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 GRAN BRETAGNA - GRAN BRETAGNA - Depenalizzata l'assistenza al suicidio
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Notizia 
24 settembre 2009 9:57
 
L'Inghilterra ha depenalizzato di fatto il suicidio assistito. Secondo le indicazioni della Procura della Repubblica una persona che aiuta un malato terminale a suicidarsi non sara' processata, sempre che abbia agito in buona fede, senza scopo di lucro e il malato sia affetto da una patologia degenerativa grave e irreversibile e abbia chiesto l'aiuto in modo consapevole e senza pressioni esterne.
Queste modifiche riguardano Inghilterra e Galles, ma non Scozia e Irlanda del Nord che' hanno una propria legislazione. E sono conseguenza della sentenza emessa lo scorso luglio nel caso Debbie Purdy che aveva chiesto la non perseguibilita' del marito nel caso l'avesse accompagnata in Svizzera (dove il suicidio assistito e' legale) per suicidarsi.
Il procuratore Keir Starmer ha fatto sapere che eutanasia e suicidio assistito continueranno ad essere illegali e che la polizia indaghera' comunque caso per caso. Ma, a partire da ora, i processi saranno molto improbabili perche' le direttive stabiliscono che una lista di fatti a favore o contro siano presi in considerazione prima di procedere con la causa giudiziale.
Causa che sara' probabile se la vittima del suicidio sia minorenne, se la sua capacita' di decidere sia stata alterata per incapacita' o infermita' mentale, se non e' stata sufficientemente informata delle conseguenze della propria decisione, se non si e' manifestamente espressa per il suicidio, se non sia affetta da una patologia incurabile o da una condizione fisica degenerativa grave. Nel contempo il processo sara' probabile nei casi in cui ci sia il sospetto che qualcuno abbia tratto un vantaggio economico dal suicidio e non lo abbia fatto per motivi compassionevoli, se la vittima e' in grado di suicidarsi da sola, se il sospettato non e' il coniuge, compagno, familiare o amico intimo della vittima, se viene pagato per dare questo aiuto o se e' informato che cio' avviene in un luogo pubblico. Altrettanto pericolo di causa giudiziale ci sara' nei casi in cui chi aiuta faccia parte di un'organizzazione di aiuto al suicidio, se ha aiutato vari suicidi che non si conoscono fra loro, se e' un professionista medico che cura il suicida.
Sulla questione e' intervenuto il medico radicale Silvio Viale:
I parlamentari italiani farebbero bene a leggere le domande che il Procuratore Generale del Regno Unito ha posto ai cittadini britannici per un loro parere sul suicidio assistito. Le domande sono state rese pubbliche oggi sul sito specifico  e la consultazione durera' 12 settimane. La tendenza e' quella di distinguere tra l’aiuto compassionevole al suicidio e quello malevolo costituendo un indubbio passo avanti nell’interpretazione della legge. Sebbene documentarsi non sia un obbligo, ma non lo e' nemmeno l’ignoranza, credo che un parlamentare dovrebbe conoscere cio' su cui e' chiamato a pronunciarsi.
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