Per Gourry Mi spiace deluderti ma non corrispondo al
tuo profilo... Lavoro da più di diciotto anni in uno
studio notarile non ho fatto mai concorsi per lavorare (non
ne ho avuto bisogno per far valere le mie capacità) e per
natura non sono nè avida nè invidiosa. Parlo con
cognizione di causa. Ritenta sarai più fortunato.
P.S. Tu invece che fai di bello nella vita?
Ti limiti a scrivere su un forum???
17 giugno 2007 0:00 - Consumatore
Ho letto in un messaggio sotto riportato che non sarebbe
vero che i Notai guadagnino più degli altri ma che
semplicemente dichiarano tutto. Cos'è uno
scherzo. I Notai evadono esattamente come gli altri. Mi
è capitato in almeno due occasioni che due Notai diversi mi
abbiano chiesto una somma se tutto fatturato ed un altra se
fatturato parzialmente. I Notai sono sì ricchi ma mica
fessi
17 giugno 2007 0:00 - Gourry
Vabè dai Alice non sei credibile su :D Sei sicuramente una
che lavora presso qualche agenzia immobiliare oppure una
pluritrombata al concorso, quindi parli per avidità o per
invidia.
17 giugno 2007 0:00 - alice
Egregio notaio Lombardo La ringrazio per le chiarificazioni
di rito. Credo che si abbia entrambi ragione (senza
presunzione) I casi che lei ha prospettato sono casi
estremi se pur frequenti; l'erede che intende vendere
l'auto ex 2688 C.C. tralasciando gli altri eredi e la
relativa dichiarazione d'intestazione.... il presidente
del C.D.A. che si presenta senza delibera autorizzativa,
l'agenzia che chiude improvvisamente per crack
finanziario, un incendio improvviso agli archivi comunali
ect. ect. Tutto è possibile ma è inutile
fossilizzarsi sull'argomento. Mi complimento con
lei per i costi contenuti e per le regalie delle
certificazioni... si consideri una mosca bianca. Ma di
Notai ne siete 5.000 e purtroppo non ragionate per clichè
(forse ora che è entrato in vigore il disciplinare...ma
fatta la legge scoperto l'inganno) Quello che non
si evince dai suoi discorsi è che essendo voi una
categoria di pubblici ufficiali, sareste tenuti a prestare
tutti i servizi garantiti. La vostra non dovrebbe essere una
scelta bensì un obbligo. Il numero chiuso o il numero
allargato? E' assurdo anche solo sospettare che un
notaio rimane super partes solo se ha un tot di pasti caldi
garantiti per la propria famiglia mentre in caso contrario
è pronto a vendere (svendere)la sua
funzione e perdere l'imparzialità (cosa
gravissima). Ognuno dovrebbe fare il proprio dovere a
prescindere, per il solo fatto che crede davvero in quello
che fa e soprattutto in quello che è o dice di essere.
Testamenti pubblici? Encomiabili i suoi consigli ai
clienti e la rinuncia ai 700 euro di incasso...evidentemente
dalle sue parti esistono testatori in pace con le loro
famiglie, testatori che abbandonati ad un olografo non
rischiano post mortem di scatenare faide familiari con
azioni di impugnative annesse e connesse. E Le chiedo
egregio Notaio.... non sarebbe meglio rogare qualche
testamento pubblico in più a tutela di quel famoso
garantismo del cittadino di cui tanto si blatera e
rinunciare invece ad accanirsi così tanto verso le varande
liberalizzazioni? Dagli esempi che ha fatto non mi pare
certo il suo caso....ma le dico che quello che traspare è
che il pesce piccolo (leggasi testamento pubblico per soli
700 euro) non fa gola a nessuno, mentre invece se si viene
attaccati sulle fette grosse della torta (leggasi
compravendite, mutui, atti societari di qualsivoglia
fattispecie) allora il drago si risveglia ed inizia a
sputare fuoco. Non si preoccupi di santi al giorno
d'oggi ce ne sono veramente pochi o nessuno, è lei
stesso ad ammettere di avere allo stato attuale una certa
tranquillità economica... ed a parer mio è proprio quella
ed esclusivamente quella, che la lobby oggi vuol tenere
stretta fra i denti. I miei più sentiti complimenti
per essersi messo in gioco in un momento in cui la lobby
dice tacete altrimenti affondiamo ("silenzi
notarili") Ossequi
16 giugno 2007 0:00 - Gourry
Per cittadino: non si può e non si deve fare perché
il Notaio è (anche) un pubblico ufficiale ed in Italia per
esercitare poteri pubblici bisogna essere inquadrati ed a
numero chiuso (polizia, prefettura, enti vari ecc.ecc.), per
ovvi motivi. Si fa un concorso per espletare funzioni
pubbliche; si fa una abilitazione per espletare funzioni di
pubblica necessità o rilevanza (il che è ben diverso).
16 giugno 2007 0:00 - cittadino
anche se fosse solamente una abilitazione passerebbero
sempre quei 180-200 umani
ALLORA FACCIAMOLO E
VEDIAMO COSA SUCCEDE! NON SI PUO' STABILIRE PER LEGGE
QUANTI NOTAI SONO PROFESSIONALI E QUANTI NO!
16 giugno 2007 0:00 - Privato sottufficiale
Un poco alla volta ...
Alla domanda "Perchè
non abolire il numero chiuso?" il notaio sabino
lombardo: dà questa risposta: "Perchè il rischio
è quello di creare troppi notai con la conseguenza che non
vi sarebbe lavoro per tutti, in pratica come accade oggi per
gli avvocati. Questo porterebbe notai disposti a
vendere la funzione, a perdere l'imparzialità. Se ho
assoluto bisogno di fare almeno 10 atti al mese per
mantenere lo studio e la mia famiglia, non posso andare
troppo per il sottile". Diamine! Ci voleva tanto
per ammettere che il numero chiuso serve solo a garantire un
certo reddito? Corollario: se un notaio fa soltanto 7
atti al mese fa Harakiri oppure manda al diavolo
l'imparzialità. All'ottavo cliente che si
presenta il 30 del mese dice, senza mezzi termini, che non
può assicurare l'imparzialità perché in quel mese ha
incassato troppo poco ed i figli reclamano la pappa; se
vuole l'imparzialità deve rivolgersi a qualche collega
che, avendo stipulato almeno 10 atti, è più sereno perché
i figli sono satolli. Ovviamente l'assoluto
bisogno riguarda soltanto i notai ed i farmacisti.
Perché anche i farmacisti (vedi intervento di
"farmacista" del 14/6) sono preoccupati allo
stesso modo. L'attentato alla casta metterebbe in crisi
il servizio farmaceutico. Quanta pena mi fanno! Non
hanno potuto dare sfogo alle loro "capacità
imprenditoriali rimaste finora soffocate".
Ingegneri, architetti, avvocati, medici non convenzionati,
commercialisti, idraulici, elettricisti ... possono
rischiare di non avere clienti, perché non hanno famiglia e
spese di studio. Vivono di ideali e di aria pura.
16 giugno 2007 0:00 - Gourry
Caro carissimo SOTTO(ufficiale), è vero, il concorso
notarile è a numero chiuso, ma anche se fosse solamente una
abilitazione passerebbero sempre quei 180-200 umani, poiché
le prove di per sé sono molto difficili, visto che, in caso
di esito positivo, si sarebbe chiamati ad espletare una
funzione estremamente ardua e complessa, che non consiste
nel solo fare le visure, bensì nel padroneggiare con
maestria i diritti civile (d.i.p., persone, famiglia,
successioni, donazioni, obbligazioni, contratti,
trascrizione ecc.ecc.), commerciale (impresa, società,
titoli di credito ecc.ecc.), tributario (imposizione
indiretta ed accessori), urbanistico ecc.ecc., oltre alle
leggi e leggine pertinenti. Se lei avesse frequentato
anche solo per qualche mese uno studio notarile, avrebbe
potuto vedere che anche una infima e misera compravendita da
euro 10.000 può presentare delle rogne giuridiche di non
poco conto, e in questi casi, che sono tanti e multiformi, o
si ha una preparazione di elite o si soccombe, insieme al
cliente. Il diritto che si studia all'università
è solo il principio di un lungo percorso formativo. Non è
possibile capire cosa accade a Thestra quando si è ancora
all'inizio del viaggio. Una simile presunzione distingue
la comparsa dall'Eroe. Ed in ogni caso non saper
distinguere tra la vocazione forense e vocazione notarile è
tendenzioso nonché superficiale. Ti puoi chimare avvocato,
peppino o marcello ma se vuoi autenticare atti di
trasferimento immobiliare devi sostenere le prove che gli
altri sostengono per fare la stessa cosa, mi pare ovvio, no?
In ogni caso al concorso notarile possono partecipare tutti
i laureati in legge, quindi anche gli avvocati. Enjoy
;-)
16 giugno 2007 0:00 - sabino lombardo
Rispondo volentieri ai due interventi Autoveicoli:
1) Il passaggio di proprietà di un auto, nel mio studio,
costava euro 25/30 euro a seconda della potenza. Sono a sua
disposizione, anche via email, tutte le fatture fatte alle
agenzie, che certo nom mi pagavano in nero.
L'onorario di repertorio è, ed era: - auto nuove
euro 7,00 - auto usate euro 11,00 2) Controllo
targhe rubate: è vero, lo possono fare tutti, resta da
vedere se le agenzie o i comuni lo fanno. I notai lo
facevano perchè hanno una responsabilità penale, che non
è stata posta a carico anche delle agenzie o del
funzionario del comune. 3) Certificazioni per il PRA.
Non posso parlare anche per gli altri. Io lo facevo, e lo
faccio tutt'ora, gratis. Le preciso che le stesse sono
in esenzione da bollo in modo assoluto. Comunque
sarebbe interessante sapere una volta che l'agenzia ha
chiuso l'attività a chi si richiedono le
certificazioni. E le autentiche fatte dal Comune?
4) Immediata voltura al PRA: certamente, per gli acquirenti
che pagano subito la tassa di trascrizione, perchè
l'agenzia non le anticipa di sicuro. Io mi
riferisco a quegli acquirenti che chiedono solo
l'autentica, dichiarando che per la voltura andranno
personalmente, cosa che come lei ben sa è
possibilissima. 5) Autentiche fatte dalla segretaria:
questo nel mio studio non è mai avvenuto. Se Le è
accaduto, La prego di denunciare il collega sia alla Procura
della repubblica sia al consiglio notarile di
appartenenza. Sappia che il reato di falso, se Lei non
firma davanti al notaio, lo commette anche Lei ed anche Lei
è perseguibile penalmente, naturalmente non per falso in
atto pubblico, di cui risponde solo il notaio, ma per uso di
documento falso, accusa dalla quale non si potrà mai
difendere in quanto è ben cosciente che il documento è
falso perchè da lei non firmato davanti al notaio. La
pena è detentiva. 6) Protocollo di ingresso delle
agenzie auto: non è un "atto pubblico", e non fa
pubblica fede nè per quanto riguarda la data di
sottoscrizione nè per gli altri elementi. 7)
Antiriciclaggio: Lei si riferisce alle auto usate, e nemmeno
tutte, la maggior parte delle auto nuove supera di gran
lunga l'importo di euro 12.500 La informo,
comunque, che le agenzie per le quali lavoravo, ogni volta
che c'era da autenticare una auto di prezzo superiore ai
12.500 sostenevano, falsamente, che non avevano il potere di
farlo e mandavano i clienti da me. Alla fine mi sono seccato
e so che adesso li mandano da unaltro notaio. 8) Infine
Lei non ha toccato l'ultimo punto, il controllo dei
poteri di firma. Poichè lei mi sembra piuttosto
preparato, scendo in casi specifici. - Presidente del
consiglio di amministrazione di società: vendite fatte
senza il preventivo verbale autorizzativo del consiglio di
amministrazione, Le agenzie, e anche molti avvocati, (e
anche le mie segretarie), confondono fra amministrazione,
che spetta al consiglio, e rappresentanza, che spetta al
presidente; - Curatore fallimentare: vendite senza
autorizzazione del giudice delegato e parere del comitato
dei creditori; - eredi del defunto intestatario:
vendite senza atto di notorietà attestante chi siano gli
eredi (molte volte vorrebbe firmare un erede per tutti - ma
notaio non possiamo mica venire in 6 per una macchina);
- società con amministratori con firma congiunta per la
straordinaria amministrazione: firma unica, sostenendo che
per quanto riguarda la straordinaria amministrazione bisogna
fare riferimento al prezzo invece che all'oggetto
sociale. - auto intestata a minore per successione:
autorizzazione del giudice tutelare invece che del
tribunale, previo inventario ereditario. Potrei andare
avanti all'infinito. Avvocati. La Sua
osservazione è pertinente. Tuttavia Bersani non ha
istituito un albo speciale per gli avvocati futuri
autenticatori e non ha previsto un periodo di studio per
l'approfondimento specifico della materia contrattuale.
Quando fosse previsto tutto questo, verrebbero a cadere le
differenze fra notai e gli avvocati abilitati, purchè
naturalmente l'esame di abilitazione fosse serio quanto
quello di notaio. A questo punto però, se posso
permettermi, allora è meglio ampiare il numero dei notai,
senza abolire però il numero chiuso. Perchè non
abolire il numero chiuso? Perchè il rischio è quello
di creare troppi notai con la conseguenza che non vi sarebbe
lavoro per tutti, in pratica come accade oggi per gli
avvocati. Questo porterebbe notai disposti a vendere la
funzione, a perdere l'imparzialità. Se ho assoluto
bisogno di fare almeno 10 atti al mese per mantenere lo
studio e la mia famiglia, non posso andare troppo per il
sottile ed allora sarei portato a tacere al compratore
quelle circostanze che, se note, lo dissuaderebbero dal
comprare e mi appoggeri sulla assicurazione. Intanto
l'atto lo faccio, se poi le cose vanno male pagherà
l'assicurazione. Non voglio in nessun modo tentare
di far credere che sono un santo, anche perchè non è vero,
però è vero che su 4 atti che mi vengono richiesti, almeno
uno non viene stipulato perchè assolutamente inutile, se
non dannoso per il cliente. Questo lo posso fare
perchè ho una tranquillità econmica che mi consente un
giudizio sereno. Solo un esempio, per non annoiare
troppo. Faccio il notaio da 25 anni e in questi anni ho
ricevuto solo 9 testamenti pubblici. Perchè? Perchè basta
spiegare al cliente che facendo lui stesso un testamento
olografo, che ha lo stesso valore del pubblico, risparmia
circa 700 euro (che perdo io). E allora i 9 testamenti
pubblici che ho fatto? Sono tutti di persone che, o per
anzianità o per infermità, non erano in grado di scrivere
e, quindi, di testare per olografo. Sono veramente
grato a questo forum, ed a tutti quelli che vi
partecipano. Se a qualcuo interessa, posso inviare uno
schema di precauzioni da prendere, che è a disposizione di
tutti i miei clienti, prima di firmare un compromesso per
l'acquisto della casa. sabino lombardo
16 giugno 2007 0:00 - Privato sottufficiale
Per Gourry.
Visto che si è messo sulla buona
strada, faccia lo sforzo ulteriore di assemblare meglio il
ragionamento. Qualunque laureato in Giurisprudenza,
dopo il periodo di praticantato, può partecipare al
concorso per l'abilitazione all'esercizio della
professione forense. Se la consegue è libero di aprire il
suo studio. Altrettanto si faccia per la professione
notarile. Il numero chiuso è un'altra cosa.
E' tanto difficile da capire?
16 giugno 2007 0:00 - alice
Riporto per opportuna conoscenza una lettera pubblicata sul
BLOG degli impiegati notarili e scritta da Giannantonio
Pennino modesto e sommesso notaio riminese (post 474)
- ALLA FACCIA DELLA MODESTIA E SOPRATTUTTO
COMPLIMENTI PER LA TOLLERANZA VERSO LA LIBERTA' DI
PENSIERO E DI ESPRESSIONE -
di seguito il
testo: << NELL' ITALIA DEI " POVERACCI "
SOLO I NOTAI FANNO I SULTANI in un articoletto del
Resto del Carlino di martedì scorso , dal titolo NELL'
ITALIA DEI " POVERACCI " SOLO I NOTAI FANNO I
SULTANI il giornalista Massimo degli Esposti si stupiva
che i notai potessero guadagnare come 30 metalmeccanci o 9
commercialisti o 25 psicologi . Si rispondeva poi da solo
affermando che la colpa è " di una legge borbonica che
assicura loro numero chiuso, clienti-sudditi, tariffario
obbligatorio. Una categoria, anzi una casta , che sta alla
libera concorrenza come l' Erario sta alla
beneficenza. A Bersani vorremmo chiedere : ma per i
notai non avrebbe una bella lenzuolata ?"
Ecco la risposta di un mio collega : Rimini, 15 giugno
2007
Egregio Signor Massimo Degli Esposti,
Fino alla pubblicazione del Suo trafiletto sul
Carlino, Lei per me era un perfetto Carneade, ma dopo averlo
letto, dato il tenore dell’articolo, ho cercato di darLe
una fisionomia. Così l’ho immaginata intento a scrivere
il Suo pezzo, su di una panchina della stazione di Bologna,
sotto il sole, dando da mangiare ai piccioni.
Ma
veniamo al sodo.
Lei si stupisce che la categoria
dei Notai guadagni 20 volte di più delle altre e ci
definisce Sultani e forma questa strampalata convinzione
osservando l’importo delle nostre denunzie dei
redditi.
Val la pena che smetta di dare da
mangiare ai piccioni, per ascoltarmi un attimo.
Noi guadagnamo esattamente quanto guadagnano gli altri
professionisti, (avvocati, ingegneri, architetti,
commercialisti) o artigiani (stilisti, parrucchieri,
imbianchini ), o forse proporzionalmente meno, con la sola
differenza che noi dichiariamo tutto, perchè ogni e
qualsiasi nostra prestazione è annotata in un libricino,
che non si compra in cartoleria (di cui Lei sicuramente
ignora l’esistenza) e che si chiama REPERTORIO , sul quale
vengono per legge annotate tutte le operazioni e le
prestazioni da noi erogate ed il loro ammontare . Su dette
operazioni lo Stato percepisce delle tasse.
Quindi nulla sfugge!
Si è perso l’intervento
del Ministro di Pietro (fa parte di questo Governo!) quando
in TV , la scorsa settimana , ha espressamente detto che non
è vero che i Notai guadagnano di più, solo che dichiarano
tutto!! (Ma Lei guarda la televisione?)
Sicuramente noi guadagnamo anche perché abbiamo un gran
talento nel nostro mestiere, "non sovrumano" come
gentilmente Lei ci attribuisce. Indubbiamente però, per
formazione, cultura, organizzazione e capacità, noi
rappresentiamo non una "casta" (come Lei
rozzamente ci definisce) ma una "elite" del
diritto, concetto che dubito Lei possa comprendere, visto
che ci paragona ai metalmeccanici. (A proposito Lei, quanti
metalmeccanici vale?)
Che dire poi del paragone
con i commercialisti? Il loro principale compito è quello
di far pagare meno tasse ai loro clienti! E secondo Lei ,
nelle loro dichiarazioni dei redditi, cambiano sistema e si
mettono a dichiarare tutto?!
(Ma lei, non riesco
a darLe un’età, passa ancora le Feste Natalizie
aspettando Babbo Natale e la Befana?)
Senza poi
contare, Egregio Signor Degli Esposti, che su quello che Noi
dichiariamo, lo Stato affonda la sua golosa mano e
s’intasca una larghissima fetta di reddito!
Non voglio farLe perdere tempo e La ringrazio se
mi ha seguito fino a qui.
Chiudo tendendoLe un
ramoscello d’ulivo.
Quando il caldo torrido Le
impedirà di dare da mangiare ai piccioni e scrivere
siffatti articoli, prenda la macchina (spero che almeno una
Punto se la possa permettere) e scenda in Riviera, magari a
Rimini, dove io lavoro e davanti ad una grigliata di pesce,
(Lei sarà mio ospite, così potrà raccontare di essere
stato ospite di un Sultano di Rimini) io La metterò al
corrente dell’infinità di cose che Lei dimostra
d’ignorare sul mio mestiere. Forse riuscirà a rimuovere
quei preconcetti da cui pare inesorabilmente afflitto.
Una cortesia. Mi preavverta telefonicamente perché io
(come molti miei colleghi o Sultani che dir si voglia)
mediamente lavoro 12 ore filate al giorno, sabato compreso,
(la domenica la passo quasi sempre a leggere qualche
aggiornamento) e non esco dal mio studio prima delle 22 e
durante la giornata cerco di mettere a profitto quello che
ho imparato in 25 anni di professione, dopo aver studiato
duramente fino a 33 anni, mantenuto da mio padre che era
impiegato di Banca.
Mi auguro di farLe cambiare
idea, ma soprattutto auguro a me stesso che tante scellerate
scempiaggini e luoghi comuni, che grazie ad articoli
superficiali come il Suo, circolano sul mio mestiere,
possano essere ridimensionati e rivisti.
Se non
sarà così e la categoria dei Notai andrà perduta, potrò
sempre fare il giornalista come Lei ( mi pare che non
occorra un difficile concorso) ed utilizzare i Suoi stessi
metodi, creando quella aspirata concorrenza , frutto di
liberalizzazione che Lei, insieme al Suo amico Bersani,
tanto dimostrate di bramare.
Spero con maggiore
stima futura, Suo
Giannantonio Pennino Notaio in
Rimini
P.S. Non spero che questa lettera venga
pubblicata . Spero solo che la legga e cominci a
ragionare.>>
D'ACCORDO CHE E' ARRABBIATO
PER LA SITUAZIONE ...MA POI PERCHE' MI CHIEDO?
FORSE HA BISOGNO DI QUALCHE METALMECCANICO E NON RIESCE A
TROVARNE SULLA PIAZZA??? O FORSE E' OFFESO
PERCHE' A BREVE SIA BABBO NATALE CHE LA BEFANA ANDRANNO
A CASA DEGLI AVVOCATI PASSANDO DRITTI DAVANTI CASA SUA???
16 giugno 2007 0:00 - alice
per marina lamonarca.
C'ERA PROPRIO BISOGNO
DI UNA VENTATA D'ARIA PURA NEL NOSTRO GOVERNO.
CERTO RIMANGONO PUR SEMPRE I CORROTTI DI UNA E
DELL'ALTRA SPONDA MA PER FORTUNA SONO ENTRATI UOMINI
DETERMINATI PERSONE (PRESIDENTI O NO DELLA REPUBBLICA) CHE
NON SI FANNO INTIMORIRE DA QUESTA O DA QUELLA CASTA
SOCIALE. SPERO CHE IN QUESTA LOTTA FRA TITANI (AVVOCATI
CONTRO NOTAI, GLI SCOMMETTITORI LI DANNO 3 A 1) NOI
CITTADINI NON CI FAREMO ABBINDOLARE E RIUSCIREMO A RIMANERE
LUCIDI PER POTER SOSTENERE FINO IN FONDO I RAPPRESENTANTI
POLITICI CHE CI SIAMO SCELTI E CHE NON STANNO FACENDO ALTRO
CHE PORTARE AVANTI IL LORO LAVORO IN MODO ONESTO E
TRASPARENTE. CERTO...NECESSARIAMENTE QUALCUNO
DOVRA' FARNE LE SPESE (QUALCUNO PERDERA' UNA FETTA
PIU' O MENO GROSSA DEL SUO PANE QUOTIDIANO) MA IN FONDO
ESISTE QUALCOSA CHE SI CHIAMA "EVOLUZIONE"
"INNOVAZIONE"
......."LIBERALIZZAZIONE"....DALLE SCHIAVITU'
IMPRENDITORIALI E LOBBISTICHE IN CUI CI RITROVIAMO
AVVINGHIATI NOSTRO MALGRADO.
BASTA GUARDARE UN
PAIO DI PUNTATE DI "ANNO ZERO" PIUTTOSTO CHE DI
"REPORT" - NON STO PARLANDO DI TV SPAZZATURA MA DI
GENTE CHE HA IL CORAGGIO DI FARE DENUNCE PESANTI ALLA
CHIESA, ALLA POLITICA, ALL'IMPRENDITORIA, ALLE CASTE
PLURISECOLARI.... SIAMO NELLE MANI DI GENTE CORROTTA E
CORRUTTIBILE ASSETATA DI POTERE E DI SUPREMAZIA - GENTE CHE
TRAMA ALLE NOSTRE SPALLE PER I LORO SPORCHI INTERESSI (PARLO
DEL SIGNOR TELECOM, DEL SIGNOR PARMALAT, DEL SIGNOR BANCA
D'ITALIA, DEL SIGNOR "SOTUTTOIO - leggasi sua
maestà Silvio Berlusconi- ) TUTTA GENTE CHE CI MANIPOLA
COME MARIONETTE SPESSO A NOSTRA INSAPUTA.
SEMMAI
IL SIGNOR BERSANI ED IL SIGNOR PADOA SCHIOPPA (perchè
signori si nasce e non si diventa facendo i politicanti)
AVRANNO MAI NOTIZIA DEL MIO SCRITTO SU QUESTO BLOG - VORREI
CHE RACCOGLIESSERO I MIEI PIU' SENTITI RINGRAZIAMENTI
PER IL LORO OPERATO.
BEN FIERA DI PAGARE QUALCHE
SOLDO IN PIU' DI TASSE...PREFERISCO GUARDARE LONTANO E
SO CHE IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI!!!
A CIASCUNO
IL SUO
16 giugno 2007 0:00 - alice
rispondo al notaio Sabino Lombardo in merito alle autentiche
auto. A me non risulta che l'onorario percepito da
un notaio per un autentica vendita auto sia di soli 25
euro. Questo è forse l'onorario da repertorio, la
realtà è un altra. Costo dell'autentica euro
60/70 (di cui solo 14,62 per marca da bollo) oppure euro
80/100 nel caso di doppio originale. Oneri da
sostenere: 1) passaggio a repertorio (5 minuti o forse
meno) 2) raccolta della firma(spesso demandata agli
impiegati - inutile scomodarsi per un passaggio
d'auto) 3) comunicazioni antiriciclaggio per
importi superiori ai 12.500 pressochè nessuna (quasi tutti
scelgono di dichiarare prezzi inferiori trattandosi per
l'appunto di auto usate) 4) eventuali
certificazioni future da annotazioni a repertorio al costo
in media di 30/50 euro esclusa la marca da bollo eventuale
(pensavate fosse gratis? Si magari!) 5) controllo delle
auto rubate sul sito polizia di stato.it (niente di speciale
può farlo chiunque in possesso di un pc, il sito e le sue
informazioni, tra l'altro non garantite ma fornite solo
a livello informativo, sono alla portata di tutti) 6)
l'atto di vendita anche se fatto in agenzia ha la stessa
garanzia (e gli stessi costi) di quello fatto dal
notaio...anzi avendo le agenzie il collegamento telematico
diretto al PRA LA TRASCRIZIONE E' PRATICAMENTE
SIMULTANEA(questo ai notai ancora manca infatti si limitano
a consegnare il doppio originale od il CDP
all'acquirente del caso a cui rimarrà cura esclusiva
far eseguire la trascrizione nei 60 giorni a venire) 7)
quanto alla repertoriazione delle vendite d'auto,
similarmente ogni agenzia deve tenere un protocollo
d'ingresso che dia certezza alle vendite concluse presso
di esse. BENE BERSANI SARA' FORSE ANCHE UN FACILONE
(COSA CHE NON MI SEMBRA VERA VISTO IL RASTRELLAMENTO A
TAPPETO CHE STA CONDUCENDO)....MA SIAMO SICURI CHE SIA
PROPRIO LUI A RACCONTARE LE BARZELLETTE????
una cittadina che preferisce stare dalla parte della
verità
16 giugno 2007 0:00 - PYMoretti
Per Anonimo (che nome poco originale!), le risponde chi
negli Usa ha vissuto gran parte della sua vita. La sua
osservazione e' giusta: chi compra un medicinale con
obbligo di prescrizione negli Usa paga spesso molto di
piu' che in Italia. Io assumo due farmaci
quotidianamente: negli Usa li pagavo fino a 150 euro/mese,
qui in Italia me li passa lo Stato
"gratuitamente". Un bel risparmio!
Pero' la inviterei a riflettere anche su un altro
aspetto. Con una famiglia di tre persone (presto quattro),
negli Stati Uniti non dovevo pagare alcuna tassa federale
fino a circa 20-25 mila euro annui di stipendio familiare.
In Italia, con lo stesso stipendio, sono alcune migliaia di
euro le tasse che dovrei allo Stato, che presumibilmente le
utilizzerebbe anche per passare gratuitamente (o a prezzi
ridotti) le medicine. Sempre negli Usa, con
un'assicurazione di circa 200-300 euro l'anno, posso
pagare solo il 20% di tutti i medicinali con obbligo di
prescrizione (il resto e' rimborsato). Infatti, con i
soldi che ci costa (pro capite) il Servizio Sanitario
nazionale, potremmo tutti avere super-assicurazioni private
sulla salute, che passano medicinali e tutto il resto.
Quindi attenzione quando si dice che le medicine costano
meno in Italia. Costano meno quando si paga alla cassa, ma
alla fine dell'anno, fra tasse e sprechi, stia sicuro
che in Italia le medicine (e l'assistenza sanitaria)
costano ai cittadini molto, molto di piu'.
Naturalmente gli Usa hanno altri grossi problemi col sistema
sanitario (ad esempio, 40 milioni di cittadini che non
possono permetterselo, perche' ne' benestanti
ne' poveri abbastanza per rientrare nel sistema
pubblico). Su questo, non vi e' dubbio, l'Italia
supera gli Usa. Vorremmo solo prendere cio' che
l'esperienza anglosassone, piu' sensibile alle leggi
di mercato, ci puo' insegnare di buono. Riteniamo che
aprire la vendita (e quindi anche la distribuzione) dei
medicinali al mercato potra' portare ad una forte
riduzione dei costi. Tutto qua.
15 giugno 2007 0:00 - Gourry
x Privato sott.: Niente impedisce all'aspirante
avvocato autenticatore di sottoporsi al concorso notarile,
no? Allora facciamo così, visto che si vuole
liberalizzare la funzione notarile a favore degli avv., che
si liberalizzi anche quella forense a favore dei Notai.
Permettiamogli di patrocinare in giudizio, tanto fanno
sempre parte del settore legale, no? Ed inoltre
aboliamo le odiose specializzazioni per i medici. Che un
cardiologo possa occuparsi di ossa e che un becchino arrivi
a resuscitare i morti. Io posso fare tutto ciò ma
dovete appoggiarmi, figlioli. Dovete pregare Zed.
15 giugno 2007 0:00 - Pierino
Io non sono un Notaio,però cambio spesso le auto per motivi
di lavoro. Con la liberalizzazione mi costa 160 € per
vendere la vecchia auto, di trascrizioni che prima non
c'erano,si pagava solo 30 euro, dal notaio,naturalmente
gratis per l'acquisto ,a parte le tasse.
15 giugno 2007 0:00 - anonimo
Cara ADUC, tu che decanti tanto l'america e ti nascondi
dietro gli interessi dei consumatori , perchè nn la
racconti tutta la favola sui prezzi dei medicinali negli
USA? Sarà anche vero che i farmaci da banco costano molto
meno che in italia, ma perchè nn dici anche quanto in più
costano quelli con obbligo di prescrizione a carico dei
cittadini? Tanto per dare un idea ai vostri utenti,
qualche anno fa ho pagato in america un semplice collirio
antibiotico che in italia costa nn più di 7 euro, la
bellezza di 70$...altro che dito in un occhio, questa è una
bella trave nel culo!!!!
15 giugno 2007 0:00 - Privato sottufficiale
Per il notaio Sabino Lombardo.
Ammesso che il suo
discorso sulla specializzazione sia corretto in tutte le sue
sfaccettature, che cosa impedisce all'avvocato civilista
(o a qualunque altro avvocato) di curare in particolare la
sua preparazione nella materia contrattualistica?
Basterebbe istituire una abilitazione ad hoc.
15 giugno 2007 0:00 - sabino lombardo
Intervengo ancora per parlare della liberalizzazione dei
passaggi di proprietà delle auto, prendendo lo spunto da un
intervento pubblicato su questo sito. L'onorario
notarile per tale tipo di atto era, ed è tutt'ora, di
circa 25/30 euro, a seconda della cilindrata. Tutto il
resto era, e sono tutt'ora, tasse da pagare allo stato,
che arrivano fino ad 800 euro a seconda della potenza
dell'auto. Non chiedo di essere creduto sulla
parola, fate una telefonata al PRA A fronte di un
compenso di euro 25,00 io provvedevo: - a controllare
sul sito "poliziadistato.it" che la targa della
macchina non fosse fra quelle rubate; - a controllare i
poteri di firma di chi vendeva (amministratore di società,
curatore del fallimento, eredi dell'originario
proprietario ecc); - ad autenticare la firma ed a
repertoriare l'atto; - a compilare il modulo
antiriciclaggio, per vendite di prezzo superiore a 12.500
euro; - a rilasciare certificazioni in caso di
contestazioni per mancata trascrizione al PRA. La
liberalizzazione ha lasciato inalterati i costi, anzi amici
mi dicono che le agenzie prendono di più dei 25 euro che
prendevo io, ed ha abolito ogni forma di controllo.
Tuttavia l'aspetto peggiore, che probabilmente sarà
capitato già a molti, è il seguente. Per il codice
civile fino a quando l'atto di vendita non è trascritto
al PRA, il venditore è sempre responsabile della macchina,
sia per i danni da essa causati sia per le multe
contestate. Ad esempio, se il compratore posteggia in
divieto di sosta ed il vigile gli eleva una contravvenzione,
la multa verrà notificata a chi risulta esserne
l'intestatario al PRA. Siccome il vero costo del
passaggio di proprietà è quello che si paga al PRA, molti
compratori non eseguono la voltura e continuano a girare con
la macchina intestata al venditore. Se vengono fermati
dimostrano di esserne proprietari, e di non averla rubata,
esibendo l'atto di vendita e dicendo che la voltura è
in corso. In tale modo il pagamento di qualsiasi multa
o danno viene chiesto al venditore. Per sopperire a
questa situazione, il notaio poteva rilasciare
certificazioni, aventi valore di atto pubblico (per capirci
sentenza passata in giudicato) attestanti l'avvenuto
passaggio di proprietà, la data della vendita, ed i dati
del compratore. Esibendo tale certificazione ai
competenti organi, il venditore era esente da ogni
responsabilità. Tale certificazione non può essere
oggi rilasciata dalle agenzie perchè non hanno il
"repertorio", atto pubblico in cui vengono
trascritti e conservati, per sempre, tutti gli atti
notarili, prima dal notaio che li ha ricevuti e poi, alla
sua morte o pensionamente, dall'archivo notarile di
competenza, organo del Ministero di Grazia e Giustizia.
Che mi crediate o no, io sono ben contento che Bersani abbia
deciso l'abolizione dell'autentica notarile, in
quanto era una attività ad altissimo rischio. Pensate
solo al numero di macchine rubate ogni anno, che entrano nel
circuito dell'usato nei modi più impensati. Ho
invece dei dubbi che tale abolizione abbia portato vantaggi
ai consumatori. La vera riforma, insistentemente
chiesta dal Consiglio Nazionale del Notariato, era di
considerare gli autoveicoli come normali beni mobili (oggi
sono beni mobili registrati). Naturalmente Bersani se
ne è ben guardato, visto che la registrazione produce per
l'erario un gettito rilevantissimo. Tuttavia, per
gettare fumo negli occhi, ha sbandierato, ben sapendo che
non era vero, che la sua liberalizzazione avrebbe portato
per i consumatori un risparmio di circa 500 euro per ogni
compravendita di autoveicolo. Non mi sembrano cose
serie. Se Bersani vuole abolire i notai, lo faccia,
chiediamo solo che non racconti vere e proprie
barzellette. Prima che mi venga contestato, preciso che
l'attività di vendita di autoveicoli, pur non
piacendomi affatto, la svolgevo perchè è quella rifiutata
dagli studi più importanti e permetteva ai notai di fresca
nomina di cominciare a farsi conoscere dal pubblico.
Entrato in quel giro era difficile uscirne, perchè si
creavano con le agenzie rapporti di amicizia ed era poco
corretto dire ad un certo punto "ormai non ho più
bisogno di te vai da una altra parte". sabino
lombardo
15 giugno 2007 0:00 - disilluso
X FARMACISTA
Ha regione a sdegnarsi
dell'odio generato verso le libere professioni. E'
il frutto di una campagna denigratoria messa in atto
dall'attuale governo ai danni di queste categorie,
grazie al detrminante contributo di una larga fetta di
informazione che informa sotto dettatura. Hanno creato
dei demoni per poi dimostrare , combattendoli, di essere
buoni e bravi. Per vedere l'efficacia di tale
piano, basta vedere come alcune associazioni dei consumatori
si muovono nei confronti di queste categorie, lasciando
indenni altre categorie (ben più determinanti dal punto di
vista dei soldi dei cittadini consumatori) come ad esempio i
pubblici dipendenti, i politici, i manager delle grandi
aziende a capitale pubblico etc.etc. Per quello che
vale, ha la mia solidarietà.
15 giugno 2007 0:00 - ml
visto se ne fa solo una questione di soldi, poichè mi
sembra di percepire che di competenza e responsabilità non
gli e ne frega niente a nessuno, mi spiegate come mai per un
atto di cv un notaio che è sostituto di imposta prende
meno, ho visto anche la metà (n.b. comprese le tasse da
girare al sig. stato) che un mediatore percepisce (udite
udite dalla sola parte acquirente...perchè ovviamente lui
il mediatore i soldi li prende da entrambe le parti e n.b.
mica vi fa acquistare la casa...ma vi ha solo messo in
contatto e fatti vostri se poi la casa per tanti motivi non
l'acquistate...) vi sembra normale questo????? per non
parlare dei mediatori creditizi..................se vogliamo
mettere in discussione l'intero sistema
facciamolo...questo si nell'interesse del
consumatore...mentre per adesso mi pare nebuloso
l'interesse di chi si stia tutelando....
15 giugno 2007 0:00 - Franco
Un paio d'anni fa ho acquistato casa da un'impresa,
la quale aveva fatto predisporre un contratto preliminare da
un suo avvocato. Prima di firmarlo ho avuto la buona idea di
farlo leggere ad un notaio, grazie al quale ho potuto
togliere dal contratto un sacco di clausole che definire
"capestro" è poco.
Adesso, con questa
bella pensata di dare anche agli avvocati il potere di
autenticare i passaggi di proprietà, mi chiedo: quante
imprese si doteranno del proprio avvocato "di
fiducia" e faranno firmare agli sprovveduti acquirenti,
senza il controllo imparziale del notaio, dei contratti
"capestro"? Il tutto - magari - con lo specchietto
per le allodole del risparmio sulle spese
dell'autentica!
Io credo che i nostri
politici dovrebbero riflettere bene sulle conseguenze
negative che certe proposte, se attuate (e speriamo che non
lo siano), porterebbero a carico dei cittadini più
indifesi.
15 giugno 2007 0:00 - marina lamonarca
credo che sia giunto il momento di fare sentire la nostra
voce con una grande manifestazione di piazza questa volta a
SOSTEGNo del governo. Non si può manifestare sempre e solo
contro ma anche per sostenere il governo quando sta cercando
di dare una scossa al nostro paese addormentato e
imbalsamato. Dobbiamo sostenere il governo affinchè vada
avanti con le liberalizzazioni contro le caste dei notai,
benzina, farmacisti e quant'altro. Se i notai (o megli i
loro dipendenti) così come le altre categorie sono scese in
piazza contro le liberalizzazioni, i milioni di cittadini
che invece ne trarrebbero un grande vantaggio DEVONO farsi
sentire. Solo così i nostri governanti si decideranno a
fare ciò che era nel programma elettorale e che oggi non si
riesec a fare perchè troppe sono le resistenze delle
miriadi di "caste" in cui è suddiviso il nostro
paese di cui la "casta dei politici" di cui si
parla tanto in questi giorni non è altro che lo specchio di
una realtà troppo diffusa che sfinirà per soffocare il
nostro bel paese. Organizziamo quindi una grande
manifestazione a sostegno del governo per le
liberalizzazioni e non cediamo al ricatto delle varie
categorie. Io ci sono
15 giugno 2007 0:00 - alice
A me sembra che i Notai si siano fatti mortali e siano scesi
in terra in questo blog solo perchè hanno il terreno che
trema sotto i loro piedi e quindi visto l'attuale volta
faccia politico e le incertezze future in parlamento, non
hanno che da giocarsi l'ultima carta che è quella di
abbindolare il consumatore con le loro teorie. In
pratica, invece, quando ad esempio il notaio (o chi per lui
predispone) sbaglia un subalterno in un atto ed il cittadino
chiede lumi e correzioni, difficilmente scende a
compromessi e si accolla i costi perchè alla fine è sempre
colpa del cliente che non ha prestato la necessaria
attenzione alla lettura del rogito. I notai dichiarano
tutto nei loro fatturati solo da quando il governo li ha
costretti a pagarsi obbligatoriamente in assegni al di sopra
di un certo importo (1.000) prima erano rose e fiori e non
dimentichiamoci che c'è una bella differenza fra
onorario repertoriale (che è quello che state
ufficializzando) ed onorario effettivamente percepito (da
tariffa distrettuale)!!! Insomma senza continuare in
esempi spiccioli, nessuno nega che per arrivare a fare il
notaio ci siano anni ed anni di duro studio ed
"apprendistato", ma sinceramente quello che ho
sempre visto nel corso del tempo, negli occhi di ciascun
praticante notaio, non era tanto la sete di conoscenza e
l'amore per la certezza giuridica bensì il $dollaro$ di
Paperon de Paperoni. Ben venga se questi soldi vengono
guadagnati onestamente facendo il proprio lavoro in prima
persona, sapendo usare il pc, conoscendo direttamente le
procedure meccanizzate e quelle telematiche sapendole
mettere in pratica, leggendo gli atti direttamente e non
facendoli leggere per "delega", dando una giusta
retribuzione rapportata alle grosse responsabilità ai
propri impiegati senza necessariamente usarli come capro
espiatorio in momenti di bufera come questo spingendoli in
piazza al proprio posto per poter rimanere "pubblici
ufficiali puliti e dignitosi" ect, ect. Bersani
avrà anche le sue colpe peccando di superficialità ma chi
è senza peccato...scagli la prima pietra...mentre chi ha
gli scheletri negli armadi si ritiri in buon ordine ed
aspetti serenamente che passi il nubifragio!
14 giugno 2007 0:00 - sabino lombardo
Buongiorno. Sono notaio da 25 anni e vorrei invitare
tutti ad alcune riflessioni. - se doveste essere
accusati di omicidio, vi rivolgereste ad un avvocato
penalista o divorzista? - dovendo farvi costruire la
casa, vi rivolgereste ad un ingegnere aereospaziale o ad un
ingegnere edile? - dovendo farvi operare di
tonsille, andreste da un cardiochirurgo o da un
otorinolaringoiatra. Gli avvocati sono sicuramente
bravissimi e, nelle loro specifiche materie, non hanno
sicuramente nulla da imparare dai notai. Il problema è
che quando si parla di avvocati, come di quasi tutti i
liberi professionisti, non si dice nulla, medici, ingegneri,
avvocati sono termini generici. Per quanto riguarda gli
avvocati, per esempio, ci sono i penalisti, i civilisti, i
matrimonialisti, gli amministrativisti, gli
internazionalisti, i marittimi, delle assicurazioni, degli
infortuni sul lavoro, degli infortuni stradali, e via
dicendo. Ognuno è specializzato nel suo campo, e degli
altri ha solo i ricordi di quanto ha studiato
all'università. Volendo attribuire la preparazione
e lo studio di un atto di vendita immobiliare, non
l'autentica delle firme che è un fatto puramente
materiale, agli avvocati, occorrerebbe innanzi tutto dire a
quali avvocati questo potere va dato. Certamente non ai
penalisti o ai matrimonialisti. Gli unici che
potrebbero avere una qualche competenza sono i
civilisti. Ma il diritto civile, a sua volta, ha
moltissimi rami, uno dei quali è la contrattualistica.
In questo campo però, il professionista massimamente
specializzato è il notaio, il quale da sempre si occupa di
tale ramo del diritto, e fra l'altro, non è, come
l'avvocato, un professionista di parte ma è un giudice
fra le parti. Pensate quanti avvocati, se dovesse
passare la liberalizzazione, incomincerebbero a fare
contratti avendo fino a quel momento trattato solo divorzi
o incidenti stradali. Pensate che festa per le grandi
agenzie immobiliari ed i costruttori (Tecnocasa, Gabetti,
eccetera) che assumerebbero giovani avvocati disoccupati e,
a mille euro al mese, gli farebbero autenticare contratti di
vendita imponendo loro, pena il licenziamento, di tacere al
cliente l'esistenza di vizi, di irregolarità
urbanistiche, di ipoteche, pignoramenti, mancate denuncie di
successione, attestazioni energetiche, mancanza di
abitabilità, inconguenze nelle risultanze catastali,
divieti di vendita, prelazioni, patti successori, vincoli
matrimoniali, eccetera. Certo sarebbe comodo e veloce:
avvocato che autentica presso l'agenzia, tempo di
stipula 5 minuti, nessun problema. Non più di un anno,
e la proprietà immobiliare sarebbe al collasso.
Sarebbe come se andaste da un notaio per farvi difendere in
una causa di omicidio: dovreste solo ringraziare che non
esiste la pena di morte perchè non ve la leverebbe
nessuno. Altra cosa sulla quale vi invito a riflettere
e la incongruenza del limite di 100.000 euro catastali.
O l'avvocato è capace di stipulare contratti, ed allora
li faccia tutti, o non lo è, ed allora non ne faccia
nessuno, perchè per una famiglia normale l'acquisto di
un immobile del valore catastale di 100.000 euro, cui
corrisponde un prezzo reale di circa 250.000, rappresenta
l'investimento di tutti i suoi risparmi ai quali deve
anche aggiugere il 90% delle volte i proventi di un
mutuo. Cosa rappresentano i 100.000 euro? un valore
basso per il quale si può anche rinunciare alla sicurezza
in nome delle liberalizzazioni (più realmente, diciamoci la
verità, per una manciata di voti)? Lo sarà certamente per
Bersani, ma non per chi ha sudato una vita per metterli da
parte. Da ultimo dove è il risparmio per il
consumatore? L'avvocato si farà ben pagare, o
meglio, gli avvocati perchè nessun compratore andrebbe
dall'avvocato del venditore o viceversa. E ancora,
non me ne vogliano gli avvocati, ma loro dovrebbero
rivolgersi ad un notaio perchè, ripeto, per quanto
bravissimi, non hanno la competenza specifica. E
ancora. Chi cura dopo l'atto la registrazione, la
trascrizione, la voltura catastale, il riallineamento mappe,
la lquidazione delle imposte dovute, l'antiterrorismo,
la comunicazione ai comuni? Mi scuso per la
prolissità, ma effettivamente gli attacchi che quasi
quotidianamente ci vengono portati sono strumentali. Vi è
qualche potere forte (banche, mediatori, grossi costruttori,
faccendieri di ogni tipo) che vorrebbe venisse a crollare il
controllo di legalità sugli immobili, che rappresentano un
giro di affari vertiginoso, e che trovano nel notaio un
ostacolo alle loro attività. Se questi argomenti
interessano realmente e aveste piacere di ulteriori
informazioni su quella che è l'attività notarile, sono
a vostra disposizione, gratuitamente, al mio indirizzo
email sabino,[email protected] grazie per
l'ospitalità
14 giugno 2007 0:00 - bruno cesarini
in relazione agli interventi relativi alla mancata
liberalizzazione delle "autentiche" sulle
compravendite immobiliari è opportuno leggere quanto
articolino del Consiglio Nazionale del Notariato.
SICUREZZA GIURIDICA: I NUMERI La principale funzione
dell’attività notarile è esemplificata da una famosa
dichiarazione del noto giurista Francesco Carnelutti:
"Tanto più notaio, tanto meno giudice".
L’intervento notarile svolge una funzione di giustizia
preventiva che con-tribuisce al contenimento del
contenzioso, in un paese, come l’Italia, in cui c’è una
forte vocazione alla litigiosità. Si può fare
l’esempio delle transazioni immobiliari, uno dei
principali am-biti di attività del notaio, che tocca la
vita di tutti i cittadini: il contenzioso su questi atti
riguarda annualmente circa 50 casi su oltre 1.700.000, pari
allo 0,0029% delle transazioni. Per avere un
riferimento di quanto incida l’effetto preventivo
dell’attività notarile basta pensare che invece, il peso
economico del contenzioso civile nel nostro Paese si aggira
intorno all'1,7% del PIL (dati del rapporto Tillin-ghast
relativi al 2005). In considerazione del fatto che per
i cittadini più deboli spesso andare in giudizio non è una
scelta percorribile – data la durata e quindi i costi di
cui si devono fare carico - è evidente che la sicurezza
“a priori” garantita dall’intervento notarile protegge
proprio i più deboli (mentre quella a po-steriori è un
lusso riservato a chi ha più mezzi). I rarissimi
sinistri vengono interamente risarciti dall’assicurazione
obbli-gatoria della categoria; i casi che non sono coperti
dalla polizza RC ven-gono rimborsati da uno speciale fondo
di garanzia costituito dalla catego-ria. Va
specificato che l'assicurazione dei notai risarcisce
l'intero valore effetti-vo dell’immobile (ad esempio
di una casa che fosse risultata ipotecata) a differenza
delle title insurance dei paesi anglo-americani che, invece,
ri-sarciscono solo il massimale assicurato, che nella
maggioranza dei casi corrisponde alla somma prestata dalla
banca al tempo dell’acquisto della casa. Poniamo
l’esempio di una casa che viene acquistata nel 2000 per un
prez-zo dichiarato di 150.000 euro ed assicurata per la
stessa somma, corri-spondente al mutuo; se, ad esempio nel
2004, quando la casa ha un va-lore di mercato di 220.000
euro, si scopre che c'era un'ipoteca, di cui nella
vendita non ci si era accorti, l’assicurazione risarcisce
solo i 150.000 euro originari. In termini di analisi
economia le title insurance sono una soluzione ineffi-ciente
per il consumatore, perché non solo non garantiscono i
diritti di proprietà ma nemmeno in via di risarcimento, il
danno subito. Tornando ai notai la responsabilità
disciplinare poi può comportare la so-spensione o nei casi
più gravi la destituzione. L’attività del notaio
è soggetta a stringenti controlli da parte dei consigli
notarili, del Ministero della Giustizia (che ogni due anni
sottopone a ispe-zione tutti gli atti dei notai attraverso i
Conservatori degli Archivi Notarili) e delle Procure della
Repubblica. Inoltre, nel campo degli atti immobiliari,
il notaio riscuote e versa allo Stato le imposte, senza
alcun aggio. Il notaio è responsabile personalmente e
direttamente delle imposte con-nesse all’atto, anche
quando il cliente non gliele abbia versate. In questo
modo nel 2005 i notai hanno incassato per lo Stato e versato
all’Erario immediatamente e direttamente circa cinque
miliardi di euro (10.000 miliardi delle vecchie lire, pari
allo 0,35 % del PIL ). Il valore economico
dell’affidabilità dei registri pubblici
L'affidabilità dei Registri Pubblici – ed in
particolare la sicurezza delle situazioni proprieta-rie
immobiliari e della loro circolazione – è sempre più un
valore economi-co fondamentale, sia sotto il profilo
soggettivo del cittadino acquirente, sia dal punto di vista
oggettivo del mercato creditizio, che vede nella garanzia
immobiliare il più importante dei "collateral"
che inducono all'investimento ed al finanziamento di
nuove attività produttive. Dall’altro lato, gli
immobili assumono un ruolo crescente – nell’economia
sempre più globalizzata – quali strumenti di garanzia al
fine dell’ottenimento del credito. Gli stessi
economisti incaricati dalla Banca Mondiale e dal Fondo
Monetario Internazionale, tra cui in particolare Hernando De
Soto, hanno sostenuto che la causa della povertà delle
economie in sviluppo o in transizione (Africa, Oriente,
Europa dell'Est) non sta nella mancanza di risorse
"fon-diarie", bensì nella mancanza o
inaffidabilità di "Registri immobiliari
pub-blici" la cui attendibilità sia in qualche modo
garantita dallo Stato. I danni derivanti
dall’inaffidabilità dei pubblici registri: le frodi
informati-che dilaganti nel mondo di common law Nei
Paesi di common law (di diritto anglo-americano)
l’affidabilità dei Re-gistri Pubblici, che in Italia è
garantita dal controllo del notaio, con le re-sponsabilità
e le garanzie connesse, è al centro di una dilagante ondata
di frodi e danni economici causati da dati inattendibili,
falsificati e fraudo-lentemente inseriti nei Registri o
presentati agli operatori, spesso via in-ternet. Un
ruolo fondamentale viene giocato proprio dal massiccio
impiego delle nuove tecnologie che, da strumento di
efficienza all’interno di una strut-tura rigorosa di
controlli preventivi, si rivelano un vero e proprio cavallo
di Troia per frodi e falle nel sistema. Un caso di
particolare rilevanza è quello delle TITLE FRAUD
(falsificazioni dei certificati di proprietà immobiliare),
fenomeno particolarmente diffuso in Canada, dove sin dal
1999 è in funzione un sistema di pubblicità immo-biliare
elettronico (praticamente identico a quello che si sta
cercando di attuare in Inghilterra) con accesso aperto a
più soggetti (anche privati) ed attuato con modalità
elettroniche. La title fraud consiste nel vero e
proprio "furto" della proprietà immobi-liare ad
inconsapevoli proprietari, con iscrizione nei Registri
immobiliari di certificati di proprietà falsificati. Il
frodatore può così ottenere dalla banca l’erogazione di
un mutuo che viene garantito con l’iscrizione
dell’ipoteca a carico dei beni appartenenti
all’inconsapevole proprietario frodato. Il risultato
è che il vecchio proprietario da un punto di vista formale
perde la casa a favore della banca che può vantare una
ipoteca. Il fenomeno – disastroso per i consumatori
ma anche per il sistema ban-cario ed assicurativo -ha
provocato un tale allarme da portare, nel 2006, alla
emanazione di una legge apposita per cercare di arginare il
fenomeno (Bill 152). I danni provocati dalla title fraud
sono stati stimati, nel 2005, in oltre 1,5 miliardi di
dollari. Questo ha comportato l’aumento dei risarcimenti,
per questo ti-po di danni, dal 6% del totale delle somme
risarcite, nel 2000, al 33,3% nel 2005. Fino al 2006,
essendoci la responsabilità diretta del Registro
Immobiliare per questo tipo di danni, le assicurazioni si
sono potute “rivalere” sul Fondo Pubblico istituito per
risarcire i danneggiati, con con-seguente aggravio dei costi
a carico della collettività. Dato che, proprio per questo
motivo, il Bill 152 esclude la possibilità di rivalsa sul
Fondo Pubblico, è prevedibile un nuovo inevitabile rialzo
dei premi assicurativi e, se il fenomeno dovesse continuare
o peggiorare, il rifiuto assicurativo per gli immobili.
Altri fenomeni di frodi (con danni gravissimi per i
consumatori) derivanti da una scarsa affidabilità dei
registri pubblici sono: ID theft (furti di identità),
in pratica una varietà di frodi realizzate con la
falsificazione dei dati di persone, facilitati
dall’accesso telematico senza controlli preventivi.
Secondo un rapporto della Federal Trade Commission (FTC) del
2003 ha danneggiato il 4.6% dei consumatori americani sopra
i 18 anni (pari a 9,91 milioni di persone), con perdite per
52,5 miliardi di dollari (di cui 47,6 miliardi di perdite
per le imprese e 5 miliardi di dollari per i privati). In
Canada, il Canadian Council of Better Business Bureaus
(CCBBB) ha stimato perdite per i consumatori, banche ed
altri operatori nell’ordine di 2,5 miliardi di dollari
canadesi nel 2002; in Inghilterra il Go-verno ha stimato i
danni provocati nel 2005 da ID theft in 1,7 miliardi di
sterline, corrispondenti a circa 2,38 miliardi di euro, e la
situazione è tal-mente grave che il governo ha creato un
sito dedicato alla lotta alle frodi che coinvolgono il furto
di identità. Real estate fraud (frodi immobiliari)
che, attraverso diversi schemi, hanno provocato danni enormi
e che hanno come caratteristica comune la falsifi-cazione di
documenti ed identità e la collaborazione di soggetti della
pro-cedura transattiva (agenti immobiliari ecc…). I
soggetti protagonisti delle transazioni immobiliari indicano
che, in Cana-da, il valore medio di un caso di frode
immobiliare si aggira sui 300.000 dollari e la stima della
“Quebec Association of Real Estate Agents and Bro-kers”
è che il fenomeno ammonti a circa 1,5 miliardi di dollari
l’anno. In Usa la questione è seguita con attenzione
anche dall’Internal Revenue Service (il servizio di
riscossione delle imposte sui redditi), perché implica
notevoli riflessi anche fiscali in termini di perdite di
gettito e riciclaggio. Al riguardo è stato presentato nel
marzo 2007 un Rapporto “Real Estate Fraud: Facts, Figures
and Closed Cases” dall’IRS Criminal Investigation.
Il fenomeno è in costante aumento in tutto il mondo
anglo-americano, e si distingue in due fattispecie:
Mortgage fraud (frodi ipotecarie), fenomeno così grave,
preoccupante ed in espansione che il Federal Bureau of
Investigation (FBI) da tempo lo sta monitorando e sta
attivamente cooperando con molte istituzioni pubbliche e
private per contrastarne la diffusione. La frode ipotecaria
viene messa in relazione, oltre che con la più estesa
possibilità di falsificazione offerta dalle tecnolo-gie
informatiche, con il crescente affidamento delle istituzioni
finanziarie e non finanziarie su soggetti terzi
intermediari non qualificati. Questo fe-nomeno ha creato
molte opportunità per frodi organizzate fra i vari
sog-getti coinvolti, soprattutto nel settore dei mutui. È
evidente quindi l’importanza che riveste
l’attendibilità dei soggetti che forniscono dati
rile-vanti, dato che le ricadute in termini di perdite del
sistema sono sempre più elevate, soprattutto laddove
si tratta di immobili, il cui valore medio è, come detto,
di centinaia di migliaia di euro o di dollari. Su questo
proble-ma l’FBI collabora, già da tempo, tra gli altri,
con la National Notary Asso-ciation, proprio per
“...combattere il problema delle frodi ipotecarie”.
Title fraud (falsificazioni dei certificati di proprietà
immobiliare) di cui si è parlato. Car title fraud (frodi
con falsificazione dei titoli di proprietà degli
autoveicoli): nel marzo 2006 Rachel Weintraub, Direttore
della Sicurezza dei prodotti della Consumer Federation of
America, con oltre 50.000.000 di associati, ha reso al
Congresso degli Stati Uniti una testimonianza circa la
gravità dei danni subiti dai consumatori a causa del
crescente fenomeno della falsificazione dei titoli di
proprietà delle auto, quantificati in 11,3 mi-liardi di
dollari l’anno. Corporate fraud (frodi societarie):
la c.d. corporate fraud è quella attuata tramite un
utilizzo fraudolento delle modalità operative delle
società, ac-compagnato dalla mancanza di adeguati controlli
contabili e finanziari. In forte crescita il fenomeno di
retrodatazione delle stock option (opzioni di acquisto delle
azioni da parte dei manager), in modo da aumentarne il
valore nel momento della vendita. In Italia il fenomeno
della retrodatazio-ne si è arginato attraverso
l’introduzione, nel 1993, della Legge Mancino, che ha
preteso la garanzia dell’intervento notarile per i
trasferimenti di partecipazioni societarie, proprio per la
sua funzione di controllo di legali-tà. Il Federal Bureau
of Investigation ha indicato la corporate fraud nel suo
rapporto annuale sui “white-collar crimes” come
principale priorità della Sezione Crimini Finanziari. Nel
corso del 2006, sono stati 490 i casi di corporate fraud su
cui l’FBI ha investigato: per dare una idea della
di-mensione economica del fenomeno, soli 19 casi coinvolgono
perdite per gli investitori di oltre 1 miliardo di dollari.
Sembra utile ricordare che i costi del contenzioso
negli USA sono i più ele-vati al mondo, pari al 2,3% circa
del Pil. Consiglio Nazionale del Notariato
14 giugno 2007 0:00 - farmacista
Io sono profondamente sdegnata dall'odio sociale che
questa sinistra riformista sta generando nei confronti delle
libere professioni. Sono una farmacista di 30 anni e sono
molto preoccupata, nn tanto per le sorti delle farmacie (
alla fine faremo di necessità virtù, dando sfogo
alle nostre capacità imprenditoriali rimaste finora
soffocate) ma del servizio farmaceutico. Queste
liberalizzazioni distruggeranno il nostro servizio
farmaceutico...nn esiste che ci siano farmacie ( quelle
attuali) strettamente vincolate al territorio e altre (
quelle che si verrebbero a creare) libere di impiantarsi
dove meglio credono...questo porterà ad una
deregolamentazione selvaggia e alla scomparsa delle oltre
6000 farmacie rurali che ci sono in italia...pensate forse
che la grande distribuzione o queste "nuove
farmacie" avranno alcun interesse ad impiantare la loro
attività in piccole realtà rurali dove vivono poche anime?
e in tutto questo, visto che si occultano i veri grandi
interessi dietro quello del consumatore, che vantaggio ne
trarrebbe il consumatore ,a parte il serio rischio di vedere
scomparire la farmacia sotto casa e rimanere senza
assistenza farmaceutica? Le sedi farmaceutiche si vincono
per concorso ed è così proprio per assicurare un servizio
di prima necessità su tutto il territorio nazionale senza
alcuna discriminazione...pensateci.
14 giugno 2007 0:00 - ml
sicuramente si può migliorare.... ma mi spiace che per
cattiva (e voluta )informazione e per inerzia o ignoranza
(nel vero senso del termine) di noi cittadini, saremo ancora
noi a pagare queste liberazioni presunte, mal formulate, mal
coordinate con tutti gli istituti interessati, partorite
alla velocità della luce senza alcun confronto con soggetti
competenti; questo perchè ci si focalizza sul motto
"pagare di meno" ma domandiamoci e verifichiamo se
veramente è tutto così "a gratis" oppure se in
realtà avremo spendite di tempo e danaro uguali se non
superiori, nonchè inaffidabilità di quanto fatto e
mancanza di responsabilità per chi ci assiste....
semplice impiegata (laureata in legge) che frequenta notai,
commercialisti, avvocati e C.....è meglio che ognuno
continui a fare il lavoro per cui ha studiato e si è
preparato..e lo faccia meglio che può....sui costi si può
ragionare ma sulla qualità e le responsabilità connesse
non si può trattare. saluti.
14 giugno 2007 0:00 - Raffaella
Ho una spiacevole sensazione. Ho recentemente
acquistato l'auto usata del mio fidanzato e pertanto ci
siamo rivolti ad un'agenzia per le pratiche
necessarie. Stupita dal costo del passaggio (ma non si
risparmiano 500,00 euro senza la firma del notaio?) che mi
è parso eccessivo rispetto al valore della vettura (si
tratta di una non recente Saxo) ho chiesto spiegazioni al
titolare dell'agenzia dal quale ho saputo che il costo
dell'autentica del notaio era (e forse ancora è) di
circa 25 euro oltre ad IVA e che l'importo dovuto per il
passaggio di proprietà dell'auto è per la sua maggior
parte composto da imposte varie a cui va aggiunto il
compenso dell'agenzia e che pertanto nulla è
cambiato. Mi pare di aver letto che un politico, forse
un esponente di governo, si è vantato che l'abolizione
dell'autentica notarile per i passaggi delle auto ha
comportato un risparmio per il cittadino/consumatore di
circa 70 milioni di euro. Ma quante auto sono state vendute
in Italia in meno di un anno? Quanti 25 euro (oltre IVA) ci
sono in 70 milioni di euro? Se ci hanno mentito su 25
euro, forse non è tutto oro quel che luccica nelle
"lenzuolate". L'accanimento contro le
solite categorie, siano avvocati, taxisti, farmacisti o
notai, mi da una spiacevole sensazione ..... che si intenda
giocare alla liberalizzazione sulla pelle di noi consumatori
per fare la pelle alle categorie che ai veri poteri sono
scomode. Riflettiamo
14 giugno 2007 0:00 - cittadino
SIAMO SICURI CHE LIBERALIZZARE VUOL SEMPRE DIRE VANTAGGIO
PER IL CITTADINO-CONSUMATORE?!?
Riporto un
articolo da poco pubblicato dal prof. Ugo Mattei, docente
all'Università di Torino e all'University of
California. MEDITIAMO, MEDITIAMO... e non cadiamo vittima
dei facili slogan!
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Le domande
che dobbiamo porci di fronte a un tentativo di riforma che
attacca aspetti profondi della nostra cultura giuridica sono
due: a) che cosa non ci piace e vogliamo cambiare? –
b) a chi giova il cambiamento?
a) Non ci piace
che i notai, mandarini del diritto, guadagnino troppo grazie
al loro monopolio. Dobbiamo però considerare che il notaio
nel mondo romanista non è un semplice professionista
privato. Il notariato è un’organizzazione professionale
mista con forti tratti di pubblico. In ogni sistema
giuridico l’organizzazione professionale stinge su molti
aspetti del diritto sostanziale (diritti di proprietà) e
processuale (accesso alla giustizia), sicché qualunque
riforma in questo settore va condotta con cautela estrema e
assoluta provvedutezza tecnica. Nella contrapposizione
portante in occidente, quella fra common law angloamericano
e sistemi c.d. romanisti, cui si iscrive anche il nostro
diritto, il notariato svolge da secoli un ruolo chiave. Esso
rimedia efficacemente, secondo la massima meglio prevenire
(ex ante) che curare (ex post) la tradizionale debolezza del
giudiziario continentale. Nello svolgimento di questa
funzione di prevenzione della lite e di delimitazione certa
dei diritti proprietari il notariato raggiunge i contesti
più marginali e periferici: esso è presente dal Mali al
Perù. Sorprende perciò che un argomento tanto peregrino
quanto l’assenza del notaio nel mondo angloamericano, dove
le corti giudiziarie hanno ben altra efficacia e prestigio e
ben diversi poteri, possa essere avanzato in sede politica e
giornalistica a sostegno di significative riduzioni del
monopolio professionale. Occorrerebbe che ci si rendesse
conto che questo monopolio è in gran parte giustificato
dalla funzione pubblica del notaio e dal fatto che questo
tipo di funzione, se svolta male, finisce per travolgere un
bene pubblico essenziale per la legalità quale la certezza
del diritto. D’altra parte, se è vero che i notai
guadagnano molto (proprio come giudici e avvocati nel mondo
angloamericano), è pur anche vero che esiste una buona
ragione istituzionale perché ciò avvenga. Il notaio deve
essere incorruttibile, deve mantenere prestigio sociale e
deve perciò avere molto, moltissimo da perdere qualora si
faccia corrompere. Le indubbie difficoltà dell’accesso
alla professione e l’utilità attesa di lungo periodo
dallo svolgimento della stessa svolgono nella tradizione
romanista questa funzione di “assicurazione sociale”
contro la corruzione. Proprio come per i giudici di common
law.
b) Il notariato, composto da circa 5000
giuristi ha saputo organizzare un servizio pubblico, forse
caro ma uniforme e di qualità, da Bolzano a Capo Passero.
Ovunque sul territorio ci si può rivolgere ad un notaio, a
differenza che a un medico o a un avvocato, senza
preoccupazione particolare di essere finiti nelle mani di un
incapace, pagando più o meno la stessa tariffa. L’assenza
della necessità di scegliere contribuisce alla pace dello
spirito, un po’ come quando un tempo, in regime di
monopolio, non eravamo costretti a lavorare per gli
oligopoli telecom scegliendo il piano “più vantaggioso”
per non sentirci gonzi. Perché si vuole togliere oggi
questa pace di spirito a chi comprando un immobile da
100.000 Euro in molti casi sta conducendo l’operazione
economica più importante della sua vita? In mancanza di
monopolio del notaio, come avvenuto in Inghilterra quando il
modello Tatcher, seguito da Bersani, ha sottratto ai
solicitors il monopolio del trasferimento immobiliare, ne
approfittano gli oligopoli di banche e compagnie di
assicurazione, veri nemici della legalità e dei controlli
pubblici, che già pregustano il ricco mercato della
“title insurance” che si apre di fronte a loro.
Consegnare il controllo della legalità a questi soggetti è
però come consegnare alla volpe il controllo del pollaio,
perché nella migliore delle ipotesi sarà la cultura
attuariale a sostituire quella giuridica, incentivando
trasferimenti con un titolo di proprietà spurio quando
l’accertamento sia troppo costoso per la banca o
l’assicurazione. Il che significa per chi compra la casa
(o l’automobile) che se cinque anni dopo salterà fuori il
“vero” proprietario egli dovrà contentarsi di un
risarcimento calcolato al momento dell’acquisto: con cui,
dato l’andamento del mercato immobiliare, non si comprerà
certo una casa uguale...
Del resto la battaglia
contro il notariato è globale e viene condotta proprio in
nome del libero mercato neoliberista e sulle ali
dell’americanizzazione del diritto dagli oligopoli
transnazionali che godono per il crollo di un controllo
professionale approfondito ex ante che in qualche modo ne
limita la spregiudicatezza affaristica. Il che, in mancanza
di un sistema efficace di Corti e con l’accesso alla
giustizia civile che ci ritroviamo, significa crollo della
legalità. Ne vale la pena?