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22 settembre 2008 0:00 - Prof. Trombone
PUNTURE DI INSETTI(*)

Bisognerebbe innanzitutto distinguere tra punture vere e proprie quali quelle di api, vespe e calabroni, inquadrabili in un atto di difesa e le punture di zanzare, tafani, pulci, cimici, pidocchi che invece hanno lo scopo di procurarsi il cibo rappresentato dal nostro sangue.


API, VESPE, CALABRONI
Sono insetti che solitamente pungono quando vengono disturbati e quindi agiscono per difesa. L’ordine di elencazione è inversamente proporzionale alla gravità della loro puntura.



Api. (Ape mellifera)

Vivono dove vi sono fiori da impollinare, quindi in orti e giardini. La caratteristica che differenzia le api dalle vespe e dai calabroni è il pungiglione. Infatti è fatto in maniera tale per cui quando l’insetto punge e lo conficca nella pelle, non può più essere estratto. Essendo il pungiglione collegato all’ultimo tratto dell’intestino, per l’ape pungere e allontanarsi significa morire (nel giro di 2-3 giorni).

Pungono se vengono provocate e questo avviene solitamente (ovviamente riferendoci all’ape italiana) a pochi metri (1-2) di distanza dall’apiario.

Il veleno delle api viene descritto come un liquido acquoso, limpido, con un sapore amarognolo, di odore aromatico (simile a quello delle banane mature)


Vespe (vespa germanica - vespa comune - vespa cartonaia)


Si trovano dappertutto, orti e giardini, al mare e in montagna e sono riconoscibili per le bande gialle e nere . Vicine ai rifiuti, specialmente se si trovano sostanze zuccherine. Costruiscono i nidi sotto il terreno, in anfratti naturali o in luoghi riparati e disabitati. A differenza dell’ape, il pungiglione della vespa non è seghettato e quindi può essere estratto dall’insetto senza conseguenze dopo la puntura, permettendogli quindi di pungere più volte la vittima. Pungono se vengono disturbate.

Pericoloso se si viene punti in bocca: è per questo che bisogna stare attenti quando si beve una bibita in lattina, specie se lasciata incustodita all’aperto anche per pochi attimi. All’interno potrebbe essersi introdotta una vespa che all’atto del deglutire sarebbe introdotta in bocca con le conseguenze del caso.

Attenzione anche se ce la ritroviamo nell’abitacolo dell’automobile: fermiamoci con calma (niente “panic-stop”) e allontaniamo l’ospite indesiderato.

Calabroni (Vespa crabro)


I più grossi del gruppo (lunghi circa 35 mm.). Anch’essi prediligono i fiori. Attaccano solo per difesa di se stesso o del nido. Vivono preferibilmente nei sotto le tegole dei tetti, nei cassonetti delle tapparelle, nei tronchi cavi (attenzione agli ulivi), negli anfratti del terreno e dei muri o muraglioni oppure nei nidi degli uccelli; si nutrono di frutti succosi quali pesche, albicocche e prugne. Il pungiglione è lungo 3-4 mm., non è seghettato come quello dell’ape e quindi può essere estratto ad ogni puntura, potendo in tal caso iniettare grandi quantità di veleno in caso di più punture. Non affrontare mai un nido di propria iniziativa ma affidarsi ad esperti che provvederanno, con le dovute precauzioni di vestiario, alla sua distruzione alla sera.

La conseguenza più comune della puntura di questi imenotteri è l’arrossamento, il rigonfiamento (edema) (la chiazza arrossata di solito presenta una parte centrale bianca) e il dolore acuto, seguito da prurito. Per correre un rischio mortale, un individuo normale dovrebbe essere punto contemporaneamente più di 100 volte.

Ben più grave è la reazione allergica che può colpire soggetti ipersensibili. Infatti in questo caso anche una sola puntura può scatenare una reazione anafilattica mortale.

L’escalation sintomatologia porta a prurito, gonfiore del volto, palpebre, lingua, laringe, che possono comparire nell’arco di 10-20 minuti dalla puntura; tali sintomi sono premonitori di una possibile evoluzione grave che si manifesta con difficoltà a respirare, sudorazione, orticaria.

Una differenza sostanziale sulla possibilità di essere punti tra le api da una parte e le vespe ed i calabroni dall’altra risiede nel fatto che le prime difficilmente nidificano in alberi o nel terreno (e quindi lo fanno in luoghi ben conosciuti) diversamente dai secondi che possono quindi essere di incontro casuale e quindi inaspettato per se stessi e per gli insetti stessi, da cui la loro possibile aggressione.


Primo soccorso
Rimuovere immediatamente il pungiglione (entro venti secondi dalla puntura) nel caso di puntura di ape (può essere visibile come un punto nero al centro della chiazza rossa con attaccata ad esso una microscopica sacca biancastra,la vescichetta del veleno): utilizzare una pinzetta (anche quella da sopracciglia va bene), oppure, in mancanza, le unghie, operando con un movimento secco e rapido. Dopo il tempo indicato l’intervento è di minor efficacia perché il veleno è già stato in parte liberato.

Lavare con acqua e sapone per evitare una infezione secondaria.

Applicare del freddo (cubetto di ghiaccio avvolto in un tessuto, acqua fredda o impacchi freddi).

Non usare ammoniaca (può peggiorare la situazione).

Non cercare di rimuovere il pungiglione cercando di spremere la pelle attorno.

Per ridurre il gonfiore ed il rossore può essere utile l’applicazione di una crema cortisonica.

In caso di punture plurime e di prurito significativo, si può affiancare la somministrazione di antistaminici per via sistemica.

In caso di punture su lingua o faringe, il rischio è la morte per asfissia per il rigonfiamento delle mucose: controllo medico rapidissimo e, in attesa, far succhiare al paziente un cubetto di ghiaccio o bere a sorsate bevanda fredda, per rallentare l’evoluzione del rigonfiamento.

Perché la dose di veleno iniettata sia mortale occorrono, per la maggior parte degli adulti, la contemporaneità di 100 punture (50 per un bambino).


Se però, in caso di una singola puntura:

La reazione cutanea è estesa con gonfiore diffuso.
Il soggetto inizia a lamentare
◊ raucedine,

◊ difficoltà a parlare,

◊ tosse insistente,

◊ difficoltà a respirare,

◊ senso di costrizione alla gola,

◊ nausea,

◊ vomito,

◊ collasso circolatorio (netto abbassamento della pressione del sangue).


ATTENZIONE!
In questo caso si tratta di reazione anafilattica e come tale necessita di intervento medico urgentissimo.


Per tali soggetti con ipersensibilità nota al veleno delle api e delle vespe, è opportuno avere sempre appresso un kit con autoiniettore di adrenalina oppure una fiala di cortisone intramuscolare.



Terapie popolari:
Tagliare a metà uno spicchio d’aglio e sfregarlo sulle punture.
Disciogliere un cucchiaio da minestra per litro d’acqua fredda di bicarbonato di sodio ed immergere la parte colpita.
Applicare qualche fettina di cipolla fresca.


Prevenzione:
Evitare di indossare indumenti colorati vivacemente (sono attratti dal giallo e dall’arancio). E’ preferibile indossare il bianco.
Evitare profumi, dopobarba, creme o spray per capelli che con il loro odore possono richiamare gli insetti alla stregua di un fiore profumato.
Usare sostanze ad azione repellente per gli insetti (sopra i tre anni di età)
Indossare camicie con maniche lunghe e pantaloni lunghi, specie se si percorrono sentieri poco praticati o addirittura fuori sentiero.
Disporre di insetticidi di facile ed efficace impiego.
Non lasciare all’aria aperta resti di cibo o bevande (specialmente lattine di bibite aperte). Se per caso più insetti si raccolgono su un alimento, abbandonare il campo rapidamente, lasciando ovviamente il piatto incriminato.
Non sostare, all’aperto, vicino a cibi o bevande molto dolci.
Durante la stagione estiva, cautela quando si cucina o si mangia all’aperto
Attenzione in campagna nel periodo di maturazione ai frutteti e durante la vendemmia.
Attenzione ai campi di trifoglio.
Non camminare a piedi nudi nei prati.
Far rimuovere, però solo da personale esperto, i nidi di api, vespe e calabroni posizionati vicini a luoghi di lavoro o abitazioni.
n caso di attacco di uno sciame di api o vespe porsi in riparo al chiuso oppure all’interno di un cespuglio o di un bosco (sperando che la vegetazione sia fitta) oppure buttarsi in acqua oppure, infine, in mancanza anche di ogni possibilità elencata, porsi distesi per terra cercando di coprire ogni area corporea.


ZANZARE

Ben conosciamo questi fastidiosi insetti che disturbano le nostre serate estive (Culex pipiens), stretti compagni dell’uomo del cui sangue (e di quello degli animali domestici) si nutre. Colonizza grandi specchi d’acqua stagnante (stagni, paludi, fossi, pozzanghere) e punge dal crepuscolo in poi.


Come evitare di essere punti:
innanzitutto occorre vestirsi in modo adeguato, con

abiti di colore chiaro (bianco soprattutto),
camicie a manica lunga,
pantaloni lunghi.
E’ importante poi
evitare di stare a lungo in luoghi aperti durante la sera e la notte (per i bambini sotto i sei mesi evitare gli ambienti esterni dopo il tramonto),
utilizzare zanzariere soprattutto per i lettini, le carrozzelle ed i passeggini dei bambini,
evitare che i bambini sudino eccessivamente (l’odore del sudore attira le zanzare),
cambiare frequentemente il pannolino dei bambini (i rifiuti organici possono attrarre le zanzare),
non usare profumi, lacche per capelli, deodoranti.


Si possono usare repellenti naturali quali gli estratti di citronella (mai quando ci si espone al sole perché è fotosensibilizzante) e di geranio. I repellenti chimici vanno usati con cautela nei bambini e comunque con percentuali limitate (per il DEET, percentuali non superiori al 10%) e possibilmente spruzzandolo sui vestiti e non sulla pelle.


Diverso è il caso della zanzara tigre (aedes albopictus), di origine asiatica e presente nel nostro paese dal 1990 (sembra trasportata sino a noi con il commercio di copertoni usati). Più piccola della zanzara comune, è di colore nero con striature bianche sulle zampe e sull’addome.

A differenza dalla zanzara comune, la zanzara tigre cerca piccole raccolte d’acqua come

tombini stradali e privati sul cui fondo staziona dell’acqua,
vasi e sottovasi di piante e fiori ripieni d’acqua,
aiuole,
depositi di auto e di pneumatici stoccati all’aperto (con possibile formazione di raccolte d’acqua),
contenitori abbandonati (secchi, vasi, bidoni, lattine, barattoli),
cavità negli alberi,
fontane,
vasche.


Le uova vengono deposte appena sopra la superficie dell’acqua stagnante e schiudono nel periodo primavera-estate. Hanno una grande resistenza: infatti quelle deposte durante la fine dell’estate riescono a superare indenni l’inverno.

La femmina adulta vive nella bassa vegetazione e punge durante il giorno, all’altezza delle gambe, facendo pochi metri dal focolaio.

La sua puntura non è pericolosa in Italia ( in Asia invece è veicolo di alcune malattie virali quali la dengue, la febbre gialla e alcune encefaliti) ma è fastidiosa per l’intensità del prurito e della reazione locale. Il mattino presto e al tramonto (le ore più fresche della giornata) sono i momenti della giornata in cui essa agisce, diversamente dalla zanzara comune che punge dopo il tramonto e durante tutta la notte.


Quali misure di prevenzione ambientale adottare?
sottovasi: svuotare (nel terreno e non nei tombini) e cambiare l’acqua una volta al giorno,
secchi, ecc.: svuotare l’acqua presente sempre nel terreno e non nei tombini,
nel periodo aprile-ottobre, versare nei tombini di raccolta dell’acqua un adatto insetticida,
mantenere libere le grondaie,
coprire le vasche ed i bidoni con telo di plastica od una zanzariera,
introdurre pesci rossi nelle vasche dei giardini (si nutrono delle larve),
evitare la formazione di piccole raccolte d’acqua nei piccoli contenitori e nei copertoni.


Nei cimiteri:
svuotare ogni settimana nel terreno (non nei tombini) i sottovasi,
riempire di sabbia, fino all’orlo, i vasi contenenti fiori finti.

Per quanto riguarda il trattamento della puntura della zanzara, di sicura efficacia sono le creme cortisoniche, usate sempre sotto prescrizione e controllo del medico.


ZECCHE(**)

La zecca è un acaro che si sviluppa soprattutto con il clima caldo e umido. Le zecche pungono e si attaccano alla pelle (grazie al rostro -ipostoma-) per succhiare il nostro sangue di cui si nutrono. Questo può avvenire in ogni stagione dell’anno, ma le zecche sono più attive nei periodi più caldi. Ecco perché il problema riguarda soprattutto i bambini che frequentano campeggi estivi in zone ricche di prati.

Si deve comunque considerare che:

1. perché la zecca possa provocare dei danni è necessario che resti attaccata alla pelle almeno 36-48 ore. Al di sotto questo periodo di tempo le probabilità di infezione sono molto basse.

2. anche quando resta attaccata a lungo le infezioni sono comunque ancora piuttosto rare.


Puntura di zecca non significa quindi automaticamente infezione o malattia.


Tra le malattie che possono essere trasmesse all’uomo ricordiamo le rickettsiosi (tra queste la febbre bottonosa del Mediterraneo) e la borreliosi di Lyme.

Quest’ultima è una malattia che si sviluppa in modo lento, nel corso di settimane, e quindi si ha la possibilità di intervenire per tempo senza che si propaghi fino a provocare danni a varie parti del corpo. Il segno iniziale che va riconosciuto è l’eritema. La zona cutanea colpita dalla zecca diventa progressivamente rossastra: è quello che viene definito eritema migrante in quanto caratteristicamente si allarga e prende la forma di un anello perché spesso si schiarisce al centro.


L’unica cosa che quindi deve fare il genitore è controllare giornalmente, per 30-40 giorni, la pelle in cui si era attaccata la zecca. Se compare un qualsiasi eritema bisogna rivolgersi subito al medico, il quale potrà prescrivere le cure appropriate che consistono in antibiotici per almeno 3-4 settimane. Qualora nel periodo di osservazione dei primi 30-40 giorni fosse necessario praticare terapie antibiotiche per altri motivi, il genitore dovrà ricordare al proprio medico dell’avvenuta puntura di zecca, perché si possano nel caso usare gli antibiotici efficaci anche contro la Malattia di Lyme, somministrati nei tempi adeguati.
Se non riconosciuta e curata in tempo la Malattia di Lyme si può propagare anche ad altri organi quali cervello e nervi, occhi, cuore, articolazioni. In questo caso le terapie sono più impegnative e non sempre efficaci al 100%.

La più rischiosa è la zecca dei boschi che vive nell’erba e nei cespugli, prevalentemente in zone collinose. Di colore scuro, piccola (da 2 a 8 mm), resistente nell’ambiente in cui vive, è difficile a volte da vedere a occhio nudo.


Quali sono le zone maggiormente a rischio per la possibilità di essere punti da una zecca?
gli ambienti boschivi cedui ad altitudini non troppo elevate,
soprattutto nelle zone umide e ombreggiate,
dove vi sono cespugli, vegetazione bassa, abbondante sottobosco, i prati incolti, le zone di confine tra prato e bosco, i sentieri poco battuti,
soprattutto nel periodo primavera-autunno.
Tuttavia se gli inverni sono miti, nei climi temperati e caldi l’attività delle zecche può estendersi talvolta a tutto l’anno. Poiché le zecche non volano e non saltano, esse si appostano all’estremità delle piante, pronte a cogliere il passaggio dell’animale o dell’uomo che riconoscono dal calore emesso dal corpo.

Poiché la puntura della zecca non provoca né dolore (quando punge emette una sostanza con caratteristiche anestetiche) né prurito, spesso passa inosservata per cui solo al momento in cui ci si spoglia o si fa il bagno o la doccia ci si accorge della sua presenza.


Come comportarsi dovendosi affrontare una zona a rischio zecche, anche per una semplice gita nei boschi?
usare repellenti idonei (applicati sui vestiti ogni 3-4 ore, se a base di permetrina anche sulla pelle e comunque su suggerimento del medico),
indossare indumenti chiari che rendono evidente la presenza di zecche,
camicie con maniche lunghe,
calzoni lunghi stretti alle caviglie e infilati nelle calze, scarpe chiuse e alte sulle caviglie,
tenere raccolti i capelli se sono lunghi e camminare al centro dei sentieri,
evitare di sostare tra la vegetazione alta o tra gli arbusti del sottobosco e di venirne a contatto.
Dovendo sostare in aree a rischio:
controllare ogni 3-4 ore gli indumenti e le zone scoperte.

Al ritorno:
spazzolare gli indumenti prima di entrare in casa,
lavare i vestiti ad alta temperatura,
controllare la pelle prima di una doccia (facendosi aiutare da un’altra persona per le zone difficilmente ispezionabili), non escludendo il cuoio capelluto, le ascelle, l’inguine in modo da scoprire l’eventuale presenza indesiderata di una zecca, così da eliminarla entro le 36-48 ore dal contatto (ciò riduce la possibilità di essere contagiati).


Per rimuovere la zecca:
indossare dei guanti o proteggere le mani con un fazzoletto e usare gli occhiali (per eventuali schizzi),
utilizzare una pinzetta,
afferrare la zecca saldamente (senza schiacciarla perché l’eventuale rigurgito favorirebbe la trasmissione di agenti patogeni) nella zona immediatamente a contatto con la pelle,
tirarla con decisione ma con altrettanta delicatezza, lentamente e costantemente con un movimento di rotazione per evitare di romperla.



Nel caso il cui il rostro rimanga nella pelle:
estrarlo prontamente,
utilizzare un ago sterile, nella stessa maniera in cui rimuoveremmo una scheggia,
disinfettare la parte colpita,
verificare lo stato di vaccinazione contro il tetano,
annotare sul calendario il giorno in cui è avvenuta l’estrazione.

E cosa non fare?
Contrariamente a quello che si consigliava una volta, la zecca

non va uccisa con gocce di olio o con altre sostanze in quanto questa procedura provoca vomito e quindi reflusso di sangue dalla zecca dentro il nostro corpo.
non deve essere bruciata con sigarette, aghi arroventati ecc.,
non va tolta con le dita per il rischio di contagio per l’operatore. Solo una volta estratta la si deve bruciare prima di gettarla.


E’ bene rivolgersi quanto prima al medico per avere i corretti suggerimenti per quanto riguarda il controllo del periodo successivo alla puntura (30-40 giorni)(attenzione se compare la febbre ed un arrossamento che tende ad allargarsi nella zona di puntura) e sulla necessità o meno di eventuale terapia. La terapia antibiotica è sonsigliata nel periodo di osservazione, per non mascherare eventuali segni di malattia; nel caso in cui, per vari motivi (non ultimo il contatto prolungato, dimostrato, con la zecca), venga prescritta, debbono essere utilizzati farmaci efficaci sia sulle rickettsiosi sia sulle borreliosi secondo le linee guida correnti.


La prevenzione ambientale in zone residenziali si effettua
rimuovendo le foglie secche, le sterpaglie e le cataste di legna attorno alle case,
potando gli alberi e le siepi
tenendo puliti i prati ed i sentieri.


TAFANI


Sono molto diffusi e attivi nelle giornate calde, soleggiare e non ventose. La femmina pungendo succhia da 20 a 200 microgrammi di sangue. A seguito della puntura si crea un papula, pruriginosa. Utile l’uso di topico cortisonico.

CIMICI

Le cimici sono un ordine di insetti piuttosto ricco di specie. Hanno un corpo appiattito. Quelle fastidiose per l'uomo sono facilmente attratte da letti o materassi sudici e la loro presenza deve essere sospettata se si ritrovano escrementi o si apprezza il loro caratteristico odore.

Il parassita esce dal suo nascondiglio nell’oscurità e si dirige verso la vittima attratto da temperature attorno ai 35°: per tale motivo è attratto dall’uomo. Le sue punture, piccole e fastidiose, si notano al mattino in quanto non sono dolorose, con una classica disposizione in fila; si localizzano preferibilmente al volto, al collo, alle mani ed agli arti superiori.

La terapia si bassa sull’uso di cortisonici topici.


PULCI

La pulce con cui l’uomo viene più diffusamente a contatto è la pulce del gatto (Ctenocephalides felis felis) che vive non solo sul gatto ma anche sui cani avendo sostituito quella originariamente tipica del cane (Ctenocephalides canis) Meno frequenti la pulce dell’uomo (Pulex irritans) e la pulce del pollame (Echidenofaga gallinacea). Prive di ali, sono attratte dal calore del corpo di qualsiasi animale a sangue caldo (uomo compreso), che può fungere da trasportatore sino al raggiungimento dell’ospite specifico dove si moltiplicano. Molto agili, si muovono velocemente e spessissimo sfuggono alla presa.



Per capire la capacità di infestazione di cui sono capaci, occorre conoscere brevemente il loro ciclo vitale. La pulce femmina, presente sul mantello del gatto o del cane, dopo essersi sufficientemente nutrita del sangue dell’ospite, si accoppia e comincia a deporre le uova (fino a 46 al giorno), costantemente sino alla propria morte (in media vivono 2 settimane). Le uova poi cadono dal mantello dell’ospite nell’ambiente circostante (con predilezione per le zone ombreggiate e umide) dove si sviluppano. In casa o nel giardino pertanto si potrà creare una infestazione massiccia senza rendersene conto. Un dato può chiarire meglio quest’ultima affermazione: le forme adulte presenti sul cane o sul gatto sono il 5% rispetto alla carica totale, il 95% è rappresentata dalle forme immature presenti nell’ambiente.

Le pulci possono:

causare irritazione cutanea nella sede di puntura.
Fungere da vettore di malattia.
Da non dimenticare la peste bubbonica (di manzoniana memoria) e il tifo murino che sono trasmesse dalla pulce del ratto (Xenopsylla cheopsis).

Le sedi più colpite sono quelle non coperte dagli indumenti: si possono osservare piccole lesioni eritemato-papulose disposte in maniera lineare, come una traccia del cammino percorso dalla pulce sulla pelle.


Per il controllo delle pulci, delle uova e delle larve occorre seguire precise norme nella casa dove viviamo con i nostri gatti o cani,
usando frequentemente l’aspirapolvere sui tappeti, sulle coperte e sui mobili imbottiti (divani, poltrone, cuscini, letti ecc.) (eliminando subito dopo il sacchetto),
lavando accuratamente i pavimenti ed il giaciglio dell’animale, non dimenticando le zone adiacenti alla casa dove transita più frequentemente l’animale, specialmente le zone in ombra (porticati, tettoie, crepe, fessure, all’ombra di alberi e cespugli), dove il terreno umido rappresenta l’habitat ideale per lo sviluppo delle pulci e nei luoghi dove di solito si riposa l’animale quando è all’aperto. Validi anche gli apparecchi a vapore per il lavaggio delle superfici.
Le pulci, oltre che nelle abitazioni, si trovano nelle tane dei mammiferi, nei nidi degli uccelli, nelle case disabitate, nelle screpolature dei vecchi edifici, nei granai, nei tronchi d’albero, nelle piccionaie, nei pollai, nei magazzini.



PROCESSIONARIE





La processionaria che può causare problemi all’uomo è la fase larvale di una farfalla notturna.

Deve il suo nome al modo di disporsi dei bruchi durante il loro cammino fuori dal nido. Infatti a inizio primavera lungo i tronchi dei pini e delle querce o sul terreno possiamo osservare vere e proprie “processioni”: nella processionaria del pino le larve si dispongono una dietro l’altra, nella processionaria della quercia subito dopo la larva capofila, le larve si dispongono in due, poi in tre, poi in quattro sino a quindici-venti per poi riassottigliarsi nuovamente ad un solo individuo.

Il contatto con la processionaria, in particolare con i suoi peli uncinati urticanti (possono essere anche trasportati dal vento) può causare, una fastidiosa dermatite (detta erucismo o caterpillar dermatitis) con papule arrossate pruriginose. Più gravi conseguenze si hanno quando il contatto avviene con l’occhio, la mucosa nasale, la bocca o con le vie respiratorie e digestive.


Nel caso in cui si venga contaminati sarebbe opportuno :
togliere gli indumenti,
fare una doccia,
lavare i vestiti a 60°C.
La terapia può limitarsi all’applicazione di cubetti di ghiaccio ma l’applicazione di creme cortisoniche (sotto prescrizione medica) è sicuramente più efficace.





(*)(**)A rigore le ZECCHE non sono insetti ma ARACNIDI (parenti dei ragni).
Tra le differenze più rilevanti:1)gli aracnidi hanno otto zampe invece di sei come gli insetti 2)non sono divisi in tre parti ben distinte come gli insetti (capo, torace, addome) ma in due, capo e corpo (torace-addome).

Prof. TROMBONE
22 settembre 2008 0:00 - sima
l'aduc mi pare stia difendendo i consumatori con cane al seguito,e non siamo pochi.Fra l'altro esiste anche un ufficio diritti animali,ma forse siamo tutti scemi
il mio cane(18kg) quando viaggiamo si infila per tutto il tempo sotto il mio sedile,tant'è vero che quando do il biglietto per il cane al controllore regolarmente mi chiede dov'è il mio animale.Praticamente invisibile.fra l'altro chiedo SEMPRE se il cane da fastidio prima di sedermi vicino a qualcuno o prima di entrare in uno scompartimento,e se la risposta è negativa cerco un altro posto.A volte capita che con tanto di biglietto mi faccio il viaggio in corridoio, ma non mi lamento perchè comprendo che a qualcuno può dare fastidio.
Il problema di base è che chi si può spostare solo con il treno ora non potrà usare neanche quello.Per esempio ora non so più come tornare a nella mia città natale(800Km di treno dal confine) dall'estero dove vivo.
Ah all'estero(viaggio parecchio su e giù per l'Europa)i treni vengono ripuliti regolarmente ogni paio di fermate.
Mio padre che lavora alle ferrovie mi ha detto che il problema sporcizia è dovuto al fatto che le aziende che hanno l'incarico non compiono il loro dovere e le FFSS NON FANNO NULLA.Queste informazioni vengono proprio dal ministero e io ci credo,eccome!
Anche a me fanno schifo tante cose, e mi danno fastidio tante persone ma mai penserei che sia giusto precludergli un servizio PUBBLICO-cioè di tutti-che attualmente è sotto il monopolio delle nostre lerce ferrovie.
Tu che non hai il cane e ti da fastidio puoi viaggiare,io no.Qual'è la differenza??
22 settembre 2008 0:00 - isabella
Questi imbecilli pezzi di merda e tutti coloro che condividono questo decreto....ma allora perchè non vietare di salire sul treno anche ai barboni?Alle persone che non si lavano e hanno scarsa igiene...??Perchè pensano che le zecche stanno solo sui cani??ahahah che teste di cazzo ignoranti.
Questo è un governo fascista di cialtroni idioti e moretti è uno schifoso.
22 settembre 2008 0:00 - marco
Chi ha partorito questa perla d'imbecillità, ignora certamente che le zecche non hanno bisogno del cane per farsi un giretto in treno, ma possono tranquillamente aggraparsi ai pantaloni di chiunque abbia fatto una passeggiata in montagna o campagna nella stagione "giusta". Quella del limite di peso, poi, è assimilabile (per idiozia) alla circolare che trattava il Pincher Nano, alla stregua del Rottweiler (di cui sono peraltro felicissimo e soddisfatissimo "padrone")imponendo l'uso del guinzaglio e della museruola. La caccia alle streghe a 4 zampe continua, mentre si lasciano circolare (in treno, autobus, navi ecc.) intere legioni di bipedi provenienti da Paesi infetti delle peggiori malattie contagiose, o si tollera il proliferare di bidonvilles e roulottevilles ai margini delle nostre città...mah, che dire senza essere volgari o offensivi?
saluti
22 settembre 2008 0:00 - max
"6.900.000 cani e 7.400.000 gatti" questi sono i dati dell'ISTAT, dati che confermano quanti Italiani potrebbero viaggiare in treno senza chiedersi: <>.
Insomma, chiediamoci ancora a cosa serve la pet therapy, quanti di noi ricorrono all'adozione di un animale perché ci sentiamo soli o perché semplicemente abbiamo il desiderio irrefrenabile di dare e ricevere affetto da una creatura innocente, le cui uniche pulci, zecche o pidocchi sono dovute alla non curanza del proprio padrone. L'igiene del cane dipende in primis da quella del suo padrone, per cui credo che, tra il viaggiare con un cane "pidocchioso" o un uomo altrettanto "scarsamente igienico", non ci sia alcuna differenza! Perché ci lamentiamo del disturbo arrecato dagli animali quando noi siamo i primi ad avere il dovere di non arrecare disturbo in luoghi pubblici?! Viaggiando con un cane di taglia media o grande il biglietto viene incrementato di euro 5 (a cui va aggiunta la prenotazione obbligatoria negli IC), con il fine di pagare il personale addetto al servizio di pulizia che dovrebbe ricorrere all'ausilio di maggior "fatica" per igienizzare lo scompartimento! Ma quale fatica?! I treni sono sempre più sporchi, maleodoranti, con i sedili pieni di polvere responsabile della nascita di colonie di germi e parassiti! Perchè, a questo punto, non fanno un'indagine più accurata per scoprire davvero da dove provengano questi parassiti? L'unica soluzione possibile, a mio avviso, potrebbe essere quella di sterilizzare gli ambienti in cui risiedono non soltanto gli animali ma anche le persone, o ancora di avvisare il passeggero della presenza di vagoni con animali, in modo tale che ognuno sia libero di scegliere in quali condizioni necessita viaggiare! Pur eliminando la presenza di cani o gatti, ci si tornerà a lamentare della presenza di malfunzionamenti (es. l'aria condizionata è spesso mancante nei treni che non hanno neanche finestrini adeguati al passaggio di aria esterna), ritardi o ancora della pulizia, quale primo problema in assoluto!
Dico basta anche all'ignoranza italiana, che come hanno citato già altri, è responsabile degli ultimi posti nelle classifiche dei paesi europei più civilizzati e avanzati tecnologicamente! In Svizzera i cani possono seguire i proprietari anche nei ristoranti e nessuno si è mai lamentato! Basta con l'addossare ogni responsabiolità a chi non ha la facoltà di parlare o lavarsi con le proprie zampe! Che facciano controlli sui libretti sanitari prima di salire sui treni, controlli sui vaccini, perché non obbligano magari l'uso del collare antiparassitario, cosa che sia i cani di grandi dimensioni che di piccole dovrebbero indossare! La responsabilità è solo dell'inefficienza e ignoranza italiana! Come dicono in America, Italia = MAFIA!
22 settembre 2008 0:00 - Pippo
Bene bene... mi sembra un modo efficacissimo per ridurre zecche e pulci sui treni. Complimenti!!!

Propongo alle ferrovie dello stato una soluzione anche per i bagni luridi e puzzolenti: tutti i passeggeri devono salire a bordo con un certificato medico che attesti l'avvenuta "tappatura" delle vie urinarie e del retto.

Invece, per tutti coloro che hanno bisogno di viaggiare con un animale domestico, suggerisco di abbandonare l'incomoda seconda presenza in stazione o in autostrada (per la serie "pubblicità-progresso": chi e' il bastardo), oppure (meglio) di prendere la macchina.
22 settembre 2008 0:00 - Massimo Brando
Che vergogna e che schifo. I treni in Italia fanno vomitare e la colpa è dei cani???????
Ho una cagnetta di 11 anni che viaggia spesso con me e ora non potrei più portarla? Pesa 9 kg quindi secondo questi geni le è vietato viaggiare. E anche se le mettessi in un "trasportino" dovrebbe essere almeno di 70 cm x 50 cm dunque enorme. Non ho la macchina; dunque questa banda di amministratori inetti e milionari ha deciso che io non posso più spostarmi. Indegno e violento, pure. E che dire del certificato che non deve avere più di un mese? Una classe dirigente indecente e strapagata che partorisce tali mostruosità fuori dal mondo. Facciamo qualcosa per fargli rimangiare tale violenza perché tale è: una norma decisa, come spesso succede in questo paese, senza la minima conoscenza della realtà che si pretende di governare e pensata a scapito dei più deboli e dei più disagiati (chi non ha la macchina, chi non ha nessuno che gli guardi il cane, chi deve spostarsi d'urgenza...).
Che schifo che vomito e che vergogna.
22 settembre 2008 0:00 - marina
Trovo questa misura una vergogna. Le contromisure che possono essere prese per evitare questi inconvenienti sono innumerevoli, senza gravare sui cittadini che pagano, e profumatamente, per ricevere un servizio di mediocre qualità. Infatti i treni sono sempre più sporchi da qualche anno a questa parte, anche nei vagoni letto. I parassiti proliferano per la mancanza di pulizia e non vicversa.
Siamo sempre più colpiti da divieti esasperanti che rendono la vita in questo paese impossibile solo a coloro che desidererebbe seguire le regole!
Sono certa che se le associazioni interessate a vario titolo si prenderanno l'onere di raccogliere opinioni fra i numerosi possessori di animali domestici, questa volta si solleverà una risposta forte!
22 settembre 2008 0:00 - elena dondio
Credo che l'unica soluzione a questo punto sia non salire proprio più su un treno e siccome le famiglie che decidono di tenere un cane aumentano di anno in anno, é un dato di fatto e questo lo dimostra quando si va in vacanza in albergo con il proprio cane e se ne incontrano tanti altri di padroni che desiderano trascorrere le vacanze con il proprio amico a quattro zampe. Non é vero che tutti abbandonano le bestioline, ma se ci mettono mille limitazioni, non gioverà di sicuro ad una serena e felice convivenza tra noi e gli animali. Per quanto mi riguarda farò il possibile per battermi contro questa assurdità, anche perché le zecche le porta qualcun altro!!
grazie

19 settembre 2008 0:00 - per claudia da manny
confermo il punto 3....i treni la notte restano APERTI E SENZA SORVEGLIANZA, così che vengono assaltati da barboni e sbandati che se ne appropriano come se fossero dormitori gratis; quando alle 4 o 5 del mattino arrivano quelli che dovrebbero pulire i treni, con scopettone secchio ed il resto....evitano di disturbarli e/o svegliarli perchè, vista la già citata mancanza di sorveglianza, non sarebbero nelle condizioni di pulire i treni in sicurezza (leggi: gli occupanti sono restii a lasciare i loro "giacigli"); morale: NESSUNO PULISCE QUEI TRENI nonostante siano state dedicate risorse a quello scopo.
18 settembre 2008 0:00 - Claudia
Che idiozia. Moretti vuol fare finta che la sua amministrazione, come le precedenti del resto, sia perfetta, che nn ci sia alcun problema. Mi sa che si sbaglia di grosso.
Punto Primo. Il sig. Moretti (chiamarlo dottore mi parrebbe un insulto), essendo a capo di una società di servizio PUBBLICO (e nn privato come si definiscono loro), nn dovrebbe nemmeno permettersi di rendere certe dichiarazioni.

Punto Secondo: L'esistenza dello stato pietoso in cui versano i nosti treni, con le relative colonie di pulci, zecche, scorpioni (brrrr!) e quant'altro vi abita, mi pare che nn sia da attribuire unicamente a cani e gatti. Negli ultimi due anni ho viaggiato molto spesso in treno, quindi so come funzionano le cose per averle viste con i miei occhi: Eurostar in partenza con i bagni già sporchi, umani che nn mostravano il minimo cenno di civiltà PISC..RE (proprio così) nei passaggi tra una carrozza e l'altra su treni regionali, gente che in certe stazioni nn recintate sbucavano fuori dall'erba alta e salire in treno. Io mi sono presa la rogna una volta, e nn avevo il mio gatto al seguito, né c'era alcun animale nella mia carrozza.Da dove mi era venuta, allora?
In due anni, di animali ne ho visti pochi, tutt'al più cagnetti e gatti nelle loro gabbiette, una sola volta ho visto un cane di grossa taglia, ma era un cane per non vedenti ed è stato tranquillamente seduto sull'asciugamano che la sua padrona (moglie del nn vedente) aveva steso a terra per lui. Gli animali molte volte sono molto più educati di noi: il mio gatto una volta si è rifiutato di fare i suoi bisogni nella SUA lettiera portatile che, per ovvie ragioni, mi ero portata in bagno, dopo aver constatato anche lui lo stato della "toilette": per forza, nn sapeva dove mettere le zampe, il pavimento era quasi tutto bagnato d'urina, l'odore era anche peggio, impossibile fare qualcosa!
Capisco che magari potrebbero esserci degli spazi dedicati per bisogni particolari, tipo aree per neonati e bimbi dove le mamme possano allattarli,lavarli e cambiarli senza fare acrobazie, spazi, appunto, dedicati allo svago e per i bisogni degli animali (basterebbe un cantuccio pulito dove poter poggiare la lettiera per la felicità di padrone e animale), spazi per chi parla al telefono (che a volte risultano veramente fastidiosi)! E' triste che Moretti voglia insabbiare i problemi derivanti dalla SUA mala amministrazione sfogandosi e prendendosela con i più deboli. Cosa fa Trenitalia, in concreto, per chi sta su una sedia a rotelle? Lo scorso dicembre sono stata testimone di una scena vergognosa, che mi ha fatto vergognare di essere italiana: un capotreno ha NEGATO ad un passeggero in carrozzella l'uso del suo posto REGOLARMENTE prenotato e adatto alle sue necessità, perché a parer suo il negro che l'aveva occupato aveva ragione di starci (su cosa si sia basato nn lo so, nn gli ha chiesto di presentare il biglietto). E, con la più assoluta prepotenza, ha INTIMATO al povero ragazzo di "vedere se c'era un altro posto per disabili libero, oppure di scendere dal suo treno". Il ragazzo è stato costretto a scendere dal treno e a cercarne un altro.
Ecco un esempio di "servizio d'eccellenza"!

Punto Terzo: Di notte i treni fermi in stazione rimangono APERTI! Mi è capitato di dover partire col primo treno utile (alle 4.54) e, naturalmente, una volte montata sul mezzo mi sono dovuta fare strada tra molti barboni e illegali che dormivano tranquilli, come se fossero stati a casa loro. Moretti crede che le zecche siano solo dei cani? Anche chi passa molto tempo in campagna e/o non si lava barba e capelli da mesi può prendere zecche e pulci. Un sigore di mia conoscenza, che è un laureato ma a vederlo è peggio di un talebano, una volta ha detto che nella sua barba aveva trovato praecchie zecche! E fa il bracciante agricolo, è italiano, istruito, insomma ha moglie e figli... Se prendesse il treno per venire a far visita al suocero (meno male che tornano in macchina), secondo voi da dove verrebbero le zecche?
Abitando in campagna, so cos'è una zecca, dove vivono e che malattie portano. Il problema è che si attaccano su qualsiasi essere vivente a sangue caldo, staccandosi solo quando è sazia o alla morte dell'ospite. Il problema è che nn significa niente stare lontani dall'erba o dagli animali. Anche camminare per strada può essere un rischio: si trasportano attraverso le scarpe, o si nascondono tra la barba e i capelli e al minimo contatto (un bacio, un abbraccio,...) la zecca o la pulce passano di testa in testa. Tra l'altro, i modi di dire spiegano la verità: se io sono molto sporca e trascurata e qualcuno mi dice che "presto farò le pulci", mi sembra evidente che la relazione treno sporco- passeggero "zeccato" abbia la sua spiegazione.

Per cui, lasciate stare i nostri amici animali e il nostro e loro diritto a viaggiare dignitosamente e tranquillamente, e pensate assieme a Moretti alle cose veramente importanti.
18 settembre 2008 0:00 - Cronista
da: maria
Data: 17 Settembre 2008

Ma perchè gli animali devono sempre pagare per l' ignoranza umana e il non ammettere che i treni non vengono puliti come dovrebbero !!!
Per di più poi si paga un biglietto per ognuno di loro....i pidocchi e zecche non li portano solo gli animali, ma tanti drogati, persone che non si lavano e immigrati allo sbando!!


C'è del vero in quel che dice Maria... ammesso che i cani portino qualche zecca sui treni è anche vero che sarebbe subito eliminata da una buona e doverosa pulizia e disinfezione (i vagoni dovrebbero essere disinfettati a vapore per garantire la salute pubblica, a prescindere da zecche e pidocchi).
Invece come sappiamo le carrozze sono quasi sempre letamai, con o senza zecche...oltre che una vergogna è un furto di denaro pubblico, perchè le spese per la pulizia vengono pagate e come!!
C'è da dire inoltre che i cani viaggiano col padrone e si presume che mediamente costui abbia provveduto a un minimo d'igiene dell'animale oltre a vaccinazioni e collare antipulci, mentre sullo stesso treno effettivamente si possono incontrare certe bestie umane, extracomunitarie o no, davvero sudice......
18 settembre 2008 0:00 - scocciato
Sì Maria,""tua frase..""Si agli animali !!!! Gli animali devono avere gli stessi diritti...di chi?degli umani sporchi e untori? perchè pagano il biglietto (io il porco in treno pur pagando un biglietto, non lo posso portare! al massimo, come porco, accettano me).""" e...allora, facciamo un caravanserraglio, un'Arca di Noè, un canile municipale, una porcilaia autorizzata, un pollaio o una voliera di uccelli esotici o, meglio, nostrani, uno zoo che più gente entra e più bestie si vedono, ecc. .... ma non solo sui treni, suglia autobus, nei musei, nelle piazze, ma anche nei negozi aperti al pubblico, nei bar, nelle stazioni, negli ospedali, negli ambulatori dei medici, lungo tutte le strade pubbliche organizziamoci per farle occupare con sit-in permanenti da branchi di animali di tutto un pò-...perchè solo da cani? anche le oche hanno diritto con le loro deiezioni minuto per minuto e così, anzichè andare a scivolare sulla neve, scivoleremo sulla merda. Mi fai pena,come tanti/e altre, signora interlocutrice sostenitrice di queste prese di posizione, peraltro anche illegali.
17 settembre 2008 0:00 - maria
Ma perchè gli animali devono sempre pagare per l' ignoranza umana e il non ammettere che i treni non vengono puliti come dovrebbero !!!
Per di più poi si paga un biglietto per ognuno di loro....i pidocchi e zecche non li portano solo gli animali, ma tanti drogati, persone che non si lavano e immigrati allo sbando!!

Si agli animali !!!! Gli animali devono avere gli stessi diritti. Il Moretti sta ancora al Medioevo....dovrebbe scusarsi e ammettere di aver sbagliato !
17 settembre 2008 0:00 - StopAnimali
Credo che Aduc, anziché stare dalla parte degli animali, dovrebbe stare dalla parte delle persone.
Fino a prova contraria, gli animali non si fanno la doccia, e addirittura ci sono persone che insegnano alla gente a non lavare i loro gatti perché l'acqua rovinerebbe i grassi della pelle dell'animale.
Ci sono animali che non hanno ancora imparato a fare i bisogni nell'apposito spazio, li fanno ovunque, persino sulla loro ciotola, e alcuni poi vi si sdraiano di sopra, quando hanno sonno. In campagna, un gatto cammina alcuni chilometri al giorno, andando nei luoghi più sporchi e quando torna fa una puzza tremenda.
Pensate che questi animali debbano avere il diritto di viaggiare in treno?
15 settembre 2008 0:00 - massimo
Ogni volta che qualcuno usa la parola "razzismo" è perchè sa di essere in torto e non sa più cosa dire, e allora si attacca ai moralismi.
I padroni dei giocattolini viventi non hanno NESSUN DIRITTO di portarli in treno. Li devono trasportare a loro spese e con i loro mezzi, senza abusare del trasporto pubblico, così come chi ha le galline, i cavalli o i maiali.
15 settembre 2008 0:00 - scocciato
I zozzoni, uomini o animali sui treni ci sono. Se appoggio il braccio su un bracciolo dove prima c'era un qualcuno con malattia infettiva, come me ne accorgo?
Il treno è come un negozio dove il cane non entra in quanto luogo pubblico o aperto al pubblico. Poco da dire. Educazione o imbecillità-scegliere.
Poi di zecche ce ne sono molti tipi. Cosa porta di malattia la zecca dell'animale cane?
Ma c'è anche la zecca che porta la borelliosi(malattia di Lyme) e non abita nei treni.
E se uno si ritrova i pidocchi, le pulci, le cimici, le piattole, (tutta roba che non è microscopica, ma se si becca lo scolo o la lue o altro da gente sporca che prima si è imbrattata le mani con le proprie malattie e poi le spalma su porte, maniglie, braccioli ecc.?
Poi, per gabriella, cerca di capire che io potrei trarre giovamento psicologico anche da altri animali o cose, ma che non posso portarmi in treno o in luoghi aperti al pubblico. Come la mettiamo ? tu sì ed io no. Che uguaglianza e democrazia!
Allora se si creano carrozze per portatori di handicap, per portatori di biciclette, per fumatori ecc. perchè non anche per portatori di cani gatti o maiali?
15 settembre 2008 0:00 - Cronista
Che c'entrano le zecche con la sporcizia dei treni? Le zecche non vivono nella sporcizia, non sono mica topi di fogna, le zecche vivono nell'erba (prati, macchia, sottobosco) dove aspettano in agguato l'ospite da parassitare.
Perciò nei treni le possono portare solo i loro ospiti, non ci vanno di loro iniziativa perchè non è il loro habitat.
15 settembre 2008 0:00 - Roberta
Non ho parole, nel leggere che c'è gente che pensa che pidocchi e zecche, vengono portate sui treni da cani e gatti, ma sapete come sono sporchi i vagoni dei treni, metro etc (tutti i mezzi di pubblico servizio, ma sapete quante malattie e schifezze varie si prendono, all'asilo da mio fliglio c'è persino la "scabia" anche questa l'hanno portata i cani e gatti? E' come lo sporco epr strada, è il "padrone" che se ne frega di tutti. Sapete una cosa, ringraziamo il Signore che "non hanno la parola" altrimenti....Quante cose ci direbbero.
15 settembre 2008 0:00 - alessandra
Perchè non fare i vagoni riservati alle donne, donne con bambino, uomini bianchi/neri/gialli; un vagone per ogni tipo di umanità così anche voi che sparate a zero sui cani e gatti vi ritroverete a spararvi fra di voi! Che bello! Non capite che questo è razzismo! E' meglio che Trenitalia pulisca i vagoni e li sterilizzi! Anche i nostri amici a 4 zampe hanno diritto di seguirci e sono sicura che sono molto più puliti di certa gente che viaggia in treno!
Ale
14 settembre 2008 0:00 - rinis
è la solita italietta ultima nel mondo civile................uccidiamo sulle strade, vincono i concorsi persone raccomandate e quant altro.........
che merda di paese in cui vivo
Un non Italiano
13 settembre 2008 0:00 - Grazia
Una volta quasi "svenivo" dalla puzza sul treno. Ma che potremmo fare? Fare reclamo? A chi?
12 settembre 2008 0:00 - VR
Caro Pok è quantomeno evidente che non ti sei mai preso zecche o pidocchi sul treno. Come dire che sono tutti froci col culo degli altri... no?? Come dire che finchè non pisciano sulla tua porta va tutto bene no??
Perchè non ti metti nei panni di uno che paga il biglietto e oltre allo scadente e zozzo servizio trenitalia si deve poi anche portare a casa il regalino parassitario, con conseguente spesa per curarsi?
"Viaggia con trenitalia, in omaggio avrai un'intera colonia di parassiti che potrai portarti a casa gratuitamente!! Che aspetti? Adotta una povera colonia di pidocchi bisognosi di organismo ospite!"

Baaahhh...
Il problema non sono i cani (che comunque a volte rompono, tanto quanto i bambini che piangono e la gente puzzolente che mette i piedi sui sedili o peggio), il problema è che si è perso il buon senso.

Certo si può portare pazienza se un bambino frigna e un cane abbaia, ma ciò non significa che non sia ovvio che venga la voglia di strozzarli. Insomma dà fastidio, chi lo nega? Ma per questo come dicevo si può portare pazienza... certo il vagone dedicato per mamme con prole urlante o per proprietari di cane non mi sembra neanche una brutta idea, si evitano le maledizioni dei compagni di viaggio e chi vuole stare in pace riesce a godersi un viaggio tranquillo... ma vabbè troppo complicato, lasciamo perdere, si dovrebbe anche partire dal presupposto che tutti si lavino e lavino il loro animale.

Ma le zecche e i pidocchi no, lo schifo sui treni no, non si può portare pazienza! E' un servizio a pagamento, si ha il diritto di pretendere che sia efficiente e pulito, più che pulito, disinfettato, come deve essere quando migliaia di persone usufruiscono dello stesso spazio.

L'amministratore delegato di trenitalia riguardo al problema della pulizia ha anche detto, però, che se fosse per lui licenzierebbe subito la ditta che se ne occupa ma poi si dovrebbe procedere ad un'appalto pubblico, e si resterebbe mesi senza neanche il (dis)servizio di pulizia attuale, perchè la legge prevede questo iter.
Quindi prima bisognerebbe cambiare la legge sugli appalti e sui servizi pubblici, ma siamo in italia che altro si può dire....??

Per il resto concordo con la signora Gabriella.
12 settembre 2008 0:00 - massimo
Sono d'accordo: come c'erano i vagoni per i fumatori facciano i vagoni per chi si vuole portare i cani.
Ma non possono i padroni di cani, che ricordiamocelo sono una minoranza, pretendere di andare dappertutto con i loro giocattolini ogm. E non sto parlando di gatti o cagnolini in gabbiette per BREVI tragitti, al limite se non fanno rumore si potrebbero portare. Io ho visto sui treni cani fuori dalle apposite gabbiette, cani anche di grandi dimensioni.

Una volta un mio amico s'è portato il suo volpino in treno da Milano fino al suo paese in Calabria: ha ammesso che il cane ha rotto il cazzo per tutto il tempo abbaiando, ha detto che quasi lo sbattevano giù dal treno gli altri viaggiatori...

Già i treni fanno schifo, vogliamo anche aggiungere quast'altra rottura di coglioni?

Certo che l'Aduc non sta in ciò difendendo i diritti dei viaggiatori, sta facendo l'opposto.
12 settembre 2008 0:00 - pok
Ma perchè non richidete un vagone apposito x voi che vi fa schifo tutto? Anzi, richidete direttamente un treno tutto per voi Magari sterilizzato e completo di sala operatoria e farmacia!
12 settembre 2008 0:00 - un pendolare
Voglio dire a TRENITALIA di rinunciare alla Lombardia perche' non in grado di mantenere il servizio. La Lombardia, e quindi di conseguenza l'Italia tutta, ha perso miliardi, ripeto MILIARDI di euro dovuti alle ore non lavorate dai dipendenti pendolari, che hanno accumulato tantissime ore di ritardo dovute solo all'inefficienza della classe dirigente che mafiosamente comanda in trenitalia. Le zecche sono state portate dai cani? Io faccio il pendolare e di cani e gatti in 10 anni non ne ho visti. In compenso chi prende più di 100.000 euro, si CENTOMILA EURO AL MESE e' l'incompetente che comanda in trenitalia. Il servizio è inesistente, anche quando c'è un disagio, L'UTENZA NON VIENE QUASI MAI AVVISATA. Comunque dico ai dipendenti Trenitalia di fare qualche cosa perchè altrimenti andate a finire come i dipendenti ALITALIA, il vostro grande capo se c'è un problema vi licenzia tutti, e poi non si può andare avanti così, TRENITALIA fallirà e voi che non state facendo niente vi troverete un giorno disoccupati. ATTENZIONE a QUESTI INCAPACI. Sarà sicuramente la desinenza (-italia) che porta sfiga. p.s. NON SONO UN CRETINO DI LEGHISTA. La Lombardia ha effettivamente un'altra mentalità, un'altra gente e un'altra velocitè rispetto all'Italia, BISOGNA AMMETTERE L'EVIDENZA PURTROPPO.
12 settembre 2008 0:00 - gabriella
L'idea di proibire ai proprietari di animali di viaggiare in treno con i loro compagni mi sembra vessatoria. Chi possiede e ama un cane o un gatto di regola lo lava regolarmente e lo tratta con tutti i prodotti comunemente in commercio (ed efficaci) per la prevenzione dei parassiti. Capita invece di vedere a bordo dei treni passeggeri umani talmente sporchi da creare seri dubbi sull'origine vera delle infestazioni. Eppure costoro si permettono qualsiasi abuso, ivi compreso l'appoggiare i piedi (nudi o calzati) sul sedile di fronte al loro, e di insozzare i bagni e gli scompartimenti. Spesso viaggiano senza biglietto, ma nessuno interviene. Peraltro Trenitalia non pulisce (o raramente, o sommariamente) i vagoni.
Io sono una persona di una certa età e il mio cane (educato, pulitissimo, vaccinatissimo, portatore di collarino anti-zecche/pulci/zanzare) e trattato mensilmente con liquido antiparassitario (Frontline) mi accompagna in treno da Prato a Firenze quando vado a trovare i miei parenti (munito di regolare biglietto). Di andare in macchina non se ne parla: una giornata di visita a Firenze costa una ventina di euro di parcheggio, oltre a benzina, autostrada, ecc.
Si raccomanda costantemente il salvataggio degli animali dall'abbandono e il loro effetto terapeutico sugli anziani. Poi però l'anziano non ha luoghi dove far correre il suo animale in libertà, e adesso non dovrebbe più imbarcarlo sui mezzi pubblici. Allora cosa deve fare? Ammazzare il cane e poi spararsi?
12 settembre 2008 0:00 - deluso
sono d'accordo col cronista, le zekke sono davero pericolose e moretti fa bene a cacciare i cani dai treni..... pensate ke nello stato del montana, USA, c'era una valle dove tutti si ammalavano e morivano e nessuno sapeva perkè e la kiamavano la valle della morte......e poi i scenziati anno scoperto ke erano le zekke ke facevano morire la gente, meditate gente meditate!!!!
11 settembre 2008 0:00 - Cronista
I pidocchi li può aver portati qualche pidocchioso ma le zecche effettivamente si attaccano solo a cani e gatti e non agli uomini, se non eccezionalmente... io ho avuto per dieci anni un cane che le attirava come una calamita, per lo più in luoghi erbosi o frequentati da altri cani, ma mai si sono attaccate a me tranne una volta che mi sono ritrovato un piccolo e inesperto maschio di zecca attaccato allo scroto...(i maschi sono del tutto differenti dalle femmine, per forma, dimensione e colore). Comunque se per disgrazia si attaccano all'uomo possono essere guai grossi, trasmettendo malattie virali gravi e anche mortali! Un giovane boy scout che conoscevo ha avuto la sfortuna di beccarne una tra le chiappe mentre durante un'escursione faceva il bisogno grosso in montagna... e non hanno saputo fare la diagnosi esatta quei manovali di medici che l'hanno curato e solo con l'autopsia hanno accertato la causa della dipartita del poveretto... per cui la quale, e sottolineo la quale, secondo me Moretti fa bene a prendere le sue precauzioni, dovrebbe però vietare l'accesso anche a montanari, pecorari, campagnoli, ecc, destinando speciali vetture a queste categorie.
11 settembre 2008 0:00 - beatrice
Già in Italia non si vive più a causa di tutti i divieti che ci sono,adesso come se non bastasse vogliono vietarci di viaggiare in treno con il cane.Questa estate sono andata in CROAZIA con il mio cane e non ho avuto alcun problema a portarlo in spiaggia mentre qui da noi ti fanno problemi anche se lo porti sul lungomare.Mi sembra eccessivo...Sono disponibile a qualsiasi forma di mobilitazione pur di difendere il mio diritto e quello del mio cane di viaggiare in treno.
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