Se sei ospite di un Paese devi adeguarti alle sue leggi
anche se non le approvi. Non si può forzare un Paese ad
approvare quello che si fa andando contro il pensiero
comune
14 gennaio 2003 0:00 -
perche' noi dobbiamo adeguarci a loro e loro no a noi?
14 gennaio 2003 0:00 -
Liberalismo! Niente licenze, date libertà di aprire un
altro supermercato adiacente, qualche impresa aspirante ad
elevarsi a paladina delle libertà arriverà.
15 gennaio 2003 0:00 -
Non trovo assolutamente giusto che gli stranieri, vengano ad
imporre i loro modi di vivere, la loro religione, etc. Si
devono adattare loro, non le persone, che li ci vivono da
molto più tempo.
15 gennaio 2003 0:00 -
il supermercato del mio quartiere vende roba scadente
perche' a loro conviene. E' la stessa cosa. Ognuno ha il
diritto di vendere quello che vuole. Anzi... se proprio ho
bisogno.. apro una macelleria nel mio quartiere e ringrazio
i musulmani per avermi liberato un posto di lavoro come
macellaio. Ringrazia anche chi mi affitterebbe il locale. Si
crea lavoro.. quindi! Altro che 1 milione di posti di
lavoro... ! Roba vera !
15 gennaio 2003 0:00 -
é un problema ben conosciuto in Francia. Il commerciante
deve rispettare tutti i clienti, dal momento in cui il suo
commercio, non fu creato come "allal".
16 gennaio 2003 0:00 -
AGGIUNGEREI la 6° domanda con il seguente testo: un nuovo
posto dove andare a fare la spese. CHE VOTEREI CON MAGGIORE
CONVINZIONE
16 gennaio 2003 0:00 -
Penso che il supermercato sia un pubblico esercizio quindi
devo essere in grado di trovare di tutto altrimenti aprono
un negozio di prodotti tipici ed allora la cosa cambia.
Saluti Fabio
16 gennaio 2003 0:00 -
E' solo vergognoso
16 gennaio 2003 0:00 -
La più grande invasione della storia continua.........
17 gennaio 2003 0:00 -
La regolamentazione ha senso solo per strutture di grosse
dimensioni, e per tutelare quindi quelle di piccole
dimensioni. I supermercati di quartiere non dovrebbero avere
bisogno di licenza, e tutti dovrebbero essere liberi di
vendere quello che vogliono, nel rispetto delle tradizioni e
credo religioso.
17 gennaio 2003 0:00 -
sono loro che si devono adeguare alle nostre tradizioni e
non viceversa..... vorrei vedere se fossimo in casa loro
..... quanta liberta' avremmo...
17 gennaio 2003 0:00 -
Ogni commerciante dovrebbe essere tenuto solo al rispetto di
norme igieniche, di sicurezza etc. Detto questo dovrebbe
poter vendere o non vendere quel che desidera, sara' poi il
mercato (cioe' i consumatori) a premiarlo oppure a farlo
fallire...
17 gennaio 2003 0:00 -
Ognuno è libero di vendere e comprare quello che gli pare
se in un negozio non c'è quello che cerco.... perde un
cliente!!!
18 gennaio 2003 0:00 -
Vorrei sapere perchè si rinuncia così facilmente a credere
nella "libertè". Se l'islamico è tanto fesso da rinunciare
a guadagnare, da fare di tutto per perdere un gran numero di
clienti peggio per lui. Reputerei razzista e fascista
chiunque si mettesse a boicottare quel supermercato. I
commercianti della mia città sono peggio del titolare del
supermercato di Evry, perchè hanno spesso gli scaffali
vuoti di tanti prodotti allettanti facendomi imbestialire,
ma non ho mai pensato di obbligarlo a vendere ciò che mi
serve. Sono peggiori (e di molto) i vescovi della CEI che
volevano obbligare a non divorziare, a non abortire, a non
usare le cellule staminali o a impedire l'eutanasia anche
quelli che cattolici non erano. La laicità dello stato è
un bene prioritario all'interno del quale ogni credente o
setta può svolgere liberamente la propria attività purchè
non contrasti con le leggi ed i principi costituzionali. Il
"socialismo" di Valls mi sembra somigliare più al comunismo
(coreano, cinese o sovietico) che ad un partito occidentale
18 gennaio 2003 0:00 -
Da sempre non acquisto in un solo supermercato, ma cerco di
calcolare i "giri" a seconda della merce e dove conviene...
Se non saranno concorrenziali si daranno la zappa sui piedi
da soli (semprechè non sia l'unico; spero di no
comunque...). Davide
18 gennaio 2003 0:00 -
se noi andiamo all'estero dobbiamo rispettare i loro usi.
18 gennaio 2003 0:00 -
proprio per il principio che la licenza regola quali tipi di
alimenti o materiali vendere...
19 gennaio 2003 0:00 -
Non è una questione di razzismo, ma mi pare ovvio che loro
debbano vendere ciò che vende normalmente un supermercato..
se sono legati dai loro vincoli religiosi possono benissimo
andare ad aprire un supermercato al loro paese, nessuno
glielo vieta no? Secondo me quando si va a vivere in un
paese straniero non si deve pretendere di imporre o
quantomeno "instaurare" le proprie abitudini ma bensì
cercare di "adattarsi" a quelle esistenti, senza nulla
togliere alla propria libertà personale...
20 gennaio 2003 0:00 -
Ritengo necessario combattere l'islamizzazione dell'Europa.
Sono favorevole anche al ritiro della licenza. Marco
20 gennaio 2003 0:00 -
non farei la spesa in assoluto in questi posti, loro non
sanno adattarsi e lavorare senza aiuti, come quando siamo
andati noi in Germania.
20 gennaio 2003 0:00 -
I due fratelli, a prescindere dalla religione sono dei
liberi commercianti. Spetta a loro la decisione di cosa
mettere negli scaffali e visto che la carne di maiale e
l'alcol non sono indispensabili, qualcuno ne può fare a
meno. Gli altri andranno in un altro negozio.
21 gennaio 2003 0:00 -
Una ulteriore prova di quanto siano democratici i musulmani,
probabilmente in un prossimo futuro i due fratelli
esigeranno alle clienti di indossare gonne lunghe e velo.
21 gennaio 2003 0:00 -
non se ne può più di questi islamici! basta!!!!!!!!
21 gennaio 2003 0:00 -
si potrebbe fare una sottoscrizione allo scopo di
raccogliere fondi sufficienti per acquistare due biglietti
di sola andata e mandarli al loro paese.
21 gennaio 2003 0:00 -
islamici a casa loro!l'Italia agli ITALIANI CRISTIANI!
22 gennaio 2003 0:00 -
la solita storia della coperta corta: sono aumentati gli
extracomunitari, aumentiamo le forze dell'ordine.... ma non
sarebbe ora di fare il contrario? KKK
22 gennaio 2003 0:00 -
direi ai "buoni musulmani" che è ora di finirla di andare a
casa d'altri e cercare di cambiare gli usi e i costumi
quando a casa loro non ti permettono di farlo.
23 gennaio 2003 0:00 -
Leggo che ci sono molti benpensanti che equivocano il
diritto degli abitanti del quartiere con la loro voglia di
demagogia. La liberta' di ogni individuo non puo' essere a
svantaggio di altri. Detto questo, nella fattispecie la
carne di maiale e' un alimento indispensabile per due
motivi: economico e nutriente, aggiungerei piu sano della
mucca-pazza. Il sindaco non è un fascista come dicono
alcuni stupidotti, non fa altro che accogliere le lamentele
delle povere vecchiette che tolti i piccoli negozi per far
largo ai supermercati, sono costrette a fare spesa in un
altro quartiere. Non sono fascista e mi rompe chi mette
politica anche nelle salsicce, ma visto che la vendita al
dettaglio sta cambiando (e la vecchietta non va certo a
comprare salsicce su internet) il sindaco non fa altro che
applicare il buon senso per un'esigenza primaria, cosa che
il povero marrocchino per cecita' mussulmana ha deciso di
fare politica, e imporre scelte alimentari anche se detiene
il monopolio di mercato nel quartiere. Io fossi il sindaco
farei aprire da subito un altro supermercato a fianco dei
fratelli alibaba' e li farei chiudere in due mesi. Ps per i
benpensanti..... La tradizione non e' acquacalda, e' la
nostra storia il nostro presente passato e futuro. Io non me
ne vergogno e anzi ne vado fiero, le patate e i maiali
compresi gli alcolici, hanno sostenuto popoli nel nord che
ora sarebbero scomparsi, soprattutto perche' sono alimenti
di facile produzione in casa..... Meditate gente.....