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 FRANCIA - FRANCIA - Troppi aborti tra le adolescenti
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8 marzo 2011 12:38
 
La Francia e' in una situazione di “paradosso contraccettivo”, dice la sociologa e demografa Nathalie Bajos, dell'Istituto nazionale della Sanita' e della ricerca medica (Inserm): nel momento in cui la contraccezione e' molto diffusa, il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza non diminuisce (circa 227.000 interventi ogni anno). Non solo, ma e' in aumento presso i piu' giovani.
Nel 2006 gli aborti su minori sono stati 13.230, un numero che e' in continuo aumento (10.722 nel 2002). Tra le giovani di 18-25 si registra l'unica fascia di popolazione in cui l'aborto e' in aumento.
“Non abbiamo fatto cio' che era necessario”, dice la ginecologa di Strasburgo, tenace assertrice del diritto delle donne ad esercitare le proprie scelte. Ma ha accusato in particolare la mancata educazione sessuale nelle scuole, materia che e' obbligatoria dal 2001. “Non c'e' nessuna regione francese in cui questa legge e' applicata perche' non c'e' nessuna volonta' politica di farlo”. “Ci si comporta come se la sessualita' degli adolescenti non esistesse”, ha rincarato la specialista facendo riferimento alle lobby religiose e ai genitori degli studenti. Si dovrebbe poter accedere in modo anonimo agli strumenti di prevenzione, senza che i genitori siano informati, situazione che oggi si verifica solo nei centri di pianificazione famigliare, nei centri citta', inaccessibili per la maggior parte dei giovani. L'aborto e' anonimo e gratuito, la pillola del giorno dopo e' anonima e gratuita, ma non la contraccezione. La maggior parte delle abortienti seguivano metodi contraccettivi, ma nel settore c'e' il dominio della pillola, che non segue l'evoluzione della sessualita' della donna. Il passaggio mal gestito dal preservativo alla pillola e' anche uno dei motivi del ricorso all'aborto tra le piu' giovani. Inoltre, se il diritto all'aborto e' acquisito, la minaccia sovrasta i mezzi materiali per poter esercitare questo diritto: centri che chiudono senza alternative, mancanza di formazione dei medici.
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