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 ITALIA - ITALIA - Legislazioni droghe. Libro di Mantovano, Serpelloni e Introvigne
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8 aprile 2015 13:26
 
La storia della legislazione sulla droga in Italia, "40 anni di successi e sconfitte", fino alla "rivincita dell'ideologia post-sessantottina" che ha portato nel 2014 allo "stravolgimento" della riforma del 2006 e alla reintroduzione della distinzione tra 'droghe leggere' e 'droghe pesanti'. Poi la teoria, suffragata da ricerche e dati, secondo cui dallo spinello si passa ad altre sostanze. Infine, l' importanza di "un'opera di restaurazione culturale ed educativa" per non cadere più nelle trappole della droga. Questi i temi di "Libertà dalla droga", 120 pagine, scritte per le edizioni Sugarco a sei mani da Alfredo Mantovano, magistrato ed ex sottosegretario all'Interno, Giovanni Serpelloni, ex responsabile del Dipartimento politiche antidroga, e Massimo Introvigne, sociologo esperto di movimenti religiosi. Delle norme e delle politiche sulla droga si occupa il saggio di Alfredo Mantovano che, ripercorrendo le fasi che vanno dalla 'modica quantità' all'"uso personale" giunge alla "devastante" ed "erronea" reintroduzione della distinzione tra droghe leggere e pesanti, prevista nel 2014 dalle norme di modifica alla legge del 2006. "Il primo concreto segnale di inversione di tendenza - sostiene Mantovano - rispetto a un orientamento che, sembrava in anni passati, aver frenato la deriva libertaria". Secondo il magistrato, chi ha così riscritto la legislazione sulla droga ci ha fatto tornare indietro di 40 anni, a quella deriva post sessantottina secondo cui "libertà alla fine ha il significato di fare tutto ciò che si vuole, incluso darsi la morte". Sul fatto che la cannabis sia una 'droga di passaggio', insiste il saggio di Serpelloni che, citando una ricerca neozelandese, sostiene come "a 15 anni coloro che consumano cannabis settimanalmente hanno una probabilità di passare all'uso di altre sostanze illecite 60 volte maggiore rispetto a chi non la usa". Per poi passare al fatto che, "l'uso precoce risulta pericoloso per la materia bianca del cervello in fase di sviluppo". E ancora, negli adolescenti "porta ad un declino del funzionamento neuropsicologico che persiste anche dopo aver smesso il consumo di sostanza". Dunque, sostiene Serpelloni, la cannabis fa male, e non solo a chi la consuma: secondo uno studio norvegese è forte l'associazione "tra il consumo di cannabis in età adolescenziale ed il successivo coinvolgimento in attività criminali". Infine, è il sociologo, ed esperto di sette, Massimo Introvigne a dichiarare che in una società civile, non si può essere liberi di drogarsi. Per questo "contro la rivoluzione della droga" serve una "contro-rivoluzione". "Certo - scrive - sono auspicabili opportuni interventi medici e giuridici. Certo, è necessaria un'opera di restaurazione culturale ed educativa. Ma tutto questo non è sufficiente: nelle trappole della droga si continua a cadere se non si porrà mano a una profonda opera di restaurazione morale della società, di ascesi del corpo sociale". Una battaglia che si può vincere, secondo il sociologo, sotto l'insegna di tante imprese cristiane: "il timore di Dio è l'inizio di ogni vera saggezza".
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