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 U.E. - U.E. - Internet e giovani. Scarso controllo delle famiglie. Ricerca
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13 gennaio 2011 18:57
 
Solo una famiglia su quattro in Europa usa un software per controllare l'uso che i figli fanno di internet. E se e' vero che essere online e' la nuova forma di vita sociale degli adolescenti, e' anche vero che oltre il 40% dei ragazzi tra i 9 ed i 16 anni si imbatte in qualche esperienza sgradevole. E ben pochi dei loro genitori ne sono consapevoli. Sono i risultati di due ricerche finanziate dalla Commissione europea nell'ambito del programma Safer Internet.
Quando si chiudono in camera loro e 'vanno su internet' i 'bambini' d'Europa dicono di andare in rete per fare i compiti (85%), per giocare (83%), guardare video (76%), chattare (62%), condividere immagini immagini (39%) o messaggi (31%). Ma con quali rischi? E soprattutto, con quanta consapevolezza e controllo da parte dei genitori? Pochissime, secondo i risultati del sondaggio EuKidsOnline, ricerca finanziata dalla Commissione europea nel quadro del programma Ue per un'internet piu' sicura.
Secondo i dati pubblicati oggi a Bruxelles, il 41% dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni oggetto della ricerca 'si e' imbattuto in uno o piu' contenuti o contesti d'interazione potenzialmente pericolosi'. Pornografia, bullismo, 'sexting' (messaggi o immagini a sfondo sessuale), navigazione su siti o blog che incitano all'odio, all'anoressia, al suicidio, al consumo di droghe o autolesionismo, e furto di identita': questi i rischi. Ma e' appena il 28% dei genitori europei ad usare un qualche software di 'parental control' per evitarli.
Ma se e' vero che l'84% dei software di questo tipo e' efficace per il blocco dei siti pericolosi o il monitoraggio dell'attivita' dei figli in rete, il pericolo senza protezione e' nei social network.
Hanno un profilo su Facebook, MySpace o Bebo 'il 59% dei ragazzi europei' (il 57% di quelli italiani, il 51% dei tedeschi, ma addirittura l'80% degli olandesi). E sono proprio gli spazi del web 2.0 a non dare ai genitori software di controllo, che comunque potrebbero essere usati per limitare i rischi, quanto meno perche' - quando i programmi sono impostati sul livello di massima protezione - richiedono quanto meno la presenza dell'adulto in possesso della password per sbloccare l'accesso al sito di social network.
Ma e' proprio la consapevolezza del fatto che esistono i programmi per bloccare e monitorare l'accesso ai siti ad essere bassa tra i genitori. Il 70% delle mamme e dei papa' europei affermano che 'parlano' con i figli delle loro attivita' online. Pero' cosa davvero facciano gli adolescenti quando stanno chiusi nella loro stanza davanti al pc (modalita' preferita' dal 62% dei ragazzini italiani), lo sanno solo loro.
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