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 ITALIA - ITALIA - Il dolore in un paziente oncologico su due non e' trattato adeguatamente. AIOM
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7 maggio 2012 19:15
 
A due anni dall'approvazione della legge n.38 del 2010 sulle cure palliative resta ancora molta strada da percorrere per lenire un sintomo presente in circa un terzo dei casi al momento della diagnosi di cancro e che, in fase avanzata, colpisce almeno i due terzi dei malati e il 90% di quelli terminali. Alla 'Terapia del dolore' e' dedicato il Convegno di Valderice, promosso dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dalla Fondazione AIOM, con la partecipazione di oltre 100 specialisti. 'Siamo di fronte a un problema di formazione - sottolinea Carmelo Iacono, presidente della Fondazione AIOM -. Il 50% di noi segue personalmente oltre 10 malati terminali ogni mese. Ma solo 4 medici su 10 si sentono adeguatamente informati su come gestire le questioni del 'fine vita'. La soluzione potrebbe trovarsi in una razionalizzazione del sistema, adottando standard di qualita' uniformi su tutto il territorio.
Vogliamo individuare strategie di cura condivise, i cosiddetti percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali, proprio per il trattamento di questo sintomo'. In Italia nel 2011 sono state circa 420.000 le nuove diagnosi di tumore, 230.000 (55%) fra gli uomini e 190.000 (45%) fra le donne. Il dolore oncologico e' definito 'dolore totale', inteso come sofferenza del paziente e della sua famiglia, in cui intervengono sia componenti legate alla fisicita' dei sintomi sia elementi psicologici e sociali.
'La presa in cura di un paziente - afferma Roberto Bordonaro, coordinatore regionale AIOM Sicilia - non puo' prescindere dalla garanzia di fornire le cure palliative ottimali e la continuita' assistenziale, fino alla fase terminale della malattia.
Pertanto i trattamenti di supporto, le cure palliative e le terapie di 'fine vita' rappresentano un continuum lungo tutto il percorso della malattia oncologica'. I malati di tumore rappresentano oltre il 90% dei pazienti che usufruiscono oggi delle cure palliative e della terapia del dolore. Per evitarne l'abbandono al momento della sospensione dei trattamenti antitumorali, e' necessario garantire una integrazione tra i percorsi oncologici ospedalieri e i servizi territoriali di cure palliative. 'E' indispensabile superare gli ostacoli ancora esistenti nel trattamento del dolore da cancro - continua Iacono -. Innanzitutto vi sono barriere culturali e ancora remore professionali nell'utilizzo degli oppioidi. Nel nostro Paese negli ultimi anni fortunatamente e' stata resa piu' facile la prescrizione di questi farmaci, anche se vi sono ancora margini di miglioramento. In questo senso vediamo con favore la legge approvata recentemente dal Consiglio regionale della Toscana.
Il provvedimento, il primo di questo genere in Italia, prevede la somministrazione dei cannabinoidi presso le strutture del servizio sanitario regionale, le Asl e le strutture private (che erogano prestazioni in regime ospedaliero). Ed e' stabilito che il trattamento possa proseguire anche al domicilio'.
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