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Brasile. Dalla Gran Bretagna arriva il dibattito sul consumo delle droghe
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Articolo di Donatella Poretti
12 luglio 2002 19:00
 
Dopo l'annuncio del Governo britannico sulla depenalizzazione del consumo delle droghe leggere, in Brasile si e' aperto un dibattito. Perseverare con il sistema statunitense di repressione, o seguire un modello europeo, sempre piu' elastico, almeno per quanto riguarda il consumo degli stupefacenti?
Da ricordare che e' proprio da quest'anno che in Brasile si e' depenalizzato il consumo di droghe, non si finisce piu' in carcere ma si e' comunque sottoposti ad una serie di misure amministrative, tra cui l'obbligo di prestare servizi alla societa', e per chi sgarra si aprono nuovamente le porte del carcere.
"L'Inghilterra sta iniziando a muovere i primi passi, se comparata al Portogallo. Ma comunque e' un primo passo per uscire dall'influenza del modello repressivo nordamericano, che e' fallito", ha detto Walter Maierovitch, gia' segretario nazionale Antidroga e giudice penalista in pensione. "Sono favorevole alla proibizione dell'uso, per gli alti costi sociali, ma sono comunque contrario a considerare criminali i consumatori", precisa Maierovitch, che al tempo stesso e' contrario anche al progetto di Giustizia Terapeutica, in attesa di essere approvato dal Senato brasiliano. Con questi Tribunali speciali, ispirati a quelli statunitensi, si sancisce l'obbligo al trattamento invece delle pene detentive, e per Maierovitch: "l'obbligatorieta' del trattamento non e' sostenuta neppure dalla comunita' scientifica".
Eduardo Jorge, segretario municipale della Salute a San Paolo, condivide l'opinione di Maierovitch. Favorevole alla depenalizzazione e alla legalizzazione, Jorge, ritiene che la Giustizia Terapeutica sia "un'aberrazione", perche' "condanna il tossicodipendente e non educa". "Sono radicalmente contrario all'uso di qualsiasi droga, ma difendo la depenalizzazione come la strategia migliore per combattere il narcotraffico e l'epidemia di omicidi", ha ribadito Jorge.
A difendere la proposta della Giustizia Terapeutica scende in campo il segretario di Stato della Giustizia di San Paolo, Alexandre de Moraes. "Il consumatore non puo' essere arrestato, ma deve sottoporsi ad un trattamento, o passare per un processo che dimostri i danni della droga. Ma depenalizzare solo una parte del consumo (droghe leggere, ndr) e' un errore tecnico" precisa de Moraes, secondo cui per "combattere intelligentemente" il traffico bisogna ridurre la domanda dei consumatori con il trattamento ambulatoriale.
"Dobbiamo dimostrare al consumatore che la societa' condanna l'uso della droga, ma che non vuole metterlo in carcere, e per questo, gli offre la scelta de trattamento", ritiene lo psichiatra Ronaldo Laranjeira, che non considera utile la scelta britannica anche perche' "la marijuana non e' una droga leggera".
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