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 MONDO - MONDO - Epatiti virali in forte crescita. OMS
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26 aprile 2017 15:46
 
Le epatiti virali hanno ucciso 1,34 milioni di persone nel 2015, un po' meno della tubercolosi (1,8 milioni di morti) e più del virus dell'immunodeficienza acquisita (Hiv) che ha fatto 1,1 milioni di vittime nello stesso anno. In particolare, l'Oms (l'organizzazione mondiale della sanità), che per la prima volta ha reso noti i dati sui decessi per epatite nel 2015, ha constatato che quelle dovute ai virus B e C sono all'origine del 96% dei decessi. Se la tubercolosi ha visto nel tempo imboccare una via discendente in fatto di decessi, l'epatite, invece, ha fatto il cammino inverso, con l'aumento costante delle morti: nel 1990 il numero dei decessi era stato meno di 890 mila e nel 2000 era salito a 1,1 milione, secondo l'Oms. Le cifre dimostrano che le epatiti costituiscono un problema mondiale di salute pubblica, secondo quanto ha riportato il quotidiano francese Le Monde. L' Oms stima che nel mondo ci siano 328 milioni di individui che sono portatori cronici del virus: 257 milioni del virus B e 71 milioni del virus C. Il 68% delle persone infettate dal virus dell'epatite B (attraverso fluidi corporei) si trova nelle regioni dell'Africa e del Pacifico occidentale, mentre quelle infettate dal virus dell'epatite C (sangue infetto, droghe, trasfusioni), sono ubiquitari. L'ampiezza dell'epidemia varia molto fra i paesi e in seno a ciascun paese. Comunque, le regioni dell'Europa e del Mediterraneo orientale contano il maggior numero di malati. Senza cure, le infezioni croniche da virus B e C dell'epatite sono all'origine delle cirrosi (720 mila morti) e dei cancro del fegato (470 mila morti). Si può anche notare che nel caso di epatite da virus C sono legate al contatto con il sangue infetto e ai fluidi corporei e anche alle cattive pratiche come l'utilizzo di siringhe infette o iniezioni intravenose di droga con materiale contaminato. Nel 2015 l'Oms ha valutato a 1,75 milioni il numero di nuove infezioni dal virus C legate al 5% delle iniezioni che non rispettano le regole di sterilizzazione. L'epatite da virus B si contrae più di frequente nel momento della nascita per trasmissione da una madre infetta al suo bambino o intorno ai primi anni di vita, intorno ai 5 per contatto con bambini infetti. L'esistenza di un vaccino contro l'epatite B che copre l'84% dei bambini ha contribuito alla riduzione delle infezioni. La percentuale dei bambini infettati è passata da 4,7% prima della sua introduzione nel corso degli anni 1980-1990 a 1,3% a livello mondiale nel 2015, secondo l'Oms. E al 3% in Africa. Grazie alla prevenzione dei vaccini si cominciano a vedere generazioni senza epatite B ha dichiarato a Le Monde uno dei medici autori del rapporto dell'Oms sull'epatite, Yvan Hutin. Uno dei problemi maggiori con le epatiti deriva dalla grande quantità di persone che ignorano il loro stato di infettati. Nel 2015 22 milioni di persone vivevano con il virus B e 14 milioni con il virus C senza sapere di essere infetti. E questo perchè ci sono difficoltà di accesso a test diagnostici a buon mercato. Un paradosso dal momento che i rimedi non sono mai stati così poco cari. Gli antivirali ad azione diretta per l'epatite C permettono di guarire in due o tre mesi ma il prezzo, però, resta ancora troppo elevato. Nel caso di epatite B la cura è a vita e il trattamento costa 48 dollari (45 euro) l'anno. L'ambizione dell'Oms è di eliminare le epatiti come problema di salute pubblica mondiale entro il 2030. L'Oms invita a potenziare il sistema di sorveglianza su grande scala e il trattamento per tutte le persone malate. Ma la strada è ancora lunga.
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