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 MESSICO - MESSICO - Narcoguerra. Militari sotto accusa per uccisione 15 narcos che si erano arresi
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22 ottobre 2014 18:35
 
L'esercito messicano è il responsabile dell'uccisione di 15 presunti narco, fra i quali due adolescenti, abbattuti dai lo scorso 30 giugno in un deposito di droga a Tlatlaya, nello stato di Messico (centro del paese) malgrado si fossero già arresi: questa è la conclusione dell'inchiesta presentata dal responsabile della Commissione Nazionale per i Diritti Umani (Cndh), Raul Plascencia, in chiaro contrasto con la versione dei fatti presentata dalle autorità. Secondo il rapporto stilato dalla Cndh - organismo statale ma autonomo - quattro delle persone morte a Tlatlaya sono state colpite "durante una sparatoria e in un contesto di fuoco incrociato", ma è probabile che altre tre "siano state uccise in modo arbitrario". Le altre 12 vittime sarebbero state uccise "in modo arbitrario dal personale militare". L'inchiesta della Cndh conferma quanto rivelato nel settembre scorso dalla rivista americana Esquire: una carovana militare è stata attaccata mentre passava accanto a un deposito di droga e dopo una sparatoria di circa 10 minuti i guardiani della struttura si sono arresi, i militari sono entrati nel magazzino dove si trovavano e hanno ucciso a sangue freddo chi era sopravvissuto. L'esercito, da parte sua, sostiene che tutte le vittime sono morte durante lo scontro a fuoco. Il primo ottobre il procuratore generale Jesus Murillo aveva annunciato che tre militari che hanno partecipato alla sparatoria sono stati accusati di omicidio in un tribunale civile, e un magistrato militare che si occupa dell'inchiesta sulla strage ha informato che un tenente e sette soldati erano stati arrestati per "insubordinazione e violazione del proprio dovere".
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