testata ADUC
 FRANCIA - FRANCIA - Eutanasia e caso Lambert. Consulta italiana di bioetica
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
28 luglio 2015 15:42
 
Nella vicina Francia impazza sui media e divide l’opinione pubblica il caso di Vincent Lambert: da 7 anni in stato di coscienza minima o in stato vegetativo permanente, una differenza a volte difficile da tracciare.

Nei giorni scorsi i quotidiani italiani hanno dato grande risalto alla decisione presa dall’equipe medica che ha in cura Lambert di non dare seguito alla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che autorizzava la sospensione delle terapie in accordo con la volontà del paziente e di una parte della famiglia. C’è chi invece, ancora, usa quest’incertezza per riaffermare la solita solfa del “non siamo proprietari della vita delle persone” o per rimettere in discussione il diritto delle persone di rifiutare ogni forma di terapia o di sostegno vitale non voluto.

La Consulta di Bioetica Onlus intende precisare che le incertezze dei medici francesi circa il caso Lambert dipendono non tanto dalla natura del caso in sé e dal dovere di evitare terapie futili e non volute, quanto piuttosto dalla divisione di posizioni interna alla famiglia. Mentre nel caso Englaro i familiari hanno avuto voce unanime nell’attestare la volontà di Eluana, nel caso Lambert, come in quello Schiavo, alcuni familiari plaudono alla decisione dei giudici di sospendere la nutrizione e idratazione artificiale, e altri invece dissentono. In questa situazione di scontro capita che il parere dell’interessato, il solo che abbia valore, non venga tenuto in nessuna considerazione.

La decisione dei medici di non seguire la Corte Europea è un atto grave che non si spiega se non col timore da parte dei medici di incorrere in qualche grattacapo giuridico: sembra infatti che ci siano state anche minacce in questo senso da parte dei contrari alla sospensione delle cure. Rileviamo d’altronde che soluzioni simili (tese a smorzare il conflitto) si verificano anche nelle situazioni di prelievo d’organo a scopo di trapianto, che vengono evitate ove gli operatori riscontrino un contrasto di posizioni tra i familiari.

Prendendo atto della situazione, la Consulta di Bioetica osserva con un certo rammarico che anche in Francia sui temi del fine-vita il fardello ricade sui medici e sugli altri operatori sanitari che sono in prima linea sotto il fuoco incrociato di tendenze opposte. Rileva anche quanto il diritto all’autodeterminazione stenti a diventare forma di vita quotidiana. Infine, constata come anche in Francia la politica sembra essere pigra e timorosa di affrontare questi problemi. La recente legge Leonetti pensata per regolare la materia e salutata da alcuni come un passo in avanti decisivo, si rivela incapace di dirimere in modo chiaro le controversie tra i parenti, col risultato di mettere in difficoltà gli operatori sanitari e di lasciare in un angolo l’unico parere che veramente conta, ossia quello dell’interessato.

La Consulta di Bioetica che da sempre difende l’autodeterminazione e che ha lavorato a favore della civile conclusione del caso Englaro auspica che anche il caso Lambert si concluda presto nella direzione individuata dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo e non abbassa la guardia affinché in Italia sul tema si faccia chiarezza e siano messi da parte i residui di vitalismo ormai obsoleto.

Maurizio Mori, presidente
Giacomo Orlando, vice-presidente e coordinatore Sezione di Novi Ligure

Pubblicato in:
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS