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6 aprile 2011 19:22 - ennio4531
Dopo aver riportato il parere dell’ENEA, noto covo di buontemponi e sprovveduti e che per memoria oso nuovamente riscrivere :

‘Si può definire "sicura" una centrale nucleare?

Certamente sì, se comparata con altre attività umane, in particolare con la produzione di energia da altre fonti.
Considerando l’intero ciclo di ogni fonte energetica (ciclo del combustibile, fabbricazione dei componenti e del sistema, esercizio, decommissioning) autorevoli studi internazionali hanno dimostrato che l’energia nucleare si posiziona tra quelle meno pericolose, anche nei confronti delle rinnovabili, sempre a parità di energia prodotta., “

e il successivo e scontato attacco isterico di sergio che ci ha intrattenuto sbrodolando chilometriche considerazioni ( … le solite cortine fumogene !!! ) per depistare l’attenzione del lettore,
sergio contesta tutti i miei dati asserendo, in sostanza, che i costi di nuove centrali nucleari sono indefinibili e sempre in crescita ( e quindi è una buon pretesto per non dare un costo alle centrali ) , mentre quelle da solare costeranno sempre meno.

A parte l’interrogativo amletico di sergio “Perché questo confronto tra nucleare e termodinamico?’ ( … evidentemente non ha capito che è l’impianto, tra le energie rinnovabili , meno costoso come investimento ) seguito dalle solite elucubrazioni per annacquare il problema dei costi … tipo “E’ forse l’unica opzione possibile? Perché dare per assodato qualcosa che tale non è e limitare il confronto solo ad alcuni aspetti?” ,
desidero trarre alcuni numeri da una risposta del prof. Rubbia ( noto sostenitore del solare) al quotidiano La Repubblica :

E allora, professor Rubbia, escluso il petrolio, escluso l'uranio ed escluso il carbone, quale può essere a suo avviso l'alternativa?

"Guardi questa foto (ndr Nevada Solar One) : è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell'elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità".

Facciamo alcuni conti aggiornando e integrando i dati del prof Rubbia e proiettiamoli facendo riferimento sempre al 10% del nostro fabbisogno elettrico.

Intanto, wikipedia ci informa che il costo è stato di 266 milioni di $ ( fonte ACCIONA’s Nevada Solar One” ) e che la produzione energetica stimata ammonta a 134 milioni di KWh all’anno.

Quindi :

- Costo :

Fabbisogno italiano di energia elettrica 2009:
Kwh 337.601.000.000 ; 10% = 33.760.100.000

Kwh 33.760.100.000 : 134.000.000 = nr impianti 252 x 266 milioni di $ = 67,03 miliardi di $
pari a € 51,56 miliardi ( cambio medio 2010 : 1,3 €/$ )

- territorio occupato:
1,6 Kmq x 252 impianti = 403 kmq ( pari alla superficie del lago di Garda + la metà di quello di Lugano)

- specchi parabolici per impianto:
180.000 x 252 impianti = nr . 45.360.000 ( .. da pulirsi almeno una volta al mese )

- tempi di costruzione dei 252 impianti:
domanda: se per un impianto si richiedono 18 mesi , per costruirne 252 quanti decenni occorrono ?

Conclusione: … sergio … cosa dici?
Incominciamo a lavare i 45.360.000 di specchi parabolici ?
6 aprile 2011 2:19 - sergio2
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Confronto nucleare EPR/termodinamico per coprire il 10% del fabbisogno elettrico nazionale.
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Perché questo confronto tra nucleare e termodinamico?
E’ forse l’unica opzione possibile?
Perché dare per assodato qualcosa che tale non è e limitare il confronto solo ad alcuni aspetti?

Non mi riferisco solo al fantomatico 10% che sembra di vitale importanza assicurarsi (in ogni caso, assicurabile con il termodinamico nel giro di qualche anno e non assicurabile con il nucleare prima del 2020 se tutto fila liscio, e sarebbe la prima volta).

Sarà il solare termodinamico a salvarci, sostiene qualcuno, ma salvarci da cosa?
Prima di pensare a una soluzione, non sarebbe meglio definire il problema?

Non c’è dubbio che ci sia bisogno di elettricità, ma non bisogna dare per scontato che lo scenario che ci viene presentato come realistico per il fabbisogno prossimo venturo sia effettivamente veritiero.
Soprattutto quando questo scenario non è coerente con quanto avvenuto negli ultimi due decenni e con il trend degli ultimi anni.

Ammesso che la previsione per il prossimo futuro sia giusta, sarebbe la prima volta nella storia dell’Enel e della politica energetica italiana, andrebbero valutate le forze in campo e le diverse opzioni per far fronte all’esigenza.

Anche perchè è molto improbabile che le centrali (per le quali entro la presente legislatura era stato promesso l’avvio dei lavori) potranno dare il contributo atteso per il 2020 (Enel prevede di avere i progetti approvati per il 2015… e le esperienze in corso non depongono a favore di un’ipotesi di costruzione ed entrata in funzione in tempi così rapidi; senza aver iniziato siamo in ritardo di 2-3 anni).
Quindi, in qualche modo dovremo arrangiarci da adesso a quando le centrali salvifiche saranno pronte.

Opportuno allora valutare le capacità produttive in essere, le capacità di approvvigionamento da paesi vicini, il contributo che può venire dalle fonti rinnovabili, dal risparmio energetico, da interventi sulla rete distributiva…
In parole povere, non esiste alcuna urgenza.

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Costo investimento
Nucleare miliardi € 19,5
solare miliardi € 66,66
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Assolutamente falsa la stima del costo per le centrali nucleari, come ampiamente dimostrato dai cantieri in corso, in cui sono stati allegramente sforate le previsioni di spesa, e come sempre avvenuto con il nucleare.

Da venditore di fumo scrivere di investimenti ignorando componenti di costo rilevanti e intrinseci al nucleare: scorie, smantellamento, sicurezza…

Falso o fuorviante quanto affermato per il costo delle centrali termodinamiche.

Semplicemente stupido prendere il costo di una centrale e proiettarlo come se quella esperienza fosse un dato universale e cristallizzato.
Stiamo parlando di una tecnologia in forte progresso.
Basti osservare quanto si sta realizzando in India proprio con la tecnologia italiana basata sul progetto di Rubbia.
Costi inferiori e produttività superiore.
Mentre gli ultimi dieci reattori costruiti in India hanno registrato un secco +300% rispetto al costo preventivato.

Perché allora prendere il costo di Andasol 1 e proiettarlo come fosse la Bibbia?

Abbiamo altre esperienze con costi più bassi di oltre il 30% e si continuano a fare progressi in questa direzione.
La stessa sperimentazione realizzata in Italia porterebbe a un costo inferiore rispetto a Andasol 1 e stiamo parlando di una realizzazione sperimentale di tipo dimostrativo.

La realizzazione Nevada Solar One è costata circa 200 milioni di euro (40% in meno di Andasol) e ha una potenza di 64 MW (30% in più di Andasol) e occupa solo 1,6 Kmq.

La realizzazione SEGS in 6,5 Kmq di territorio desertico ha una capacità totale di 354 MW e i primi impianti risalgono al 1984, gli ultimi al 1990… e sono perfettamente attivi!

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Costo energia (rapporto )
Nucleare 1
solare 3
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Una bella notizia. Il primo aprile Ennio ci comunicava che il rapporto era 1 a 5.
In ogni caso, FALSO o almeno discutibile e contestato quanto affermato.
Verificare i rapporti internazionali e gli studi indipendenti MIT e altri…
Se poi prendiamo per oro colato quanto afferma l’AD Enel…
Ci potrà essere un moderato interesse politico? Se consideriamo la scelta avventata ed emotiva del governo e il potere che la politica ha su Enel (anche con le nomine), non si può escludere.
In ogni caso, i costi del termodinamico sono in discesa e molto variabili come dimostrano gli esempi già portati.
L’avvio di una economia di scala porterà notevoli vantaggi.

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Nr. Impianti nucleare 3
solare 215
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Falso o non veritiero. Si assume un dato specifico come fosse lo standard e si dimentica che la resa delle centrali nucleari è inferiore a quella dichiarata: in Francia siamo all’82% della potenza installata (con riflessi ovviamente sui costi del nucleare).

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territorio occupato Kmq
nucleare 9
solare 325
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Il sito per una centrale nucleare è intorno ai 300 ettari, cioè 3 kmq.
C’è da considerare che, al contrario di una centrale solare termodinamica, il nucleare richiede molta disponibilità di acqua.
Non a caso in Italia le centrali sorgevano in siti ad alta vocazione agricola; e adesso dove saranno collocate?
Una centrale termodinamica può essere realizzata in territori aridi, caratterizzati da siccità o comunque non produttivi.

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Durata dell’impianto anni
nucleare 60
solare 25
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Pura fantasia.
La vita media delle centrali nucleari è decisamente più bassa… anche se aumentata con imponenti e costosissimi interventi tecnici. Certo se ignoriamo i tanti fallimenti (centrali rimaste operative per pochi anni, sospese o mai attivate) e prendiamo per reale un dato ancora solo ipotizzato e riferito a impianti ancora da costruire allora si può affermare la qualsiasi cosa.

Le centrali termodinamiche hanno una vita minima di 30 anni facilmente allungabile con la sostituzione o ricostruzione di alcuni componenti dal costo ormai minimo. L’ammortamento dell’impianto avviene in tempi brevissimi grazie anche ai ridotti tempi di costruzione.

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Riguardo i costi per demolizione impianti fine ciclo e custodia scorie nucleari , basterebbe copiare quello che avviene in Francia che da circa 40 anni gestisce le scorte e 58 reattori addebitando i relativi costi in bolletta ….
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Balla solenne. La Francia ha un problema enorme nella gestione delle scorie (è in ritardo nella preparazione del sito nazionale) e continua a rinviare la soluzione del problema derivante dalla custodia in sicurezza dei residui provenienti dalle centrali smantellate e ancora da smantellare.
Qualche dato interessante anche nel rapporto Roussely http://www.elysee.fr/president/root/bank_objects/Synthese_RO USSELY.pdf

Il problema esiste anche in Italia, Germania, USA, UK... dove le autorità competenti indicano costi elevatissimi... tanto che persino Tremonti afferma che i nostri conti non devono prevedere il "debito atomico"...

Quanto ai costi del nucleare, essendo quella francese una gestione interamente statale e intrecciata con la gestione militare non c’è alcuna trasparenza su dove sono imputati i costi relativi alla filiera nucleare civile.
Fatte le dovute proporzioni, come succede da noi dove da anni non sappiamo cosa la Rai produce con il canone e cosa con i ricavi della pubblicità.
Ma non è l’unico mistero italiano. Anche sul nucleare di misteri ce ne sono tanti.
5 aprile 2011 19:27 - ennio4531
(Replay)

Confronto nucleare EPR/termodinamico per coprire il 10% del fabbisogno elettrico nazionale.

Costo investimento
Nucleare miliardi € 19,5
solare miliardi € 66,66

Costo energia (rapporto )
Nucleare 1
solare 3

Nr. Impianti nucleare 3
solare 215

territorio occupato Kmq
nucleare 9
solare 325

Durata dell’impianto anni
nucleare 60
solare 25


Riguardo i costi per demolizione impianti fine ciclo e custodia scorie nucleari , basterebbe copiare quello che avviene in Francia che da circa 40 anni gestisce le scorte e 58 reattori addebitando i relativi costi in bolletta ….

Faccio notare la differenza dell'entità degli investimenti , il rapporto di costo per KWh e la durata degli impianti.

I 46 miliardi risparmiati di € , potremmo investirli più profiquamente in ricerca, scolarizzazione, sanità, ecc. ecc.
5 aprile 2011 19:14 - ennio4531
Confronto nucleare EPR /termodinamico per coprire il 10% del fabbisogno elettrico nazionale.


Nucleare solare
termodinamico

Costo investimento
miliardi € 19,5 66,66

Costo energia 1 3

Nr. Impianti 3 215

Territorio occupato Kmq 9 325

Durata dell’impianto anni 60 25

Riguardo i costi per demolizione impianti fine ciclo e custodia scorie nucleari , basterebbe copiare quello che avviene in Francia che da circa 40 anni gestisce le scorte e 58 reattori addebitando i relativi costi in bolletta ….

Faccio notare la differenza dell'entità degli investimenti , il rapporto di costo per KWh e la durata degli impianti.

I 46 miliardi risparmiati di € , potremmo investirli più profiquamente in ricerca, scolarizzazione, sanità, ecc. ecc.
5 aprile 2011 18:57 - ennio4531
La partigianeria di Mastrantoni non rende un buon servizio all’ADUC in tema di completezza d’informazione , ma è l’ennesima prova che prima ci si forma una convinzione e poi si va alla ricerca disperata di tutto ciò che la comprova ignorando le notizie contrarie... cosa che fa dell'ADUC più il prolungamento di tesi politiche che una associazione per i diritti ecc. ecc.... .

Riporto alcuni passi del pensiero del prof. Zichichi , presidente della World Federation of Scientists , sul nucleare dopo Fukushima

… I catastrofisti vogliono che l'Italia rinunci al nucleare. Ma si guardano bene dal dire che questo corrisponde per noi tutti a schiavitù energetica permanente. E a restare fuori dalla competizione tecnologica mondiale che non può essere né nel solare né nell'eolico ma in quel «fuoco nucleare» che - dopo diecimila anni di civiltà - Enrico Fermi riuscì ad accendere a Chicago il 2 dicembre 1942 e che ha permesso al Giappone - nonostante la sconfitta subita nella seconda guerra mondiale - di diventare la terza potenza economico-industriale del mondo.

Nella vicina Africa e nel mondo ci sono cinque miliardi e mezzo di persone che vorrebbero avere la stessa quantità di energia pro-capite di cui gode il miliardo di privilegiati che vivono nei paesi industrializzati (noi tra questi).
Né il solare né l’eolico potranno fornire le enormi quantità di energia che questi popoli vogliono. Prima o poi potrebbero scoppiare rivolte popolari al fine di evitare l’esportazione del combustibile esistente a casa loro.
L’Italia senza energia nucleare crollerebbe in pochi anni a livello di terzo mondo.

… Forse è ciò che vogliono i catastrofisti. Le ultime notizie da Fukushima danno in pasto al grande pubblico la falla nel pozzo di calcestruzzo del reattore numero 2 come fosse un errore di ingegneria nucleare.
È un errore di ingegneria civile come quello che portò all’altezza di appena cinque metri del muro di difesa da tsunami.
5 aprile 2011 18:04 - sergio2
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Si può definire “sicura” una centrale nucleare?
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Domanda banale che denota mancanza di cultura della sicurezza.

La cultura della sicurezza, la politica della sicurezza, la sicurezza di una politica svolta nell’interesse generale, la sicurezza della buona amministrazione e dell’efficienza dei controlli sulla spesa.

Tutti temi politici: è la politica che decide il buon uso della tecnologia.

Affermare che qualcosa è sicuro significa che sono stati rispettati dei criteri progettuali e costruttivi che costituiscono la premessa per l’uso in sicurezza, ma che non assicurano la sicurezza.

Anche un’auto senza freni è sicura, se affidata a una persona che ha cultura della sicurezza.
L’auto più sicura del mondo, cessa di essere tale se gli pneumatici non sono in ordine, se l’autista è ubriaco o va a velocità eccessiva o non tiene conto delle condizioni atmosferiche.

Tutto può essere considerato sicuro: è l’uso che si fa di ogni cosa che ci offre o ci nega sicurezza.

La sicurezza non è un dato acquisito in via definitiva.
La sicurezza è un obiettivo cui tendere mediante costante formazione, addestramento, verifica e aggiornamento che deve coinvolgere tutti i soggetti coinvolti.

Quanto sta avvenendo in Giappone dimostra, secondo le prime valutazioni degli organi internazionali, che il personale della Tepco non era preparato per una emergenza di questo genere: sottovalutazione del rischio.

Il Giappone come gli altri casi del passato dimostrano la carenza dei controlli, gli eccessivi margini discrezionali affidati alle società di gestione, la debolezza delle autorità indipendenti.

Il fatto che dopo l’incidente del 1979 e del 1986 molte centrali siano state fermate, alcune mai fatte ripartire e altre fatte ripartire dopo rilevanti interventi di adeguamento e aggiornamento tenico, dimostra che la capacità previsionale è molto carente, non sempre per mancanza di conoscenze ma talvolta per scelta politico-imprenditoriale.
E adeso nel 2011 si sta ripetendo la stessa storia.

Risibile affrontare il tema sicurezza riducendo tutto a pochi incidenti rilevanti e azzardando valutazioni molto discutibili su Three Mile Island, Chernobyl o Fukushima.

Questi incidenti hanno provocato un ripensamento di tutte le procedure, la realizzazione di nuovi dispositivi di sicurezza, rilevanti modifiche tecniche, nuove verifiche e test…
Eppure anche prima di questi incidenti si affermava che la tecnologia nucleare è la più sicura che esista.

Il problema non è stabilire se una tecnologia è sicura, ma se siamo in grado di gestirla in sicurezza e se siamo disposti a sopportare i costi per la gestione in sicurezza.

Il fatto che ogni volta sia un incidente che ci fa vedere con occhi diversi alcune eventualità prima ignorate o sottovalutate ci dimostra che stiamo facendo esperienza con gli incidenti e sinora è andata bene… perché al peggio non c’è fine… e se avessimo avuto danni 100 volte superiori a quelli verificatisi… comunque sarebbe andata bene… perché poteva capitare di peggio.

Processo consolatorio noto coma “logica del coglione masochista”.

Nessuno può stabilire quale sia il livello massimo di incidente e di danno con il nucleare.

Gli incidenti vanno valutati in ragione di quel che avrebbero potuto provocare: valutazione dei rischi.

Quel che effettivamente un incidente provoca è importante da un punto di vista economico ed assicurativo, ma del tutto irrilevante sul piano della sicurezza, soprattutto se dopo l’incidente si rivedono procedure e sistemi di sicurezza… Che culo che abbiamo avuto, non è affermazione da cultore della sicurezza!

Per un fortuito caso si evitò il disastro nel 1980 quando un’alluvione lambì la centrale di Garigliano.

Il probema si ripetè nel 2000 a Saluggia e Trino: l’alluvione e lo straripamento della Dora Baltea arrivò a lambire i depositi di scorie solide e liquide. Il disastro fu evitato per miracolo.

Sempre a Saluggia c’è stata una recente perdita di acque radioattive dalle vasche di deposito, poste in prossimità dei pozzi dell’acquedotto che serve tutto il Monferrato. Sembra che la perdita ci sia dal 2004 ma fu scoperta solo nel 2008; la radioattività è stata rilevata dall’ARPA ma i parametri non destano paritocolare preoccupazione. Casaulità: la perdita poteva essere più rilevante.

Sempre la casualità volle che il cedimento del basamento della centrale di Caorso avvenisse in fase di costruzione e non a centrale funzionante: ci siamo evitati un incidente devastante consolandoci con una spesa 7 volte superiore a quella prevista.

Quando si parla di sicurezza di una centrale nucleare, bisogna comprendere che non stiamo parlando di un elettrodomestico, ma di una complessa struttura tecnologica che va valutata nella complessa interazione con l’ambiente in cui è posta.

Popolazione residente, struttura geologica del sito, rischio sismico, caratteristiche del territorio, rete idrica e fluviale, rischio di attentati…
Occuparsi di sicurezza significa prendere in considerazione questi aspetti e tanti altri.

Allora, quali azioni di formazione e addestramento sono state sinora espletate nei confronti delle popolazioni esposte a rischio nucleare?
Perché in Italia il rischio esiste, ma non mi risulta sia fatto quanto previsto dalle leggi vigenti per la sicurezza.

Sicurezza significa anche dotarsi di organismi indipendenti che vigilino sulla realizzazione delle opere e sul rispetto del progetto.

Sicurezza significa anche superare la gestione clientelare di Enti e Commissioni che sono referenti, quando non vassalli, della politica e questo vale anche per Enea, CNR, Enel e Autorità di garanzia dove burocrati di partito trovano ricche sistemazioni.

Tornando a Three Mile Island, consiglio a tutti di leggere la relazione governativa che ricostruì quanto avvenne in quei tragici momenti http://www.pddoc.com/tmi2/kemeny/index.htm

Nessuno, per esempio, può affermare con certezza che non ci furono vittime dirette.

Difficile dimostrare anche il contrario, ma stiamo parlando di radiazioni e non possiamo usare i criteri che si adottano per gli incidenti stradali.
Rimane il fatto che negli anni immediatamente successivi all’incidente si registrò nell’area di 50 chilometri dalla centrale una forte impennata di tutti i tipi di cancro.
Studi più accurati anziché considerare cerchi concentrici progressivamente sempre più ampi, partendo sempre dalla centrale posta al centro, presero in considerazione le correnti d’aria e quindi le aree più esposte e incrociarono questi dati con la diffusione del casi di cancro: la maggiore diffusione dei casi di cancro conincideva con la maggiore esposizione, che strana coincidenza.

D’altra parte, anche nel normale funzionamento delle centrali si registra una maggiore incidenza del cancro nelle aree più prossime alle centrali, come testimonia la ricerca tedesca su tutte le aree in cui sono collocate centrali in Germania.
Una casualità?
Può darsi ma difficile sostenere questa tesi quando l’analisi delle acque e dei raccolti testimoniano una maggiore presenza di radionuclidi. Attraverso la catena alimentare questi potrebbero passare all’uomo ed essere la causa di questa maggiore incidenza di alcune tipologie di cancro che sempre si registra in prossimità delle centrali, senza bisogno che si verifichino incidenti.

Affermare che
“l’energia nucleare si posiziona tra quelle meno pericolose, anche nei confronti delle rinnovabili, sempre a parità di energia prodotta”
è quindi uno stupido esercizio di nessuna utilità pratica.

Totalmente arbitrario e illogico porre in relazione la pericolosità dell’energia nucleare con la quantità di energia prodotta.

Il veleno di vipera, poiché scarseggia, è meno pericoloso del veleno per topi?

Se ti accomodi su una sedia elettrica è poco rilevante valutarne la pericolosità in base alla fonte di produzione dell’energia che alimenta la simpatica seggiola!

Non è l’energia in sé a essere pericolosa, ma il processo produttivo e la gestione della tecnologia nucleare così complessa da richiedere sempre l’uomo giusto nel momento giusto nel posto giusto a fare la cosa giusta, ammesso che chi ha progettato non abbia sottovalutato i rischi, che chi ha costruito abbia rispettato il progetto, che la manutenzione sia stata accurata e che la natura non si scateni troppo…
Quante condizioni e quanti se.
Vogliamo confrontare i rischi con un impianto fotovoltaico o altra fonte rinnovabile? Ridicolo!

Decenni di esperienza nucleare hanno dimostrato che le capacità previsionali e progettuali sono sempre state addomesticate per rendere interessante, almeno sulla carta, il business nucleare.

La mancanza di trasparenza nel modo in cui è ovunque gestita l’informazione riguardo al nucleare, non depone a favore di questa tecnologia.

La pericolosità del nucleare è incalcolabile e si giunge a una valutazione del rischio in grado di offrire “ragionevole sicurezza” solo accettando il compromesso di non tutelarsi rispetto a eventi ritenuti erroneamente poco probabili.

Che un terremoto di elevata potenza possa essere seguito da un maremoto è un evento assolutamente prevedibile (già successo); ma considerare questa eventualità, quali costi certi comporterebbe?

Costruire centrali in grado di resistere a terremoti di magnitudo 9, significa rendere impraticabile la scelta nucleare.

Si confonde la sicurezza con la logica assicurativa del quotare un rischio.

Riguardo ai costi, basti osservare che è sciocco o almeno terribilmente parziale considerare i costi di produzione delle diverse fonti di energia senza considerare l’interezza dei costi di gestione.

Il costo di produzione dell’energia nucleare non considera il costo della gestione e smaltimento delle scorie, della gestione delle centrali a ciclo produttivo concluso (le nostre costano ancora), dello smantellamento delle centrali e conseguente bonifica dei residui e del sito (stiamo ancora spendendo e spenderemo molto).

Col nucleare sembra di essere sempre all’inizio di una nuova era per cui il passato non ha valore.
Ma se tutte le previsioni del passato si sono rivelate sbagliate e talvolta false, perché adesso dovrebbero essere per definizione giuste e corrette?

I tempi di costruzione: sempre superiori alle attese; i nuovi cantieri seguono la stessa sorte.

I costi: sempre molto superiori alle previsioni; i nuovi cantieri non sfuggono a questa realtà.

La resa: inferiore a quella calcolata nei preventivi; in Francia le centrali hanno una resa attestata sull’82% (fonte Eurostat), ma i conti sul nucleare si basano su una resa calcolata tra il 90 e il 92% della potenza installata.

Scorie e smantellamento: di gran lunga superiore alle previsioni; ancora nel 2009 Enea indica in 500 $\kWe il costo di decommissioning. La realtà ci dice che siamo a costi molto superiori e nell’ordine spesso di 2500 – 4000 $\kWe. L’autorità inglese stima una spesa pari a 70 miliardi di dollari per lo smantellamento delle centrali dismesse. E sinora quanto ha speso l’Italia?

La sicurezza: oltre a quanto già esposto, va considerato quel che già negli anni ’70 s’indicava come il rischio di militarizzazione del territorio. Erano gli anni di piombo; terrorismo nostrano e terrorismo internazionale. Quali rischi e costi per la vigilanza dei siti?
L’11 settembre ha determinato in tutto il mondo la revisione dei piani di vigilanza dei siti nucleari (anche in Italia, basti considerare gli atti ufficiali del governo Berlusconi nel 2003). Altri costi occulti.

Ancora sul tema costi.

Nel 2004, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha stimato che 1 kWh di energia elettrica prodotta da una centrale nucleare costa 6,13 centesimi di dollaro.

Lo stesso kWh prodotto con il gas costerebbe 4,96 centesimi, con il carbone 5,34, e con l’energia eolica 5,05 centesimi (Fonte EIA/DOE International Energy Outlook 2004, Washington 2004).

A risultati simili giungono altri due studi, uno della Chicago University del 2004 e uno del Massachusetts Institute of Technology dell’anno precedente, recentemente aggiornato e disponibile a questo link http://web.mit.edu/nuclearpower/pdf/nuclearpower-update2009. pdf

Le stime sopra riportate considerano i costi mediamente sostenuti per costruire una centrale.

Non considerano, ad esempio, che in India, i costi completi degli ultimi dieci reattori sono aumentati del 300% rispetto al budget previsto all’inizio.
O che l’ultimo impianto completato negli USA è stato quello di Watts Barr 1 nel 1996, dopo 24 anni di lavori. O i tanti impianti chiusi dopo pochi anni di attività.

Non è quindi un caso se in uno dei pochi Paesi in cui c’è un libero mercato dell’energia – gli Stati Uniti – non si costruiscono nuovi impianti da molti anni.
2 aprile 2011 20:49 - lucillafiaccola1796
fukuscema si sono messi la bomba sotto il culo e ben gli Sta.lin mi dispiace solo per i 4 zampe ed i pesci che gli u-mani crepino!
2 aprile 2011 12:35 - ennio4531
Catastrofismo e ... realtà .

Disastro di ?ernobyl' 1986( da Wikipedia )

Il rapporto ufficiale redatto da agenzie dell'ONU (OMS, UNSCEAR, IAEA e altre) stila un bilancio di 65 morti accertati con sicurezza e altri 4.000 presunti (che non sarà possibile associare direttamente al disastro) per tumori e leucemie su un arco di 80 anni.

Il bilancio ufficiale è contestato da associazioni antinucleariste internazionali fra le quali Greenpeace che presenta una stima di fino a 6.000.000 di decessi su scala mondiale nel corso di 70 anni, contando tutti i tipi di tumori riconducibili al disastro secondo lo specifico modello adottato nell'analisi[3].

Altre associazioni ambientaliste, come il gruppo dei Verdi del parlamento europeo, prendono le distanze dal rapporto Greenpeace, che considerano una boutade con tuttavia il merito di segnalare il problema, e pur concordando sulla stima dei 65 morti accertati del rapporto ufficiale ONU, se ne differenzia e lo contesta sulle morti presunte che stima piuttosto in 30.000 ~ 60.000[4].

Negli anni successivi, studi scientifici hanno dimostrato la lontananza dalla realtà delle suddette stime, anche in relazione al potenziale effetto distruttivo delle radiazioni che si è rivelato molto minore di quanto propagandato negli anni vicini al disastro....

Negli anni successivi il rallentamento della ricerca nel campo causata dalla propaganda anti-nucleare ha portato ad un estensione dell'era del petrolio come fonte energetica.[5]
1 aprile 2011 16:50 - theguardian
non c'è modo e ragione realistica veritiera e coscienziosa per far capire a ennio che il nucleare non e la soluzione al problema energia.

perchè?

perchè è l'esempio eccezionale e vivente della parziale evoluzione della specie umana.

a meno che non nè indossi la maschera per mero opportunismo.
1 aprile 2011 13:04 - tassofisso
ennio , tutto quello che vuoi ...

però prova a riflettere un attimo su ciò che sta accadendo in questi ultimissimi giorni in Giappone e sulle ripercussioni che tutto questo ha, anche in ambito economico a livello Paese:

frutta, verdura, pesce nel mare, tutto contaminato, i livelli delle radiazioni sono talmente alti, che hanno detto che probabilmente il tempo necessario a smaltirlo sarà "pressochè eterno" (ne parlavano sul TGla7 l'altra sera)

ciò significa che il Paese non potrà più fidarsi a mangiare la roba che produce internamente (frutta, verdura, animali che vengono foraggiati con foraggio contaminato, pesce pescato contaminato), quindi dovranno importare tutto, con spese enormi...

ci vorranno anni per tornare a usufruire delle risorse alimentari interne , tu pensa che solo negli ultimi 2 anni, a distanza di quasi 30 anni, sono tornati a poter mangiare le noci di cocco a Bikini, leggevo tempo fa da qualche parte, pensa, un paradiso terrestre con pesci meravigliosi, palme cariche di noci di cocco e banane che venivano lasciate lì a marcire e la popolazione si è fatta portare per anni la roba da mangiare perchè da loro era tutto contaminato...

poi, tornando al Giappone, i problemi per l'industria, come ti dicevo il sole24ore riportava che le industrie americane che si rifornivano da alcune aziende Giapponesi per alcune vernici in ambito automobilistico, hanno smesso di importarle perchè fatte con componenti contaminati, quindi danni alla produzione industriale...

danni al turismo per via di tantissime persone che non vengono più...

quanto "costa" in proporzione tutto questo a un Paese?

ne vale la pena ?

non conviene forse dirottare su qualche forma alternativa di produzione di energia che, anche se forse può costare di più (forse), però almeno in caso di disastro non ti crea questi danni collaterali di proporzioni inaudite , costi esorbitanti e durevoli per anni e anni?

tu continui a dire dei bacini idrici: ok, se straripano moriranno tante persone, così come lo tsunami stesso ha fatto morire tante persone, ma poi è FINITA LI'

se a questo ci aggiungi anche cibi e animali contaminati che potenzialmente possono intossicare e uccidere anche a 50 km di distanza, anche per anni a venire le generazioni che nascono coi tumori, non pensi che forse, fra le 2 sciagure, una diga che cede in prospettiva sia da preferire a un disastro nucleare????
1 aprile 2011 12:34 - ennio4531
Così per precisare ...

Trattamento fiscale delle tariffe incentivanti ...

Con riferimento al trattamento fiscale della tariffa incentivante, l'Agenzia delle Entrate ha emanato in data 19/07/07 la Circolare n. 46/E concernente la "Disciplina fiscale degli incentivi per gli impianti fotovoltaici".

Tale circolare, reperibile sul sito internet www.agenziaentrate.gov.it o www.gse.it, fornisce chiarimenti in merito al regime fiscale della tariffa e dei ricavi derivanti dalla vendita dell'energia, individuando, in funzione dei soggetti, dell'attività da questi svolta e della destinazione dell'energia prodotta, la disciplina applicabile ai fini delle imposte dirette e indirette.

Per quanto concerne il trattamento fiscale della tariffa incentivante occorre premettere che l'Amministrazione finanziaria ha chiarito che la stessa non è mai soggetta a IVA, anche nel caso in cui il soggetto realizzi l'impianto fotovoltaico nell'esercizio di attività di impresa, arte o professione, in quanto la tariffa incentivante si configura come un contributo a fondo perduto, percepito dal soggetto responsabile in assenza di alcuna controprestazione resa al soggetto erogatore.

....
1 aprile 2011 12:27 - ennio4531
Dall ‘ Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA)

Si può definire "sicura" una centrale nucleare?

Certamente sì, se comparata con altre attività umane, in particolare con la produzione di energia da altre fonti.

Considerando l’intero ciclo di ogni fonte energetica (ciclo del combustibile, fabbricazione dei componenti e del sistema, esercizio, decommissioning) autorevoli studi internazionali hanno dimostrato che l’energia nucleare si posiziona tra quelle meno pericolose, anche nei confronti delle rinnovabili, sempre a parità di energia prodotta.

Sergio... non adirarti ... è noto che anche l'ENEA è un covo di ignoranti e prezzolati ....
1 aprile 2011 12:06 - ennio4531
x cepu

Sarà il solare termodinamico a salvarci?
... alcuni dati.

Domanda : a quanto ammonterebbero gli investimenti con il solare termodinamico per fornire il 10% del fabbisogno nazionale elettrico del 2009 ?
Risposta: 66,66 miliardi di €

Domanda: quale sarebbe il costo dell'energia prodotta ?
Risposta: 5 volte circa i prezzi di mercato attuali ( riferito a impianti similari )

Domanda: quanti impianti tipo Andosol 1 sarebbero necessari ?
Risposta: 215

Domanda : quanto territorio sarebbe richiesto complessivamente ?
Risposta : 325 kmq

Domanda : quanta superficie sarebbe occupata dagli specchi ?
Risposta: 160 milioni di metri quadrati ( ..da pulire almeno una volta al mese )

Domanda: durata dell'impianto ?
Risposta: 25 anni circa.

Dettaglio ( dat Wikipedia)

Fabbisogno italiano di energia elettrica 2009:
Kwh 337.601.000.000 ; 10% = 33.760.100.000

Andesol 1 produzione annua KWh : 157.000.000

- Per cui : 33.760.100.000 : 157.000.000 : nr. 215 impianti

- Costo per impianto : € 310.000.000 x 215 = 66,66 miliardi di €

- costo energia: Attualmente il 'costo per kilowattora' dell'energia prodotta con tale tecnologia è superiore di 5 o 6 volte a quello di altre fonti come dichiarato dall'amministratore delegato dell'ENEL Conti.

- territorio occupato da Andosol 1 : 1,5 kmq ( fonte: Solar Millenium )

quindi : 1,5 x 215 = 325 kmq

Conclusione : il ‘sistema’ Italia , con un debito pubblico enorme, scarsità di capitali privati , sviluppo economico dall’inizio degli anni ’90 assai modesto, costo attuale dell’energia elettrica ( con o senza imposte) tra i più alti in Europa , sviluppo demografico negativo… , si può permettere simili oneri ?

Il confronto con il nucleare …. la prossima volta.

Non vorrei … stancarti troppo ….
1 aprile 2011 3:31 - IVAN.
.



NUCLEARE: IL DITO E LA LUNA
*****

Ottimi contrubuti davvero, Sergio. Vedo che usi pietosamente le "obiezioni" di quel poveraccio come pretesto per introdurre determinati argomenti (ad altro non servono proprio).

La storiella del referendum "antinucleare" (1987) è stata una presa in giro.
Perchè far finta di chiedere "un'opinone" ai cittadini, se tanto le decisioni erano già state arbitrariamente prese nella cerchia di casta?

Eppure molti degli attuali "antinuclearisti" si fanno ancora avanti presentando i numeretti di quella farsa.
Cosa che ancora una volta è guardare il Dito e non la Luna:
se un progetto sul "Nucleare" venisse proposto da una commissione di esperti coscienziosa e soprattutto DISINTERESSATA, non vedrei ragioni di appigliarsi ad un esito referendario (vecchio di 30 ANNI, peraltro) come scusa per bocciarlo a priori.

Il Nucleare è solo il "dito"; la "luna" è rappresentata da coloro che di volta in volta ne propongono un progetto.
E costoro non vanno giudicati per la TEMATICA che avanzano, bensì - ancora una volta - per il SENSO DI RESPONSABILITÀ che dimostrano.

Infatti siamo PIENI di progetti la cui "tematica" è SACROSANTA (salvaguardia dell'ambiente, sicurezza, opere pubbiche...), ma coloro che hanno proposto questi progetti non erano animati da altrettanto buoni propositi.

E il risultato è lì da vedere: in nome delle sole "belle tematiche" (senza però valutare anche CHI era a proporle), abbiamo permesso ai peggiori sciacalli della Nazione di fare man bassa della Cosa Pubblica.
Man bassa che ora vogliono proseguire con questo nuovo progetto di 4 centrali...e noi siamo ancora qui a guardare il "dito" (il Nucleare) e non la "luna" (le vere intenzioni di coloro che lo promuovono).

Dati i precedenti, prevedere come andrà a finire è una fin troppo facile profezia.



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1 aprile 2011 3:27 - IVAN.
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Esattamente la reazione da scimmietta che mi aspettavo. Non c'è neanche gusto.

I maggiori giacimenti non si trovano in Centroafrica?...
E CHI SE NE FREGA!

Quella era una questione en passant; il punto centrale del mio discorso era infatti la DEVASTAZIONE AMBIENTALE nelle zone dei giacimenti centrafricani di uranio e le disumane CONDIZIONI LAVORATIVE degli operai reclutati per l'estrazione.
Ma quando il dito indica a luna, lo sciocco guarda il dito. Comportamento ovvio, quando lo sciocco si crede bravo a mascherare la propria malafede, ma invece è così MALDESTRO che essa traspare lontano un chilometro.
Inutile perdere tempo con balordi del genere.



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1 aprile 2011 1:26 - sergio2
...

Prosegue il nostro giullare nonché distratto ignorante, Ennio, con le sue sparate da imbecille incapace di comprendere la differenza che c’è tra la quantità di energia prodotta con il nucleare e l’affermare, come ho fatto, che si è ridotta l’incidenza del nucleare sulla produzione complessiva dal 1995 al 2008.

Il dato che ho fornito dimostra che nel 2008 il nucleare contribuisce meno di quanto contribuisse nel 1995.
In altre parole, la produzione complessiva è cresciuta molto in questo periodo mentre il nucleare è rimasto sostanzialmente stabile.

L’ultimo reattore costruito in Europa occidentale risale al 1991; quello avviato in Finlandia è il primo dopo una lunga pausa.

Declino, sì.
Infatti, in 15 anni non c’è stata crescita del nucleare.
Questo è un dato oggettivo, reale e concreto; ritengo un po’ più significativo rispetto a semplici “scenari”.

E a fronte di qualche cantiere aperto, vogliamo vedere quanti insuccessi?

In ogni caso, Ennio non ci spiega perché il nucleare sarebbe la scelta migliore, si limita ad affermare con insitenza petulante e cretina che il fotovoltaico è molto più oneroso, diemnticando che esiste un mondo di rinnovabili ben più ampio della sua ristretta capacità di fissarsi su eolico e fotovoltaico.

Allo stesso modo, secondo il giullare sciocco, Rubbia non sarebbe credibile perché troppo interessato a sponsorizzare la "sua creatura".
Non si potrebbe affermare la stessa cosa per il nucleae?
Forse EdF, Enel... hanno qualche arma più convincente per smuovere qualche politico e indurlo a decidere... Se vogliamo applicare questa logica tanto cara a Ennio.

L’incapacità di Ennio di comprendere l’italiano è una chiara dimostrazione della sua ignoranza.

Lo sciocco giullare afferma di non aver mai citato né politici né la politica perché evidentemente non comprende che quando afferma che i referendum sono la causa dell’uscita dell’Italia dal nucleare sta facendo un’affermazione politica completamente immotivata sul piano storico, giuridico e culturale.
Infatti, risponde con parole al vento a precisi elementi oggettivi e legislativi puntualmente indicati e da lui ignorati.

Afferma da stolto che non cita la politica, però afferma che va ringraziato il governo che sta mettendo ordine negli incentivi al fotovoltaico che a suo dire ci dissanguano.

Lo stolto ignorante non sa che il governo che dovremmo ringraziare è lo stesso che appena ad agosto 2010 è intervenuto sulla materia con un DM dell’illuminato ministro ad interim Silvio Berlusconi!
Chi dovremmo ringraziare è dunque colui che ha creato il disastro appena ieri e che si è inventato nel 2005 il Conto Energia!

Sempre l’illuminato che dovremmo ringraziare è colui che ha allargato le maglie per accedere ai ricchi contributi: sufficiente ultimare l’impianto entro il 31 gennaio 2011 per assicurarsi le vecchie tariffe del 2010 (prima serviva l’effettivo allacciamento alla rete).

Sempre questa maggioranza non ha in realtà riordinato proprio nulla, limitandosi a creare incertezza in un settore, dopo aver qualche mese prima riconfermato la politica degli incentivi.

Lui non parla di politica, però afferma “Quale politico poteva essere così cretino, dal punto di vista elettorale, di opporsi all’80,6% degli elettori che dissero no al nucleare ?”, dimostrando che non sa quel che dice, infatti ha la pretesa di dare giudizi politici ma confonde il suo buco del culo con la bocca.
Nonostante gli abbia ricordato quanti furono gli effettivi votanti (appena il 65%) e i quesiti referendari che non potevano annullare il nucleare (che infatti non annullarono), lui replica ancora con stupide affermazioni prive di logica e da perfetto coglione.

Afferma che i politici sono cretini e non se rende conto!
Infatti, seguendo il suo ragionamento sono cretini i politici che hanno ignorato il voto contro il finanziamento pubblico ai partiti! Questo sì voto netto e inequivocabilmente contro qualcosa! Ma il poveretto non arriva a comprendere logiche così elementari.

Afferma che l'eolico ha attirato interessi mafiosi, ma non ci spiega perché il nucleare non dovrebbe rischiare di fare altrettanto, ma con molta più pericolosità rispetto a quella rappresentata da qualche pala o da qualche pannello.
Siamo alla demenza tootale!

E’ vero Ennio non si occupa di politica perché non sa cosa sia e spara solo cazzate, come quando scrive che non serve un sito nazionale per le scorie perché l’Italia non produce scorie e quelle che esistono stanno benne dove stanno.
Chiara dimostrazione di totale ignoranza dell’argomento di cui ha la pretesa di discutere.

Adesso tira fuori un discorso sconclusionato sull’IVA, dimostrando totale ignoranza anche sugli aspetti fiscali e normativi.

Ho riportato alcune indicazioni tratte dal sito GSE a proposito del Conto Energia: “L'Agenzia delle Entrate, sempre nella Circolare n. 46/E del 19/07/07, ha chiarito che i proventi derivanti dalla vendita dell'energia prodotta da un impianto fotovoltaico costituiscono sempre reddito tassabile. … L'inclusione di tali proventi tra i "redditi diversi" di cui all'articolo 67 comma 1 lettera i) del TUIR comporta che la cessione dell'energia non sia soggetta né a IVA né a ritenuta d'acconto, sebbene vi sia comunque l'obbligo di denunciare - e assoggettare a tassazione - il reddito in sede di dichiarazione fiscale”.

Perché parla di IVA sull’energia prodotta?
Boh per confondere le idee o perché lui è molto confuso.
In base alle indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, i proventi derivanti dalla vendita dell’energia prodotta da un impianto fotovoltaico vanno assoggettati a imposte sui redditi perché sono “redditi diversi”.

A quale scopo lo sconclusionato Ennio scrive di IVA sull’energia prodotta?

Lo sa solo Ennio che evidentemente non capisce nulla di tasse e fisco, oltre a non capire quel che scrive, figurarsi quel che tenta di leggere.

Ho invece scritto che parte degli incentivi pagati ai produttori, ritornano nelle casse dello Stato per
- l’IVA su installazione degli impianti e fornitura dei materiali
- imposte dirette e indirette che pagano i nuovi occupati nel settore.

Infine, dovrebbe Ennio documentarsi sul conto CIP6 con il quale si pagano incentivi alle rinnovabili e alle “assimilate”; ho già spiegato come funziona il meccanismo e basta documentarsi per capire chi si pappa la quota più significativa, se le rinnovabili o le “assimilate” che con le rinnovabili non c’entrano nulla.

Finge di non comprendere o non comprende davvero che le imprese si fanno carico solo della costruzione delle centrali mentre gestione delle scorie e costi di smantellamento restano a carico del settore pubblico.
E i danni in caso di incidente?
Al massimo un'azienda fallisce e i costi e le tragedie rimangono a carico della collettività. Già avvenuto anche questo.

In nessun documento ufficiale del governo italiano o di Enel si afferma che gli oneri per scorie e smantelalmento saranno posti a carico del gestore delle centrali.
Anche all’estero, dove c’è stata una timida e lenta ripresa del nucleare, queste sono le condizioni che lo stanno con molta fatica rendendo possibile.

La remunerazione del nucleare con i soldi pubblici avviene anche attraverso l’imposizione di una tariffa garantita (quindi non ci sarà alcun beneficio in bolletta per gli utenti), come affermato esplicitamente dall’AD di Enel in occasione delle presentazioni dei piani industriali ai mercati finanziari.

Con soldi pubblici si ricompenseranno i comuni nei cui territori saranno posti gli insediamenti nucleari; esattamente come si fece nel passato.

Sempre la politica interviene con la formazione delle tariffe elettriche.
Anche gli ultimi aumenti introdotti sulle tariffe elettriche sono dovuti in gran parte all’aumento delle quotazioni petrolifere e in parte minore agli incentivi per le rinnovabili e le assimilate.
Altro discorso per i certificati verdi, introdotti anche per recepire le direttive comunitarie e creare le condizioni per raggiungere gli obiettivi di riduzione di CO2; obiettivi ai quali siamo vincolati, sotto minaccia anche di sanzioni pesanti.

Per comprendere le cifre, bisogna entrare nel merito della formazione delle tariffe e iniziare a comprendere con onestà che quota della bolletta elettrica è in dipendenza reale con le politiche per incentivare una produzione meno pesante in termini ambientali (esistono obiettivi da raggiungere a livello internazionale).
Si tratta di una quota francamente molto contenuta.

Gli oneri di sistema
(a questo link sono disponibili alcuni dettagli http://www.autorita.energia.it/it/dati/ees5_10.htm )
nel IV trimestre 2010 rappresentavano complessivamente circa il 10% del prezzo dell’energia elettrica.
In questa quota, la parte rilevante è rappresentata dal sistema CIP6 (circa il 60-70% del totale) in cui pesano in modo significativo (più della metà) gli incentivi per voci estranee alle innovabili (le cosiddette “assimilate”). Poi abbiamo:
- finanziamento dei regimi tariffari speciali (componente A4);
- finanziamento delle attività di ricerca e sviluppo (componente A5);
- copertura dei costi già sostenuti dalle imprese e non recuperabili in seguito alla liberalizzazione del mercato elettrico (componente A6);
- copertura delle integrazioni tariffarie alle imprese elettriche minori (componente UC4);
- smantellamento delle centrali nucleari e misure di compensazione territoriale (componenti A2 e MCT.
31 marzo 2011 23:46 - ennio4531
Estendiamo dunque l'invito fatto da Veronesi a Rubbia .
Vadano i sostenitori delle energie rinnovabili passando dal Vajont per arrivare alla diga crollata nella prefettura di Fukushimada per vedere di persona cosa capita a chi sbaglia qualcosa con il il rinnovabile.

Villaggi azzerati e migliaia di morti che non hanno avuto il previlegio di essere avvisati del pericolo come è avvenuto per i danni da nucleare.

Vi imploro: svuotate i bacini idroelettrici in Italia, molti costruiti nell'anteguerra !!!
31 marzo 2011 12:22 - ennio4531
Come un politico di bassa lega, sergio ,
dopo averci raccontato più di una balla ... ad esempio che il nucleare è destinato a perire ( scrive sergio: Declino del nucleare, di questo ho scritto.), tanto da inventarsi le cifre come quando sostiene che “In Europa il contributo del nucleare alla potenza elettrica installata è sceso dal 24% del 1995 al 16% del 2008” ( .. mentre dati alla mano ( Wikipedia) è aumentata dal 24% al 27% … … e l’impudente ha il coraggio di scrivere ‘Quindi, distrattone di un Ennio, io non ho glissato proprio su nulla…) ,

ritorna , con interminabile noia a ripetere sue elucubrazioni di natura politica ( pur non avendo io mai citato né politici né la politica, afferma che sarei un feroce antiberlusconiano … , ma sergio che sia affetto da senilità ?? ) per ribadire che il referendum popolare contro l’energia atomica fu pleonastico ( .. i politici avevano già deciso tutto ) e che , in fin dei conti, il no fu deciso da una minoranza degli elettori .

Osservate: è da almeno un ventennio che, ogniqualvolta una parte politica perde le elezioni, i politici sconfitti si accartocciano in mille analisi dicendoci che in fin dei conti il governo è voluto da una minoranza, in quanto una fetta (… diciamo il 35 % ?) dell’elettorato non avendolo votato, è contro il governo in carica

E’ come dire che da decenni tutte le democrazie di questa terra ( … dove gli elettori non superano il 55/60% come in Svizzera e USA) sono governate da minoranze e quindi … di fatto antidemocratiche !!

Sergio , da buon politicante , sa che quando si viene presi in castagna occorre alzare una cortina fumogena con domande senza senso per distrarre il ‘nemico’.

Per esempio, cita con fare da dotto che la potenza installata in Italia è da non confondersi con la produzione ( … e chi mai l’ha messo in dubbio !!) e mi pone il seguente esplosivo interrogativo: ‘Ho chiesto di indicarmi il documento in cui Ennio avrebbe letto che Enel si assumerà gli oneri di scorie e smantellamento‘.

Ora , uno dei compiti del piano governativo per il ritorno del nucleare, che non prevede un penny per contributi statali sull’edificato , è quello di individuare le aree dove installare gli impianti .

Saranno, poi, le società elettriche a concorrere per assegnarsi il sito.

E quel volpino di sergio mi chiede di indicargli il documento in cui l’Enel ‘si assumerà gli oneri di scorie e smantellamento.’ !!!

Ma sa quello che scrive oppure, immerso nei fumogeni lanciati, ha perso la trebisonda ?

Intanto stanno arrivando dati freschi ( marzo c.a. ) da Aeeg sui costi da sostenere per il fotovoltaico ( ripeto: solo per fotovoltaico ) nel secondo trimestre del 2011 ( 2,4 miliardi di €) :

I rincari sulle tariffe energetiche preannunciati nelle scorse settimane sono stati oggi confermati dall’Autorità per l’energia, si prevede per aprile … del 3,9% per l’energia elettrica (lo 0,9% determinato dagli andamenti dei mercati, cui si aggiunge un 3% per l’incentivazione delle rinnovabili, finanziate attraverso la bolletta dell’elettricità). Sui rincari trimestrali delle bollette, spiega l’Aeeg nel suo comunicato , pesa un duplice effetto: il primo è la costante crescita delle quotazioni petrolifere, ....
Il secondo “responsabile” dei rincari è invece il finanziamento delle rinnovabili per 4,9 miliardi di euro, di cui 1,4 miliardi di euro per i certificati verdi e 2,4 miliardi di euro per il fotovoltaico.


Per quanto attiene il prosieguo del 2011 circa il fotovoltaico , la GSE con un comunicato del 25/01/2011 informa che le potenze installate in esercizio e quelle previste a fine 2011 che godranno dei sussidi sono:

- Al 31/10/2010 : 2.800 MW
- Al 31/12/2011 : previsti 8.000 MW .

A fine 2011 , limitandomi a confrontare gli installati, sull’entità del conto energia a nostro carico ne vedremo delle belle …..

Per quanto riguarda le entrate fiscali da fotovoltaico, apprendiamo che la tariffa incentivante non è soggetta a IVA e né a imposte dirette ( da Wikipedia: Per quanto concerne il trattamento fiscale della tariffa incentivante occorre premettere che l'Amministrazione finanziaria ha chiarito che la stessa non è mai soggetta ad IVA …..
In pratica nel bilancio d'esercizio il contributo non figurerà come reddito imponibile ma andrà in diminuzione del valore del cespite ammortizzabile (l'impianto fotovoltaico). )’

Insomma … anche dal punto di vista fiscale …per lo Stato … nessuna entrata e solo impegni a restituire al contribuente imposte in futuro commisurate al costo dell'installato !
30 marzo 2011 11:11 - Cepu
Estendiamo dunque l'invito fatto da Rubbia a Veronesi. Vadano i nuclearisti a Fukushima passando da Chernobyl per vedere di persona cosa capita a chi sbaglia qualcosa con il nucleare.
29 marzo 2011 19:20 - lucillafiaccola1796
lo vedi tassofisso che ci sei arrivato! sono pazzi e Noi li dobbiamo fermare se non per noi, per quelli che abbiamo fatto nascere sotto la nostra responsabilità. fermiamoli prima che sia troppo tardi. insieme si può
29 marzo 2011 9:30 - tassofisso
dal Sole24ore di oggi :

""

... Già in mattinata il capo di gabinetto Edano ha confermato quanto già si sapeva: parziale fusione del nocciolo del reattore 2 che ha causato radioattività a livelli 100.000 volte superiori alla norma nell'acqua accumlatasi nei locali delle turbine...

...il titolo Tepco è crollato in borsa di un altro -18% scendendo ai minimi storici da 34 anni a questa parte...

...nel pomeriggio, altra doccia fredda: si scopre acqua altamente contaminata anche nel tunnel di servizio esterno ai locali delle turbine e al di fuori delle strutture di contenimento. Sarebbe il deflusso in mare di queste acque ad aver causato la radioattività rilevata nei giorni scorsi...

... "sfortunatamente, non abbiamo un programma concreto al momento che ci consenta di dire quanti mesi o anni ci vorranno per porre fine alla crisi" ha dichiarato il vicepresidente della Tepco, confermando la sensazione generale dell'impossibilità di una soluzione soddisfacente in tempi rapidi...

...Greenpeace ha chiesto che la valutazione dell'incidente sia portata da 6 a 7 cioè il grado massimo al pari di Chernobyl e ha anticipato di aver già rilevato radioattività pericolosa per la salute, specialmente per bambini e donne in gravidanza, anche a 40 Km. dalla centrale, al di fuori quindi della zona di evacuazione (20 Km.) e della zona di rispetto (30 Km.) indicata dal governo. Le donne incinta, del resto, stanno lasciando Tokyo per andare a partorire in sicurezza all'ovest...

... i blackout elettrici dovrebbero prolungarsi fino ad aprile inoltrato, mettendo in difficoltà la ripresa industriale già frenata dalla mancanza di componenti fabbricati nelle aree devastate. Ieri Toyota ha ripreso ad assemplare la Prius nel Giappone centrale e altri due modelli ibridi nel lontano Kyushu, ma altri modelli restano in sospeso e alcune case costruttrici hanno rinviato la riattivazione degli impianti...

... non vanno meglio le prospettive per l'agricoltura: il numero delle qualità vegetali in cui si sono accertati tassi anomali di radioattività è salito a 99....

... un crollo di oltre il 25% dei viaggiatori internazionali ha poi indotto Japan Airlines a tagliare 74 voli settimanali sulle rotte da e per l'estero...

... intanto Ford ha sospeso gli ordini di SUV di colore nero perchè un ingrediente della vernice proviene dal Giappone e ci sarebbero poroblemi di approvvigionamento. Per lo stesso motivo Chrysler ha sospeso gli ordini di veicoli in 10 colori...

""

che bello scenario eh?
radioattività a 40 Km. di distanza,
radioattività nell'acqua del mare,
quindi anche nei pesci che peschi da mangiare,
nella verdura, nei campi coltivati,
produzione ferma, macchinari fermi,
ordini dall'estero fermi, turismo fermo,
pericoli per la salute, gente che scappa via,

che bello eh? proprio bello...

pensate i danni : produzione ferma, cibi contaminati, dovranno importare tutto per chissà quanto tempo, tutta la roba che hanno lì come frutta verdura e pesci non si possono mangiare perchè sono radioattivi, MA CHE MERDA E' ???

pensate da noi... se succedesse da noi... che anche il turismo crolla perchè non viene più nessuno... se fossimo costretti a importare tutto da fuori perchè la nostra roba è contaminata...

vi piace una roba così ??? siete pazzi...
28 marzo 2011 1:12 - Cepu
Si si, una volta tanto ha detto una cosa corretta. I costi del nucleare sono enormi, l'Italia parte avvantaggiata, e chi fa i conticini come ennio è un pò patetico.
27 marzo 2011 18:36 - sergio2
...

Cepu, attenzione.

Tremonti ha detto una cosa corretta.

Il nucleare è intrinsecamente un’assunzione di debito: il decommissioning è una certezza.

Idem le scorie e i costi per il sito nazionale nel rispetto della normativa internazionale.

Sul sito nazionale sono praticamente tutti in ritardo.
Gli USA hanno speso 8 miliardi di dollari senza risolvere il problema.

I francesi continuano a rinviare e il rapporto Roussely la dice lunga. http://www.elysee.fr/president/root/bank_objects/Synthese_RO USSELY.pdf

L’Italia ha fallito anche con una maggioranza che vuole rilanciare il nucleare e non c’è alcuna stima attendibile sui futuri costi per la gestione delle scorie.

Ma è soprattutto il decommissioning, ovvero lo smantellamento delle centrali e la bonifica dei siti, che preoccupa.

I costi possono essere di gran lunga superiori a quelli di costruzione.

Si tratta di un debito che ogni Paese nucleare ha, ma che non risulta nei bilanci.

Attenzione: il momento del pagamento è solo un fatto finanziario e non economico.
Se oggi acquisti un’auto e ti concedono di iniziare a pagarla tra 12 mesi, tu economicamente hai oggi un debito che finanziariamente inizierai a pagare tra 12 mesi.
Il debito c’è, ma non si vede nei conti degli Stati.

Analizza i dati disponibili a questo link

http://www.nao.org.uk/publications/0708/the_nuclear_decommis sioning_au.aspx?alreadysearchfor=yes

Si tratta di un rapporto dell’autorità inglese per lo smantellamento delle centrali dismesse.

Singolare il caso della centrale di Calder Hall, chiusa dopo 50 anni di onorato servizio.
Non sapendo dove collocare i materiali residuali e prevedendo un costo faraonico per la demolizione, si prevede di risolvere il problema entro il 2115 e intanto trasformare il sito in un'attrazione turistica (forse per raccogliere un po’ di fondi?).

Sbaglia Tremonti quando afferma che l’Italia non ha debito nucleare.

Il debito c’è, non è ancora quantificato, stiamo spendendo ogni anno da anni soldi per smantellare le nostre centrali.
Quella del Garigliano, ferma dal 1978, si prevede che sarà completamente smantellata e il sito bonificato solo nel 2016. Per Caorso si parla del 2030.

Sul sito Sogin puoi verificare quanto ufficialmente è stato speso, ma sulla spesa complessiva ci sono solo stime. Quelle iniziali del 1999 risultarono sbagliate già nel 2003.

Non va poi dimenticato che se rinviamo la decisione di smantellare una centrale nucleare spenta, vanno spesi soldi per il monitoraggio continuo e la custodia in sicurezza.
Le nostre centrali, fermate tra il 1978 e il marzo 1987, sono costate ogni giorno per tutto il periodo di custodia passiva e costano tuttora. La decisione di smantellarle fu presa nel 1999 ma in realtà le operazioni vere e proprie sono iniziate nel 2003.

E' esattamente di questi costi che non si tiene conto quando si afferma che è conveniente produrre energia elettrica con il nucleare.
27 marzo 2011 18:19 - Cepu
TEPCO, l'ENEL giapponese, si scusa col mondo. Hanno sbagliato a fare alcuni rilevamenti, e la situazione è più grave di quanto annunciato. Mi ricordano l'apprendista stregone.
27 marzo 2011 17:39 - sergio2
...
Ennio, l'antiberlusconiano di ferro, chiede e risponde.

Domanda: a quanto sarebbero ammontati gli incentivi, da pagarsi con le bollette elettriche, se nel 2009 il 20% del fabbisogno nazionale fosse stata fornito da impianti fotovoltaici ?
Risposta: 27 miliardi di €
...

Finalmente un discorso intelligente.
Bravo Ennio mi compiaccio.

Vedo che hai imparato a fare le moltiplicazioni. Bravo.

Lo sai vero che il tuo è solo un esercizio teorico di nessuna utilità?

Infatti, non è possibile arrivare a questo importo con il Conto Energia perché esiste un limite incentivabile molto ma molto al di sotto della quota da Ennio indicata.

Inoltre, il sistema dell’incentivazione non si pone l’obiettivo di raggiungere questa quota di produzione elettrica da fotovoltaico.

Capisco che disprezzi questa maggioranza politica che ha introdotto il Conto Energia, ma non è onesto attribuirle responsabilità che non ha.

Berlusconi, Scajola, Romani hanno dimostrato di essere incompetenti ma non fino al punto da te affermato.

Piuttosto, chi ha introdotto il riconoscimento di accesso agli incentivi più alti previsti per il 2010 anche per gli impianti ultimati ma non allacciati?

PS: il costo per il 2009 per il Conto Energia è stato di 292 milioni di euro (fonte GSE e confermato dalla Bibbia Wikipedia)
27 marzo 2011 17:31 - sergio2
...
Ennio, il feroce antiberlusconiano
....

Secondo me Ennio non si sta annoiando, è semplicemente alla canna del gas perché non ha più argomentazioni fasulle cui fare ricorso.

Ennio afferma che l’uscita dal nucleare fu determinata dai referendum: affermazione ampiamente propagandata ed entrata nella testa di molti, ma completamente campata per aria e arbitraria.

Ho dimostrato con documenti legislativi e dati oggettivi incontestati che fu una scelta autonoma della classe politica che preferisce non discutere del perché assunse quella decisione, rifugiandosi nel mito dell’emotività determinata da Chernobyl.

Del mio stesso parere, anche molti sostenitori del nucleare (a partire da Paolo Fornaciari (ex Presidente Onorario dell’ Associazione Italiana Nucleare (AIN) e ex Presidente del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare (CIRN); ex perché morto nel 2009).

“Devo ancora conoscere chi ha deciso l’uscita definitiva dell’Italia dal nucleare”, affermava giustamente Paolo Fornaciari.

In ogni caso, ci sono interpretazioni soggettive ma meritevoli di considerazioni, e ci sono considerazioni soggettive prive di qualsiasi pregio culturale, storico, giuridico e politico.

Quelle di Ennio appartengono al secondo gruppo.

Infatti, respinge in toto le mie argomentazioni, ma non dimostra che sono false o semplicemente non convincenti; semplicemente rifiuta, come fa ogni imbecille che non vuole ragionare o non sa ragionare.

Io sarò un politico di basso profilo, ma Ennio si comporta da cretino di altissimo livello.

In fondo rispondevo per l’ennesima volta a una affermazione di Ennio che, scrivendo

“Quale politico poteva essere così cretino, dal punto di vista elettorale, di opporsi all’80,6% degli elettori che dissero no al nucleare ?”,

riesce a esprimere quasi più bugie delle parole che utilizza.

- Gli elettori non dissero NO al nucleare perché non era questo il senso dei quesiti referendari né sul piano giuridico, né su quello politico. Nessun referendum avrebbe potuto sancire l’uscita dell’Italia dal nucleare avendo il nostro Paese sottoscritto trattati internazionali che prevedono la partecipazione allo sviluppo nucleare (Euratom). I trattati internazionali non possono essere oggetto di referendum.
L’ultimo Piano Energetico approvato (PEN ’88) anzi invitava a sviluppare, nel quadro di una ampia collaborazione internazionale, progetti di reattori nucleari facenti largo impiego di sicurezze intrinseche o passive.

- In ogni caso le centrali esistenti potevano continuare a operare e invece furono spente parecchio tempo prima dei referendum ma diversi mesi dopo Chernobyl.

Caorso fu fermata 6 mesi dopo Chernobyl e 13 prima dei referendum.

Latina fu fermata 7 mesi dopo il disastro e 12 mesi prima dei referendum..

Trino fu fermata 11 mesi dopo il disastro e 8 mesi prima dei referendum.

Il tempo trascorso tra Chernobyl e la decisione di spegnere le centrali è sufficientemente ampio da escludere una scelta emotiva.

La decisione di spegnere le centrali è così anticipata rispetto ai referendum da consentire di escludere che si trattasse di una scelta fatta in attesa dell’esito referendario anche perché si attese l’esaurimento del combustibile per fermare le centrali, che furono RICARICATE e non riavviate.

- Non fu l’80,6% degli elettori ad esprimersi ma solo il 65% circa e una quota variabile tra il 28 e il 20% circa dei votanti espresse parere favorevole per il mantenimento delle leggi soggette a referendum abrogativo. Confondere elettori e votanti… suvvia Ennio!

- I politici sono evidentemente cretini, secondo Ennio, poiché hanno ignorato che il finanziamento pubblico dei partiti non è voluto dal 90,3% del 77% degli aventi diritto.

In modo del tutto illogico, disonesto e barbaro Ennio afferma che voglio far dimenticare
“la questione principale e cioè che la produzione di elettricità da eolico/solare è costosissima,ha attirato interessi mafiosi, non è concorrenziale e quindi va assistita per almeno 20 anni”

Cazzo questa è una discussione su “nucleare e credibilità” e non su “infiltrazioni criminali nel settore energetico”.

Ennio, vuoi proprio fare la figura del COGLIONE? Ci stai riuscendo.

Il fatto che l’eolico abbia attirato interessi mafiosi, esclude che nel nucleare possa succedere lo stesso?

Caso mai ciò dimostra ancora una volta quanto le autorità politiche siano incapaci di dotare il Paese di strumenti idonei per la gestione del territorio, la prevenzione e la lotta alla corruzione.

E non è forse questo un tema che ho sollevato?

Quali autorità di controllo indipendenti ci offriranno delle garanzie per evitare infiltrazioni mafiose e criminali nel ricco business del nucleare?

In ogni caso Wikipedia non è l’infallibile Bibbia e nemmeno l’oracolo della verità!
Sciocchino di un ignorantello che non capisce quel che legge.

Infatti, non ho affermato “che la produzione di elettricità nucleare è destinata a ridursi”.

Ho scritto: “In Europa il contributo del nucleare alla potenza elettrica installata è sceso dal 24% del 1995 al 16% del 2008. L’energia elettrica prodotta col nucleare nel mondo è diminuita di 60 TWh dal 2006 al 2008. Il nucleare è in declino perché non è economicamente conveniente in un regime di libero mercato. Se lo Stato non si fa carico dei costi “occultati” (scorie, dismissione degli impianti, assicurazioni, sicurezza) e non garantisce ai produttori di energia nucleare consumi e prezzi alti, il tutto ovviamente a svantaggio dei cittadini, nessuna impresa privata è disposta ad investire in progetti che presentano alti rischi finanziari di vario tipo, a cominciare dalla incertezza sui tempi di realizzazione.”

Capisci quel che leggi?
Potenza installata è cosa diversa da produzione.
Dal momento che a Ennio piace spulciare Wikipedia, ma anche questa è per lui una lettura difficile, ecco quel che si legge alla voce “produzione di energia elettrica in Italia”:

“Si noti tuttavia che oggi, come spiegato più sopra, la potenza installata (cioè il numero e la potenza delle centrali) è di gran lunga sufficiente a coprire i consumi della nazione; le centrali sono infatti in grado di fornire una potenza massima teorica di oltre 98 GW (con una potenza media disponibile di 63,5 GW), contro una richiesta massima storica di circa 57 GW nei periodi più caldi estivi.”

Non ho scritto di scenari, ma ho constatato che il nucleare pesa meno di quanto pesasse nel ’95. Segno evidente che i consumi sono aumentati senza investimenti significativi sul nucleare. Declino del nucleare, di questo ho scritto.
Questi dati li puoi trovare su Eurostat, GSE, IAEA, ENEA…

Riguardo all’ammontare degli incentivi (i famosi 900 milioni) ti ho risposto, ma evidentemente non leggi e quando leggi non capisci.
In ogni caso, il mio è un dato cumulato del cosiddetto Conto Energia.
Dalle statistiche GSE si deduce che il costo relativo al solo 2009 è stato di appena 292 milioni di euro (questo dato lo trovi pure su Wikipedia alla stessa voce citata prima).

Certo che se confondiamo Conto Energia con CIP6\A3 e detrazione del 55%, come fa Ennio, non si capisce più nulla e soprattutto si può continuare a turlupinare il prossimo come fa Ennio, pessimo allievo dei suoi beniamini politici che rilanciano il nucleare.

Ennio deve mettersi d’accordo con se stesso, ma per farlo occorre fermare i pulmini pieni di scorie che gli scorazzano nella testa.

Il conto energia, che secondo lui ci porterà a dissanguarci, è stato introdotto dalla stessa maggioranza attuale che vuole rilanciare il nucleare!

E’ sempre questa attuale maggioranza politica che ha deciso che entro il 2020 la produzione elettrica dovrà essere coperta per il 25% con il nucleare e per il 25% con le rinnovabili.

Ed è proprio il ministro ad interim Berlusconi che ad agosto 2010 ha varato un DM sugli incentivi al fotovoltaico.

Considerate le affermazioni che fa Ennio, per il quale le rinnovabili si riducono a eolico e solare, l’attuale maggioranza politica ci porterà alla rovina e a dissanguarci.

Quindi per Ennio siamo governati da irresponsabili e folli.

Non comprendo perché mi critica, allora; forse perché mi considera troppo moderato nel valutare l’attuale classe politica?
E’ vero, a differenza di Ennio, io non sono accecato dall’antiberlusconismo; a differenza di Ennio preferisco ragionare sulle cose e, lo confesso, anche il governo Berlusconi ha fatto cose buone.
Ebbene sì: Berlsuconi non è il demonio!

Ho ricordato che dall’analisi delle varie componenti del CIP6, da fonte GSE, con le quali si remunerano i produttori di energia da fonti rinnovabili e “assimilate”, si desume che la parte più consistente va proprio a ciò che con le rinnovabili non c’entra proprio nulla.

Ho introdotto questo tema perché Ennio aveva tirato in ballo gli incentivi che gravano sulle bollette degli utenti.
Ho fatto notare che sulla bolletta grava di tutto: dalla gestione delle scorie ai contributi elettrici alle FS, ai produttori di energia tra cui Enel, Edison & C.

Ho fatto notare che l’AD di Enel ha dichiarato ai mercati finanziari che chiede allo Stato il mantenimento di "una soglia minima garantita" nelle tariffe di vendita dell'energia elettrica in modo da poter assicurare un ritorno economico agli investitori.
Quindi, siamo noi a pagare con la bolletta e a remunerare gli investitori e non avremo alcun beneficio in bolletta dal nucleare.
Si consideri poi chi è il maggior azionista di Enel: su chi ricadrà dunque il peso di eventuali errori industriali e disastri ambientali?
Chi decide la formazione delle tariffe eletriche? Il mercato o la politica?
Ci sono tanti modi per finanziare con denaro pubblico ciò che formalmente è investimento privato.

Ho ricordato che nei piani Enel non si parla di scorie e dismissione degli impianti ma solo di costo stimato di costruzione delle centrali.
E non si parla di questi costi nemmeno nei lacunosi piani governativi, che non prevedono l’eliminazione del sistema CIP6 con l’introduzione del nucleare.
Ho chiesto di indicarmi il documento in cui Ennio avrebbe letto che Enel si assumerà gli oneri di scorie e smantellamento.
Non ha risposto.

Quindi, distrattone di un Ennio, io non ho glissato proprio su nulla.
Ho risposto a tutte le tue domande, anche se confuse, talvolta cretine e spesso mal formulate; d’altra parte capisco che fai fatica a formulare qualcosa di senso compiuto, data la confusione che hai nella tua testolina zeppa di pulmini che corrono nel vuoto.

Infine, una riflessione sul suo insistere sul fotovoltaico in una discussione intorno al nucleare.

Poiché secondo Ennio il solare ci dissanguerà, allora automaticamente il nucleare ci salverà.
Questa sembra essere la sua strana logica.

Come dire poiché ho di fronte un ladro, colui che ho dietro le spalle è una persona onesta!

Che sia una logica da ricoglionito atomico?
26 marzo 2011 22:55 - Cepu
Una chicca, da Tremonti: l'introduzione del "debito atomico". Imperdibile...
26 marzo 2011 18:01 - ennio4531
Rif.: 26 marzo 2011 17:32 - ennio4531

errata corrige:

20% di 337.601.000.000 = KWh 67.520.200.000
26 marzo 2011 17:53 - ennio4531
... una persona sputagiudizi sul prossimo di questo forum, che non cito, ci racconta che ( senza citare la fonte)' In verità i maggiori giacimenti di uranio grezzo si trovano nel Centroafrica;".

Da wikipedia: 'Tre soli paesi (l'Australia, il Canada e il Kazakhstan) contengono circa il 58% delle riserve note economicamente estraibili attualmente. Questi tre paesi sono anche i principali produttori di uranio (dati 2009).

Gli altri principali paesi estrattori sono la Russia (10% delle riserve mondiali )... gli Stati Uniti (6% riserve ).. la Namibia (5% riserve )... il Niger (5% riserve )... ".

Domanda: l'Innominato dovrà avrà reperito i dati per affermare che ' In verità i maggiori giacimenti di uranio grezzo si trovano nel Centroafrica'.?

Mah.....
26 marzo 2011 17:32 - ennio4531
Alcuni conteggi simulati sui costi dell'elettricità dal solare.

Domanda: a quanto sarebbero ammontati gli incentivi, da pagarsi con le bollette elettriche, se nel 2009 il 20% del fabbisogno nazionale fosse stata fornito da impianti fotovoltaici ?

Risposta: 27 miliardi di €

Dimostrazione.

Fabbisogno nazionale 2009 : GWh 337.601 ( Fonte: Wikipedia )pari a KWh 337.601.000.000.

20% di 337.601.000 = KWh 67.520.200.000

Incentivo 2009 : valore medio 0,4 per KWh (
- minimo 0,3528 - massimo 0,4802
- fonte: http://www.conto-energia-online.it/#Tariffe conto energia 2009)

quindi:

KWh 67.520.200.000 x 0,4= € 27.008.080.000
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