avuto in cura prima del suo ricovero al Pertini, che hanno constatato lesioni oggi ostinatamente negate dai due pm del processo, che si sono preoccupati del progressivo verificarsi di quelle gravi complicanze che poi rimarranno non spiegate dai valenti consulenti del pm'.
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