La sua ironia, francesco, è talmente sottile che.... Questo
era il senso, ignorantello avvocatuncolo... La
Bertolini non so nemmeno come sia fatta, ma ciò che importa
è il contenuto che lei, avvocatuncolo dei miei zebedei,
ancora si rifiuta di leggere e commentare. E vuole sapere
perchè: PERCHE' SA CHE LA BERTOLINI HA RAGIONE, QUELLO
CHE SCRIVE E' VERITA', CON UNA IMMAGINE VERITIERA E
PENOSA DELLE COOP CHE LEI VUOLE DIFENDERE SIA QUI CHE FUORI
DI QUI (O MI SBAGLIO EH, AVVOCATUNCOLO). Lei dimostra
in ogni sua parola la sua avvilente presa di posizione.
Invidioso e penoso. Onore e gloria a chi non la ascolterà
più. Da oggi non mi sentirà più e spero che i farmacisti
presenti nel forum, si orientino e veicolino verso forum
meno prevenuti e dove ci sia davvero un costruttivo dialogo.
Così sarà libero di scrivere da solo, farsi domande, darsi
risposte e anche darsi sempre ragione. Attenzione a non
confondersi, a volte, e mandarsi a a quel paese, cosa che
molto "elegantemente" sto facendo io a lei.
26 settembre 2006 0:00 - BULSARINO
Caro Francesco ....
Vista La sua Lucidita'
nell'esporre le sue idee di "Democrazia"(?) e
di giustizia economica ...........le chiedo: Cosa Dovrebbe
Fare Un Farmacista che, a causa della vendita dei medicinali
da banco nei supermercati (COOP) e a causa della
distribuzione Diretta di medicinali della fascia A presso la
Farmacia interna dell'ospedale della stessa USL, STA
RISCHIANDO DI CHIUDERE....?
A cosa deve fare
appiglio...?
la mia e' una domanda seria come
seria e' la mia situzione aziendale....
25 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per "farmacistainpensione" e per
"farmacista".
Anche
"farmacistainpensione" ha deciso di mollare. Non
trovando argomenti migliori per giustificare la sua resa,
dice di voler abbandonare per il mio modo di ragionare,
perché sono un "arrogante avvocatuncolo
ignorantello", perché non ho "onestà
intellettuale" e soprattutto, mi pare di capire,
perché mi sono rifiutato di commentare le parole di
Isabella Bertolini. Come potrei farlo, signor
"farmacistainpensione", io che ho perfino proibito
a mia moglie di comprare il lievito Bertolini per pizze e
torte per timore che avesse a che fare con colei che tanto
ammira? Il nostro "farmacistainpensione",
però, mi lascia con un complimento che non mi sarei mai
aspettato. Grazie, signor
"farmacistainpensione" per aver ammesso
pubblicamente che ho "un'ironia veramente
sottile". O forse lei, grande ammiratore di Dante e
profondo conoscitore della lingua italiana, non si è reso
conto che si trattava di un complimento?
Al
"farmacista" vorrei dire che non mi sottraggo a
nessuna domanda. Intanto comincio a risponde a questa
ultima: "ha provato a chiedersi come dice Giornalista
chi veramente può permettersi di assumere un farmacista per
poter vendere gli OTC?" La risposta è questa:
Ognuno farà le proprie valutazioni economiche sulla
opportunità di assumere o meno un farmacista e si regolerà
di conseguenza. Intanto è certo che alcune centinaia
di farmacisti-erboristi avranno l'opportunità di
ampliare la loro offerta di mercanzia. Sapere che nella
città X qualcuno potrà scegliere liberamente se comprare
Maalox in farmacia o nella farmacia-erboristeria o nel
supermercato mi riempie il cuore di gioia, perché, caro
"farmacista", maaalox che vende lei non è diverso
da maalox che venderà il suo collega erborista. I
"due conti" li lasci fare a chi è interessato
alla questione; o pretende di farglieli lei? Se le cose non
andranno per il verso giusto abbasserà la serranda e lei
potrà dire con soddisfazione: io l'avevo previsto.
Una domanda adesso gliela rivolgo io: le risulta che gli
Italiani sono tanto imbecilli da imbottirsi di aspirina
quando non ne hanno bisogno e che torturino il loro
posteriore con le supposte di tachipirina se non hanno la
febbre? Come diceva Totò: "mi faccia il
piacere!"
25 settembre 2006 0:00 - farmacista
"Ne tragga la conseguenza finale, che per me è questa:
la lotta che i farmacisti titolari hanno fatto al decreto
Bersani non ha nulla a che vedere con la tutela della
salute; essa rappresenta soltanto la legittima, ma cieca,
difesa corporativa dei propri interessi economici. Chi
ha parlato di favori alle coop e di attentati alla salute
pubblica derivanti dall'apertura di reparti farmacia
all'interno dei supermercati e dal conseguente
incremento ingiustificato dell'uso dei farmaci sapeva di
dire cose false."
Il fattore economico è
una delle componenti,nessuno lo nasconde. Le faccio
però presente che in un ipermercato di Bari nel primo
giorno di apertura del corner farmaceutico sono stati fatti
800 scontrini.Non penserà mica che tutte questi clienti
avevano realmente bisogno di medicinali da banco?Hanno
acquistato per curiosità e per quella logica che dice che
avere un medicinale in casa non fa male,ma non per effettivo
bisogno.Viene quindi dimostrato che la critica
dell'acquisto ingiustificato di farmaci risulta
veritiero.Attentato alla salute pubblica è una parola
troppo grossa,di sicuro non può essere usata in questo
contesto. L'altro punto è il reale favore alle
coop in primo luogo,e non solo,visto che altri ipermercati
hanno colto l'occasione di aumentare il fatturato senza
entrare nell'occhio del ciclone. Lei cita
giustamente il testo del decreto bersani,nulla da
eccepire:ma ha provato a chiedersi come dice Giornalista chi
veramente può permettersi di assumere un farmacista per
poter vendere gli OTC? Basta fare due conti per capire
che questo decreto è camuffato,dando in teoria
l'opportunità di aprire un corner ai vari esercizi
commerciali,ma che in pratica solo grandi supermercati e
ipermercati hanno la possibilità di assumere un
farmacista. Ammettiamo che un piccolo supermercato,un
generi alimentari voglia creare il proprio "corner
farmaceutico".Assumere un farmacista,anche neolaureato
con il minimo stipendio costa almeno 10.000 euro
all'anno. Stiamo parlando di OTC,quelli più comuni e
venduti(Maalox,moment,aspirina) che al pubblico costano
mediamente 4-5 euro cadauno. Per chiudere
l'attività in pareggio tale negozio avrebbe bisogno di
vendere circa 8.000-10.000 farmaci all'anno.Ipotesi poco
realistica,che dimostra ancora una volta che viene
avantaggiata da questo decreto esclusivamente la grande
distribuzione.
25 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per "Giornalista"
Caro
"giornalista", con la sua logica lei vorrebbe
avere nel suo paesino (o nel suo quartiere, tanto il
problema non cambia) il supermercato che vende farmaci da
banco, l'ospedale con il centro di cardiochirurgia,
l'aeroporto con tutte le destinazioni possibili, tutti i
tipi di istituti superiori e tutte la facoltà universitarie
per i suoi figli, l'agenzia delle entrate, il catasto ed
ogni altra cosa possibile ed immaginabile. Intanto le
faccio notare che la mancanza di un supermercato con reparto
farmacia non le impedisce l'esercizio di alcun diritto:
troverà sempre a sua disposizione i bravi tradizionali
farmacisti che le venderanno le supposte di tachipirina
accompagnate da preziosi consigli sulle modalità di
assunzione. Il fatto di conoscere bene il decreto
Bersani non doveva portarla a gettare fango sulle coop
soltanto perché sono state le prime ad organizzarsi. Non
siamo mica al giro d'Italia, dove vince soltanto chi
arriva primo! Se lei pensa di non poterne beneficiare
il problema è diverso: la soluzione consiste nello
smantellamento dell'attuale assetto di distribuzione del
farmaco.
25 settembre 2006 0:00 - farmacistainpensione
Per Francesco
Lei ha un'ironia veramente
sottile. Lei ha disprezzo di una categoria intera.
Lei non vuole argomentare concetti diversi da quelli in cui
sa già di avere le risposte che vuole che vengano lette (e
qui cito Coop rosse) Lei risponde solo a quello che
vuole. Lei con la sua arroganza da avvocatuncolo
ignorantello fa vergognare Dante di averci dato la lingua
italiana. Il sommo poeta andava oltre la semplice
grammatica. Lei non ha onestà intellettuale, quella
onestà intellettuale che solo quelli di sinistra (secondo
loro) hanno: se lei avesse avuto l'onestà
intellettuale, si sarebbe soffermato sulle dichiarazioni
della Bertolini, le avrebbe anche commentate negativamente
(se ne fosse stato in grado) e non avrebbe snobbato la
questione. Noi farmacisti abbiamo letto tutti il decreto ora
legge, l'abbiamo criticato, l'abbiamo offeso. Lei
non conosce la forza del dialogo. Lei non si abbassa
al livello degli altri perchè si sente superiore. Bene,
continui a farlo e vedrà che nel tempo tutto ritorna
indietro con gli interessi. Lei è insignificante per
il forum. Sono stato chiaro? Un saluto ad alfredo
e un saluto al forum. Pure io mollo, a dimostrazione della
assoluta incapacità di certe persone (come francesco) di
creare discussioni produttive e non accecate da pregiudizi e
invidie.
25 settembre 2006 0:00 - Francesco
L'addio di Alfredo.
Il nostro Alfredo
annuncia di voler abbandonare il forum e ci lascia in
ricordo una insipida barzelletta sui comunisti.
Addio.
25 settembre 2006 0:00 - Giornalista
x francesco
Conoscevo il decreto Bersani.
Ho afermato che ha favorito le COOP rosse perchè erano gli
unici esercizi commerciali predisposti ad operare
immediatamente e ad aver fatto pressione,anche con la
raccolta di firme, per ottenere l'autorizzazione alla
vendita. Le stesse COOP,come è noto, si accingono a
produrre in proprio i farmaci.
So benissimo che
la legge autorizza varie tipologie di esercizi commerciali
alla vendita, ma so anche che il piccolo negozio del mio
paese non potrà mai venderli perchè non può permettersi
di assumere un farmacista.Per tale motivo io verrò
penalizzato e sarò costretto a comprare le medicine sempre
nella farmacia.
24 settembre 2006 0:00 - alfredo
Per Francesco
tu dici.... Non ho mai sentito
dire da un farmacista che intendeva abbattere le percentuali
di sua spettanza in occasione degli aumenti dei prezzi dei
farmaci e non mi risulta che Federfarma si sia fatta
portavoce di una richiesta di questo tipo. Certo, la
legge sta dalla vostra parte e tutto è perfettamente
lecito.
guarda " ciccio bello " il 70%
del fatturato della farmacia è fatto dai farmaci
rimborsabili sui quali alla farmacia ( che lavora con una %
del 25% ) viene posto uno sconto ( leggi riduzione di detta
percentuale ) fino al 19,50%. A dette riduzioni
aggiungi lo 0,90 % + aggiunte convenzionali e sindacali.
Sai fare i conti? Aggiungi i servizi che devi fare
gratis , aggiungi il web care per diagnostici e protesica
dove non pareggi nemmeno ma ci perdi regolarmente ...
aggiungi i ritardi di pagamento che in tante parti ci sono e
grossi come una casa....sei sicuro che ti resti
qualcosa? Forse chi compra una farmacia è ricco per
conto suo e ti da fastidio? Quando vedi passare una
>BMW allora fa scendere chi la guida e dagli del ladro senza
sapere il perchè. Va a lavorare che è meglio per
tutti... Da quello che rimane ...aggiungi , anzi ,togli
gli scaduti ed i furti sia interni che esterni. Paga
irap , luce , gas , pulizie, collaboratori, commercialista ,
tasse ( fatturiamo tutto ecco perchè ci trovate sulle
posizioni alte dichiarazioni dei redditi,paga le riduzioni
di prezzo che avvengono 3 o 4 volte all'anno ( su questi
farmaci ) . Bene il discorso potrebbere essere spostato
sul resto del fatturato ... ma andiamo a nozze per te.
Mi sono rotto i coglioni di parlare con chi ci vorrebbe con
le pezze al culo ai semafori a lavare i vetri. Tu hai
solo una cattiveria inaudita.Non sai affrontare alcun
discorso che non sia quello che tieni fisso in testa.
Neghi che bersani si sia mosso solo per ragioni politiche (
vostre ) ed economiche ( vostre ). Sono fuori i farmaci
, va bene cosi, affogatevi ....tanto vi aspettiamo con le
future malattia jatrogene che verranno. Le case
farmaceutiche saranno più contente ... e lo sanno, noi pure
( .. non meritate un cazzo visto come ragionate ) e voi pure
contenti ed inculati. Cittadino consumatore ami essere
preso per il culo ? Tu vorresti che tutti e non solo i
farmacisti , lavorassero nelle miniere di sale . Ti
avevo mostrato un 'apertura ...ma tu sei fermo al
1789. Non farti mai riconoscere altrimenti se avrai
bisogno di andare in farmacia ( magari alle tre di notte
perchè il tuo pupo si è cagato addosso ed ha fame... e la
coop è chiusa ) ti spaccano il culo e faranno
bene. Smetto di tenere in vita questa discussione io...
che serve solo a farvi gratuita pubblicità. Ti lascio
volentieri con una barzelletta che esprime tutto il vostro
essere. Gigetto torna a casa dopo la scuola ( famiglia
ultracomunista ) e siede a tavola per mangiare. Il
padre chiede : gigetto che ti ha insegnato la maestra
oggi? Oggi è stato bellissimo papà , la maestra ci ha
raccontato come vivono gli animali . Davvero ? Si
ci ha raccontato come il leone mangia la gazzella... e come
i coccodrilli felici volano di ramo in ramo.....
Comeeee? ti sbagli i coccodrilli NON volanoooo. Ti
giuro papà la maestra dice che volano. Eccooooooo la
solita maestra fascista che vuol tenere nell'ignoranza i
figli della classe operaia comunista. Ma noi faremo la
rivoluzione.... caccieremo quella maestra e la manderemo a
lavorare in miniera...ma dove le prende queste notizie
indegne? La maestra ha detto che le ha lette nella
pagnina culturale dell'Unità. Attimo di
silenzio.......beh gigetto ehmm ..insomma non è che proprio
proprio volano.....SVOLAZZANO ecoo!!!!!! Questo sei tu
e tutti quelli che ti seguono. Altra.... giunge notizia
in redazione che in un appartamento è stato ucciso un
leone. Corre il giornalista dell'Unità ..e trova
il leone ucciso ed accanto il giovane che lo ha fatto
secco. E dice...dai amico facciamo l'articolo.
Tu dove lavori? Alla Mirafiori sono operaio...
Ecco lo sapevo... è andata cosi'.... ti senti sfruttato
ed hai visto negli occhi del leone il tuo padrone.... e lo
hai ucciso. No dice lui.... ho visto un leone e
basta. Ehmmm no diciamo che hai visto il leone ed hai
pensato alle assicurazioni Generali .... il capitalismo ..il
simbolo del capitalismo e ti sei ribellato. No dice
lui... ho visto un leone e basta... Il giornalista se
ne va e il giorno dopo si legge sull'Unità la seguente
notizia in prima pagina.... GIOVANE FASCISTA UCCIDE
LEONE INERME...... Caro francesco la vostra elasticità
mentale vi ha fruttato più barzellette a voi che ai
carabinieri. Ultima domanda sei sicuro che tutti i
consumatori siano come te? Addio
24 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per il "Giornalista".
Caro giornalista,
neanche io sono farmacista, ma sono abituato ad
informarmi. Nel mio post del 18 settembre scorso ho
dovuto, di fronte alle continue affermazioni tendenziose e
sbagliate dei farmacisti che intervenivano in questo forum,
trascrivere il testo del decreto Bersani relativo alla
liberalizzazione dei farmaci da banco ed il testo in esso
richiamato relativo agli esercizi commerciali interessati
dal provvedimento. E' vero: non bisogna essere
magnaccia per parlare di mignotte, ma a quanto pare i
farmacisti non accettano intromissioni nel loro campo. Il
loro motto sembra essere "è meglio che gli altri non
sappiano. Hanno imparato da Federico II di Prussia, il quale
diceva senza mezzi termini "Se i miei soldati
pensassero non uno di loro rimarrebbe nel mio
esercito". Riporto anche per lei il testo dei due
provvedimenti legislativi, in modo che possa verificare
direttamente (e non con l'interessata interpretazione
faziosa dei farmacisti titolari) il suo contenuto. Vedo
che anche lei parte dal presupposto errato che il decreto
abbia voluto favorire le coop rosse, ma spero vivamente che
una lettura non condizionata da pregiudizi possa convincerla
del contrario. Se sarà di contrario avviso dopo la
lettura mi faccia sapere il perché.
Decreto
Bersani. Art. 5, comma 1: "Gli esercizi commerciali di
cui all'articolo 4, comma 1, lettere d), e) e f), del
decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, possono
effettuare attività di vendita al pubblico dei farmaci da
banco o di automedicazione ...... e di tutti i farmaci o
prodotti non soggetti a prescrizione medica ....".
Quali sono gli esercizi commerciali nei quali è possibile
organizzare la vendita dei farmaci da banco ce lo dice il
decreto legislativo 114/1998, art. 4, comma 1: "d)
per esercizi di vicinato quelli aventi superficie di vendita
non superiore a 150 mq nei comuni con popolazione residente
inferiore a 10.000 abitanti e a 250 mq nei comuni con
popolazione residente superiore a 10.000 abitanti; e)
per medie strutture di vendita gli esercizi aventi
superficie superiore ai limiti di cui al punto d ) e fino a
1.500 mq nei comuni con popolazione residente inferiore a
10.000 abitanti e a 2.500 mq nei comuni con popolazione
residente superiore a 10.000 abitanti; f) per grandi
strutture di vendita gli esercizi aventi superficie
superiore ai limiti di cui al punto e )".
Quindi, i farmaci possono essere venduti in pratica in
qualsiasi esercizio commerciale, anche nei piccoli
paesi. Se, come può ben vedere, la legge prevede che i
farmaci da banco possano essere venduti, oltre che nelle
grandi e nelle medie strutture, anche negli "esercizi
di vicinato", cioè in quegli esercizi commerciali che
nei paesi che hanno meno di diecimila abitanti dispongono di
un locale inferiore a 150 mq, mi dice da quale fonte di
informazione lei ha tratto la notizia che "non è stata
autorizzata la vendita dei farmaci da banco in tutti gli
esercizi commerciali, compreso il negozio di generi
alimentari del mio piccolo paese"? Certo la legge
non lo obbliga, ma se il negoziante del suo paese vuole,
nessuno glielo può impedire. La sua errata
informazione deriva, a mio avviso, dalla campagna di
disinformazione condotta dai farmacisti titolari, che non
avevano e non hanno nessun interesse a far conoscere la
portata della legge.
24 settembre 2006 0:00 - Francesco
La logica di ferro de "farmacista".
Lei
trova strano che io critichi l'atteggiamento di un
farmacista che si lamenta del prezzo esagerato dei farmaci,
ma dice che non è così tonto da rinunciare alla fetta di
torta che la legge le riserva. E' evidente che la
mia era una osservazione provocatoria, perché mi rendo
conto che è impraticabile l'ipotesi di un farmacista
che rinuncia ad una parte di quello che la legge gli
attribuisce. Si metta d'accordo, però, con sé
stesso e, visto che legittimamente, ripeto legittimamente,
difende quello che è suo, abbia il pudore di non parlare
del prezzo esagerato dei farmaci. Perché, essendo la
percentuale spettante al farmacista calcolata sul prezzo
finale, quando l'industria aumenta il prezzo di un
farmaco, automaticamente aumenta il reddito che il
farmacista ritrae dalla vendita di quel prodotto. Le
case farmaceutiche, in parole povere, non sono nemiche dei
vostri interessi, ma sono in buona sostanza i vostri
principali alleati. Il resto lo fa la legge in maniera
automatica, come fa per lo "stipendio" dei
parlamentari, che automaticamente si adegua a quello dei
magistrati.
Lei nel suo ultimo post ha fatto una
importante affermazione che potrebbe sgombrare il campo da
molti equivoci in questa interminabile discussione
("Tutti i lavoratori e le associazioni di categoria
difendono i propri interessi economici e commerciali,mi
sembra più che ovvio;e lo farebbe anche lei").
E' tutto molto vero. Ne tragga la conseguenza
finale, che per me è questa: la lotta che i farmacisti
titolari hanno fatto al decreto Bersani non ha nulla a che
vedere con la tutela della salute; essa rappresenta soltanto
la legittima, ma cieca, difesa corporativa dei propri
interessi economici. Chi ha parlato di favori alle coop
e di attentati alla salute pubblica derivanti
dall'apertura di reparti farmacia all'interno dei
supermercati e dal conseguente incremento ingiustificato
dell'uso dei farmaci sapeva di dire cose false.
Ma le ha dette.
24 settembre 2006 0:00 - farmacista
Per Francesco
"Non ho mai sentito dire da un
farmacista che intendeva abbattere le percentuali di sua
spettanza in occasione degli aumenti dei prezzi dei farmaci
e non mi risulta che Federfarma si sia fatta portavoce di
una richiesta di questo tipo. Certo, la legge sta dalla
vostra parte e tutto è perfettamente lecito."
Scusi,ma lei o è provocatore nato o fa il finto
tonto.In quale lavoro un professionista,commerciante,operaio
qualificato,visto l'aumento del tal prodotto alla
fonte,rinuncia o si decurta il proprio guadagno
spontaneamente?Tutti i lavoratori e le associazioni di
categoria difendono i propri interessi economici e
commerciali,mi sembra più che ovvio;e lo farebbe anche lei.
Perchè dovrei rinunciare a parte del mio guadagno se un
farmaco è costoso alla fonte,non lo stabilisco mica io il
prezzo!Al massimo posso commentare e chiedermi il motivo per
cui è così caro.La verità è che gli organi di controllo
dei prezzi non ha fatto una mazza per anni,o meglio i
manichini che si sono avvicendati nel tempo hanno solo fatto
i propri interessi. Mi sto inoltre imbottendo di
valeriana per cercare di resistere alla tentazione di
chiederle quale sia il suo lavoro.Magari mi faccio una
ragione del motivo per cui le piace così tanto sparlare dei
farmacisti. E se trova qualcuno in questo forum che
parla a favore dei farmacisti continui a pensare che sia un
"farmacista camuffato",perchè secondo il suo
pensiero contorto tutti quelli che dicono una parola a
nostro favore sono solo mossi da interessi personali o di
categoria.
24 settembre 2006 0:00 - BULSARINO
per Francesco: Noto solo che NON VUOLE VEDERE CERTE
COSE....caro Francesco!
D'accordo: allora
Continuate pure ad Attaccare solo le Farmacie e lasciate che
LE case Farmaceutiche facciano " il Loro Sacrosanto(?)
dovere come hanno sempre fatto (?)...cercando di NON
incidere negativamente sui bisogni del cittadino(?) e
offrendo al Ministero della Salute prezzi sempre
ragionevoli(?) dato che sono loro gli unici ad avere uno
stretto contatto con la Turco e via dicendo....mentre il
Farmacista e' solo un approfittatore(?)..uno speculatore
che pur stando ai prezzi gia' comunicati e stabiliti
dalle Case farmaceutiche riesce(?) in qualke modo (?) ad
approfittarsene del cittadino (??) il quale cittadino NON ha
interesse alcuno di sapere da dove PARTE questo prezzo
cosi' alto e se la rifa' Con chi gli vende il
medicinale"
D'accordo!!..............Grazie per la sua
Disponibilita' a guardare(?) oltre per risolvere il
problema alla Radice(?) e grazie di NON avere timori di
essere attaccato da chi ha veramente Potere in questo paese
....( non certo Le farmacie)
24 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per il "Giornalista"
L'intervento
di "Giornalista" mi lascia, a dir poco,
perplesso. Egli solleva un problema importante (come,
dove e da chi vengono prodotti i farmaci generici) e cita il
pensiero di cattedratici ed enti che legittimamente
richiamano l'attenzione sui problemi della
"bioequivalenza" dei generici rispetto ai farmaci
"griffati".
Il suo discorso si
conclude con questa affermazione: "Ricordate a chi
hanno permesso di mettere le mani su questo tanto appetibile
“mercato”, fatto peraltro sulla pelle del cittadino che
è stato “convinto” che certe liberalizzazioni sono
fatte nel suo interesse? Avete indovinato sto parlando
delle COOP rosse che hanno promosso pure la legge di
liberalizzazione del mercato dei farmaci e che, se non
ricordo male, pare si apprestino anche a produrre in proprio
( o forse ad importare dall'estero..) farmaci generici
da banco".
Il nostro "Giornalista"
è, evidentemente, un altro farmacista affetto da diarrea
acuta determinata dalla perdita di un piccolissima
percentuale del suo reddito. Non a caso parla di
"appetibile mercato" che è forse la sola cosa che
gli interessa. Attento soltanto ai problemi della
cassa, non si pone il problema di verificare se il suo
ragionamento sia sostenibile almeno sotto il punto di vista
della logica aristotelica. Non penso che sia utile per
nessuno (e meno che mai per il giornalista-farmacista) che
io trascriva di nuovo i testi legislativi che provano senza
ombra di dubbio che il decreto Bersani non è fatto per
favorire le coop rosse. Chi vuole vedere il marcio
continuerebbe a vedercelo anche se Bersani gli facesse la
danza del ventre per convincerlo del contrario. Il
giornalista-farmacista deve farci la cortesia, però,di
spiegare che cosa c'entrano i problemi della qualità
dei farmaci con quelli legati alla loro vendita; non si
possono sollevare dubbi sulla qualità dei farmaci generici
per dire che è tutta colpa delle coop rosse. Deve
dirci, inoltre, 1) se questi ipotetici farmaci generici
dannosi andranno a finire esclusivamente sugli scaffali dei
supermercati e non su quelli delle farmacie
tradizionali; 2) se i dubbi sollevati riguardano anche
i generici che attualmente sono venduti nelle farmacie
(perché in tal caso i farmacisti sarebbero corresponsabili
del nostro avvelenamento); 3) se la nocività di un
farmaco possa essere determinata in maniera significativa
dagli eccipienti; 4) se tutti i farmaci non generici
sono assolutamente sicuri per la nostra salute; 5)se le
morti avvenute negli anni scorsi per assunzione di alcuni
notissimi e diffusissimi farmaci sono una mia invenzione o
una invenzione delle coop rosse. Se avrà delle
risposte credibili a queste domande mi cospargerò il capo
di cenere. In caso contrario dovrò dedurre che
"Giornalista" è un altro imbecille interessato
soltanto a gettare fango sulle cooperative senza rendersi
conto nemmeno di che cosa sta parlando.
24 settembre 2006 0:00 - Giornalista
x Francesco
Ti dico subito che non sono un
farmacista e non ho nulla a che fare con la vendita di
farmaci e con in farmaci in generale.
Ma visto
che per parlare di puttane non bisogna per forza esercitare
quel mestiere, ho espresso il mio parere circa la
liberalizzazione della vendita dei farmaci da banco.
Che con quel decreto si sia voluto favorire le COOP
rosse non vi è alcun dubbio.
Perchè,visto che
si voleva liberalizzare, non è stata autorizzata la vendita
dei farmaci da banco in tutti gli esercizi
commerciali,compreso il negozio di generi alimentari del mio
piccolo paese?
O forse solo tu che abiti in
Città hai diritto a questo beneficio,se così si può
chiamare?
Nel post,per quanto riguarda le
affermazioni sulla qualità dei farmaci non grifati,ho solo
riportato il parere di un esperto e non il mio.
Per quanto riguarda le tue affermazioni:
1)-Il
nostro "Giornalista" è, evidentemente, un altro
farmacista affetto da diarrea acuta determinata dalla
perdita di un piccolissima percentuale del suo reddito.
(ti ho risposto in premessa e stai pure tranquillo che la
mia diarrea non è sufficiente per fare il bagno come penso
lo sia la tua visto che non puoi che essere uno dei
"coglioni comunisti").
2)-dovrò
dedurre che "Giornalista" è un altro imbecille
interessato soltanto a gettare fango sulle cooperative (se
le cooperative fossero coperte di fango sarebbe un onore per
voi ma invece sono ricoperte di merda come meritano - per
quanto riguarda l'imbecille ti rispondo: meglio
imbecille che comunista).
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per Bulsarino.
Ho visto che ha provato lei
recentemente ad aprire due forum sugli argomenti indicati,
con scarso successo. Io, però, penso che
l'argomento sia degno della massima considerazione.
Noto, purtroppo, che sul problema del costo di un prodotto
industriale (un'autovettura, un farmaco, un paio di
scarpe) il cittadino comune ha poche risorse di intervento a
disposizione. Nei confronti dei farmaci le risorse sono
del tutto inesistenti perché se il mio medico mi prescrive
un certo farmaco non posso fare altro che andare in farmacia
a comprarlo e sperare di trovare un farmaco generico in
sostituzione ed un farmacista disposto a consigliarmelo. Non
ho scelta, come potrei fare con una autovettura (non compro
BMW perché troppo costosa e mi accontento di Fiat).
Devo far rilevare, comunque, che la questione è diversa
anche sotto altro profilo. Si fa un gran parlare
dell'ingiustificato aumento delle accise in relazione
all'aumento del prezzo della benzina e si chiede al
governo di rinunciare agli aumenti che oltrepassano una
certa soglia. Non ho mai sentito dire da un farmacista
che intendeva abbattere le percentuali di sua spettanza in
occasione degli aumenti dei prezzi dei farmaci e non mi
risulta che Federfarma si sia fatta portavoce di una
richiesta di questo tipo. Certo, la legge sta dalla
vostra parte e tutto è perfettamente lecito. Lei
descrive (ed ha ragione) le case farmaceutiche come
pescecani, ma intanto ci sta guadagnando; io, mentre metto
mani al portafogli, so che la rapina viene commessa sia da
chi entra in banca col mitra, sia da chi sta fuori a fare il
palo. Mi sono sfuggite altre domande? Saluti.
23 settembre 2006 0:00 - Giornalista
Il Prof Giuseppe Vittorio Nisticò, professore di
farmacologia all'università Tor Vergata di Roma ha
affermato giorni fa: "E' auspicabile
ripensare i criteri di produzione e di commercializzazione
dei generici, la cui efficacia va attentamente
controllata".
Sull'utilità dei
'non griffati', infatti, non si discute ma "è
necessario che siano del tutto bioequivalenti ai principi
attivi originari". Lo sottolinea Giuseppe
Vittorio Nisticò, professore di farmacologia
all'università Tor Vergata di Roma. I medicinali
'non griffati' sono al centro di un'inchiesta
della procura di Torino su falsi dossier per ottenere
l'autorizzazione al commercio. Il farmacologo
precisa di non avere "nessuna opposizione preconcetta,
ma soltanto una domanda di qualità, avanzata
nell'interesse dei malati.
Il farmaco
infatti non è un 'oggetto' qualsiasi, ma un bene
prezioso e come tale deve offrire precise garanzie.
I pericoli in agguato sono "piccole modifiche sul
processo produttivo, per esempio la sostituzione di un
eccipiente, che possono rivelarsi rischiose accrescendo il
quoziente di tossicità e provocando, per fortuna in
pochissimi casi, anche eventi mortali.
Per
questo motivo - sottolinea - la produzione di questi
medicinali dev'essere ristretta ad aziende farmaceutiche
di grande qualità e di provata serietà.
Invece
troviamo 'generici' che arrivano dall'India o
dalla Cina, con piccoli dossier che ne raccomandano
l'efficacia, senza valide documentazioni".
La parola chiave è bioequivalenza, cioè il
"rispetto", spiega, di tre regole fondamentali:
bisogna documentare che il generico ha caratteristiche di
assorbimento del principio attivo originario; deve
anche avere le stesse concentrazioni nel sangue, e anche le
modalità di eliminazione devono uniformarsi a quelle del
farmaco di riferimento. Senza questa equivalenza -
prosegue l'esperto - il farmaco generico non offre
alcuna garanzia di efficacia e a questo punto non basta
affermare che il costo più basso serve a ridurre la spesa
sanitaria. Ben altri sono gli sprechi da
eliminare".
Per Nisticò, che rappresenta
l'Italia nel comitato scientifico dell'Agenzia
europea sui medicinali (Emea), i controlli su questo
processo spettano senza dubbio al braccio operativo del
ministero della Salute, cioè l'Agenzia italiana del
farmaco (Aifa), e all'Istituto superiore di sanità.
Allo stato delle cose, conclude, almeno "il 30%
delle aziende che producono generici dimostra grande
serietà. Le aree che suscitano qualche perplessità
sono in particolare quelle biotecnologiche e dei farmaci di
origine vegetale"Da doctor news. E’ notizia di
oggi, peraltro che: "L'Agenzia europea per i
medicinali EMEA "non garantirà" che i farmaci
biogenerici siano davvero equivalenti e, dunque,
"intercambiabili" con le specialità griffate di
riferimento.
Lo ha affermato il direttore
esecutivo dell'Emea, Thomas Lonngren, in
un'intervista con l'Apm (Agence de Presse Medicale):
una doccia fredda per i produttori di generici e
'musica', invece, per le orecchie delle aziende che
producono medicinali di marca. Secondo Lonngren, non
spetta all'Emea decidere se i biogenerici potranno
sostituire, con la stessa efficacia e sicurezza, la
specialità griffata. A dicembre la questione verrà
affrontata in un meeting promosso dall'Organizzazione
mondiale della sanità, a cui parteciperanno gli esperti
dell'Emea. Nei prossimi 3-5 anni scadranno i
brevetti di farmaci innovativi per un valore di 6,7 miliardi
di dollari. A differenza dei normali equivalenti,
però, non hanno il vantaggio di permettere risparmi
notevoli: le spese di produzione sono elevate e i
biogenerici costano circa il 70 per cento delle specialità
di marca.
Ricordate a chi hanno permesso di
mettere le mani su questo tanto appetibile “mercato”,
fatto peraltro sulla pelle del cittadino che è stato
“convinto” che certe liberalizzazioni sono fatte nel suo
interesse? Avete indovinato sto parlando delle COOP
rosse che hanno promosso pure la legge di liberalizzazione
del mercato dei farmaci e che, se non ricordo male, pare si
apprestino anche a produrre in proprio ( o forse ad
importare dall'estero..) farmaci generici da banco.
23 settembre 2006 0:00 - mjguel
Per avere farmaci meno cari tutti metterebbero una firma, ma
chi dimostra la reale efficacia e tollerabilità dei
cosiddetti farmaci meno cari? E chi sorveglia chi ,
cara la mia Signora Turco? Quelli che si sono battuti
per favorire le COOP che a loro volta favoriscono chi le
appoggia, per caso? E non è anche questo un
monumentale conflitto di interesse? Fortuna che
l'EMEA si è pronunciata in modo chiaro, ma tutto
questo sconcio non credo stia avendo la dovuta risonanza.Che
bravi i fustigatori dei costumi berlusconiani, i savonarola
del conflitto di interesse: tacciono tutti come sempre in
altre faccende affaccendati. Quali? Arraffare
l'arraffabile in termini di cariche pubbliche, potere
etc etc etc
23 settembre 2006 0:00 - BULSARINO
Per Francesco:
Caro Francesco Le Chiedo solo un
po' piu' di elasticita',altrimenti comincio a
pensare che voglia evitare Volutamente certi argomenti.
E' naturale che L'Argomento sia FARMACI DA
BANCO VENDUTI FUORI DELLE FARMACIE ma....stia pur tranquillo
che se dovessimo sempre attenerci meticolosamente
all'argomento in questione allora non arriveremo MAI a
parlare DEI PATRONI delle medicine e dei VERI GUADAGNI
intorno ad esse ( Industrie Farm. e Governanti ).....e
questo perche'? Semplicemente perche' NON ci e'
mai stato un argomento intitolato : LA DITTATURA DELLE
INDUSTRIE FARMAC. E DEI GOVERNANTI! e forse non ci sara'
mai..(?)
era proprio a questo che volevo arrivare
e poi un Titolare di Farmacia non potra' mai affrontare
questo argomento senza Tirare in Ballo chi dovrebbe essere
veramente Punito!!!!!!!!!
Le kiedo ( vi
Chiedo....caro Vincenzo Donvito ) un po' di Comprensione
e soprattutto un parere che esuli dalla volonta' di
voler a tutti i costi rimanere fermi e piantati sulle
proprie idee come se un avvicinamento a Noi fosse PESTE
BUBBONICA......................
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per "farmacista".
Signor farmacista,
lei confonde una domanda con una affermazione. Io le ho
chiesto di dirmi se trovava scandaloso ecc. ecc. .., senza
voler dire in alcun modo che quello era il suo pensiero. La
domanda, anzi, era formulata in maniera tale da presupporre
una risposta negativa, perché da una mente aperta e non
offuscata totalmente dalla difesa dei propri interessi
economici non ci si attenderebbe mai una risposta di segno
contrario. La mia domanda però, derivava da altre sue
affermazioni, che tendevano ad accreditare l'idea che il
decreto Bersani tendeva a favorire le coop. Per
esemplificare, ho fatto l'esempio di una sua collega,
erborista, alla quale finora era negata la possibilità di
vendere farmaci da banco. Chiarito questo punto, le
faccio osservare che lei ha l'esclusiva della vendita
dei farmaci, ma certamente non quella della conoscenza delle
leggi che riguardano la materia sanitaria. Le aggiungo
che in questo forum io sono stato uno dei pochi (se non
l'unico) a far riferimento alle leggi in vigore, al
punto che qualcuno mi ha accusato di aver assunto
un'aria professorale, come d'altra parte sta facendo
anche lei dicendo "Su questo forum sembra che sappia
tutto lei...". Abbia la pazienza di leggere
qualche mio post dei giorni scorsi per accertarsene.
Per quanto concerne l'apirina a marchio coop, è chiaro
che si sta lavorando nel campo delle ipotesi, provenienti
più da chi teme un fatto simile, che da chi se lo augura.
Comunque, poiché la Bayer non ha più il brevetto
dell'aspirina, chiunque può fabbricarsela o farsela
fabbricare; chiunque significa Auchan, Carrefour, Coop, io,
lei ecc. Lei continua a stuzzicarmi ancora riguardo
alle affermazioni di Isabella Bertolini ed io comincio a
sentire i conati di vomito al solo pensiero di dovermi
occupare di ciò che dice questa donna. Penso che dovrò
richiederle qualche consiglio su come combatterli se lei
insisterà ancora.
23 settembre 2006 0:00 - farmacista
Per Francesco:
risposta alla domanda 1)dove ho
detto nel mio messaggio precedente che sarebbe scandaloso
che un farmacista di parafarmacia venda gli OTC?Lei anzichè
rispondere alle domande,controbatte con altre domande non
inerenti alle mie considerazioni risposta alla domanda
2)non essendo nel campo farmaceutico comprendo che lei non
conosca la legislazione farmaceutica.Premettendo che le
preparazioni officinali vengono eseguite sempre con minor
frequenza,Lei con l'esempio della solfosalicilica indica
una preparazione officinale preparata in farmacia secondo
alcune regole dettate dal legislatore,l'aspirina a
marchio coop non può essere assimilata a questo.Ma sarò
curioso di vedere come la coop (o Auchan per par
condicio)ancora una volta riuscirà a rivoltare la frittata
a proprio favore. risposta alla domanda 3)le assicuro
che conosco il significato della parola monopolio e lei ne
è un esempio.Su questo forum sembra che sappia tutto
lei,dando giudizi su tutto e su tutti ed evitando abilmente
di intervenire dove non trova risposte che non mettano in
cattiva luce i titolari di farmacia,o la categoria che le
interessa bersagliare.Non sarà mica invidioso?Anche se non
mi pare il tipo.
Inoltre preferisce non
commentare le banalità della Bertolini ma non perde
occasione di elogiare l'operato di Bersani.Tutti coloro
che leggono il forum,farmacisti o semplici cittadini,possono
chiaramente capire quale sia il suo livello di
obiettività.
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per Bulsarino.
Caro Bulsarino (mi sento
autorizzato anch'io ad utilizzare il suo stesso tono
amichevole), non mi sono pronunciato esplicitamente sugli
interessi delle case farmaceutiche per la semplice ragione
che il tema di questo forum è "FARMACI DA BANCO
VENDUTI FUORI DELLE FARMACIE ...". Non è
possibile parlare di tutto lo scibile umano, al quale ognuno
di noi fa riferimento ogni tanto, forse per arricchire la
discussione.
Lei, facendo riferimento al caso De
Lorenzo, mi chiede un giudizio sui rapporti tra industrie
farmaceutiche e politica. E' presto detto: chi
utilizza la sua posizione di uomo politico influente per
favorire questo o quello ed intascare illecitamente qualche
miliardo deve essere giudicato per i reati commessi. Ma
poiché il reato è stato commesso avvalendosi della propria
specifica posizione, bisognerebbe prevedere la pena
accessoria della privazione dei diritti di elettorato attivo
e passivo, in modo che il colpevole non possa più
candidarsi nemmeno per le elezioni delle circoscrizioni.
Lei afferma che "nessuno dei nostri politici ... ha
obiettato più di tanto su quesi argomenti". E'
verissimo. Penso che molti politici si comportino nei
confronti di chi ha il potere come i medici che accettano
regali (computer, borse, viaggi di falso aggiornamento)
dietro suggerimento degli informatori farmaceutici.
Intascano e basta. L'aumento della spesa sanitaria
per medicinali dipende in gran parte dal comportamento
scorretto dei medici. Mi aspetto, adesso, una valanga
di critiche e di insulti se qualche medico leggerà questo
post. Saluti
23 settembre 2006 0:00 - BULSARINO
Al Caro Francesco: Caro Francesco....secondo Te tra chi
aumenta INGIUSTIFICATAMENTE il prezzo dei medicinali e chi
poi ha un aumento grazie ad una misura percentuale fissa,
CHI HA PIU' COLPA!!??.....
OPPURE METTILA
COSI': ammettiamo che la colpa sia di entrambi ( e non
e' cosi'), allora dico io , perhce' VENGONO
ACCUSATE SOLO LE FARMACIE!!!!!!......
FACCI CASO:
tu solo adesso parli male sia delle farmacie che delle
industrie farmaceutiche, ma perche' ti ho sollevato io
la questione ,altrimenti avresti continuato a parlare male (
sparlare ) solo delle farmacie come hai fatto fino ad
ora.
e Perche' non hai Accusato Le industrie
FArmaceutiche gia' dal 10 gennaio ad ora come hai fatto
con le Farmacie?...devo svegliarti io?...( non prenderla
come offesa ma lo faccio per scuoterti un po' e senza
cattiveria ). Come te hanno fatto Tutti!! Si parte Dai
Politici che sono un "magna magna con le
industrie": ricordi DE LORENZO?
e poi lo
sapete che le stesse industrie che vendono a 3 certi
medicinali all'estero, qui in Italia li vendono a 5 e la
catena parte gia' Marcia.
Ma tornando
all'aumento percentuale: Caro Francesco forse non hai
capito che il guadagno del farmacista non e' consistito
nella percentuale di guadagno ma nell'afflusso di gente
che c'e' sempre stato fino a qualke anno fa. Quindi
piu' un fatto di Quantita' di clienti che di margine
sul singolo medicinale visto che su un paio di pantaloni il
margine e' anche del 150 % , cosa un po'
irrealistica per un medicinale. Dunque?: dunque Basta
che il prezzo non sia troppo alto fin dall'inizio e il
consumatore non si lamentera'.
Grazie mille
al collega farmacista che e'stato perfetto nel
presentare e nello spiegare la Questione sulle Industrie
farmaceutiche
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Una sintetica risposta per Bulsarino.
Ogni
qualvolta le industrie farmaceutiche aumentano
ingiustificatamente il prezzo di un farmaco aumenta
automaticamente ed altrettanto ingiustificatamente il
guadagno che spetta al farmacista per la vendita di quel
farmaco, perché esso è fissato in misura percentuale.
Devo aggiungere altro?
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per Alfredo.
Ad Alfredo, al quale riconosco il
merito di porre questioni reali anche se inframmezzate da
osservazioni dettate da una cereta comprensibile (ma non
giustificabile, rabbia), non posso rispondere con qualche
semplice battuta. Pertanto, cercherò di dare una
risposta più articolata.
E' vero che il
problema si potrebbe risolvere aumentando il numero delle
farmacie e/o cambiando il metodo di istituzione di nuove
farmacie.
Io aggiungo che se si vuole mantenere
la possibilità di trasmettere la titolarità di una
farmacia ai propri eredi è necessario liberalizzare
totalmente la loro apertura. In questo modo ogni farmacista
trasmetterebbe a suo figlio soltanto quello che lui ha
costruito sotto il profilo commerciale.
L'autorizzazione governativa all'apertura deriva dal
riconoscimento della preparazione di chi ha partecipato al
concorso; in questo rapporto Stato-farmacista che diritto ha
di subentrare il figlio? A mio avviso nessuno. Ed
allora si faccia in modo che chiunque abbia la possibilità
di organizzarsi sotto il profilo esclusivamente commerciale;
solo allora il titolare potrà pretendere a buo diritto che
il risultato del suo lavoro professionale passi alla sua
discendenza o sia oggetto di compravendita. Saluti.
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per "farmacistainpensione".
Mi dispiace
deluderla, signor "farmacistainpensione". Non
posso raccogliere il suo elegante ed ironico invito.
Piuttosto che commentare le banalità di Isabella Bertolini
preferisco andare in volontario esilio o fare harakiri.
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Per "farmacistainpensione" Commenti questo
trafiletto, please..
"Dopo il preoccupante
boom della vendita di farmaci nei corner istituiti
all'interno degli ipermercati e dei centri commerciali,
ora siamo di fronte al tentativo di utilizzare i medicinali
per fidelizzare i clienti". Lo denuncia la parlamentare
Isabella Bertolini, che ha presentato un'interrogazione
al ministro della Salute Livia Turco, nella quale chiede al
Governo di intervenire perché sia fatta "piena
chiarezza sull'eventuale illiceità degli ulteriori
sconti sulla base del possesso di carte fedeltà, oltre a
quelli già previsti dalla legge, applicati ai farmaci da
banco venduti negli ipermercati". Un "tentativo
che viene fatto - spiega Bertolini - garantendo un ulteriore
sconto legato al possesso della tessera fedeltà della
catena distributiva di riferimento. Tale iniziativa sarebbe
in contrasto sia con quanto previsto dalla legge
sull'obbligo per gli esercenti di praticare il medesimo
sconto a tutti gli acquirenti, sia con le norme che vietano
espressamente l'applicazione di promozioni commerciali
alla vendita di farmaci da banco".
23 settembre 2006 0:00 - Francesco
Le osservazioni di "farmacista".
....una parafarmacia,che poteva essere aperta anche prima di
questo decreto e poteva vendere tutto ciò da lei elencato
con l'eccezione dei farmaci da banco..."
Domanda 1: trova così scandaloso che un suo collega
farmacista che ha un negozio di parafarmaceutici oggi possa
vendere anche aspirina, tachipirina, ecc.?
.....Tuttavia l'acido salicilico a marchio coop non è
un normale farmaco equivalente generico,ma una esclusiva
della coop.Mi spiego:è il primo caso in cui il produttore
(o meglio il marchio) e il distributore è lo stesso. Più
monopolio di così.....
Domanda 2: quando lei
prepara nel suo laboratorio la pomata solfosalicilica per i
calli e la mette in vendita nella sua farmacia opera in
regime di monopolio?
Domanda 3: è sicuro di
conoscere il significato della parola
"monopolio"?
22 settembre 2006 0:00 - farmacista
concordo con Bulsarino.c'è stato un disegno più o meno
oscuro per colpire solo le farmacie,mentre non si parla mai
di come i prezzi abbiano raggiunto picchi preoccupanti e
ingiustificati per alcuni prodotti.credete sia facile
chiedere 14 euro per un gentalyn crema(una normale crema
antibiotica)senza sentirsi un minimo in imbarazzo?O una
scatola di Polase a 14,50?Io sinceramente sono felice di
proporre il generico con notevole risparmio per il
cliente.è stato fatto un casino per i latti qualche
mese/anno fa dando la colpa ai farmacisti,ma non si è mai
parlato del prezzo allucinante imposto dai produttori,con
ricavi patetici per le farmacie.da qualche anno infatti il
mio scaffale dei latti è vuoto,visto che il settore era in
perdita.Saranno felici i supermercati. La verità è
che coloro che dovevano controllare i prezzi non hanno fatto
il proprio lavoro per anni e ora i cittadini ne pagano le
conseguenze. Il sistema più o meno funziona così:la
ditta produttrice chiede al ministero della salute o altro
organo competente di poter aumentare il prezzo di un
farmaco.A questo punto se nessuno nega l'aumento,il
nuovo prezzo viene accettato per
"silenzio-assenso".Ho la sensazione che il
ministero abbia dato il contentino alle ditte con il
permissivismo ad aumenti sostanziosi dei farmaci di fascia
C,quelli che pagano i cittadini insomma;in cambio ne ha
ricavato probabilmente un aumento generale molto limitato
dei prezzi dei farmaci di fascia A,quelli del SSN.
Nessuno dei nostri politici o delle varie associazioni
consumatori ha obiettato più di tanto su questi
argomenti,andati avanti per anni,ma sono stati pronti a
sparare a zero sulla "potentissima lobby" dei
farmacisti,che ha uno dei sindacati che contano meno al
mondo,per cui facile obiettivo.
22 settembre 2006 0:00 - BULSARINO
Ormai il danno e' fatto.............per le farmacie...ma
per le industrie farmaceutiche assolutamente NO. Esse
continuano a godere di tutti i privilegi di questo mondo e
pensare che sono state loro la V E R A !!!!!! CAUSA di
questi prezzi spropositati.....e nessuno denuncia tutto
cio'. ma perche????? perche????
perche' il governo ha attaccato duramente le farmacie
divulgando notizzie false al cittadino....e non ha mai mai
mai accennato al problema delle INDUSTRIE FARMACEUTICHE che
in verita' ...di concerto col ministero della
sanita' decide il prezzo iniziale (stratosferico ) al
quale i grossisti e per ultimo i farmacisti devono adattarsi
per poter guadagnarci anche loro qualcosa.
Tirannia delle farmacie??? sveglia.....!!!! o
Forse tutti lo sanno ma non lo vogliono dire ( per il potere
delle industrie intoccabili).....
ci avete
distrutti mentre potevamo continuare a vivere vendendo le
medicine a prezzi ragionevoli...bastava agire dall'alto
e a partire dal primo stadio della catena di
vendita....ma..........gli interessi dei PATRONI sono troppo
forti e intoccabili.
e le COOP...??
votano a Sinistra per essere poi Premiate col monopolio
delle medicine!!