Eg. Prof. Dottor Antonio Calosci, secondo me lei sta
esagerando!
Per citarla:
"che non volevano perdere la VACCA da mungere"
Da persona, da studente, da insegnante e da STUDENTE
privatista, mi sento profondamente oltraggiato e DIFFAMATO
dalla sua affermazione, la invito pertanto a scusarsi
pubblicamente, e se proprio desidera continuare a
commentare, ad utilizzare toni più consoni e civili !
6 maggio 2012 1:07 - Antonio_Calosci
Lei non si firma con il termine dottore... poco male!
Educazione vorrebbe che almeno si firmasse con nome e
cognome!
Detto questo passo a risponderle.
La legge non tiene conto di cognizioni ontologiche o
metafisiche, ma si limita, molto più terra terra, a ciò
che è GIURIDICO.
Che c'entra lo statuto? Forse intendeva gli ORDINAMENTI
DIDATTICI.
I Conservatori hanno sempre accettato candidati privatisti
non per TRADIZIONE, ma perché l'ORDINAMENTO DIDATTICO che
esisteva prima della piena entrata in vigore della riforma
prevedeva tale figura.
Per la cronaca ci sono da sempre corsi che non hanno mai
previsto la figura del privatista (Musica Elettronica, Jazz,
Clavicembalo, Didattica, ecc...). Questo significa che la
figura del privatista non era per TRADIZIONE ma per
previsione dell'ORDINAMENTO DIDATTICO vigente!
Giuridicamente il privatista non è MAI esistito. Egli
esisteva solo nel preciso momento in cui si presentava quale
"candidato privatista" ad un esame per il quale era prevista
la figura del CANDIDATO privatista.
La legge di riforma e i suoi DPR applicativi hanno previsto
l'immediata cessazione del vecchio ordinamento in favore dei
nuovi ordinamenti.
Infatti il DPR 212 entrato in vigore i 2 novembre 2005
all'art. 3 indica in modo perentori quali sono i corsi e i
titoli che i conservatori possono rilasciare.
Tra questi NON COMPAIONO più né il vecchio ordinamento né
i relativi titoli.
La legge 508/99 all'art. 7 testualmente recita:
"I regolamenti didattici delle istituzioni di cui
all'articolo 1 disciplinano le modalità per il passaggio
degli STUDENTI ai nuovi ordinamenti didattici, ferma
restando la possibilità per gli stessi di completare i
corsi iniziati."
Come vede parla:
A) di STUDENTI ovvero coloro che godono dello STATO
GIURIDICO di studente;
B) possibilità per gli STUDENTI di completare i CORSI
INIZIATI.
Corsi iniziati significa averli frequentati perché
iscritti. Il privatista non ha mai seguito corsi di alcun
genere.
Il DPR 212/05 è ancora più esplicito:
Infatti l'art. 12, comma 2 testualmente recita:
"Le istituzioni assicurano la conclusione dei corsi e il
rilascio dei relativi titoli, secondo gli ordinamenti
didattici vigenti, agli STUDENTI GIÀ ISCRITTI alla data
di entrata in vigore dei nuovi ordinamenti didattici e
disciplinano altresì la facolta' per gli studenti di
optare per l'iscrizione a corsi dei nuovi ordinamenti. Ai
fini dell'opzione le istituzioni riformulano, in termini di
crediti, gli ordinamenti didattici vigenti e le carriere
degli studenti già iscritti."
Come vede la LEGGE è perentoria e oltre modo chiara ed
UNIVOCA.
Questo significa che il vecchio ordinamento esiste ancora
solo per gli aventi diritto (STUDENTI GIÀ ISCRITTI) e te
chiunque altro non esiste più.
I Conservatori, fino a quando il vecchio ordinamento è
esistito, non potevano esimersi dall'accettare candidati
privatisti a qualunque esame.
Ovviamente noi professori di Conservatorio (almeno nella
commissioni ove sono stato commissario interno o esterno) ad
ogni esame abbiamo sempre detto: "iscrivetevi altrimenti non
potrete terminare".
Cosa lasciata sempre lettera morta.
Ora ne pagheranno lo scotto!
La legge consente, basta leggersi i regolamenti didattici
interni approvati dal MIUR, di riconoscere come crediti gli
esami sostenuti del vecchio ordinamento anche chi deciderà
di iscriversi al triennio.
D'altronde tutti sapevano, ma seguendo l'italica moda di non
curarsi delle leggi sperando in successive sanatorie o
condoni hanno preferito rischiare!
Poi i nodi arrivano al pettine e.. è storia di questi
giorni!
Mi spiace ma la legge c'è e deve essere rispettata.
Infatti i conservatori non accettano più privatisti perché
il vecchio ordinamento non esiste più.
Per il resto, o anonima scrittrice, le sue sono solo
chiacchiere.
Romantiche quanto si vuole, ma senza alcun fondamento
GIURIDICO.
Le Istituzioni e noi PUBBLICI UFFICIALI siamo tutti
obbligati e rispettare le LEGGI.
Dott. Prof. Antonio Calosci
Professore di Violino presso Conservatorio di Pesaro
Direttivo Nazionale Unione Artisti UNAMS
P.S.
Rispondo brevemente anche all'altro ANONIMO
(Odissea1978).
Ho due figli. Uno fa il musicista ed è violinista. Studiava
con me. Poi, sapendo gli effetti della legge, l'ho fatto
iscrivere in Conservatorio.
Come PUBBLICO DIPENDENTE e quindi come PUBBLICO UFFICIALE
rispondo dicendo come realmente stanno le cose.
Comprendo che non facciano piacere, ma è inutile dare
speranze quando non ci sono soprattutto dopo che
volutamente, o mal consigliati da insegnanti privati che non
volevano perdere la vacca da mungere, si sono persi tutti i
treni della ultim'ora!
5 maggio 2012 21:19 - Silvia_1983
Egregio Prof. Calosci,
spero non me ne voglia se non aggiungo anche il titolo di
Dottore, sa di ridondante.
Lei è molto preparato in materia privatisti, non lo si può
negare: del resto, ricoprendo un ruolo di rilievo
all'interno di un'organizzazione sindacale importante quale
è quella dell'UNAMS, non me ne stupisco.
Debbo però, altresì, farle presente che nella sua
esposizione vi sono dei piccoli vizi che compromettono
l'efficacia delle argomentazioni a favore della sua tesi,
nonché delle inesattezze che, a mio modesto avviso,
andrebbero corrette.
Lei si sofferma a lungo sullo stato giuridico della figura
del privatista: fa bene, il nocciolo della questione è
proprio questo! E però v'è una pericolosa deriva nel suo
ostinato ragionamento: lei confonde lo stato giuridico con
quello ontologico! Parlare di "esistenza" del privatista, mi
scusi, è quantomeno ridicolo, sempre che si voglia
discutere partendo dalle leggi, come mi pare sia sua
intenzione fare. Dovrebbe sapere, meglio di me, che la
figura del privatista, legalmente, e giuridicamente, è
prevista sin da quando è nato lo statuto dei conservatori
italiani. Quindi questa figura c'è, e non si può negarlo
con supponenza. E i privatisti, dato che, con o senza la sua
approvazione, fino all'anno passato, sono stati accolti
nelle sessioni d'esame, esistono, c'è poco da fare. Posto
che una serie di lungaggini burocratiche e politiche hanno
rallentato la messa in atto della riforma, prescindere
dall'esistenza di questa tipologia di studente, la quale
abbiamo poco sopra dimostrato, è ottuso e controproducente.
Lei, a quanto mi è dato di capire, sostiene che il tempo
per iscriversi ai corsi V.O., per i privatisti, c'è stato:
ha ragione! E però c'è un difetto di fondo nella catena
inferenziale che propone, lei tralascia un particolare che
particolare non è, tanta importanza riveste: se fino
all'anno trascorso sono stati ammessi agli esami di
compimento candidati privatisti, significa che lo Stato ha
garantito, tacitamente, che il percorso di studi di quei
candidati si sarebbe potuto portare a termine. Allora le
cose sono due: o si consente, tramite proroga, fissando un
limite ultimo, di terminare un certo cursus nello stesso
identico modo in cui è stato consentito che si iniziasse, o
si modificano i criteri di ammissioni ai N.O. rivedendo il
riconoscimento di crediti a favore degli studenti V.O.
Mi rendo conto che lei abbia combattuto per questa riforma
che, a lungo termine, spero ponga fine alle tante
ingiustizie a cui io come tanti altri è toccato assistere
(insegnanti di conservatorio latitanti e impreparati, gente
completamente priva di talento e professionalità con
cattedre da destinare a solisti consumati, burocrati
spacciati per musicisti di razza, discriminazioni in sede
d'esame di ogni tipo). Mi rendo conto di questo. L'errore
non è del privatista, non è dei Conservatori: l'errore sta
nel non aver fornito normative univoche e chiare per tutti.
Non c'è autonomia statuaria che tenga di fronte a questioni
simili. Se si vuole equiparare l'Istituzione Musicale
all'Università occorre farlo, ma con tutti i crismi del
caso. E con cognizione di causa. Qui mi pare che finora ce
ne sia stata davvero poca.
5 maggio 2012 20:34 - Odissea1978
Mah rimango basito dalla spietatezza di quest' intervento,
si evince che il Signore in questione non abbia dei figli o
piu' probabilmente sia poco sensibile ai giovani..
Io sono una persona comune ma mi stupisce enormemente vedere
con quanta cattiveria lei dipendente pubblico si accanisca
contro la ragazza che ha solo cercato di dare una
spiegazione alla cosa e forse pensava che lei da
gentil'uomo potesse dare una risposta anziche' accanirsi
come un' avvoltoio su di un cadavere.
Il suo atteggiamento e' del tutto ingiustificato, a domanda
e' lecito rispondere e questo da dipendente pubblico lei
dovrebbe tenerlo in considerazione Egregio Signore non lo
dimentichi.
Devo precisare alcune cose circa la sua lacrimevole
lettera.
Primo non ho nulla contro i privatisti in quanto tali.
Però sono per il RISPETTO DELLE LEGGI VIGENTI.
La legge del 1999, non di ieri e neppure di ieri l'altro!,
di ben 13 anni fa!
È chiara!
Quello che lei sta vivendo oggi doveva essere già accaduto
da molti anni.
Invece grazie a ritardi nella applicazione delle norme
regolamentari il privatista ha potuto continuare ad
esistere.
Ora la LEGGE ha SOPPRESSO in vecchio ordinamento che non
esiste più (se non per gli STUDENTI già iscritti al
momento dell'emanazione dei regolamenti didattici).
Se il privatista non è più previsto non è perché sia
vietato, ma perché non esiste più l'ORDINAMENTO DIDATTICO
che lo prevedeva.
La LEGGE è chiara. Solo chi era GIURIDICAMENTE STUDENTE al
momento della soppressione del vecchio ordinamento manteneva
IL DIRITTO di proseguire.
Lei come privatista non è GIURIDICAMENTE una studentessa e
quindi non ha nessun diritto.
Non a caso in Parlamento tentarono di far passare l'assurdo
emendamento che il privatista poteva esistere fino al 2018
col risultato che «chi troppo vuole nulla stringe».
Proprio io ho scritto e fatto presentare un emendamento che
consente a chi ha conseguito il compimento che dà accesso
al corso superiore /IX e X per strumento decennale e VI e
VII per strumenti settennali) potrà ISCRIVERSI al vecchio
ordinamento entro 30 giorni dalla approvazione della
LEGGE.
Ma il DDL c4822 deve prima diventare LEGGE.
Mi stupisce anche un'altra cosa leggendo la sua lettera.
A 19, per entrare in conservatorio si è vecchi per entrare
cominciando da ZERO a degli strumenti (eccezione fanno
contrabbasso e canto).
Se è davvero così indietro negli studi prosegua
privatamente come ha fatto e quando sarà in grado di
accedere al trienni sostenga l'esame di ammissione.
Se invece non è così indietro poteva iscriversi anche solo
un anno fa.
Se era a livello di V corso, per uno strumento come
pianoforte o violino, 19 anni non sono età da VECCHI.
Sapesse quanti ne entravano con quel livello anche ad età
ben maggiori!
Probabilmente la hanno mal consigliata per carpirle quei
soldi che ha speso /lo dice lei stessa «"Non starò qui a
quantificare quanto ho “speso”»).
Mi spiace, ma quello che stava per accadere lo si sapeva da
molto tempo.
L'italica abitudine di cercare a babbo morto sanatorie,
scappatoie e sotterfugi è dura a morire.
C'è una legge, tra l'altro in vogare dal 20 gennaio 2000,
che è andata in APPLICAZIONE un anno fa.
È fatto obbligo a tutti di rispettarla e farla
rispettare!
questo recita, come ogni altra legge dello Stato, nelle sue
ultime righe!
5 maggio 2012 19:30 - Sergio_Caldiero
Ho letto con interesse quest’ articolo e non posso
esimermi dal condividerne i contenuti e dal fare alcune
considerazioni.
La musica è la lingua universale per eccellenza. Il mezzo
di comunicazione più potente mai esistito. Ebbene quando si
decide, per la valorizzare la didattica, per ottimizzare le
risorse e le strutture dello Stato, di mettere mano ad un
settore importante come questo lo si dovrebbe fare con
serietà e cognizione di causa.
Tutti abbiamo visto quali sono stati gli effetti della
riforma “Gelmini”. Senza scendere nei dettagli e nei
tecnicismi legali basta osservare quanti “esodati” ha
prodotto. Migliaia di docenti precari che da un giorno
all’altro hanno visto svanire il sogno di poter fare il
loro lavoro. Persone titolate che a 40-50-60 anni si devono
reinventare una vita lavorativa.
Stesso discorso nel settore previdenziale, in nome del
ripianamento del debito pubblico si interviene con la scure
in un settore nevralgico e si sono prodotti migliaia di
“esodati” i quali dovranno anche loro reinventarsi una
vita in età matura.
Ora arriviamo anche a loro, gli “esodati” del diritto
allo studio, i musicisti. Ebbene, non entrando nello
specifico normativo, si rileva chiaramente un’errata
interpretazione delle norme. Non c’è norma che vieti ai
privatisti di fare esami del vecchio ordinamento. Certo
ognuno cerca, anche legittimamente, di fare l’interesse
per la propria categoria o partito o sindacato ma non
possiamo giocare con le scelte di vita di ragazzi che hanno
programmato il proprio futuro. Non possiamo stare a
discutere se il privatista dei conservatori può o non può
essere considerato uno studente.
Quando un giovane, da interno o da privatista, impegna il
suo lavoro per raggiungere un obbiettivo ed è prossimo al
conseguimento di un titolo non gli si può sbarrare la
strada! Si deve assolutamente consentire il completamento
degli studi. Attualmente un privatista che si appresta a
sostenere l’esame finale di diploma è impedito da norme
mal interpretate dai vertici AFAM e dagli stessi
conservatori. Non si può, in virtù di una mera convenienza
economica, imporre ad un diplomando privatista vecchio
ordinamento, ad un passo dall’esame finale, di iscriversi
e fare altri 5 anni.
Non c’è logica o Legge che possa ritenersi giusta a
fronte di una tale ingiustizia.
Auspicando, al pari dell’autore, un intervento delle
istituzioni colgo l’occasione per complimentarmi con la
redazione!
Egregio Prof. Calosci,
mi sento in dovere di rispondere alle Sue affermazioni,
sentendomi chiamata personalmente in causa.
Sono una studentessa privatista quasi alla fine del proprio
percorso di studi; dico “quasi” perché sulla carta mi
mancherebbero due esami del previgente ordinamento.
Sono consapevole del fatto che in nessun’altra Università
italiana sia stata data la possibilità, come nei
Conservatori, di poter sostenere degli esami ai privatisti.
Sono consapevole anche che uno studente privatista non è da
paragonare, almeno giuridicamente, ad uno studente iscritto
ad una Università e non frequentante. Ma se nei
Conservatori, fino a poco tempo fa, si dava questa
possibilità, perché sprecarla?
Parlando della mia esperienza, ho scelto di studiare da
privatista perché, all’età di 19 anni, sono stata
scartata perché troppo vecchia e perché, al momento del
mio tentativo, avrebbero ammesso un numero veramente
limitato di persone. Lei potrebbe essere un sostenitore dei
talenti precoci, presumo, e quindi potrebbe domandarsi come
mai ho provato ad entrare al Conservatorio alla veneranda
età di 19 anni. Semplicemente perché ho cominciato a
suonare relativamente tardi, non provenendo da una famiglia
di musicisti e non avendo avuto prima alcuna ispirazione a
riguardo. C’è qualcosa di male? La musica è forse
qualcosa di esclusivo per alcune persone soltanto? Stia
tranquillo, se mai dovessi terminare il mio percorso di
studi, non ruberò il lavoro a nessun “talento precoce”,
in quanto, teoricamente, anche la musica dovrebbe essere
meritocratica ed avvantaggiare i più bravi.
La domanda che potrebbe farsi ora è: perché non ci ho
riprovato? Ero troppo vecchia e, ai tempi, non potevo
prospettare neanche di entrare ad un triennio, perché non
sarei stata in grado di sostenere l’esame di ammissione.
In più, ho cominciato a lavorare, e gli orari non mi
permettevano di garantire una presenza costante alle
eventuali lezioni che avrei potuto frequentare; aggiungo
anche che il Conservatorio non era proprio dietro casa, e
quindi sarei stata impossibilitata a conciliare lavoro e
frequenza alle lezioni.
Capisce dunque che l’iscrizione per cui abbiamo avuto
“un mucchio di tempo”, in certi casi diventava veramente
difficoltosa, e quindi molte persone hanno approfittato di
questa opportunità, accettando chiaramente tutte le
conseguenze che ne derivavano. Non per vittimismo elenco che
i privatisti: sono interessati al coltivare lo studio della
musica tanto quanto gli studenti interni iscritti,
altrimenti non si metterebbero neanche in gioco; studiano
tanto quanto i Vostri studenti interni, e se non accade, i
professori possono bocciarli allo stesso modo; spendono
soldi non solo per gli esami, ma anche per cercare di avere
un’accurata preparazione per potersi presentare agli esami
ed essere allo stesso livello degli studenti iscritti (che
splendide vacche che siamo!).
Nelle Sue parole percepisco, oltre a riferimenti a norme
giuridiche, una sorta di avversione verso i privatisti.
Quello che chiediamo noi non è sopprimere l’attuale
riforma vigente, bensì di poter terminare il nostro
percorso. Le sembra così strano? Qui non si tratta solo del
mio personale interesse, ma del bene di tanti ragazzi e
ragazze che fino ad ora hanno avuto l’unica colpa di non
essersi iscritti ad un Conservatorio, per svariati motivi
che sopra ho elencato. Non ha senso troncare a metà o,
peggio ancora, quasi al traguardo, un percorso ormai
iniziato con studio, sacrifici e dispendio di denaro; questa
riforma avrebbe dovuto darci la possibilità di terminare.
Fissare un limite: entro l’anno “x” tutti i privatisti
devono terminare. Tutti i Conservatori italiani ci hanno
sopportato fino ad ora… potrebbero fare lo sforzo per
qualche annetto ancora, o sbaglio? Almeno fino a quando
anche gli studenti interni potranno continuare.
Non starò qui a quantificare quanto ho “speso” in
studio, denaro e dedizione per dedicarmi alla musica che, a
prescindere dal discorso del diploma, è il mio principale
interesse; voglio solo che arrivi il messaggio di migliaia
di persone che non chiedono altro di terminare un percorso
iniziato e portato avanti con convinzione, dedizione e
sacrificio, al pari dei Vostri studenti iscritti.
Arrivederci.
5 maggio 2012 1:28 - FillMess
Ottima e articolata la risposta del Prof. Antonio
Calosci.
Voorei aggiungere che per essere studenti non basta
studiare, ma occorre ISCRIVERSI ad una scuola o università
statale o parificata.
Come detto al Prof. Calosci si tratta di STATO GIURIDICO.
Segnalo anche che sono stati presentati molti esposti a
varie Procure direttamente a tramite la Guardia di Finanza
aventi per oggetto la verifica della LEGALITÀ (e se il caso
l'annullamento) dei titoli di studio rilasciati a privatisti
dal 2011 (a regolamenti della L. 508/99 pienamente
operativi).
Una Istituzione Statale non può rilasciare titoli di studio
di SOPPRESSI ORDINAMENTI che restano in vigore ad
esaurimento per gli aventi diritto perché STUDENTI GIÀ
ISCRITTI ALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DEI REGOLAMENTI
DIDATTICI (DPR 212/05, art. 12 - norme transitorie - comma
2).
Gentile Avvocato ribadisco quello che le ha scritto il Dott.
Antonio Calosci: legga con più attenzione LEGGI, DPR E DM
prima di dare fiato alle trombe!
Dott. Avv. Filippo Messina
5 maggio 2012 1:02 - Antonio_Calosci
Mi spiace, ma lei parte da presupposti completamente
errati!
Lei non può paragonare uno STUDENTE UNIVERSITARIO "non
frequentante" con un candidato privatista!
Lo STUDENTE UNIVERSITARIO è pur sempre un ISCRITTO, cosa
che non è un "privatista".
Il candidato privatista era previsto nel SOPPRESSO
ORDINAMENTO DIDATTICO.
La legge TUTELA chi è ISCRITTO e quindi GIURIDICAMENTE
ESISTE consentendo al GIÀ ISCRITTO di poter terminare con
l'ordinamento che aveva iniziato a FREQUENTARE.
Il "privatista" GIURIDICAMENTE non è uno STUDENTE.
Infatti, cito un solo esempio ma potrei citeree infiniti, un
orfano di un lavoratore riceve la PENSIONE DI REVERSIBILITÀ
solo se è minorenne o, se MAGGIORENNE (con il limite
massimo di 26 anni), deve essere uno STUDENTE. Lo Stato
GIURIDICO DI STUDENTE deve essere certificato presentando il
CERTIFICATO DI ISCRIZIONE E FREQUENZA presso una
scuola/università pubblica o legalmente riconosciuta
(pareggiata alle corrispondenti statali).
La legge 508/99 è del 16 dicembre 1999 (in vigore dal 20
gennaio 2000).
Il DPR 212/05 è in vigore dal 2 novembre 2005.
I DM 90 e 124 rispettivamente del 3 luglio 2009 e del 30
settembre 2009 sono anche essi operativi da tempo.
I privatisti hanno avuto un mucchio di tempo per correre ai
ripari ISCRIVENDOSI.
I Conservatori rilasciano titoli equipollenti alle lauree
universitarie (il vecchio e soppresso ordinamento è laurea
di I livello L. 268/02 art. 6).
Lei che è avvocato per laurearsi e sostenere gli esami del
suo corso di laurea DOVETTE ISCRIVERSI.
Da privatista non avrebbe potuto fare nulla!
Lei lavora presso lo ADUC e dovrebbe anche dare consigli NEL
SENSO DELLA LEGGE, non assecondare chi la legge la calpesta
per ignoranza o per INTERESSE PRIVATO.
Si perché il privatista per un insegnante privato è una
bella VACCA da mungere!
Signor consulente Francesca del Giudice per non fare
figuracce prima si studi bene le leggi dello Stato.
Dott. Prof. Antonio Calosci
Professore di Violino presso Conservatorio di Pesaro
Direttivo Nazionale Unione Artisti UNAMS
Per dimostrare