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 ITALIA - ITALIA - Strumenti musicali. Gli italiani spendono sempre meno
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30 settembre 2016 15:05
 
Nonostante un`importante tradizionale musicale e tante scuole dedicate, in Italia si spende sempre meno per l`acquisto di strumenti musicali mentre i Paesi che sono già ai vertici mondiali, come Stati Uniti, Canada e Australia, spendono ancora di più. E` lo scenario tratteggiato durante la 29esima edizione di Cremona Musica International Exhibitions in programma fino al 2 ottobre a CremonaFiere e che richiama nella città di Stradivari 300 espositori da 28 Paesi. Negli ultimi tre anni la spesa media pro-capite degli italiani per acquistare uno strumento musicale è scesa del 21% da 7,94 e 6,3 dollari. Gli americani investono più di 3 volte rispetto a noi (22 dollari pro-capite, + 14%) anche sulla spinta di un sistema scolastico che contempla una diffusa formazione musicale a partire dai livelli dell`obbligo. A ruota seguono i canadesi che di dollari ne spendono 21 (+9%) e, più indietro, gli australiani con 16,1 (+4%). Crescono, seppure più lentamente, gli acquisti di strumenti musicali anche in Giappone e Svizzera (+2% ciascuno) dove si spendono rispettivamente 17 e 16 dollari pro-capite. L`arretramento italiano si iscrive in un più ampio panorama europeo, dove gli austriaci investono il 18% in meno di 3 anni fa (15 dollari a testa), gli inglesi il 12% (9 euro pro-capite) e i tedeschi 7% in meno e 12 euro a testa*. Ci sta raggiungendo in questa graduatoria la Corea del Sud, paese sempre più attento alla musica classica, con 5,8 dollari di spesa e una crescita nell`ultimo triennio del 4%. Tra i Paesi emergenti è in forte aumento la spesa pro-capite in Brasile (+37%) e India (+33%) anche se i valori assoluti restano bassi, rispettivamente 1,42 e 0,08 dollari. "In questo scenario - afferma Antonio Piva, presidente di CremonaFiere - la nostra parola d`ordine è sempre più l`internazionalizzazione. E non a caso il Ministero dello Sviluppo Economico ci ha scelto come ambasciatori del made in Italy per gli strumenti musicali di alto artigianato. Le potenzialità del mercato nordamericano e di quello orientale sono incredibili e a quelle dobbiamo guardare. Le nostre eccellenze riconosciute a livello mondiale, come gli strumenti musicali di alto artigianato, hanno bisogno di spazi e interlocutori nuovi. Limitarsi al mercato nazionale - conclude Piva - sarebbe miope". In Italia il giro d'affari del mercato musicale è calato di quasi un terzo da tre anni a questa parte: -32% per toccare quota 330 milioni di dollari. Gli Stati Uniti pur con 6,9 miliardi di volumi, che rappresentano il 40,6% del mercato mondiale, registrano un ulteriore avanzamento del 6% e trascinano l`intero mercato mondiale attestato sui 17 miliardi di dollari totali. Analogamente il mercato giapponese con 2,2 mld/dollari di giro d`affari è cresciuto del 5%. Quello cinese avanza più rapidamente di tutti: + 39% superando 1,3 miliardi di dollari. Il Canada sale a 710 milioni di dollari facendo rilevare un incremento dell`8% sempre negli ultimi tre anni. In termini più contenuti dell`Italia, Austria e Regno Unito registrano un giro d`affari in discesa rispettivamente del 17% (125 mln/dollari) e 12% (550 mln/dollari). E` in stagnazione il mercato tedesco, primo dei Paesi europei e quarto assoluto con una quota del 5,8% e 1 miliardo di dollari. L`Italia è ormai solo all`ottavo posto per giro d`affari con una percentuale del 2,3%. 
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