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3 maggio 2007 0:00 - Tiziano
Era ora così finalmente oltre ad essere legali pagheranno anche le tasse come tutti coloro che "prostituiscono" il loro corpo dalla testa (intellettuali) alle mani e piedi (semplici operai).
Avanti così.
3 maggio 2007 0:00 - Lucio Musto
X Curioso
(cito: "Anche l'assassinio è un mestiere antichissimo, lo legalizziamo?")

Interessantissimo intervento, signor “Curioso” ed affascinante interrogativo!.

Certo andrebbe analizzato in una platea di livello culturale assai più raffinato di quello in cui ci troviamo, ma anche qui può risultare intrigante, se abbastanza schematizzato.
L’assassinio come mestiere, l’assassinio come esigenza umana.

Il tema naturalmente non è originale, già altri forse più qualificati di noi, psicologi, sociologi e scrittori di fama lo hanno affrontato. Fra quelli che mi vengono a mente a volo ricorderò qui il racconto-studio di Brian Aldiss “Arena” ed il celeberrimo romanzo “La settima vittima” di Robert Sheckley da cui fu tratto anche un film “La decima vittima” di grandissimo successo, anche se (a mio modesto incompetente avviso) di valore alquanto inferiore alla profonda filosofia del libro.

“Filo rosso” di questi, e di innumerevoli altri studi è l’aggressività come insopprimibile istinto dell’uomo e quasi suo “impulso evolutivo”. D’altronde gli stessi Eloi, della “Macchina del tempo” di Wells (anche questo massacrato in un film “fumettone”) sono ridotti ad animali da macello giusto per aver perso l’aggressività.

Ma torniamo a noi e parliamo del mestiere di “assassino”, vecchio come il mondo, giustamente dice lei.

Esiste anche ora, naturalmente, ed oggi come sempre segue le leggi vere della società che in parte rispecchiano pure (ma non benissimo) quelle scritte.
Lei converrà che mai come oggi le leggi “scritte” sono traballanti ed applicate in modo equivoco ed approssimativo, mai come oggi la “certezza” della legge è incerta, la sua interpretazione fantasiosa e l’effetto soggetto ad innumerevoli capricci, cavilli, ragioni di “opportunità” che nulla hanno a che fare con la valutazione dei reati… e via discorrendo.

Mi riferisco, senza cavillare, alle cose più varie, dalle leggi che vengono approvate già con la pregiudiziale di dover essere cambiate, alle carceri che si aprono perché sono piene, alle “decadenze di termini”, ai “vizi di forma” alle “competenze territoriali” alle “momentanee-presunte- seminfermità-mentali-passeggere-di-quella-volta” agli infiniti superflui o esagerati garantismi e via discorrendo.

Di fronte ad un crimine, quanti gradi di giudizio serviranno?... quanti anni di rimandi e sospensioni?.... quanti tribunali?

Oggi ammazzare uno può significare trent’anni di carcere o tre mesi… con la condizionale, indipendentemente dal crimine in se ma a seconda “di che aria tira”…
naturalmente esagero, ma non di tantissimo!

Si può quindi dire che “legalizzare” l’assassinio si potrebbe fare. Non cambierebbe molto o forse, paradossalmente, darebbe fastidio agli assassini!... Ci ha pensato?

Vediamo. Una legge, qualunque essa sia, deve avere almeno una parvenza di giustizia, o appunto di “legalità”. Ed allora dovrebbe stabilire, almeno sulla carta, diritti, doveri, limiti e circostanze ovvero, perlomeno, abolizione di diritti, di doveri, limiti eccetera eccetera.
Ed allora, per esempio, una legge che liberalizzi l’omicidio, liberalizzerebbe anche l’uso delle armi, e sa quanti assassinetti balordi del sabato sera ci rimetterebbero le penne sotto le pallottole delle vittime, più sobrie di loro e ben determinate a difendersi, visto che ora devono farlo da sole?

Anche volendolo fare, non sarebbe facile legalizzare l’assassinio, senza creare imprevedibili squilibri!

Mi rendo conto che questo mio dire è molto monco ed approssimativo, ma su queste pagine non credo si possa fare di più. Io che conto le parole so di essere già stato lungo oltre la pazienza dei miei detrattori.

Ma spero che mi abbiano letto lo stesso, e magari giustamente criticandomi, si pongano anch’essi la domanda che pone lei, amico “Curioso”, e ci comincino a riflettere su.
C’è tutta una sociologia da scoprire sotto il semplice “legalizziamo l’assassinio?”.

Ogni epoca storica ha avuto i suoi assassinii leciti ed onorevoli, e quelli turpi e condannabili. Ma sono cambiati sia quelli che questi, nel tempo.

Una volta si potevano uccidere le donne e gli uomini no, un’altra volta gli schiavi (uomini o donne indifferentemente) si ed i liberi no, prima i cristiani si ed i pagani no, poi le streghe si ed i cristiani no, un’altra volta ancora gli uomini si (ma solo in altezzosi duelli) e guai invece a torcere un capello a donne e bambini, oggi si può abortire ed eutanasiare ma guai a toccare quelli che votano…

Ogni epoca ha le sue regolette, insomma!... Ma mai che si potesse uccidere chiunque, sempre, indiscriminatamente, col plauso della collettività!...

E chissà se anche questa osservazione non possa essere un altro utile spunto di riflessione!

Cordialità e grazie!

Lucio Musto 2 maggio 2007 parole 700
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2 maggio 2007 0:00 - Curioso
Anche l'assassinio è un mestiere antichissimo! Che facciamo, lo legalizziamo?
2 maggio 2007 0:00 - sociologo
Erminio... e chi sono le rumene polacche?
una specie di svizzere tailandesi?
2 maggio 2007 0:00 - Michele Paratico
Sono pienamente d'accordo. La legge Merlin, ispirata da nobili principii, rivelava purtroppo un fondo di ipocrisia notevole: si chiudevano gli occhi di fronte ad una verità secolare. NOn a caso si dice che la prostituzione è il mestiere più antico del momdo.

Saluti,

Michele
2 maggio 2007 0:00 - roberto
Era ora che qualche partito prendesse posizione su questo argomento, se dovesse passare questo disegno di legge, si libererebbero le strade da questo marciume, e sicuramente il governo avrebbe un altro tesoretto da vedere dove spendere, proveniente dal gettito fiscale di queste signorine. Avrete sicuramente il mio appoggio sia morale che scritto. Continuate cosi Roberto R.
1 maggio 2007 0:00 - antonio
E' triste dover constatare che a distanza di 50 anni ci sia ancora gente bigotta ed egoista. Si egoista perché non a tutti è dato avere sfogo sessuale per molteplici motivi.
Ben venga la regolamentazione sull'attività più vecchia del mondo.
Forse i bigotti preferiscono ancora sentire della schiavizzazione delle donne portate per strada quasi sempre contro il loro volere, violentate e sfruttate economicamente dai loro aguzzini.
Personalmente non sono interessato al problema ma mi ricordo che fin da giovane maledivo la Merlin anche perchè nei rapporti casuali non c'è sicurezza.
Ultima cosa. Personalmente inasprirei le pene per la prostituzione per strada condannando, in questo caso, anche la prostituta.
Per quanto concerne la prostituzione minorile e i pedofili non mi esprimo perché verrei tacciato di persona moooooolto crudele.
1 maggio 2007 0:00 - giuseppe antonio maugeri
legalizzare la prostituzione sarebbe un atto di verra guerra ai "schiavisti", un aiuto alla sanità nazionale, in quanto si eviterebbero infezioni e altro, un recupero delle dignità dei quartieri delle città, purttroppo essendo "il mestiere più vecchio del mondo" non vedo quali sistemi moderni possano cancellare quest'attività
giuseppe maugeri
1 maggio 2007 0:00 - Enrico
Trovo la cosa molto giusta per molteplici fattori per i quali la legge Merlin non ha mai immaginato. Bravi continuate e se servirà firmare a favore io sarò con voi. Auguri...un caro saluto ...Enrico
1 maggio 2007 0:00 - M.Luisa Primavera
Sono d'accordo con voi poiche' e' un indecenza vedere per le strade queste donne quasi nude, che oltre tutto intralciano il traffico,specialmente per i bambini.
1 maggio 2007 0:00 - Graziano
Proposta giusta spero vada a buon fine.
La prostituzione è il mestiere più antico, ed è sempre esistito,e penso che esisterà sempre.
Meglio regolarizzarlo e rendere le prostitute
lavoratrici con diritti e doveri. Sono convinto che tutto ciò sarà difficile da realizzare a causa dei troppi interessi in gioco e poi ci sono i tabù, primo di tutti per strada non ci vede nessuno, nelle case invece..........Buona Fortuna.
1 maggio 2007 0:00 - Salvatore
Ottima iniziativa finalmente, peccato che non passera' come non passano i dico...
1 maggio 2007 0:00 - Vincenzo Ciani
Anche su questo tema, apertosi cinquant'anni fa, siamo in ritardo di quarantanove anni. Speriamo che la miopia, ed una ingiustificabile condiscendenza clericale dei nostri governanti, non continui ad opporsi ad un evidente, grossolano errore, un buco legislativo che tanti guai ha procurato in questi dieci lustri di case chiuse. In sostanza, sono pienamente in accordo con la vostra battaglia, che spero si risolva velocemente con un coraggioso ripensamento di nostri legislatori. Avete tutto il mio appoggio. Un saluto.
1 maggio 2007 0:00 - Lucio Musto
Prostituzione legale


Per una volta, sono pienamente d’accordo con l’Onorevole Poretti… quasi completamente…

Nel senso che riconosco il diritto, a chi voglia farlo, di mercificare il proprio corpo o di usare un corpo mercificato e questa scelta sia tutelata, regolamentata e difesa dallo Stato come ogni altra libertà personale.
Le prostitute ed i prostituti diventerebbero lavoratori come gli altri con analoghi diritti, doveri e limiti comportamentali, di decenza ecc.
D’altro canto anche ogni lavoratore è comunque “prostituito” cioè "messo in vendita per denaro" nella mente, nell’inventiva, nel suo tempo, nel suo corpo e/o nelle sue capacità.
E, per me, lo spirito è più importante del corpo.

Dove invece non concordo è il metodo. Non mi va una legge che per metà dice “buttiamo subito a mare il precedente” e nell’altra metà “poi vedremo cosa fare”.

Una buona proposta di legge, secondo me, è quella che affronta il problema, lo risolve in ogni suo aspetto, e si pone per essere discussa, perfezionata e migliorata.
Che vada poi in vigore nella sua completezza, sempre quando possibile in via sperimentale.

Solo dopo, quando si sia verificata la bontà del “nuovo”, va sostituito il vecchio!

Credo che ognuno di noi faccia così anche se va a comprare le scarpe. Non butta oggi le vecchie sperando di trovane comode dopodomani, e nel frattempo cammina scalzo!

Questo, se si vuole “costruire”. Naturalmente se l’obiettivo è solo demolire…

Grazie per avermi letto.

Lucio Musto 1 maggio 2007 parole 234
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1 maggio 2007 0:00 - Erminio
Ottimissima iniziativa....Però io suggerirei una cosa da fare immediatamente per bloccare l'invasione di questi ultimi tempi da parte delle Rumene Polacche per via della possibilità di entrare in Italia senza permesso di soggiorno oltre alla continua e innarrestabile calata di Nigeriane.
Sarebbe sufficente proibire modificando con un decreto legge e con gravi sanzioni la prostituzione stradale così facendo chi decide di venire in Italia per prostituirsi liberamente ci penserà tre volte .
Poi avanti con la vostra proposta di legge
1 maggio 2007 0:00 - Andrea
Sono perfettamente concorde con l'iniziativa. Peccato che in Italia esista la chiesa, la quale preferisce sostenere che un problema non esiste piuttosto che ammetterlo. Chi ha avuto possibilità di viaggiare ha capito che in altri Paesi funziona diversamente. In Germania (p.e.) la prostituzione è regolamentata e il fenomeno non è lasciato nelle mani delle mafie locali. Vorrei solo sapere se posso fare qualcosa per aiutare questa iniziativa...
1 maggio 2007 0:00 - alessandro
non sono d'accordo
1 maggio 2007 0:00 - alessandro
Non sono d'accordo con questa iniziativa.
Mi rendo conto della necessità di regolarizzare questo fenomeno però a mio avviso la prostituzione andrebbe vietata per legge perchè la ritengo immorale e lesiva della dignità della persona, sia quella che la pratica, sia quella che ne fa uso (clienti). Non possiamo arrivare a legalizzare la mercificazione del corpo. Non sarebbe un punto di miglioramento della nostra società. Sarebbe solo riconoscerne la sua sconfitta. Di prostituzione in questo paese ce n'è già a sufficienza, sia in modo palese (quella di fatto) sia in modo meno palese. E mi riferisco all'uso che in genere la donna fa usando il proprio corpo per raggiungere gli obbiettivi che essa si prefigge (carriere, successo, denaro, potere). Questo uso della sessualità e del proprio corpo è immensamente degenerante la dignità della persona oltre che essere immorale. Dobbiamo difendere questro aspetto della nostra vita con tutte le nostre forse e non invece legalizzarlo. IO IN QUESTA SEDE VORREI PROPORRE UN DISEGNO DI LEGGE IN CUI SI RENDA ILLEGALE LA PROSTITUZIONE A TUTTI I LIVELLI. ABOLIAMO LA PROSTUTUZIONE PER ABOLIRE TUTTE QUEGLI ATTEGGIAMENTI DEGENERATIVI CHE NE CONSEGUE.
FAVORIAMO INVECE LO SVILUPPO DEI SENTIMENTI E DEI RAPPORTI AFFETTIVI, AMBITI QUESTI NEI QUALI è GIUSTO CHE LA SESSUALITA' SI MANIFESTI. NEGLI ALTRI CASI SAREBBE SOLO UN USO SPORCO E MERCENARIO DEL PROPRIO CORPO. DIFENDIAMO LA DIGNITA' DEL NOSTRO CORPO COSì COME DIFENDIAMO L'INNOCENZA DI UN BAMBINO DALL'ABUSO DI ADULTI E DAI PERICOLI DEL MONDO E DELLA SOCIETA' , ALTRIMENTI SAREBBE SOLO UN GRANDE CONTROSENSO. GRAZIE
1 maggio 2007 0:00 - Ermete
E' ora, non tanto per me che non sono interessato in quanto felicemente sposato. Ma il problema è nelle strade... alla vista di tutti e chi non lo vede è solo perchè non lo vuole vedere o peggio perchè ormai la cosa fa parte del paesaggio e la prostituta è come il cartellone pubblicitario che è lì da sempre e nemmeno lo si legge più.
1 maggio 2007 0:00 - Antonio
Finalmente si inizia a guardare la realtà:
in Italia sembra non essere importante arginare o risolvere un problema, bensì basta che non se ne parli. Eppure io che abito a Roma, tornando dal lavoro con la mia bimba, sono costretto a disrrla o ad inventarmi di tutto per spiegare lo spettacolo di CENTINAIA di giovani prostitute su una strada statale interna alla città (n.d.r.Via Salaria). Ma tanto da noi la prostituzione è vietata, no? Nessuno ci và con quelle, no? Allora per una tutela in forma di sicurezza e sanitaria, ritengo opportuno ed auspicabile un pò meno di IPOCRISIA e l'approvazione della suddetta proposta.
Complimenti per l'iniziativa!
1 maggio 2007 0:00 - Civetta
la prostituzione esercitata per strada continuera' ad essere punita penalmente e amministrativamente.


Continuerà?? Quando mai lo è stata?
1 maggio 2007 0:00 - Ernesto Della Torre
Complimenti Donatella ed in bocca al lupo per una rapida e completa approvazione della sua proposta: sono pienamnte d'accordo su tutti i punti di riflessione. Aggiungerei solo un'osservazione a favore dei clienti e dei loro bisogni: se accettano di pagare per una cosa che molti ottengono gratis significa che hanno qualche problema psicologico o fisico o di tempo libero ma non sono dei criminali da condannare o sbeffeggiare, e potrebbero condividere risorse economiche con persone più bisognose. Grazie, Ernesto
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