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 ITALIA - ITALIA - Libro bianco sulle droghe
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28 giugno 2016 14:18
 
Un detenuto su quattro nel 2015 e' entrato in carcere perche' condannato o accusato di produrre, vendere o detenere droghe proibite. Lo dice il settimo Libro Bianco sulle droghe diffuso dall'Associazione Antigone, con l'adesione di CGIL, Comunita' di San Benedetto al Porto, Gruppo Abele, Itaca, ITARDD, LegaCoopSociali, LILA, Associazione Luca Coscioni. Ben 12.284 dei 45.823 ingressi in carcere durante il 2015 sono stati causati da imputazioni o condanne sulla base dell'articolo 73 del Testo unico sulle sostanze stupefacenti che punisce la produzione, il traffico e la detenzione di droghe illecite. Si tratta del 26,80%. Il documento evidenzia il trend discendente attivo dal 2012, dall'adozione della famosa sentenza Torreggiani e dall'adozione di politiche deflattive della popolazione detenuta. Il 12 febbraio 2014 la Corte Costituzionale ha abolito la legge Fini-Giovanardi, sancendo il ritorno alla legge Iervolino-Vassalli con le modifiche introdotte con il referendum del 1993 e quelle successive introdotte dal decreto Lorenzin. Il VII? Libro Bianco indaga le conseguenze di questo cambiamento normativo, dopo 8 anni di applicazione della legge rivelatasi incostituzionale. Nella passata edizione era stato rilevato come la diminuzione di 9.000 detenuti avvenuta nel corso del 2014 fosse stata determinata dal calo dei detenuti per detenzione e spaccio di stupefacenti di circa 5.500 unita'. Questo dato, seppur parziale, confermato anche dai dati 2015, evidenzia il peso sulla giustizia e sul carcere della legislazione antidroga e rende urgente la modifica radicale del Dpr 309/90 per una completa depenalizzazione del consumo di sostanze stupefacenti compresa la coltivazione domestica di canapa, di misure alternative alla detenzione e di programmi di riduzione del danno.
Oltre sedicimila detenuti, 16.712 per l'esattezza, presenti in carcere al 31 dicembre 2015 lo erano a causa dell'articolo 73 del Testo unico sulle sostanze stupefacenti. Si tratta del 32,03% del totale: un detenuto su tre e' imputato o condannato sulla base di quell'articolo della legislazione sulle droghe. I dati confermano il ruolo determinante della legislazione sulla droga nelle dinamiche della demografia penitenziaria: quando cresce la popolazione detenuta, e' la legge sulla droga che guida le incarcerazioni; quando essa diminuisce e' sempre la legge sulla droga che trascina al ribasso le incarcerazioni. Da quando e' iniziato il trend discendente delle presenze in carcere (2010), la popolazione detenuta e' diminuita del 23,24% grazie alla diminuzione del 38,77% dei detenuti per articolo 73 del DPR 309/90. Tra il 2014 e il 2015 la riduzione di 1.459 unita' della popolazione detenuta corrisponde quasi perfettamente alla diminuzione di 1.283 detenuti per articolo 73. Anche per questo preoccupa la crescita della popolazione detenuta nei primi cinque mesi di quest'anno (1.709 detenuti in piu'), cui potrebbe corrispondere un aumento delle incarcerazioni per fatti di droga .
Oltre il 50% delle operazioni di polizia (1 su 2) nel contrasto agli stupefacenti, il 56,31% del totale su 10.751, riguardano i cannabinoidi. E delle 13.360 segnalazioni all'autorita' giudiziaria, il 48,20% del totale, riguardano persone trovate in possesso di cannabis. I cannabinoidi costituiscono il principale impiego o dispendio, di energie e risorse dell'apparato di polizia e giudiziario impegnato nella repressione penale della circolazione di sostanze stupefacenti illegali. Su 27.718 segnalazioni all'autorita' giudiziaria, solo 2.286 (l'8,25% del totale) contestano l'associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti: nel restante 91,75% dei casi si tratta di detentori di sostanze di cui non e' neanche sospettata l'appartenenza a organizzazioni criminali dedite al traffico di sostanze di stupefacenti.
Tra il 2014 e il 2015 sono diminuiti di 16.025 unita' (pari a un saldo negativo del 9,17%) i procedimenti penali pendenti in materia di droghe. Si tratta di uno scostamento che ha precedenti (di segno contrario) solo nei primi anni di applicazione della Fini-Giovanardi (2006-7), circostanza che induce a ipotizzare che la riduzione dell'ultimo anno possa essere un effetto della declaratoria di incostituzionalita' della legge del 2006.
Sono state 27.718 le persone segnalate alle prefetture per mero consumo di sostanze stupefacenti, il risultato piu' basso degli ultimi 9 anni, in ulteriore calo rispetto alle 31.272 del 2014. Ben 26.403 segnalazioni, pari al 78,99% del totale, sono dovute a consumo personale di cannabinoidi. A partire dall'entrata in vigore della legge Iervolino-Vassalli 1.107.051 persone sono state segnalate al prefetto come consumatrici di sostanze stupefacenti illegali, il 72,23% dei quali (quasi 800mila persone) per detenzione di cannabinoidi. Le segnalazioni al prefetto hanno dato luogo a 13.509 sanzioni amministrative e a 151 richieste di sottoposizione a programma terapeutico-riabilitativo, confermando la natura principalmente sanzionatoria della segnalazione al prefetto dei consumatori di sostanze stupefacenti. Negli ultimi tre anni, le misure alternative alla detenzione si sono assestate intorno ai 22.200 casi seguiti al 31.12 di ciascun anno (22.285 nel 2015). Le misure alternative speciali per tossico/alcoldipendenti in corso al 31.12.2015 ammontavano a 3.053, un quarto dei 12.096 affidamenti in prova e poco piu' di un decimo del totale delle misure alternative in corso. Tra il 2014 il 2015, registriamo un lieve calo delle misure per tossico/alcoldipendenti, nella misura del 6,32%, pero' assai piu' sensibile tra gli affidamenti disposti dal carcere (- 14,93%).
Nel corso dell'ultimo triennio, le misure alternative alla detenzione si sono assestate intorno ai 22.200 casi seguiti al 31.12 di ciascun anno (22.285 nel 2015). Le misure alternative speciali per tossico/alcoldipendenti in corso al 31.12.2015 ammontavano a 3.053, un quarto dei 12.096 affidamenti in prova e poco piu' di un decimo del totale delle misure alternative in corso. Tra il 2014 il 2015, registriamo un lieve calo delle misure per tossico/alcoldipendenti, nella misura del 6,32%, pero' assai piu' sensibile tra gli affidamenti disposti dal carcere (- 14,93%).
Oltre un terzo degli studenti fra i 15 e i 19 anni ha provato una sostanza illecita fra cannabis, cocaina, eroina, allucinogeni o stimolanti. Lo dice lo studio Espad-Italia, European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs, sulla diffusione dei comportamenti a rischio tra gli studenti italiani, di eta' compresa tra i 15 ed i 19 anni,che l'Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR) realizza dal 1995 e che dal 1999 ripete con cadenza annuale, tra marzo e aprile, su un campione rappresentativo degli studenti iscritti alle scuole superiori presenti sul territorio nazionale. I dati dello studio sono contenuti nel Libro Bianco dell'Associazione Antigone.
Dallo studio, si evidenza che oltre un terzo degli studenti ha sperimentato il consumo di almeno una sostanza illecita nella vita mentre il 27% lo ha fatto nel corso dell'anno antecedente lo svolgimento dello studio campionario; di questi ultimi, l'85% ha fatto uso di una sola sostanza e circa il 15% puo' essere considerato policonsumatore. Tra tutte le sostanze illegali consumate nell'ultimo anno, la cannabis e' quella maggiormente utilizzata (quasi il 27%), mentre l'eroina e' la meno diffusa (circa l'1%), con stimolanti (2,6%), cocaina (2,5%) e allucinogeni (2,2%) che si pongono in posizione intermedia. Rispetto al genere, si osserva una maggior attrazione dei maschi per il consumo delle sostanze psicoattive: in riferimento al consumo durante l'anno, il rapporto maschio/femmina varia da 1,4 per la cannabis, a poco piu' di 2 per stimolanti e cocaina, fino a quasi 3 per eroina e allucinogeni. Un dato di particolare interesse e' la percentuale di coloro che hanno utilizzato sostanze psicoattive "sconosciute", ignorandone cioe' la natura e gli effetti e, quindi, aumentando i potenziali rischi correlati al consumo. Si stima, infatti, che circa il 2,1% degli studenti di 15-19 anni abbia assunto almeno una volta nella vita sostanze psicoattive senza sapere di cosa si trattasse, in particolare il 2,5% dei maschi e l'1,6% delle femmine. Il 52% circa di questi studenti le ha assunte per non piu' di 2 volte, ma per il 26% si e' trattato di ripetere l'esperienza oltre 10 volte. Per quanto riguarda l'aspetto delle sostanze, il 54% di questi studenti ha assunto un miscuglio di erbe sconosciute, il 56% ha assunto sostanze in forma liquida e il 52% sotto forma di pasticche/pillole. La quota maggiore di utilizzatori di sostanze psicoattive "sconosciute" si riscontra tra coloro che, nel corso dell' ultimo anno, hanno utilizzato sostanze diverse dalla cannabis: circa il 35% di chi ha utilizzato cocaina, stimolanti e o allucinogeni, quasi il 60% di chi ha utilizzato eroina, e solo il 2% di coloro che hanno utilizzato cannabis.
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