... a marcè .. ben ti stanno i rimbrotti dello scr-Ivan-o
che ti imputa l'espressione da te usata nei miei confronti "
pigiare la tastiera alla cazzo" .
Ma come, l'aspirante capomanipolo si sgola per mettere in
guarda tutti della presenza di un babau di troll sul libro
paga della Spectre del proibizionismo emettendo la direttiva
di non colloquiarci e tu ti comporti come se non esistesse
!
Ma sei proprio de ... coccio !
Invece di sciorinare un linguaggio da suburra, che getta
ombre sui salotti che frequenti, meglio faresti sforzandoti
nell'impiegare concetti più articolati, argomentazioni
analitiche, dissertazioni fattuali .
Un aiuto potrebbe venirti attingendo dal pensiero dello
scr-Ivan-o , maestro nell'arte dell'argomentare di cui ti
offro uno scampolo ..
16 novembre 2013 0:33 - IVAN.
Quando cerca di postare obiezioni in modo "impegnato", è
ancor più patetico. (E dire che il suo padrone lo
pagherebbe lo stesso anche se pestasse a casaccio sulla
tastiera. Che troll pirla!)
11 novembre 2013 0:24 - IVAN.
Non lo trovi patetico, Roberto? E quando cerca di postare
obiezioni in modo "impegnato", è ancor più patetico. (E
dire che il suo padrone lo pagherebbe lo stesso anche se
pestasse a casaccio sulla tastiera. Che troll pirla!)
9 novembre 2013 18:44 - IVAN.
Quando cerca di postare obiezioni in modo "impegnato", è
ancor più patetico. (E dire che il suo padrone lo
pagherebbe lo stesso anche se pestasse a casaccio sulla
tastiera. Che troll pirla!)
8 novembre 2013 14:09 - IVAN.
Quando cerca di postare obiezioni in modo "impegnato", è
ancor più patetico. (E dire che il suo padrone lo
pagherebbe lo stesso anche se pestasse a casaccio sulla
tastiera. Che troll pirla!)
6 novembre 2013 0:49 - IVAN.
Quando cerca di postare obiezioni in modo "impegnato", è
ancor più patetico. (E dire che il suo padrone lo
pagherebbe lo stesso anche se pestasse a casaccio sulla
tastiera. Che troll pirla!)
30 ottobre 2013 14:18 - IVAN.
Quando cerca di postare obiezioni in modo "impegnato", è
ancor più patetico. (E dire che il suo padrone lo
pagherebbe lo stesso anche se pestasse a casaccio sulla
tastiera. Che troll pirla!)
18 ottobre 2013 14:42 - IVAN.
Quando cerca di postare obiezioni in modo "impegnato" - come
se si illudesse che qualcuno perda ancora tempo a leggerlo -
è ancor più patetico. (E dire che il suo padrone lo
pagherebbe lo stesso anche se pestasse a casaccio sulla
tastiera. Che troll pirla!)
2 ottobre 2013 23:21 - IVAN.
Quando cerca di postare obiezioni in modo "impegnato" - come
se si illudesse che qualcuno perda ancora tempo a leggerlo -
è ancor più patetico. (E dire che il suo padrone lo
pagherebbe lo stesso anche se pestasse a casaccio sulla
tastiera. Che troll pirla!)
28 settembre 2013 1:54 - IVAN.
Quando cerca di postare obiezioni in modo "impegnato" - come
se si illudesse che qualcuno perda ancora tempo a leggerlo -
è ancor più patetico. (E dire che il suo padrone lo
pagherebbe lo stesso anche se pestasse a casaccio sulla
tastiera. Che troll pirla!)
23 settembre 2013 23:48 - IVAN.
Quando cerca di postare obiezioni in modo "impegnato" - come
se si illudesse che qualcuno perda ancora tempo a leggerlo -
è ancor più patetico. (E dire che il suo padrone lo
pagherebbe lo stesso anche se pestasse a casaccio sulla
tastiera. Che troll pirla!)
............
... ah ... marcè ... e adesso con queste basi puoi
spaziare in tutto lo scibile umano !
18 gennaio 2014 22:20 - IVAN.
A me sembra invece che a "pigiare la tastiera alla cazzo"
siano gli ingenuotti che rispondono ai trolls - aiutandoli
così ad interrompere continuamente lo sviluppo delle
discussioni. (Un troll è almeno PAGATO per farlo...ma gli
allocchi che lo aiutano GRATIS proprio non li capisco.)
18 gennaio 2014 21:01 - marcello84
quando i neuroni sono intossicati dal pattume ideologico,
gli effetti sono diversi a seconda del soggetto.
taluni,per esempio,persistono nel pigiare la tastiera alla
cazzo come qui sotto l'inutilennio...
17 gennaio 2014 18:11 - ennio4531
Quando i neuroni sono intossicati, gli effetti sono diversi
a seconda del soggetto.
Alcuni, per esempio, persistono nel vedere autostrade
davanti a loro.
C'è chi poi spera di farla franca come attestato dal
pensiero di seguito esposto ...
2 dicembre 2013 11:37 - roberto7266
Remissione spontanea
Non sempre, non nella totalità dei casi, ma in una
percentuale molto elevata il tossicodipendente arriva alla
remissione spontanea. Questo ovviamente se non muore!! '
17 gennaio 2014 12:19 - roberto7266
VEDO L'AUTOSTRADA DAVANTI A MEEEEEE
16 gennaio 2014 22:28 - ennio4531
Oltre alle chiacchiere, la prassi a cui si assiste è quella
che vede i sodali dei consumatori di pattume ludico
svignarsela non appena qualche loro compagno chiede aiuto
per poi insultare chi si fa carico dei tossicodipendenti.
Forza scr-Ivan-o ... smentisci la prassi .
Aspettiamo il tuo recapito in modo da svuotare i San
Patrignano e trasferire gli ospiti nelle tue braccia
amorevoli .
16 gennaio 2014 21:00 - IVAN.
.
*******************************************
LE VERITÀ NASCOSTE DI SAN PATRIGNANO / 2
*******************************************
L'ex autista: «MUCCIOLI MI MANDAVA ALL'ESTERO CON L'AUTO
IMBOTTITA DI MILIARDI.»
Walter Delogu, 38 anni, ex autista di Muccioli, ha appena
appreso delle controaccuse di Muccioli a proposito della
famigerata cassetta e dei suoi duplicati. Quale è la sua
versione?
«Ah, io sarei un ricattatore e un provocatore? Muccioli
deve smetterla con questi colpi bassi, perché anche io
potrei rispondere con la sua stessa moneta. Ad esempio: una
guida come lui non manda allo sbaraglio la gente che ha
salvato dalla droga con i soldi messi nei doppifondi delle
auto, facendogli passare le frontiere col rischio di essere
arrestati, come è accaduto a me in Francia. Ho girato con i
miliardi della comunità e poi mi sarei limitato a
chiedergli 150 milioni?! Ma dai. Se l'avessi voluto
ricattare, avrei preteso 1 o 2 miliardi, che per lui sono
come 100 lire.»
- Come entraste in contrasto?
«Dopo la morte di Maranzano, Muccioli perse completamente
la testa e il controllo della macelleria. Nessuno voleva
più restare lì. Un giorno convocò a casa sua il gruppo
(diretto allora da Lorandi) e chiese a ciascuno in quale
reparto volesse essere trasferito. Rimproverò Lorandi, che
aveva bevuto, ma questi replicò a Muccioli: "Non ho fatto
niente di male, ma qualunque cosa anche avessi fatto, io
almeno non ho ucciso mai nessuno". Muccioli restò di
ghiaccio, mandò via tutti e ci fermammo io e lui. A me
disse: "Morisse, quel bastardo..."»
- Torniamo ai 150 milioni...
«Ero stanco dei suoi metodi. Nella primavera del '92
litigammo violentemente: mi aveva offeso perchè dopo un
lungo viaggio, nel corso del quale avevo acceso l'aria
condizionata dell'auto su suo ordine, gli erano venuti dei
dolori. Un motivo ridicolo. Lo affrontai all'uscita della
scuderia: "Il nostro rapporto è degenerato, me ne voglio
andare". Avevo lavorato per otto anni a un milione al mese,
perciò invitai Muccioli a mantenere quello che da 3 anni mi
prometteva: un aiuto per comprarmi una casa. E lui rispose:
"Se vuoi andare, vai". Io replicai: "Ah no, non mi tratti
come Marcone [un ospite della Comunità ora deceduto],
buttato via con 500.000 lire dopo una vita di lavoro!"»
- E Muccioli come reagì?
«Gli ricordai che per lui ero stato arrestato in Francia
con 300 milioni, avevo fatto tre viaggi in Germania, Olanda
e Francia con il doppio fondo imbottito di miliardi.
Perciò: o manteneva le promesse, o sarei salito sull'Arco
romano e avrei fatto una piazzata dicendo tutto su San
Patrignano. Capì che non scherzavo. Mi invitò a casa sua e
mi dette 150 milioni. Solo a quel punto gli confermai che
non doveva fare scherzi: se mi fosse successo qualcosa,
avevo con me in tasca l' assicurazione sulla mia vita: la
cassetta che avevo registrato mentre andavamo a San Marino
dal gioielliere Arzilli. Allora Muccioli mi chiese scusa per
le offese precedenti, mi disse che quei soldi me li regalava
e mi invitò a restare con lui. Io gli credetti ancora una
volta ingenuamente, anche perché mi mandò in ferie per 40
giorni con la mia famiglia, pagandomi il tutto con altri
dieci milioni. Quei dieci milioni che lui ora sostiene di
aver lasciato nel fondo della borsa. Rientrato dalle ferie,
però, mi accorsi che lui aveva fatto il vuoto attorno a me.
Allora me ne andai, anche perché temevo che attuasse le
minacce che era solito pronunciare nei confronti di chi
aveva messo da parte.»
- Delogu, lei ha altre cassette?
«Sì, alcune di quelle registrate negli uffici da dove si
controllavano tutte le telefonate. A San Patrignano spiano,
con microfoni nascosti, perfino gli assistenti sociali che
parlano con i tossicomani. San Patrignano non è ciò che si
vuol far credere. Ne ho la testimonianza anche da decine di
telefonate da parte di ex tossici che mi hanno chiamato in
questi giorni per ringraziarmi di quello che sto
facendo.»
- E ora che cosa pensa di Muccioli?
«Quel poco di rispetto che avevo per lui, ora è
completamente svanito. Io voglio vivere solamente in pace
con mia moglie e mia figlia. Diversamente...Ultimo
avviso.»
.
15 gennaio 2014 23:18 - ennio4531
Oltre alle chiacchiere, la prassi a cui si assiste è quella
che vede i sodali dei consumatori di pattume ludico
svignarsela non appena qualche loro compagno chiede aiuto
per poi insultare chi si fa carico dei tossicodipendenti.
Diano i loro recapiti in modo da svuotare i San Patrignano e
trasferire gli ospiti nelle loro braccia amorevoli .
Non lo fanno ... non lo fanno ..
Anche pusillanimi sono ....
15 gennaio 2014 21:18 - marcello84
da i misteri di san patrignano:
mi chiamo Giuseppe Maranzano e sono il figlio di Roberto.
Mio padre è stato "ospite" di San Patrignano fino al
1989...anno in cui morì. Mio padre non morì per cause
naturali ma a causa delle percosse ricevute all'interno
della comunità. Una punizione per futili motivi come sempre
capitava. Questo "giustificava" l'esistenza di reparti
punitivi a San Patrignano. Vincenzo Muccioli fu condannato
per favoreggiamento nell'omicidio di mio padre e
successivamente avrebbe dovuto affrontare un nuovo processo
con accuse ben più gravi. Muccioli disse che aveva taciuto
per il bene della comunità. Guarda caso se la cosa fosse
saltata subito fuori sarebbero stati casini per lui dato che
aspettava la chiusura del processo cosiddetto "Delle catene"
proprio in quei giorni. Le scrivo perchè sono stufo di
dover ascoltare sempre parole sante su Vincenzo Muccioli e
il suo operato. Non mi piace vedere a lui intitolate piazze
e vie e monumenti. Non mi piace che ci sia un francobollo
con la sua faccia stampata. Non è la rabbia che porta a
ribellarmi...io non odio nessuno. Da cittadino e ovviamente
persona coinvolta direttamente, non mi va che una persona
condannata per favoreggiamento in omicidio venga osannato
dai media, giornali e persone famose e potenti, facendo
finta di niente. Ho scritto una lettera aperta a Baudo dopo
la puntata di "Novecento" su Raitre che le allego. Da Baudo
e la Rai nessuna risposta. San Patrignano, interpellata da
un paio di giornali locali, risponde così: solo un silenzio
per rispettare la dignità di una persona colpita da un
fatto così drammatico. E infatti è il silenzio quello che
vogliono. Io no. Io non voglio distruggere nessuno e nessuna
cosa, voglio soltanto che venga restituita la dignità a mio
padre e agli altri ragazzi che da quella collina non ne sono
usciti vivi. Sinceramente." Giuseppe Maranzano.
15 gennaio 2014 20:21 - IVAN.
.
(Riprendiamo i post che il povero trolletto sfigato aveva
inutilmente cercato di far slittare fuori vista:)
*******************************************
LE VERITÀ NASCOSTE DI SAN PATRIGNANO / 1
*******************************************
Il 28 ottobre 1980 una ragazza di ventitré anni, Maria Rosa
Cesarini, si presenta alla squadra mobile di Forlì
raccontando di essere fuggita da S.Patrignano dopo essere
stata rinchiusa per sedici(!) giorni in una piccionaia.
Quando i poliziotti irrompono nella comunità, trovano
Luciano Rubini e Leonardo Biagiotti incatenati in due locali
usati come canile, Marco Marcello Costi incatenato alla
porta in ferro di un locale di tre metri per uno e Massimo
Sola incatenato ad un manufatto adibito a colombaia.
Tutte queste persone deporranno qualche giorno dopo (tutte
tranne una, Leonardo Biagiotti, trovato morto sulla linea
ferroviaria a Castelfranco Emilia, caduto dal treno diretto
a Milano).
Muccioli viene arrestato con alcuni suoi collaboratori e
imprigionato per un mese; il processo verrà tenuto quattro
anni più tardi e finirà con una condanna a venti mesi per
Muccioli in primo grado e assoluzione in appello.
Ma veniamo alle testimonianze di tutti quelli che hanno
deposto all'altro, ben più grave e recente processo che ha
investito Muccioli: quello per l'omicidio di Maranzano,
ammazzato nel reparto manutenzione.
A rispondere é CLAUDIO GHIRA, ex-medico di S.Patrignano:
- Cosa succedeva alla manutenzione?
«Pestaggi e cure successive. Ricordo una testa spaccata e
ricucita con una ventina di punti. E una milza esplosa a
pugni.»
- Ci sono stati altri morti oltre a Maranzano?
«In quel modo, no. Ma molti dei suicidi della comunità
sono quantomeno sospetti.»
- Si poteva entrare al reparto manutenzione?
«No. Ci sono due medici presenti 24 ore su 24, e anche
Capogreco, il responsabile del reparto.»
- Ma che medici sono se non denunciano questi metodi?
«Credono in Muccioli. Se sei lì dentro é perché gli
credi.»
- I rapporti sessuali sono controllati da Muccioli?
«Certo, ma nessuno controlla i suoi. Eppure quante volte lo
abbiamo visto a letto con i ragazzi più giovani? Io stesso
ho visto Muccioli a letto con uno degli ospiti.»
- Parli di rapporti omosessuali forzati?
«So di un ragazzo milanese che sicuramente ha visto i suoi
problemi aumentare proprio per le eccessive attenzioni di
Muccioli. Il capo amava soprattutto avere rapporti orali.
Diceva che anche quelli servivano per far passare energia
positiva da lui ai suoi discepoli.»
-----
Ma il principale accusatore di Muccioli é, in questo
processo, il carceriere Raimondo Crivellin in comunità noto
come Piedini.
Ha confessato oltre 500 sequestri di persona compiuti in
sette anni di permanenza nella comunità, pestaggi,
inseguimenti; alla fine deporrà per quasi cinque ore.
«Tutti i giorni inseguivo tossici che scappavano da
S.Patrignano. Tutti i giorni ne riportavo. Tutti i giorni ne
picchiavo. Tutti i giorni ne rinchiudevo, soprattutto nella
cassaforte della pellicceria, un luogo angusto, senza
finestre. Ho passato sette anni a S. Patrignano e il mio
compito é sempre stato quello. Non sapevo mai la ragione di
una punizione: eseguivo ordini di Muccioli».
Piedini agiva insieme a Franchino e Toto, Paro-Paro e
Sebastiano, tutti nella squadra punitiva.
«Bastava che ci dirigessimo verso qualcuno perché il
terrore gli si dipingesse sul viso. Muccioli sa come far
sentire importanti, soprattutto le menti semplici. Ha scelto
me perché ero un cretino. Ho creduto in Muccioli
ciecamente, e ho sbagliato».
E a proposito di un suicidio:
«Dopo il primo suicidio, quello di Gabriele Di Paola,
Muccioli mi ordinò di portare via i venti ospiti della
"manutenzione", il carcere della comunità. Di notte con due
furgoni insieme a Toto, Paro-Paro, Sebastiano e Franchino
partimmo per la comunità di Botticella (comunità satellite
di SanPa). L'obiettivo era far scomparire testimoni scomodi
in un periodo in cui la comunità era tenuta d'occhio dalla
polizia. Passammo due mesi vivendo da re».
E interrogato sul perché dei sospetti sul suicidio:
«Io Di Paola l'ho visto cadere, ma non so come ha fatto a
precipitare per venti metri con la faccia rivolta verso il
muro. L'ho sentito gridare “No, no”, ho visto che
cercava di aggrapparsi a qualcosa, senza riuscirci. Quando
sono corso verso di lui era morto. Il giorno dopo Natalia
Berla é scivolata fuori da un finestrino piccolissimo, ma
noi eravamo già a Botticella a divertirci».
E ancora: «Una volta ho chiuso Franco Capogreco in
cassaforte. Ha urlato tutta la notte perché soffre di
claustrofobia, quando é uscito era cianotico. Andava
punito, ma non lo so perché. Lo dirà lui ai giudici».
-----
Per finire la testimonianza di una ragazza, Elisabetta Di
Giovanni, che oggi ha 29 anni e che entrò nella comunità
per la prima volta a 16 anni e che é uscita dalla droga
solo molto tempo dopo aver lasciato S.Patrignano, con
l'aiuto di Don Gino Sacchetti.
«Durante la mia seconda permanenza a SanPa in due anni
visitai quasi tutti i luoghi di prigionia. Venti giorni in
piccionaia, un luogo molto angusto dove ti sentivi
letteralmente impazzire. Due mesi al buio nella cassaforte
della pellicceria insieme ad un dobermann malato. In un
vecchio casolare abbandonato sdraiata e incatenata con tutte
e due le braccia alla spalliera del letto. Mi veniva
liberato un braccio due volte al giorno per mangiare, mentre
per i bisogni fisiologici bastava un secchio sotto il letto.
Una chiusura un po' più soft invece (quattro mesi in
camera), la affrontai a causa di Marco Rossetti di Bologna.
Malauguratamente chiedemmo a Muccioli il permesso di
conoscerci. Dopo qualche mese di mano nella mano, non ne
potevamo più e consumammo il turpe gesto. Marco, pentito,
corse a raccontarlo a Muccioli e il risultato per me fu la
reclusione dopo una serie di “gran puttana” in tutte le
salse. A Marco, Vincenzo diede una pacca sulla spalla. Ma la
chiusura più terribile, per quanto la più breve, fu una
settimana nella botte, un tino di ferro, dove potevi stare
accovacciata e dove una volta al giorno ti passavano il cibo
da uno sportellino, il tutto ad un palmo dal solito secchio
con gli escrementi. Non avevo ucciso nessuno, ma ben più
grave era la mia colpa: ero entrata nella contestazione.
Vincenzo aveva rinchiuso, sempre per futili motivi, tre
ragazze considerate guarite. Consuelo, Martina ed Alice,
anche loro contestatarie. Le aveva rinchiuse in un casolare
e siccome non soffrivano abbastanza, dopo qualche giorno
sospese loro i viveri. Era terribile, mi sentivo ad
Auschwitz. Dopo qualche giorno fece portare Alice sul
piazzale e le rasò i capelli, tra battute deplorevoli e
risate grasse. Alice riuscì a scappare e la ritrovarono
l'indomani morta per overdose in Piazza Tre Martiri.
Criticai pesantemente l'operato di Muccioli, e mi fece
rinchiudere nella botte.»
Su Alfio Russo e l'omicidio di Roberto Maranzano:
«Alfio Russo l'ho conosciuto e sarei pronta a giurare che
le cose siano andate pressappoco così: Maranzano con le sue
fughe rompeva, e Muccioli ha deciso di metterlo nel settore
punitivo: nelle mani di Russo, un pazzo violento col
cervello di un bambino di due anni. Sicuramente ha anche
raccomandato ad Alfio di essere particolarmente duro, e per
il povero Maranzano si devono essere aperte le porte
dell'inferno. Poi, forse una reazione di Maranzano, ed Alfio
ha dato sfogo alla sua furia. Poi succede l'irreparabile e
via di corsa dal capo a cercare la soluzione. Soluzione che
Muccioli, senza scomporsi più di tanto, ha trovato nella
discarica. Per chi é stato a S. Patrignano, è impossibile
credere che Muccioli non fosse al corrente di tutto.»
E conclude: «E' difficile parlare di SanPa. Ci sarebbe
troppo e ancora troppo da dire: mille episodi, tutti
eloquenti e dolorosi, ma il vero problema é che lo Stato
italiano consideri come "recupero dei tossicodipendenti"
quello che avviene a S.Patrignano.»
.
15 gennaio 2014 16:27 - ennio4531
Bene.. del Colorado, stato illuminato , per coerenza
copiamo tutto .
Anche la pena di morte ivi in vigore .
Cosa dite ?
15 gennaio 2014 14:48 - rastapasta
In Colorado certo, ma anche nello stato di Washington,
presto in molti altri negli USA. Ma anche in Olanda,
Portogallo, Spagna, R. Ceca e in tantissimi altri posti
sanno da tempo che l'uso di cannabis, per quanto non faccia
bene soprattutto perchè viene sovente fumata, non ha
pesanti ricadute sociali, è insomma un vizio quasi innocuo
e comunque assurdo da punire.
In Italia no, da noi è considerata una droga esattamente
come fosse eroina o gioco d'azzardo. Da noi si demonizza, da
noi facciamo gli integralisti, con il bel risultato di
mettere i consumatori a contatto con spacciatori senza
scrupoli che provano a vendere loro anche ogni genere di
porcheria su cui si può lucrare di più.
Se lo raccontiamo all'estero otteniamo l'effetto di far
piegare dalle risate gli interlocutori, esattamente come
quando parliamo della Salerno-Reggio Calabria.
"Marghera sensa fabriche saria più sana, na giungla de
pannoce, pomodori e marijuana".
15 gennaio 2014 12:28 - rouge
La prassi è di associare ogni sostanza, come se fossero
tutte la stessa cosa.
Ogni volta che si parla di cannabis, è subito pronta una
risposta che l'associa all'eroina o alla kokodrile.
In Colorado e in parecchi altri posti, non l'avrebbero
depenalizzata se fosse stata veramente pericolosa come
continuano a bofonchiare i vari Enni
15 gennaio 2014 11:43 - ennio4531
Oltre alle chiacchiere, la prassi a cui si assiste è quella
che vede i sodali dei consumatori di pattume ludico
svignarsela non appena qualche loro compagno chiede aiuto
per poi insultare chi si fa carico dei tossicodipendenti.
Diano i loro recapiti in modo da svuotare i San Patrignano e
trasferire gli ospiti nelle loro braccia amorevoli .
Non lo fanno ... non lo fanno ..
Anche pusillanimi sono ....
15 gennaio 2014 10:45 - pettine
caro fanboy delle comunità finirai sotto ai ponti quando i
consumatori di canapa non verranno più obbligati a
frequentare tali istituti mafiosi.
il momento è vicino, la caritas ti aspetta!
15 gennaio 2014 6:17 - ChemDawg
Giovanni Serpelloni stranamente lavora per le comunita'
terapeutiche del fratello di Giovanardi,ecco perche' quella
porcata di legge,se ci fosse una liberalizzazione le loro
comunita0 subirebbero un danno,anche perche l'uso di altre
droghe piu pericolose diminuirebbe con conseguente perdita'
di clienti per queste comunita',tanta gente negli stati
uniti e' uscita dall'eroina grazie alla cannabis,senza
regalare soldi a ste comunita' di assassini come Sampa
14 gennaio 2014 23:05 - ennio4531
14 gennaio 2014 15:26 - marcello84
tu inutilennio troll rincoglionito racconti fregnacce!
con le tue domande alla membro di segugio,i puntini sparsi
alla cazzo nonchè i tuoi sospiri così teatrali puoi essere
benissimo eletto come giullare di corte.
e vai con la tua buaggine!l'ilarità che susciti quando pigi
a minchia sulla tastiera è delizia!
Ennesima conferma .
Quando si parla degli effetti della droga, la reazione dei
consumatori del pattume è similare all'azione dell'.....
aglio verso i vampiri: insulti, farneticazioni, sproloqui.
14 gennaio 2014 21:48 - ennio4531
Sulle commento-castronerie di roberto non mi soffermo.
Per inquadrare il soggetto, ecco il nostro cosa scrive ...
2 dicembre 2013 11:37 - roberto7266
Remissione spontanea
Non sempre, non nella totalità dei casi, ma in una
percentuale molto elevata il tossicodipendente arriva alla
remissione spontanea. Questo ovviamente se non muore!! ...'
14 gennaio 2014 19:40 - ennio4531
Se l'uso è esclusivamente personale nessuno va in galera
in quanto il fatto è stato depenalizzato.
Si può incorrere in sanzioni amministrative come la
sospensione della patente che è un misura cosa
ragionevole.
A me non piacerebbe salire su un autobus e sapere che
l'autista si canna .
E ... tu ?
14 gennaio 2014 19:39 - roberto7266
@rouge
la traduzione se l'è fatta lui, a suo uso e consumo. Questo
individuo, oltre a essere un guastatore, è
intellettualmente disonesto, più volte gli ho consigliato
di andare a passare il tempo sulla Salerno-Reggio Calabria
in cerca di tombini aperti, poi ho capito che è un troll,
ovvero lo abbiamo capito tutti; rispondergli direttamente è
fare il suo gioco.
Ciao.
14 gennaio 2014 17:01 - rouge
Dire sì al consumo di una sostanza, come ad esempio tabacco
o marijuana, può predisporre al consumo di altre droghe,
secondo uno studio della New York University, pubblicato
sulla rivista Prevention Science.
http://www.dronet.org/comunicazioni/res_news.php?id=2938
Chi fa le traduzioni di questi articoli?
Ennio, ti prego, comincia a leggere anche qualcosa di
indipendente e serio, e non credere a tutte le panzane che
ti rifilano.
Se ignori, non puoi sostenere una legge che manda in galera
o in comunità gente che non c'entra niente
14 gennaio 2014 16:00 - roberto7266
Dal mondo
"Dire "si'" alla Fini-Giovanardi aumenta le probabilita' di
concedere un "si'" anche ad altre tipologie di attività
piu' esilaranti, secondo un nuovo studio del circolo delle
bocce che ha coinvolto un campione di 29054 pensionati delle
panchine del parco.
Dai dati e' emerso che reverire rende piu' possibilisti e
meno giudicanti relativamente all'uso di altre pratiche piu'
pesanti, come portare borse, crackare la tessera dei caselli
autostradali, fare sogni lucidi, ascoltare i file con i
discorsi di don Gelmini, stare sui forum alle 2 del mattino
ed ecstasyarsi davanti ai manifesti elettorali di letizia
moratti. In pratica, l'asservire il DPA rende meno critici
rispetto all'asservimento di altri istituti.
Lo studio e' stato condotto da Freak Antony della
Università della Differenziata e pubblicato su Prevention
Troll.
14 gennaio 2014 15:59 - marcello84
se la canapa fosse legalizzata le comunità lager alla san
patrignano si ridurrebbero drasticamente per sparire in
breve tempo rottamate perchè nn avrebbero più manodopera a
costo zero e questo succederebbe anche perchè ci sarebbero
tanti dipendenti da eroina che smetterebbero di usare eroina
usando cannabis...perchè la cannabis è una droga di
passaggio ma al contrario di quello che vogliono far
credere. tanti hanno smesso cosi.
non è la panacea di tt i mali ma un aiuto indispensabile x
l'umanità.
questo appello che viene da san patrignano assomiglia alla
rabbia di hitler chiuso nel bunker di berlino che sente
arrivare la fine.
14 gennaio 2014 15:26 - marcello84
tu inutilennio troll rincoglionito racconti fregnacce!
con le tue domande alla membro di segugio,i puntini sparsi
alla cazzo nonchè i tuoi sospiri così teatrali puoi essere
benissimo eletto come giullare di corte.
e vai con la tua buaggine!l'ilarità che susciti quando pigi
a minchia sulla tastiera è delizia!
14 gennaio 2014 10:05 - CHICIVEDE
InutilEnnio, troll mediovale, lascia questo forum e urla
allo spirito mistificatore che ti possiede e anima: "ESCI DA
QUESTO CORPOOOO"....fallo due/tre volte al dì e vedrai che
in breve starai meglio anche con te stesso!!! Bravo,
così.....alza la voce.....intimorisci il troll che è in
te, lui sa di essere inutile e alla fine cederà a ragion
veduta......coraggio, InutilEnnio ti siamo tutti vicini..
14 gennaio 2014 9:31 - ennio4531
... chi racconta fregnacce ?
Da Aduc
"Dire "si'" alla marijuana aumenta le probabilita' di
concedere un "si'" anche ad altre tipologie di stupefacenti
piu' pericolose, secondo un nuovo studio statunitense che ha
coinvolto un campione di 29054 studenti delle scuole
superiori.
Dai dati e' emerso che fumare marijuana rende piu'
possibilisti e meno giudicanti relativamente all'uso di
altre droghe piu' pesanti, come cocaina, crack, LSD, eroina,
anfetamine ed ecstasy. In pratica, l'assunzione di una droga
rende meno critici rispetto all'assunzione di altre droghe.
Lo studio e' stato condotto da Joseph Palamar della New York
University e pubblicato su Prevention Science. "
13 gennaio 2014 20:46 - rouge
Quando si legge una fregnaccia sulla cannabil, se ne deve
dedurre che sono il frutto dei neuroni boccaloni e
integralisti di zampa trignano
13 gennaio 2014 12:18 - ennio4531
.. quando si leggono certe fregnacce su San Patrignano, se
ne deve dedurre che sono il frutto di neuroni ...
affumicati.
Per ossigenarli, utile è la mezza collina in posizione sud
dove batte il sole nella speranza che le cellule grigie ..
maturino al meglio .
12 gennaio 2014 19:46 - roberto7266
da www.sanpatrignano.org
"Attualmente gli ospiti della comunità sono circa 1.300.
Dal 1978 a oggi, San Patrignano ha accolto oltre 20.000
persone"
che dire, manco i nazisti avevano tutta 'sta mano d'opera
gratis.
12 gennaio 2014 19:30 - roberto7266
San Patrignano è un pozzo di soldi, i Moratti lo sanno bene
e se la sono presa. E la merce che vi si produce non viene
data in beneficenza ma venduta, i campi coltivati dai
ragazzi ospiti, come pure gli allevamenti, la pellicceria,
la macelleria, le stalle dei cavalli da corsa, la grande
cantina vinicola, gli edifici, tutto è prodotto a costo
zero.