Sergio, lascia perdere quel poveraccio. Questo qui è più
disonesto del Buffone su "Amnesty": si inventa le info così
da poter dire...che ad inventarle sono gli altri.
Patetico.
Non curarti delle sue sciocche obiezioni in malafede, tanto
qualunque lettore di buonsenso ha già capito dove sta la
ragionevolezza.
=============================
(Approfondisco un punto del post di Davide del 22 marzo 2011
- 17:07)
- URANIO:
In verità i maggiori giacimenti di uranio grezzo si trovano
nel Centroafrica;
tuttavia solo pochi media danno risalto sia alla
DEVASTAZIONE AMBIENTALE provocato nelle zone dei giacimenti,
sia alle terribili condizioni dei lavoratori reclutati per
l'estrazione.
Infatti preoccuparsi di salvaguardare l'habitat delle zone
minerarie e di garantire un equo salario + adeguate
condizioni lavorative agli operai, renderebbe "poco
conveniente" lo sfruttamento dell'uranio.
A questo si aggiunge che l'uranio grezzo deve essere
ARRICCHITO per poter essere lavorato nelle apposite
Centrali, e di questo si occupano appositi laboratori che
coprono le richieste a livello INTERNAZIONALE.
Ciò significa che l'Italia sarebbe COMUNQUE dipendente da
impianti esteri, sia per l'estrazione dell'uranio che per il
suo arricchimento.
.. fa bene sergio ad intervenire per fare chiarezza, ma
prima dovrebbe farlo sulle sue affermazioni e dati
letteralmente inventati.
Ne cito solo alcune sulle quali non risponde sbrodolando
sulle percentuali che dissero no al nucleare .... tecniche
da mistificatore tipico di un politico di basso profilo o da
leguleio che riempie pagine e pagine di chiacchiere
tecnistiche per far dimentare la questione principale e
cioè che la produzione di elettricità da eolico/solare è
costosissima,ha attirato interessi mafiosi, non è
concorrenziale e quindi va assistita per almeno 20 anni.
Afferma che la produzione di elettricità nucleare è
destinata a ridursi: Wikipedia lo smentisce .
Come commenta sergio: silenzio !
Scrive che per le le nuove centrali nucleari sono previsti
aiuti statali , sbugiardato .. glissa sull'argomento.
Chiedo dove abbia reperito alcuni dati( 900 milioni di
contributi ) ... silenzio .
Non proseguo ... mi sto annoiando
25 marzo 2011 21:31 - IVAN.
.
(da Sergio:) «Quella di Ennio o è ignoranza o è
malafede.»
_____________________________
Malafede, ovvio. Si vede lontano un chilometro che è uno di
quei poveracci che contraddicono il buonsenso solo per
elemosimare una replica.
Mi chiedo perché si scomodi Sergio per smontare i suoi
patetici "argomenti", quando per fare ciò basterebbe un
bambino di 10 anni.
Va be', passiamo pietosamente oltre.
-----
Uno dei temi preferiti dai pro-nucleare è che esso
porterebbe ad una diminuizione del costo delle bollette.
Questa è una credenza assai superficiale e "istintiva", non
supportata dalle proiezioni più verosimili.
Il Ministero del Tesoro ha sonoramente bocciato 34 punti del
ddl "Sviluppo" durante il passaggio in Senato, tra le quali
il progetto di costruzione di 4 centrali nucleari sul suolo
italiano.
Per il Tesoro le misure adottate agli articoli 26, 32 e 36
del progetto nucleare avrebbero determinato incrementi delle
tariffe a carico dei consumatori, che alla luce dell'attuale
contesto economico-finanziario contrasta con l'orientamento
del Governo in tema di contenimento delle tariffe, in
funzione anticrisi.
Non vi basta? Tranquilli, per il Cittadino inculato &
contento è stata servita un'altra beffa:
La scelta del Governo di puntare sul Nucleare, oltre ad
avere un costo enorme, sottrae risorse determinanti per lo
sviluppo delle Energie Rinnovabili.
Lo dimostra infatti la MOZIONE 155 presentata al Senato dal
PDL, con cui il Governo si impegna a tagliare i fondi sul
Solare Termodinamico.
Si tratta di una scelta in controtendenza con la strada
intrapresa invece da Spagna e Germania.
Ma qui in Italia i governanti sembrano avere altri tipi di
interessi. Interessi PRIVATI, non pubblici.
Non che da questo Governo ci si possa aspettare qualcosa di
differente, dato il grazioso elenchino dei suoi componenti
(tra i firmatari della Mozione 155: un certo MARCELLO
DELL'UTRI. Vedete un po' voi...), però mi lascia
sconcertato sentir sostenere il loro progetto sul Nucleare
anche da quegli ingenui cittadini sui quali andranno poi a
gravare tutti gli oneri di questa svergognata operazione di
sciacallaggio.
Vogliamo capirlo una buona volta che il punto centrale della
questione NON è stabilire vantaggi & svantaggi del
"Nucleare", bensì stabilire il grado di COSCIENZIOSITÀ e
BUONAFEDE di chi promuove un dato progetto?
.
25 marzo 2011 16:11 - sergio2
...
Avvilente confrontarsi con chi ha la presunzione di sapere,
ma non si degna di documentarsi.
E’ il caso di Ennio che ancora uan volta dimostra di avere
poche conoscenze e molta confusione.
Ancora una volta intervengo solo per fare chiarezza.
Sufficiente verificare i documenti disponibili sul sito
www.gse.it
A questa pagina spiegazioni e dati su CIP6
http://www.gse.it/attivita/Incentivo%20impianti%20CIP692/Pub
blInf/Pagine/default.aspx
A questa pagina indicazioni sul 1° Conto Energia e ai
decreti del 7\2005 e del 2\2006… chi governava?
http://www.gse.it/attivita/ContoEnergiaF/PubblInf/Pagine/Tar
iffe-del-Primo-Conto-Energia.aspx
Ho già espresso le mie critiche su quei metodi
incentivanti, ma che oggi si dica che si rischia un disastro
economico a causa dei fanatici del fotovoltaico, mentre gli
avveduti sostenitori del nucleare metteranno ordine è
proprio una scemenza: luglio 2005 – febbraio 2006, chi
governava?
In ogni caso, non sono cumulabili detrazioni fiscali del 55%
(cosa alla quale fa riferimento Ennio) per la
riqualificazione energetica degli edifici e tariffa
incentivante per la produzione di elettricità con il
fotovoltaico.
Non sono cumulabili e non vanno confuse: si tratta di norme
di carattere diverso che solo chi non conosce nulla della
materia può confondere.
La detrazione del 55% è finalizzata a ridurre il
quantitativo di energia necessaria per la vivibilità di un
edificio (isolamento termico, cappotti…) o per incentivare
determinate soluzioni: caldaia a condensazione, solare
termico; il fotovoltaico serve a produrre elettricità e non
a ridurre il fabbisogno di energia.
Per la produzione di elettricità non è prevista la
detrazione del 55%.
Ennio ha citato, in altri interventi, anche gli impianti
termodinamici e forse questo lo manda in confusione.
Gli impianti termodinamici sono diversi dai pannelli
fotovoltaici o dai pannelli solari.
L'impianto termodinamico sfrutta il sole per "scaldare" un
composto liquido interno all'impianto ed è quest'ultimo che
produce acqua calda ed eventualmente anche energia
elettrica.
In comune con i pannelli solari quindi gli impianti
termodinamici hanno solo la stessa fonte rinnovabile: il
sole.
La detrazione del 55% è applicabile agli impianti
termodinamici per la produzione di energia termica. Se la
produzione comprende anche l'energia elettrica la detrazione
spetta in base al rapporto tra l'energia termica e quella
complessiva.
Ma siamo d'accordo che il nucleare serve a produrre energia
elettrica? O si sta facendo il solito minestrone nauseabondo
in cui si mette dentro di tutto?
Sconcertante che si insista a contestare dati e a lagnarsi
per la supposta mancanza di riferimenti quando ho sempre
citato le fonti da cui è possibile attingere dati e
documenti; e quando non l’ho fatto è perché presumo che
chi interviene su determinati argomenti sappia almeno come e
dove cercare le informazioni.
Ennio confonde il Conto Energia, per il quale esiste una
tarriffa incentivante sull’energia prodotta, con la
detrazione del 55% relativa al risparmio energetico, ma non
è l’unica confusione che fa.
Il conto energia prevedeva una tariffa incentivante per gli
impianti che entravano in funzione entro una certa data e
differenziata in relazione alla tipologia d’impianto.
La normativa prevedeva scadenze e revisione periodica degli
incentivi.
Questo era già previsto nel primo conto energia e poi
riconfermato con il 2° conto energia e poi con il 3°
varato ad agosto dal ministro ad interim Berlusconi.
Anche la detrazione del 55% è stata prorogata
dall’attuale governo.
Quindi, Ennio si metta d’accordo con se stesso poiché
sembrerebbe da quel che scrive che in Italia ci sia una
classe politica avveduta che sta facendo la scelta giusta
del nucleare e sta rimediando alle scelte devastanti dei
folli ambientalisti sinistrorsi… però l’attuale
maggioranza proroga o addirittura inaugura i provvediemnti
legislativi che a sentire Ennio ci portano a dissanguarci e
che attribuisce, sbagliando, ai folli sinistrorsi.
Boh, qualcuno lo capisce?
In questi mesi si ventilava l’ipotesi di bloccare quanto
già deliberato in materia di produzione elettrica
incentivata, provocando danno alle aziende e agli utenti
perché ancora una volta si modificherebbero le regole
mentre i disputa la partita.
Ennio, cerca di capire le paginone che dici di leggere.
Ecco alcuni stralci delle istruzioni sul 2° Conto energia
disponibili sul sito del GSE
“Il limite massimo cumulato della potenza incentivabile
fissato dal DM 19/02/07 è pari a 1200 MW; al raggiungimento
di tale limite, quale ulteriore garanzia per gli operatori,
è previsto un "periodo di moratoria" di 14 mesi (24 mesi
per i soli impianti i cui soggetti responsabili sono
soggetti pub¬blici). Gli impianti che entreranno in
esercizio in tale periodo di moratoria potranno comunque
beneficiare delle tariffe incentivanti”
Esiste quindi un tetto massimo della potenza incentivabile,
un periodo di moratoria per gli esercizi che entrano in
funzione entro un certo periodo e sarà poi la normativa, in
base ai risultati conseguiti, a stabilire come procedere per
il futuro; siamo infatti nell’ambito di decisioni
periodicamente riviste sulla base delle leggi finaziarie
annuali e dei piani di programamzione economica.
“Gli incentivi del Conto Energia non sono applicabili
all'energia prodotta dagli impianti fotovoltaici per la cui
realizzazione siano stati concessi incentivi pubblici di
natura nazionale, regionale, locale o comu¬nitaria in conto
capitale e/o in conto interessi con capitalizzazione
anticipata eccedenti il 20% del costo dell'investimento da
sostenere per la costruzione dell'impianto stesso....
Infine, si ricorda che le tariffe incentivanti non sono
cumulabili con i certificati verdi e con i titoli di
efficienza energetica.”
Esistono quindi precisi limiti sulla cumulabilità tra
diverse norme incentivanti di carattere nazionale e
locale.
Ma soprattutto non è possibile cumulare le detrazioni
fiscali (55%) per la riqualificazione energetica del
patrimonio edilizio con i benefici del Conto Energia.
Ennio fa quindi un gran casino quando mette insieme i conti
relativi alla detrazione del 55% con i ragionamenti sul
meccanismo incentivante sulla produzione di energia (che era
il ragionamento che si stava facendo mettendo in relazione
questi incentivi con gli oneri di sistema che tutti paghiamo
in bolletta e che sono dovuti in stragrande maggioranza a
voci che non hanno nulla a che vedere con le fonti
rinnovabili).
Per verificarlo basta consultare i conti e i documenti
disponibili su GSE e Autorità per l’Energia.
In ogni caso, quel che affermavo - e riconfermo -è che su
tutti gravano gli incentivi riconosciuti alla produzione da
fotovoltaico, come avviene per la produzione da altre fonti
anche non rinnovabili (sistema tariffario CIP6) e per altre
componenti che formano la bolletta elettrica (compresi i
costi per le scorie radioattive e i contributi per le FS).
Quindi, con questi incentivi torna ai cittadini, che hanno
deciso di contribuire al raggiungimento di un obiettivo
fissato nel 2003 (chi governava?), parte di quanto ogni
bimestre è sottratto per finanziare di tutto.
Con il vantaggio però che una parte significativa di questi
incentivi torna nelle casse dello Stato: IVA e imposte.
In più tutto ciò contribuisce a raggiungere gli obiettivi
di tutela ambientale di cui alla famosa legge del 2003…
quando governavano i folli ecologisti. O no?
“Le tariffe sono erogate per un periodo di venti anni, a
decorrere dalla data di entrata in esercizio dell’impianto
e rimangono costanti, non subiscono cioè aggiornamenti
ISTAT, per l’intero periodo. I valori, indicati nella
tabella precedente, sono stati calcolati, decurtando del 4%
le tariffe riportate nel DM del 19/02/07 (2% per ogni anno
successivo al 2008). Il Ministero dello Sviluppo Economico
(MSE) e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare (MATTM) stabiliranno con un successivo
decreto, attualmente in corso di definizione, le tariffe
incentivanti per gli impianti che entreranno in esercizio
negli anni successivi al 2010.”
Esiste un meccanismo di riduzione degli incentivi e si fissa
una data di validità, rinviando poi a una nuova norma per
stabilire i livelli per il futuro.
“L'Agenzia delle Entrate, sempre nella Circolare n. 46/E
del 19/07/07, ha chiarito che i proventi derivanti dalla
vendita dell'energia prodotta da un impianto fotovoltaico
costituiscono sempre reddito tassabile. … L'inclusione di
tali proventi tra i "redditi diversi" di cui all'articolo 67
comma 1 lettera i) del TUIR comporta che la cessione
dell'energia non sia soggetta né a IVA né a ritenuta
d'acconto, sebbene vi sia comunque l'obbligo di denunciare -
e assoggettare a tassazione - il reddito in sede di
dichiarazione fiscale”.
Si pagano quindi le tasse anche sui ricavi ottenuti dalla
vendita dell’energia.
Cosa rimane effettivamente a carico della collettività?
Al link che segue, il testo del decreto relativo al 3°
Conto Energia che all’art. 3 fissa obiettivi e limiti.
http://www.gse.it/attivita/ContoEnergiaF/Quadro%20Normativo/
Decreto%206%20agosto%202010.pdf
Al link che segue, la guida del GSE relativa al 3° Conto
Energia con tanto di tabella 1 sulle tariffe incentivate
decrescenti in base all’entrata in funzione
dell’impianto (come avveniva anche in precedenza)
http://www.gse.it/attivita/ContoEnergiaF/PubblInf/GuideDM201
0/Documents/GuidaTerzo%20Conto%20Energia%20(2).pdf
Riguardo ai piani governativi, molto lacunosi, resta il
fatto che non c’è alcuna previsione di eliminare le
tariffe incentivate previste per le “assimilate” e tutto
il piano di investimenti di Enel si basa su "una soglia
minima garantita" nelle tariffe di vendita dell'energia
elettrica: così il programma è stato presentato agli
investitori.
Allo stesso modo, Enel parla e scrive solo di costi stimati
di costruzione mentre su tutti gli altri costi tace.
Le dichiarazioni e i conti di Enel la dicono lunga sul fatto
che è interessante per Enel il nucleare mentre ancora non
si capisce quale sarebbe la convenienza e l’interesse
nostro.
A ciò si aggiunga che, come riportato con chiarezza nel
rapporto francese che ho citato, persino in Francia c’è
preoccupazione per l’aumento dei costi registrati nei
cantieri in essere e si suggerisce di attendere i risultati
di queste esperienze prima di avviarne di nuove.
In Italia, tutto viene registrato e presentato suonando le
fanfare ma tacendo su una serie di elementi fondamentali per
cogliere l’effettiva convenienza di questa scelta
industriale, sulla quale si registra già un ritardo di 3
anni!
Sul perché l’Italia sia uscita dal nucleare, ciascuno è
libero di dare l’interpreatzione che vuole ma ciò non
toglie che se Ennio dichiara di essere Napoleone, ciascuno
è libero di pensare che sia pazzo.
La bontà di una interpretazione si basa sulla valutazione
delle argomentazioni e dati a sostegno.
L’interpretazione che l’Italia sia uscita dal nucleare
per effetto dei referendum resta in ogni caso del tutto
immotivata, arbitraria e infondata; e sinora non ho letto
una sola argomentazione che smonti o inclini la lettura
degli eventi che ho offerto.
Intanto, non fu votato contro il nucleare dall’80,6% degli
elettori ma da una percentuale di votanti variabile da
71,9% (partecipazione dell’Enel a progetti nucleari) a
80,6% per il quesito relativo alla localizzazione delle
centrali.
I votanti furono appena il 65,1% degli aventi diritto.
Quindi, ammesso che quei referendum servissero a stabilire
se l’Italia doveva proseguire o abbandonare il nucleare, a
volerne l’abbandono sarebbe stato soltanto mediamente il
76% del 65% dei votanti ovvero il 49,4% degli aventi diritto
al voto.
Quindi, la metà circa degli aventi diritto al voto era
favorevole al nucleare o indifferente alla cosa.
Che sensibilità quella classe politica che si è messa
sotto i tacchi il responso referendario su responsabilità
civile dei magistrati, finanziamento pubblico ai partiti,
privatizzazione della RAI… mentre sul nucleare non solo è
andata oltre la lettera dei referendum e la volontà degli
elettori ma addirittura l’anticipò decidendo di chiudere
le centrali molto prima dell’esito referendario.
Che singolare solerzia!
Ma se la volontà popolare era così netta e stava così a
cuore ai politici, perché un mese dopo quel voto il
parlamento votò una moratoria che sospendeva per cinque
anni i nuovi progetti nucleari?
Perché il CIPE decise per la “custodia protettiva
passiva” soltanto nel 1990?
La custodia protettiva passiva consiste nel fermare
l’impianto ed eseguire accurata manutenzione in vista di
un possibile riavvio.
Invece, nel 1999 sempre per scelta ministeriale si passa
dalla custodia alla dismissione accelerata e all’avvio del
cosiddetto decomissioning, ovvero smantellamento in
sicurezza e bonifica del sito.
Allora, ciascuno è libero di dire quel che vuole ma mi
sembra incontestabile che la mia analisi è supportata da
fatti e atti legislativi oggettivi, mentre quelle di Ennio
sono parole in libertà.
25 marzo 2011 14:48 - renzo1391
Se è vero che la proposta di sistemi solari eccede la
necessità, ed in molti casi l'installazione prevederebbe la
copertura con pannelli di migliaia di ettari di terreno
sottratto all'agricoltura, perché non ipotizzare
l'installazione dei pannelli su TUTTI I TETTI DI TUTTE LE
COSTRUZIONI presenti e future?
Unito alla riduzione del contributo per portarla ad essere
pari al costo del sistema tradizionale, forse ( dico
"forse", perché confermo di non essere un esperto del
settore) si troverebbe il giusto compromesso.
25 marzo 2011 10:25 - ennio4531
Apprendiamo da sergio che… 'La classe dirigente politica
non mi fa orrore, la considero semplicemente piena di
cialtroni, cosa leggermente diversa. '
Prosegue ... ' Ho anche detto che Formigoni mi è
simpatico… Ciò non esclude che anche un balordo possa
risultare simpatico.'
Sergio .. sei grande ... uno che zigzaga come te….. tra
balordi e cialtroni … dove lo troviamo !
Hai mai pensato di darti alla politica ?
Scrivi '.. In ogni caso quelle leggi prevedevano già un
livello discendente di incentivi.'
Risposta: balle. Le leggi non prevedevano alcuna
diminuzione. Tant'è che il governo è intervenuto
quest'anno in marzo a ridurli con grandi proteste dei
produttori/installatori (... intere paginate sui giornali
!!!)
Scrivi: 'Quando si parla di incentivi va considerato il
costo sociale, ovvero il costo realmente a carico della
collettività.
Il costo di circa 900 milioni di euro (e non le cifre
assurde citate a sproposito da Ennio richiamando componenti
tariffarie che evidentemente non sa cosa siano) '
R.: dal momento che l'unica informazione veritiera è di tuo
appannaggio, ci potresti comunicare la fonte della verità
che ti ha sussurrato i 900 milioni ? E ammesso, ma non
concesso, che tale sia l’ammontare, non ti sembrano
comunque …tantini ?
Scrivi: Su quelle installazioni incentivate, la Stato ha
incassato IVA? Sì!
Lo Stato ha incassato imposte dirette dai lavoratori che
quelle installazioni hanno effettuato? Sì!
Devo proseguire?
R. Proseguo io per te... tutto quello che lo stato ha
incassato dai privati lo sta restituendo a rate al
contribuente per un ammontare pari al 55% della spesa.
Tenuto conto che l'IVA è al 20% e la tassazione netta IRPEF
si puo calcolare al 15% sul valore della manodopera
fatturata , significa che per le casse erariali nei
prossimi 5/10 anni vedranno ci sarà una perdita pari al 20%
dei lavori fatturati.
A questi si aggiungono gli aiuti degli enti locali …
anche i più piccoli comuni ....vogliono partecipare alla
crociata (Il comune di Sassuolo contribuisce con 500 euro
per ogni KW nominale,fino ad un massimo di 1500 per
l’installazione di pannelli fotovoltaici).
Risultato: non conosceremo mai quanti soldi effettivamente
dalle casse pubbliche siano usciti...
Tralascio di trattare i contributi di enti pubblici locali
e europei ( … ancora nostri soldi) concessi ad aziende e
produttori ......
Circa i contributi previdenziali , essi sono incassati
dall’INPS che dovrà restituirli con le pensioni future e
quindi rappresentano un debito.
Scrivi: Se un addetto installa 30 pannelli solari e l’anno
dopo ne installa 25, mediamente avrà installato 27,5
pannelli all’anno ma la sua produttività è data il primo
anno dall’energia prodotta dai primi 30 pannelli e il
secondo anno dall’energia prodotta dai primi 30 che si
somma a quella prodotta dai successivi 25.
R.: Se un confronto di efficienza e produttività va fatto
in par condicio, dobbiamo porci la domanda se sia più
efficiente e produttivo impiegare un addetto nell’energia
rinnovabile o nell’energia nucleare e non certo
considerare solo il lavoro dell’addetto alle energie
alternative !
Riguardo l’abc dell’economia , anche uno sprovveduto
intuisce che non è la produzione di energia bensì il
consumo di energia che crea posti di lavoro produttivi utili
per il paese.
Su una forza lavoro pari a 5, che senso ha tenerne 4
impegnati a produrre una unità di energia ( .. è il caso
del solare ) per il quinto addetto alla manifatturazione ,
quando con il nucleare ne è sufficiente uno solo per
produrre 4 unità di energia e consentire agli altri
quattro di produrre ciò di cui il paese necessita senza
importarlo ?
Quando scrivo:” Il piano governativo sul nucleare dispone
che nessun soldo pubblico debba essere versato e che le
scorie sono a carico di chi le produce.” e mi rispondi che
è falso , per il solo fatto che l’ AD dell’Enel nel ha
prospettato di richiedere "una soglia minima garantita"
nelle tariffe di vendita dell'energia elettrica” ,
rappresenta il massimo dell’impudenza di chi parla senza
aver letto il piano del governo per riattivare il nucleare.
Ripeto: non esiste nel piano governativo alcun obbligo o
promessa di contributi sugli investimenti ( … che lo
stesso AD dell'Enel conferma.. ) o prezzi tariffari di
favore verso i gestori
Per cui tutte le tue considerazioni successive sono …
esercitazioni verbali campate in aria ….
Ad oggi, l’unico dato certo, è che le energie
alternative, grazie ai contributi dati ai produttori, ci
costano ben quattro volte rispetto ai prezzi di mercato e
la cuccagna avrà la durata di 20 anni.
Quando scrivi: “In Europa il contributo del nucleare alla
potenza elettrica installata è sceso dal 24% del 1995 al
16% (… 27,8% secondo Wikipedia) del 2008”, per far
intendere che il nucleare è una fonte di energia obsoleta ,
ti rispondo trascrivendo quanto pubblica Wikipedia che
smentisce i tuoi dati ( .. di cui non citi la fonte ) e le
prospettive sul nucleare…
“Nell'Unione europea l'energia nucleare si attesta
stabilmente come la seconda fonte nell'elettro-generazione,
producendo nel 2008 il 27,8% dell'energia elettrica
complessiva, poco al di sotto del carbone (937 TWh contro
940 TWh)[14].
Sessantacinque reattori nucleari per 62,862 GW di potenza
elettrica netta complessiva sono in costruzione a gennaio
2011 in vari Paesi del mondo: Argentina 1, Brasile 1,
Bulgaria 2, Cina 27, Corea del Sud 5, Finlandia 1, Francia
1, Giappone 2, India 5, Iran 1, Pakistan 1, Russia 11,
Slovacchia 2, USA 1, Taiwan 2, Ucraina 2[15].
Prospettive per il futuro
Nel 2010 l'AIEA ha previsto due scenari (uno "di minima", in
base alla situazione attuale, e uno "di massima", che
prevede una ripresa economica e normative più forti sulle
emissioni di gas serra) per il futuro dell'energia nucleare
nel mondo fino al 2050)[16].
In entrambi i casi aumenterà di molto la potenza nucleare
globale: gli attuali 374 GW diventeranno nello scenario
minimale 453 GW nel 2020, 546 GW nel 2030 e 590 GW nel 2050
mentre nello scenario massimale le stime sono di 550 GW nel
2020, 803 GW nel 2030 e 1 415 GW nel 2050.”
Quando obbietti alla mia affermazione:
“Gli impianti erano dell'ENEL, che agiva in monopolio,
interamente controllata dallo Stato. E, poichè lo Stato
siamo noi e siamo stati noi da sprovveduti a decidere di
chiuderle, a chi vuoi addebitare i costi ?”,
rispondendo che in sostanza la chiusura delle centrali
nucleari fu il risultato della volontà politica e che il
referendum è stato una pura formalità sbrodolando una
serie di considerazioni e fatti dei decenni precedenti , è
l’ennesima dimostrazione del tentativo di ammassare un
sacco di parole per far scordare i fatti che portarono alla
chiusura delle centrali.
Quale politico poteva essere così cretino, dal punto di
vista elettorale, di opporsi all’80,6% degli elettori che
dissero no al nucleare ?
I costi degli impianti per produrre energie alternative, per
quante economie di scala si possono fare , potranno ridursi
di ben poco essendo l’hardware elettro/meccanico
prevalente , così come è avvenuto per altre industrie
similari ‘mature’ come quella automobilistica
Circa i rischi del nucleare, che con i reattori di III
generazione sono stati di molto ridotti, c’è il solito
tentativo di far leva sulla paura , la stessa che , se ben
orchestrata, ci porterebbe a richiedere lo svuotamento di
tutti i bacini elettrici in Italia terrorizzando gli
Italiani con questa semplice domanda: lo sapete che , in
caso di terremoto con una potenza pari a quella
verificatosi in Giappone, tutte le dighe, molte costruite
nell’anteguerra, crollerebbero ?
25 marzo 2011 2:25 - sergio2
...
Scusate mi sono dimenticato di proporvi un passaggio del
rapporto francese citato nel precedente intervento. Rimedio
in modo da evitare ai pigri di non trovare riscontro di una
affermazione sintetica precedentemente fatta.
In questo passaggio, di seguito riprodotto, si afferma che
"in seguito a queste constatazioni e raccomandazioni,
occorre assolutamente valutare l'esperienza dei cantieri di
Olkiluoto, Flamanville e Taishan, prima di cominciare la
costruzione di Penly 3."
Ecco. cosa si legge nel rapporto:
"Il découle aussi de ces constats et recommandations
qu’il convient impérativement d’effectuer un retour
d’expérience des chantiers d’Olkiluoto, de Flamanville
3, et de Taishan (Chine), avant de commencer la construction
proprement dite de Penly 3"
Interessante, non trovate?
I francesi dicono, attendiamo di vedere gli esiti dei
cantieri in essere prima di procedere con l'altro cantiere
deliberato (in altro passaggio si dichiarano preoccupati per
l'aumento dei costi già registrato nei cantieri in essere);
da noi invece si sbandierano certezze a buon mercato... Ogni
centrale costerà... Nel 2012 sarà posta la prima pietra...
Entro il 2020 avremo attivi almeno 4 nuovi reattori...
Chissà se l'entusiasta Berlusconi, Scajola, Romani,
Prestigiacomo & C. hanno letto questo rapporto...
Loro che affermavano che nel 2012 si sarebbe posta la prima
pietra.
A proposito, Enel ancora il 15 marzo 2011 affermava che
investiranno le risorse necessarie "in preparazione a tutta
la procedura di autorizzazione e di selezione dei siti, per
permetterci di arrivare al 2015 ad un progetto soddisfacente
approvato e cantierato".
Non so come la metteranno con la "moratoria" appena
deliberata, ma senza ancora aver iniziato siamo a ben tre
anni di ritardo sulla tabella di marcia.
Tutte persone affidabili e credibili, non vi pare?
25 marzo 2011 1:57 - sergio2
...
Un interessante documento che aiuta a comprendere a chi
serve l’attuale nucleare
__________________________________________
Al link segnalato trovate la sintesi del rapporto Roussely
sul nucleare civile.
Si tratta di uno studio, commissionato dal presidente
Sarkozy, pubblicato in forma sintetica su autorizzazione
presidenziale.
Tra le tante cose interessanti si legge che l’EPR è
invendibile e che bisognerà tener conto dell’aumento dei
costi dei due progetti in corso d’opera, Olkiluoto in
Finlandia e Flamanville in Francia. È necessario aspettare
prima di avviare l’EPR di Penly e ogni nuovo progetto
dovrà essere ottimizzato (questo il succo, andando al
nocciolo).
Ma ecco cosa dice esattamente il rapporto:
“La complexité de l’EPR résultant des choix de
conception, notamment du niveau de puissance, de
l’enceinte, du récupérateur de corium (core catcher) et
de la redondance des systèmes de sécurité est
certainement un handicap pour sa réalisation et donc ses
coûts. Ces éléments expliquent en partie les difficultés
rencontrées en Finlande ou à Flamanville. Il convient donc
de poursuivre l’optimisation de l’EPR à partir du
retour d’expérience des réacteurs en construction et de
l’acquis des réalisations antérieures. Cette
optimisation devra faire l’objet d’un développement
mené en commun par EDF et AREVA, en liaison avec l’ASN en
vue de progresser dans la conception détaillée à sûreté
égale.
Parallèlement, des modèles plus petits que l’EPR
semblent plus conformes aux attentes de certains clients. Il
convient donc de compléter l’offre française et de
disposer de plusieurs familles de produits compétitifs sur
le marché international.”
Se leggete il rapporto capirete tante cosette riguardo alle
preoccupazioni francesi… e agli interessi in ballo.
Riguardo alle scorie e alla realizzazione del sito di
stoccaggio, il rapporto segnala ritardi e difficoltà ma
soprattutto suggerisce una collaborazione tra EDF, Areva e
ANDRA (l’agenzia francese incaricata della gestione delle
scorie) per “addomesticare” l’autorità per la
sicurezza nucleare (ASN) e indurla a essere
“responsabile” e “realista”.
Facciamo parlare il rapporto:
“Il est désormais indispensable que l’ANDRA définisse
de façon urgente la planification opérationnelle fine de
la préparation de l’échéance de 2015 concernant le
centre de stockage profond (CSP).
Pour pouvoir atteindre cet objectif, il est proposé que
l’ANDRA associe d’urgence EDF, AREVA et le CEA à la
définition optimisée du CSP et à sa réalisation.
Parallèlement, il convient de responsabiliser l’ASN, dont
le rôle, dans la définition d’un cahier des charges
réaliste de l’ouvrage, peut s’avérer crucial.”
Abbastanza chiaro, no?
L’autorità indipendente, sia indipendente ma non troppo
diversamente rischia di crearci ostacoli, questo il succo
senza tante ipocrisie.
Torniamo in casa nostra, adesso, e dal sito Enel
apprendiamo:
http://www.enel.it/it-IT/eventi_news/news/2010/nucleare_cern
obbio/resoconto.aspx
"Sull’esempio di Flamanville in Francia, dove Enel ed Edf
stanno costruendo un impianto di terza generazione avanzata
con reattore EPR, Conti spiega che i costi per una centrale
da 1.700 MW sono circa 4-5 miliardi. Poi aggiunge: “Ci
aspettiamo un ritorno normale, che di solito è del 10-15%
sul capitale investito”. E facendo un paragone con altre
fonti di energia l’AD ricorda che “per le rinnovabili si
va dall'8-9% fino al 20-30% quando ci sono “distorsioni da
incentivi”.
Ma non è lo stesso impianto di cui scrive il rapporto
appena citato? Sì, ma improvvisaemtne diventa un esempio da
seguire.
Ma l'aspetto centrale del comunicato Enel, molto
interessante per gli investitori, è che se Enel spende le
cifre indicate per COSTRUIRE le centrali potrà attendersi
un ritorno sul capitale investito superiore rispetto a
quello atteso con le fonti rinnovabili al netto delle
distorsioni dovute agli incentivi. Poiché gli incentivi
andranno a scendere, meglio passare ad altro.
Queste le grandezze, le differenze da 10-15% a 8-9%, che
rendono interessante il nucleare nell’ottica industriale
di Enel… mentre il nostro interesse di cittadini è tutto
da dimostrare anche perché la contropartita della riduzione
del costo dell’elettricità non ci sarà, avendo Enel
chiesto che sia garantita, per remunerare gli investitori,
"una soglia minima garantita" nelle tariffe di vendita
dell'energia elettrica, ovvero l’attuale sistema CIP6 e
altre diavolerie che non ci consentono di pagare
l’elettricità ai valori di mercato.
Ma perché Enel possa avere un ritorno sul capitale
investito di qualche punto percentuale in più, a noi
interessa farci carico dei rischi connessi al nucleare?
24 marzo 2011 14:41 - sergio2
.....
La Germania, questi emotivi senza razionalità... Vuoi
mettere gli italiani con i loro attimini di
riflessione...
....
Terza Puntata.
Riprendiamo Ennio e il suo intervento del 21 marzo (ore
19:33).
------------
Ennio si rivolge a me, e scrive:
“Scrivi; ..va considerato che il nucleare non è certo
realizzato con soldi privati ma con investimenti pubblici
importantissimi a cui si sommano costi interamente a carico
della collettività.
R. Hai scritto una bugia. Il piano governativo sul nucleare
dispone che nessun soldo pubblico debba essere versato e che
le scorie sono a carico di chi le produce.”
------------
Risposta. FALSO!
Il 15 luglio 2009 la stessa Enel ha dichiarato (per bocca
dell’AD Conti) che non chiederà né incentivi, né
sussidi allo Stato ma che, per poter rassicurare gli
investitori che anticiperanno i capitali necessari,
occorrerà "una soglia minima garantita" nelle tariffe di
vendita dell'energia elettrica analoga quindi ai prezzi
incentivati cosiddetti CIP6 pagati nelle bollette.
Di fatto, anche in presenza di congiunture favorevoli per la
discesa dei costi di altre tecnologie o dei carburanti, il
consumatore italiano si troverebbe a pagare per i prossimi
decenni (i tempi di ammortamento dei finanziamenti per il
nucleare) una bolletta più alta per sostenere i costi delle
centrali Enel.
In sostanza, il nucleare dovrebbe ridurre la bolletta,
affermano i sostenitori, ma per remunerare gli investitori
si mantiene il prezzo alto.
Cornuti e mazziati.
Non addentriamoci su altre questioni (trasferimenti,
immobilizzi, operazioni finanziarie, azionariato) complesse
perché sarebbe del tutto inutile, se non si conoscono
nemmeno i pilastri su cui poggia l’intera operazione di
rilancio del nucleare.
Il CIP6, per chi non lo sapesse, è una delibera del
Comitato Interministeriale Prezzi adottata nel 1992, a
seguito della legge n. 9 del 1991, con cui sono stabiliti
prezzi incentivati per l'energia elettrica prodotta con
impianti alimentati da fonti rinnovabili e "assimilate".
La parolina magica "assimilate" fu aggiunta, in perfetta
tradizione italiota, alla previsione originaria in sede di
approvazione del provvedimento per includere fonti di vario
tipo, non previste dalla normativa europea in materia.
Motivo per cui c’è un complicato contenzioso europeo che
vede ancora una volta l’Italia sul banco degli
imputati.
In conseguenza della delibera "CIP6", chi produce energia
elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha diritto a
rivenderla al Gestore dei Servizi Energetici a un prezzo
superiore a quello di mercato.
I costi di tale incentivo sono finanziati mediante un
sovrapprezzo del 6-7% del costo dell'energia elettrica, che
viene addebitato direttamente ai consumatori finali nel
conteggio di tutte le bollette (componente A3 degli oneri di
sistema). Dall’analisi del conto CIP6 (fonte GSE)
appuriamo che la quota più consistente va a tutto ciò che
con le rinnovabili non ha proprio nulla da spartire.
Da diversi anni il numero di reattori nel mondo è
sostanzialmente stabile intorno a 440 unità e nei prossimi
anni le centrali nucleari che saranno spente per ragioni
tecniche od economiche sono in numero maggiore di quelle che
entreranno in funzione.
In Europa il contributo del nucleare alla potenza elettrica
installata è sceso dal 24% del 1995 al 16% del 2008.
L’energia elettrica prodotta col nucleare nel mondo è
diminuita di 60 TWh dal 2006 al 2008.
Il nucleare è in declino perché non è economicamente
conveniente in un regime di libero mercato.
Se lo Stato non si fa carico dei costi “occultati”
(scorie, dismissione degli impianti, assicurazioni,
sicurezza) e non garantisce ai produttori di energia
nucleare consumi e prezzi alti, il tutto ovviamente a
svantaggio dei cittadini, nessuna impresa privata è
disposta ad investire in progetti che presentano alti rischi
finanziari di vario tipo, a cominciare dalla incertezza sui
tempi di realizzazione.
Nei piani governativi non ho trovato traccia del fatto che
Enel si assumerà l’onere delle scorie e dello
smantellamento e bonifica dei siti. Se mi sbaglio, ma non
credo visto quel che succede altrove, chiedo scusa per
l’inesattezza, ma in tal caso chiedo a Ennio di indicarmi
il documento nel quale avrebbe letto questa favolosa notizia
che deporrebbe a favore del piano italiano.
Per approfondimenti: www.iaea.org
-----------
Torniamo a Ennio.
“Scrivi: Chi sta pagando il costo delle scorie e dello
smantelalmento delle centrali spente?
Stiamo pagando mediamente 300 milioni di euro all’anno da
oltre vent’anni in bolletta elettrica più tutto quello
che paghiamo con il denaro pubblico.
R. Gli impianti erano dell'ENEL, che agiva in monopolio,
interamente controllata dallo Stato.
E, poichè lo Stato siamo noi e siamo stati noi da
sprovveduti a decidere di chiuderle, a chi vuoi addebitare i
costi ?”
-------------
Risposta.
Sull’affermazione “lo Stato siamo noi” ho molti dubbi,
ma non è questa la sede per discuterne.
Quando il nucleare è stato imboccato in Italia, seconda
metà degli anni ’50, non essiteva ancora la
nazionalizzazione dell’elettricità.
Quindi Ennio è affetto da forte strabismo storico.
Gli intrecci societari sono ben più complessi della banale
affermazione che fa Ennio.
All’epoca, le tantissime industrie private dell'energia
elettrica, per trattare direttamente la realizzazione delle
centrali nucleari, si mossero alacremente in un settore
caratterizzato dall'assenza di leggi e aperto a ogni tipo di
speculazione, anche straniera.
La prima centrale, quella del Garigliano, fu realizzata con
soldi prestati dalla Banca Mondiale (credo sia l’unico
caso al mondo), su richiesta USA che, visto il fiume di
denaro che riversava in Europa per la ricostruzione, aveva
qualche interesse industriale da tutelare e favorire.
Nel giro di pochi mesi furono costituite delle società di
diritto privato per trattare direttamente con gli americani
e con gli inglesi l'acquisto dei reattori: Edison, Agip,
Eni, IRI, Finmeccanica… alcuni dei nomi coinvolti
nell’operazione di costituzione di società ad hoc.
Le due storiche centrali di Latina e del Garigliano furono
le uniche realizzate in tempi brevi e in un certo senso
furono dei prototopi anche per gli USA. Diciamo,
semplificando, che abbiamo fatto le cavie.
Enel è tuttora controllata dallo Stato attraverso il
Ministero dell’Economia.
Suggerisce qualcosa questo dettaglio?
Le tariffe elettriche sono soggette a precise disposizioni
di legge.
Su queste tariffe gravano una serie di voci che servono a
finanziare le politiche energetiche, compresi i combustibili
fossili e persino agevolazioni alle Ferrovie dello Stato.
Una parte consistente della bolletta elettrica è composta
di tasse nazionali e imposte degli enti locali.
Falso che siamo stati noi a decidere di chiudere le centrali
come ormai ho ripetuto infinità di volte.
Le centrali furono fermate molto prima dei referendum.
I referendum non comportavano la chiusura delle centrali
esistenti.
La scelta di uscire dal nucleare fu politica e fu presa ben
prima dell’esito referendario.
Poi i politici avallarono, per opposti interessi e con
l’ausilio di un sistema informativo servile,
l’interpretazione che l’uscita fu determinata
dall’effetto emotivo scatenato da Chernobyl.
Ben strano effetto visto che andò a votare appena il 65%
degli aventi diritto.
Persino su Wikipedia alla voce “energia nucleare in
Italia” si legge:
“È da notare come i tre referendum non vietavano in modo
esplicito la costruzione di nuove centrali (e men che meno
imponevano la chiusura di quelle esistenti o in fase di
realizzazione) ma si limitavano ad abrogare i cosiddetti
"oneri compensativi" spettanti agli enti locali sedi dei
siti individuati per la costruzione di nuovi impianti
nucleari…”.
La storia del nucleare italiano dimostra caso mai quanto
siano stati sprovveduti i nostri politici o cialtroni o
disonesti o incapaci o un mix di tutto ciò.
----------
Torniamo a Ennio.
“Scrivi: Il costo delle fonti rinnovabili è in continua
discesa come dimostrano i dati di mercato e gli studi
storici sul settore.
R. Di quali dati e studi di settore stai parlando ? L'unica
voce che non ha subito aumenti sono i pannelli solari per il
semplice fatto che una gran parte sono di produzione
cinese.”
-------------
Risposta.
Sorvolo sulla solita banalità sulla Cina (c’è
un’ottima produzione europea, italiana e tedesca
soprattutto).
Lo studio del MIT, per esempio.
Le fonti europee che ho citato in apertura di questo
intervento, per esempio.
Il dipartimento Energia USA, AIEA…
---------
Ancora Ennio.
“Scrivi: I costi del nucleare sono invece in continua
crescita come testimoniano i dati relativi ai reattori in
costruzione e quelli relativi ai reattori in funzione che
periodicamente sono sottoposti a verifiche e adeguamenti
costosissimi.
R.: per quanto in crescita , non raggiungeranno mai le cifre
da capogiro di cui abbisognamo per produrre la stessa
quantità di energia dall'eolico/solare.”
--------
Risposta.
Ancora una volta riduci le fonti rinnovabili a
eolico/solare.
O quella di Ennio è ignoranza o è malafede.
Ancora una volta devo riconfermare che il mondo delle
rinnovabili è molto più ampio.
Ho citato per esempio l’apporto sul fabbisogno italiano
dell’idroelettrico: settore da rilanciare, soprattutto con
piccoli impianti a servizio dei piccoli corsi d’acqua che
mettono in ginocchio l’Italia dopo appena 2 giorni di
pioggia.
Il dato tedesco ci dimostra che non è vero quanto afferma
Ennio e in ogni caso nel costo va aggiunto tutto quello che
rientra nel ciclo del nucleare, quindi anche scorie,
smantellamento e bonifica.
Va poi messo in conto il costo degli incidenti, che
purtroppo si verificano e mandano alle ortiche qualsiasi
previsione di convenienza economica.
Anche in Italia abbiamo sfiorato più volte la tragedia.
Ecco uno stralcio delle dichiarazioni di Marco Fra, nel 2000
Assessore alla pianificazione territoriale della provincia
di Vercelli:
“Quando si è verificata l’alluvione del 15 ottobre 2000
io mi occupavo di protezione civile. Sicuramente nella sua
introduzione, presidente, lei e` stato molto chiaro: il
rischio che ha corso non solo il Piemonte ma tutto il nord
Italia per l’allocazione di questi due siti nucleari è
grave. Noi abbiamo trascorso due notti veramente
d’angoscia: se il canale Farini, che è uno dei canali che
erano stati riempiti d’acqua dall’esondazione della
Dora, avesse rotto
cinquecento metri più a monte e invece di defluire in Dora,
senza passare sull’impianto dell’ENEA e lambendo
solamente una parte della SORIN, fosse passato direttamente
sull’ENEA si sarebbe prodotto un disastro ambientale di
dimensioni sicuramente non misurabili. Infatti, vista la
quantità di scorie, tra liquide e barre, e di altri
materiali che sono giacenti in questi siti, non sappiamo fin
dove vi sarebbe stata contaminazione. Sicuramente per tutta
l’asta del fiume Po e forse anche fino all’Adriatico.
Abbiamo corso davvero un rischio che riguardava non un
comune ma un’intera parte dell’Italia”.
Sapete cosa prevedeva il piano di emergenza approntato in
quella circostanza?
Quel che si dimentica è che la nostra particolare rete
idrica del nord Italia è tutta interconnessa al PO: un
disastro nella Dora Baltea o nel Sesia comprometterebbe in
breve e per lunghissimo tempo tutta la pianura padana, con
buona pace di Bossi e della sua ampolla!
Sempre a Saluggia c’è stata una recente perdita di acque
radioattive dalle vasche di deposito che ha creato molta
preoccupazione: il deposito è posto in prossimità ai pozzi
dell’acquedotto che serve tutto il Monferrato.
Sembra che la perdita ci sia dal 2004 ma fu scoperta solo
nel 2008; la radioattività è stata rilevata dall’ARPA ma
i parametri non destano particolare preoccupazione.
Casualità: la perdita poteva essere più rilevante.
Sempre la casualità volle che il cedimento del basamento
della centrale di Caorso avvenisse in fase di costruzione e
non a centrale funzionante: ci siamo evitati un incidente
devastante consolandoci con una spesa 7 volte superiore a
quella prevista.
Sicurezza significa non affidarsi alla casualità, ma questo
i nostri cialtroni politici non l’hanno capito.
O sono disinteressati al tema?
Quando si parla di sicurezza di una centrale nucleare,
bisogna comprendere che non stiamo parlando di un
elettrodomestico e del rischio che il cestello della
lavatrice prenda il volo.
Stiamo parlando di una complessa struttura tecnologica che
va valutata nella complessa interazione con l’ambiente in
cui è posta.
Popolazione residente, struttura geologica del sito, rischio
sismico, caratteristiche del territorio, rete idrica e
fluviale…
Ovvio che i siti alluvionali richiedono particolari
attenzioni così onerose che rendono sconsigliabile la
realizzazione di una centrale in zona alluvionale.
Esattamente il contrario di quel che hanno fatto e che ci
apprestiamo a rifare!
Trino, Saluggia, Caorso, Garigliano… tutte zone
alluvionali.
Per non parlare dello scongiurato pericolo del sito unico
nazionale previsto a Scanzano Jonico.
Evidentemente quelli dell’Agenzia Internazionale
dell’Energia Atomica (AIEA) dovevano aver bevuto non poco
quando hanno indicato che per la scelta di un sito geologico
per l’immagazzinamento di scorie radioattive la zona non
deve essere né sismica né vulcanica; non deve essere
vicina a fiumi, laghi o falde acquifere superficiali; non
deve essere vicino a centri abitati o in zone dove
ragionevolmente si prevede uno sviluppo urbano; non deve
essere in montagna o su coste soggette a frane, erosioni,
alluvioni; non deve essere in zone dove sono presenti
giacimenti petroliferi o di gas.
Il sito di Scanzano Jonico presenta tutti questi aspetti
negativi (manca solo il vulcanismo).
Riguardo, infine, al fabbisogno di energia, valutiamo
- di quale esigenza parliamo,
- la capacità produttiva installata,
- i possibili interventi sulla rete distributiva per
migliorarne la resa,
- i ritmi di crescita della domanda,
- gli interventi finalizzati a migliorare efficienza e
risparmio energetico,
- le diverse opzioni possibili per soddisfare la domanda di
energia e ovviamente i costi di ogni opzione.
Scopriremmo che quanto è forse necessario per il prossimo
decennio potrebbe essere facilmente prodotto aumentando la
produttività del nostro parco centrali sottoutilizzato, con
modesti interventi nel settore delle rinnovabili, con
modesti incentivi per migliorare efficienza e risparmio.
Quanto agli incentivi, in fondo si tratta di restituire a
tanti una parte di quanto ogni bimestre è regolarmente
sottratto dalle tasche degli italiani (a beneficio di pochi)
con gli infernali meccanismi che formano la bolletta
elettrica che il ministro Romani non riesce a decifrare (la
cosa non mi stupisce).
Con il piccolo dettaglio non trascurabile che con questi
incentivi si favoriscono attività che danno un gettito allo
Stato in termini di IVA e imposte.
Ergo, una parte di quanto restituito a tanti cittadini,
divenuti piccoli produttori elettrici, torna ancora nelle
casse statali.
Infine, ho già detto che a mio avviso è da rivedere il
meccanismo degli incentivi.
24 marzo 2011 13:50 - Cepu
Breaking News !!
FRANCOFORTE - «Più presto la Germania uscirà dal nucleare
meglio sarà». Lo ha detto la cancelliera Angela Merkel, a
Francoforte. La Germania è l'unica tra le maggiori nazioni
del mondo ad essere determinata ad abbandonare l'energia
nucleare per i rischi correlati a questa tecnologia. La
maggiore economia europea sta stanziando miliardi di euro
per usare le fonti rinnovabili in modo da soddisfare i suoi
bisogni. Era programmato che la transizione avvenisse per
gradi nei prossimi 25 anni, ma il disastro alla centrale di
Fukushima ha accelerato il processo.
NUOVA ERA - Il cancelliere Angela Merkel ha detto che la
«catastrofe di apocalittiche dimensioni» ha
irrimediabilmente segnato l'inizio di una nuova era. La
decisione di Berlino di spegnere temporaneamente 7 dei suoi
17 reattori per controlli di sicurezza fornisce un'idea di
cosa cambierà per un Paese industrializzato quando,
rinunciando al nucleare, si perde un quarto dell'energia a
propria disposizione.
23 marzo 2011 17:59 - sergio2
...
Grazie Tassofisso, spero di contribuire a chiarire senza
pretesa di avere ragione o di essere infallibile o di avere
la soluzione in tasca.
...
Seconda puntata
Riprendiamo Ennio e il suo intervento del del 21 marzo (ore
19:33).
---------
Ennio si rivolge a me, e scrive:
“Scrivi che la classe dirigente ( ...immagino i politici )
ti fa... orrore.
Che strano.. . è la stessa classe dirigente che ha votato
per sussidi tra i più alti d'Europa per l'eolico-solare che
tu adori.”
----------
Risposta.
Ennio, dovresti leggere con più attenzione quanto gli altri
scrivono, diversamente fai la figura di quello che non
capisce o che non vuole capire.
La classe dirigente politica non mi fa orrore, la considero
semplicemente piena di cialtroni, cosa leggermente diversa.
Ho anche detto che Formigoni mi è simpatico…
Ciò non esclude che anche un balordo possa risultare
simpatico.
Ho motivato queste valutazioni con dati e riflessioni sulle
quali Ennio ironizza, ma non presenta argomenti per
contestare quanto affermo.
Cosa è avvenuto adesso che non fosse prevedibile già prima
di rilanciare il nucleare?
Assolutamente nulla: nessun evento straordinario non
prevedibile. Infatti, la AIEA aveva richiamato la Tepco già
sette volte in questi ultimi anni per violazioni delle norme
di sicurezza, anche per gli impianti sotto gli occhi di
tutto il mondo. E anche da Germania e Francia ogni giorno
filtrano notizie allarmanti sullo stato di sicurezza degli
impianti.
Non adoro affatto l’eolico-solare ma come ho scritto
vorrei che si facesse un dibattito vero intorno al problema
energetico e alle diverse opzioni.
Perché dobbiamo ripensare adesso una scelta che è stata
già fatta?
Evidentemente perché non è stata valutata accuratamente
prima.
Perché a ogni incidente si ripropone il tema della
sicurezza?
Perché evidentemente ogni incidente ci mette di fronte a
scenari non previsti.
Perché dobbiamo sentire dei cialtroni dire “ma quelle
sono centrali vecchie!”
E cosa sono le centrali chi ci circondano e che adesso, solo
adesso, vogliono verificare con rigore? E cosa saranno tra
trenta anni le centrali che vogliono costruire?
“La stessa classe dirigente che ha votato per sussidi tra
i più alti d'Europa” è, caro Ennio, quella stessa classe
dirigente che ho criticato per aver fatto male delle leggi
con buone finalità.
In ogni caso quelle leggi prevedevano già un livello
discendente di incentivi.
Ma poi, di cosa stiamo parlando?
Quando si parla di incentivi va considerato il costo
sociale, ovvero il costo realmente a carico della
collettività.
Il costo di circa 900 milioni di euro (e non le cifre
assurde citate a sproposito da Ennio richiamando componenti
tariffarie che evidentemente non sa cosa siano) va diminuito
dell’introito ottenuto dalle casse dello Stato per IVA,
tassazione diretta e indiretta, contributi previdenziali.
Su quelle installazioni incentivate, la Stato ha incassato
IVA? Sì!
Lo Stato ha incassato imposte dirette dai lavoratori che
quelle installazioni hanno effettuato? Sì!
Devo proseguire?
Inoltre, ho citato la strada dell’efficienza energetica
che secondo l’ENEA potrà farci risparmiare 73 TWh di
energia elettrica entro il 2020: più di quello che dovrebbe
darci il nostro piano nucleare in tempi più lunghi.
Secondo Confindustria, le aziende italiane potrebbero
risparmiare il 20% dell’energia elettrica consumata
ricorrendo a motori più efficienti.
Vi è poi una notevole quantità di energia che potrebbe
essere risparmiata nelle abitazioni, negli uffici e negli
esercizi commerciali.
In altre parole, è stupido ridurre il problema energetico a
“o nucleare o candela”, agire solo sull’offerta e non
sulla domanda, come se nulla possa essere fatto sul fronte
del consumo e della distribuzione.
E la previsione di crescita del fabbisogno fatta da Enel e
recepita dal Governo, è attendibile?
No, se prendiamo i dati di crescita degli ultimi due
decenni.
No, se consideriamo i benefici che solo di recente stanno
intervenendo sulle modalità produttive e di consumo.
No, se consideriamo che le centrali nella migliore delle
ipotesi cominceranno a essere in funzione verso il 2020. E
intanto?
Energie rinnovabili, risparmio e efficienza energetica
possono darci risultati in tempi brevi come sostiene
l’ENEA.
Il dibattito mi sembra tutto aperto e per nulla catastrofico
come viene dipinto se non si prende con decisione la strada
del nucleare.
Tanto più che è proprio il piano del governo a prevedere
nel medio periodo la copertura del fabbisogno elettrico
mediante
- 25% nucleare,
- 25% rinnovabili
- 50% fonti fossili.
Quindi, Ennio quando afferma che mai le rinnovabili potranno
dare la quota prevista con il nucleare, smentisce anche il
piano governativo e quindi conferma che al governo ci sono
persone prive di credibilità!
----------------
Riprendiamo Ennio.
“Scrivi: Secondo voi nelle vicinanze di una centrale
nucleare si può svolgere qualsiasi attività o esistono dei
vincoli?
R. In Francia , si può svolgere qualsiasi attività ...
Riguardo le tue considerazioni circa le differenze tra
'superfici' e 'territorio', devo ammettere che sei un bravo
'sofista'.
Perchè ti abbassi a fare 'queste operazioni
squalliducce?'.”
--------
Risposta.
Balle esistono limiti e vincoli, anche in Francia. Come
esistono in Italia e in ogni Paese del mondo. Documentati
prima di affermare cazzate.
Non è un caso che si acquisisce un’area molto più vasta
proprio per assicurare un’area di rispetto nelle
prossimità della centrale e che si scelgono zone a bassa
densità abitativa.
Vi sono poi esigenze di sicurezza che impongono limiti
severi in un raggio variabile da 1 a 5 chilometri dalla
centrale in base alle caratteristiche del sito.
La differenza tra superficie e territorio può sembrare un
vezzo da “sofista” a uno che di energia non capisce
nulla.
Ennio ci propone un confronto tra superficie occupata da una
centrale nucleare e una centrale solare ma questo confronto
non è affatto obbligato quando parliamo di solare, mentre
è inevitabile l’occupazione di suolo quando ci occupiamo
di nucleare.
Il tema mi sembra così evidente e di facile verifica per
chiunque che non vale la pena dilungarsi.
-----------
Ritorniamo a Ennio.
“Scrivi: Forse perché Ennio è poco informato, come
dimostra di esserlo quando afferma che un sito per le scorie
non ci serve perché non produciamo scorie (commento: .. non
l'ho mai scritto ). O quando paragona le scorie prodotte in
un anno al volume occupato da un pulmino (commento: ... è
proprio così... informati !).”
----------
Risposta.
Ecco cosa scrive Ennio (pure smemorato?) proprio in questa
discussione.
“16 marzo 2011 10:02 - ennio4531
Caro alessandro, se i siti non si sono fatti la causa
principale è da addebitarsi al terrorismo culturale dei
verdi e ad egoismi locali.
Infine , il sito di stoccaggio nasce dall'esigenza di
piazzare le scorie di future auspicabili centrali nucleari
stante il fatto che le scorie del passato stanno lì dove
sono state create.
Se poi quest'ultime dovessero essere trasferite nel nuovo
sito, meglio per tutti: si ridurrebbero i costi.”
Insomma per Ennio non c’è alcuna urgenza, il sito
nazionale sarebbe una semplice opportunità di risparmio…
Evidente che non conosce le norme internazionali in materia,
ratificate anche dall’Italia e che riguardano non solo le
scorie radioattive ma anche i rifiuti radioattivi.
E il fallimento del sito di Scanzano Jonico è per Ennio
addebitabile al terrorismo dei verdi e non alla
cialtronaggine del precedente governo Berlusconi
(legislatura 2001-2006).
Il sito di Scanzano Jonico era posto a 800 metri di
profondità in zona sismica e con un giacimento di metano a
1Km, circostanza che da sola rendeva improponibile il sito
per lo stoccaggio delle scorie.
Eppure si continua a raccontare la storiella che quella
bellissima soluzione è naufragata per l’opposizione
“antiquata” delle popolazioni locali strumentalizzate
dai soliti signori del “no”.
Per favore, un po’ di serietà.
Quanto alle scorie, caro Ennio, non si tratta solo dei
residui di combustibile, ma come ho già scritto anche le
strutture, per esempio, sono scorie da custodire in
sicurezza e persino le acque di raffreddamento in
determinate circostanze per niente eccezionali.
Le centrali a ciclo concluso vanno smantellate e basta
vedere cosa succede in USA per rendersi conto che stiamo
parlando di enormi parcheggi pieni di pulmini.
Mi spiace, Ennio, ma olttre a essere tu che ti devi
informare, dovresti prestare più attenzione a quanto gli
altri scrivono.
Oggi nel nostro Paese ci sono circa 100mila metri cubi di
scorie nucleari, di cui 27mila metri quadrati derivanti
dalle attività delle vecchie centrali nucleari, 50mila
metri cubi prodotti dal parziale smantellamento delle
vecchie centrali, e 20mila metri cubi di rifiuti nucleari
che arrivano dalla ricerca e dalle attività ospedaliere e
industriali.
Fonte APAT Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i
Servizi Tecnici - INVENTARIO NAZIONALE DEI RIFIUTI
RADIOATTIVI
Quanti pulmini fanno? Diciamo 20.000... e non è ancora
finita perché lo smantellamento è ancora da ultimare
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Torniamo a Ennio:
“Parli di vita media e di scorie delle centrali
nucleari... nulla ci dici sulla vita media degli impianti
eolici/solari e sui loro costi di smaltimento dopo i 20
anni.”
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Risposta.
Ho forse affermato di aver esaurito tutto quello che c’è
da dire sull’argomento?
Ho forse preso l’impegno di essere enciclopedico e
discutere di ogni aspetto del tema energetico?
La discussione ha un tema: nucleare e credibilità
Ma guarda un po’!
C’è una parte politica che ha preso una decisione senza
svolgere analisi accurate sui diversi scenari possibili,
senza risolvere il tema delle scorie e della sicurezza,
senza discuterne preventivamente con gli Enti locali, senza
avviare un dibattito e adesso non solo dobbiamo sorbirci
questi stessi cialtroni che dicono “riflettiamo” ma
anche che un Ennio qualsiasi si diverta a mettere in
relazione il tema della durata delle centrali nucleari e del
necessario smaltimento con il tema degli impianti
eolici\solari e il loro smaltimento.
Stesso ordine di problemi, non è vero?
Stessi rischi per l’ambiente e la salute, non è vero?
Come se non bastasse Ennio ancora una volta dimostra la
scarsa capacità di attenzione e di comprensione.
Si diverte a fare confronti e richieste del tipo: “perché
mi parli dell’elefante e non della formica?” chiede a
chi è stato interrogato sui pachidermi.
Cazzo Ennio, ho constatato che la vita media delle centrali
è risultata a consuntivo più breve di quanto avessero
assicurato i famosi esperti e considerato che sulla base di
questi elementi forniti dagli esperti si basa la valutazione
di convenienza economica del nucleare… ecco che tutto
risulta alquanto vacillante.
Anche perché non solo la vita delle centrali è risultata
più breve ma gli interventi in corso di vita per
adeguamenti degli standard di sicurezza offrono uno scenario
a consuntivo completamente diverso da quello originario,
oltre ad aver dimostrato l’inadeguatezza progettuale.
La centrale del Garigliano è stata chiusa dopo appena 14
anni di vita! (e ben prima dei referendum)
La centrale di Trino è stata ferma per 6 anni su 20 di
attività per adeguamenti tecnici.
La centrale di Latina è stata chiusa dopo 4 mesi da
Chernobyl e dopo analisi durate un anno fu chiusa
definitivamente con delibera Cipe nel dicembre 1987. E non
c’entrano i referendum, infatti Caorso e Trino furono
fermate molto prima dei referendum e poste in “custodia
protettiva passiva”con altra delibera Cipe soltanto nel
1990.
Sapete cosa significa custodia protettiva passiva?
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Fine seconda puntata. Alla prossima.
23 marzo 2011 16:41 - tassofisso
grazie Sergio per i dati e le precisazioni che ogni giorno
ci fornisci, contribuisci sempre più a rendere chiaro un
quadro che comunque non era già esaltante neanche prima,
figuriamoci adesso...
(almeno secondo me)
23 marzo 2011 14:15 - sergio2
...
Vedo solo adesso l’intervento di Ennio del 21 marzo (ore
19:33), con il quale commenta analiticamente una serie di
passaggi di un mio precedente intervento.
Analizziamo le sue argomentazioni.
Per farlo riprenderò l’intervento di Ennio riportando la
citazione che fa del mio intervento, la sua replica e quindi
la mia risposta.
Sarò lungo, ma credo che le sue osservazioni consentano di
approfondire alcuni aspetti.
Preliminarmente voglio ricordare che più volte ho affermato
in questi anni che non sono aprioristicamente contro il
nucleare, anche se non mi convince perché non trovo
persuasive le argomentazioni dei sostenitori, mentre sono
decisamente contro il modo in cui è sempre stato gestito il
nucleare in Italia e, specificatamente, non mi piace e non
mi convince il modo in cui è stato rilanciato il nucleare
dall’attuale maggioranza di governo.
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Scrive Ennio: “Allora... caro sergio, quando affermi che '
in Germania la copertura del fabbisogno elettrico da parte
dell'eolico-solare raggiunge il 17%' e ti si chiede la fonte
e rispondi il Governo tedesco senza darci un riscontro,...
per me , fino a prova contraria, ci racconti una
bugia.”
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Risposta.
Ragionamento molto illogico. Come dire che tutto ciò che
Ennio non conosce è una bugia, sino a prova contraria.
No, caro Ennio perché il dato è facilmente reperibile.
Cosa ben diversa da un dato frutto di elaborazioni, dando il
risultato delle elaborazioni e tacendo sui passaggi e sui
metodi per giungere al risultato.
No, caro Ennio non ho scritto di eolico-solare ma di fonti
rinnovabili.
Conosci la differenza?
Evidentemente no se insisti a ridurre le fonti rinnovabili
alla coppia eolico-solare.
In ogni caso, di dati ne ho forniti molti, ma hai sempre
replicato con fastidio per i dati forniti… quindi perché
darne ancora?
Adesso li chiedi, bene è un passaggio in avanti.
Visto che non sai trovare un dato pubblico, noto a chiunque
abbia un minimo di conoscenza sul tema energetico, ecco
alcune fonti.
http://www.eref-europe.org/
http://www.bee-ev.de/Energiepolitik/Europa/index.php
Datti da fare.
Attenzione, Ennio, a non confondere quota di copertura del
fabbisogno energetico nazionale con quota di fabbisogno di
elettricità.
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Riprendiamo Ennio:
“Scrivi: La ricaduta occupazionale, non è forse un tema
dei sostenitori del nucleare?.
R. Lo è, pensando che si potrebbe produrre in Italia
energia elettrica da nucleare senza importarne circa il 10%
del fabbisogno. Produttività.
Se un addetto di una centrale nucleare produce energia pari
a 18 e un addetto all'eolico/solare produce energia pari a
1, significa che la produttività e pari a 18/1.
I tuoi commenti sono ... chiacchiere.”
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Risposta.
Ennio non sa cosa sia la produttività.
Non c’è possibilità di risposta se non invitarlo
caldamente a studiare l’abc dell’economia.
Per chi vuole comprendere, ricordo che non si può applicare
all’energia il tipico modello dell’industria di beni di
consumo.
Cercherò di essere elementare.
Se 10 operai producono 1000 piatti al giorno è chiaro che
la produttività giornaliera è di 100 piatti per addetto.
Ogni giorno si ripete il ciclo: addetti, macchine, piatti
prodotti.
I piatti non possono di certo auto-ricrearsi.
Se un addetto installa 30 pannelli solari e l’anno dopo ne
installa 25, mediamente avrà installato 27,5 pannelli
all’anno ma la sua produttività è data il primo anno
dall’energia prodotta dai primi 30 pannelli e il secondo
anno dall’energia prodotta dai primi 30 che si somma a
quella prodotta dai successivi 25.
Neanche i pannelli si auto-riproducono, ma l’energia
sì!
La produttività di un impianto energetico si valuta nel
tempo di esercizio e non sull’immediato o su una singola
voce del costo di realizzazione (addetti impiegati).
L’impiego di manodopera è solo un parametro della
produttività; per valutare la convenienza va considerato
tutto il ciclo produttivo.
Assolutamente improprio e sciocco valutare una fonte
energetica esclusivamente in base al criterio della
produttività intesa come Ennio la intende.
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Riprendiamo Ennio.
“Scrivi: Quanto all’AD di Enel, trovo scarsamente
interessante un risultato numerico se non si forniscono i
dati su cui si costruisce il risultato.
R. Tu , invece, i dati su cui si costruisce il risultato li
hai forniti ?
La solita storia... solo le informazioni che assecondano il
mio pensiere sono valide, quelle dell'AD dell'ENEL ... no ..
perchè non mi assecondano.”
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Risposta.
Ho fornito i dati relativi ai piani storici dell’Enel a
supporto della necessità d ricorrere al nucleare.
Quei piani si sono a consuntivo rivelati privi di
fondamento.
Per verificarlo basta confrontare quelle previsioni di
fabbisogno con quanto realmente avvenuto.
A Ennio non è piaciuto che io rievocassi quella storia e
quella mancanza di credibilità.
Ho citato fonti da tutti verificabili: il ministero per
l’energia USA, per esempio.
Ne volete altri? Il MIT, l’ENEA, l’AIEA…
Gli altri dati che ho fornito sono relativi a dati oggettivi
nella disponibilità di tutti.
Non c’è bisogno di molte analisi per constatare che la
valutazione dell’AD di Enel è basata su dati astratti e
teorici.
Che Enel si riferisca esclusivamente ai costi stimati di
costruzione delle centrali è scritto a chiare lettere nelle
presentazioni ufficiali dei progetti...
La storia passata e recente ci insegna che tutte le
previsioni si sono rivelate sballate: Caorso, Montalto,
Finlandia… Non sono conti stilati da me, ma risultano dai
documenti prodotti dai Ministeri e dagli Enti competenti.
Non è un mistero quanto sa costata la centrale di Caorso (o
meglio c'è solo una parte di mistero poiché secondo alcuni
è costata ancor di più di quanto risulti).
Basta leggere i rapporti SOGIN per scoprire che persino lo
smantellamento è un costo previsionale. E dagli stessi
documenti si rileva il costo sostenuto annualmente per le
operazioni di smantellamento.
In ogni caso, Enel è parte in causa nella scelta nucleare;
perché dovrei considerarlo obiettivo e neutrale?
Ho poi aggiunto che il dato Enel si basa sul dato nominale
di produzione nell’arco di vita.
Il dato effettivo di produzione è ben inferiore a quello
nominale (a consuntivo, la Francia produce elettricità da
nucleare pari all’82% della potenza nominale, per
esempio; dati ricavati da UE commisisone per l'energia).
Il tempo di costruzione è sempre stato più lungo rispetto
alle previsioni.
I costi di costruzione sono a consuntivo sempre più alti
rispetto ai preventivi.
La storia del nucleare in Italia ma anche in Francia è
piena di fallimenti con centrali che sono rimaste in vita
anche solo 9, 10, 11 anni e la nostra di Garigliano è
rimasta in funzione per soli 14 anni.
I dati a consuntivo ci dimostrano costi di produzione di
gran lunga superiori per i frequenti interventi sulle
centrali per adeguamenti tecnici o verifiche straordinarie
(come succede in questi giorni ma come avvenne anche nel
1986 e nel 1979).
La nostra centrale di trino è rimasta ferma per adeguamenti
tecnici 6 anni su 20 di funzionamento.
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Proseguirò in seguito con gli altri punti.
23 marzo 2011 12:55 - sergio2
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Elogio della malafede, ovvero, come scrive Ennio, "premesso
che ognuno di noi attribuisce alle fonti la credibilità che
gli fa comodo"
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No, Ennio, spero si possa ragionare con premesse differenti
e anche se constato spesso che molti preferisocno fingere di
conoscere ciò che non conoscono, voglio sempre sperare
nella capacità di far prevalere intelligenza e onestà.
Sicuro Ennio di aver letto i documenti delle fonti che citi?
O ti sei linitato a leggere Edoardo di Pistoia?
http://www.nuclearmeeting.com/forum/showthread.php?tid=4
Secondo i rapporti OCSE per l’energia nucleare e IAEA le
riserve di uranio a costi di estrazione compatibili con il
mercato (cioè con un prezzo non superiore a 130 USD per kg)
le riserve sarebbero pari a circa 5-5,5 milioni di
tonnellate e il consumo annuale è stimato in oltre 60.000
tonnellate.
A questo ritmo l'uranio sarà esaurito verso la fine di
questo secolo.
Ma se il consumo di uranio aumenta, come vorrebbero i
sostenitori, ecco che allora finirà prima.
Sicuro?
Ma neanche per sogno.
Il Pianeta ha consistenti riserve di uranio accessibili a
costi superiori a quel livello oggi considerato accettabile,
ma che non è interessante estrarre in un mercato
sostanzialmente stagnante come quello caratterizzato da
questi ultimi due decenni.
Ancora una volta è una questione di mercato.
Se sale sensibilmente la domanda conviene investire in
ricerca ed estrazione…
Diversamente meglio lasciar crescere il prezzo dell’uranio
a causa della poca produzione.
L’impressione è che alla dipendenza da petrolio si rishi
di aggiungere la dipendenza da uranio.
Se improvviamente fossero varati i programmi di rilancio
nucleare e aumentasse la domanda di uranio… chi farà il
prezzo?
Chi lo produce o il mercato?
Ovviamente chi lo produce, trovandosi l’acquirente in una
condizione di assoluta soggezione e nell'impossibilità di
una veloce inversione produttiva.
Corretto però ricordare che il combustibile nel nucleare
non ha la stessa incidenza del petrolio nelle centrali
convenzionali.
Per dare un ordine di grandezza è sufficiente che il prezzo
dell’uranio raddoppi perché determini un costo teorico
dell’elettricità da nucleare superiore del 10%.
Come mai nemmeno i maggiori “detentori” di uranio
investono sul nucleare?
Non è difficile rispondere a questa domanda. Film già
visto tante volte.
Dal 2001 il costo dell’uranio è aumentato parecchio.
Lascio a voi il piacere di indagare sul prezzo.
20 miliardi di euro è il costo stimato di costruzione
teorico e astratto delle centrali programmate.
In passato e nel presente tutte le previsioni di costo si
sono rivelate profondamente errate.
Non è necessario rispondere alla domanda su quanto
costerebbe lo stesso apporto di energia che si vorrebbe
produrre con il nucleare se si producesse con il solare per
il semplice motivo che confronteremmo un costo certo, quello
del solare, con un costo incerto e dai rischi incalcolabili
come quello del nucleare.
Per calcolare il costo di produzione da nucleare, occorre
aggiungere il costo di scorie e smantellamento e tutti i
costi di adeguamento tecnico che sinora sempre il nucleare
ha comportato, talmente ingenti da preferire talvolta
chiudere una centrale piuttosto che adeguarla.
Il sole non è energia meccanica e nemmeno elettrica. Ma che
c’entra?
Perché l’uranio e il petrolio cosa sono? Caramelle e
bibite evidentemente per Ennio.
A Ennio cadono le braccia ma con i ragionamenti che fa casca
tutto e non solo le braccia.
Mai sentito parlare di combustibili e fonti energetiche?
Cosette che abbinate a qualche tecnologia consentono di far
correre un’auto, illuminare le strade…
Finiamola poi d’insistere sul tema della quantità di
energia necessaria come se su domanda, consumo e
distribuzione nulla si possa fare.
L’esigenza di approvvigionamento energetico non può
essere affrontato ancora oggi con la logica del secolo
scorso quando l’idea dell’energia a basso costo ha
prodotto politiche dissennate di produzione, distribuzione e
consumo.
Il caso francese è un chiaro esempio di cosa significhi
l’idea che l’energia costa poco e quindi non serve
efficienza e responsabilità nel consumo.
Oggi la Francia ha la maglia nera nello sperpero
distributivo di energia (batte persino l’Italia), è
indietro sulle rinnovabili e sul risparmio energetico, non
ha alcun beneficio in termini ambientali in emissioni di CO2
nonostante il forte apporto del nucleare.
Per fare un esempio, che forse tutti sono in grado di
cogliere, pensate al riscaldamento a pavimento nelle
abitazioni.
Era una tecnica diffusa già nei primi decenni del ‘900;
poi il petrolio a basso costo ha indotto a preferire una
tecnica di riscaldamento meno onerosa nell’installazione:
il classico radiatore, magari piazzato sotto le finestre e
perché no scavando pure una nicchia giusto per aumentare la
dispersione termica.
Politica miope perché la storia insegna che ogni fonte di
energia con il tempo è destinata a divenire più costosa.
Così le caldaie a gasolio sono state abbandonate per le
caldaie a gas, possibilmente unifamiliari, spendendo altri
soldi…
Risultato. Oggi la gran parte delle abitazioni è
energivora; mentre nel nuovo si sta tornando al
riscaldamento a pavimento che con una caldaia a
condensazione e un paio di pannelli solari consente con poca
spesa di riscaldare benissimo un’abitazione. Tempo di
recupero del maggiore investimento iniziale: meno di dieci
anni, anche senza incentivi.
23 marzo 2011 1:22 - ennio4531
x davide
premesso che ognuno di noi attribuisce alle fonti la
credibilità che gli fa comodo, quando scrivi 'L'uranio è
la risorsa principale da cui si ricava il materiale utile
alla fissione nucleare. Queste fonti sono destinate ad
esaursi nel giro di 40-50 anni ... ' , ti chiedo dove hai
reperito questo dato.
Io riporto l'informazione che la Nuclear Energy Agency e la
International Atomic Energy Agency (Iaea) hanno dichiarato
che i giacimenti noti ammontano ad oltre 10 milioni di
tonnellate. Ora, considerando che al mondo funzionano 440
reattori e che ognuno consuma in media 25 tonnellate le
riserve note ad oggi sarebbero sufficienti per almeno 1.000
anni.
Tralascio altri dati da te forniti che non hanno nè capo
nè coda ( 15-20 anni per costruire una centrale... )
Per quanto attiene i costi di costruzione, la spesa per 4
reattori nucleari, che coprono circa il 10% del nostro
fabbisogno elettrico, ammonterebbe a circa 20 miliardi di
euro.
Ti chiedo se hai un'idea di quanto costerebbe impianti
fotovoltaici in grado di coprire la stessa percentuale del
nostro fabbisogno.
Purtroppo, a questa domanda, non si vuol rispondere ... io
sostengo 200 miliardi: me la puoi smentire con dei dati ?
Quando scrivi 'Bisogna capire cosa si cela dietro le
argomentazioni a favore del nucleare. Spesso interessi
particolaristici che poco hanno a che fare con l'amore
dichiarato per il proprio paese.' è una posizione
ideologica in presenza di ampia documentazione che riguarda
gli interessi affaristici che hanno coinvolto le energie
alternative in presenza delle decina di miliardi di euro di
incentivi pubblici.
Quando scrivi'Questo significa che le rinnovabili, e
soprattutto il solare generando occupazione 18 volte di più
del nucleare è fonte di ricchezza per il paese che decide
di investire su di esse', mi ricorda la tesi di un
sindacalista il quale chiedeva alla Fiat per produrre lo
stesso numero di auto di raddoppiare gli operai per ridurre
la disoccupazione.
Quando scrivi 'Il solare invece è una fonte inesauribile,
la terra beneficia ogni anno di un'energia pari a 86.000.000
di Gigawatt mentre il consumo energetico annuo nel mondo è
di 15.000 Gigawat. ', mi cadono le .. braccia perchè
significa ignorare concetti come energia e potenza e non
sapere che quella del sole non è nè energia elettrica nè
meccanica tant'è che ne possiamo utilizzare una
microscopica parte in sede di trasformazione.
22 marzo 2011 18:41 - Davide78
Volevo corregere un errorino di battitura la centrale eurex
è di Saluggia... :D
22 marzo 2011 17:42 - Davide78
A proposito un 'articolo interessante da leggere..
http://affaritaliani.libero.it/economia/immunologa_nucleare.
html
Lo studio di una ricercatrice in immunologia
22 marzo 2011 17:07 - Davide78
Vorrei fare qualche appunto.
Sgombrato il campo (almeno nelle dichiarazioni) da influenze
ideologiche del nostro ragionare, vorrei sottolineare che la
questione dell'affidabilità o meno di chi ci governa (di
destra o di sinistra o di centro che sia) e di chi sarebbe
coinvolto in tutti processi relativi alla costruzione,
funzionamento a regime e successiva dismissione delle
centrali nucleari insieme alla questione delle scorie
prodotte non è l'unica cosa importante di tutta la
questione.
Bisogna soltanto avere un minimo di buon senso e di
lungimiranza, che mi sembra siano stati dimostrati da Ivan,
cepu, tassofisso, sergio 2 e altri utenti sull'argomento.
Ammesso e non concesso che il nucleare nel breve periodo
possa portare dei vantaggi economici come sostiene ennio,
vediamo i fatti:
- le fonti energetiche. L'uranio è la risorsa principale da
cui si ricava il materiale utile alla fissione nucleare.
Queste fonti sono destinate ad esaursi nel giro di 40-50
anni e per costruire le centrali ci vorrano 15-20 anni. Con
costi esorbitanti per la loro costruzione e presumibilmente
costi crescenti unitari per la scarsità crescente della
materia prima il nucleare si può considerare
anti-economico.
Non solo, le fonti di uranio sono presenti per lo più in
Australia 31%(che paradossalmente non ha centrali nucleari,
nè pensa di costruirne), Russia 9%, Kazakistan 9%, Canada
9%, USA 5 %, ecc. Ciò significa dipendere sempre da altri
paesi.
Il solare invece è una fonte inesauribile, la terra
beneficia ogni anno di un'energia pari a 86.000.000 di
Gigawatt mentre il consumo energetico annuo nel mondo è di
15.000 Gigawat.
- Costi economici ex-post del nucleare.
In bolletta dagli anni 70 ad oggi paghiamo i costi del
nucleare.
La voce A2 è relativa allo smantellamento delle centrali
nucleari.
La voce MCT è destinata ai comuni che hanno nel loro
territorio le scorie contenute nei famigerati fusti
marci.
- Scorie radioattive.
Un esempio. Piemonte. Piscina della centrale Eurex di
fallugia.
I pozzi e le sorgenti del Monferrato sono da tempo
contaminate dalla fuoriuscita di liquido radioattivo.
Da una interpellanza presso la camera del 14/6/2007.
Quindi non bisogna aspettare per vedere gli effetti deleteri
del nucleare sull'ambiente e di conseguenza sulla nostra
vita.
- Nell'eventualità di incidenti tipo Chernobil o Fukushima
i costi sono sociali oltrechè economici. Immediata
contaminazione di alimenti, aria, acqua con ricadute
devastanti sulla salute pubblica e l'economia dello stato
colpito.
Vorrei sottolineare come i danni non rimangono circoscritti
allo stato in cui avviene la disgrazia ma si estendono a
tutti, considerata la globalizzazione e quindi la
circolazione di uomini e merci in tutto il mondo.
- Occupazione. Ennio dice che con le rinnovabili si riduce
la produttività energetica perchè gli occupati nel settore
del nucleare sono meno di quelli delle rinnovabili. Io
vorrei girare la questione per guardarla da un altra ottica.
Cosa costituisce ricchezza per un paese? Il suo PIL. Il PIL
è generato dalla crescita della produzione, che a sua volta
è determinata dalla domanda che è principalmente generata
dai consumatori/utenti. Semplificando: questi se non hanno
un lavoro non hanno soldi da spendere e l'economia
lentamente si avvia alla stagnazione e alla recessione.
Questo significa che le rinnovabili, e soprattutto il solare
generando occupazione 18 volte di più del nucleare è fonte
di ricchezza per il paese che decide di investire su di
esse.
Potrei continuare ancora ma non ho tempo.
Faccio notare che mentre i nuclearisti guardano a presunti
vantaggi economici di breve periodo, tutti da dimostrare e
se ne infischiano dei danni alla salute pubblica e dei costi
anche in termini economici, sia nel caso tutto fili liscio o
nel caso di disastri ambientali come quello del giappone.
Chi sostiene le rinnovabili dimostra buon senso e
lungimiranza, ha uno sguardo non solo al proprio interesse
economico e di salute immediato, ma guarda avanti pensando
alle generazioni future, ai propri figli e dimostra di
battersi per l'interesse comune.
Bisogna capire cosa si cela dietro le argomentazioni a
favore del nucleare. Spesso interessi particolaristici che
poco hanno a che fare con l'amore dichiarato per il proprio
paese.
Spesso soltanto perorazioni ideologiche delle cause portate
avanti dalla propria parte politica.
Lasciando stare la destra e la sinistra, anche se mi sembra
che ennio dimostri di essere particolarmente ideologico
nelle sue argomentazioni, io direi, per quanto mi riguarda,
che la sua strenua difesa del nucleare non è convincente.
22 marzo 2011 13:14 - tassofisso
siccome ti sentivo dare "contro" alla sinistra
anti-nuclearista, ho ritenuto che il tuo parere di
nuclearista convinto fosse figlio principalmente del tuo
senso di appartenenza alle ideologie della maggioranza, mi
sbagliavo, nessun problema, volevo solo togliermi il
pensiero...
detto questo, penso che anche io alle prossime elezioni non
andrò a votare, principalmente perchè in questo momento
non mi riconosco in nessuno e non mi sento rappresentato da
nessun esponente dell'offerta politica del momento...
ma questo non c'entra nulla...
il discorso qua, in ogni caso, a volte viene confuso,
perchè i dubbi che ho espresso io e altri che la pensano
come me, sono principalmente sulla effettiva capacità dell'
Italia nel buttarsi in questa avventura, che presenta enormi
rischi se non trattata a dovere e che comunque pretende
elevati standard di sicurezza, sia per la fase di
produzione, sia nella fase di gestione scorie...
tutta questa elevatissima professionalità e serietà,
necessaria al mantenimento degli elevati standard di
sicurezza dovuti, siamo sicuri di essere in grado di averla
e di mantenerla?
il nostro Paese purtroppo, storicamente, ha sempre incorso
in errori di superficialità, scarsa cura, inefficienza,
ingerenze politiche che poco avevano a che fare con il tema
principale del contendere, gente che prende decisioni solo
perchè occupa determinati posti ma che non ha la minima
esperienza in quello per cui sta decidendo, episodi di
malaffare, corruzione, eccetera...
tutte cose che hanno causato problemi di ritardi nella
realizzazione di qualsivoglia progetto, aumento di costi,
inefficienza, scarsa sicurezza e quant'altro, in
praticamente tutti i progetti che interessavano "il
pubblico" quindi la paura che ho io è che si incorra negli
stessi errori anche per il nucleare, con la differenza però
che in questo caso, fare le cose "col culo" non produrrà
solo un ennesimo scandalo da far andare in onda a striscia
la notizia per poi dimenticarsene la settimana dopo, qua il
rischio è concreto (vedi cibi contaminati e tutto quello
che ne consegue come sta avvenendo in giappone)
quindi, in sintesi, il timore che si prospetta qua è che
fare le cose "all'italiana" come sempre sia qualcosa che in
questo campo non ci possiamo permettere, ecco perchè si
chiedono garanzie precise sulle modalità che il governo
intende adottare per andare avanti in questo progetto, quali
standard di sicurezza si intende porre in essere, come si
intende gestire i rifiuti tossici e quant'altro...
se tutto questo sarà un progetto fatto come Dio comanda,
allora ci si può anche pensare, sempre posto che il
beneficio in termini di costi sia concreto...
diversamente, se i rischi saranno più alti dei benefici,
allora personalmente preferisco altre soluzioni...
22 marzo 2011 12:48 - ennio4531
tassofisso,
ti darò una delusione, ma l'ultima volta non sono andato
nemmeno a votare...
Ogniqualvolta si parla di scelte da farsi, c'è sempre
qualcuno che per dimostrare la sua ... indipendenza e
maggiore comprensione del problema ... punta il dito contro
l'altro adombrando la politica come 'sensazione'.
Ma, se la mia opinione riguardo le fonti alternative sono di
fondato scetticismo, nel senso che impiegheremo risorse
enormi, che faremmo meglio destinare ad altro in modo più
profittevole ( ... pensiamo alla stracitata ricerca ), per
avere energia elettrica costosissima ed assistita e
guardacaso la stessa opinione l'ha questo governo, ecco
l'accusa: assecondo questo governo e quindi.. hai torto!
Dal momento che sono nuclearista da lungo tempo, ti faccio
presente che la stessa convinzione l'aveva, fino a qualche
anno fa, Di Pietro.
Ora, se tale convinzione si fosse mantenuta, mi includeresti
nel partito di Di Pietro ?
Comunque, io non sono contrario agli impianti solari/eolici,
sono contrario al fatto che gli incentivi abbiano scatenato,
come ampiamente dimostrato, una corsa.. all'oro volendoci
farci credere che il sole e il vento sono la soluzione per
i nostri fabbisogni prefigurando la realizzazione su questa
terra di una paradisiaca 'Città del Sole' di platonica
memoria.
Capisci cosa intendo ?
22 marzo 2011 12:07 - tassofisso
di sicuro, senza incentivi, non penso che la gente si
sentirà di investire in impianti di questo tipo che,
ricordiamolo, sono sicuramente con molti meno risvolti
negativi del nucleare...
Ennio, non ridurre però tutto quanto sempre alla politica,
vedo che spesso accenni a sinistra destra eccetera, a mio
avviso qua non è un discorso di destra o sinistra, perchè
sembra che siccome tu sei a favore del governo attuale (è
evidente) allora automaticamente ogni scelta che questo
governo fa, è giusta, mentre quello che dice l'opposizione,
proprio perchè proviene dall'opposizione, automaticamente
è una stronzata...
correggimi se sbaglio, ma ho avuto questa sensazione
leggendo quello che scrivi...
purtroppo è un fatto che il dibattito politico da parecchio
tempo si sia svilito in un mero fatto di appartenenza : o
sei rosso, o sei nero, e chi è da una parte non è
dall'altra, o con noi o contro di noi, eccetera, tipo tifo
da stadio..
io posso essere di destra ma nello stesso tempo dire che la
tal scelta del governo attuale è una stronzata, e
viceversa...
vorrei che si potesse parlare dei temi "per quello che sono"
e non perchè se l'ha proposto il governo e io sono di
destra allora automaticamente è una cosa buona, se è una
cagata io devo poter dire che è una cagata, anche se viene
dalla parte che ho votato... e viceversa posso aver votato a
sinistra ma dire che una tal scelta del governo è stata
fatta bene...
capisci cosa intendo?
22 marzo 2011 11:46 - ennio4531
Quando scrivo' ha votato' , l'espressione riguarda il
passato, lo stesso passato nel quale l'attuale governo ha
dichiarato che occorre puntare anche sul nucleare.
Per cui non si capisce perchè quando lo stesso politico ci
asseconda è affidabile, quando non ci asseconda è un ...
demonio.
Grazie a Dio, questo governo ha deciso la riduzione dei
lauti incentivi come sta già avvenendo in Europa.
Alcune notizie al riguardo...
"Dall’ultima giornata dell’Italian Energy Summit,
organizzato dal Sole 24 ore, trapela la convinzione che gli
incentivi statali italiani per l’energia fotovoltaica,
siano decisamente superiori alla media europea.
Gli attuali incentivi statali derivano dalla componente A3
delle fatture energetiche dei cittadini italiani, che
attualmente arriva al 7,5%, ed è visibilmente destinata ad
aumentare per rispettare gli obiettivi presi a livello
europeo.
Viene però dall’Europa stessa l’idea di tagliare
considerevolmente gli incentivi statali per la diffusione
del fotovoltaico. In Spagna già dal 2008 lo stato ha
ridotto, per non dire azzerato, la possibilità di ottenere
sovvenzioni, causando una perdida nel mercato e numerosi
lincenziamenti, e anche in Germania si sta seguendo la
stessa linea.
Se non è un addio, poco ci manca. Di sicuro viene dopo una
lunga “pausa di riflessione”. L’amore della politica
francese per l’energia fotovoltaica è finito e, dopo lo
stop di tre mesi agli incentivi statali per questa fonte di
energia rinnovabile, ora arriva la mazzata finale.
Tariffe ridotte del 20%, limite di 100 KW per gli impianti
e, soprattutto, niente Conto Energia per il fotovoltaico a
terra: d’ora in poi solo sui tetti. La tariffa
incentivante, poi, sarà rivista ogni tre mesi tenendo conto
della quantità di progetti di nuovi impianti presentati dai
privati e della diminuzione dei costi di produzione del
settore fotovoltaico.
Inoltre, l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas
nella Relazione del 2010 ribadisce che nel nostro Paese
l’incentivazione del fotovoltaico risulta essere tra le
più profittevoli al mondo ed ha ha colto l’occasione per
mettere in evidenza come l’espansione del fotovoltaico,
stando alle tariffe ed alle norme attuali, contribuirà ad
incrementare gli oneri sulle bollette elettriche per quel
che concerne la componente A3.
Di conseguenza, l’Autorità ha indicato alcuni possibili
interventi, a partire dallo spostamento di una quota
significativa degli oneri delle bollette energetiche alla
fiscalità generale.
Morale: secondo l'Autorità, nel prossimo futuro,
l'incremento della bolletta, a causa dei forti incentivi,
sarà così rilevante da doverlo annacquarlo nell'ambito
della fiscalità generale.
E io dovrei stare zitto ......
21 marzo 2011 20:10 - Davide78
"Che strano.. . è la stessa classe dirigente che ha votato
per sussidi tra i più alti d'Europa per l'eolico-solare che
tu adori."
Ma cosa dici ennio. E' di questi giorni la notizia che il
governo b. ha tagliato i finanziamenti al solare, bloccando
anche quelli in corso che avevano già ottenuto l'ok dalle
banche e lasciando a casa centinaia di persone.
Avessi almeno il pudore di stare zitto...
21 marzo 2011 19:33 - ennio4531
Allora... caro sergio,
quando affermi che ' in Germania la copertura del fabbisogno
elettrico da parte dell'eolico-solare raggiunge il 17%' e ti
si chiede la fonte e rispondi il Governo tedesco senza darci
un riscontro,... per me , fino a prova contraria,
ci racconti una bugia.
Scrivi: La ricaduta occupazionale, non è forse un tema dei
sostenitori del nucleare?.
R. Lo è, pensando che si potrebbe produrre in Italia
energia elettrica da nucleare senza importarne circa il 10%
del fabbisogno.
Produttività.
Se un addetto di una centrale nucleare produce energia pari
a 18 e un addetto all'eolico/solare produce energia pari a
1, significa che la produttività e pari a 18/1.
I tuoi commenti sono ... chiacchiere.
Scrivi: Quanto all’AD di Enel, trovo scarsamente
interessante un risultato numerico se non si forniscono i
dati su cui si costruisce il risultato.
R. Tu , invece, i dati su cui si costruisce il risultato
li hai forniti ?
La solita storia... solo le informazioni che assecondano il
mio pensiere sono valide, quelle dell'AD dell'ENEL ... no ..
perchè non mi assecondano.
Scrivi che la classe dirigente ( ...immagino i politici ) ti
fa... orrore.
Che strano.. . è la stessa classe dirigente che ha votato
per sussidi tra i più alti d'Europa per l'eolico-solare che
tu adori.
Scrivi: Secondo voi nelle vicinanze di una centrale nucleare
si può svolgere qualsiasi attività o esistono dei
vincoli?
R. In Francia , si può svolgere qualsiasi attività ...
Riguardo le tue considerazioni circa le differenze tra
'superfici' e 'territorio', devo ammettere che sei un bravo
'sofista'.
Perchè ti abbassi a fare 'queste operazioni
squalliducce?'.
Scrivi: Forse perché Ennio è poco informato, come dimostra
di esserlo quando afferma che un sito per le scorie non ci
serve perché non produciamo scorie (commento: .. non l'ho
mai scritto ). O quando paragona le scorie prodotte in un
anno al volume occupato da un pulmino (commento: ... è
proprio così... informati !).
Parli di vita media e di scorie delle centrali nucleari...
nulla ci dici sulla vita media degli impianti eolici/solari
e sui loro costi di smaltimento dopo i 20 anni.
Scrivi; ..va considerato che il nucleare non è certo
realizzato con soldi privati ma con investimenti pubblici
importantissimi a cui si sommano costi interamente a carico
della collettività.
R. Hai scritto una bugia. Il piano governativo sul nucleare
dispone che nessun soldo pubblico debba essere versato e che
le scorie sono a carico di chi le produce.
Scrivi: Chi sta pagando il costo delle scorie e dello
smantelalmento delle centrali spente?
Stiamo pagando madiamente 300 milioni di euro all’anno da
oltre vent’anni in bolletta elettrica più tutto quello
che paghiamo con il denaro pubblico.
R. Gli impianti erano dell'ENEL, che agiva in monopolio,
interamente controllata dallo Stato.
E, poichè lo Stato siamo noi e siamo stati noi da
sprovveduti a decidere di chiuderle, a chi vuoi addebitare i
costi ?
Scrivi: Il costo delle fonti rinnovabili è in continua
discesa come dimostrano i dati di mercato e gli studi
storici sul settore.
R. Di quali dati e studi di settore stai parlando ? L'unica
voce che non ha subito aumenti sono i pannelli solari per il
semplice fatto che una gran parte sono di produzione
cinese.
Scrivi: I costi del nucleare sono invece in continua
crescita come testimoniano i dati relativi ai reattori in
costruzione e quelli relativi ai reattori in funzione che
periodicamente sono sottoposti a verifiche e adeguamenti
costosissimi.
R.: per quanto in crescita , non raggiungeranno mai le cifre
da capogiro di cui abbisognamo per produrre la stessa
quantità di energia dall'eolico/solare.
21 marzo 2011 18:23 - sergio2
...
I dati relativi alla quota di copertura delle energie
rinnovabili sul fabbisogno nazionale tedesco, come anche i
dati relativi all’occupazione, sono forniti dal governo
tedesco.
La ricaduta occupazionale, non è forse un tema dei
sostenitori del nucleare?
In ogni caso ancora una volta Ennio bara con le parole:
affermare che le rinnovabili danno lavoro a 340.000 persone
non significa quel che deduce Ennio (ovvero “che la
produttività per persona del nucleare è di 18 volte
superiore a quella dell' eolico/solare”) poiché quelle
persone continuano a lavorare e ad accrescere la quota di
energia prodotta (l'energia prodotta si rigenera senza
bisogno di lavoro; non è come produrre auto o altri beni di
consumo non auto-rigeneranti).
Non ha alcun senso, in campo energetico, parlare di
produttività prendendo come riferimento il dato
occupazionale.
La quota coperta dal nucleare (in ogni caso inferiore al
27%, già scesa al 22% con il fermo disposto di alcuni
reattori) necessita di una minore quota occupazionale ma di
una maggiore quota di acquisti di materiali e tecnologie: il
costo è tutto soprattutto nell’impianto poi
l’occupazione si riduce alla pura gestione. Per
semplificare, più capitali, meno lavoro.
Quanto all’AD di Enel, trovo scarsamente interessante un
risultato numerico se non si forniscono i dati su cui si
costruisce il risultato.
La storia di Enel, che Ennio vuole ignorare ma che ho
ricordato in un precedente intervento, non depone molto a
favore sull’attendibilità delle analisi Enel.
Che Enel non sia neutrale è un dato di fatto, giacché ha
siglato accordi con EDF per la costruzione di centrali in
Italia e ha comprato quote di minoranza di diversi impianti
in Francia e non solo.
Potremmo attenderci da Enel un discorso che deponga a
sfavore del ritorno al nucleare?
E questa discussione ha per titolo “Nucleare e
credibilità”.
Il fatto che adesso il governo tedesco abbia deciso la
chiusura degli impianti per effettuare delle verifiche (e
già annuncia che alcuni non saranno riattivati), non
dimostra ancora una volta che è sempre un incidente, e il
verificarsi di uno scenario diverso da quelli previsti, che
riapre il tema della sicurezza?
Non è forse quanto avvenuto nel 1979 e nel 1986?
Riguardo alla valutazione sulla classe politica, il mio
punto di vista è ormai noto e in ogni caso argomentato.
E’ noto che a Ennio non piace il mio giudizio, ma non
offre argomentazioni per dimostrare che sono in errore né
ci offre la sua valutazione sul comportamento di questa
classe dirigente.
Critica e ironizza ma non si è ancora capito cosa lui pensi
di questa classe dirigente.
Si limita a proporci dati ripresi a caso da qualche fonte,
come se ogni cosa detta o scritta, ovviamente se a favore
della sua aprioristica scelta, fosse per questo solo motivo
di essere stata detta o scritta una verità.
Quindi, va bene il dato spagnolo sul terreno occupato per
una centrale solare termodinamica, senza però considerare
che una centrale nucleare richiede molti ettari intorno in
cui c’è qualche piccolo vincolo che impedisce di svolgere
la qualsiasi attività.
Non è un caso che fosse l’Enel stessa a detenere il
possesso di 400 ettari di terreno intorno alla centrale di
Trino Vercellese; 164 ettari furono poi venduti nel 2005 da
Enel a una società la Agricola Trino.
Secondo voi nelle vicinanze di una centrale nucleare si può
svolgere qualsiasi attività o esistono dei vincoli?
E nel caso di un tetto o terreno coltivato a pannelli
solari?
Quindi, perché discutere di terreno occupato quando il
solare richiede superfici e non necessariamente
“terreno”?
Perché presentare un possibile dato di confronto come se
fosse un inevitabile e obbligato confronto?
Perché Ennio fa queste operazioni squalliducce?
Forse perché Ennio è poco informato, come dimostra di
esserlo quando afferma che un sito per le scorie non ci
serve perché non produciamo scorie. O quando paragona le
scorie prodotte in un anno al volume occupato da un
pulmino.
Ennio non sa o fa finta di non sapere che anche le acque di
raffredamento in taluni casi sono scorie e le stesse
strutture di una centrale sono scorie e arriverà un momento
in cui la centrale dovrà essere smantellata…
trasformandosi in “scorie”.
Altro che pulmino!
Ma ha visto cosa ne è delle centrali smontate?
Quando parliamo di costi occorre ricordarsi che lo
smantellamento delle nostre 4 centrali costerà qualche
miliardo di euro.
Sapete quanto è stato già speso e quanto si prevede di
spendere per ultimare le operazioni e bonificare i siti?
A questa cifra andrà aggiunto quanto già speso da quando
le centrali sono spente e per il trattamento delle scorie.
Quindi va aggiunto quanto si spenderà per la custodia delle
scorie.
Che senso ha parlare di costi senza considerare queste
inevitabili voci di costo intrinseche al nucleare?
Perché continuare a parlare di numeri teorici continuando a
nascondere i numeri a consuntivo?
Che senso ha parlare di costi quando le centrali nucleari di
I generazione erano state stimate con una vita media di
anni 30 e mediamente hanno avuto una vita di 22 anni?
Chi sinora ha sempre sbagliato previsioni, perché
improvvisamente dovrebbe essere ritenuto attendibile sulla
parola, quasi per atto di fede?
Le centrali di III generazione (come quelle che vorrebbero
costruire in Italia) hanno una stima di vita variabile tra
40 e 60 anni.
Che senso ha allora affermare che la centrale giapponese
sotto gli occhi del mondo è vecchia mentre le nostre
sarebbero centrali nuove… Certo, anche quelle furono nuove
e anche le nuove tra 40 anni saranno vecchie…
I reattori entrati in funzione più di 30 anni fa, come
quelli della centrale giapponese di Fukushima sono
complessivamente 152, su un totale di 442, dei quali 14
hanno piu' di 40 anni.
Le centrali attualmente attive nel mondo sono tutte
praticamente di II generazione.
La III generazione deve ancora debuttare: in Europa, sono in
costruzione due centrali, una in Finlandia e una in Francia;
e poi, in Cina, Giappone e Corea.
Ivan, non intendo dare corda a Ennio ma semplicemente parto
dalle sue affermazioni per introdurre qualche
riflessione.
Come giustamente hanno osservato anche Davide, Cepu e
Tassofisso, oltre al dato occupazionale va considerato che
il nucleare non è certo realizzato con soldi privati ma con
investimenti pubblici importantissimi a cui si sommano costi
interamente a carico della collettività.
Chi sta pagando il costo delle scorie e dello smantelalmento
delle centrali spente?
Stiamo pagando madiamente 300 milioni di euro all’anno da
oltre vent’anni in bolletta elettrica più tutto quello
che paghiamo con il denaro pubblico.
Il costo delle fonti rinnovabili è in continua discesa come
dimostrano i dati di mercato e gli studi storici sul
settore.
I costi del nucleare sono invece in continua crescita come
testimoniano i dati relativi ai reattori in costruzione e
quelli relativi ai reattori in funzione che periodicamente
sono sottoposti a verifiche e adeguamenti costosissimi.
21 marzo 2011 13:13 - Davide78
x tassofisso
Non solo la cosa mi fa vomitare, ma mi fa incazzare...
Ovunque queste scorie saranno stoccate, in ogni caso saranno
stoccate con la stessa diligenza con cui i rifiuti in Italia
sono trattati. La mafia avrebbe un'altro business da gestire
e andrebbe a finire come hai detto tu, con tonnellate di
merda radiattiva in fusti o container lasciati a marcire.
21 marzo 2011 12:56 - tassofisso
Davide, ciò che dici è vero, ma c'è di più:
solo pochissimo tempo fa, l'unione europea ha preteso che
ogni paese che intenda farsi le proprie centrali nucleari,
debba anche provvedere allo "smaltimento" (per modo di dire,
perchè come hai ricordato tu non si smaltiscono ma la merda
rimane eccome) dei rifiuti che devono rimanere nel paese
stesso che li ha prodotti...
quando ho letto sta cosa, la prima cosa che ho pensato è
stata: ma come? allora fino ad ora dove sono stati stoccati
questi rifiuti altamente tossici?
ve lo immaginate? in assenza di una normativa, SECONDO VOI A
LOGICA un paese cosa può aver fatto? avrà pagato fior di
quattrini per assicurarsi il miglior servizio di stoccaggio
rifiuti alla massima sicurezza, oppure forse avrà pagato il
meno possibile qualche sconosciuta "azienda" (magari
dell'est?) che si preoccupava di venire a ritirare la merda
e portarla da qualche parte? DOVE?
diverse notizie parlano di magazzini di stoccaggio di
rifiuti tossici, dove sono presenti dei FUSTI, vecchi come
il cucco, che con l'umidità e le intemperie stanno
marcendo... marciscono lasciando fuoriuscire la merda al suo
interno, che penetra nel terreno e va ad inquinare le falde
acquifere...
e adesso vengono fuori a dire: ogni paese si deve smaltire
le proprie scorie... ma grazie al cazzo, e prima dove
andavano a finire? e in ogni caso, anche adesso, dove le
accumuliamo (non le smaltiamo, le accumuliamo), come le
gestiamo? non avranno anche un costo di gestione per
mantenere i depositi in sicurezza?
ma non vi viene da vomitare solo a pensarci ?
a me sì...
21 marzo 2011 12:46 - Davide78
Volevo sottolineare quanto dice questa parte dell'articolo,
confermato anche dagli studi di Romanello, ingegnere
nucleare favorevole alle centrali (come era ovvio):
"Le scorie di terza categoria costituiscono solo il 3% del
totale ma rappresentano da sole il 95% della radioattività
complessiva, vengono definite ad alta attività e la loro
carica mortale si prolunga per molte migliaia di anni, fino
a 250.000 anni nel caso del plutonio. Sono composte dal
combustibile nucleare irraggiato e dalle scorie primarie del
riprocessamento e derivano unicamente dalle centrali
nucleari e dagli impianti di riprocessamento. Un tipico
reattore nucleare ne produce annualmente circa 30 tonnellate
che corrispondono una volta riprocessate a 4 m³ di
materiale vetrificato."
Il famigerato pulmino di scorie prodotto ogni anno che io
metterei nel giardino di casa di ennio
21 marzo 2011 12:37 - Davide78
* ennio
Se il nostro è terrorismo informativo la tua è consapevole
e sistematica opera di disinformazione. Tu diffondi
consapevolmente un mucchio di falsità e usi qualche notizia
di cronaca per darti ragione.
Se non si reperiscono facilmente notizie di coinvolgimenti
della mafia nella costruzione delle vecchie centrali in
Italia è solo perchè sono passati troppi anni dalla loro
costruzione. L'ultima centrale è stata spenta nel 1986 dopo
il referendum popolare che aveva messo una pietra sopra a
questa storia.
Tu, come il tuo amato governo, non avete idea di cosa sia
una democrazia. Dove lo metti il referendum in cui gli
italiani si sono già espressi contro il nucleare.
Per quanto concerne la pericolosità per la salute pubblica
della radioattività (che come già ricordato da qualcuno si
protrare per millenni!!) non mi sembra ci siano dati
rassicuranti sullo stoccaggio delle scorie.
A me personalmente basta pensare che riempire il sottosuolo
di merda radioattiva per lasciarla ai miei figli e nipoti
sia un atto di terrorismo dei peggiori avvenuti negli ultimi
secoli.
Attualmente ogni anno nel mondo vengono prodotte circa
10.000 tonnellate di scorie nucleari e i rifiuti radioattivi
prodotti fino al 2005 si calcola ammontino a 270.000
tonnellate.
I soli Stati Uniti posseggono 40.000 tonnellate di scorie,
la Francia 8000 tonnellate, il Giappone 7000 tonnellate e ci
riesce difficile immaginare che nessuna di esse fosse
accatastata nell'ampissima zona interessata dal terremoto e
dallo tsunami di questi giorni, anche se finora nessuno ci
ha raccontato che fine abbiano fatto.
Le scorie nucleari derivano dal combustibile esausto
originatisi all’interno del reattore nel corso
dell’esercizio, ma anche dagli scarti di lavorazione, dai
rottami metallici, dagli indumenti protettivi. La loro
pericolosità dipende sostanzialmente dallo stato in cui si
trovano (solido, liquido o gassoso), dal potenziale di
radioattività in esse contenuto e dalla durata nel tempo
della loro pericolosità.
Le scorie nucleari vengono suddivise in tre categorie in
base al loro grado di radioattività e al periodo temporale
di dimezzamento, fatto salvo per una parte di esse che
essendo considerata non pericolosa viene dispersa
normalmente nell’ambiente, come accade per i reflui del
raffreddamento che vengono scaricati direttamente nelle
acque dei fiumi.
Le scorie di prima categoria costituiscono circa il 90% del
totale, sono classificate come debolmente radioattive e
restano pericolose per qualche decina di anni. Esse sono
costituite da carta, stracci, indumenti, guanti,
soprascarpe, filtri liquidi e derivano oltre che dalle
installazioni nucleari anche dagli ospedali , dalle
industrie e dai laboratori di ricerca. Un tipico reattore
nucleare ne produce annualmente circa 200 m³.
Le scorie di seconda categoria rappresentano circa il 7% del
totale, possiedono una radioattività relativamente alta e
rimangono pericolose per alcune centinaia di anni. Sono
composte dagli scarti di lavorazione, dai rottami metallici,
dai liquidi, dai fanghi e dalle resine esaurite e derivano
principalmente dalle centrali nucleari, dagli impianti di
riprocessamento e dai centri di ricerca.
Le scorie di terza categoria costituiscono solo il 3% del
totale ma rappresentano da sole il 95% della radioattività
complessiva, vengono definite ad alta attività e la loro
carica mortale si prolunga per molte migliaia di anni, fino
a 250.000 anni nel caso del plutonio. Sono composte dal
combustibile nucleare irraggiato e dalle scorie primarie del
riprocessamento e derivano unicamente dalle centrali
nucleari e dagli impianti di riprocessamento. Un tipico
reattore nucleare ne produce annualmente circa 30 tonnellate
che corrispondono una volta riprocessate a 4 m³ di
materiale vetrificato.
Il problema dello stoccaggio e della messa in sicurezza
delle scorie nucleari appare tanto insormontabile quanto
lontano da una possibile soluzione anche in virtù del fatto
che in tutto il mondo i rifiuti radioattivi continuano ad
accumularsi in maniera sempre più cospicua anno dopo anno.
Basti pensare che gli Stati Uniti producono annualmente 2300
tonnellate di rifiuti radioattivi e nella sola Francia si
produce una quantità annua di nuove scorie pari a tutte
quelle attualmente presenti in Italia.
Il solo smantellamento di una centrale nucleare alla fine
della sua vita operativa produce una quantità di scorie di
quasi tre volte superiore a quella prodotta durante i 40
anni della sua attività. E per una cospicua parte delle 439
centrali attualmente attive è ormai vicino il momento del
pensionamento. Verranno mai smantellate, dal momento che gli
stati interessati sembrano non possedere il denaro
necessario a condurre un'operazione costosissima di questo
genere? O resteranno in piedi per secoli come monumenti
radioattivi a testomonianza della scelleratezza dell'essere
umano?
Fino ad oggi si è tentato di neutralizzare solamente le
scorie nucleari meno pericolose (quelle di prima e seconda
categoria) adottando una serie di soluzioni tecniche volte a
garantire un minimo grado di sicurezza. Nei paesi membri
della IAEA sono attualmente attivi oltre 70 depositi
definitivi per rifiuti nucleari a bassa radioattività
(circa 300 anni) una dozzina sono già stati chiusi, una
decina stanno per chiudere, almeno 20 sono in fase di
costruzione e molti altri sono in fase di progettazione.
La maggior parte di essi (circa il 90%) sono costruiti in
superficie e costituiti da trincee, tumuli, silos e
sarcofaghi di calcestruzzo, volti a garantirne la
conservazione in tutte le condizioni prevedibili. Il
restante 10% è costituito da depositi posti in cavità
sotterranee o in formazioni geologiche profonde
Dai un'occhiata all'inchiesta di report del 2/11/2008
Centrali nucleari in Italia
21 marzo 2011 12:09 - tassofisso
... e intanto abbiamo già il latte radioattivo, non so, se
vogliamo iniziare a darlo ai bambini, che ne dite? così
possono sviluppare un bel carcinoma a 5 anni magari, che
bello eh?