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 AFGHANISTAN - AFGHANISTAN - Oppio e armi, ricetta di IS e talebani
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15 giugno 2017 17:28
 
"Da un lato abbiamo i Talebani, dall'altro lo Stato Islamico (Is) nella sua variante sul continente indiano, in particolar modo in Afghanistan e Pakistan, che sta dimostrando una forza e una capacita' organizzativa sempre crescenti. Questo ha portato a un maggior numero di incidenti, di attacchi e morti. E ha portato lo stato afghano a non poter piu' gestire il livello di conflittualita' del Paese e dover dipendere sempre piu' dalle forze statunitensi, come gia' accaduto in passato". Cosi' Claudio Bertolotti, analista strategico per Itstime (Italian Team for Security, Terroristic Issues and Managing Emergencies), gia' capo sezione di contro-intelligence della Nato in Afghanistan dal 2005 al 2008, descrive all'agenzia DIRE la situazione nel Paese all'indomani della notizia di un nuovo invio di militari statunitensi - circa 5mila - nella guerra in Afghanistan. La decisione rientra in "una strategia adottata da Trump e finalizzata a contenere e contrastare lo sviluppo di ulteriori fenomeni insurrezionali" dice Bertolotti, che ha parlato a margine di una conferenza su islamismo e terrorismo organizzata ieri alla Camera. Di "strategia" si tratterebbe, dunque, anche se quella guerra e' da considerarsi gia' "persa", aveva detto lo stesso analista, gia' alcuni giorni fa, in un'intervista al sito d'informazione 'Lookout News'. Pur senza forze militari internazionali che li sostengono, talebani e altri gruppi armati hanno un altro alleato sul terreno: l'oppio, la cui produzione, secondo stime dell'agenzia sulle droghe dell'Onu, e' cresciuta del 43 per cento tra 2015 e 2016, con un aumento del 10 per cento degli ettari consacrati al papavero da cui si ricava lo stupefacente (da 183 a 201mila). "E' un circolo vizioso, virtuoso dal punto di vista dei talebani, o meglio di tutti i gruppi di opposizione armata che sono operativi in Afghanistan- commenta Bertolotti- il Paese produce circa il 90-92 per cento dell'oppio mondiale e questo contribuisce ad alimentare uno stato di guerra. Tanto piu' oppio si possiede e si riesce ad immettere nel mercato del narcotraffico, tanto piu' denaro per acquistare armi si riesce ad ottenere: un armamento ricco significa maggior capacita' di controllo del territorio. E piu' controllo sul terreno significa piu' possibilita' di coltivare e commercializzare oppio e oppiacei. L'economia di guerra dell'Afghanistan si basa prevalentemente sulla produzione di oppio come prodotto interno. Per quanto riguarda i fondi provenienti dall'esterno, si tratta di donazioni della comunita' internazionale". 
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