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17 gennaio 2008 0:00 - DE pravato
eccolo arrivato il nostro campione!
Otto interventi di fila senza merde e scorregge gli aembravano troppe, per un consumatore come lui!
Poi non vi lagnate se al toppo lo mando affanculo!

Scusami Farcinè! questo è come gli studenti della Sapienza, esiste per la merda e per far fare brutta figura a noi!

A te, bentornato! Spero che tu sia perfettamente guarito Come al solito, ci insegni qualcosa con signorilità e competenza!
17 gennaio 2008 0:00 - Gianni
Apprezzabile il suo intervento Sig. Falcinelli, ma si da il caso che molti pensano che il vassallaggio della chiesa non esista, ma al contrario, sia la chiesa che pretenda il vassallaggio. In Italia lo ottiene continuamente.
Che poi la sua esistenza sia esigenza degli uomini se ne potrebbe discutere in eterno, così come debba essere una autorità spirituale e morale.
In quanto a libertà non mi pare proprio che la chiesa possa essere un esempio.
Con rispetto Gianni
17 gennaio 2008 0:00 - Alessio
Beh, caro Topesio, se si definiscono "scorregge" i discorsi del Papa sulla vita, la fame nel mondo e le disuguaglianze sociali allora hai un problema nella scala dei valori, altrimenti sono solo parole di invidia e/o odio.

Ad ogni modo, tanto per la cronaca, il Rettore ha impedito l'ingresso ai non iscritti alla facoltà e, guardacaso, tutti gli "studenti" che protestavano, i quali si AUTOdefiniscono militanti anticlericali si sono ritrovati fuori dall'Università, PERCHE' NON SONO ISCRITTI ALL'UNIVERSITA'!!!.

Li hai letti i loro striscioni? NON E' UNA MIA DEFINIZIONE, anche se devo dire che hanno ragione a definirsi tali.
Quindi, i SEDICENTI militanti anticlericali non frequentano l'Università, ma vogliono invitarvi chi piace loro indipendentemente dal Senato Accademico o dagli studenti stessi! (E senza sapere che cosa dirà invocano la laicità!!!)

Questo indica che una cosa è l'Università, pur nelle sue giuste differenze di pensiero, un'altra è l'ideologia anticlericale in quanto tale.
17 gennaio 2008 0:00 - compagno Joseph
.....e per fortuna che c'è Topesio!!
Dà a tutti quelli che non la pensano come lui del deficiente.
Ma non sarà che il più limitato è proprio lui?
17 gennaio 2008 0:00 - Enrico Falcinelli
Per mio conto, caro Mastrantoni, il pontefice ha fatto quanto esattamente di evangelico doveva fare (scuotere i sandali) con la consapevolezza di ciò di cui ha bisogno esattamente la Chiesa.
Essa esiste in quanto esigenza di uomini, e non in quanto esigente di quest'ultimi.
Difatti, è ora che finisca una sorta di "vassallaggio" della Chiesa - per non suscitar polemiche - è che questa riconquisti la sua posizione di autorità spirituale e morale.

Il Papa, non andando alla Sapienza, ha fatto il dispetto più grosso che si potesse fare alle risme del pensiero che si ritiene liberale, dimostrando, in quanto Chiesa, di aver saputo rispettare la libertà di coloro che non desiderano questa presenza molto più di quanto sappiano rispettare il diritto e la libertà del prossimo costoro, che si dichiarano di saper "...morire perché qualcuno riesca a denunciare liberamente il proprio pensiero", affidandosi a quella frase che, ignorantemente, attribuiscono a Voltair, perché non fu lui che la pronunciò.

E ci sarebbe molto da poter dire su tutte le contraddizioni del pensiero liberale italiano e mi divertirei proprio, ma non ne ho voglia e preferisco tornare al mio lavoro, almeno faccio qualcosa di utile; tra l'altro, quante parolacce si potevano dire a coloro che hanno sostenuto la malainiziativa - non attribuibile a nessuna ragione specifica se non a quella puramente emozionale - già son state proferite dai giornali stessi di tutto il mondo.
A buon intenditore, poche parole.
Saluti a tutti.

17 gennaio 2008 0:00 - Topesio
Certo ci vuole una bella faccia tosta per parlare di "anticlericalismo militante" proprio in questo nostro disgraziato Paese, dove TUTTI i TG riportano sinanco le scorregge che quotidianamente emette il Papa!
Per non parlare poi delle mezze calzette politiche, che fanno a gara a chi si genuflette più profondamente.
Per cui, ciascuno esprima pure il suo credo ma, per favore, senza dire corbellerie.
17 gennaio 2008 0:00 - Alessio
Parlare di ingerenze della Chiesa è da opportunisti. Quando essa dice di non andare a votare al referendum sulla legge 40 allora sono gravissime ingerenze, quando dice attenzione al federalismo perchè potrebbe portare danni invece è un autorevole considerazione.
A me sembra che il concetto di ingerenza venga usato solo quando non ci sta bene ciò che dice.

Il Papa e la Chiesa hanno tutto il diritto di esprimere la loro su i temi che da sempre la riguardano (rispetto per la vita, impegno sociale ecc...) e se molti seguono l'esempio non è perchè sono deficienti lobotomizzati ma perchè riconoscono la profondità delle argomentazioni.

Banale e intimidatoria l'argomentazione "Chi semina vento raccoglie tempesta". Chi non è d'accordo dovrebbe dichiararsi tale solo per non incorrere nelle critiche? Oppure, <>?

La verità è che l'anticlericalismo militante, con la sua arroganza e prepotenza, ha occupato l'università (67 persone su più di quattromila, pari a meno del 2%!!!), facendo di fatto il bello e il brutto tempo a seconda della sua ideologia.
La Sapienza ha ospitato terroristi rossi ma ovviamente non può tollerare il Papa (senza tra l'altro aver udito il suo discorso... lo capite che è una posizione ideologica?)
Siamo fermi al 1968.
17 gennaio 2008 0:00 - Ezio
Mi domando che cosa c'entrino queste prese di posizioni dell'ADUC con la tutela dei consumatori che è il suo fine statutario. Di politici ce ne sono già troppi, non è necessario che ci si trucchi da associazione di consumatori per assumere posizioni di tipo politico e anticlericale . Ricordo che anche i cattolici consumano.
16 gennaio 2008 0:00 - passante
ho l'impressione che la tempesta la stiano raccogliendo altri.
16 gennaio 2008 0:00 - VITTORE DA RIN
ma secondo voi il Papa, la Chiesa, cosa dovrebbero fare? Stare in ginocchio a pregare o, avendo anche il compito dell'evangelizzazione e dell'apostolato parlare ai fedeli e cercare di indurli anche a votare secondo i principi della fede cristiana se ce l'hanno. Se non ce l'hanno mica gliela impongono. Una volta riuscivano anche ad imporgliela e non andava bene. Ora semmai sono certi uomini politici, certi partiti dirigisti, antiliberali che ci impongono quel che vogliono e pochi protestano. I preti ci ammoniscono che dal punto di vista della morale cristiana agiamo male a votare per leggi o principi che da questa non sono approvati. Poi al massimo ci negano i sacramenti, mica ci licenziano o ci perseguitano. Mica vanno nella cabina a controllare. Ammoniscono solo le coscienze.O che dovrebbe il Papa dire: ma si scopate a destra ed a manca tanto c'è il presevativo che vi protegge? Il Papa non dice che il preservativo è male in sè bensì che è male scopare di qua e di là tanto che ci vorrebbe il preservativo.
Siamo obiettivi, d'accordo i preti ne hanno fatte tante per riuscire antipatici ma non è detto che senza i principi che hanno sempre predicato saremmo meno peggio di come siamo.
Detto da uno che in chiesa non ci va perchè ha poca fede ma crede sia importante rispettare chi ce l'ha e vuol ascoltare le parole del Papa.
16 gennaio 2008 0:00 - LINFORMATORE
Dal sito della chiesa valdese: www.chiesavaldese.org

Tutto sbagliato, tutto da rifare
di Daniele Garrone, decano della Facoltà valdese di teologia

Il papa, "La Sapienza" e la laicità asfittica del nostro paese


Di fronte a quello che sta succedendo a seguito dell’invito rivolto al Papa a presiedere l’apertura dell’anno accademico all’Università La Sapienza di Roma, mi viene in mente solo il vecchio adagio di Gino Bartali: "Tutto sbagliato, tutto da rifare". Purtroppo, nulla si può rifare e si rimane attoniti spettatori dell’ennesimo colpo inferto, da ogni parte, alla asfittica laicità del nostro paese. Le critiche all’iniziativa del rettore vengono - da destra e sinistra, da cattolici militanti e da chierichetti atei - stigmatizzate come violazione della libertà di parola. Tutti - compresi gli ex fascisti e gli ex-comunisti, dunque gli eredi delle culture non liberali - diventano profeti di liberalismo.
Ritenere non opportuno un invito a tenere un discorso è cosa diversa dall’impedire a qualcuno di esprimere le proprie opinioni.
Il Papa non è un semplice accademico che sostiene tesi controverse o formula ipotesi non condivise da pochi o da molti. Il Papa parla di valori non negoziabili, non formula ipotesi; pretende di esplicitare la verità; si pronuncia non come esponente di una delle varie religioni e confessioni presenti sulla agorà, ma come esperto di umanità in grado di indicare i fondamenti dello Stato e i criteri di una corretta laicità. Il Papa pretende di sapere per tutti noi come si debbano rettamente coniugare fede e ragione. Se vogliamo, il Papa è anche l’ultimo sovrano assoluto per diritto divino. Benedetto XVI bolla la ricerca del pensiero scientifico e filosofico della modernità “post-cristiana” come dittatura del relativismo. Cioè pronuncia una drastica censura nei confronti di quello che è lo spirito della ricerca libera e senza presupposti che spero presieda all’insegnamento nelle nostre università. Benedetto XVI persegue, con grande intelligenza, una strategia di rimonta nei confronti della società laica e pluralista.

Tutto questo andava ricordato nel momento in cui lo si invitava. Si doveva sapere che il Papa non viene a discutere o a confrontarsi, ma viene per essere ascoltato con reverenza ed eventualmente accolto con una genuflessione. Si doveva sapere che era legittimo dissentire dall’invito, non perché si è oscurantisti ma perché non si può né si vuole riconoscere la pretesa che egli statutariamente e quindi inevitabilmente porta con sé. Per queste ragioni io non l’avrei invitato a presiedere l’apertura dell’anno accademico. Lo inviterei però, domani stesso, a partecipare come uno dei relatori ad un dies academicus: si darebbe un bellissimo esempio di cosa può essere una università libera e laica e veramente plurale. Perché - sebbene gli italiani, in primis gli atei devoti, di destra come di sinistra, non lo sappiano - qualunque “capo religioso”, persino il Papa, nella democrazia discorsiva è “uno dei relatori”. Nulla di meno - e va detto con forza e io lo faccio con assoluta convinzione - ma neanche nulla di più.

Una volta che l’invito - inopportuno a mio avviso - era stato rivolto, il Papa doveva parlare. Il dissenso era legittimo; se il dissenso poneva problemi di ordine pubblico - in una università il dissenso si esprime con il dibattito delle idee e con un po’ di humour - essi dovevano essere risolti come ogni altro problema di ordine pubblico. Nessuno, tuttavia, può essere posto al riparo dal dissenso che si manifesta nelle forme legittime. Tra l’altro, giova ricordare che Gesù si espose sulla pubblica piazza, senza aver prima negoziato con l’autorità le condizioni consone alla sua visita. Anzi parlò senza essere invitato. Ci pensino quelli che nel Papa ravvisano il Vicario e che oggi vedono in lui la vittima di un sopruso.

Chi pensava che Benedetto XVI fosse meno capace di “comunicare” del suo predecessore, ha oggi una bella smentita. Non andando alla Sapienza, il Papa diventa una vittima dell’intolleranza laica, la nuova inquisizione lo sta portando al rogo. Bisogna vegliare per lui. Me lo si lasci dire, visto che i miei antenati di inquisizione ne sapevano qualcosa: quando c’è l’inquisizione non si tratta di qualche sberleffo o magari di qualche insulto in mezzo ad un folla compunta e persino adorante.

Per giorni non si parlerà d’altro. E anche senza questo incidente, ogni giorno, dalla mattina alla sera, le televisioni italiane (l’Europa e il mondo sono un’altra cosa) parlano del Papa e dei suoi moniti e dei suoi rimbrotti e dei suoi non possumus che vogliono dire “non dovete”. Ora tutti faranno a gara per riparare, per scusarsi, per far vedere che - per quanto atei - si sa dare alla chiesa e al papa il dovuto riconoscimento. Per fortuna le occasioni non mancheranno: c’è una legge sulla libertà religiosa da lasciar sepolta; la 194 da rivedere; il riconoscimento delle unioni civili da non prendere neppure in considerazione; la vita da tutelare. Forse si potrebbe anche porre qualche limite alla diffusione dei contraccettivi. E poi siamo italiani, la fantasia non ci manca, sapremo come farci perdonare. D’altronde, se non abbiamo avuto Lutero, Kant e Jefferson non è colpa nostra.
Tratto da NEV - Notizie evangeliche del 16 gennaio 2008



16 gennaio 2008 0:00 - Gaspare
Caro Mastrantoni,
la questione può sembrare banale (con i problemi che abbiamo cosa ce ne può importare del fatto che il Papa non vada più all'inaugurazione dell'anno accademico di una Università perchè un manipolo di giovanotti minacciava contestazioni?) però apre la mente ad alcuni spunti di riflessione: 1) L'Università "La Sapienza" ha fatto la figura, per colpa di un ristretto numero di docenti e discenti, di essere l'Università "L'Insipienza"; o almeno questo è il messaggio che è passato: l'atteggiamento becero di qualcuno che si è messo a strillare per motivi difficilmente comprensibili. 2) Se nel 2008 stiamo ancora a dissertare sull'abiura di Galilei, vuol dire che la chiesa cattolica non è riscita a cancellare(nonostante le ripetute richieste di perdono di Papa Woitila) le molte colpe del passato. 3) Ben venga che vi siano giovani sempre pronti a stracciarsi le vesti per qualsiasi motivo, è segno di vitalità, ma che tanti insegnanti firmino un documento senza rendersi conto di cosa avrebbero scatenato non è certo segno di quella maturità e saggezza che è loro richiesta. 4) "Tutti hanno diritto di esprimere le loro idee", anche i Papi. Non accettare questo vuol dire non accettare la democrazia, termine ormai prossimo alla scomparsa nel nostro paese, perchè è il rispetto per l'altro che viene sempre meno. 5) Se non erro il Papa è un capo di stato estero. In questa veste mi pare non sia stato trattato bene. 6) Non sono cattolico, ma il conflitto fede-scienza è veramente intrigante nei suoi risvolti anche paradossali. Ascoltare uno dei più grandi teologi (anche se "epidermicamente" antipatico a molti e anche a me) poteva solo fare bene a degli studenti universitari, che magari potevano cimetarsi con i loro insegnati di fisica in una stimolante confutazione delle tesi esposte. 7) Tra tanti estremismi e fanatismi, tra tanto odio e tante estremizzazioni ideologiche, tra tante religioni di morte quella cattolica porta un messaggio di pace e d'amore. A me non fa certo paura. A chi invece fa paura la chiesa cattolica?
Gaspare
16 gennaio 2008 0:00 - Lucio Musto
Mi sa, signor Mastrantoni, che questa volta ha mancato il bersaglio grosso.

- Perché il Papa, ancorché invitato, ha trovato con due paroline il modo di scaricare la responsabilità sull'Italia.

- Perché a giudicare dalle reazioni del mondo, partendo da tutti nostri rappresentanti politici, non ha "raccolto tempesta" come dice lei, ma impacciate giustificazioni ed umili genuflessioni.
Cioè grano e consensi unanimi laddove tutti noi, e non solo gli improvvidi 57 ed il loro codazzo, hanno racimolato condanne e disprezzo.

- Perché come lei benissimo sa meglio di me, ogni Stato, compreso il minuscolo ma potentissimo Vaticano, da sempre interferiscono nelle sorti di tutti gli altri, e continueranno a farlo in maniera tanto più pesante ed evidente quanto gli altri saranno fragili ed impotenti.

- Il problema quindi non è vaticano, ma soltanto italiano. Non ne conviene?
16 gennaio 2008 0:00 - Albertihno
Caro Mastrantoni,
ho come il presentimento che,anzichè riflessione e rivalutazione,i ministri vaticani più "illuminati",vedi R....,B..... e compagnia bella,prepareranno in risposta a tanta "insolenza",il ritorno dell'Inquisizione e l'allestimento di nuovi roghi,magari non più a legna,ma con dispositivi tecnologicamente più avanzati!
Su queste pire friggeranno,non necessariamente nell'ordine:comunisti(se ancora esistono)gay,coppie di fatto(etero e non)atei e agnostici,abortisti e divorziati(se non autorizzati dalla Rota)e quella piccola sparuta rappresentanza di cittadini che ha osato chiedere che la Chiesa(che non vuole privilegi,sic!) pagasse l'ICI,non per i luoghi di culto,ma per la miriade di proprietà immobiliari che il Vaticano possiede ,disseminate lungo lo Stivale.
Cordiali saluti

Albertihno
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