"Sogno una Onu diversa, che sia in grado di intervenire direttamente sui grandi produttori di cocaina in Sudamerica, inducendoli a piantare granturco ottenendo il mancato guadagno, e un'Europa capace di preoccuparsi davvero della sicurezza dei suoi cittadini". Lo ha detto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, intervenendo a un incontro con gli studenti e studiosi di lingua e cultura italiana al Laboratorio Internazionale della Comunicazione di Gemona del Friuli (Udine). Magistrato che vive sotto scorta da anni e che ha scritto 11 libri sulla 'ndrangheta, Gratteri ha parlato di 'Oro bianco', ultimo volume scritto con Antonio Nicaso (Mondadori, 2015), che analizza i traffici di cocaina gestiti dalla criminalita' organizzata a livello internazionale. "Al momento sembra un'utopia, perche' l'Onu interviene sempre un minuto dopo la strage o la tragedia, mai prima - ha affermato Gratteri - a causa dei veti incrociati che rendono tutto il processo decisionale molto lento. Eppure si potrebbe fare, cosi' avremmo molti giovani ancora in vita". Il magistrato ha poi sottolineato che in Italia "abbiamo le migliori leggi antimafia del mondo, benche' il processo penale sia lunghissimo, mentre gli altri Paesi europei non sono attrezzati per combattere le mafie, in quanto queste si rendono invisibili e loro, sbagliando, credono che non esistano nei loro Stati. E invece queste organizzazioni - ha precisato - prosperano anche senza fare morti per le strade o bruciare automobili". Gratteri ha quindi auspicato "un'Europa che abbia interesse alla propria sicurezza e crei un sistema normativo sul modello italiano". Sulla liberalizzazione delle droghe leggere, Gratteri ha infine espresso "netta contrarieta'", perche' "fanno male, creano dipendenza e liberalizzandole non si risolve neppure il problema del narcotraffico, in quando ne rappresentano una porzione marginale".