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 ITALIA - ITALIA - Vendita Telecom Italia: le altre notizie/3
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4 aprile 2007 0:00
 
At&t e America Movil hanno un mese di tempo per fare una proposta definitiva per Telecom Italia 'ma - si legge sul Sole 24 Ore in un colloquio del direttore Ferruccio De Bortoli con il presidente della Pirelli - Tronchetti pensa che non bisognera' aspettare cosi' tanto. Finira' prima. Come? Non si sa'. 'L'auspicio - si legge ancora - e' uno solo: che non si faccia come Alitalia, vicenda nella quale alla fine sono rimasti solo outsider industriali o compagnie emergenti. Telecom non lo meriterebbe'. Quanto a possibili scenari, Tronchetti torna su Telefonica: 'C'e' tempo - si legge nel resoconto dell'incontro - per riprenderla, quella chance. Sembra di capire, nell'analisi del numero uno della Pirelli, che se una cordata italiana avra' corpo nelle prossime ore non potra' prescindere da un alleato industriale in grado di assicurare un premio, rispetto al prezzo di Borsa, uguale se non superiore all'offerta che arriva da Oltreatlantico: 2,82 euro per ogni azione Telecom'.

La squadra di manager di At&t e America Movil e' a Milano da ieri, con tanto di legali e advisor a seguito, in vista delle trattative con Pirelli per rilevare le quote di Olimpia, cui fa capo il 18% di Telecom Italia. E' quanto si apprende da San Antonio, dal quartiere generale in Texas del primo gruppo telefonico degli Usa, dal quale pero' non filtra altro sui possibili incontri in calendario se non che la permanenza del pool in Italia dovrebbe durare un po' tempo visto il periodo di esclusiva delle trattative pattuito dalle parti. Fonti legali, invece, sottolineano che dovrebbero esserci incontri sia con i vertici di Telecom Italia, probabile uno con Guido Rossi (ma non nell'immediato), sia con le banche (anche qui senza tempi definiti), perche' l'asse americano-messicano vorrebbe aprire un tavolo, ad esempio, con Intesa-Sanpaolo e Mediobanca, per il possibile coinvolgimento di investitori italiani e magari anche industriali in Olimpia-Telecom. A Wall Street, intanto, At&t e America Movil viaggiano intorno ai massimi dell'anno: i titoli del gruppo Usa chiudono a 39,74 dollari (+0,71 dollari), mentre l'operatore messicano supera i 50 dollari. Bene anche gli Ads di telecom Italia (+1,12% a 31,67 dollari).

Niente dimissioni anche se il mio nome non è nella lista del cda. In gioco c'è il futuro della più importante azienda del Paese. Lo ha affermato il presidente di Telecom Italia, Guido Rossi al Sole 24 Ore in merito alle voci di dimissioni in vista della scadenza di oggi per le candidature del cda. "Anche se la Pirelli avesse deciso di non inserirmi nella lista per il consiglio di Telecom Italia - ha detto Rossi al quotidiano milanese - mi presenterei ugualmente in assemblea: a tutti gli effetti sono il presidente di Telecom Italia e guiderò l'assemblea. Non intendo dimettermi per nessuna ragione: in gioco c'è il futuro della più importante azienda del Paese".

Per Telecom Italia spunta l'ipotesi Deutsche Telekom. Lo scrive il Sole 24 Ore secondo il quale l'arrivo dei tedeschi sarebbe ben visto da palazzo Chigi. Il progetto DT, compagnia che è ancora in mano pubblica, avrebbe il vantaggio rispetto all'ipotesi 'americana-messicana' di portare in casa un operatore comunitario quindi meno pericoloso per l'italianità perché all'interno di un sistema di regole e di mercato dell'Unione europea. Sul progetto, scriva il Sole, "si sarebbero mossi il premier Romano Prodi e il cancelliere tedesco Angela Merkel il tutto con la mediazione del vice presidente di Rothschild, Franco Bernabè". Per ora Deutsche Telekom non commenta le indiscrezioni.

L'economista Luigi Zingales, il direttore generale dell'Eni Stefano Cao e il giurista Guido Ferrarini sono i candidati dei fondi al cda di Telecom Italia, in vista dell'assemblea del prossimo 16 aprile. La lista dei fondi, che complessivamente detengono l'1% del capitale del gruppo telefonico, è stata pubblicata oggi sul Sole 24 Ore. Il presidente di Asm, Renzo Capra, e il presidente di Fingruppo Cesare Giovanni Vecchio sono invece i candidati di Holinvest (la controllata di Hopa che detiene il 3,7% di Telecom), come pubblicato oggi in un avviso a pagamento sul quotidiano MF.

"Ben venga la concorrenza. Ben vengano le aggregazioni, ma sul servizio, senza che questo sia a discapito del libero accesso e della massima condivisione della rete. Anche nelle tlc, cosi' come lo e' stato per il settore bancario, naturalmente vedo bene le possibili aggregazioni, anche internazionali, delle nostre imprese". Lo dichiara in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore' Renato Soru, presidente della Regione Sardegna e azionista fondatore di Tiscali. Soru ha sottolineato che e' "diverso il discorso per quanto riguarda la rete, che e' una ricchezza dell'intero Paese. La rete e' innanzitutto un bene nazionale: ad essa si legano la nostra vita democratica, la nostra cultura, la nostra ricerca e il nostro tessuto industriale". Il presidente ha anche spiegato: "Non credo occorra vedere tutto in un'ottica di mercato di profitto immediato: se in passato avessimo seguito queste logiche oggi non ci sarebbero le grandi infrastrutture, come le autostrade, e forse non ci sarebbero neanche le grandi imprese che pure hanno contribuito alla crescita del Paese". Per il fondatore di Tiscali "occorre distinguere la rete dal servizio come per altro anche in Italia si e' fatto per l'energia o per il gas. Se avessimo realizzato per tempo questo progetto oggi avremmo probabilmente una Telecom piu' forte. Aver lasciato in pancia la responsabilita' della rete all'ex monopolista e' stato un errore. Questa e' patrimonio di tutti, utenti e operatori. Il servizio invece va gestito con regole e logiche di mercato per massimizzarne l'efficienza".

Se il governo italiano vuole veramente preservare 'l'italianità' di Telecom, allora potrebbe spingere per una alternativa italiana e in Borsa il titolo potrebbe avvicinarsi a quei 3 euro che Marco Tronchetti Provera sta da tempo cercando di raggiungere per tirare fuori Pirelli dall'investimento. "Ironia della sorte", scrive oggi il Financial Times nella rubrica european view, a spingere le azioni Telecom verso quei 3 euro sarebbero proprio quello stesso governo Prodi che finora ha creato la maggior parte dei problemi a Tronchetti. "Come era prevedibile - si legge - l'establishment politico si è messo in agitazione per l'ultima progetto di Tronchetti per tirare fuori sia Pirelli che Telecom dalle difficoltà. Ma il governo può compiangere solo se stesso se si ritrova spiazzato dalle astute mosse del presidente di Pirelli". "Sono mesi che Tronchetti cerca di districare Pirelli dal dissennato investimenti su Telecom e in tre diverse occasioni i suoi sforzi per sviluppare una strategia coerente per il gruppo di tlc sono stati frustrati o dal governo o dalle autorità di vigilanza". La prima volta nella fusione Telecom-Tim, la seconda nella proposta di alleanza con Rupert Murdoch - il magnate australiano che controlla la News Corporation e la piattaforma satellitare Sky - la terza nelle trattative per l'alleanza con Telefonica. Ora sta trattando per la cessione del controllo di Olimpia - la holding che detiene il 18% di Telecom - a AT&T e America Movil. Tronchetti si è già dimesso dalla presidenza di Telecom e la sua posizione di socio dominante sul gruppo di tlc è stata minata. "Così ha deciso di trovare una via d'uscita per mettere fine alle perdite di Pirelli e assicurare, contemporaneamente, a Telecom una piattaforma industriale in un futuro globale". "Se al governo non piace il suo ultimo piano, non ha chiuso la porta ad una alternativa italiana". E se Mediobanca e Generali non eserciteranno la loro prelazione per la quota in Oimpia, "il governo - conclude l'Ft - potrebbe spronare altre banche affinchè si facciano avanti e superino l'offerta di americani e messicani".

"La vicenda Telecom e' figlia degli errori commessi da Romano Prodi. Fu lui, 11 anni fa, ad avviare una catastrofica privatizzazione che fu sbagliata non per la scelta di privatizzare, ma per come fu fatta quella operazione. Una serie di errori di cui hanno colpa gli stessi politici che oggi vogliono continuare a dettare le regole. Dobbiamo far si' che sia il mercato ad esprimersi e c'e' da augurarsi che un eventuale passaggio della proprieta' di Telecom avvenga nel rispetto di tutti gli azionisti e con l'intervento di forze finanziarie ed imprenditoriali italiane che devono mettere mano al portafogli. E' ora di finirla con le false privatizzazioni di Prodi. Al tempo stesso credo che sia definitivamente morta la proposta di legge Gentiloni che costringerebbe le imprese multimediali italiane al nanismo. E' patetico questo governo che ha invocato Mediaset nel caso Telecom e vorrebbe danneggiarla con proposte che non andranno mai da nessuna parte". E' quanto ha dichiarato Maurizio Gasparri dell'esecutivo di Alleanza Nazionale.
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