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6 maggio 2012 1:38 - Paolo_84
Eg. Prof. Dottor Antonio Calosci, secondo me lei sta esagerando!

Per citarla:
"che non volevano perdere la VACCA da mungere"

Da persona, da studente, da insegnante e da STUDENTE privatista, mi sento profondamente oltraggiato e DIFFAMATO dalla sua affermazione, la invito pertanto a scusarsi pubblicamente, e se proprio desidera continuare a commentare, ad utilizzare toni più consoni e civili !
6 maggio 2012 1:07 - Antonio_Calosci
Lei non si firma con il termine dottore... poco male!
Educazione vorrebbe che almeno si firmasse con nome e cognome!

Detto questo passo a risponderle.

La legge non tiene conto di cognizioni ontologiche o metafisiche, ma si limita, molto più terra terra, a ciò che è GIURIDICO.

Che c'entra lo statuto? Forse intendeva gli ORDINAMENTI DIDATTICI.

I Conservatori hanno sempre accettato candidati privatisti non per TRADIZIONE, ma perché l'ORDINAMENTO DIDATTICO che esisteva prima della piena entrata in vigore della riforma prevedeva tale figura.

Per la cronaca ci sono da sempre corsi che non hanno mai previsto la figura del privatista (Musica Elettronica, Jazz, Clavicembalo, Didattica, ecc...). Questo significa che la figura del privatista non era per TRADIZIONE ma per previsione dell'ORDINAMENTO DIDATTICO vigente!

Giuridicamente il privatista non è MAI esistito. Egli esisteva solo nel preciso momento in cui si presentava quale "candidato privatista" ad un esame per il quale era prevista la figura del CANDIDATO privatista.

La legge di riforma e i suoi DPR applicativi hanno previsto l'immediata cessazione del vecchio ordinamento in favore dei nuovi ordinamenti.
Infatti il DPR 212 entrato in vigore i 2 novembre 2005 all'art. 3 indica in modo perentori quali sono i corsi e i titoli che i conservatori possono rilasciare.
Tra questi NON COMPAIONO più né il vecchio ordinamento né i relativi titoli.

La legge 508/99 all'art. 7 testualmente recita:
"I regolamenti didattici delle istituzioni di cui all'articolo 1 disciplinano le modalità per il passaggio degli STUDENTI ai nuovi ordinamenti didattici, ferma restando la possibilità per gli stessi di completare i corsi iniziati."

Come vede parla:
A) di STUDENTI ovvero coloro che godono dello STATO GIURIDICO di studente;
B) possibilità per gli STUDENTI di completare i CORSI INIZIATI.

Corsi iniziati significa averli frequentati perché iscritti. Il privatista non ha mai seguito corsi di alcun genere.

Il DPR 212/05 è ancora più esplicito:
Infatti l'art. 12, comma 2 testualmente recita:
"Le istituzioni assicurano la conclusione dei corsi e il rilascio dei relativi titoli, secondo gli ordinamenti didattici vigenti, agli STUDENTI GIÀ ISCRITTI alla data di entrata in vigore dei nuovi ordinamenti didattici e disciplinano altresì la facolta' per gli studenti di optare per l'iscrizione a corsi dei nuovi ordinamenti. Ai fini dell'opzione le istituzioni riformulano, in termini di crediti, gli ordinamenti didattici vigenti e le carriere degli studenti già iscritti."

Come vede la LEGGE è perentoria e oltre modo chiara ed UNIVOCA.

Questo significa che il vecchio ordinamento esiste ancora solo per gli aventi diritto (STUDENTI GIÀ ISCRITTI) e te chiunque altro non esiste più.

I Conservatori, fino a quando il vecchio ordinamento è esistito, non potevano esimersi dall'accettare candidati privatisti a qualunque esame.
Ovviamente noi professori di Conservatorio (almeno nella commissioni ove sono stato commissario interno o esterno) ad ogni esame abbiamo sempre detto: "iscrivetevi altrimenti non potrete terminare".
Cosa lasciata sempre lettera morta.
Ora ne pagheranno lo scotto!

La legge consente, basta leggersi i regolamenti didattici interni approvati dal MIUR, di riconoscere come crediti gli esami sostenuti del vecchio ordinamento anche chi deciderà di iscriversi al triennio.

D'altronde tutti sapevano, ma seguendo l'italica moda di non curarsi delle leggi sperando in successive sanatorie o condoni hanno preferito rischiare!
Poi i nodi arrivano al pettine e.. è storia di questi giorni!

Mi spiace ma la legge c'è e deve essere rispettata.
Infatti i conservatori non accettano più privatisti perché il vecchio ordinamento non esiste più.

Per il resto, o anonima scrittrice, le sue sono solo chiacchiere.
Romantiche quanto si vuole, ma senza alcun fondamento GIURIDICO.
Le Istituzioni e noi PUBBLICI UFFICIALI siamo tutti obbligati e rispettare le LEGGI.

Dott. Prof. Antonio Calosci
Professore di Violino presso Conservatorio di Pesaro
Direttivo Nazionale Unione Artisti UNAMS

P.S.
Rispondo brevemente anche all'altro ANONIMO (Odissea1978).
Ho due figli. Uno fa il musicista ed è violinista. Studiava con me. Poi, sapendo gli effetti della legge, l'ho fatto iscrivere in Conservatorio.

Come PUBBLICO DIPENDENTE e quindi come PUBBLICO UFFICIALE rispondo dicendo come realmente stanno le cose.
Comprendo che non facciano piacere, ma è inutile dare speranze quando non ci sono soprattutto dopo che volutamente, o mal consigliati da insegnanti privati che non volevano perdere la vacca da mungere, si sono persi tutti i treni della ultim'ora!
5 maggio 2012 21:19 - Silvia_1983
Egregio Prof. Calosci,
spero non me ne voglia se non aggiungo anche il titolo di Dottore, sa di ridondante.
Lei è molto preparato in materia privatisti, non lo si può negare: del resto, ricoprendo un ruolo di rilievo all'interno di un'organizzazione sindacale importante quale è quella dell'UNAMS, non me ne stupisco.
Debbo però, altresì, farle presente che nella sua esposizione vi sono dei piccoli vizi che compromettono l'efficacia delle argomentazioni a favore della sua tesi, nonché delle inesattezze che, a mio modesto avviso, andrebbero corrette.
Lei si sofferma a lungo sullo stato giuridico della figura del privatista: fa bene, il nocciolo della questione è proprio questo! E però v'è una pericolosa deriva nel suo ostinato ragionamento: lei confonde lo stato giuridico con quello ontologico! Parlare di "esistenza" del privatista, mi scusi, è quantomeno ridicolo, sempre che si voglia discutere partendo dalle leggi, come mi pare sia sua intenzione fare. Dovrebbe sapere, meglio di me, che la figura del privatista, legalmente, e giuridicamente, è prevista sin da quando è nato lo statuto dei conservatori italiani. Quindi questa figura c'è, e non si può negarlo con supponenza. E i privatisti, dato che, con o senza la sua approvazione, fino all'anno passato, sono stati accolti nelle sessioni d'esame, esistono, c'è poco da fare. Posto che una serie di lungaggini burocratiche e politiche hanno rallentato la messa in atto della riforma, prescindere dall'esistenza di questa tipologia di studente, la quale abbiamo poco sopra dimostrato, è ottuso e controproducente. Lei, a quanto mi è dato di capire, sostiene che il tempo per iscriversi ai corsi V.O., per i privatisti, c'è stato: ha ragione! E però c'è un difetto di fondo nella catena inferenziale che propone, lei tralascia un particolare che particolare non è, tanta importanza riveste: se fino all'anno trascorso sono stati ammessi agli esami di compimento candidati privatisti, significa che lo Stato ha garantito, tacitamente, che il percorso di studi di quei candidati si sarebbe potuto portare a termine. Allora le cose sono due: o si consente, tramite proroga, fissando un limite ultimo, di terminare un certo cursus nello stesso identico modo in cui è stato consentito che si iniziasse, o si modificano i criteri di ammissioni ai N.O. rivedendo il riconoscimento di crediti a favore degli studenti V.O.
Mi rendo conto che lei abbia combattuto per questa riforma che, a lungo termine, spero ponga fine alle tante ingiustizie a cui io come tanti altri è toccato assistere (insegnanti di conservatorio latitanti e impreparati, gente completamente priva di talento e professionalità con cattedre da destinare a solisti consumati, burocrati spacciati per musicisti di razza, discriminazioni in sede d'esame di ogni tipo). Mi rendo conto di questo. L'errore non è del privatista, non è dei Conservatori: l'errore sta nel non aver fornito normative univoche e chiare per tutti. Non c'è autonomia statuaria che tenga di fronte a questioni simili. Se si vuole equiparare l'Istituzione Musicale all'Università occorre farlo, ma con tutti i crismi del caso. E con cognizione di causa. Qui mi pare che finora ce ne sia stata davvero poca.
5 maggio 2012 20:34 - Odissea1978
Mah rimango basito dalla spietatezza di quest' intervento, si evince che il Signore in questione non abbia dei figli o piu' probabilmente sia poco sensibile ai giovani..
Io sono una persona comune ma mi stupisce enormemente vedere con quanta cattiveria lei dipendente pubblico si accanisca contro la ragazza che ha solo cercato di dare una spiegazione alla cosa e forse pensava che lei da gentil'uomo potesse dare una risposta anziche' accanirsi come un' avvoltoio su di un cadavere.
Il suo atteggiamento e' del tutto ingiustificato, a domanda e' lecito rispondere e questo da dipendente pubblico lei dovrebbe tenerlo in considerazione Egregio Signore non lo dimentichi.

Un Dipendente Pubblico.
5 maggio 2012 20:16 - Antonio_Calosci
Gentile, quanto anonima, "[email protected]",

Devo precisare alcune cose circa la sua lacrimevole lettera.

Primo non ho nulla contro i privatisti in quanto tali.
Però sono per il RISPETTO DELLE LEGGI VIGENTI.

La legge del 1999, non di ieri e neppure di ieri l'altro!, di ben 13 anni fa!
È chiara!
Quello che lei sta vivendo oggi doveva essere già accaduto da molti anni.

Invece grazie a ritardi nella applicazione delle norme regolamentari il privatista ha potuto continuare ad esistere.

Ora la LEGGE ha SOPPRESSO in vecchio ordinamento che non esiste più (se non per gli STUDENTI già iscritti al momento dell'emanazione dei regolamenti didattici).

Se il privatista non è più previsto non è perché sia vietato, ma perché non esiste più l'ORDINAMENTO DIDATTICO che lo prevedeva.
La LEGGE è chiara. Solo chi era GIURIDICAMENTE STUDENTE al momento della soppressione del vecchio ordinamento manteneva IL DIRITTO di proseguire.

Lei come privatista non è GIURIDICAMENTE una studentessa e quindi non ha nessun diritto.

Non a caso in Parlamento tentarono di far passare l'assurdo emendamento che il privatista poteva esistere fino al 2018 col risultato che «chi troppo vuole nulla stringe».
Proprio io ho scritto e fatto presentare un emendamento che consente a chi ha conseguito il compimento che dà accesso al corso superiore /IX e X per strumento decennale e VI e VII per strumenti settennali) potrà ISCRIVERSI al vecchio ordinamento entro 30 giorni dalla approvazione della LEGGE.
Ma il DDL c4822 deve prima diventare LEGGE.

Mi stupisce anche un'altra cosa leggendo la sua lettera.
A 19, per entrare in conservatorio si è vecchi per entrare cominciando da ZERO a degli strumenti (eccezione fanno contrabbasso e canto).
Se è davvero così indietro negli studi prosegua privatamente come ha fatto e quando sarà in grado di accedere al trienni sostenga l'esame di ammissione.

Se invece non è così indietro poteva iscriversi anche solo un anno fa.
Se era a livello di V corso, per uno strumento come pianoforte o violino, 19 anni non sono età da VECCHI. Sapesse quanti ne entravano con quel livello anche ad età ben maggiori!

Probabilmente la hanno mal consigliata per carpirle quei soldi che ha speso /lo dice lei stessa «"Non starò qui a quantificare quanto ho “speso”»).

Mi spiace, ma quello che stava per accadere lo si sapeva da molto tempo.
L'italica abitudine di cercare a babbo morto sanatorie, scappatoie e sotterfugi è dura a morire.
C'è una legge, tra l'altro in vogare dal 20 gennaio 2000, che è andata in APPLICAZIONE un anno fa.

È fatto obbligo a tutti di rispettarla e farla rispettare!
questo recita, come ogni altra legge dello Stato, nelle sue ultime righe!
5 maggio 2012 19:30 - Sergio_Caldiero
Ho letto con interesse quest’ articolo e non posso esimermi dal condividerne i contenuti e dal fare alcune considerazioni.
La musica è la lingua universale per eccellenza. Il mezzo di comunicazione più potente mai esistito. Ebbene quando si decide, per la valorizzare la didattica, per ottimizzare le risorse e le strutture dello Stato, di mettere mano ad un settore importante come questo lo si dovrebbe fare con serietà e cognizione di causa.
Tutti abbiamo visto quali sono stati gli effetti della riforma “Gelmini”. Senza scendere nei dettagli e nei tecnicismi legali basta osservare quanti “esodati” ha prodotto. Migliaia di docenti precari che da un giorno all’altro hanno visto svanire il sogno di poter fare il loro lavoro. Persone titolate che a 40-50-60 anni si devono reinventare una vita lavorativa.
Stesso discorso nel settore previdenziale, in nome del ripianamento del debito pubblico si interviene con la scure in un settore nevralgico e si sono prodotti migliaia di “esodati” i quali dovranno anche loro reinventarsi una vita in età matura.
Ora arriviamo anche a loro, gli “esodati” del diritto allo studio, i musicisti. Ebbene, non entrando nello specifico normativo, si rileva chiaramente un’errata interpretazione delle norme. Non c’è norma che vieti ai privatisti di fare esami del vecchio ordinamento. Certo ognuno cerca, anche legittimamente, di fare l’interesse per la propria categoria o partito o sindacato ma non possiamo giocare con le scelte di vita di ragazzi che hanno programmato il proprio futuro. Non possiamo stare a discutere se il privatista dei conservatori può o non può essere considerato uno studente.
Quando un giovane, da interno o da privatista, impegna il suo lavoro per raggiungere un obbiettivo ed è prossimo al conseguimento di un titolo non gli si può sbarrare la strada! Si deve assolutamente consentire il completamento degli studi. Attualmente un privatista che si appresta a sostenere l’esame finale di diploma è impedito da norme mal interpretate dai vertici AFAM e dagli stessi conservatori. Non si può, in virtù di una mera convenienza economica, imporre ad un diplomando privatista vecchio ordinamento, ad un passo dall’esame finale, di iscriversi e fare altri 5 anni.
Non c’è logica o Legge che possa ritenersi giusta a fronte di una tale ingiustizia.
Auspicando, al pari dell’autore, un intervento delle istituzioni colgo l’occasione per complimentarmi con la redazione!

dott. ing. Sergio Caldiero
5 maggio 2012 14:11 - [email protected]
Egregio Prof. Calosci,
mi sento in dovere di rispondere alle Sue affermazioni, sentendomi chiamata personalmente in causa.
Sono una studentessa privatista quasi alla fine del proprio percorso di studi; dico “quasi” perché sulla carta mi mancherebbero due esami del previgente ordinamento.
Sono consapevole del fatto che in nessun’altra Università italiana sia stata data la possibilità, come nei Conservatori, di poter sostenere degli esami ai privatisti. Sono consapevole anche che uno studente privatista non è da paragonare, almeno giuridicamente, ad uno studente iscritto ad una Università e non frequentante. Ma se nei Conservatori, fino a poco tempo fa, si dava questa possibilità, perché sprecarla?
Parlando della mia esperienza, ho scelto di studiare da privatista perché, all’età di 19 anni, sono stata scartata perché troppo vecchia e perché, al momento del mio tentativo, avrebbero ammesso un numero veramente limitato di persone. Lei potrebbe essere un sostenitore dei talenti precoci, presumo, e quindi potrebbe domandarsi come mai ho provato ad entrare al Conservatorio alla veneranda età di 19 anni. Semplicemente perché ho cominciato a suonare relativamente tardi, non provenendo da una famiglia di musicisti e non avendo avuto prima alcuna ispirazione a riguardo. C’è qualcosa di male? La musica è forse qualcosa di esclusivo per alcune persone soltanto? Stia tranquillo, se mai dovessi terminare il mio percorso di studi, non ruberò il lavoro a nessun “talento precoce”, in quanto, teoricamente, anche la musica dovrebbe essere meritocratica ed avvantaggiare i più bravi.
La domanda che potrebbe farsi ora è: perché non ci ho riprovato? Ero troppo vecchia e, ai tempi, non potevo prospettare neanche di entrare ad un triennio, perché non sarei stata in grado di sostenere l’esame di ammissione. In più, ho cominciato a lavorare, e gli orari non mi permettevano di garantire una presenza costante alle eventuali lezioni che avrei potuto frequentare; aggiungo anche che il Conservatorio non era proprio dietro casa, e quindi sarei stata impossibilitata a conciliare lavoro e frequenza alle lezioni.
Capisce dunque che l’iscrizione per cui abbiamo avuto “un mucchio di tempo”, in certi casi diventava veramente difficoltosa, e quindi molte persone hanno approfittato di questa opportunità, accettando chiaramente tutte le conseguenze che ne derivavano. Non per vittimismo elenco che i privatisti: sono interessati al coltivare lo studio della musica tanto quanto gli studenti interni iscritti, altrimenti non si metterebbero neanche in gioco; studiano tanto quanto i Vostri studenti interni, e se non accade, i professori possono bocciarli allo stesso modo; spendono soldi non solo per gli esami, ma anche per cercare di avere un’accurata preparazione per potersi presentare agli esami ed essere allo stesso livello degli studenti iscritti (che splendide vacche che siamo!).
Nelle Sue parole percepisco, oltre a riferimenti a norme giuridiche, una sorta di avversione verso i privatisti. Quello che chiediamo noi non è sopprimere l’attuale riforma vigente, bensì di poter terminare il nostro percorso. Le sembra così strano? Qui non si tratta solo del mio personale interesse, ma del bene di tanti ragazzi e ragazze che fino ad ora hanno avuto l’unica colpa di non essersi iscritti ad un Conservatorio, per svariati motivi che sopra ho elencato. Non ha senso troncare a metà o, peggio ancora, quasi al traguardo, un percorso ormai iniziato con studio, sacrifici e dispendio di denaro; questa riforma avrebbe dovuto darci la possibilità di terminare. Fissare un limite: entro l’anno “x” tutti i privatisti devono terminare. Tutti i Conservatori italiani ci hanno sopportato fino ad ora… potrebbero fare lo sforzo per qualche annetto ancora, o sbaglio? Almeno fino a quando anche gli studenti interni potranno continuare.

Non starò qui a quantificare quanto ho “speso” in studio, denaro e dedizione per dedicarmi alla musica che, a prescindere dal discorso del diploma, è il mio principale interesse; voglio solo che arrivi il messaggio di migliaia di persone che non chiedono altro di terminare un percorso iniziato e portato avanti con convinzione, dedizione e sacrificio, al pari dei Vostri studenti iscritti.
Arrivederci.
5 maggio 2012 1:28 - FillMess
Ottima e articolata la risposta del Prof. Antonio Calosci.

Voorei aggiungere che per essere studenti non basta studiare, ma occorre ISCRIVERSI ad una scuola o università statale o parificata.

Come detto al Prof. Calosci si tratta di STATO GIURIDICO.

Segnalo anche che sono stati presentati molti esposti a varie Procure direttamente a tramite la Guardia di Finanza aventi per oggetto la verifica della LEGALITÀ (e se il caso l'annullamento) dei titoli di studio rilasciati a privatisti dal 2011 (a regolamenti della L. 508/99 pienamente operativi).

Una Istituzione Statale non può rilasciare titoli di studio di SOPPRESSI ORDINAMENTI che restano in vigore ad esaurimento per gli aventi diritto perché STUDENTI GIÀ ISCRITTI ALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DEI REGOLAMENTI DIDATTICI (DPR 212/05, art. 12 - norme transitorie - comma 2).

Gentile Avvocato ribadisco quello che le ha scritto il Dott. Antonio Calosci: legga con più attenzione LEGGI, DPR E DM prima di dare fiato alle trombe!

Dott. Avv. Filippo Messina
5 maggio 2012 1:02 - Antonio_Calosci
Mi spiace, ma lei parte da presupposti completamente errati!
Lei non può paragonare uno STUDENTE UNIVERSITARIO "non frequentante" con un candidato privatista!
Lo STUDENTE UNIVERSITARIO è pur sempre un ISCRITTO, cosa che non è un "privatista".

Il candidato privatista era previsto nel SOPPRESSO ORDINAMENTO DIDATTICO.

La legge TUTELA chi è ISCRITTO e quindi GIURIDICAMENTE ESISTE consentendo al GIÀ ISCRITTO di poter terminare con l'ordinamento che aveva iniziato a FREQUENTARE.

Il "privatista" GIURIDICAMENTE non è uno STUDENTE.
Infatti, cito un solo esempio ma potrei citeree infiniti, un orfano di un lavoratore riceve la PENSIONE DI REVERSIBILITÀ solo se è minorenne o, se MAGGIORENNE (con il limite massimo di 26 anni), deve essere uno STUDENTE. Lo Stato GIURIDICO DI STUDENTE deve essere certificato presentando il CERTIFICATO DI ISCRIZIONE E FREQUENZA presso una scuola/università pubblica o legalmente riconosciuta (pareggiata alle corrispondenti statali).

La legge 508/99 è del 16 dicembre 1999 (in vigore dal 20 gennaio 2000).
Il DPR 212/05 è in vigore dal 2 novembre 2005.
I DM 90 e 124 rispettivamente del 3 luglio 2009 e del 30 settembre 2009 sono anche essi operativi da tempo.

I privatisti hanno avuto un mucchio di tempo per correre ai ripari ISCRIVENDOSI.

I Conservatori rilasciano titoli equipollenti alle lauree universitarie (il vecchio e soppresso ordinamento è laurea di I livello L. 268/02 art. 6).

Lei che è avvocato per laurearsi e sostenere gli esami del suo corso di laurea DOVETTE ISCRIVERSI.
Da privatista non avrebbe potuto fare nulla!

Lei lavora presso lo ADUC e dovrebbe anche dare consigli NEL SENSO DELLA LEGGE, non assecondare chi la legge la calpesta per ignoranza o per INTERESSE PRIVATO.

Si perché il privatista per un insegnante privato è una bella VACCA da mungere!

Signor consulente Francesca del Giudice per non fare figuracce prima si studi bene le leggi dello Stato.

Dott. Prof. Antonio Calosci
Professore di Violino presso Conservatorio di Pesaro
Direttivo Nazionale Unione Artisti UNAMS
Per dimostrare
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