Concordo con pierino. Quanto a privato si commenta da sé.
24 giugno 2007 0:00 - Pierino
In pratica queste liberalizzazioni hanno portato solo a più
burrocrazia e disoccupazione e più alti prezzi basta vedere
il costo del commercialista.
23 giugno 2007 0:00 - Privato sottufficiale
Per Gourry.
Sono costretto a correggermi.
Non è vero che gli interventi di Gourry sono
insignificanti. Fanno pena.
23 giugno 2007 0:00 - Gourry
Evidentemente sei tardo di comprendonio visto che ti è
stato ripetuto da me e da molti prima di me che il numero
chiuso è naturale visto che i Notai sono pubblici
ufficiali. Se non conosci questo termine vatti a studiare un
po' di diritto oppure leggi i numerosi messaggi del
forum che contengono una tale definizione, evitando così di
spammare sul forum, come tuo solito. Inoltre anche se
non ci fosse il numero chiuso continuerebbero a passare
sempre quelle 180-190 persone perché le prove sono molto
difficili. Non cambia molto. Se proprio devi
intervenire con il tuo modo volgare ed incivile, almeno abbi
la decenza di trovare nuovi argomenti, specie se quelli che
proponi sempre sono stati ampiamente ed inequivocabilmente
confutati. Sei sicuramente un pluritrombato al concorso
o uno di quegli avvocati con l'acqua alla gola che
beneficerebbero della norma, anche se lo hai già negato o
se ancora lo negherai. Cordiali Saluti, Dio.
23 giugno 2007 0:00 - Privato sottufficiale
Per Gourry.
Ho scritto ieri nel forum "La
lobby dei notai" che i tuoi interventi sono
insignificanti. Lo ribadisco.
Parli di demagogia;
a sproposito, ovviamente. La mia argomentazione di
fondo, al di là della ipotizzata possibilità per
avvocati-commercialisti-segretari di stipulare atti di
valore inferiore ai 100.000 Euro, è diversa. Ritengo
che per accedere alla professione notarile debba essere
previsto un concorso per conseguire la relativa
abilitazione. Stessa severità del concorso attuale, ma
SENZA NUMERO CHIUSO. Dovrebbe essere illuminante
quello che succede per i farmacisti. Nelle farmacie,
accanto al titolare vincitore di concorso (ma potrebbe non
essere vincitore se ha ereditato la farmacia), ci sono tanti
collaboratori abilitati (non potrebbe essere diversamente)
che sono risultati idonei, ma non vincitori al concorso.
Non mi faccio esibire il curriculum vitae prima di
comprare l'aspirina. So, comunque, che nelle grandi
farmacie i titolari non stanno quasi mai al banco. Io
non ritengo uno scandalo che un farmacista abilitato possa
mettersi in proprio. La stessa cosa auspico per i
notai. Ritengo, anzi, che l'estensione della
competenza ai segretari-avvocati-commercialisti, sic et
simpliciter, sia una ipotesi riduttiva. La strada
maestra dovrebbe essere un concorso abilitante, con la
conseguenza che ognuno, superato il concorso, deve avere la
possibilità di aprire lo studio dove gli pare. Numero
chiuso=privilegio. Io il privilegio lo voglio
eliminare, in tutti i settori. Non ritengo che sia la
soluzione migliore far diventare i commercialisti-
segretari-avvocati dei notai di serie B. E'
chiaro?
22 giugno 2007 0:00 - Gourry
Caro privato SOTTO(ufficiale), è normale che prima si
prenda l'abilitazione forense, per pararsi il culo nel
caso in cui l'obiettivo notarile non venga raggiunto, ma
ciò non significa che questa presupponga una preparazione
adeguata per superare il concorso. Chi dopo essere diventato
avvocato supera il concorso notarile, continua a studiare ed
accumula ovviamente una preparazione specifica e superiore
in quei campi che gli permettono il superamento del
concorso. Come a solito i tuoi interventi, demagogicamente
validi, mostrano tutta la propria pochezza.
22 giugno 2007 0:00 - Privato sottufficiale
Per Matteo Fasano.
"...Io facevo
l'avvocato ed oggi faccio il notaio ...".
Dunque, il concorso notarile lava il peccato originale:
l'avvocato tecnico "di parte" si chiude nel
bozzolo del concorso e, quando si schiude, perde il pelo ed
il vizio, diventando garante della imparzialità.
Naturalmente questo lo può fare solo se il concorso è a
numero chiuso, perché non è il superamento del concorso,
con le sue difficoltà, a garantire la preparazione, ma il
fatto che si venga ammessi nella ristretta cerchia dei sommi
sacerdoti. 5.000 notai garantiscono
l'imparzialità e la competenza; 10.000 sarebbero un
grave segnale di scadimento della qualità, di mancanza di
professionalità, di possibili abusi nell'esercizio
della professione .....
22 giugno 2007 0:00 -
Pur non godendo della genialità riservata ai notai credo di
poter approcciare qualunque questione di diritto (civile per
quanto mi riguarda)e sono in grado di capire se un atto
necesita di particolare studio o no! Pensa caro notaio che
quando ero ancora praticante un tuo collega disse ad una mia
cliente che la rappresentazione operava nei confronti della
figlia del secondo marito di sua madre appena deceduta! Sai
quale fu la cosa grave CHe lui passò per "quello
bravo" ed io per la somarella di turno. Si può dire
tutto ed il contrario di tutto ma NON SI PUò MAI
GENERALIZZARE
22 giugno 2007 0:00 - sabino lombardo
Per Sibilla
Io non ho mai affermato che i notai
siano infallibili, ho semplicemente detto che, per il tipo
di studi fatti, nella loro materia è molto più improbabile
che commettano errori rispetto ad altri professionisti
Certamente i notai ne commetterebbero molto più degli
avvocati se volessero trattare le materia di loro
competenza, e ne commetterebbero ancora di più se fossero
chiamati a svolgere l'attività dei segretari
comunali. In altre parole, non basta un decreto legge
per creare delle conoscenze che non si hanno e che non si è
tenuti ad avere. Ad esempio, confesso la mia assoluta
ignoranza in materia di provvedimenti di famiglia
(naturalmente in sede contenziosa e non di volontaria
giurisdizione, che, come lei ben sa non è attività
giurisdizionale ma amministrativa) che possano essere
tutelati da un unico avvocato. Naturalmente il fatto
che io non lo sappia, non vuol dire che non sia vero, stà
solo a dimostrare la mia ignoranza in materia
contenziosa. Mi permetto anche di far notare che il
termine "atti semplici" non entra in gioco nella
liberalizzazione Bersani, il quale si è limitato a
distinguerli in base al valore, e non alla maggiore o minore
difficoltà. Ora, la vendita di un pezzo di terreno
agricolo da 5000 euro effettivi, da parte di un interdetto
di cittadinanza italiana ma residente all'estero, cui
quel terreno è pervenuto per successione apertasi in Italia
è estremamente più complessa della vendita di un
appartamento da 500.000 euro acquistato dal venditore,
celibe e tutt'ora di stato civile libero, oltre 20 anni
fa. (diritto internazionale privato, organo competente ad
autorizzare l'atto, tutela dell'interdetto e dei
creditori del defunto, obbligo di rimpiego, perizia giurata
ecc.) Ma come si fà a dire che un atto è semplice se
prima non lo si è studiato? cordiali saluti
sabino lombardo
22 giugno 2007 0:00 - matteo fasano
A leggere meglio, l'emendamento ritirato prevedeva che
gli avvocati ed i funzionari comunali prestassero la propria
opera "gratuitamente"... Il problema è che
ognuno deve fare il proprio lavoro,quello per il quale si è
ed è stato formato. Io facevo l'avvocato ed oggi
faccio il notaio, posso dire che l'approccio alle
problematiche è totalmente diverso e credo non sia
sovrapponibile; un professionista, per essere tale, deve
avere un requisito essenziale:la professionalità, vale a
dire la capacità di affrontare un problema professionale da
un punto di vista estremamente specifico, caratterizzato ed
affinato da anni di esercizio di una specifica
professione,che,in quanto tale,è caratterizzata da alcune
peculiarità pregnanti e che determina la cosiddetta
"deformazione professionale". Ora, l'avvocato
è e dev'essere,per giuramento deontologico,un
consulente "di parte" che deve fare gli interessi
di una parte a discapito di quelli della controparte. Non mi
si faccia l'esempio dell'avvocato che assiste
entrambi i coniugi in una separazione, in quel caso vi è
una volontà convergente delle parti e l'opera del
professionista può definirsi "di supporto
burocratico". Il notaio,invece,è un consulente
"imparziale",al centro delle parti ed in
rappresentanza dello Stato di diritto che,selezionatolo con
un concorso rigoroso,aperto a tutti, gli ha attribuito la
"pubblica fede", quindi una funzione pubblica,
obbligandolo ad esercitare la sua professione in un
determinato territorio, proprio per portare la presenza
dello Stato ovunque. Questo porta anche a redditi molto
diversi tra notai, dipendente dalla ricchezza e dal numero
di sedi del territorio in cui opera: a notai con
redditi milionari si contrappongono la maggior parte dei
notai, della maggior parte delle regioni italiane, tutte
quelle del sud, con redditi comparabili ai redditi (reali)
del livello medio-alto di tutte le altre categorie
professionali. Il problema è un altro, quello di
capire a chi queste assurde liberalizzazioni, penalizzanti
per il cittadino, facciano comodo. Chi arriva a capire
questo ha una reale,disincantata, visione della
problematica. Saluti.
22 giugno 2007 0:00 - sibilla
Per Sabino Lombardo Lei da per scontato che i notai non
possano sbagliare mentre gli avvocato è certo che sbaglino
sempre. Non potrà sfuggirle il fatto che i cretini e
i somari sono purtroppo presenti nella medesima percentuale
in tutte le categorie! Potrei portarle esempi di suoi
colleghi che non solo hanno fatto errori ma per arroganza si
rifiutano di risarcire i danni che hanno provocato. Io
non credo ci voglia particolare perizia per redigere un atto
di compravendita immobiliare "semplice" né
ritengo impossibile per un avvocato tutelare due parti
potenzialmente incontrasto (già accade in numerosi
procedimenti specialmente in materia di diritto di
famiglia). Credo invece, come già esposto in altra
discussione che le riforme vadano affrontate in maniera
organica e non in modo frammentario come purtroppo accade da
molti anni. La dialettica è il sale della
crescita. Proviamo tutti però, io per prima, ad uscire
dal nostro orto e forse riusciremo a comprendere molte cose
22 giugno 2007 0:00 - Giacomo
Gentile Caramella
Quanto alla capacità
risarcitoria
mi riferisco alla personale
responsabilità dei Notai ed alle conseguenti polizze
assicurative più volte citate.
Ho seri dubbi in
merito alla possibilità che un funzionario comunale sia
disposto ad assumersi personale responsabilità.
Ho seri dubbi che gli ordini forensi possano dotarsi degli
stessi rimedi tuzioristici previsti dal notariato (quale
folle compagnia li assicurerebbe considerato il contenzioso
nei paesi di "common law"???)
Tutto
ciò tralascindo l'aspetto pratico necessario ai fini
dell'autentica.
Quanto infine al
"numero chiuso garante della qualità"
non ho dubbi e non vedo come possa essere diversamente
considerato che al concorso accedono in 7/8.000 e tagliano
il traguardo solo in 200 di media.
Selettivo,
concorda?
21 giugno 2007 0:00 - Caramella
Caro Giacomo
credo che il "paraocchi"
ce l'abbia chi difende a prescindere il monopolio dei
Notai. Dovrebbe concretamente spiegarci cosa intende
quanto riferisce che il fatto che gli vengano redatti da un
avvocato a da un segretario comunale (che lo fanno già
quotidianamente) vada a discapito del servizio. Inoltre
dovrebbe spiegarci cosa intende quando dice che
"verrebbe meno quella capacità risarcitoria che è
propria dei Notai". A parte il fatto che, forse
Lei non lo sa perchè non si è informato, ma la proposta di
legge prevedeva che gli atti potesseso stipularli solo gli
avvocati e i segretario comunali che avessero sottoscritto
una preventiva polizza d'assicurazioni (garantendo così
il risarcimento di un eventuale danno), non comprendendo
proprio quale sia la capacità risarcitoria propria dei
Notai. Da ultimo: siamo sicuri che il numero chiuso
garantisca la qualità?
20 giugno 2007 0:00 - sabino lombardo
Per Alfredo Rispondo alla Sua domanda.
Preliminarmente, però, occorre precisare che non credo
proprio che, anche se venisse approvata la liberalizzazione,
Lei si potrebbe mai rivolgere a suo fratello avvocato.
L'attuale Legge notarile (articolo 28) vieta al notaio
di ricevere atti che interessino lui stesso, il coniuge, i
suoi parenti od affini in linea retta, in qualunque
grado (all'infinito), ed in linea collaterale, fino al
terzo grado incluso. E' di tutta evidenza infatti
che, in questi casi, potrebbero sorgere seri dubbi circa la
sua posizione di terzietà rispetto alle parti. Al
momento, una norma del genere non esiste rispetto agli
avvocati, a dimostrazione della non richiesta imparzialità
di questa professione, (anzi chi meglio di un parente può
difendere un proprio parente) ma è certo, se no sarebbe
pazzesco, che ove gli avvocati, o i funzionari comunali,
potessero autenticare atti di vendita verrebbe esteso loro
analogo divieto. D'altro canto, conoscendo la
professionalità degli avvocati, sono convinto che loro
stessi rifiuterebbero di fare una mostruosità del genere,
anche se il divieto non fosse espressamente previsto.
Sarebbe come se in un derby Inter-Milan l'arbitro fosse
Ancelotti. Passando invece alla domanda vera e propria,
devo fare una necessaria premessa. Nel nostro
ordinamento gli atti di compravendita vengono definiti come
"acquisti a titolo derivativo". Questa
definizione vuole indicare che ogni acquisto deriva da
quello che lo precede. Se quello che lo precede è
nullo, per il principio che nessuno può vendere un diritto
maggiore di quello che ha acquistato, la successiva vendita
da lui fatta sarà a sua volta nulla. Facciamo un
esempio. Tizio, Caio e Sempronio sono comproprietari di
un vasto terreno edificabile che decidono di dividersi.
Per un errore del notaio, (oggi solo i notai lo possono fare
e quindi l'errore lo devo necessariamente imputare al
notaio) all'atto di divisione non viene allegato il
certificato di destinazione urbanistica del terreno
diviso. Questo errore porta alla nullità
dell'atto. Successivamente, Tizio costruisce sul
suo pezzo di terreno una casa di 10 appartamenti e li vende
tutti. Anche qui, ipotizziamo che il notaio incaricato
degli atti di vendita sbagli, e non si accorga della
nullità della divisione (tengo a precisare, ad evitare
fraintendiment,i che il notaio gli atti li guarda bene).
A loro volta tutti e dieci gli atti di vendita saranno
nulli. E così di seguito. Per sanare tutto,
bisogna rifare la divisione e tutti e 10 gli atti di
vendita. Per colmo di sfortuna, ipotizziamo anche che,
nel frattempo, Caio, Tizio e Sempronio siano morti. In
questo caso occorrerebbe: - presentare le successioni
di Tizio, Caio e Sempronio, inserendo per ciascuno la quota
di un terzo di tutti gli appartamenti, che essendo stati
costruiti su terreno comune sono diventati anch'essi
comuni per il principio dell'accessione = tutto ciò che
insiste sul suolo è di proprietà del proprietario del
suolo); - rifare tutti e dieci gli atti di vendita,
sperando che gli acquirenti siano ancora vivi, altrimenti
nuove successioni; - sperare che gli eredi di Caio e
Sempronio siano persone oneste e non approfittino della
situazione venutasi a creare per la quale, giuridicamente,
sono comproprietari di 10 appartamenti. Ora, Lei mi
chiede "perchè non posso rischiare?". Le
rispondo, perchè se la liberalizzazione passasse, di casi
come quello prospettato se ne verificherebbero moltissimi, e
il danneggiato non sarebbe solo lei ma l'intero sistema
immobiliare. Tenga presente un altro fatto. Quando
il cliente chiede un mutuo alla banca, questa lo concede
solo se il notaio, con un apposito documento che si chiama
"relazione notarile", garantisce alla banca,
assumendone per iscritto tutte le responsabilità, che
l'immobile da ipotecare, negli ultimi 20 anni, non
presenta, fra l'altro, irregolarità nei passaggi di
proprietà. La relazione notarile rappresenta, in senso
non tecnico, gli avvocati mi scusino, una forma di
fideissione che il notaio presta a favore del mutuatario nei
confronti della banca. Sostanzialmente il notaio scrive
"Cara banca, è tutto a posto, e se non lo fosse, ed a
causa del mio errore l'ipoteca non è valida, ti pago
io".(Questo, fra l'altro, è uno dei motivi che
contribuiscono a determinare il costo del contratto di
muto). Ora, se nel mercato immobiliare si presentassero
problemi come quello sopra esposto, la durata per la
concessione di un mutuo, quando venisse concesso, si
dilaterebbero a dismisura con tutti gli evidenti problemi
per chi, essendosi impegnato a comprare entro una certa
data, non fosse in grado di adempiere per indisponibilità
della somma richiesta a mutuo. Infine, valuti che
nell'incredibile numero di leggi che purtroppo il nostro
legislatore ci ha regalato negli ultimi anni, ci sono così
tante cause di nullità che è veramente difficile, mi
creda, starci dietro. In poche parole, secondo me il
sistema collassa.
Cordiali saluti sabino
lombardo
Per Sotto Ufficiale.
Mi
permetta di farLe notare che nella sua e-mail mi pare di
rilevare una certa incoerenza.
Lei scrive:
"I farmacisti vendono, beneficiando dell'insegna
"Farmacia" e con prezzo maggiorato, ogni sorta di
mercanzia (creme abbronzanti, dentifrici, lozioni per
capelli, preservativi, acque minerali, pannolini,
caramelle). Si lamentano se viene tolta l'esclusiva
delle aspirine, ma cercano di vendere di tutto. Ogni
proposta di cambiamento la interpretano come atto
sovversivo. La stessa cosa sta avvenendo con i
notai."
Le faccio notare: 1) le creme
abbronzanti, dentifrici, lozioni per capelli, preservativi,
acque minerali, pannolini, caramelle non hanno niente a che
spartire con i medicinali. Se Bersani voleva fare
qualcosa di veramente condiviso dai più, io per primo,
doveva levare quei prodotti, non i farmaci da banco, alle
farmacie. Questa Sua affermazione coincide esattamente
con quello che cerco di dire io: a ciascuno il suo lavoro,
che i farmacisti vendano i medicinali, con la presenza fissa
di un farmacista al quale io possa rivolgermi, anche se ho
un semplice mal di testa. Al proposito le racconto un
fatto. Soffrendo di violentissimi mal di testa, usavo,
con il sistema fai da te, la "Novalgina",
consigliatami da un collega. Un giorno, pur avendola
presa, continuavo a stare male e sono passato in
farmacia. Esposto al farmacista il problema, mi ha
spiegato che la Novalgina ha un tremendo potere di
abbassamento della pressione, con conseguenti capogiri,
senso di nausea, e vari altri effetti collaterali, e mi ha
invitato a smettere di usarla e di farmi prescrivere dal
mdico altro medicinale, possibilmente dopo degli esami
clinici. Lei crede che se fossi andato al supermercato,
avrei avuto gli stessi consigli?
2) Perchè, in
base a quale filo logico di ragionamento, afferma "i
farmacisti vendono, beneficiando dell'insegna
"Farmacia" e con prezzo maggiorato, ogni sorta di
mercanzia .........cercano di vendere di tutto. Ogni
proposta di cambiamento la interpretano come atto
sovversivo. La stessa cosa sta avvenendo con i
notai."? Nella mia "insegna" (che non è
una forma di pubblicità ma un obbligo imposto per legge)
c'è scritto "Repubblica Italiana - Notaio Sabino
Lombardo", e sotto quella insegna io faccio solo ed
esclusivamente il notaio. Non voglio ulteriori
competenze, sono già in difficoltà con tutte le incombenze
che lo stato mi ha rifilato, a suo esclusivo beneficio e a
mio esclusivo danno. Facciamo un conto: - Calcolo
delle imposte a mio rischio, se sbaglio la differenza ce la
metto io; - Lotta all'abusivismo edilizio, con
sanzione di nullità; - Lotta all'evasione nel
prezzo dichiarato, con sanzione di nullità; - Lotta
all'evasione nel campo della mediazione, con sanzione di
nullità; - Lotta alla lottizzazzione abusiva, con
sanzione di nullità; - Protezione del patrimonio
artistico, con sanzione di nullità; - Lotta allo
sperpero energetico, con sanzione di nullità; - Lotta
agli abusi di rivendita nelle cooperative, con sanzione di
nullità; - Registrazione, trascizione e voltura
telematica, con obbligo di dotarmi, a mie spese, degli
strumenti hardware e software. Sia ben chiaro, parlo
del solo settore immobiliare. Io non voglio altri
incarichi, competenze od altro. E' già molto
difficile così, ci mancherebbe solo che dovessi svolgere
altre attività oltre a quella di notaio. Cordiali
saluti sabino lombardo
20 giugno 2007 0:00 - GIACOMO
Tifo da stadio?
Prego, mi indichi dove.
AnticipandoLa, forse, qualora si riferisse al sostegno dato
al Notaio Lombardo, personalmente non vedo nulla di male;
lo stesso infatti con grande pacatezza non ha fatto
altro che limitarsi ad esporre fatti e circostanze
obbiettive che corrispondono alla piena ininterpretabile,
cristallina verità...tutto sta nell'aver voglia di
vederla o meno.
Comunque, sorvoliamo.
Ciò che lei dice:
" qualche
segretario comunale-avvocato-commercialista (o qualsiasi
altro laureato in Giurisprudenza) possa fare una piccola
parte del lavoro oggi riservata ai notai è così
assurdo?"
e' sì assurdo, poichè
come tentato di spiegarle - tra l'altro da più
d'uno - andrebbe inevitabilmente a discapito della
qualità e delle garanzia che i Notai e solo i Notai sanno
dare,
verrebbe meno quella capacità risarcitoria
che è propria del Notariato (e tra l'altro ho seri
dubbi che possa essere estesa ad altri)
Credo che lei non voglia capire e dunque ogni tentativo di
chiarirle le idee, portandola ad una veduta maggiormente
obbiettiva, rimanga del tutto vano.
Pensi
come la vediamo diversamente, io il numero chiuso lo
applicherei anche all'Avvocatura e questo non per
diminuire i "banchettanti" alla torta del
contenzioso, bensì per innalzarne il livello qualitativo
degli stessi....
e soprattutto per evitare di
vedere Avvocati pronti a dar battaglia per fattispecie per
le quali il cliente non ha palesemente alcun diritto
risarcitorio.
Per concludere
constatando la sua avversione verso il "numero
chiuso" Le ricordo che lo stesso trova applicazione
anche ad altre - numerose - categorie come ad esempio la
Magistratura, le forze dell'ordine, i dipendenti della
P.A.,
Tutte figure per le quali lo Stato
preventivamente stabilisce il numero di cui necessita.
Ad ognuno il proprio mestiere....lo si è scelto, lo
si apprezzi.
20 giugno 2007 0:00 - Privato sottufficiale
Rettifica.
Prima che Alex intervenga, preciso che
per un errore di taglia/incolla nel mio ultimo intervento
c'è un periodo scorretto. Da "visto che il
reddito di un insegnante di fisica di liceo con trenta anni
di servizio può vivere con 25.000 euro" bisogna
espungere "il reddito di". Prometto che mi
cospargerò il capo di cenere e mi leggero per punizione 3
volte di seguito l'Heautontimorumenos.
20 giugno 2007 0:00 - Gourry
Privato SOTTO(ufficiale), certo che tra il raddoppio del
numero di sedi ed il voler operare come ha tentato di fare
Bersani con l'emendamento proposto dal tizio che ha il
diploma di maturità scientifica, ce ne corre... Mi
riferisco, in particolare, a questo tuo (ennesimo
insignificante) passaggio: "Io penso che una
apertura in tutti i settori, debitamente regolamentata,
possa offrire opportunità di lavoro a giovani laureati.
Se il reddito medio di un notaio è di 500.000 euro/anno e
quello di un farmacista 600.000/euro/anno il raddoppio del
numero di farmacisti e notai non comporta uno sconvolgimento
sociale. Penso che un notaio-farmacista possa vivere bene
anche con 250.000-300.000 euro/anno, visto che il reddito di
un insegnante di fisica di liceo con trenta anni di servizio
può vivere con 25.000 euro.".
20 giugno 2007 0:00 - Alfredo
Egregio notaio, ho letto quanto lei ha scritto e posso anche
condividere alcuni dei suo ragionamenti. Quello che non
capisco è, perchè non posso rishiare? Se mio fratello
è avvocato, perchè non mi posso far fare da lui la
vendita? Saranno problemi miei se sarà sbagliato,
intanto rispamiato i soldi del notaio. Grato se mi
vorrà rispondere
20 giugno 2007 0:00 - Privato sottufficiale
Per il notaio Sabino Lombardo.
Le faccio notare
che non ho detto "lei pensa al suo portafoglio",
ma che la questione della copertura assicurativa
"riguarda il suo portafoglio e non la impugnabilità
dell'atto". Non sono espressioni equivalenti.
La discussione può certamente svolgersi in forme più
pacate, visto che l'emendamento che metteva in
discussione l'esclusiva notarile è andato ormai a farsi
benedire. Spero che i suoi numerosi fans si sentano
tanto rassicurati da digerire qualche riflessione senza
pericoli di svenimento: qualcuno di essi (Giacomo, mi
pare)auspica ancora un clima da stadio ed invita i
sostenitori della curva Sud a radunarsi nel forum, a suonare
rumorosamente i clacson e ad esporre striscioni multicolori
pro notaio. Non mi pare una bella cosa. Premesso quanto
sopra vorrei far presente che la regolamentazione di molte
professioni protette risale a circa settanta anni fa.
Economia diversa, società diversa, esigenze diverse.
Se diamo uno sguardo ai decenni passati ci accorgiamo che
alcune professioni hanno subito sensibili modifiche. I
segretari comunali fino a qualche anno fa erano pubblici
dipendenti; oggi sono scelti dalle aministrazioni comunali
di volta in volta. Nessuno di essi ha la garanzia di
inamovibilità ed il mondo continua ad andare avanti.
Per gli avvocati la legge 1578/1933 (art. 17) prevedeva per
l'iscrizione all'albo l'"essere riuscito
vincitore, ENTRO IL NUMERO DI POSTI MESSI A CONCORSO,
nell'esame preveduto ...". Oggi il numero chiuso
non c'è più e nessuno se ne preoccupa. I
farmacisti ed i notai avevano (ed hanno) la pianta organica.
La difendono con le unghie e con i denti, spesso con
motivazioni che nel 2007 appaiono incomprensibili. I
farmacisti vendono, beneficiando dell'insegna
"Farmacia" e con prezzo maggiorato, ogni sorta di
mercanzia (creme abbronzanti, dentifrici, lozioni per
capelli, preservativi, acque minerali, pannolini,
caramelle). Si lamentano se viene tolta l'esclusiva
delle aspirine, ma cercano di vendere di tutto. Ogni
proposta di cambiamento la interpretano come atto
sovversivo. La stessa cosa sta avvenendo con i
notai. Io penso che una apertura in tutti i settori,
debitamente regolamentata, possa offrire opportunità di
lavoro a giovani laureati. Se il reddito medio di un
notaio è di 500.000 euro/anno e quello di un farmacista
600.000/euro/anno il raddoppio del numero di farmacisti e
notai non comporta uno sconvolgimento sociale. Penso che un
notaio-farmacista possa vivere bene anche con
250.000-300.000 euro/anno, visto che il reddito di un
insegnante di fisica di liceo con trenta anni di servizio
può vivere con 25.000 euro. Pensare che un farmacista
dipendente possa mettersi in proprio ritagliando una fetta
della torta riservata ai titolari o che qualche segretario
comunale-avvocato-commercialista (o qualsiasi altro laureato
in Giurisprudenza) possa fare una piccola parte del lavoro
oggi riservata ai notai è così assurdo? Saluti.
19 giugno 2007 0:00 - giancarlo
Cara Collega, ringrazio e te e tutti gli altri Colleghi
che sono intervenuti sul sito dell'ADUC. Il vostro
successo è stato molto importante. Complimenti alla
vostra tenacia e alla vostra capacità di argomentare.
Cari saluti.
omissis
Ringrazio
tutti i colleghi che sono intervenuti sul sito
dell'ADUC.
Il successo è stato grande;
prima del nostro intervento, la maggior parte degli
interventi era a noi ostile, e con toni di fuoco e di
disprezzo degni della peggior demagogia; adesso il pro-
notaio è la maggioranza, ma non solo... i toni dei nostri
detrattori sono completamente cambiati.
Dalle
peggiori e più infami accuse siamo passati a un
"volevo solo dire che forse è meglio che il cittadino
possa scegliere tra avvocato e notaio, certo non voglio dire
cosa sia preferibile...
Questo testimonia che
purtroppo la folla si lascia trascinare dai capi-popolo, ma
se noi interveniamo numerosi e con decisione la situazione
si può invertire. E' chiaro che intervenire per
primi in un blog anti- notaio comporta l'essere sommarsi
di improperi e una reazione critica iniziale ancor più
feroce, ma insistendo le cose cambiano..
Riguardo alle critiche, posso dire che in generale:
- spesso sono attacchi generici di contenuto
demagogico "la casta dei carissimi notai ci opprime
mettendo una firma che potrebbe mettere qualunque
neolaureato"
- più raramente si tratta di
persone che contestano un singolo fatto (un errore su un
mappale, visure sbagliate, il noatio ha ricevuto l'atto
in pochi minuti)
devo dire che lo strumento più
efficace per controbattere a queste critiche (tutte) è una
comparazione tra avvocato e notaio soprattutto sui
costi:
- scrivere che la tariffa
dell'avvocato è più alta di quella del notaio e non
comprende le visure è un argomento che tappa la bocca a
tutti.
Grazie ancora per la collaborazione
19 giugno 2007 0:00 - Giacomo
Notaio Lombardo
Leggerla è stato un
piacere; la sua chiarezza espositiva nonchè
l'obbiettività di quanto scritto e la pacatezza con cui
ciò è stato fatto ha di certo contribuito a che i suoi
lettori abbiano compreso qualcosa in più
dell'importantissimo ruolo che Lei ed i Suoi Colleghi
continuate con serietà a rivestire.
La
difesa del Notariato, basata su fatti numeri e circostanza
VERE a mio avviso deve essere estesa a livello nazionale
così da poter istruire le persone in merito alla vostra
imprescindibile utilità.
La difesa nel
breve periodo ha portato al ritiro degli emendamenti dello
scellerato Lulli, ora invito Voi tutti a lavorare per il
lungo periodo così da ottenere quella considerazione che è
a Voi propria e che da troppi anni è andata del tutto
perduta.
BUON LAVORO!
19 giugno 2007 0:00 - Gourry
X Privato SOTTO(ufficiale): rispondi solo dove ti fa comodo
eh? che gente...ha proposto un confronto di tariffe tra
notai ed avvocati nell'altra discussione e dopo aver
perso, poiché la tariffa notarile è risultata più
conveniente, è sparito dalla discussione ("La lobby
dei Notai"). Valutate voi, lettori. X Dino citta:
ho risposto al tuo quesito nell'altra discussione
("La lobby dei Notai").
19 giugno 2007 0:00 - Privato sottufficiale
I saluti "con minor stima" del notaio Sabino
Lombardo.
Spero che lei non interpreterà questo
mio intervento come tentativo di recuperare un livello più
alto di stima nei miei confronti. In fondo, ognuno di
noi può vivere senza un attestato di stima da parte
dell'altro. Le dico, però, chiaro e tondo, che
stimo molto chi, come lei, non si chiude nella torre
d'avorio, è aperto alla discussione, accetta il
confronto, non si limita alla difesa cieca delle proprie
posizioni, ammette che qualche cosa può essere fatta per
migliorare il sistema, riconosce che anche i notai, come
tutti, possono commettere errori. E' vero che ho
cercato di servirmi delle sue stesse parole per mettere in
evidenza che non è tutto oro quello che luccica. Anche
dal suo ultimo intervento potrei trarre elementi di critica
nei confronti della categoria alla quale lei appartiene: se
ci sono alcuni, pochissimi, notai colpevoli di truffa, non
basta una copertura assicurativa e dire che tutto è bene
quel che finisce bene. Potrei, infatti, ribaltarle la
questione dicendole che anche i segretari comunali
potrebbero munirsi di una polizza assicurativa analoga.
Potrei anche dirle che se il suo collega falsamente
ingessato non ha raggiunto lo scopo, forse ci sono riusciti
altri, con la conseguenza che oggi potrebbe essere in
esercizio qualcuno che ha barato. Potrei dirle, sempre
avvalendomi del suo ultimo scritto, che se "Per quanto
riguarda l'impugnabilità di un atto notarile, è fuori
discussione che ciò può avvenire, nessuno è
infallibile", tutto il discorso sulle garanzie, sulla
terzietà, sulla difesa dell'ordinamento, sulla
competenza professionale, sulla difesa delle fasce deboli,
mostra i suoi limiti, che per me sono scontati. So
bene, però, che di bari ce ne sono tanti in giro, in tutte
le professioni. Tutti sanno quello che è avvenuto negli
anni recenti per l'abilitazione forense in Calabria,
dove si era diffuso un turismo giuridico di finti residenti
che scopiazzavano malamente i compiti già svolti. Non
confondiamo, però, l'argomento polemico volto a mettere
in luce eventuali debolezze delle tesi avverse, nelle quali
mi trovo, forse, a mio agio, per deformazione professionale,
con il succo del discorso. In buona sostanza le
chiedo, ma non lo pretendo, di guardare alla pietanza, non
al contorno. Le nostre posizioni sono diverse: la sua,
che potrebbe essere definita "corporativa"; la
mia, che potrebbe essere definita più o meno
"liberale", ma certamente non maoista o
bolscevica. Entrambe legittime, mi pare. Poi,
nella polemica, ognuno cerca di portare argomenti a sostegno
della propria tesi, magari anche con qualche forzatura
verbale. Il luogo nel quale si sono incontrate e
scontrate le nostre posizioni non è il migliore per una
riflessione pacata; se ci fossimo incontarti ad una tavola
rotonda probabilmente il discorso sarebbe stato diverso e
più costruttivo. Non mi scandalizzo se lei ipotizza
che i miei atti possano essere fatti con leggerezza: io non
conosco i suoi, lei non conosce i miei, tutto è
possibile. La saluto, per quanto ho detto
all'inizio, con sincera stima. Non mi aspetto che
la ricambi, ma non me ne faccio un problema.
19 giugno 2007 0:00 - Dino Citta
Si sfugge dalla questione "vera": perchè avere un
numero chiuso? Non è il numero chiuso ad essere
garanzia di professionalità Il numero chiuso
garantisce solo privilegi ed alti onorari, che peraltro si
vedono dalle dichiarazioni dei redditi.
Professionalità sì, privilegi no.
Citta Dino
18 giugno 2007 0:00 - sabino lombardo
A Alice
Gentilissima signora, cosa vuole che Le
dica? Lei mette il dito sulla vera piaga. Negare
quello che Lei affema, vuole dire negare la realtà.
Così come continuerò con tutte le mie forze a negare che
l'onorario notarile per un passaggio di proprietà di un
auto siano, o siano mai stati, 500 euro e che gli avvocati,
pur essendo bravissimi, non hanno la competenza specifia dei
notai, cosi' non posso non riconoscere che, sul punto
che tocca, Lei ha pienamente ragione. Quello che Lei
evidenzia è un problema che purtroppo esiste ed oggi si è
incacrentito. Non ho nulla da dire a difesa di quei
colleghi. E non ho nemmeno nulla da dire a difesa mia e
della maggioranza dei miei colleghi onesti, che, per quieto
vivere, abbiamo colpevolmente accettato quella situazione,
senza denunciarla a voce forte e chiara. A dire tutta
la verità, lo abbiamo fatto, ma all'interno della
nostra categoria, senza farla uscire all'esterno.
Invece bisogna fare pulizia al nostro interno, non in
silenzio e di nascosto, ma alla luce del sole, ammettendo i
nostri errori di mancata sorveglianza. Questo però,
senza che ciò rappresenti un tentativo di scusare qualcosa
che non è scusabile, deve essere fatto con l'aiuto, e
non l'odio dei cittadini. Come si può accettare di
andare in uno studio che fa 50 atti al giorno, e lamentarsi
di non avere parlato con il notaio? Siamo bravi si, ma non
abbiamo il dono della ubiquità, anzi, a quel livello, della
onnipresenza nel tempo e nello spazio. Ma allora, in
base a quale criterio notai del genere vengono scelti da
centinaia, migliaia di clienti? Sa quale è la mia
paura, gentile signora? Che la scelta sia determinata
dai prezzi praticati da quegli studi che lavorano sulla
quantità e si basano sull'assicurazione. Se così
fosse, ma sia ben chiaro, non ne ho le prove, allora la
colpa, ferma la nostra, sarebbe anche un pò dei
cittadini. Lei sa benissimo che l'atto notarile non
è un prodotto preconfezionato, una scatola di pelati di
marca X e peso Y che conviene comprare dove costa meno.
E' invece il risultato di uno studio, di un colloquio
continuo con i clienti, che deve essere personale, e non
delegabile, del notaio. E' di tutta evidenza che
chi fa oltre 50 atti al giorno, delega tutto ed anche
qualcosa di più. Detto tutto questo, e molto altro vi
sarebbe da dire, Le chiedo se per cambiare questa situazione
il modo migliore sia distruggere un sistema che funziona,
sia con i difetti evidenziati, ovvero modificarlo tenendo il
buono e tagliando via il marcio. Se fra 5000 notaio ne
troviamo anche solo 100 che si comportano come Lei
giustamente denuncia, cosa succederebbe se questo lavoro
l'ampliassimo a 200.000 avvocati? Vi sarebbe una
forsennata corsa all'accaparramento e i comportamenti
che lei denuncia diventerebbero la regola. E'
compito nostro, in primo delle istituzioni notarili, trovare
un sistema per bloccare questa situazione, e Le posso
assicurare che il Consiglio Nazionale ci stà seriamente
provando, ma il primo grosso colpo a questi
"attificatori" può venire soprattutto dai
cittadini. Se la terza volta che andate in uno studio
notarile e chiedete di parlare con il notaio, non ci
riuscite, fatevi restituire le carte e andatevene. Se
vi chiedono dei soldi, fatevi fare la fattura, o un
proforma, non pagate, e chiedete al Consiglio Notarile di
appartenenza, che trovate sul sito "notariato", di
tararla, esponendo per iscritto quanto accaduto. Visto
che ne ha parlato Lei, Le voglio spiegare perchè non Le ho
fornito il mio numero di telefono. Io appartengo ancora
alla categoria alla quale apparteneva, se ho ben capito, il
Notaio presso il quale Lei lavorava. Avevo paura di
potermi fare una qualche forma di pubblicità, (sono bravo,
sono onesto, venite da me, questo è il mio numero di
telefono).
i miei più cordiali saluti
A Privato sottufficiale
Io ho scritto:
"A me non interessa se il mio cliente poi, fra dieci
anni, vince la causa. A me interessa che l'atto non
possa essere impugnato. Se un atto notarile finisce in
tribunale, vuol dire che quell'atto è fatto male, anche
se poi il giudice rigetta la causa. Il cliente non
vuole avere problemi, non vuole fare dieci anni di cause,
vuole che, firmato l'atto, ciò che ha comprato sia suo,
non contestato e non contestabile".
Lei
risponde: "Io interpreto le sue parole nel senso
che il cliente non potrà contestare il suo operato e,
quindi, non le potrà chiedere i danni. Ma questa è,
evidentemente, una questione che riguarda il suo portafogli
e non la impugnbilità dell'atto. Si possono
impugnare le sentenze; figuriamoci se non possono essere
impugnati i testamenti, le compravendite, le donazioni,
etc."
Le preciso: che il mio atto venga
impugnato, al mio portafoglio, mi permetta
l'espressione, non gliene potrebbe fregare di meno.
La mia responsabilità civile, come quella di tutti i notai
italiani, è coperta da una polizza assicurativa
sottoscritta con i Lloyd’s di Londra,
Rapappresentanza generale per l'Italia in Milano, Via
Sigieri 14, volontariamente stipulata dal Consiglio
Nazionale del Notariato fin dal 1997. (attualmente è
l'unica polizza che copre tutti gli iscritti ad un
Ordine Professionale). Attualmente la polizza in vigore
è la numero 1598760, con validità dal 1° febbraio 2007 al
1° febbraio 2010, prevede un massimale, per singolo notaio,
per singolo evento dannoso, di 2.600.000 euro (le bastano
come risarcimento e far star tranquillo il suo
portafoglio?). Per i clienti, anche una mia
responsabilità per dolo (intendi truffa) è coperta da un
"Fondo di garanzia" di cui il notariato si è
volontariamente dotato per fare in modo che in nessun caso
un errore od una colpa del Notaio possa ricadere sul
cliente, anche se da quando esiste il notariato, casi i
truffa si contano sulle dita di una mano. Per quanto
riguarda l'impugnabilità di un atto notarile, è fuori
discussione che ciò può avvenire, nessuno è
infallibile. Però nell’ambito delle transazioni
immobiliari, laddove interviene il notaio, il
contenzioso riguarda annualmente circa 50 casi su oltre
1.700.000, pari a circa lo 0,003% delle
transazioni. Il mio non era un discorso di non
impugnabilità assoluta, ma un discorso sul modo in cui si
pone un notaio di fronte al problema: fare tutto ciò che è
nelle sue capacità per evitarlo. Temo che se gli atti
li facesse Lei con la stessa leggerezza con cui scrive,
senza documentarsi ma basandosi solo luoghi comuni espressi
in modo spregiudicato per otttenere consenso, il contenzioso
salirebbe alle stelle.
con minor stima di quella
che lei dimostra nei miei confronti
A
PIGNOLO
Qualche anno prima che io facessi il
concorso (anno 1981), un candidato entrato in aula con un
braccio ingessato è stato trovato dal personale di
viglianza a parlare "con il proprio braccio".
Accompagnato fuori e sottoposto ad ispezione personale,
attività consentita dalla legge, è stata rinvenuta
all'interno della ingessatura (falsa) una ????? che gli
conseniva di comunicare con l'esterno. Da allora,
ed almeno fino al mio concorso, è stata installata una
qualche apparecchiatura, non so che di tipo, che consentiva
all'operatore di controllare eventuali
comunicazioni. E' fuori di dubbio che non si
trattasse di un telefonino, ed onestamente non so darLe
informazioni più precise.
cordiali saluti
18 giugno 2007 0:00 - Alice
Caro (se mi posso permettere) notaio Lombardo, non vorrei
avesse travisato le mie parole. Il mio tono polemico non era
verso le sue affermazioni, lungi da me il mettere in dubbio
la veridicità dei suoi scritti. Il mio appunto è un
altro. Se non l'annoio le racconto la mia
posizione. Nella modestia che mi contraddistingue posso
dire di sapere qualcosa (ma giusto qualcosa perchè per
primi i notai sono quelli che non finiscono mai di imparare
quindi figuriamoci gli altri) del campo notarile per aver
lavorato nel medesimo per ventun anni ed aver scritturato
rogiti per un decennio. Il mio notaio, persona
integgerrima, ha rifiutato almeno in una decina di occasioni
dei facili guadagni dovuti ad un abbassamento
dell'onorario oltre i limiti consentiti per ottenere
l'accaparramento della quantità a discapito della
qualità. Di contro almeno altri tre notai del
distretto (che in consiglio predicano bene e nella vita
razzolano male)non si sono posti lo stesso quesito morale e
si sono lanciati al ribasso ottenendo chiaramente la partita
di atti succulenti (addirittura c'è stata una specie di
distribuzione fra gli stessi a mò di associazione a
delinquere). Bene.... dopo le prime schermaglie
dovute...sà come si è risolto? Con una semplice strigliata
di rito da parte del Presidente del Consiglio (si figuri che
uno dei soggetti interessati ne faceva e ne fa tuttora parte
integrante), tutto è finito a "tarallucci e vino"
ed i medesimi soggetti continuano a portare avanti la loro
politica imprenditoriale finalizzata all'accumulo di
guadagno e prestigio. Lei potrà dire ma a lei cosa
gliene viene? Si forse ha ragione...non ho nessun
tornaconto personale a riesumare questa storia...ma quando
sento parlare di garanzia del diritto, tutela del
cittadino-consumatore, espletamento delle funzioni da
pubblico ufficiale esemplare (ect.ect) non può non
sovvenirmi che uno dei succitati suoi colleghi dopo aver
fatto ben 30 assegnazioni con relativi mutui a prezzi
stracciatissimi è stato costretto a dover fare a stretto
giro di tempo ben 30 atti di rettifica per errori di
inserimento , naturalmente con i costi addossati ai
rispettivi clienti. Certo può capitare mi dirà lei..
ma io le rispondo "non le pare che io debba avere il
legittimo dubbio che se quel notaio si fosse soffermato un
pò di più sulle bozze dei propri atti ed avesse inserito
attentamente le concessioni edilizie, i subalterni, i dati
anagrafici e quant'altro, i clienti avrebbero affrontato
e sostenuto dei costi inferiori?". Sicuramente ci
sono tanti notai onesti e meticolosi come lei o come il mio,
ligi ai dettami della L.N. e del disciplinare, ma tanti
altri sono dei veri e propri imprenditori bramosi di
incamerare soldi a iosa o semplicemente di raggiungere
numeri esorbitanti di repertoriazione e di raccolta, tanto
per essere i primi nelle classifiche degli archivi
distrettuali. Il mio desiderio non è quello di vedere
estinta la razza notarile anzi! Ove mai fosse possibile
mi piacerebbe che trattandosi di popolo notarile dove
l'illecita concorrenza non è legge vigente nè
consentita, si instaurasse un regime di regolamentazione
seria e definitiva. Il numero chiuso non dovrebbe
essere abolito perchè c'è già tanta gente che riesce
a diventare notaio incamerando una serie infinita di nozioni
al punto tale da superare i nefausti concorsi solo per poi
fare l'imprenditore nella vita, quindi meglio rimanere
selettivi il più possibile. Non ritengo debbano essere
aboliti i tariffari, anzi bisognerebbe farli applicare alla
lettera da tutti gli appartenenti alla sua categoria.
Se è vero come è vero che voi tutti siete dei pubblici
ufficiali nell'esercizio delle vostre funzioni, non
dovreste praticare delle differenze di onorario...perchè se
io vado al Tribunale di Genova piuttosto che al tribunale di
Canicattì, i diritti di segreteria rimangono uguali.
Sarebbe bello infine, per garantire alla vostra casta
onorabilità e prestigio, che i notai non percepissero
direttamente i loro compensi (mi rendo conto della
difficoltà della cosa), il cliente dovrebbe anticipare solo
i costi da sostenere per le formalità mentre le parcelle
relative alle tipologie di atti rogati, dovrebbero essere
liquidate direttamente dai consigli notarili (presso i quali
il cliente dovrebbe recarsi prelimarmente all'atto per
effetuare un conto deposito da svincolarsi a stipula
avvenuta). In questo modo si garantirebbe un comportamento
univoco da parte di tutti gli appartenenti alla categoria
senza possibilità di deroghe tariffarie. Il Consiglio
Notarile super partes liquiderebbe per tutti allo stesso
modo, così come potrebbe distribuire equamente la
massa di atti da rogitare. E' vero che il cliente
ha diritto di scegliere il notaio di propria fiducia ma
al giorno d'oggi questa fiducia si è ormai trasformata
nella speranza di una scontistica maggiore. Mi
piacerebbe sapere come la pensa in merito
Saluti
18 giugno 2007 0:00 - Privato sottufficiale
Per Sabino Lombardo.
Lei dice: "A me non
interessa se il mio cliente poi, fra dieci anni, vince la
causa. A me interessa che l'atto non possa essere
impugnato. Se un atto notarile finisce in tribunale,
vuol dire che quell'atto è fatto male, anche se poi il
giudice drigetta la causa. Il cliente non vuole avere
problemi, non vuole fare dieci anni di cause, vuole che,
firmato l'atto, ciò che ha comprato sia suo, non
contestato e non contestabile".
Significa
che i notai sono in grado di garantire che i loro atti siano
non contestati, non contestabili e non impugnabili? Mi
pare che ciò non sia possibile. Io interpreto le sue
parole nel senso che il cliente non potrà contestare il suo
operato e, quindi, non le potrà chiedere i danni. Ma questa
è, evidentemente, una questione che riguarda il suo
portafogli e non la impugnbilità dell'atto. Si
possono impugnare le sentenze; figuriamoci se non possono
essere impugnati i testamenti, le compravendite, le
donazioni, etc.
18 giugno 2007 0:00 - matteo fasano
Oggetto:numero chiuso dei notai.
Mi pare che si
stia creando un pò di confusione sul numero chiuso dei
notai, che non è posto a tutela del notaio ma è collegato
alla garanzia del servizio notarile su tutto il territorio
nazionale. Io stesso ho svolto la mia attività notarile
iniziale in due paesini, Acerenza e Laviano, con poche
centinaia di abitanti ed in zone pessimamente collegate,in
un caso disastrate dal terremoto, portando il servizio
notarile stanziale in quei comuni, con il mio ufficio in un
container,nel secondo caso,trattandosi di comune
completamente distrutto dal sisma. Voglio aggiungere
che la richiesta di bandire nuovi concorsi e svolgere
celermente quelli in corso sono continuo oggetto di
richieste ufficiali del Notariato al Ministero della
Giustizia, che è l'unico organo che può decidere il
numero e la collocazione dei notai, il loro trasferimento ed
il momento in cui bandire nuovi concorsi. Inoltre il
Notariato ha anche sollecitato una revisione della tabella
dei notai che preveda l'aumento delle sedi notarili nei
territori dove ci sono i maggiori redditi dei notai perché,
non bisogna dimenticare, che quelle pubblicate dai giornali
sono medie reddituali ed a qualche notaio, fortunato o
superbravo, che dichiara oltre il milione di reddito si
contrappongono molti colleghi che hanno bisogno
dell'assegno di integrazione per coprire le spese dello
studio, improduttivo perché aperto nel luogo in cui li ha
obbligati lo Stato. notaio matteo fasano
18 giugno 2007 0:00 - Pignolo
Osservazioni per Sabino Lombardo.
Faccio
osservare al notaio che qualcosa non quadra nelle sue
affermazioni del 18/6 circa i controlli durante
l'espletamento dei concorsi. Lei dice di esercitare
da 25 anni. I concorsi si concludono normalmente dopo 2
anni dallo svolgimento delle prove (per il concorso bandito
nel 2004 le prove scritte si sono svolte nel marzo 2005 e le
nomine non sono state ancora fatte). Quindi, lei ha
partecipato alle prove almeno 27 anni fa. 2007 meno 27
fa 1980. Il primo telefonino è stato lanciato dalla
Motorola nel 1983. Come concilia questo fatto con la
sua affermazione che la polizia impediva le
"comunicazioni dei concorrenti con l'esterno a
mezzo di sistemi elettronici"?
18 giugno 2007 0:00 - sabino lombardo
Gentile sig.ra Alice, mi fa piacere questo scambio di idee
con lei e con l'intero forum, ma non è mia intenzione,
e non voglio, annoiare nessuno, perciò se divento noioso me
lo dica. La Sua affermazione "Quello che non si
evince dai suoi discorsi è che essendo voi una categoria di
pubblici ufficiali, sareste tenuti a prestare tutti i
servizi garantiti. La vostra non dovrebbe essere una scelta
bensì un obbligo.", non mi è chiara. La nostra
attività è disciplinata, fra l'altro, dagli articoli
17 e 18 della vigente legge notarile, che per noi sono una
vera e propria spada di Damocle. L'articolo 17 fa
assoluto divieto ai notai di rifiutare un atto quando ne
siano legittimamente richiesti. L'articolo 18 fa
assoluto divieto ai notai di ricevere atti espressamente
vietati dalla legge. La sanzione per violazione di
detti articoli arriva alla destituzione, fermo il
risarcimento dei danni e le responsabilità penali.
Quindi, come notaio, devo valutare se l'atto che mi
viene richiesto è legittimo o "espressamente
vietato". Le risparmio, per umana pietà, ogni
tentativo di spiegazione di "espressamente
vietato". La giurisprudenza sembra che si sia divertita
a definire questa pur semplice locuzione. (nullo,
annullabile, inefficace, nullità testuale, letterale,
virtuale, assoluta, relativa, e chi più ne ha ne metta)
Ora, ad esempio, la vendita di un appartamento ante 1.1.67,
anche totalmente abusivo, non è certamente conveniente ma
non è "atto espressamente vietato", mentro lo è
la vendita di un appartamento totalmente abusivo costruito
dopo il 1.9.67. Nel primo caso, pertanto, dovrò
rappresentare la situazione alle parti, chiarendo bene i
rischi che si corrono, ma se ne vengo concordamente
richiesto da entrambe, dovrò stipulare. In questo
caso, naturalmente, farò firmare una lettera di manleva
dalla parte acquirente a quella venditrice per evitare che,
in futuro, fra le parti possa insorgere una lite,
sostenendosi dalla parte acquirente di non essere stata a
conoscenza della situazione di abuso. Nel secondo caso
dovrò rifiutare l'atto. Questo proprio perchè
sono un pubblico ufficiale, messo dallo stato a disposizione
dei cittadini per consentire il raggiungimento dei loro
interessi, sempre che gli stessi non contrastino con quelli
superiori dello stato. Altro non so dire, perchè non
ho afferrato il senso della domanda. Per quanto
riguarda il testameno pubblico, guardi che io non abbandono
nessuno. Il testamento olografo al cliente glielo detto
io, gratuitamente, e, se lo desidera, lo conservo nella mia
cassetta di sicurezza, anche se questo non mi fa piacere
perchè io posso anche non venire a sapere della morte del
testatore, o posso andare in pensione o morire prima di lui,
e questo porta il rischio che il testamento non venga mai
pubblicato. Questo problema esiste anche con il
testamento pubblico. Infatti il notaio, contrariamente
a quanto si pensa o si vede nei film, non può dare a
nessuno notizia dell'esistenza di un testamento
(pubblico o olografo che sia) se non dopo che gli venga
fornita la prova (estratto per riassunto dell'atto di
morte) del testatore, estratto che deve essere allegato al
verbale di pubblicazione. (pubblicazione di testamento senza
allegazione dell'estratto di morte = atto espressamente
vietato dalla legge). Non esiste il notaio che scrive
agli eredi "guardi che io ho il testamento di
xx" Esistono gli eredi che, dopo la morte del
testatore, chiedono al notaio se presso di lui sia
depositato il testamento di XX Ecco perchè io
consiglio sempre di fare più originali del testamento
olografo e consegnarlo, in busta chiusa, agli eredi
designati, che sono i più interessati alla sua
conservazione e quelli che, più facilmente, verranno a
conoscenza della morte del testatore In caso di
testamento pubblico, occorre invece lasciare detto agli
interessati che esiste un testamento presso il notaio XX dal
quale dovranno recarsi, con un estratto per riassunto
dell'atto di morte, dopo il decesso del testatore.
E' solo dopo la pubblicazione, che il notaio avvisa gli
eredi ed i legatari, citati nel testamento,
dell'esistenza dello stesso e li invita a prenderene
visione. Naturalmente, tutto quanto sopra detto, non
menoma in nessun modo la facolà di revoca del
testamento. A maggior chiarimento dell'equivalenza
delle due forme, preciso che con un olografo si può
revocare un pubblico. Il numero chiuso. Intanto
bisogna capirsi: per numero chiuso si intende un numero di
posti stabilito per legge. L'assegnazione di questi
posti avviene a mezzo di concorso unico, nazionale, da
svolgersi a roma. E' lo stesso, identico, sistema
usato per la nomina dei magistrati. Il concorso si
svolge sotto il controllo, oltre che di magistrati e notai,
della polizia. Esiste anche una stazione di controllo
radio, sempre gestito dalla polizia, che impedisce
comunicazioni dei concorrenti con l'esterno a mezzo
sistemi elettronici (almeno quando il concorso lo ho fatto
io). La presenza dei magistrati, e della polizia,
assicura la regolarità. Quella dei Notai è di
supporto nella correzione degli elaborati perchè, per
riprendere un discorso già fatto, i magistrati non hanno
una specifica competenza notarile ed i compiti da correggere
sono di una difficoltà mostruosa. Ora, la massima
doglianza, dei cittadini, è quella che ci sono pochi
notai. E' bene sapere che da quando esiste il
concorso, quasi mai i posti in palio sono stati interamente
coperti. In linea di grande massima, su 300 posti messi
a concorso all'anno, e 5.000 concorrenti, ne vengono
assegnati 250- 280. Questa selezione garantisce il
massimo della preparazione. Al momento, quindi, il
problema del numero chiuso non esiste. Se anche i posti
messi a concorso fossero 5.000, con il tipo di selezione
fatto oggi, il numero dei notai non crescerebbe, a meno che
non si abbassasse la difficoltà degli esami. Questa è
sicuramente una strada percorribile, ma attenzione, che
piaccia o no, è come dire che siccome ci sono pochi
chirurghi occorre diminuire il numero degli anni di studio
ed abbassare la difficoltà degli esami. Avvocati
Ripeto ancora, gli avvocati sono bravissimi, ma hanno una
altra preparazione ed una altra mentalità. Mio
fratello e mio nipote sono entrambi avvocati, e con loro
discuto spessissimo chiedendo e fornendo pareri, nelle
rispettive materie. Le faccio un esempio, se ha ancora
la forza di leggermi, capitatomi l'altro ieri.
Incaricato della vendita di un box affittato ad un
commerciante che vi conserva parte del suo magazzino merci,
mi sono posto il problema se potesse vantare diritto di
prelazione ex equo canone. Certamente la legge non lo
prevede espressamente, ma, forse, per interpretazione
analogica, si potrebbe anche sostenere che gli possa
spettare. E poi l'equo canone non è materia
specificamente notarile. Qui si che gli avvocati sono più
preparati dei notai. Perciò mi sono riolto a mio
fratello, che ha negato questa interpretazione.
Tuttavia alla mia domanda: c'è comunque la possibilità
che il conduttore impugni l'atto? mi ha risposto
"Certamente si, ma è una causa che al 90% è persa,
quindi puoi fare l'atto tranquillamente".
Questa è la sostanziale differenza fra un notaio ed un
avvocato. A me non interessa se il mio cliente poi, fra
dieci anni, vince la causa. A me interessa che
l'atto non possa essere impugnato. Se un atto
notarile finisce in tribunale, vuol dire che quell'atto
è fatto male, anche se poi il giudice drigetta la
causa. Il cliente non vuole avere problemi, non vuole
fare dieci anni di cause, vuole che, firmato l'atto,
ciò che ha comprato sia suo, non contestato e non
contestabile. Adesso vedrò con i clienti cosa fare nel
caso specifico. Una cosa è certa, occorre bloccare la
possibilità, anche teorica, di impugnativa, salvo che le
parti, per urgenza o altro motivo loro, non preferiscano
procedere, malgrado il rischio. Ultima cosa.
Probabilmente non crederà alle mie consulenze e
certificazioni gratuite. Però Lei è in una posizione
fortissima, così come tutti quelli che leggono questo
forum. Sa come mi chiamo, nome e cognome, e non le
sarà difficile trovare il mio numero di telefono su
internet (notariato - annuario - ricerca notai - Distretto
Notarile Genova e Chiavari - pensi un pò, un notaio ligure
che fa le cose gratis!!! è il massimo dell'impossibile,
non ci crederei nemmeno io). Mi chiami, non si presenti
con il nome Alice, oppure mi faccia chiamare da suo marito,
e se è abbastanza vicina a me prenda un appuntamento per
consulenza (non prendo mai nulla per la consulenza), oppure
chieda una consulenza telefonica. I miei più cordiali
saluti. sabino lombardo