COMMENTI
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18 giugno 2007 0:00 - Alice
Per Gourry
Mi spiace deluderti ma non corrispondo al tuo profilo...
Lavoro da più di diciotto anni in uno studio notarile non ho fatto mai concorsi per lavorare (non ne ho avuto bisogno per far valere le mie capacità) e per natura non sono nè avida nè invidiosa.
Parlo con cognizione di causa.
Ritenta sarai più fortunato.


P.S. Tu invece che fai di bello nella vita?
Ti limiti a scrivere su un forum???
17 giugno 2007 0:00 - Consumatore
Ho letto in un messaggio sotto riportato che non sarebbe vero che i Notai guadagnino più degli altri ma che semplicemente dichiarano tutto.
Cos'è uno scherzo.
I Notai evadono esattamente come gli altri. Mi è capitato in almeno due occasioni che due Notai diversi mi abbiano chiesto una somma se tutto fatturato ed un altra se fatturato parzialmente.
I Notai sono sì ricchi ma mica fessi
17 giugno 2007 0:00 - Gourry
Vabè dai Alice non sei credibile su :D Sei sicuramente una che lavora presso qualche agenzia immobiliare oppure una pluritrombata al concorso, quindi parli per avidità o per invidia.
17 giugno 2007 0:00 - alice
Egregio notaio Lombardo La ringrazio per le chiarificazioni di rito.
Credo che si abbia entrambi ragione (senza presunzione)
I casi che lei ha prospettato sono casi estremi se pur frequenti; l'erede che intende vendere l'auto ex 2688 C.C. tralasciando gli altri eredi e la relativa dichiarazione d'intestazione.... il presidente del C.D.A. che si presenta senza delibera autorizzativa, l'agenzia che chiude improvvisamente per crack finanziario, un incendio improvviso agli archivi comunali ect. ect.
Tutto è possibile ma è inutile fossilizzarsi sull'argomento.
Mi complimento con lei per i costi contenuti e per le regalie delle certificazioni... si consideri una mosca bianca.
Ma di Notai ne siete 5.000 e purtroppo non ragionate per clichè (forse ora che è entrato in vigore il disciplinare...ma fatta la legge scoperto l'inganno)
Quello che non si evince dai suoi discorsi è che essendo voi una categoria di pubblici ufficiali, sareste tenuti a prestare tutti i servizi garantiti. La vostra non dovrebbe essere una scelta bensì un obbligo.
Il numero chiuso o il numero allargato?
E' assurdo anche solo sospettare che un notaio rimane super partes solo se ha un tot di pasti caldi garantiti per la propria famiglia mentre in caso contrario è pronto a vendere (svendere)la sua funzione e perdere l'imparzialità (cosa gravissima).
Ognuno dovrebbe fare il proprio dovere a prescindere, per il solo fatto che crede davvero in quello che fa e soprattutto in quello che è o dice di essere.
Testamenti pubblici?
Encomiabili i suoi consigli ai clienti e la rinuncia ai 700 euro di incasso...evidentemente dalle sue parti esistono testatori in pace con le loro famiglie, testatori che abbandonati ad un olografo non rischiano post mortem di scatenare faide familiari con azioni di impugnative annesse e connesse.
E Le chiedo egregio Notaio.... non sarebbe meglio rogare qualche testamento pubblico in più a tutela di quel famoso garantismo del cittadino di cui tanto si blatera e rinunciare invece ad accanirsi così tanto verso le varande liberalizzazioni?
Dagli esempi che ha fatto non mi pare certo il suo caso....ma le dico che quello che traspare è che il pesce piccolo (leggasi testamento pubblico per soli 700 euro) non fa gola a nessuno, mentre invece se si viene attaccati sulle fette grosse della torta (leggasi compravendite, mutui, atti societari di qualsivoglia fattispecie) allora il drago si risveglia ed inizia a sputare fuoco.
Non si preoccupi di santi al giorno d'oggi ce ne sono veramente pochi o nessuno, è lei stesso ad ammettere di avere allo stato attuale una certa tranquillità economica... ed a parer mio è proprio quella ed esclusivamente quella, che la lobby oggi vuol tenere stretta fra i denti.
I miei più sentiti complimenti per essersi messo in gioco in un momento in cui la lobby dice tacete altrimenti affondiamo ("silenzi notarili")
Ossequi
16 giugno 2007 0:00 - Gourry
Per cittadino:
non si può e non si deve fare perché il Notaio è (anche) un pubblico ufficiale ed in Italia per esercitare poteri pubblici bisogna essere inquadrati ed a numero chiuso (polizia, prefettura, enti vari ecc.ecc.), per ovvi motivi. Si fa un concorso per espletare funzioni pubbliche; si fa una abilitazione per espletare funzioni di pubblica necessità o rilevanza (il che è ben diverso).
16 giugno 2007 0:00 - cittadino
anche se fosse solamente una abilitazione passerebbero sempre quei 180-200 umani

ALLORA FACCIAMOLO E VEDIAMO COSA SUCCEDE! NON SI PUO' STABILIRE PER LEGGE QUANTI NOTAI SONO PROFESSIONALI E QUANTI NO!
16 giugno 2007 0:00 - Privato sottufficiale
Un poco alla volta ...

Alla domanda "Perchè non abolire il numero chiuso?" il notaio sabino lombardo:
dà questa risposta: "Perchè il rischio è quello di creare troppi notai con la conseguenza che non vi sarebbe lavoro per tutti, in pratica come accade oggi per gli avvocati.
Questo porterebbe notai disposti a vendere la funzione, a perdere l'imparzialità. Se ho assoluto bisogno di fare almeno 10 atti al mese per mantenere lo studio e la mia famiglia, non posso andare troppo per il sottile".
Diamine! Ci voleva tanto per ammettere che il numero chiuso serve solo a garantire un certo reddito?
Corollario: se un notaio fa soltanto 7 atti al mese fa Harakiri oppure manda al diavolo l'imparzialità.
All'ottavo cliente che si presenta il 30 del mese dice, senza mezzi termini, che non può assicurare l'imparzialità perché in quel mese ha incassato troppo poco ed i figli reclamano la pappa; se vuole l'imparzialità deve rivolgersi a qualche collega che, avendo stipulato almeno 10 atti, è più sereno perché i figli sono satolli.
Ovviamente l'assoluto bisogno riguarda soltanto i notai ed i farmacisti.
Perché anche i farmacisti (vedi intervento di "farmacista" del 14/6) sono preoccupati allo stesso modo. L'attentato alla casta metterebbe in crisi il servizio farmaceutico.
Quanta pena mi fanno! Non hanno potuto dare sfogo alle loro "capacità imprenditoriali rimaste finora soffocate".
Ingegneri, architetti, avvocati, medici non convenzionati, commercialisti, idraulici, elettricisti ... possono rischiare di non avere clienti, perché non hanno famiglia e spese di studio. Vivono di ideali e di aria pura.


16 giugno 2007 0:00 - Gourry
Caro carissimo SOTTO(ufficiale),
è vero, il concorso notarile è a numero chiuso, ma anche se fosse solamente una abilitazione passerebbero sempre quei 180-200 umani, poiché le prove di per sé sono molto difficili, visto che, in caso di esito positivo, si sarebbe chiamati ad espletare una funzione estremamente ardua e complessa, che non consiste nel solo fare le visure, bensì nel padroneggiare con maestria i diritti civile (d.i.p., persone, famiglia, successioni, donazioni, obbligazioni, contratti, trascrizione ecc.ecc.), commerciale (impresa, società, titoli di credito ecc.ecc.), tributario (imposizione indiretta ed accessori), urbanistico ecc.ecc., oltre alle leggi e leggine pertinenti.
Se lei avesse frequentato anche solo per qualche mese uno studio notarile, avrebbe potuto vedere che anche una infima e misera compravendita da euro 10.000 può presentare delle rogne giuridiche di non poco conto, e in questi casi, che sono tanti e multiformi, o si ha una preparazione di elite o si soccombe, insieme al cliente.
Il diritto che si studia all'università è solo il principio di un lungo percorso formativo. Non è possibile capire cosa accade a Thestra quando si è ancora all'inizio del viaggio. Una simile presunzione distingue la comparsa dall'Eroe. Ed in ogni caso non saper distinguere tra la vocazione forense e vocazione notarile è tendenzioso nonché superficiale. Ti puoi chimare avvocato, peppino o marcello ma se vuoi autenticare atti di trasferimento immobiliare devi sostenere le prove che gli altri sostengono per fare la stessa cosa, mi pare ovvio, no? In ogni caso al concorso notarile possono partecipare tutti i laureati in legge, quindi anche gli avvocati.
Enjoy ;-)
16 giugno 2007 0:00 - sabino lombardo
Rispondo volentieri ai due interventi
Autoveicoli:
1) Il passaggio di proprietà di un auto, nel mio studio, costava euro 25/30 euro a seconda della potenza. Sono a sua disposizione, anche via email, tutte le fatture fatte alle agenzie, che certo nom mi pagavano in nero.
L'onorario di repertorio è, ed era:
- auto nuove euro 7,00
- auto usate euro 11,00
2) Controllo targhe rubate: è vero, lo possono fare tutti, resta da vedere se le agenzie o i comuni lo fanno. I notai lo facevano perchè hanno una responsabilità penale, che non è stata posta a carico anche delle agenzie o del funzionario del comune.
3) Certificazioni per il PRA. Non posso parlare anche per gli altri. Io lo facevo, e lo faccio tutt'ora, gratis. Le preciso che le stesse sono in esenzione da bollo in modo assoluto.
Comunque sarebbe interessante sapere una volta che l'agenzia ha chiuso l'attività a chi si richiedono le certificazioni.
E le autentiche fatte dal Comune?
4) Immediata voltura al PRA: certamente, per gli acquirenti che pagano subito la tassa di trascrizione, perchè l'agenzia non le anticipa di sicuro.
Io mi riferisco a quegli acquirenti che chiedono solo l'autentica, dichiarando che per la voltura andranno personalmente, cosa che come lei ben sa è possibilissima.
5) Autentiche fatte dalla segretaria: questo nel mio studio non è mai avvenuto.
Se Le è accaduto, La prego di denunciare il collega sia alla Procura della repubblica sia al consiglio notarile di appartenenza.
Sappia che il reato di falso, se Lei non firma davanti al notaio, lo commette anche Lei ed anche Lei è perseguibile penalmente, naturalmente non per falso in atto pubblico, di cui risponde solo il notaio, ma per uso di documento falso, accusa dalla quale non si potrà mai difendere in quanto è ben cosciente che il documento è falso perchè da lei non firmato davanti al notaio.
La pena è detentiva.
6) Protocollo di ingresso delle agenzie auto: non è un "atto pubblico", e non fa pubblica fede nè per quanto riguarda la data di sottoscrizione nè per gli altri elementi.
7) Antiriciclaggio: Lei si riferisce alle auto usate, e nemmeno tutte, la maggior parte delle auto nuove supera di gran lunga l'importo di euro 12.500
La informo, comunque, che le agenzie per le quali lavoravo, ogni volta che c'era da autenticare una auto di prezzo superiore ai 12.500 sostenevano, falsamente, che non avevano il potere di farlo e mandavano i clienti da me. Alla fine mi sono seccato e so che adesso li mandano da unaltro notaio.
8) Infine Lei non ha toccato l'ultimo punto, il controllo dei poteri di firma.
Poichè lei mi sembra piuttosto preparato, scendo in casi specifici.
- Presidente del consiglio di amministrazione di società: vendite fatte senza il preventivo verbale autorizzativo del consiglio di amministrazione,
Le agenzie, e anche molti avvocati, (e anche le mie segretarie), confondono fra amministrazione, che spetta al consiglio, e rappresentanza, che spetta al presidente;
- Curatore fallimentare: vendite senza autorizzazione del giudice delegato e parere del comitato dei creditori;
- eredi del defunto intestatario: vendite senza atto di notorietà attestante chi siano gli eredi (molte volte vorrebbe firmare un erede per tutti - ma notaio non possiamo mica venire in 6 per una macchina);
- società con amministratori con firma congiunta per la straordinaria amministrazione: firma unica, sostenendo che per quanto riguarda la straordinaria amministrazione bisogna fare riferimento al prezzo invece che all'oggetto sociale.
- auto intestata a minore per successione: autorizzazione del giudice tutelare invece che del tribunale, previo inventario ereditario.
Potrei andare avanti all'infinito.
Avvocati.
La Sua osservazione è pertinente.
Tuttavia Bersani non ha istituito un albo speciale per gli avvocati futuri autenticatori e non ha previsto un periodo di studio per l'approfondimento specifico della materia contrattuale. Quando fosse previsto tutto questo, verrebbero a cadere le differenze fra notai e gli avvocati abilitati, purchè naturalmente l'esame di abilitazione fosse serio quanto quello di notaio.
A questo punto però, se posso permettermi, allora è meglio ampiare il numero dei notai, senza abolire però il numero chiuso.
Perchè non abolire il numero chiuso?
Perchè il rischio è quello di creare troppi notai con la conseguenza che non vi sarebbe lavoro per tutti, in pratica come accade oggi per gli avvocati.
Questo porterebbe notai disposti a vendere la funzione, a perdere l'imparzialità. Se ho assoluto bisogno di fare almeno 10 atti al mese per mantenere lo studio e la mia famiglia, non posso andare troppo per il sottile ed allora sarei portato a tacere al compratore quelle circostanze che, se note, lo dissuaderebbero dal comprare e mi appoggeri sulla assicurazione.
Intanto l'atto lo faccio, se poi le cose vanno male pagherà l'assicurazione.
Non voglio in nessun modo tentare di far credere che sono un santo, anche perchè non è vero, però è vero che su 4 atti che mi vengono richiesti, almeno uno non viene stipulato perchè assolutamente inutile, se non dannoso per il cliente.
Questo lo posso fare perchè ho una tranquillità econmica che mi consente un giudizio sereno.
Solo un esempio, per non annoiare troppo.
Faccio il notaio da 25 anni e in questi anni ho ricevuto solo 9 testamenti pubblici. Perchè? Perchè basta spiegare al cliente che facendo lui stesso un testamento olografo, che ha lo stesso valore del pubblico, risparmia circa 700 euro (che perdo io).
E allora i 9 testamenti pubblici che ho fatto? Sono tutti di persone che, o per anzianità o per infermità, non erano in grado di scrivere e, quindi, di testare per olografo.
Sono veramente grato a questo forum, ed a tutti quelli che vi partecipano.
Se a qualcuo interessa, posso inviare uno schema di precauzioni da prendere, che è a disposizione di tutti i miei clienti, prima di firmare un compromesso per l'acquisto della casa.
sabino lombardo

16 giugno 2007 0:00 - Privato sottufficiale
Per Gourry.

Visto che si è messo sulla buona strada, faccia lo sforzo ulteriore di assemblare meglio il ragionamento.
Qualunque laureato in Giurisprudenza, dopo il periodo di praticantato, può partecipare al concorso per l'abilitazione all'esercizio della professione forense. Se la consegue è libero di aprire il suo studio.
Altrettanto si faccia per la professione notarile.
Il numero chiuso è un'altra cosa.
E' tanto difficile da capire?
16 giugno 2007 0:00 - alice
Riporto per opportuna conoscenza una lettera pubblicata sul BLOG degli impiegati notarili e scritta da Giannantonio Pennino modesto e sommesso notaio riminese (post 474)

http://www.impiegatinotarili.splinder.com/post/12529509?spli nder=1230678017fe62f611d39995890f64f5#comment-34276183


- ALLA FACCIA DELLA MODESTIA E SOPRATTUTTO COMPLIMENTI PER LA TOLLERANZA VERSO LA LIBERTA' DI PENSIERO E DI ESPRESSIONE -

di seguito il testo:
<< NELL' ITALIA DEI " POVERACCI " SOLO I NOTAI FANNO I SULTANI
in un articoletto del Resto del Carlino di martedì scorso , dal titolo NELL' ITALIA DEI " POVERACCI " SOLO I NOTAI FANNO I SULTANI
il giornalista Massimo degli Esposti si stupiva che i notai potessero guadagnare come 30 metalmeccanci o 9 commercialisti o 25 psicologi . Si rispondeva poi da solo affermando che la colpa è " di una legge borbonica che assicura loro numero chiuso, clienti-sudditi, tariffario obbligatorio. Una categoria, anzi una casta , che sta alla libera concorrenza come l' Erario sta alla beneficenza.
A Bersani vorremmo chiedere : ma per i notai non avrebbe una bella lenzuolata ?"

Ecco la risposta di un mio collega :
Rimini, 15 giugno 2007

Egregio Signor Massimo Degli Esposti,

Fino alla pubblicazione del Suo trafiletto sul Carlino, Lei per me era un perfetto Carneade, ma dopo averlo letto, dato il tenore dell’articolo, ho cercato di darLe una fisionomia. Così l’ho immaginata intento a scrivere il Suo pezzo, su di una panchina della stazione di Bologna, sotto il sole, dando da mangiare ai piccioni.

Ma veniamo al sodo.

Lei si stupisce che la categoria dei Notai guadagni 20 volte di più delle altre e ci definisce Sultani e forma questa strampalata convinzione osservando l’importo delle nostre denunzie dei redditi.

Val la pena che smetta di dare da mangiare ai piccioni, per ascoltarmi un attimo.

Noi guadagnamo esattamente quanto guadagnano gli altri professionisti, (avvocati, ingegneri, architetti, commercialisti) o artigiani (stilisti, parrucchieri, imbianchini ), o forse proporzionalmente meno, con la sola differenza che noi dichiariamo tutto, perchè ogni e qualsiasi nostra prestazione è annotata in un libricino, che non si compra in cartoleria (di cui Lei sicuramente ignora l’esistenza) e che si chiama REPERTORIO , sul quale vengono per legge annotate tutte le operazioni e le prestazioni da noi erogate ed il loro ammontare . Su dette operazioni lo Stato percepisce delle tasse.

Quindi nulla sfugge!

Si è perso l’intervento del Ministro di Pietro (fa parte di questo Governo!) quando in TV , la scorsa settimana , ha espressamente detto che non è vero che i Notai guadagnano di più, solo che dichiarano tutto!! (Ma Lei guarda la televisione?)

Sicuramente noi guadagnamo anche perché abbiamo un gran talento nel nostro mestiere, "non sovrumano" come gentilmente Lei ci attribuisce. Indubbiamente però, per formazione, cultura, organizzazione e capacità, noi rappresentiamo non una "casta" (come Lei rozzamente ci definisce) ma una "elite" del diritto, concetto che dubito Lei possa comprendere, visto che ci paragona ai metalmeccanici. (A proposito Lei, quanti metalmeccanici vale?)

Che dire poi del paragone con i commercialisti? Il loro principale compito è quello di far pagare meno tasse ai loro clienti! E secondo Lei , nelle loro dichiarazioni dei redditi, cambiano sistema e si mettono a dichiarare tutto?!

(Ma lei, non riesco a darLe un’età, passa ancora le Feste Natalizie aspettando Babbo Natale e la Befana?)

Senza poi contare, Egregio Signor Degli Esposti, che su quello che Noi dichiariamo, lo Stato affonda la sua golosa mano e s’intasca una larghissima fetta di reddito!



Non voglio farLe perdere tempo e La ringrazio se mi ha seguito fino a qui.

Chiudo tendendoLe un ramoscello d’ulivo.

Quando il caldo torrido Le impedirà di dare da mangiare ai piccioni e scrivere siffatti articoli, prenda la macchina (spero che almeno una Punto se la possa permettere) e scenda in Riviera, magari a Rimini, dove io lavoro e davanti ad una grigliata di pesce, (Lei sarà mio ospite, così potrà raccontare di essere stato ospite di un Sultano di Rimini) io La metterò al corrente dell’infinità di cose che Lei dimostra d’ignorare sul mio mestiere. Forse riuscirà a rimuovere quei preconcetti da cui pare inesorabilmente afflitto.

Una cortesia. Mi preavverta telefonicamente perché io (come molti miei colleghi o Sultani che dir si voglia) mediamente lavoro 12 ore filate al giorno, sabato compreso, (la domenica la passo quasi sempre a leggere qualche aggiornamento) e non esco dal mio studio prima delle 22 e durante la giornata cerco di mettere a profitto quello che ho imparato in 25 anni di professione, dopo aver studiato duramente fino a 33 anni, mantenuto da mio padre che era impiegato di Banca.

Mi auguro di farLe cambiare idea, ma soprattutto auguro a me stesso che tante scellerate scempiaggini e luoghi comuni, che grazie ad articoli superficiali come il Suo, circolano sul mio mestiere, possano essere ridimensionati e rivisti.

Se non sarà così e la categoria dei Notai andrà perduta, potrò sempre fare il giornalista come Lei ( mi pare che non occorra un difficile concorso) ed utilizzare i Suoi stessi metodi, creando quella aspirata concorrenza , frutto di liberalizzazione che Lei, insieme al Suo amico Bersani, tanto dimostrate di bramare.

Spero con maggiore stima futura, Suo

Giannantonio Pennino Notaio in Rimini

P.S. Non spero che questa lettera venga pubblicata . Spero solo che la legga e cominci a ragionare.>>

D'ACCORDO CHE E' ARRABBIATO PER LA SITUAZIONE ...MA POI PERCHE' MI CHIEDO?

FORSE HA BISOGNO DI QUALCHE METALMECCANICO E NON RIESCE A TROVARNE SULLA PIAZZA???
O FORSE E' OFFESO PERCHE' A BREVE SIA BABBO NATALE CHE LA BEFANA ANDRANNO A CASA DEGLI AVVOCATI PASSANDO DRITTI DAVANTI CASA SUA???
16 giugno 2007 0:00 - alice
per marina lamonarca.

C'ERA PROPRIO BISOGNO DI UNA VENTATA D'ARIA PURA NEL NOSTRO GOVERNO.

CERTO RIMANGONO PUR SEMPRE I CORROTTI DI UNA E DELL'ALTRA SPONDA MA PER FORTUNA SONO ENTRATI UOMINI DETERMINATI PERSONE (PRESIDENTI O NO DELLA REPUBBLICA) CHE NON SI FANNO INTIMORIRE DA QUESTA O DA QUELLA CASTA SOCIALE.
SPERO CHE IN QUESTA LOTTA FRA TITANI (AVVOCATI CONTRO NOTAI, GLI SCOMMETTITORI LI DANNO 3 A 1) NOI CITTADINI NON CI FAREMO ABBINDOLARE E RIUSCIREMO A RIMANERE LUCIDI PER POTER SOSTENERE FINO IN FONDO I RAPPRESENTANTI POLITICI CHE CI SIAMO SCELTI E CHE NON STANNO FACENDO ALTRO CHE PORTARE AVANTI IL LORO LAVORO IN MODO ONESTO E TRASPARENTE.
CERTO...NECESSARIAMENTE QUALCUNO DOVRA' FARNE LE SPESE (QUALCUNO PERDERA' UNA FETTA PIU' O MENO GROSSA DEL SUO PANE QUOTIDIANO) MA IN FONDO ESISTE QUALCOSA CHE SI CHIAMA "EVOLUZIONE" "INNOVAZIONE" ......."LIBERALIZZAZIONE"....DALLE SCHIAVITU' IMPRENDITORIALI E LOBBISTICHE IN CUI CI RITROVIAMO AVVINGHIATI NOSTRO MALGRADO.

BASTA GUARDARE UN PAIO DI PUNTATE DI "ANNO ZERO" PIUTTOSTO CHE DI "REPORT" - NON STO PARLANDO DI TV SPAZZATURA MA DI GENTE CHE HA IL CORAGGIO DI FARE DENUNCE PESANTI ALLA CHIESA, ALLA POLITICA, ALL'IMPRENDITORIA, ALLE CASTE PLURISECOLARI....
SIAMO NELLE MANI DI GENTE CORROTTA E CORRUTTIBILE ASSETATA DI POTERE E DI SUPREMAZIA - GENTE CHE TRAMA ALLE NOSTRE SPALLE PER I LORO SPORCHI INTERESSI (PARLO DEL SIGNOR TELECOM, DEL SIGNOR PARMALAT, DEL SIGNOR BANCA D'ITALIA, DEL SIGNOR "SOTUTTOIO - leggasi sua maestà Silvio Berlusconi- ) TUTTA GENTE CHE CI MANIPOLA COME MARIONETTE SPESSO A NOSTRA INSAPUTA.

SEMMAI IL SIGNOR BERSANI ED IL SIGNOR PADOA SCHIOPPA (perchè signori si nasce e non si diventa facendo i politicanti) AVRANNO MAI NOTIZIA DEL MIO SCRITTO SU QUESTO BLOG - VORREI CHE RACCOGLIESSERO I MIEI PIU' SENTITI RINGRAZIAMENTI PER IL LORO OPERATO.

BEN FIERA DI PAGARE QUALCHE SOLDO IN PIU' DI TASSE...PREFERISCO GUARDARE LONTANO E SO CHE IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI!!!

A CIASCUNO IL SUO
16 giugno 2007 0:00 - alice
rispondo al notaio Sabino Lombardo in merito alle autentiche auto.
A me non risulta che l'onorario percepito da un notaio per un autentica vendita auto sia di soli 25 euro.
Questo è forse l'onorario da repertorio, la realtà è un altra.
Costo dell'autentica euro 60/70 (di cui solo 14,62 per marca da bollo) oppure euro 80/100 nel caso di doppio originale.
Oneri da sostenere:
1) passaggio a repertorio (5 minuti o forse meno)
2) raccolta della firma(spesso demandata agli impiegati - inutile scomodarsi per un passaggio d'auto)
3) comunicazioni antiriciclaggio per importi superiori ai 12.500 pressochè nessuna (quasi tutti scelgono di dichiarare prezzi inferiori trattandosi per l'appunto di auto usate)
4) eventuali certificazioni future da annotazioni a repertorio al costo in media di 30/50 euro esclusa la marca da bollo eventuale (pensavate fosse gratis? Si magari!)
5) controllo delle auto rubate sul sito polizia di stato.it (niente di speciale può farlo chiunque in possesso di un pc, il sito e le sue informazioni, tra l'altro non garantite ma fornite solo a livello informativo, sono alla portata di tutti)
6) l'atto di vendita anche se fatto in agenzia ha la stessa garanzia (e gli stessi costi) di quello fatto dal notaio...anzi avendo le agenzie il collegamento telematico diretto al PRA LA TRASCRIZIONE E' PRATICAMENTE SIMULTANEA(questo ai notai ancora manca infatti si limitano a consegnare il doppio originale od il CDP all'acquirente del caso a cui rimarrà cura esclusiva far eseguire la trascrizione nei 60 giorni a venire)
7) quanto alla repertoriazione delle vendite d'auto, similarmente ogni agenzia deve tenere un protocollo d'ingresso che dia certezza alle vendite concluse presso di esse.
BENE BERSANI SARA' FORSE ANCHE UN FACILONE (COSA CHE NON MI SEMBRA VERA VISTO IL RASTRELLAMENTO A TAPPETO CHE STA CONDUCENDO)....MA SIAMO SICURI CHE SIA PROPRIO LUI A RACCONTARE LE BARZELLETTE????

una cittadina che preferisce stare dalla parte della verità

16 giugno 2007 0:00 - PYMoretti
Per Anonimo (che nome poco originale!), le risponde chi negli Usa ha vissuto gran parte della sua vita. La sua osservazione e' giusta: chi compra un medicinale con obbligo di prescrizione negli Usa paga spesso molto di piu' che in Italia. Io assumo due farmaci quotidianamente: negli Usa li pagavo fino a 150 euro/mese, qui in Italia me li passa lo Stato "gratuitamente". Un bel risparmio!

Pero' la inviterei a riflettere anche su un altro aspetto. Con una famiglia di tre persone (presto quattro), negli Stati Uniti non dovevo pagare alcuna tassa federale fino a circa 20-25 mila euro annui di stipendio familiare. In Italia, con lo stesso stipendio, sono alcune migliaia di euro le tasse che dovrei allo Stato, che presumibilmente le utilizzerebbe anche per passare gratuitamente (o a prezzi ridotti) le medicine. Sempre negli Usa, con un'assicurazione di circa 200-300 euro l'anno, posso pagare solo il 20% di tutti i medicinali con obbligo di prescrizione (il resto e' rimborsato). Infatti, con i soldi che ci costa (pro capite) il Servizio Sanitario nazionale, potremmo tutti avere super-assicurazioni private sulla salute, che passano medicinali e tutto il resto. Quindi attenzione quando si dice che le medicine costano meno in Italia. Costano meno quando si paga alla cassa, ma alla fine dell'anno, fra tasse e sprechi, stia sicuro che in Italia le medicine (e l'assistenza sanitaria) costano ai cittadini molto, molto di piu'.

Naturalmente gli Usa hanno altri grossi problemi col sistema sanitario (ad esempio, 40 milioni di cittadini che non possono permetterselo, perche' ne' benestanti ne' poveri abbastanza per rientrare nel sistema pubblico). Su questo, non vi e' dubbio, l'Italia supera gli Usa. Vorremmo solo prendere cio' che l'esperienza anglosassone, piu' sensibile alle leggi di mercato, ci puo' insegnare di buono. Riteniamo che aprire la vendita (e quindi anche la distribuzione) dei medicinali al mercato potra' portare ad una forte riduzione dei costi. Tutto qua.
15 giugno 2007 0:00 - Gourry
x Privato sott.:
Niente impedisce all'aspirante avvocato autenticatore di sottoporsi al concorso notarile, no?
Allora facciamo così, visto che si vuole liberalizzare la funzione notarile a favore degli avv., che si liberalizzi anche quella forense a favore dei Notai. Permettiamogli di patrocinare in giudizio, tanto fanno sempre parte del settore legale, no?
Ed inoltre aboliamo le odiose specializzazioni per i medici. Che un cardiologo possa occuparsi di ossa e che un becchino arrivi a resuscitare i morti.
Io posso fare tutto ciò ma dovete appoggiarmi, figlioli. Dovete pregare Zed.
15 giugno 2007 0:00 - Pierino
Io non sono un Notaio,però cambio spesso le auto per motivi di lavoro.
Con la liberalizzazione mi costa 160 € per vendere la vecchia auto, di trascrizioni che prima non c'erano,si pagava solo 30 euro, dal notaio,naturalmente gratis per l'acquisto ,a parte le tasse.
15 giugno 2007 0:00 - anonimo
Cara ADUC, tu che decanti tanto l'america e ti nascondi dietro gli interessi dei consumatori , perchè nn la racconti tutta la favola sui prezzi dei medicinali negli USA? Sarà anche vero che i farmaci da banco costano molto meno che in italia, ma perchè nn dici anche quanto in più costano quelli con obbligo di prescrizione a carico dei cittadini? Tanto per
dare un idea ai vostri utenti, qualche anno fa ho pagato in america un semplice collirio antibiotico che in italia costa nn più di 7 euro, la bellezza di 70$...altro che dito in un occhio, questa è una bella trave nel culo!!!!
15 giugno 2007 0:00 - Privato sottufficiale
Per il notaio Sabino Lombardo.

Ammesso che il suo discorso sulla specializzazione sia corretto in tutte le sue sfaccettature, che cosa impedisce all'avvocato civilista (o a qualunque altro avvocato) di curare in particolare la sua preparazione nella materia contrattualistica?
Basterebbe istituire una abilitazione ad hoc.
15 giugno 2007 0:00 - sabino lombardo
Intervengo ancora per parlare della liberalizzazione dei passaggi di proprietà delle auto, prendendo lo spunto da un intervento pubblicato su questo sito.
L'onorario notarile per tale tipo di atto era, ed è tutt'ora, di circa 25/30 euro, a seconda della cilindrata.
Tutto il resto era, e sono tutt'ora, tasse da pagare allo stato, che arrivano fino ad 800 euro a seconda della potenza dell'auto.
Non chiedo di essere creduto sulla parola, fate una telefonata al PRA
A fronte di un compenso di euro 25,00 io provvedevo:
- a controllare sul sito "poliziadistato.it" che la targa della macchina non fosse fra quelle rubate;
- a controllare i poteri di firma di chi vendeva (amministratore di società, curatore del fallimento, eredi dell'originario proprietario ecc);
- ad autenticare la firma ed a repertoriare l'atto;
- a compilare il modulo antiriciclaggio, per vendite di prezzo superiore a 12.500 euro;
- a rilasciare certificazioni in caso di contestazioni per mancata trascrizione al PRA.
La liberalizzazione ha lasciato inalterati i costi, anzi amici mi dicono che le agenzie prendono di più dei 25 euro che prendevo io, ed ha abolito ogni forma di controllo.
Tuttavia l'aspetto peggiore, che probabilmente sarà capitato già a molti, è il seguente.
Per il codice civile fino a quando l'atto di vendita non è trascritto al PRA, il venditore è sempre responsabile della macchina, sia per i danni da essa causati sia per le multe contestate.
Ad esempio, se il compratore posteggia in divieto di sosta ed il vigile gli eleva una contravvenzione, la multa verrà notificata a chi risulta esserne l'intestatario al PRA.
Siccome il vero costo del passaggio di proprietà è quello che si paga al PRA, molti compratori non eseguono la voltura e continuano a girare con la macchina intestata al venditore.
Se vengono fermati dimostrano di esserne proprietari, e di non averla rubata, esibendo l'atto di vendita e dicendo che la voltura è in corso.
In tale modo il pagamento di qualsiasi multa o danno viene chiesto al venditore.
Per sopperire a questa situazione, il notaio poteva rilasciare certificazioni, aventi valore di atto pubblico (per capirci sentenza passata in giudicato) attestanti l'avvenuto passaggio di proprietà, la data della vendita, ed i dati del compratore.
Esibendo tale certificazione ai competenti organi, il venditore era esente da ogni responsabilità.
Tale certificazione non può essere oggi rilasciata dalle agenzie perchè non hanno il "repertorio", atto pubblico in cui vengono trascritti e conservati, per sempre, tutti gli atti notarili, prima dal notaio che li ha ricevuti e poi, alla sua morte o pensionamente, dall'archivo notarile di competenza, organo del Ministero di Grazia e Giustizia.
Che mi crediate o no, io sono ben contento che Bersani abbia deciso l'abolizione dell'autentica notarile, in quanto era una attività ad altissimo rischio.
Pensate solo al numero di macchine rubate ogni anno, che entrano nel circuito dell'usato nei modi più impensati.
Ho invece dei dubbi che tale abolizione abbia portato vantaggi ai consumatori.
La vera riforma, insistentemente chiesta dal Consiglio Nazionale del Notariato, era di considerare gli autoveicoli come normali beni mobili (oggi sono beni mobili registrati).
Naturalmente Bersani se ne è ben guardato, visto che la registrazione produce per l'erario un gettito rilevantissimo.
Tuttavia, per gettare fumo negli occhi, ha sbandierato, ben sapendo che non era vero, che la sua liberalizzazione avrebbe portato per i consumatori un risparmio di circa 500 euro per ogni compravendita di autoveicolo.
Non mi sembrano cose serie.
Se Bersani vuole abolire i notai, lo faccia, chiediamo solo che non racconti vere e proprie barzellette.
Prima che mi venga contestato, preciso che l'attività di vendita di autoveicoli, pur non piacendomi affatto, la svolgevo perchè è quella rifiutata dagli studi più importanti e permetteva ai notai di fresca nomina di cominciare a farsi conoscere dal pubblico.
Entrato in quel giro era difficile uscirne, perchè si creavano con le agenzie rapporti di amicizia ed era poco corretto dire ad un certo punto "ormai non ho più bisogno di te vai da una altra parte".
sabino lombardo

15 giugno 2007 0:00 - disilluso
X FARMACISTA

Ha regione a sdegnarsi dell'odio generato verso le libere professioni. E' il frutto di una campagna denigratoria messa in atto dall'attuale governo ai danni di queste categorie, grazie al detrminante contributo di una larga fetta di informazione che informa sotto dettatura.
Hanno creato dei demoni per poi dimostrare , combattendoli, di essere buoni e bravi.
Per vedere l'efficacia di tale piano, basta vedere come alcune associazioni dei consumatori si muovono nei confronti di queste categorie, lasciando indenni altre categorie (ben più determinanti dal punto di vista dei soldi dei cittadini consumatori) come ad esempio i pubblici dipendenti, i politici, i manager delle grandi aziende a capitale pubblico etc.etc.
Per quello che vale, ha la mia solidarietà.
15 giugno 2007 0:00 - ml
visto se ne fa solo una questione di soldi, poichè mi sembra di percepire che di competenza e responsabilità non gli e ne frega niente a nessuno, mi spiegate come mai per un atto di cv un notaio che è sostituto di imposta prende meno, ho visto anche la metà (n.b. comprese le tasse da girare al sig. stato) che un mediatore percepisce (udite udite dalla sola parte acquirente...perchè ovviamente lui il mediatore i soldi li prende da entrambe le parti e n.b. mica vi fa acquistare la casa...ma vi ha solo messo in contatto e fatti vostri se poi la casa per tanti motivi non l'acquistate...) vi sembra normale questo????? per non parlare dei mediatori creditizi..................se vogliamo mettere in discussione l'intero sistema facciamolo...questo si nell'interesse del consumatore...mentre per adesso mi pare nebuloso l'interesse di chi si stia tutelando....
15 giugno 2007 0:00 - Franco
Un paio d'anni fa ho acquistato casa da un'impresa, la quale aveva fatto predisporre un contratto preliminare da un suo avvocato. Prima di firmarlo ho avuto la buona idea di farlo leggere ad un notaio, grazie al quale ho potuto togliere dal contratto un sacco di clausole che definire "capestro" è poco.

Adesso, con questa bella pensata di dare anche agli avvocati il potere di autenticare i passaggi di proprietà, mi chiedo: quante imprese si doteranno del proprio avvocato "di fiducia" e faranno firmare agli sprovveduti acquirenti, senza il controllo imparziale del notaio, dei contratti "capestro"? Il tutto - magari - con lo specchietto per le allodole del risparmio sulle spese dell'autentica!

Io credo che i nostri politici dovrebbero riflettere bene sulle conseguenze negative che certe proposte, se attuate (e speriamo che non lo siano), porterebbero a carico dei cittadini più indifesi.
15 giugno 2007 0:00 - marina lamonarca
credo che sia giunto il momento di fare sentire la nostra voce con una grande manifestazione di piazza questa volta a SOSTEGNo del governo. Non si può manifestare sempre e solo contro ma anche per sostenere il governo quando sta cercando di dare una scossa al nostro paese addormentato e imbalsamato. Dobbiamo sostenere il governo affinchè vada avanti con le liberalizzazioni contro le caste dei notai, benzina, farmacisti e quant'altro. Se i notai (o megli i loro dipendenti) così come le altre categorie sono scese in piazza contro le liberalizzazioni, i milioni di cittadini che invece ne trarrebbero un grande vantaggio DEVONO farsi sentire. Solo così i nostri governanti si decideranno a fare ciò che era nel programma elettorale e che oggi non si riesec a fare perchè troppe sono le resistenze delle miriadi di "caste" in cui è suddiviso il nostro paese di cui la "casta dei politici" di cui si parla tanto in questi giorni non è altro che lo specchio di una realtà troppo diffusa che sfinirà per soffocare il nostro bel paese. Organizziamo quindi una grande manifestazione a sostegno del governo per le liberalizzazioni e non cediamo al ricatto delle varie categorie. Io ci sono
15 giugno 2007 0:00 - alice
A me sembra che i Notai si siano fatti mortali e siano scesi in terra in questo blog solo perchè hanno il terreno che trema sotto i loro piedi e quindi visto l'attuale volta faccia politico e le incertezze future in parlamento, non hanno che da giocarsi l'ultima carta che è quella di abbindolare il consumatore con le loro teorie.
In pratica, invece, quando ad esempio il notaio (o chi per lui predispone) sbaglia un subalterno in un atto ed il cittadino chiede
lumi e correzioni, difficilmente scende a compromessi e si accolla i costi perchè alla fine è sempre colpa del cliente che non ha prestato la necessaria attenzione alla lettura del rogito.
I notai dichiarano tutto nei loro fatturati solo da quando il governo li ha costretti a pagarsi obbligatoriamente in assegni al di sopra di un certo importo (1.000) prima erano rose e fiori e non dimentichiamoci che c'è una bella differenza fra onorario repertoriale (che è quello che state ufficializzando) ed onorario effettivamente percepito (da tariffa distrettuale)!!!
Insomma senza continuare in esempi spiccioli, nessuno nega che per arrivare a fare il notaio ci siano anni ed anni di duro studio ed "apprendistato", ma sinceramente quello che ho sempre visto nel corso del tempo, negli occhi di ciascun praticante notaio, non era tanto la sete di conoscenza e l'amore per la certezza giuridica bensì il $dollaro$ di Paperon de Paperoni.
Ben venga se questi soldi vengono guadagnati onestamente facendo il proprio lavoro in prima persona, sapendo usare il pc, conoscendo direttamente le procedure meccanizzate e quelle telematiche sapendole mettere in pratica, leggendo gli atti direttamente e non facendoli leggere per "delega", dando una giusta retribuzione rapportata alle grosse responsabilità ai propri impiegati senza necessariamente usarli come capro espiatorio in momenti di bufera come questo spingendoli in piazza al proprio posto per poter rimanere "pubblici ufficiali puliti e dignitosi" ect, ect.
Bersani avrà anche le sue colpe peccando di superficialità ma chi è senza peccato...scagli la prima pietra...mentre chi ha gli scheletri negli armadi si ritiri in buon ordine ed aspetti serenamente che passi il nubifragio!
14 giugno 2007 0:00 - sabino lombardo
Buongiorno.
Sono notaio da 25 anni e vorrei invitare tutti ad alcune riflessioni.
- se doveste essere accusati di omicidio, vi rivolgereste ad un avvocato penalista o divorzista?
- dovendo farvi costruire la casa, vi rivolgereste ad un ingegnere aereospaziale o ad un ingegnere edile?
- dovendo farvi operare di tonsille,
andreste da un cardiochirurgo o da un otorinolaringoiatra.
Gli avvocati sono sicuramente bravissimi e, nelle loro specifiche materie, non hanno sicuramente nulla da imparare dai notai.
Il problema è che quando si parla di avvocati, come di quasi tutti i liberi professionisti, non si dice nulla, medici, ingegneri, avvocati sono termini generici.
Per quanto riguarda gli avvocati, per esempio, ci sono i penalisti, i civilisti, i matrimonialisti, gli amministrativisti, gli internazionalisti, i marittimi, delle assicurazioni, degli infortuni sul lavoro, degli infortuni stradali, e via dicendo.
Ognuno è specializzato nel suo campo, e degli altri ha solo i ricordi di quanto ha studiato all'università.
Volendo attribuire la preparazione e lo studio di un atto di vendita immobiliare, non l'autentica delle firme che è un fatto puramente materiale, agli avvocati, occorrerebbe innanzi tutto dire a quali avvocati questo potere va dato. Certamente non ai penalisti o ai matrimonialisti.
Gli unici che potrebbero avere una qualche competenza sono i civilisti.
Ma il diritto civile, a sua volta, ha moltissimi rami, uno dei quali è la contrattualistica.
In questo campo però, il professionista massimamente specializzato è il notaio, il quale da sempre si occupa di tale ramo del diritto, e fra l'altro, non è, come l'avvocato, un professionista di parte ma è un giudice fra le parti.
Pensate quanti avvocati, se dovesse passare la liberalizzazione, incomincerebbero a fare contratti avendo fino a quel momento trattato solo divorzi o incidenti stradali.
Pensate che festa per le grandi agenzie immobiliari ed i costruttori (Tecnocasa, Gabetti, eccetera) che assumerebbero giovani avvocati disoccupati e, a mille euro al mese, gli farebbero autenticare contratti di vendita imponendo loro, pena il licenziamento, di tacere al cliente l'esistenza di vizi, di irregolarità urbanistiche, di ipoteche, pignoramenti, mancate denuncie di successione, attestazioni energetiche, mancanza di abitabilità, inconguenze nelle risultanze catastali, divieti di vendita, prelazioni, patti successori, vincoli matrimoniali, eccetera.
Certo sarebbe comodo e veloce: avvocato che autentica presso l'agenzia, tempo di stipula 5 minuti, nessun problema.
Non più di un anno, e la proprietà immobiliare sarebbe al collasso.
Sarebbe come se andaste da un notaio per farvi difendere in una causa di omicidio: dovreste solo ringraziare che non esiste la pena di morte perchè non ve la leverebbe nessuno.
Altra cosa sulla quale vi invito a riflettere e la incongruenza del limite di 100.000 euro catastali.
O l'avvocato è capace di stipulare contratti, ed allora li faccia tutti, o non lo è, ed allora non ne faccia nessuno, perchè per una famiglia normale l'acquisto di un immobile del valore catastale di 100.000 euro, cui corrisponde un prezzo reale di circa 250.000, rappresenta l'investimento di tutti i suoi risparmi ai quali deve anche aggiugere il 90% delle volte i proventi di un mutuo.
Cosa rappresentano i 100.000 euro? un valore basso per il quale si può anche rinunciare alla sicurezza in nome delle liberalizzazioni (più realmente, diciamoci la verità, per una manciata di voti)? Lo sarà certamente per Bersani, ma non per chi ha sudato una vita per metterli da parte.
Da ultimo dove è il risparmio per il consumatore?
L'avvocato si farà ben pagare, o meglio, gli avvocati perchè nessun compratore andrebbe dall'avvocato del venditore o viceversa.
E ancora, non me ne vogliano gli avvocati, ma loro dovrebbero rivolgersi ad un notaio perchè, ripeto, per quanto bravissimi, non hanno la competenza specifica.
E ancora.
Chi cura dopo l'atto la registrazione, la trascrizione, la voltura catastale, il riallineamento mappe, la lquidazione delle imposte dovute, l'antiterrorismo, la comunicazione ai comuni?
Mi scuso per la prolissità, ma effettivamente gli attacchi che quasi quotidianamente ci vengono portati sono strumentali. Vi è qualche potere forte (banche, mediatori, grossi costruttori, faccendieri di ogni tipo) che vorrebbe venisse a crollare il controllo di legalità sugli immobili, che rappresentano un giro di affari vertiginoso, e che trovano nel notaio un ostacolo alle loro attività.
Se questi argomenti interessano realmente e aveste piacere di ulteriori informazioni su quella che è l'attività notarile, sono a vostra disposizione, gratuitamente, al mio indirizzo email
sabino,[email protected]
grazie per l'ospitalità
14 giugno 2007 0:00 - bruno cesarini
in relazione agli interventi relativi alla mancata liberalizzazione delle "autentiche" sulle compravendite immobiliari è opportuno leggere quanto articolino del Consiglio Nazionale del Notariato.
SICUREZZA GIURIDICA: I NUMERI
La principale funzione dell’attività notarile è esemplificata da una famosa dichiarazione del noto giurista Francesco Carnelutti: "Tanto più notaio, tanto meno giudice".
L’intervento notarile svolge una funzione di giustizia preventiva che con-tribuisce al contenimento del contenzioso, in un paese, come l’Italia, in cui c’è una forte vocazione alla litigiosità.
Si può fare l’esempio delle transazioni immobiliari, uno dei principali am-biti di attività del notaio, che tocca la vita di tutti i cittadini: il contenzioso su questi atti riguarda annualmente circa 50 casi su oltre 1.700.000, pari allo 0,0029% delle transazioni.
Per avere un riferimento di quanto incida l’effetto preventivo dell’attività notarile basta pensare che invece, il peso economico del contenzioso civile nel nostro Paese si aggira intorno all'1,7% del PIL (dati del rapporto Tillin-ghast relativi al 2005).
In considerazione del fatto che per i cittadini più deboli spesso andare in giudizio non è una scelta percorribile – data la durata e quindi i costi di cui si devono fare carico - è evidente che la sicurezza “a priori” garantita dall’intervento notarile protegge proprio i più deboli (mentre quella a po-steriori è un lusso riservato a chi ha più mezzi).
I rarissimi sinistri vengono interamente risarciti dall’assicurazione obbli-gatoria della categoria; i casi che non sono coperti dalla polizza RC ven-gono rimborsati da uno speciale fondo di garanzia costituito dalla catego-ria.
Va specificato che l'assicurazione dei notai risarcisce l'intero valore effetti-vo dell’immobile (ad esempio di una casa che fosse risultata ipotecata) a differenza delle title insurance dei paesi anglo-americani che, invece, ri-sarciscono solo il massimale assicurato, che nella maggioranza dei casi corrisponde alla somma prestata dalla banca al tempo dell’acquisto della casa.
Poniamo l’esempio di una casa che viene acquistata nel 2000 per un prez-zo dichiarato di 150.000 euro ed assicurata per la stessa somma, corri-spondente al mutuo; se, ad esempio nel 2004, quando la casa ha un va-lore di mercato di 220.000 euro, si scopre che c'era un'ipoteca, di cui nella vendita non ci si era accorti, l’assicurazione risarcisce solo i 150.000 euro originari.
In termini di analisi economia le title insurance sono una soluzione ineffi-ciente per il consumatore, perché non solo non garantiscono i diritti di proprietà ma nemmeno in via di risarcimento, il danno subito.
Tornando ai notai la responsabilità disciplinare poi può comportare la so-spensione o nei casi più gravi la destituzione.
L’attività del notaio è soggetta a stringenti controlli da parte dei consigli notarili, del Ministero della Giustizia (che ogni due anni sottopone a ispe-zione tutti gli atti dei notai attraverso i Conservatori degli Archivi Notarili) e delle Procure della Repubblica.
Inoltre, nel campo degli atti immobiliari, il notaio riscuote e versa allo Stato le imposte, senza alcun aggio.
Il notaio è responsabile personalmente e direttamente delle imposte con-nesse all’atto, anche quando il cliente non gliele abbia versate.
In questo modo nel 2005 i notai hanno incassato per lo Stato e versato all’Erario immediatamente e direttamente circa cinque miliardi di euro (10.000 miliardi delle vecchie lire, pari allo 0,35 % del PIL ).
Il valore economico dell’affidabilità dei registri pubblici L'affidabilità dei Registri Pubblici – ed in particolare la sicurezza delle situazioni proprieta-rie immobiliari e della loro circolazione – è sempre più un valore economi-co fondamentale, sia sotto il profilo soggettivo del cittadino acquirente, sia dal punto di vista oggettivo del mercato creditizio, che vede nella garanzia immobiliare il più importante dei "collateral" che inducono all'investimento ed al finanziamento di nuove attività produttive.
Dall’altro lato, gli immobili assumono un ruolo crescente – nell’economia sempre più globalizzata – quali strumenti di garanzia al fine dell’ottenimento del credito.
Gli stessi economisti incaricati dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale, tra cui in particolare Hernando De Soto, hanno sostenuto che la causa della povertà delle economie in sviluppo o in transizione (Africa, Oriente, Europa dell'Est) non sta nella mancanza di risorse "fon-diarie", bensì nella mancanza o inaffidabilità di "Registri immobiliari pub-blici" la cui attendibilità sia in qualche modo garantita dallo Stato.
I danni derivanti dall’inaffidabilità dei pubblici registri: le frodi informati-che dilaganti nel mondo di common law
Nei Paesi di common law (di diritto anglo-americano) l’affidabilità dei Re-gistri Pubblici, che in Italia è garantita dal controllo del notaio, con le re-sponsabilità e le garanzie connesse, è al centro di una dilagante ondata di frodi e danni economici causati da dati inattendibili, falsificati e fraudo-lentemente inseriti nei Registri o presentati agli operatori, spesso via in-ternet.
Un ruolo fondamentale viene giocato proprio dal massiccio impiego delle nuove tecnologie che, da strumento di efficienza all’interno di una strut-tura rigorosa di controlli preventivi, si rivelano un vero e proprio cavallo di Troia per frodi e falle nel sistema.
Un caso di particolare rilevanza è quello delle TITLE FRAUD (falsificazioni dei certificati di proprietà immobiliare), fenomeno particolarmente diffuso in Canada, dove sin dal 1999 è in funzione un sistema di pubblicità immo-biliare elettronico (praticamente identico a quello che si sta cercando di attuare in Inghilterra) con accesso aperto a più soggetti (anche privati) ed attuato con modalità elettroniche.
La title fraud consiste nel vero e proprio "furto" della proprietà immobi-liare ad inconsapevoli proprietari, con iscrizione nei Registri immobiliari di certificati di proprietà falsificati. Il frodatore può così ottenere dalla banca l’erogazione di un mutuo che viene garantito con l’iscrizione dell’ipoteca a carico dei beni appartenenti all’inconsapevole proprietario frodato.
Il risultato è che il vecchio proprietario da un punto di vista formale perde la casa a favore della banca che può vantare una ipoteca.
Il fenomeno – disastroso per i consumatori ma anche per il sistema ban-cario ed assicurativo
-ha provocato un tale allarme da portare, nel 2006, alla emanazione di una legge apposita per cercare di arginare il fenomeno (Bill 152). I danni provocati dalla title fraud sono stati stimati, nel 2005, in oltre 1,5 miliardi di dollari. Questo ha comportato l’aumento dei risarcimenti, per questo ti-po di danni, dal 6% del totale delle somme risarcite, nel 2000, al 33,3% nel 2005. Fino al 2006, essendoci la responsabilità diretta del Registro Immobiliare per questo tipo di danni, le assicurazioni si sono potute “rivalere” sul Fondo Pubblico istituito per risarcire i danneggiati, con con-seguente aggravio dei costi a carico della collettività. Dato che, proprio per questo motivo, il Bill 152 esclude la possibilità di rivalsa sul Fondo Pubblico, è prevedibile un nuovo inevitabile rialzo dei premi assicurativi e, se il fenomeno dovesse continuare o peggiorare, il rifiuto assicurativo per gli immobili.
Altri fenomeni di frodi (con danni gravissimi per i consumatori) derivanti da una scarsa affidabilità dei registri pubblici sono:
ID theft (furti di identità), in pratica una varietà di frodi realizzate con la falsificazione dei dati di persone, facilitati dall’accesso telematico senza controlli preventivi. Secondo un rapporto della Federal Trade Commission (FTC) del 2003 ha danneggiato il 4.6% dei consumatori americani sopra i 18 anni (pari a 9,91 milioni di persone), con perdite per 52,5 miliardi di dollari (di cui 47,6 miliardi di perdite per le imprese e 5 miliardi di dollari per i privati). In Canada, il Canadian Council of Better Business Bureaus (CCBBB) ha stimato perdite per i consumatori, banche ed altri operatori nell’ordine di 2,5 miliardi di dollari canadesi nel 2002; in Inghilterra il Go-verno ha stimato i danni provocati nel 2005 da ID theft in 1,7 miliardi di sterline, corrispondenti a circa 2,38 miliardi di euro, e la situazione è tal-mente grave che il governo ha creato un sito dedicato alla lotta alle frodi che coinvolgono il furto di identità.
Real estate fraud (frodi immobiliari) che, attraverso diversi schemi, hanno provocato danni enormi e che hanno come caratteristica comune la falsifi-cazione di documenti ed identità e la collaborazione di soggetti della pro-cedura transattiva (agenti immobiliari ecc…).
I soggetti protagonisti delle transazioni immobiliari indicano che, in Cana-da, il valore medio di un caso di frode immobiliare si aggira sui 300.000 dollari e la stima della “Quebec Association of Real Estate Agents and Bro-kers” è che il fenomeno ammonti a circa 1,5 miliardi di dollari l’anno. In Usa la questione è seguita con attenzione anche dall’Internal Revenue Service (il servizio di riscossione delle imposte sui redditi), perché implica notevoli riflessi anche fiscali in termini di perdite di gettito e riciclaggio. Al riguardo è stato presentato nel marzo 2007 un Rapporto “Real Estate Fraud: Facts, Figures and Closed Cases” dall’IRS Criminal Investigation.
Il fenomeno è in costante aumento in tutto il mondo anglo-americano, e si distingue in due fattispecie:
Mortgage fraud (frodi ipotecarie), fenomeno così grave, preoccupante ed in espansione
che il Federal Bureau of Investigation (FBI) da tempo lo sta monitorando e sta attivamente cooperando con molte istituzioni pubbliche e private per contrastarne la diffusione. La frode ipotecaria viene messa in relazione, oltre che con la più estesa possibilità di falsificazione offerta dalle tecnolo-gie informatiche, con il crescente affidamento delle istituzioni finanziarie
e non finanziarie su soggetti terzi intermediari non qualificati. Questo fe-nomeno ha creato molte opportunità per frodi organizzate fra i vari sog-getti coinvolti, soprattutto nel settore dei mutui. È evidente quindi l’importanza che riveste l’attendibilità dei soggetti che forniscono dati rile-vanti, dato che le ricadute in termini di perdite del sistema sono sempre
più elevate, soprattutto laddove si tratta di immobili, il cui valore medio è, come detto, di centinaia di migliaia di euro o di dollari. Su questo proble-ma l’FBI collabora, già da tempo, tra gli altri, con la National Notary Asso-ciation, proprio per “...combattere il problema delle frodi ipotecarie”.
Title fraud (falsificazioni dei certificati di proprietà immobiliare) di cui si è parlato. Car title fraud (frodi con falsificazione dei titoli di proprietà degli autoveicoli): nel marzo 2006 Rachel Weintraub, Direttore della Sicurezza dei prodotti della Consumer Federation of America, con oltre 50.000.000 di associati, ha reso al Congresso degli Stati Uniti una testimonianza circa la gravità dei danni subiti dai consumatori a causa del crescente fenomeno della falsificazione dei titoli di proprietà delle auto, quantificati in 11,3 mi-liardi di dollari l’anno.
Corporate fraud (frodi societarie): la c.d. corporate fraud è quella attuata tramite un utilizzo fraudolento delle modalità operative delle società, ac-compagnato dalla mancanza di adeguati controlli contabili e finanziari. In forte crescita il fenomeno di retrodatazione delle stock option (opzioni di acquisto delle azioni da parte dei manager), in modo da aumentarne il valore nel momento della vendita. In Italia il fenomeno della retrodatazio-ne si è arginato attraverso l’introduzione, nel 1993, della Legge Mancino, che ha preteso la garanzia dell’intervento notarile per i trasferimenti di partecipazioni societarie, proprio per la sua funzione di controllo di legali-tà. Il Federal Bureau of Investigation ha indicato la corporate fraud nel suo rapporto annuale sui “white-collar crimes” come principale priorità della Sezione Crimini Finanziari. Nel corso del 2006, sono stati 490 i casi di corporate fraud su cui l’FBI ha investigato: per dare una idea della di-mensione economica del fenomeno, soli 19 casi coinvolgono perdite per gli investitori di oltre 1 miliardo di dollari.
Sembra utile ricordare che i costi del contenzioso negli USA sono i più ele-vati al mondo, pari al 2,3% circa del Pil.
Consiglio Nazionale del Notariato

14 giugno 2007 0:00 - farmacista
Io sono profondamente sdegnata dall'odio sociale che questa sinistra riformista sta generando nei confronti delle libere professioni. Sono una farmacista di 30 anni e sono molto preoccupata, nn tanto per le sorti delle farmacie ( alla fine faremo di necessità
virtù, dando sfogo alle nostre capacità imprenditoriali rimaste finora soffocate) ma del servizio farmaceutico. Queste liberalizzazioni distruggeranno il nostro servizio farmaceutico...nn esiste che ci siano farmacie ( quelle attuali) strettamente vincolate al territorio e altre ( quelle che si verrebbero a creare) libere di impiantarsi dove meglio credono...questo porterà ad una deregolamentazione selvaggia e alla scomparsa delle oltre 6000 farmacie rurali che ci sono in italia...pensate forse che la grande distribuzione o queste "nuove farmacie" avranno alcun interesse ad impiantare la loro attività in piccole realtà rurali dove vivono poche anime? e in tutto questo, visto che si occultano i veri grandi interessi dietro quello del consumatore, che vantaggio ne trarrebbe il consumatore ,a parte il serio rischio di vedere scomparire la farmacia sotto casa e rimanere senza assistenza farmaceutica? Le sedi farmaceutiche si vincono per concorso ed è così proprio per assicurare un servizio di prima necessità su tutto il territorio nazionale senza alcuna discriminazione...pensateci.
14 giugno 2007 0:00 - ml
sicuramente si può migliorare....
ma mi spiace che per cattiva (e voluta )informazione e per inerzia o ignoranza (nel vero senso del termine) di noi cittadini, saremo ancora noi a pagare queste liberazioni presunte, mal formulate, mal coordinate con tutti gli istituti interessati, partorite alla velocità della luce senza alcun confronto con soggetti competenti; questo perchè ci si focalizza sul motto "pagare di meno" ma domandiamoci e verifichiamo se veramente è tutto così "a gratis" oppure se in realtà avremo spendite di tempo e danaro uguali se non superiori, nonchè inaffidabilità di quanto fatto e mancanza di responsabilità per chi ci assiste....

semplice impiegata (laureata in legge) che frequenta notai, commercialisti, avvocati e C.....è meglio che ognuno continui a fare il lavoro per cui ha studiato e si è preparato..e lo faccia meglio che può....sui costi si può ragionare ma sulla qualità e le responsabilità connesse non si può trattare. saluti.
14 giugno 2007 0:00 - Raffaella
Ho una spiacevole sensazione.
Ho recentemente acquistato l'auto usata del mio fidanzato e pertanto ci siamo rivolti ad un'agenzia per le pratiche necessarie.
Stupita dal costo del passaggio (ma non si risparmiano 500,00 euro senza la firma del notaio?) che mi è parso eccessivo rispetto al valore della vettura (si tratta di una non recente Saxo) ho chiesto spiegazioni al titolare dell'agenzia dal quale ho saputo che il costo dell'autentica del notaio era (e forse ancora è) di circa 25 euro oltre ad IVA e che l'importo dovuto per il passaggio di proprietà dell'auto è per la sua maggior parte composto da imposte varie a cui va aggiunto il compenso dell'agenzia e che pertanto nulla è cambiato.
Mi pare di aver letto che un politico, forse un esponente di governo, si è vantato che l'abolizione dell'autentica notarile per i passaggi delle auto ha comportato un risparmio per il cittadino/consumatore di circa 70 milioni di euro. Ma quante auto sono state vendute in Italia in meno di un anno? Quanti 25 euro (oltre IVA) ci sono in 70 milioni di euro?
Se ci hanno mentito su 25 euro, forse non è tutto oro quel che luccica nelle "lenzuolate".
L'accanimento contro le solite categorie, siano avvocati, taxisti, farmacisti o notai, mi da una spiacevole sensazione ..... che si intenda giocare alla liberalizzazione sulla pelle di noi consumatori per fare la pelle alle categorie che ai veri poteri sono scomode.
Riflettiamo
14 giugno 2007 0:00 - cittadino
SIAMO SICURI CHE LIBERALIZZARE VUOL SEMPRE DIRE VANTAGGIO PER IL CITTADINO-CONSUMATORE?!?

Riporto un articolo da poco pubblicato dal prof. Ugo Mattei, docente all'Università di Torino e all'University of California. MEDITIAMO, MEDITIAMO... e non cadiamo vittima dei facili slogan!

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Le domande che dobbiamo porci di fronte a un tentativo di riforma che attacca aspetti profondi della nostra cultura giuridica sono due:
a) che cosa non ci piace e vogliamo cambiare? – b) a chi giova il cambiamento?

a) Non ci piace che i notai, mandarini del diritto, guadagnino troppo grazie al loro monopolio. Dobbiamo però considerare che il notaio nel mondo romanista non è un semplice professionista privato. Il notariato è un’organizzazione professionale mista con forti tratti di pubblico. In ogni sistema giuridico l’organizzazione professionale stinge su molti aspetti del diritto sostanziale (diritti di proprietà) e processuale (accesso alla giustizia), sicché qualunque riforma in questo settore va condotta con cautela estrema e assoluta provvedutezza tecnica. Nella contrapposizione portante in occidente, quella fra common law angloamericano e sistemi c.d. romanisti, cui si iscrive anche il nostro diritto, il notariato svolge da secoli un ruolo chiave. Esso rimedia efficacemente, secondo la massima meglio prevenire (ex ante) che curare (ex post) la tradizionale debolezza del giudiziario continentale. Nello svolgimento di questa funzione di prevenzione della lite e di delimitazione certa dei diritti proprietari il notariato raggiunge i contesti più marginali e periferici: esso è presente dal Mali al Perù. Sorprende perciò che un argomento tanto peregrino quanto l’assenza del notaio nel mondo angloamericano, dove le corti giudiziarie hanno ben altra efficacia e prestigio e ben diversi poteri, possa essere avanzato in sede politica e giornalistica a sostegno di significative riduzioni del monopolio professionale. Occorrerebbe che ci si rendesse conto che questo monopolio è in gran parte giustificato dalla funzione pubblica del notaio e dal fatto che questo tipo di funzione, se svolta male, finisce per travolgere un bene pubblico essenziale per la legalità quale la certezza del diritto. D’altra parte, se è vero che i notai guadagnano molto (proprio come giudici e avvocati nel mondo angloamericano), è pur anche vero che esiste una buona ragione istituzionale perché ciò avvenga. Il notaio deve essere incorruttibile, deve mantenere prestigio sociale e deve perciò avere molto, moltissimo da perdere qualora si faccia corrompere. Le indubbie difficoltà dell’accesso alla professione e l’utilità attesa di lungo periodo dallo svolgimento della stessa svolgono nella tradizione romanista questa funzione di “assicurazione sociale” contro la corruzione. Proprio come per i giudici di common law.

b) Il notariato, composto da circa 5000 giuristi ha saputo organizzare un servizio pubblico, forse caro ma uniforme e di qualità, da Bolzano a Capo Passero. Ovunque sul territorio ci si può rivolgere ad un notaio, a differenza che a un medico o a un avvocato, senza preoccupazione particolare di essere finiti nelle mani di un incapace, pagando più o meno la stessa tariffa. L’assenza della necessità di scegliere contribuisce alla pace dello spirito, un po’ come quando un tempo, in regime di monopolio, non eravamo costretti a lavorare per gli oligopoli telecom scegliendo il piano “più vantaggioso” per non sentirci gonzi. Perché si vuole togliere oggi questa pace di spirito a chi comprando un immobile da 100.000 Euro in molti casi sta conducendo l’operazione economica più importante della sua vita? In mancanza di monopolio del notaio, come avvenuto in Inghilterra quando il modello Tatcher, seguito da Bersani, ha sottratto ai solicitors il monopolio del trasferimento immobiliare, ne approfittano gli oligopoli di banche e compagnie di assicurazione, veri nemici della legalità e dei controlli pubblici, che già pregustano il ricco mercato della “title insurance” che si apre di fronte a loro. Consegnare il controllo della legalità a questi soggetti è però come consegnare alla volpe il controllo del pollaio, perché nella migliore delle ipotesi sarà la cultura attuariale a sostituire quella giuridica, incentivando trasferimenti con un titolo di proprietà spurio quando l’accertamento sia troppo costoso per la banca o l’assicurazione. Il che significa per chi compra la casa (o l’automobile) che se cinque anni dopo salterà fuori il “vero” proprietario egli dovrà contentarsi di un risarcimento calcolato al momento dell’acquisto: con cui, dato l’andamento del mercato immobiliare, non si comprerà certo una casa uguale...

Del resto la battaglia contro il notariato è globale e viene condotta proprio in nome del libero mercato neoliberista e sulle ali dell’americanizzazione del diritto dagli oligopoli transnazionali che godono per il crollo di un controllo professionale approfondito ex ante che in qualche modo ne limita la spregiudicatezza affaristica. Il che, in mancanza di un sistema efficace di Corti e con l’accesso alla giustizia civile che ci ritroviamo, significa crollo della legalità. Ne vale la pena?
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