.. quanto scrive prozaq , che voterà SI, è quanto di più
contraddittorio si possa leggere.
Egli scrive: 'chi gestisce il servizio deve assumersi gli
oneri della cattiva gestione e non può scaricare tutti i
costi sui consumetori'.
Prozaq semra ignorare che questo è sempre avvenuto e
avviene quando la gestione è pubblica o di fatto tale.
Basterebbe citare i decenni di disavanzi folli delle Poste ,
Ferrovie, Alfa Romeo, acciaierie ecc.cecc. nei quali le
perdite stratosferiche si pagavano anche come contribuienti
!
I privati, se non guadagnano, prima o dopo devono chiudere i
battenti perdendoci i capitali investiti.
Il pubblico dei risultati può infischiarsene ...
Sorprendente, poi , è leggere che " la gestione del
servizio si affida ai privati solo se sono bravi e se
conviene, non perché obbligati dalla legge ".
Chiedo a prozaq quanto segue : se fosse un politico al quale
spetta la nomina dei consigli di amministrazione degli enti
pubblici ( .. che sono la fonte di clientelismo,
parentopoli, appalti, voti ...), pensa che si porrebbe il
problema di rinunciare volontariamente a tale privilegio per
dare la gestione ai privati ?
Se così fosse, facciamo prozaq 'santo subito' !
8 giugno 2011 10:56 - giuseppe4962
Continuo a non capire questo "amore" per il privato che
funziona meglio del pubblico dove? Un esempio a caso le
autostrade (dove sono gli investimenti? incassano e basta).
E sicuramente non nell'ambito della distribuzione dell'acqua
dove molti esempi (Latina, comuni calabresi) dove è
intervenuto il privato la qualità dei servizi è rimasta
uguale o peggiorata e le bollette sono aumentate a
dismisura. Altro punto: in questo caso non ci sarebbe
concorrenza (sempre considerata, anche a sproposito, come
panacea di tutti i problemi)dunque dove sarebbe l'interesse
a migliorar i servizi? Infine mi fa impazzire che che si
debba assicurare all'imprenditore (per modo di dire perchè
ditemi dov'è il rischio: anch'io sono bravo a fare impresa
così) il 7% di remunerazione del capitale?
8 giugno 2011 9:52 - prozaq
La privatizzazione in Italia consiste nel creare società in
cui i soci sono enti pubblici (ed i soldi anche), e sono
controllati di fatto dalle forze politiche di turno, ma che
essendo privati sfuggono al controllo ed al giudizio degli
elettori/utenti/consumatori.
Quindi il problema non è nella gestione pubblica o privata
del servizio, ma nella capacità di controllare e giudicare
gli amministratori.
In ogni caso la battaglia è su due principi:
1 - la gestione del servizio si affida ai privati solo se
sono bravi e se conviene, non perché obbligati dalla
legge
2 - chi gestisce il servizio deve assumersi gli oneri della
cattiva gestione e non può scaricare tutti i costi sui
consumetori
Io voterò SI a tutti i referendum.
8 giugno 2011 9:49 - andrea4296
L'articolo è incompleto ed impreciso in molte parti. il
primo referendum blocca l'OBBLIGO di cedere al privato il
49% dele quote entro fine anno. Questo è il quesito, le
altre sono considerazioni più o meno condivisibili sulle
quali ognuno trarrà le proprie conclusioni. Il secondo
quesito abolisce la retribuzione minima garantita (7%) del
capitale: in altre parole indipendentemente dlla capacità
imprenditoriale e manageriale del privato, il capitale
investito è comunque remunerato al 7%. Anche qui ognuno
faccia le sue considerazioni.
Per citare Publiacqua, che ha con lungimiranza anticipato la
cessione del 49% al privato, si constata curiosamente che
l'amministratore delegato è espresso dalla minoranza
azionaria, che peraltro ha anche la maggioranza nel
consiglio (in questo caso riporto i dati di una persona di
cui mi fido, potrei sbagliare in buona fede). Inoltre, una
efficace campagna del comune di Firenze mirata alla
sensibilizzazione sul consumo consapevole dell'acqua
eliminando gli sprechi, ha portato all'obbiettivo con una
riduzione dei consumi. Peccato che la remunerazione è
andata sotto il 7% e Publiacqua ha battuto cassa, col
risultato di un aumento della tariffa idrica (seppure con un
acoordo di compromesso).
Potrei continuare a lungo, ma non è questa la sede, ognuno
può documentarsi quanto vuole sui fatti.
Passando alle opinioni (a differenza dei fatti contestabili
quanto si vuole) l'articolo mi sembra approcci la questione
col solito criterio che siccome il pubblico non funziona o
non ha i soldi, viene in soccorso il privato perché non si
è in grado, per incapacità, di costruire un alternativa.
Io vivo a Venezia, l'acqua (e non solo) è gestita da una
società a capitale pubblico 100%, le tariffe sono basse ed
il servizio buono: anch'essa con la legge attuale dovrebbe
obbligatoriamente cedere al privato metà delle quote, e non
si capisce il perché ( a proposito, nessuna normativa
europea, come ci volevano far credere, lo impone, chi vuole
vada a leggere la sentenza della corte che ha ammesso i
referendum). I modelli alternativi esistono eccome, andate a
leggervi cosa hanno fatto a Grenoble in Francia.
Mi impongo di chiudere qui, chiedetevi solo come mai grandi
capitali europee (parigi, Berlino) siano tornate alla
gestione pubblica. Inoltre ricordate che i refenrendum sono
stati proposti e supportati con la raccolta di firme da
comitati di cittadini, non da partiti con un risultato
straordinario in termini numerici: il collante è il
concetto del "bene comune", riflettete sulle due parole
confrontandole con le parole "merce" e "privato". Buon voto
a tutti comunque
8 giugno 2011 9:28 - antonio4555
@roberto8757: E' proprio per queste sue considerazioni che
voterò "si" anche ai due quesiti sull'acqua. Il privato e
sì più organizzato, ma è anche troppo "ingordo".
Occorrerebbe una drastica "riorganizzazione", questo sì, su
tutto il settore con una gestione privata ma sottoposta a
rigidi controlli pubblici. Ma si riuscirà in Italia?
8 giugno 2011 9:18 - roberto8757
mha!!! essendo un dipendente di un azienda ex
municipalizzata posso dire che dal momento dell' entrata del
privato, ha portato SI a un miglioramento momentaneo del
servizio verso l'utente finale e una riorganizzazione
interna. successivamente la riorganizzazione non si e' piu'
fermata, con una riduzione drastica della forza lavoro
(molti contratti cococo) appaltando la maggior parte delle
manutenzioni a ditte private (sfruttando le aste al ribasso)
cercando di far piu' utili possibili a scapito dell'utente
finale.
l'acqua e' un bene di tutti di PRIMA NECCESSITA'(come altri
servizi)e il privato non deve metterci mano
8 giugno 2011 9:00 - antonio4555
Anch'io apprezzo l'articolo, sia per il contenuto, anche se
lo condivido solo in parte, ma soprattutto per la chiarezza.
Benissimo laddove propone la variazione dello strumento
referendario, che pare costruito solo per renderlo
inefficace, un po' meno bene dove si parla di non ridurre lo
strumento stesso a plebiscito nei confronti del governante
di turno. Non è così. Nel caso specifico, è stato proprio
il governante di turno a volergli dare questa valenza, prima
col DL omnibus, poi col ricorso alla Consulta. E' la stessa
importanza che prima ha voluta dare alle amministrative,
salvo poi correggere il tiro non appena le ha perse. Credo
che l'elettore, se informato correttamente, sia portate a
valutare il quesito, NON il governante di turno.
8 giugno 2011 8:29 - gabdab
Concordo in pieno con sdaslt sulla necessità di evitare
logiche del capitale rivelatesi disastrose a livello
mondiale.
I cittadini devono poter occuparsi dei propri interessi
(acqua, energia) in prima persona .
Invece ora siamo costretti ad avere sempre il 'babbino' che
cura i nostri interessi , che sia Berlusconi o Bersani non
ha importanza .
8 giugno 2011 8:00 - alessandro1808
Interessante, però correggetemi se sbaglio: la possibilità
di ricorrere al privato esisterebbe lo stesso anche in caso
di una vittoria dei SI. Ciò che verrebbe meno è l'OBBLIGO
di farlo. O ho capito male?
8 giugno 2011 7:33 - sdaslt
Buongiorno,
Come menzionato nell'articolo,purtroppo le privatizzazione
all'ITALIANA spesso finiscono per essere a favore di lobby e
aziende riconducibili a qualche spregiudicato politico o
affarista impastato con i politici. L'acqua deve rimanere un
bene pubblico e al giusto costo. Ciò che molti vogliono, e
cioè che l'acqua sia gestita da privati per razionalizzare
e migliorare, deve essere rivolto ed applicato, in caso di
vincita del SI, alle amministrazioni pubbliche che
gestiscono il bene pubblico. Deve essere richiesto loro
maggiore efficienza e trasparenza altrimenti
"commissariamento". Niente privatizzazione che comporterebbe
sicuramente un rialzo eccessivo dei costi. Le
amministrazioni si assumano ognuno la sua responsabilità
nel fornire i servizi primari di qualità alle persone,
altrimenti si licenzia chi non fà il suo lavoro. Non si
butta in pasto a qualche avido, il portafoglio dei
cittadini. Ciò che chiede l'Europa è valido fino ad un
certo punto. In molti paesi Europei civili e dove le cose
funzionano anche quando sono privati, e non come il nostro
paese, esiste uno Stato vero che controlla l'operato dei
privati per un servizio pubblico a favore dei cittadini. In
Italia la privatizzazione è un modo legalizzato dello Stato
(se cosi lo si può chiamare) di lavarsi le mani da una cosa
che rimane comunque di sua reponsabilità. Della
collettività lo Stato in Italia se ne frega. basta vedere
questi ultimi anni!!
Spiacente per voi, ma spero che il SI prevalga. Ne
riparliamo quando questo paese diventerà un modello di
civiltà e onestà, senza corruzione, dove il senso civico
del mutuo vivere insieme porterà questo popolo attualmente
menfreghista, individualista (e mi fermo lì), a raggiungere
il livello minimo di civiltà. Per non parlare poi della
classe politica, che deve smettere di usare il paese per i
suoi affari personali. Io voterò SI e spero che mooooolti
lo faranno.
Per gli altri quesiti qualunque persona di buon senso e che
vive la realtà di questo paese capirebbe l'importanza di
votare SI, perché siamo tutti uguali davanti alla Legge, e
anche il politico non deve sfuggire alle sue responsabilità
davanti per le sue azioni illegali. Vogliamo politici puliti
pagati profumatamente per servire gli interessi del popolo e
della Nazione e non gli interessi malavitosi di alcuni.
Per il nucleare, ricordate Chernbyl e Fukushima!!
Il fatto che la Francia abbia reattori vicino a noi non
significa che dobbiamo riempirci di scorie nucleari, perche
tanto se succede qualcosa lì veniamo colpiti anche noi.
Intanto rimaniamo puliti e curiamo il nostro territorio
usando l'energia rinnovabile. Non permettiamo che i politici
ed industriali in pasta agli affari, ci inducano a
rinunciare a mantenere il nostro paese un esempio di pulizia
e rispetto dell'ambiente.
8 giugno 2011 6:34 - trillo
complimenti all'autore: e non solo perchè condivido queste
considerazioni, ma perchè le ha espresse con estrema
chiarezza, laddove questi temi politici nulla hanno di
chiaro. Grazie mille, provo a condividerlo su FB.
7 giugno 2011 14:54 - pfui!
"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto
cambi"
7 giugno 2011 11:25 - sugar magnolia
bell'articolo.....davvero !!!
interessante, anche se il coacervo di intrecci che legano
queste cose nel nostro paese e' da sempre
pesantissimo....eppure andiamo avanti lo stesso !!!
cmq, a prescindere dal rislutato del voto non cambiera'
nulla ....questo e' poco ma sicuro