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 ITALIA - ITALIA - Pillola giorno dopo e obiezione dei farmacisti. Ordine preoccupato
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28 gennaio 2011 17:06
 
'Resta sul tappeto una discrasia tra l'obiezione consentita al medico e non consentita al farmacista sul medesimo soggetto'. Lo ha detto il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti, Andrea Mandelli, nel corso dell'audizione davanti al Comitato Nazionale di Bioetica. Argomento dell'incontro la discussione dell'obiezione di coscienza da parte del farmacista alla dispensazione del contraccettivo d'emergenza (levonorgestrel). Un tema sul quale sono gia' stati presentati alcuni disegni di legge, uno dei quali a firma del Segretario della 12 Commissione Igiene e Sanita' del Senato, Luigi D'Ambrosio Lettieri.
La discussione ha affrontato diversi aspetti anche preliminari rispetto all'obiezione: 'Il Comitato voleva chiarire anche il ruolo del farmacista nella cosiddetta alleanza terapeutica', spiega il presidente Mandelli, 'ho ribadito al proposito che il farmacista e' un operatore sanitario in base alla normativa vigente e che se non interviene ovviamente nel processo di diagnosi e indicazione della terapia, ha una sua competenza specifica per quanto attiene al farmaco nei confronti del cittadino, prova ne sia che e' tenuto al controllo della ricetta. A cio' si aggiunga che e' l'ultimo professionista sanitario con cui normalmente il paziente ha contatti prima dell'assunzione del medicinale, quindi su di lui ricade la responsabilita' di indicare le modalita' di impiego, le eventuali interazioni con altri medicinali assunti dal paziente, per esempio quelli da banco, e di sciogliere eventuali dubbi, anche rinviando il cittadino al medico curante'. Quanto all'obiezione alla dispensazione del medicinale, va tenuto presente che gia' nel 2004, successivamente a una sentenza del Tar del Lazio, l'obiezione alla prescrizione del levonorgestrel e' stata riconosciuta al medico sulla base delle stesse informazioni contenute nel foglietto illustrativo del prodotto, tali da legittimare il dubbio che si possa produrre a seguito dell'assunzione anche un effetto abortivo. 'A questo punto e' stato anche sollevato il dubbio che si possa trattare di obiezione di coscienza, dal momento che alcuni membri del Comitato hanno sottolineato come esistano anche evidenze scientifiche che smentiscono un possibile effetto abortivo e che, peraltro, anche altre sostanze, se usate fuori dalle indicazioni, potrebbero indurre l'aborto. In attesa di un chiarimento definitivo di questo aspetto' argomenta Mandelli 'resta sul tappeto una discrasia tra l'obiezione consentita al medico e non consentita al farmacista sul medesimo soggetto'.
La discussione ha poi affrontato il tema del diritto della cittadina a ricevere quanto prescritto dal medico. 'Nel Comitato e' stata avanzata l'ipotesi di prevedere nella farmacia la presenza di farmacisti non obiettori. E' una possibilita' che, pero', e' praticabile soprattutto nelle grandi farmacie dei centri urbani, mentre resterebbe di difficile attuazione nelle realta' piu' piccole come quelle rurali, che hanno staff ridotti, e in tutte le sedi che oggi risentono della crisi. E poi, il farmacista non obiettore puo' ben cambiare il suo atteggiamento, o ammalarsi o non essere di turno. Per questo appare piu' praticabile prevedere sistemi che garantiscano il diritto della cittadina in un'ottica di rete'. Per Mandelli, in conclusione si e' trattato di un'occasione positiva: 'Il dibattito e' stato interessante e approfondito, come era logico attendersi dall'autorevolezza del Comitato. Abbiamo sempre sostenuto che su questi temi occorrano razionalita', confronto e capacita' di ascolto delle istanze di tutti, e a maggior ragione di quelle di professionisti sanitari che, come i farmacisti, operano ogni giorno per la tutela della salute'.
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