testata ADUC
 MESSICO - MESSICO - Narcoguerra. Come e da chi sono stati uccisi i 43 studenti
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
24 ottobre 2014 18:40
 
Almeno una quindicina dei 43 studenti spariti lo scorso 26 settembre a Iguala, nel sud del Messico, sono stati uccisi con un colpo alla testa da agenti della polizia municipale e della banda di narcotrafficanti Guerreros Unidos: a ordinare la strage è stato il capo dei sicari della banda, noto come Chuky. E' quanto rivelano le confessioni di vari protagonisti della strage, diffuse dal giornale online Sinembargo.mx. Si tratta di una serie di documenti giudiziari appartenenti alla Procura dello Stato di Guerrero, dove si trova Iguala, in base a dichiarazioni rese da alcune delle 50 persone arrestate nell'inchiesta sulla strage prima dello scorso quattro ottobre, quando il caso è passato nelle mani della Procura generale federale. "Io ho partecipato uccidendo due di quelli di Ayotzinapa (località dove si trova la scuola magistrale degli studenti 'desaparecidos', ndr), con un colpo alla testa. Non sono quelli che abbiamo bruciato, questi sono ancora tutti interi. Per ucciderli li abbiamo fatti accovacciare e gli abbiamo sparato in testa da uno dei lati", si legge nella confessione di Martin Macedo Barrera, uno dei documenti ottenuti da Sinembargo.mx. Secondo le testimonianze, la figura centrale della strage è stato Chuky: "Ci ordinò di portare giù dal camion un gruppo di dieci", racconta Macedo Barrera, e aggiunge "Gaby ne ha uccisi altri due, Chuky un altro, Vero un altro e ne abbiamo lasciati vivi altri quattro". E Chuky ha detto, come ha riferito Barrera: "'Questo è perché fate i rivoltosi'". Un altro detenuto, racconta come "il responsabile del carcere municipale, Ulises Bernabé Garcia, detto 'Il Gay', consegnò (gli studenti) ai sicari venuti da Cocula e ad elementi del cosiddetto Gruppo di Reazione Immediata, fra i quali c'era Francisco Salgado Valladares", responsabile della Sicurezza Pubblica di Iguala, attualmente latitante, il sindaco José Luis Abarca e la moglie Maria de los Angeles Pineda. Le dichiarazioni rese alla Procura di Guerrero confermano la ricostruzione dei fatti del capo della Procura nazionale, José Murillo: Abarca, informato dell'arrivo degli studenti, ha ordinato che fossero attaccati da agenti della polizia municipale e sicari narco. Decine di studenti catturati dalla polizia sono stati consegnati ai sicari, che li hanno uccisi e sotterrati in fosse comuni nei pressi della città. Come segnala Sinembargo.mx, però, le dichiarazioni "confermano i dubbi esposti sulle dichiarazioni del procuratore Murillo, che ha assicurato che i test del Dna indicano che i corpi trovati nelle fosse comuni scoperte dopo i fatti non corrispondevano con gli studenti", affermazione smentita anche dagli esperti argentini che stanno partecipando nell'analisi dei resti. Resta dunque da stabilire a chi appartengono i 28 corpi ritrovati finora nelle tombe clandestine, se effettivamente non sono quelli dei "desaparecidos" e dove si trovano i cadaveri degli studenti che - sembra sempre più certo - non sono stati sequestrati ma bensì uccisi a sangue freddo. Per il presidente Enrique Pena Nieto, che ha promesso di fare piena luce sulla strage, è necessario dare al più presto una risposta a queste domande: dopo le dimissioni del governatore di Guerrero, Angel Aguirre, lo sdegno dell'opinione pubblica si concentra ormai sul governo federale.
Pubblicato in:
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS