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 ITALIA - ITALIA - Reati d'opinione, dirigenti Google a processo per video caricato online da terzi
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24 dicembre 2009 6:55
 
"Un caso ordinario, purtroppo di bullismo, si e' trasformato in un 'caso Google', destinato, secondo quanto affermato dagli stessi pm, a dar vita ad una 'decisione pilota'". Lo hanno affermato i legali dei quattro dirigenti ed ex dirigenti del famoso motore di ricerca accusati di concorso in diffamazione e violazione della privacy, per un video caricato su Google Video nel 2006 in cui un minore disabile veniva insultato e vessato dai compagni di scuola di un istituto tecnico torinese. Per gli imputati i pm Alfredo Robledo e Francesco Cajani hanno chiesto la condanna a pene comprese tra i 6 mesi e un anno di reclusione.
La difesa, invece, ha chiesto l' assoluzione perche' il fatto non sussiste. L'avvocato Giuliano Pisapia, in particolare, ha spiegato che Google "ha applicato correttamente e celermente la legge italiana". L'articolo 17 del decreto legislativo 70 del 2003, infatti, ha chiarito il legale, afferma che il provider ha l'obbligo, quando viene a sapere di un contenuto illecito, di informare l'autorita' giudiziaria, di fornire il nome del soggetto che ha caricato il contenuto e di rimuoverlo in tempi adeguati. "Tutte cose che - ha aggiunto Pisapia - Google ha fatto in tempi rapidissimi". Alle 16.25 del 7 novembre 2006, infatti, ha proseguito l'avvocato, la polizia postale "ha invitato Google a valutare se rimuovere il video in questione, cosa che Google ha fatto alle 18.48". I pm invece, ha spiegato ancora, "hanno sostenuto erroneamente che la rimozione e' avvenuta dopo forti pressioni e in tempi lunghi". Il "caso Google", hanno affermato i difensori, "viene utilizzato dai pm per proporre tesi assolutamente inaccettabili" contro "la liberta' di internet". La sentenza e' prevista per il 27 gennaio.
Nell'ambito del processo e' anche stata chiesta un'opinione al commissario europeo Charlie McCreevy, che ha precisato non esistere la censura preventiva.
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