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 ITALIA - ITALIA - Rette Residenze sanitarie assistenziali. Tar Veneto al Comune di Verona: paghi il Comune!
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Notizia 
3 marzo 2012 11:40
 
Dopo quello di Vicenza (bocciato lo scorso dicembre), anche il regolamento del Comune di Verona, sulla partecipazione dei parenti alle spese di permanenza nelle residenze sanitarie assistenziali («Rsa») degli ospiti ultrasessantacinquenni e non autosufficienti, cade sotto la scure del Tar. Il Tribunale amministrativo del Veneto, cui avevano ricorso i figli di una donna ricoverata nell’«Istituto assistenza anziani» di Verona, ha sentenziato infatti che il regolamento del Comune, che prevede che siano i parenti dell’ospite ad accollarsi il 50% della retta della residenza del familiare (si parla della metà che riguarda i cosiddetti «servizi alberghieri», l’altra metà è a carico della Regione), è «illegittimo e discriminatorio ». E va dunque annullato.
Oggi, nonostante la legge nazionale disciplini in modo puntuale la distribuzione fra istituzioni e cittadini dei costi di permanenza dei pazienti nelle strutture assistenziali— per quanto riguarda le prestazioni di degenza di soggetti con più di 65 anni e non autosufficienti, il legislatore dal 2000 prevede che il pagamento delle rette sia per il 50% a carico del servizio sanitario nazionale e per il restante 50% a carico dei Comuni —, nella pratica succede che ad accollarsi tali costi siano soprattutto i familiari dei parenti. Le amministrazioni comunali, infatti, attraverso lo strumento dei «regolamenti», «scaricano» la metà della spesa di loro competenza sui familiari, contando sulla capacità di reddito degli stessi. La legge, però, prevede espressamente che per la specifica situazione degli anziani non autosufficienti non si debba conteggiare anche il reddito dei familiari, ma esclusivamente quello del soggetti richiedenti. Di qui la questione.
Negli ultimi tempi il Tar si è pronunciato varie volte a favore dei ricorsi dei parenti degli anziani (bocciati i regolamenti di piccoli comuni come Monticello Conte Otto nel Vicentino e di Brentino Belluno, nel Veronese; ma anche di grandi amministrazioni, come Vicenza). Ora, però, con l’annullamento del regolamento del Comune di Verona viene fatto un salto in avanti sostanziale. Il giudice amministrativo stabilisce infatti in modo chiaro e definitivo che i parenti degli anziani non autosufficienti non siano più tenuti a versare alle residenze sanitarie assistenziali il 50% della retta. Ma non solo. Apre le porte anche alla partita dei risarcimenti in sede civile. Nella motivazione della sentenza di annullamento del regolamento di Verona, il Tar parla a proposito della posizione dei familiari, di «lesione di un diritto soggettivo, consistente nell’affidamento ingenerato dalla condotta del Comune, circa l’obbligo di pagamento delle rette». Le amministrazioni locali, dunque, potrebbero trovarsi non solo a pagare il 50% delle rette degli ultrasessantacinquenni non autosufficienti; ma anche a restituire i soldi che in questi anni, dal 2000 ad oggi, i loro familiari avrebbero «indebitamente» versato.
Dall’Aduc, l’associazione per i diritti dei consumatori, che in questi anni ha sostenuto fortemente la battaglia a favore dei familiari degli anziani, fanno sapere che sono già partite le prime lettere di richiesta di risarcimento.

Qui il canale web sulle Rsa curato dall'Aduc

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