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 ITALIA - ITALIA - Scoperto segreto aggressivita' cancro al cervello
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24 luglio 2014 17:58
 
Il glioblastoma e' il tumore piu' comune e il piu' maligno del cervello. Al suo interno contiene delle cellule staminali 'cattive' che sono di fatto il motore del tumore: lo sostengono e lo fanno diventare sempre piu' grosso e aggressivo. Nonostante l'intensita' delle cure, la sopravvivenza media dei pazienti con questo tumore e' di 12-16 mesi dalla diagnosi. Uno studio appena pubblicato dalla rivista scientifica 'Glia' (condotto da Giovanni Marfia, della Fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano, e coordinato da Laura Riboni del dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale dell'Universita' degli Studi di Milano) ha dimostrato che l'aggressivita' delle cellule staminali del glioblastoma e' regolata da una piccola molecola chiamata sfingosina-1-fosfato (S1P) che rende il tumore resistente alle attuali terapie.
La ricerca, in particolare, ha stabilito che le staminali di questo tipo di tumore possono essere uccise utilizzando l'inibitore della S1P. Un fatto non da poco, visto che unire questo inibitore alla chemioterapia potrebbe portare un concreto vantaggio nelle terapie per i malati di glioblastoma. Lo studio guidato da Marfia e' stato condotto in collaborazione con Rolando Campanella dell'Ospedale San Carlo Borromeo, e ha visto la partecipazione anche di altri esperti dell'Universita' degli studi di Milano e dell'Istituto Neurologico Besta. Marfia ha sottolineato che "il glioblastoma ha un picco di insorgenza tra i 45 e i 70 anni, anche se non sono rari i casi nei soggetti piu' giovani". Attualmente "il trattamento prevede un approccio multidisciplinare essenzialmente basato sulla resezione chirurgica, a cui si aggiungono radioterapia e chemioterapia". Tuttavia "nonostante l'intensita' dei trattamenti, sono necessarie terapie piu' mirate e specifiche che consentano di eradicare le cellule staminali tumorali responsabili dell'aggressivita', della crescita, delle recidive e della resistenza alle terapie da parte del tumore stesso". In questo studio, tutto italiano, sono state analizzate cellule staminali tumorali di pazienti colpiti da glioblastoma, dimostrando che queste cellule producono in grandi quantita' Sfingosina-1-fosfato, auto-alimentandosi. Ed e' quindi questa molecola che stimola la malignita' e la crescita delle cellule tumorali. "I risultati ottenuti a livello sperimentale sono molto incoraggianti, anche se preliminari", conclude Marfia.
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