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8 giugno 2011 11:13 - ennio4531
.. quanto scrive prozaq , che voterà SI, è quanto di più contraddittorio si possa leggere.

Egli scrive: 'chi gestisce il servizio deve assumersi gli oneri della cattiva gestione e non può scaricare tutti i costi sui consumetori'.

Prozaq semra ignorare che questo è sempre avvenuto e avviene quando la gestione è pubblica o di fatto tale.

Basterebbe citare i decenni di disavanzi folli delle Poste , Ferrovie, Alfa Romeo, acciaierie ecc.cecc. nei quali le perdite stratosferiche si pagavano anche come contribuienti !

I privati, se non guadagnano, prima o dopo devono chiudere i battenti perdendoci i capitali investiti.
Il pubblico dei risultati può infischiarsene ...

Sorprendente, poi , è leggere che " la gestione del servizio si affida ai privati solo se sono bravi e se conviene, non perché obbligati dalla legge ".

Chiedo a prozaq quanto segue : se fosse un politico al quale spetta la nomina dei consigli di amministrazione degli enti pubblici ( .. che sono la fonte di clientelismo, parentopoli, appalti, voti ...), pensa che si porrebbe il problema di rinunciare volontariamente a tale privilegio per dare la gestione ai privati ?

Se così fosse, facciamo prozaq 'santo subito' !
8 giugno 2011 10:56 - giuseppe4962
Continuo a non capire questo "amore" per il privato che funziona meglio del pubblico dove? Un esempio a caso le autostrade (dove sono gli investimenti? incassano e basta). E sicuramente non nell'ambito della distribuzione dell'acqua dove molti esempi (Latina, comuni calabresi) dove è intervenuto il privato la qualità dei servizi è rimasta uguale o peggiorata e le bollette sono aumentate a dismisura. Altro punto: in questo caso non ci sarebbe concorrenza (sempre considerata, anche a sproposito, come panacea di tutti i problemi)dunque dove sarebbe l'interesse a migliorar i servizi? Infine mi fa impazzire che che si debba assicurare all'imprenditore (per modo di dire perchè ditemi dov'è il rischio: anch'io sono bravo a fare impresa così) il 7% di remunerazione del capitale?
8 giugno 2011 9:52 - prozaq
La privatizzazione in Italia consiste nel creare società in cui i soci sono enti pubblici (ed i soldi anche), e sono controllati di fatto dalle forze politiche di turno, ma che essendo privati sfuggono al controllo ed al giudizio degli elettori/utenti/consumatori.
Quindi il problema non è nella gestione pubblica o privata del servizio, ma nella capacità di controllare e giudicare gli amministratori.
In ogni caso la battaglia è su due principi:
1 - la gestione del servizio si affida ai privati solo se sono bravi e se conviene, non perché obbligati dalla legge
2 - chi gestisce il servizio deve assumersi gli oneri della cattiva gestione e non può scaricare tutti i costi sui consumetori

Io voterò SI a tutti i referendum.
8 giugno 2011 9:49 - andrea4296
L'articolo è incompleto ed impreciso in molte parti. il primo referendum blocca l'OBBLIGO di cedere al privato il 49% dele quote entro fine anno. Questo è il quesito, le altre sono considerazioni più o meno condivisibili sulle quali ognuno trarrà le proprie conclusioni. Il secondo quesito abolisce la retribuzione minima garantita (7%) del capitale: in altre parole indipendentemente dlla capacità imprenditoriale e manageriale del privato, il capitale investito è comunque remunerato al 7%. Anche qui ognuno faccia le sue considerazioni.
Per citare Publiacqua, che ha con lungimiranza anticipato la cessione del 49% al privato, si constata curiosamente che l'amministratore delegato è espresso dalla minoranza azionaria, che peraltro ha anche la maggioranza nel consiglio (in questo caso riporto i dati di una persona di cui mi fido, potrei sbagliare in buona fede). Inoltre, una efficace campagna del comune di Firenze mirata alla sensibilizzazione sul consumo consapevole dell'acqua eliminando gli sprechi, ha portato all'obbiettivo con una riduzione dei consumi. Peccato che la remunerazione è andata sotto il 7% e Publiacqua ha battuto cassa, col risultato di un aumento della tariffa idrica (seppure con un acoordo di compromesso).
Potrei continuare a lungo, ma non è questa la sede, ognuno può documentarsi quanto vuole sui fatti.
Passando alle opinioni (a differenza dei fatti contestabili quanto si vuole) l'articolo mi sembra approcci la questione col solito criterio che siccome il pubblico non funziona o non ha i soldi, viene in soccorso il privato perché non si è in grado, per incapacità, di costruire un alternativa. Io vivo a Venezia, l'acqua (e non solo) è gestita da una società a capitale pubblico 100%, le tariffe sono basse ed il servizio buono: anch'essa con la legge attuale dovrebbe obbligatoriamente cedere al privato metà delle quote, e non si capisce il perché ( a proposito, nessuna normativa europea, come ci volevano far credere, lo impone, chi vuole vada a leggere la sentenza della corte che ha ammesso i referendum). I modelli alternativi esistono eccome, andate a leggervi cosa hanno fatto a Grenoble in Francia.
Mi impongo di chiudere qui, chiedetevi solo come mai grandi capitali europee (parigi, Berlino) siano tornate alla gestione pubblica. Inoltre ricordate che i refenrendum sono stati proposti e supportati con la raccolta di firme da comitati di cittadini, non da partiti con un risultato straordinario in termini numerici: il collante è il concetto del "bene comune", riflettete sulle due parole confrontandole con le parole "merce" e "privato". Buon voto a tutti comunque
8 giugno 2011 9:28 - antonio4555
@roberto8757: E' proprio per queste sue considerazioni che voterò "si" anche ai due quesiti sull'acqua. Il privato e sì più organizzato, ma è anche troppo "ingordo". Occorrerebbe una drastica "riorganizzazione", questo sì, su tutto il settore con una gestione privata ma sottoposta a rigidi controlli pubblici. Ma si riuscirà in Italia?
8 giugno 2011 9:18 - roberto8757
mha!!! essendo un dipendente di un azienda ex municipalizzata posso dire che dal momento dell' entrata del privato, ha portato SI a un miglioramento momentaneo del servizio verso l'utente finale e una riorganizzazione interna. successivamente la riorganizzazione non si e' piu' fermata, con una riduzione drastica della forza lavoro (molti contratti cococo) appaltando la maggior parte delle manutenzioni a ditte private (sfruttando le aste al ribasso) cercando di far piu' utili possibili a scapito dell'utente finale.
l'acqua e' un bene di tutti di PRIMA NECCESSITA'(come altri servizi)e il privato non deve metterci mano
8 giugno 2011 9:00 - antonio4555
Anch'io apprezzo l'articolo, sia per il contenuto, anche se lo condivido solo in parte, ma soprattutto per la chiarezza. Benissimo laddove propone la variazione dello strumento referendario, che pare costruito solo per renderlo inefficace, un po' meno bene dove si parla di non ridurre lo strumento stesso a plebiscito nei confronti del governante di turno. Non è così. Nel caso specifico, è stato proprio il governante di turno a volergli dare questa valenza, prima col DL omnibus, poi col ricorso alla Consulta. E' la stessa importanza che prima ha voluta dare alle amministrative, salvo poi correggere il tiro non appena le ha perse. Credo che l'elettore, se informato correttamente, sia portate a valutare il quesito, NON il governante di turno.
8 giugno 2011 8:29 - gabdab
Concordo in pieno con sdaslt sulla necessità di evitare logiche del capitale rivelatesi disastrose a livello mondiale.
I cittadini devono poter occuparsi dei propri interessi (acqua, energia) in prima persona .
Invece ora siamo costretti ad avere sempre il 'babbino' che cura i nostri interessi , che sia Berlusconi o Bersani non ha importanza .
8 giugno 2011 8:00 - alessandro1808
Interessante, però correggetemi se sbaglio: la possibilità di ricorrere al privato esisterebbe lo stesso anche in caso di una vittoria dei SI. Ciò che verrebbe meno è l'OBBLIGO di farlo. O ho capito male?
8 giugno 2011 7:33 - sdaslt
Buongiorno,
Come menzionato nell'articolo,purtroppo le privatizzazione all'ITALIANA spesso finiscono per essere a favore di lobby e aziende riconducibili a qualche spregiudicato politico o affarista impastato con i politici. L'acqua deve rimanere un bene pubblico e al giusto costo. Ciò che molti vogliono, e cioè che l'acqua sia gestita da privati per razionalizzare e migliorare, deve essere rivolto ed applicato, in caso di vincita del SI, alle amministrazioni pubbliche che gestiscono il bene pubblico. Deve essere richiesto loro maggiore efficienza e trasparenza altrimenti "commissariamento". Niente privatizzazione che comporterebbe sicuramente un rialzo eccessivo dei costi. Le amministrazioni si assumano ognuno la sua responsabilità nel fornire i servizi primari di qualità alle persone, altrimenti si licenzia chi non fà il suo lavoro. Non si butta in pasto a qualche avido, il portafoglio dei cittadini. Ciò che chiede l'Europa è valido fino ad un certo punto. In molti paesi Europei civili e dove le cose funzionano anche quando sono privati, e non come il nostro paese, esiste uno Stato vero che controlla l'operato dei privati per un servizio pubblico a favore dei cittadini. In Italia la privatizzazione è un modo legalizzato dello Stato (se cosi lo si può chiamare) di lavarsi le mani da una cosa che rimane comunque di sua reponsabilità. Della collettività lo Stato in Italia se ne frega. basta vedere questi ultimi anni!!
Spiacente per voi, ma spero che il SI prevalga. Ne riparliamo quando questo paese diventerà un modello di civiltà e onestà, senza corruzione, dove il senso civico del mutuo vivere insieme porterà questo popolo attualmente menfreghista, individualista (e mi fermo lì), a raggiungere il livello minimo di civiltà. Per non parlare poi della classe politica, che deve smettere di usare il paese per i suoi affari personali. Io voterò SI e spero che mooooolti lo faranno.
Per gli altri quesiti qualunque persona di buon senso e che vive la realtà di questo paese capirebbe l'importanza di votare SI, perché siamo tutti uguali davanti alla Legge, e anche il politico non deve sfuggire alle sue responsabilità davanti per le sue azioni illegali. Vogliamo politici puliti pagati profumatamente per servire gli interessi del popolo e della Nazione e non gli interessi malavitosi di alcuni.
Per il nucleare, ricordate Chernbyl e Fukushima!!
Il fatto che la Francia abbia reattori vicino a noi non significa che dobbiamo riempirci di scorie nucleari, perche tanto se succede qualcosa lì veniamo colpiti anche noi. Intanto rimaniamo puliti e curiamo il nostro territorio usando l'energia rinnovabile. Non permettiamo che i politici ed industriali in pasta agli affari, ci inducano a rinunciare a mantenere il nostro paese un esempio di pulizia e rispetto dell'ambiente.
8 giugno 2011 6:34 - trillo
complimenti all'autore: e non solo perchè condivido queste considerazioni, ma perchè le ha espresse con estrema chiarezza, laddove questi temi politici nulla hanno di chiaro. Grazie mille, provo a condividerlo su FB.
7 giugno 2011 14:54 - pfui!
"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi"
7 giugno 2011 11:25 - sugar magnolia
bell'articolo.....davvero !!!

interessante, anche se il coacervo di intrecci che legano queste cose nel nostro paese e' da sempre pesantissimo....eppure andiamo avanti lo stesso !!!

cmq, a prescindere dal rislutato del voto non cambiera' nulla ....questo e' poco ma sicuro
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