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12 maggio 2011 8:56 - Cepu
ROMA - Tra decreti, moratorie, pause di riflessione colpi di furbizia e referendum in bilico, l'Italia è ancora in attesa di capire se ci sarà mai una seconda era nucleare, ma intanto il governo deve ancora finire di fare i conti con il passato. Sei Comuni della Consulta Anci dei Comuni sedi di impianti nucleari (Caorso, Saluggia, Trino Vercellese, Rotondella, Ispra e Piacenza) hanno avviato oggi un'azione legale nei confronti di Palazzo Chigi a tutela degli interessi delle amministrazioni e dei cittadini per chiedere che vengano ripristinate le somme spettanti ai Comuni dal 2005.

In una nota, l'Anci ricorda che le compensazioni per i municipi sedi di servitù nucleari (non solo le vecchie centrali, ma anche deposito di stoccaggio di materiale radioattivo), sono previste dal decreto Scanzano del 2003. "In virtù della legge finanziaria, nel 2005 - spiega Fabio Callori, presidente della Consulta e sindaco di Caorso - tali risorse sono state decurtate del 70% per destinare gli introiti che i cittadini pagano con la bolletta elettrica alla fiscalità generale". Si tratta, tra l'altro, di quegli "oneri di sistema" che rendono il costo dell'elettricità in Italia uno dei più alti d'Europa e che nelle settimane scorse il governo ha propagandisticamente cercato di attribuire 1 esclusivamente al peso degli incentivi per le fonti rinnovabili.
11 maggio 2011 20:15 - Cepu
Caro ennio, non cogli il punto. I tedeschi e i giapponesi hanno scelto consapevolmente e democraticamente il nucleare, ne hanno goduto, si rendono conto di aver sbagliato, ora fanno onestamente marcia indietro e dovranno pagare il conto dei costi atomici. Non tollerano inganni da parte dei propri governanti.

Gli italiani hanno scelto altrettanto democraticamente tramite referendum di smettere col nucleare, evitandosi millenni di costi nascosti. Molto più intelligenti, salvo i pochi idioti governanti che pensano di poterli ingannare impunemente.
11 maggio 2011 19:43 - ennio4531
Caro cepu,
se i tedeschi e i giapponesi, come tu affermi, non tollerano inganni ( ... forse sono una razza superiore rispetto agli allocchi italiani ?) , come spieghi che abbiano accettato di essere ingannati da almeno 30/40 anni con il nucleare, mentre noi italiani, avendo subdorato l'inganno, abbiamo detto no al nucleare 20 anni fa ?

Seguendo la tua logica, noi italiani ci dovremmo definire molto più 'svegli' dei popoli che tu ammiri !

Comunque, dal momento che non sai darmi una risposta alle mie domande ,sappi che il numero di pale in Giappone per sostituire il nucleare si aggirano sulle 96.500.

Tralascio i costi....
11 maggio 2011 15:22 - Cepu
Caro Ennio, vivi in un mondo tutto tuo. Il giappone e la germania non sono l'italia.

Gli elettori non si fanno lisciare il pelo e non tollerano inganni. Come preannunciato da Kurosawa, hanno scoperto che il nucleare civile ha costi nascosti improponibili. Come hanno fatto fare le centrali atomiche, così daranno disposizioni per disfarle e passare alle rinnovabili.

Idem in germania e seguiranno sicuramente altri paesi, salvo quelli che hanno fame di materiale fissile per usi militari.

E non attenderti altre risposte da me, visto che a tuo parere gli stessi ministri giapponesi danno numeri sbagliati in dichiarazioni pubbliche.
11 maggio 2011 13:05 - ennio4531
Che i politici, in generale, dopo un disastro liscino il pelo all'elettorato con promesse e illusioni è comprensibile ed umano.

Pochi politici ebbero il coraggio di esprimersi con crudo realismo e Churchill ne è stato un esempio quando, allo scoppio della II guerra mondiali,si rivolse inglesi dicendo "Tutto quello che vi posso promettere è sangue, lacrime e sudore. ...".

Dopo averlo accettato per cinque anni, alla fine della guerra gli inglesi gli diedero il benservito: a nessuno di noi fa piacere ascoltare ... certe parole ...

Quando il ministro dell'ambiente giapponese afferma "“la quantità massima di energia elettrica possibile dalla produzione di energia eolica nel nord-est del Giappone supererebbe l’energia attualmente prodotta dalle centrali nucleari nazionali”, non ha per la testa le dimensioni del problema.

Il Giappone produce 1.134.000 milioni di KWh complessive di cui il 29% da nucleare per KWh 328.860 milioni.

Domanda: quante pale eoliche necessitano per produrre i 328.860 milioni di kwh da nucleare ?

Caro cepu .. lascio a te la risposta ...

Dal momento che il vento non ci assicura la potenza di cui necessitiamo quando la vogliamo noi ( ... ti immagini un treno che debba partire alle 8 e viene annullato ... per mancanza di vento ...) , dovremo sempre aver a disposizioni centrali di riserva.... .

Quali ?
10 maggio 2011 17:59 - Cepu
Ancora dal giappone: Il primo ministro giapponese, Naoto Kan, ha annunciato oggi che rinuncerà al suo stipendio da premier fino alla conclusione della crisi nucleare di Fukushima. “La responsabilità di non aver evitato l’incidente è della Tepco quanto del governo che ha puntato sull’energia nucleare come strategia nazionale, e per questo voglio porgere le mie scuse alla gente”, ha dichiarato oggi Kan in una conferenza stampa a Tokyo.

Oltre alla tragedia dello scorso marzo, a rendere ancor più complicata per il governo Kan la possibilità di insistere sull’energia atomica come se nulla fosse, è arrivata ieri la notizia che la Hubu Electric Power Company ha accettato di chiudere temporaneamente l’impianto di Hamaoka dopo che l’agenzia nazionale giapponese per la sicurezza atomica (Nisa) ne ha stabilito l’incapacità a resistere ad un eventuale terremoto di magnitudo 8.

Il primo ministro Kan ha inoltre ribadito la necessità per il Giappone di “fermarsi un momento e rivedere da capo” le politiche energetiche previste in materia di nucleare, riferendosi in particolare al progetto di portare al 50% (dall’attuale 30%) entro il 2030 la quota di energia elettrica prodotta dagli impianti atomici nazionali e soltanto il 20% da fonti pulite. “Dopo l’incidente l’essenza di questo piano va rivista”, ha aggiunto il premier precisando che atomo e fonti fossili sono state sino ad oggi fondamentali, ma è giunto il momento di dare più spazio alle rinnovabili.

Oltre al potenziamento della sicurezza nelle centrali nucleari, Kan ha promesso quindi che il Giappone promuoverà la realizzazione di una società basata sul risparmio energetico e l’utilizzo di solare ed eolico.

Ad anticipare le linee che il governo giapponese pensa di seguire per raggiungere questi obiettivi è stato il ministro dell’Ambiente Ryu Matsumoto. “Poiché la costa del Pacifico del nord-est del Giappone è particolarmente adatta per la produzione di energia solare ed eolica, il governo spera di integrare tali sistemi nelle abitazioni per i sopravvissuti dello Tsunami”, ha spiegato.

Secondo il ministro, “la quantità massima di energia elettrica possibile dalla produzione di energia eolica nel nord-est del Giappone supererebbe l’energia attualmente prodotta dalle centrali nucleari nazionali”
10 maggio 2011 11:10 - ennio4531
Vivendo a valle di una diga, spero che il primo nostro ministro prenda in considerazione anche i miei timori per un possibile crollo a causa di terremoti, schianto di un aereo sulla diga stessa e provveda a svuotare l'invaso.

Penso di interpretare il pensiero delle centinaia di migliaia di persone che si trovano nella mia stessa condizione.

Facciamo nostra la riflessione profonda del primo ministro giapponese "“Dobbiamo impegnarci maggiormente nella produzione energetica in maniera più intelligente”.

Anche se alla domanda quale sia la maniera più intelligente, il primo ministro giapponese non ha risposto.
9 maggio 2011 13:16 - Cepu
Eh si, i primi ministri fanno fatica a capirlo, ma pian piano ci arrivano.

Gorbaciov l'ha capito solo dopo Chernobyl. La Germania l'ha capito da poco, fortunatamente prima di un disastro in casa: ora ci sta arrivando anche il Giappone, secondo un lancio di agenzia del 6/5:

Chiudere la centrale nucleare di Hamaoka prima che sia troppo tardi: lo ha chiesto il primo ministro giapponese Naoto Khan.

L’impianto si trova sulla congiunzione di due placche tettoniche e, secondo uno studio del governo, nei prossimi trenta anni è atteso un possibile sisma di magnitudo 8.

“Quanto alla conseguente perdita di energia elettrica, credo fortemente sia da mettere in secondo piano, non solo per la gente della zona ma per tutto il Paese”, ha detto il premier giapponese, “Dobbiamo impegnarci maggiormente nella produzione energetica in maniera più intelligente”.

La richiesta di uno stop alla centrale arriva dopo l’incubo Fukushima e l’allarme lanciato per una terza centrale giapponese, quella di Kashiwazaki, la più grande al mondo. In quest’ultima si è verificata un’anomalia in una delle valvole di sicurezza.
9 maggio 2011 11:45 - ennio4531
x pettine

Il nucleare è presente in almeno 31 stati da decenni.

Criminali pure loro ?

Purtroppo, chi non ha argomentazioni e usa espressione ad effetto non è un criminale... è peggio ... è solo grullo ...
7 maggio 2011 17:16 - pettine
te pareva che ennio non stesse sempre e comunque dalla parte dei criminali che vogliono distruggere l'italia...

meno male che ste centrali non le faranno mai!
7 maggio 2011 11:32 - ennio4531
Tralascio molti punti delle chilometriche chiacchiere di sergio ( … puzzano di astio politico con venature ossessive lontani mille miglia…) per puntualizzare i punti di maggior evidenza.

Sergio: Perché non dovremmo riuscire a proseguire su questa strada proprio adesso che le fonti rinnovabili cominciano a essere sviluppate e competitive?

Commento: sviluppate ? Il solare + l’eolico, pur in presenza di incentivi fortissimi, rappresentano per l’Italia nel 2010 il 3,3 % ..
Competitive … dove ? Se lo fossero, perché le sussidiamo così profumatamente ?

In Italia , ogni Kwh di rinnovabile fotovoltaico viene premiato con tariffe medie pari a 0,30 €. quando il valore di mercato è inferiore a 0,1 ( .. arrotondo per eccesso ).

E’ come se per ogni Fiat venduta a € 10.000 euro, la casa produttrice ricevesse un premio di 20.000 € da porre ad incremento del bollo di circolazione pagato dagli automobilisti
Faccio presente che i più grandi finanziatori del rinnovabile sono le banche che vedono i loro prestiti garantiti da aiuti favolosi della durata di decine d’anni a carico degli utenti .

Sergio: Proprio in questi giorni un comunicato dell’UE ci informa che “Il consumo totale di energia eolica nell'Unione europea equivale al consumo di energia elettrica di Danimarca e Portogallo messi insieme”.

Commento: … le solite espressioni ad effetto. Se si analizzano i dati risulta che questi due paesi rappresentano come popolazione il 3,4 % dell’Unione Europea .
Faccio notare che la Danimarca, che trae il 23% del suo fabbisogno elettrico dall’eolico, pratica il prezzo più alto dell’energia elettrica ad uso domestico in Europa. ( fonte: Nomisma energia )

Sergio::valutare 1% ciò che rappresenta oltre il 4% non significa sbagliare di 3% ma di 300%; infatti, da 1 a 4 c’è un incremento di +300…..
Infatti stimare 16% ciò che tu errando intendi e rapporti al 27,8% significa sottostimare di circa il 42% l’apporto del nucleare ( in Europa )poiché 11,8 punti su 27,8 rappresentano il 42% o se vuoi prendere in riferimento l’incremento saremmo intorno al 73,75%: un errore pari a circa un quarto rispetto al tuo 300%. Ancora una volta sfida persa, caro Ennio.

Commento: la produzione di energia elettrica in Italia è stata nel 2009 di MWh 292.642 .
Il 3%, che rappresenta il delta del mio errore, dà come risultato MWh 8.780.

Vediamo in termini assoluti l’errore di sergio pari all’11% sull’apporto del nucleare in Europa.

Produzione energia elettrica in alcuni paesi europei ( non li cito tutti per non infierire su sergio)
in MWh:

italia 292.642;Francia 549.100;Germania 593.000;Spagna 210.000
totale 1.644.742 x 11% = 180.922.

Ora, se si dovesse scegliere tra due errori, sarebbe meglio sbagliare per 180.992 come fa sergio o 8.780 dello scrivente ?

Faccio presente che in percentuale significa più del 2000% !

Ancora una volta sfida persa, caro sergio.

Sergio: le rinnovabili possono dare molto più di quanto iniziano a dare;
Va incentivato l’uso di terreni marginali non produttivi, installazioni su tetti, coperture di capannoni e parcheggi…

Commento: con quale tipologia di impianto e a quali costi ? Il povero sergio chiacchiera, come i politici, , ma non ci fornisce una sola cifra !

Sergio: Continui a discutere di incentivi senza i quali le fonti rinnovabili non sarebbero decollate; giustissimo, ma perché il nucleare non prevede molti costi a carico del contribuente e della collettività?

Commento :Il piano del governo non prevedeva alcun costo a carico del contribuente .
Però riconosco a sergio che una bugia ripetuta più volte può, per gli sprovveduti, diventare verità.

Sergio : ma se ti ho fornito dati e studi che dimostrano la non convenienza economica di produrre energia elettrica con il nucleare, di cosa vuoi discutere?
… Per esempio, qualcuno vuole spiegare perché lo studio del MIT che ho citato (dimostra che il nucleare non è competitivo) è sbagliato?

Commento: guardiamo ai fatti . Sul Sole-24 ore del 9 aprile c.a. pag. 13 viene riportata una tabella del centro studi ‘Nomisma energia’ che ci dice che in Europa il prezzo dell’energia elettrica più basso, sia per l’industria che per uso domestico, viene praticato dalla Francia nuclearizzata , mentre il prezzo più alto per uso domestico si ha in Danimarca che vanta il tasso di energia eolica prodotta la più elevata in Europa.

Sergio :…. o volete dimostrare che è sbagliato il conto a consuntivo su 75 reattori statunitensi che sarebbero dovuti costare 45 miliardi di dollari e ne costarono 145?

Commento: ammettiamo che i dati di sergio sui costi del nucleare siano corretti e vediamo i costi del solare per produrre pari energia elettrica.
E per solare scegliamo il termodinamico ( Nevada Solar One) sponsorizzato dal divino Rubbia
in una intervista a Repubblica .
Questo impianto solare è costato $ 266 milioni e produce 134 milioni di KWh all’anno.

La produzione di energia elettrica negli USA è di circa 4.949.000 milioni di KWh di cui il 20% viene fornito dal nucleare per un ammontare di 989.900 milioni di KWh .

Per cui il numeri di impianti Nevada solar One necessari per sostituire il nucleare sarebbero 7.387 ( 989.900: 134) con un costo complessivo di $ 1.964 miliardi ( 7387 x 266.000.000)

Riepilogando :
costo investimento del nucleare : € 145 miliardi
costo investimento del solare : € 1.964 miliardi

Inoltre, poiché il termodinamico non si può installare sui tetti , quanto territorio occorrerebbe ?
Km2 11.818 ( 7387 x 1,6 ) pari alla superficie di 32 laghi di Garda. !

Risorse umane e somme così ingenti non sarebbe meglio dirottarle, almeno in parte, invece che negli impianti di energie alternative nella ricerca, istruzione, sanità, ecc ecc. ?
6 maggio 2011 22:18 - Cepu
I giapponesi stanno facendo rapidi progressi: per evitare Genpatsu-shinsai, oggi il primo ministro giapponese ha disposto la chiusura della centrale atomica di Hamaoka, situata a sud ovest della città di Tokyo.
30 aprile 2011 20:24 - sergio2
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NUCLEARE... LE SCORIE DOVE LE METTI?
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Ottima domanda, Lucilla.

Il problema, da decenni al centro del dibattito politico e tecnico-scientifico, è ancora irrisolto.

La soluzione del sito geologico in profondità, per decenni considerata la più accreditata, non suscita più grandi entusiasmi dopo il fallimento del progetto USA “Yucca Mountain”.

Dopo anni di studi, ricerche, lavori e circa 8 miliardi di dollari spesi, gli USA ricominciano a cercare una soluzione “definitiva” per il sito nazionale di stoccaggio dei rifiuti radioattivi ad alta attività e vita lunga.

Sempre in USA è in esercizio un deposito geologico dal 1999 (25 anni per realizzarlo), ma è destinato allo smaltimento dei rifiuti a bassa e media attività, prodotti nei centri del governo federale (i cosiddetti defense wastes) e non ai rifiuti radioattivi ad alta attività di tipo classico e di provenienza commerciale (rifiuti vetrificati o combustibile irraggiato).

Aldilà dei costi notevoli, un sito permanente di stoccaggio di scorie radioattive solleva problemi di accettabilità sociale perché nessuno può garantire per centinaia di migliaia di anni l’effettiva tenuta di qualunque formazione geologica.

Il progetto Yucca Mountain iniziò dopo anni di studi e ricerche, ma poi dopo ulteriori approfondimenti emersero molti dubbi sull’idoneità del sito e invece di arrivare all’inaugurazione siamo giunti all’abbandono di un sito praticamente quasi ultimato (almeno così scrivono gli esperti).

Anche in Germania un sito (il deposito di Asse) per i rifiuti di media attività era stato individuato in una vecchia miniera di sale.
Il deposito fu inaugurato nel 1968 e già nel 1988 si accertarono le prime infiltrazioni di acqua con perdite di sostanze radioattive.
Eppure gli studi e le analisi avevano escluso il rischio di infiltrazioni… che puntualmente si verificarono in tempi brevissimi.
Si cerca di intervenire per stabilizzare le rocce e intanto è stato disposto il recupero di migliaia di fusti con scorie radioattive: spesa prevista circa 3miliardi di euro; tempo previsto per l’operazione: sino a anni 20! Rischi enormi e intanto si teme per il rischio di crollo dei tunnel.
Questo sito era stato considerato idoneo anche per lo stoccaggio dei rifiuti ad alta attività radioattiva!

Il superman italiota, al mondo noto col nome di Silvio Berlusconi, ha gia fallito clamorosamente nel 2003 col suo progetto demenziale di creare un sito geologico a Scanzano Jonico
Il superman avrebbe dovuto in breve tempo (come di consueto… alzando il tappeto per nascondere lo sporco e diffondendo barzellette) risolvere il problema che altri dopo decenni di lavoro non sono riusciti a risolvere.
Dalla sua aveva il vantaggio di un quantitativo piccolo di rifiuti radioattivi ad alta attività e non destinato a crescere vista l’assenza di centrali funzionanti… almeno per il momento.
Ma non c’è riuscito lo stesso.

Fu dimostrato che Scanzano Jonico non aveva i criteri minimi di sicurezza previsti dall’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (IAEA). Si trova, infatti, in zona sismica, è troppo vicino a centri abitati, a fiumi e a falde acquifere superficiali, è in un’area soggetta a frane, erosioni e alluvioni ed è a meno di un chilometro di distanza da un giacimento metanifero.
Tutte le caratteristiche peggiori per costruire un deposito di scorie radioattive.

Ma ovviamente il superman fallì per l’opposizione ideologica dei professionisti del no: i pazzi ambientalisti.

Oggi nel nostro Paese ci sono circa 100mila metri cubi di scorie nucleari, di cui 27mila metri cubi derivanti dalle attività delle vecchie centrali nucleari, 50mila metri cubi prodotti dal parziale smantellamento delle vecchie centrali, e 20mila metri cubi di rifiuti nucleari che arrivano dalla ricerca e dalle attività ospedaliere e industriali.
Quelle più pericolose nel tempo sono appunto circa 27mila metri cubi: come un palazzo di base 270 metri quadrati e alto 100 metri, circa 30 piani.

Da anni si discute di un sito unico europeo… ma non vedo paesi candidati.

In ogni caso, il problema delle scorie come quello dello smantellamento delle centrali chissà perché non sono mai considerati quando si parla di programmi nucleari e quando vengono considerati si fa riferimento a costi e scenari che non trovano alcuna rispondenza con la realtà e con i conti a consuntivo.

Tanto sono problemi di coloro che verranno… noi godiamoci il business; sarà questo il pensiero dei grandi statisti?
29 aprile 2011 19:53 - lucillafiaccola1796
NUCLEARE... LE SCORIE DOVE LE METTI?
OGM...I SEMI SONO STERILI


FINE

TUTTO IL RESTO E' TROUFFE!
29 aprile 2011 17:27 - sergio2
...

Incredibile! Ancora con questi argomenti!

L’ignoranza di Ennio è ormai accertata, ma adesso ho molti dubbi sulla sua intelligenza.

E questo non è insultare, ma utilizzare termini appropriati.

O Ennio preferisce che io scriva che dimostra di non essere un’aquila?

Ennio insiste su un concetto elementare che ho spiegato in termini comprensibili anche a un bambino di 8 anni, ma non a Ennio.

Torniamo ancora una volta su quanto da me espresso e da Ennio contestato.

Ho scritto: “In Europa il contributo del nucleare alla potenza elettrica installata è sceso dal 24% del 1995 al 16% del 2008.”

Lui risponde affermando che in Europa il nucleare rappresenta il 27,8% dell’energia complessiva prodotta.

Aldilà dei numeri, sta esprimendo un concetto che non ha alcuna relazione con quanto da me affermato e quindi, ammesso che io abbia sbagliato, non è con questi argomenti che mi dimostra che sono in errore.

Ho preso in considerazione un determinato arco di tempo (1995-2008) e ho valutato l’andamento della contribuzione del nucleare.

Ho constatato che il nucleare pesa meno di quanto pesasse nel ’95. In altre parole, il nucleare è cresciuto meno di quanto sia cresciuta, nell’arco di tempo considerato, la potenza installata.

Ma Ennio non capisce l’italiano, non sa analizzare il testo e confonde la relazione tra quanto rappresentava il nucleare nel 1995 sul totale della potenza installata di allora e quanto rappresenta nel 2008, con il dato di produzione.

Faccio un esempio semplice nella speranza che anche Ennio possa comprendere.

Diciamo che nel 1995 ogni giorno in Europa si producono 100 auto e di queste 24 sono di fabbricazione italiana.
Diciamo che nel 2008 le auto di fabbricazione italiana prodotte ogni giono in Europa sono 26 ma la produzione quotidiana europea ammonta a quasi 163 unità.

Poiché 26 su 163 equivale a 16%, ecco che il peso dell’Italia sulla produzione di auto in Europa è sceso dal 24% al 16%.

Questo è il concetto che ho espresso.

E’ stato possibile uno sviluppo considerevole della produzione elettrica senza una parallela crescita del nucleare.

Perché non dovremmo riuscire a proseguire su questa strada proprio adesso che le fonti rinnovabili cominciano a essere sviluppate e competitive?
Proprio in questi giorni un comunicato dell’UE ci informa che “Il consumo totale di energia eolica nell'Unione europea equivale al consumo di energia elettrica di Danimarca e Portogallo messi insieme”.

Il ragionamento che sviluppavo era relativo allo sviluppo della domanda di energia elettrica e indagava la necessità di aumentare la nostra capacità produttiva.

Ma Ennio non ha capito nulla di quanto più volte spiegato e insiste a dire, dimostrando di non dominare nemmeno i concetti più elementari della matematica, “se io ho scritto cazzate per aver errato di un 3,1% , tu che hai sbagliato del 11,8 % cosa dovrei rispondere alle tue tesi : minchiate, puttanate, bastardate ?”

Sì Ennio, minchiate, cazzate, bastardate… le cose che affermi.

Infatti, valutare 1% ciò che rappresenta oltre il 4% non significa sbagliare di 3% ma di 300%; infatti, da 1 a 4 c’è un incremento di +300%; o se preferisci hai sottostimato l’apporto di alcune fonti energetiche di oltre il 75% quando affermi che determinate fonti rinnovabili rappresentano nemmeno l’1% quando invece rappresentano il 4,1% del consumo e il 4,8% della produzione.

Il mio riferirmi alla produzione anziché al consumo non era una furbata ma un modo semplice e immediato di rilevare il tuo mastodontico errore, lanciato a mo’ di sfida; poco rilevava prendere a riferimento il consumo o la produzione: ho privilegiato il dato più semplice per chiunque da verificare, fornendo il link a una tabella ufficiale che ancora una volta hai interpretato male affermando cazzate in tema di rifiuti.

Il supposto errore che mi attribuisci dell’11,8% sarebbe in ogni caso poca cosa rispetto al tuo errore.
Infatti stimare 16% ciò che tu errando intendi e rapporti al 27,8% significa sottostimare di circa il 42% l’apporto del nucleare poiché 11,8 punti su 27,8 rappresentano il 42% o se vuoi prendere in riferimento l’incremento saremmo intorno al 73,75%: un errore pari a circa un quarto rispetto al tuo 300%. Ancora una volta sfida persa, caro Ennio.

Come vedi sei ignorante anche in matematica e non solo in italiano: un errore certo del 300% è maggiore di un presunto errore del 73,75%. O no?
Per Ennio no: tratta le percentuali come quantità assolute senza riferimenti alle totalità di cui sono e rappresentano parti, frazioni, fette di torta… (ricordi le fette di torta delle elementari, Ennio?)

Tanto più che quel che Ennio indica come mio errore è in realtà un suo errore di comprensione del testo.

La cosa deprimente è che tu hai risposto con un banale le “centraline locali, biomasse e geotermico” non rappresentano nememno l’1% a un articolato discorso in cui chiedevo perché mai dovremmo precipitarci a realizzare centrali nucleari quando

- abbiamo una capacità produttiva di gran lunga superiore al nostro fabbisogno

- c’è abbondanza di energia prodotta dai nostri vicini che sono ben lieti di vendercela a un costo inferiore a quanto ci costerebbe produrla

- se producessimo l’energia che importiamo realizzando delle centrali nucleari avremmo solo il risparmio tra costo di acquisto e costo di produzione e non certo l’intero costo dell’importazione, ma ci metteremmo in casa tutti i problemi del nucleare, con tutte le incertezze di costo, tempi e costruzione che si stanno manifestando in Francia e Finlandia, quando ancora siamo alle prese con i problemi della passata avventura nucleare

- i piani nucleari appena varati si basano su stime di crescita della domanda elettrica che già si sono rivelati sbagliati (costante degli ultimi 5 decenni): siamo ai livelli del 2005 come consumi e nel 2020 saremo molto lontani da quanto presentato nei piani ufficiali come fabbisogno realistico e veritiero

- i piani nucleari varati nel 2008 e perfezionati nel 2009 sono già considerati superati dall’attuale maggioranza di governo, che quei piani ha approvato, per esplicita affermazione del ministro Romani: capperi che credibilità!

- non esiste alcuna necessità di dotarci di una maggiore capacità produttiva in tempi brevi; se esistesse non sarebbe il nucleare a soddisfare questa esigenza dato che nella migliore delle ipotesi arriveremmo al 2015 ad avere solo dei piani cantierabili (affermazioni dell’AD di Enel agli investitori finanziari)

- il risparmio elettrico nel settore privato e pubblico, l’ammodernamento dei motori nelle aziende e della rete elettrica (disperdiamo oltre il 6% di quanto produciamo) potrebbe darci una bella quota di energia; in altre parole il problema è produrre e consumare meglio e non produrre di più;

- le fonti rinnovabili possono dare molto più di quanto iniziano a dare;

- la politica d’incentivazione deve mirare a produrre senza inquinare, ridurre gli sprechi, scoraggiare le speculazioni, fornendo un quadro normativo certo e di medio periodo;

- abbiamo un obiettivo comunitario da raggiungere entro il 2020 e non sarà certo il nucleare in questi tempi a consentirci di ridurre le emissioni inquianti.

A tutto questo e molto altro Ennio risponde con la sparata dell’1% e riproponendo le sue bizzarre interpretazioni dell’italiano.

Deprimente.

Inoltre, Ennio ci spieghi dove e quando avrei esaltato le biomasse (delle quali ho parlato perché Ennio le ha tirate in ballo).

Gli ambientalisti e la comunità europea hanno sempre contestato all’Italia l’aver dato accesso agli incentivi anche alla produzione di energia con fonti non rinnovabili (sufficiente analizzare la questione dei rifiuti e dei termovalorizzatori).

L’attuale quota del 3% di produzione da biomassa e rifiuti è quella correttamente incentivabile perché derivante da materie biodegradabili; il governo ha però esteso gli incentivi anche alla produzione di energia da tipologie di rifiuti e materie prime alimentari che non andrebbero incentivate ma penalizzate.

Un conto è incentivare la produzione di energia da scarti delle attività agricole o comunque con rifiuti biodegradabili, altra cosa è estendere questi incentivi anche all’utilizzo del grano per produrre energia o con rifiuti non biodegradabili.

Non ho scritto di essere contrario agli incentivi, ma ne ho criticato alcuni aspetti che hanno favorito le speculazioni.

Se un ettaro di terreno coltivato a mais rende X euro mentre se lo affitto a chi vuole “coltivarlo a pannelli solari” mi frutta 2X… ovvio che favorisco le speculazioni: questo non va bene perché non mangiamo elettricità.

Va incentivato l’uso di terreni marginali non produttivi, installazioni su tetti, coperture di capannoni e parcheggi…
Basti osservare quanto sta avvenendo con i biocarburanti per rendersi conto che è pericoloso barattare il cibo con l’energia.

A parte queste critiche su un modo abbastanza indiscriminato e poco certo nel tempo di concedere gli incentivi, ci sono poi considerazioni sostanziali sul modo di aver concepito e architettato il sistema incentivante.
Ma questo è un aspetto complesso che sarò ben lieto di affrontare se qualcuno sarà interessato a superare i livelli banali di confronto a cui purtroppo Ennio ci costringe.

La critica al governo è ben fondata dal momento che appena ad agosto 2010 il ministro ad interim Berlusconi e il ministro Prestigiacomo hanno varato il terzo conto energia che riconfermava gli incentivi (addirittura con successivo provvedimendo il governo estendeva l’ammisisone alla misura più vantaggiosa degli incentivi agli impianti ultimati nel 2010 anche se non ancora allacciati) e fissava le tariffe incentivanti per il triennio 2011-2013!

Cosa succede dopo pochi mesi, ovvero a marzo 2011?

Che lo stesso governo si rimangia tutto e a partita iniziata modifica le regole del gioco!

Questa è la credibilità di un govermo?
Questo significa dare un quadro normativo certo di riferimento?
Questo significa sviluppare le attività produttive?

Per me questo è un governo di improvvisati giullari e pagliacci!

Senza offesa per chi svolge con professionalità questa nobile arte!

Quindi, Ennio, di quali contraddizioni vai scrivendo?
Quelle che ci sono nella tua testa?

Ho interpretato male il messaggio di Claudio? Può darsi, spiegaci cosa volesse sapere e comunicarci.

Vuoi ancora discutere di costi?

Ma se ti ho fornito dati e studi che dimostrano la non conveninenza economica di produrre energia elettrica con il nucleare, di cosa vuoi discutere?

Se ti ho citato i dati a consuntivo che dimostrano la non convenienza del nucleare, di cosa vuoi discutere?

Continui a discutere di incentivi senza i quali le fonti rinnovabili non sarebbero decollate; giustissimo, ma perché il nucleare non prevede molti costi a carico del contribuente e della collettività?

Insisti su quanto costerebbe produrre il 25% dell’energia necessaria con fonti rinnovabili; ma lo sappiamo già e sappiamo che saranno costi in discesa (ma sai quanto si produce in Europa con le fonti rinnovabili?), senza sorprese e senza rischi; mentre sui costi del nucleare che ci spacciano come il massimo della tecnologia oggi disponibile… sappiamo solo che sono sbagliati i conti che prevedono 20miliardi di euro per 4 centrali che dovrebbero darci il 12% (sbagliando ancora perché la resa delle centrali non è il decantato 92-95%); forse saranno 30, quindi 60 se vogliamo produrre il 25% con il nucleare, più probabile 70miliardi di euro; in realtà nessuno ancora lo sa, ma francesi e finlandesi tremano per i costi che stanno lievitando, insieme ai tempi e alle commesse annullate…

E sappiamo che non ci sarà alcun risparmio per il contribuente poiché Enel farà investimenti solo se sarà garantito l’attuale sistema tariffario incentivato (saremo sempre noi a pagare in bolletta)…

E poi scorie, costi assicurativi, sistemi compensativi ai comuni interessati agli insediamenti nucleari, smantellamento, costi per la sicurezza attiva, passiva e contro rischi attentati (di cui si è occupato il governo Berlusconi nel 2003; adesso non esistono più?)… su chi ricadranno tutti questi costi?

Qualcuno mi sa indicare un documento in cui ci danno risposte chiare su questi non marginali aspetti?

E già, io certamente sono lungo e poco interessato alle frasi ad effetto, però mi piacerebbe che qualcuno mi dimostrasse che uno dei tanti concetti che ho espresso è sbagliato o infondato.

Per esempio, qualcuno vuole spiegare perché lo studio del MIT che ho citato (dimostra che il nucleare non è competitivo) è sbagliato?
http://web.mit.edu/nuclearpower/

O volete cimentarvi con i dati del Dipartimento Energia USA?

O volete dimostrare che è sbagliato il conto a consuntivo su 75 reattori statunitensi che sarebbero dovuti costare 45 miliardi di dollari e ne costarono 145?
28 aprile 2011 18:58 - ennio4531
x claudio

come noti, alle tue osservazioni, sergio risponde con una mitragliata di giudizi e pareri che non rispondono affatto alla tua domanda.

E' una sua caratteristica: gli chiedi di proporre qualcoda di concreto per produrre energia elettrica al posto del nucleare ( costi e superficie occupata ) e lui ti risponde con una diluviata di chiacchere il cui obiettivo è quello di non darti una risposta.

Vuoi farlo incavolare: chiedigli quanto costerebbe il solare ( scelga lui quale ...) per fornire il 25% dell'energia elettrica consumata oggi in Italia al posto del nucleare che era stato proposto dal governo...

La sua risposta immancabile è un profluvio di elencazioni che spaziono dalle biomasse per arrivare all'ultima sua pensata' che anche l’acqua che scorre nell’acquedotto può generare energia elettrica.”.

Spero che tu abbia maggiore fortuna di quella mia...
28 aprile 2011 18:03 - ennio4531
Sergio sei forte... quando ti accrediti come l’infallibile …

Se bastasse un dato sbagliato per squalificare e insultare la controparte, come dovrei comportarmi nei tuoi confronti quando, per citare solo un caso , il 24 marzo scrivevi preso da sindrome antinucleare “In Europa il contributo del nucleare alla potenza elettrica installata è sceso …al 16% del 2008”, quando invece era del 27,8% ( “Nell'Unione europea l'energia nucleare si attesta stabilmente come la seconda fonte nell'elettro-generazione, producendo nel 2008 il 27,8% dell'energia elettrica complessiva – da Wikipedia “ … purtroppo nemmeno tu sai consultare Wikipedia..)

Ora, dopo averti fatto presente la differenza tra produzione e consumo che ti era sfuggita ( … non preoccuparti … anche gli dei possono sbagliare …) , se io ho scritto cazzate per aver errato di un 3,1% , tu che hai sbagliato del 11,8 % cosa dovrei rispondere alle tue tesi: minchiate, puttanate, bastardate ?

Riguardo i tuoi giudizi a raffica da piccolo Robespierre sulle qualità delle altre persone ( …. anche come giacobino ti accrediti !!! ) faccio rilevare alcune tue contraddizioni che mi portano a concludere che quello che più ti interessa è l’aspetto politico della questione confermato anche dal tenore della risposta data a claudio.

Allora, prima esalti la produzione delle biomasse e rifiuti ( 3% … saranno esse che ci salveranno quando verranno meno petrolio e gas !! ) , poi ti indigni contro il governo perché, per accrescere le biomasse e rifiuti incentiverebbe pure l’energia da pregiate materie prime agricole.!

Per cui , se il governo ne proibisse l’uso , la percentuale del 3% diminuirebbe … a quanto ?

E che dire degli incentivi alle energie alternative approvati dal governo .

Prima, il coro generale dei Verdi , delle opposizioni, degli antinuclearisti reclamano aiuti per il ‘Sol dell’avvenire’ , poi , una volta concessi , si grida : vergogna !

E se sergio, come ci racconta ultimamente, era contrario agli incentivi, ci potrebbe dire come le energie alternative in Italia prenderebbero piede, quando è bastato l’annuncio di una diminuzione degli aiuti per far dire alle aziende del settore che avrebbero chiuso ?

Insomma… della serie… riguardo il governo : qualunque cosa fai .. in faccia le pietre prenderai …
28 aprile 2011 0:38 - sergio2
...

Claudio sembra voglia proporci l’antico argomento “o nucleare o ritorno alla candela”.

Se le cose stessero realmente così, la maggioranza di governo dovrebbe avere molti validi argomenti da spendere per superare questa sempre evocata emotività del “popolo sovrano”.

In primo luogo, trovo preoccupante che chi governa (è solo un modo di dire) per volontà del “popolo sovrano” reputi inadeguato questo “popolo” nel prendere una decisione su un tema quando anche da questo governo dipende l’essere o non essere informati.

E questo "popolo" sarebbe così inadeguato che il governo preferisce attentare ai diritti costituzionali per impedire che si possa esprimere su una questione importante che evidentemente qualche dubbio sollevava già prima dell’incidente giapponese. E già perché la richiesta di referendum è antecedente all'incidente.

Forse i brigatisti sono al governo e non nelle procure. Certamente ci sono molti eversori al governo.

Una cosa è certa: questa maggioranza non ha fatto nulla per convincerci della bontà della propria scelta.
Anzi, esattamente il contrario.

Prima con l’incredibile coppia da avanspettacolo Berlusconi-Scajola che prometteva l’inizio lavori già nel 2012.

Poi con Berlsuconi in persona che per parecchi mesi ha giocato a fare il vecchietto alle attività produttive (ma de che?).

Sempre accompagnati dalla inqualificabile Prestigiacomo, eccellente nella sua capacità di fare il nulla e le figure di merda.

Infine, con il giullare triste e rintronato Romani (ma da quale circo di periferia salta fuori costui?) che addirittura afferma che gli eventi giapponesi hanno reso superato il piano elaborato nucleare elaborato nel 2008.

Perché?
Ma non avevano detto che quanto successo nel lontano Oriente da noi non potrebbe mai avvenire? Che quelle sono centrali vecchie mentre le nostre sono l’avanguardia della tecnica… Così avanguardia e futuristiche che non riescono a terminarle né in Francia né in Finlandia!

Però, molto ben pensato questo piano se è bastato un incidente "annunciato" a un vecchio impianto per fermare tutto!

La realtà è che questi signori (è solo un modo di dire) sono interessati solo al business che il nucleare muove e non hanno alcuna buona ragione da proporci.

Non sono nemmeno in grado di dimostrare la convenienza economica di produrre energia con l’atomo.

Non sono stati capaci di procedere secondo la tabella di marcia da loro stabilita: prima dell’evento giapponese avevano già accumulato anni di ritardo. L’AD di Enel ha ufficialmente comunicato alla comunità finanziaria che prevede di avere piani cantierabili per il 2015!

Minchia che credibilità hanno da spendere questi poveracci: nel 2012 dovevano iniziare i lavori, affermava Berlusconi nel 2009!
28 aprile 2011 0:27 - sergio2
...

Ancora una dimostrazione di ignoranza e incompetenza da parte di Ennio.
Qualcuno ne sentiva la mancanza?

Ammesso che il ridicolo 1% quale contributo di energia elettrica da “centraline locali, biomasse e geotermico” sia riferito al consumo e non alla produzione, rimane il fattto che la produzione di energia elettrica, che ho preso a riferimento da dati ufficiali, è pari a 87% del consumo, sorvolando sul dato che anche l’Italia esporta energia, poca, ma la esporta, deducendo dal 100% del consumo la quota che Ennio ci indica derivante da importazione di energia elettrica.

Il 4,8% ufficiale di produzione da geotermia e biomassa + rifiuti (poi torneremo sui rifiuti) di 87% è pari al 4,176% del consumo: ovvero oltre 4 volte il falso dato comunicato da Ennio pari a 1%!

I dati che riporto, lo ricordo, sono desunti da http://www.autorita.energia.it/it/dati/eem6.htm
in cui la produzione italiana è suddivisa tra termoelettrico, idroelettrico da pompaggi e rinnovabili.
Tra queste rinnovabili figura anche la voce “biomassa e rifiuti”.
L’autorità per l’energia si basa su dati GRTN-TERNA.
Il GRTN (Gestore Rete Trasmissione Nazionale) da qualche anno si chiama GSE.
TERNA è la società responsabile della trasmissione dell’energia elettrica.

Insomma ho fatto riferimento ai dati ufficiali che più ufficiali non si può e le critiche di Ennio sono la dimostrazione della sua incompetenza poiché scrive basandosi esclusivamente su qualche dichiarazione di qualche suo amato politicazzo e di qualche frase letta male e compresa peggio prelevata da Wikipedia.

Diversamente Ennio saprebbe che il dato relativo ai rifiuti prende in considerazione esclusivamente la quota biodegradabile secondo gli accordi Eurostat.

Se sapesse consultare Wikipedia (almeno questo visto che è la sua amata Bibbia!) non gli sarebbe sfuggito che
“Terna considera nelle statistiche relative alla produzione di energia da biomassa e rifiuti esclusivamente la parte organica (e quindi pienamente rinnovabile) dei rifiuti solidi urbani, in quanto precedentemente veniva considerata anche la parte non biodegradabile degli stessi. Anche le statistiche relative agli anni precedenti (fino al 2002) sono state quindi coerentemente modificate con la nuova definizione.”
(per verifica http://it.wikipedia.org/wiki/Produzione_di_energia_elettrica _in_Italia#Energie_rinnovabili
si tratta guarda caso di una pagina che ho citato più volte nei miei interventi, vista la passione di Ennio per Wikipedia… ma evidentemente la sua capacità di attenzione dopo tre parole crolla a ZERO).

Da quel 3% circa che ho citato come quota di produzione di energia elettrica da biomassa (e che comprende anche la parte “sana” del trattamento dei rifiuti) non va tolto proprio nulla essendo già al netto di quanto non può essere considerato pienamente “rinnovabile”. In ogni caso, la quota derivante da RSU biodegradabili è pari a circa il 40% del totale indicato alla voce “biomassa e rifiuti”.

Chiarito ciò, aggiungo

1) Ennio non ha beccato proprio nulla e nessuno avendo sempre dimostrato totale ignoranza su ciò di cui scrive.

2) Ho sempre fatto riferimento alle fonti rinnovabili e non si comprende perché Ennio insista sempre a svilire il tema a qualche aspetto riduttivo del mondo delle rinnovabili.

3) Ho criticato il sistema degli incentivi al fotovoltaico elaborato, introdotto e riconfermato (per poi cambiarlo a partita iniziata) dal governo che sostiene il nucleare, e per farlo è disposto a comportarsi in modo eversivo, violando e calpestando i diritti costituzionali del popolo sovrano.

4) Ho affermato che non si baratta il cibo con l’energia, figurarsi quindi se posso approvare il comportamento di un governo farlocco, screditato e privo di qualsiasi credibilità politica, morale e culturale, che ha incentivato pure l’energia prodotta non da scarti agricoli ma da pregiate materie prime agricole: vale a dire che incentiva la produzione di energia con ciò che dovrebbe servire a nutrire.

5) Non sono io ad aver assimilato alle rinnovabili anche la produzione di energia da rifiuti non biodegradabili e ad aver concesso anche incentivi, sia CIP6 sia certificati verdi, a questo tipo di produzione di energia. Ma forse qualche responsabilità il governo nuclearista per finta invece può vantarla.
Chi lo spiega a Ennio?
27 aprile 2011 9:19 - claudio8633
"Qualcuno ne ha fatto una questione ideologica"
E' cio', cioe' discutere sul fatto di usare una chiave da 10 o 15 sul bullone da 15, non e' il caso.

Il popolo vuole energia, si comporta da cicala.
Una soluzione a medio termine e' il nucleare fintanto che consuma cosi'.
Non si vuole il nucleare?
SEMPLICISSIMO, non e' necessario un referendum: basta ipermercati, basta condizionatori, basta servizi energivori.
Non essendoci richiesta energetica a nessuno verra' in mente di costruire nuove centrali.

Sulla credibilita' anche mastrantoni con le sue frasette ad effetto ci illustra di non capire un benemerito nulla sulla questione.
26 aprile 2011 18:58 - ennio4531
Sergio, dopo essere stato più volte beccato a fornire dati di fantasia o errati, cerca la sua vendetta, insultandomi, cercando di cogliermi in fallo sulle fonti rinnovabili ( geotermico + biomasse ) da me sostenute al 1% , mentre lui sostiene il 5%.

Sergio si avvale, per sostenere la sua tesi, dei dati pubblicati in marzo c.a. dall’Autorità per l’energia la quale pubblica i dati della produzione nazionale e non dei consumi che sono maggiori grazie ad un 13% di importazione e ci si chiede come sergio, così sofistico nello sviscerare con chilometriche espressione tutti gli aspetti della sicurezza, si sia a tal punto… distratto.

Non solo … ma sergio sorvola sul fatto che l’Autorità per l’energia assomma erroneamente le biomasse ad altri rifiuti civili ed industriali … quest’ultimi non assimilabili a fonti rinnovabili come previsto dall’EU .

Da Wikipedia “A proposito della cosiddetta "termovalorizzazione" (cioè l'incenerimento) dei rifiuti, è da notare che solo in Italia (in violazione delle direttive europee in materia) viene considerata rinnovabile totalmente l'energia prodotta dalla termovalorizzazione laddove la UE considera invece "rinnovabile" solo la parte organica dei rifiuti (ovvero gli scarti biodegradabili)[4]..”

Per cui , anche accreditando che 1/3 sia da scarti biodegradabili ( … siamo buoni), possiamo determinare che nel 2009 i Gwh forniti dalle biomasse biodegradabili siano 2.543 ( 7631/3) .

Riepiloghiamo .

Consumi 2009 : GWh 337 601

di cui Geotermico.....5.342=1,58 %
di cui biomasse.......2.543=0,75 %
-----------
totale.......................2,33 %

Ora se io ho scritto …cazzate indicando l’1% ( mia colpa, mia massima colpa !!! ), come definire il 5% di quel volpino di sergio ?

P.S. : Sergio scrive che “Pensate che anche l’acqua che scorre nell’acquedotto può generare energia elettrica.” .

Lancio anch’io un ’idea per generare energia elettrica rinnovabile : la caduta attinente le minzioni urinarie.

Pensate … escludendo cinque milioni di lattanti… avremmo a disposizione 165 milioni di minzioni al giorno ( 3 x 55 milioni abitanti ) che , con un dislivello di un metro e lo svuotamento pari a litri 1 pro die e moltiplicato per 30 gg. , fanno metri 1.650.000.000 ( 55.000.000 x litri 1 pro die x metro 1 x 30gg ) di caduta di una massa liquida pari a litri 1.650.000.000 ( litri 1 x 55.000.000 x 30gg ).
13 aprile 2011 12:29 - Tc70
Non ho letto tutti gli interventi,aggiungerei dicendo che l'uomo è l'unico animale senza nemici naturali,continua a riprodursi e a diffondersi colonizzando la Terra, non considera che le energie del suo fabbisogno, qualsiasi esse siano, non saranno mai sufficienti per tutti,si stà lentamente progredendo verso un' autodistruzione del genere,non è una visione apocalittica la mia ,ma solo una riflessione personale,se si pensa bene,quando anche i popoli ora meno sviluppati rispetto ad altri,avranno una enorme richiesta di energia ci si accorgerà che centrali o no,non ce ne andremo fuori,e quando finirà l'acqua? Ve lo siete mai chiesto?
C'era una canzone che diceva "....siamo troppi sulla terra ,come tappi della birra è una follia...e se scoppia un'altra guerra saremo tombe nell'alta marea ,perchè le bombe non cambiano idea....",ci stiamo avvicinando non ci si nasconde dietro un dito....parere personale il mio condivisibile o no,accetto qualsiasi critica purchè non sia offensiva grazie ciao Tc70
9 aprile 2011 2:03 - sergio2
...

Ancora una volta, mettendo da parte i dubbi sull'intelligenza e onestà di Ennio, rispondo nella speranza che qualche ragionamento possa risultare utile a chi è interessato all'argomento.

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Ennio, l’1% dici; con la tua precisazione che:
“Ho scritto che l'1% riguarderebbe l'energia rinnovabile ' da centraline locali, biomasse e geotermia' e lo ribadisco”.

Peggio per te, perché confermi di essere un ignorante che non sa di cosa sta parlando.

Ma prima di darti i numeri, ti chiarisco che oltre ad essere arrogante e ignorante, perché hai la presunzione di parlare di ciò che non conosci, e tu sai di non sapere, sei stupidotto perché non sai leggere.

Infatti, sei tu che hai ridotto il discorso a “centraline locali, biomasse e geotermia” mentre io ho sempre scritto di fonti rinnovabili in genere, portando di volta in volta degli esempi, senza alcuna pretesa di fare un elenco esaustivo.
Ho più volte nei miei interventi ricordato l’idroelettrico, con piccole centrali a servizio dei corsi d’acqua minori, e ho fatto degli esempi, il geotermico, il “cosiddetto mini-idroelettrico” che non sono le centraline locali che usi per giocare con il trenino…

Idroelettrico che nelle sue diverse varianti rappresenta circa il 18% della nostra produzione nazionale.
Pensate che anche l’acqua che scorre nell’acquedotto può generare energia elettrica.

E adesso i numeri:
- il geotermico rappresenta da solo circa l’1,8% della produzione nazionale del 2010 (e ci sono ottime possibilità di sviluppo; ho citato studi e il caso Ikea)
- le biomasse rappresentano il 3% della produzione nazionale

Toh!
Solo con questo siamo già quasi al 5% della produzione nazionale!
Il 5% è maggiore di 1%?

Che ne dici Ennio, non sarà meglio informarsi prima di sparare cazzate?
http://www.autorita.energia.it/it/dati/eem6.htm

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In tanti interventi precedenti ho indicato i costi (e i documenti) di produzione dell’energia nucleare con le vecchie ma ancora presenti centrali (ho insistentemente fatto riferimento a consuntivi e a rapporti internazionali che analizzano questi consuntivi); ho riportato i costi che si stanno sostenendo adesso per le nuove centrali. Ho citato documenti e fonti dai quali risulta non competitava l'energia nucleare.

Ho indicato documenti e dati: analizzali, se vuoi.
Se ti interessano fai la fatica di rileggere gli interventi precedenti e i documenti citati.

Certo non perderò tempo io a ripetere cose che tu in precedenza hai beduinamente ignorato e deriso senza mai argomentare su alcuna mia riflessione.
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Ancora sulla noterella dell’Enea.
Invece di fare lo scemo che cerca di essere sarcastico, illustraci cosa non va nelle argomentazioni che ho esposto a commento di quella nota dell’Enea che, lo ripeto, è assolutamente priva di logica e argomenti scientifici.

Vedi, io ho commentato quel testo, che tu ci hai proposto, con argomenti, dati e ragionamenti, ovviamente non condivisibili ma andrebbe spiegato il perché; tu invece liquidi tutto con sufficienza e vuoto sarcasmo senza spiegare cosa c’è di non convincente in quanto ho esposto.

Allora, non lamentarti se ti definisco arrogante e ignorante: questo è il comportamento che stai assumendo.

Il mio commento alla nota dell’Enea, non significa quel che stupidamente sostieni tu, ovvero che solo io faccio ragionamenti scientifici, ma significa esattamente quel che ho detto: in quelle note che tu hai riportato non c’è nulla di scientifico, di logico e non c’è nemmeno divulgazione.
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E’ evidente che cerchi solo lo scontro perché sei a corto di argomenti.

Prima insistevi con le infiltrazioni mafiose nell’eolico, però non ci spiegavi grazie a cosa le stesse infiltrazioni non si potrebbero ripetere con il nucleare.

Poi liquidi Rubbia perché difende la sua creatura, invece Enel, EdF… sono benefattori!

Poi è stata la volta delle rinnovabili da te pedestremente ridotte alla coppia eolico\fotovoltaico.

Poi insisti sul termodinamico e su conti insignificanti (sui quali ho argomentato punto per punto e tu non sei stato capace di smentire alcuna mia considerazione) anche perché dai per scontato che occorra aumentare la capacità produttiva del 10%.

Perché se le centrali che abbiamo sono inutilizzate per 1\3 della capacità?

Perché non agire sulla rete dal momento che abbiamo dispersioni enormi?
Ecco un altro link per avere qualche dato sul bilancio elettrico http://www.autorita.energia.it/it/dati/ees1bis.htm

Perché non agire sulla rete che, concepita in modo monodirezionale, non consente ai produttori di energia alternativa di immettere in rete tutta l’energia prodotta? Le associazioni dei produttori si lamentano di ciò e la risposta delle autorità competenti è: stiamo provvedendo.

Perché non insistere su risparmio ed efficienza energetica?
Eppure i dati di questi ultimi anni sono estremamente incoraggianti.

Ho capito benissimo lo scarno ragionamento che fai sull’esaurimento delle fonti fossili che non è affatto vicinissimo e non è pertanto necessario precipitarsi nella costruzione di centrali nucleari, con una tecnologia così incerta che i pochi cantieri aperti stanno procedendo con lentezza e con costi in continua crescita.

Ho capito e ho risposto anche criticando uno scenario di fabbisogno prossimo venturo che viene presentato come certo, pacifico e incontestato quando non è affatto così. Si tratta di un ennesimo scenario come i tanti dei decenni precedenti tutti rivelatisi MISERAMENTE sbagliati.

Al tuo scarno ragionamento ho risposto analizzando il trend di crescita dei consumi e la nostra capacità produttiva. E ho indicato altre strade che possono essere percorse in attesa che nuove tecnologie più sicure e con meno incognite (rilevanti anche sul piano economico) diventino attuali.

Ho ampiamente risposto al tuo discorso sulle fonti fossili… e se scrivi quel che scrivi significa che non leggi o che se leggi non capisci.
(Potremmo anche discutere di carbone che non è affatto in esaurimento e con le nuove tecnologie di cattura della CO2 e di “pulizia” (clean coal technology) ha forse un nuovo futuro.)
8 aprile 2011 20:20 - ennio4531
sergio... allora ..., dal momento che non dai risposte sui costi delle centrali nuove e vecchie, per me sta a significare che chiacchieri senza avere alcun riferimento sui costi del passato e del presente.

Circa l'ENEA , apprendiamo da te che i suoi pareri sono frutto di fantasie di buontemponi, mentre i tuoi pareri, essendo 'scientifici', sono gli unici che valgono.

Ma va là...

Riguardo le tue affermazioni:

" Le fonti rinovabili darebbero in Italia appena l'1%?
Ma sai cosa sono le fonti rinnovabili?
Ma lo veid quanto sei ignorante ? "

rappresentano un tentativo goffo e assai misero di riportare parzialmente le mie affermazioni .

Ho scritto che l'1% riguarderebbe l'energia rinnovabile ' da centraline locali, biomasse e geotermia' e lo ribadisco.

Se hai dati diversi documentabili, fammelo sapere.

Ti ho spiegato e rispiegato del perchè ho indicato il 10% come probabile necessità di impianti per produrre energia nei prossimi decenni.

Se i miei sono stupidi esercizi, le tue risposte sono babeliche risposte prive di dati concreti, mosse solo da misero rancorismo.
8 aprile 2011 18:27 - sergio2
Ennio leggiti gli iterventi precedenti e le cifre le troverai...

Ma quali cifre vuoi quelle delle vecchie centrali nucleari? O quelle delle nuove?

Quelle delle vecchie centrali sono disponibili e quel che conta è il dato che costarono molto di più del previsto.

Se dobbiamo parlare del nuovo, sappiamo solo che stanno costando più del previsto: quanto di più costerà la nuova centrale francese e quella finlandese è ancora un mistero ma siamo già al doppio di quanto previsto. Vuoi cifre precise? cercatele perchè le ho già indicate in altri precedenti interventi.

Nella stupida noterella dell'Enea che tanto ti piace, indicami un dato scientifico e un ragionamento. Io ho criticato con argomenti e dati; tu pretendi di trasformare parole al vento in verità assolute.

Arrogante, sì perché continui a dimostrare di essere tale e anche ignorante.
Le fonti rinovabili darebbero in Italia appena l'1%?
Ma sai cosa sono le fonti rinnovabili?
Ma lo veid quanto sei ignorante?
Ho dato moltissimi dati e elementi di ragionamento e riflessione e tu continua a menarla con la storia del 10%

Se a te piace tanto l'idea di cercare il costo del 10% di energia, accomodati.
Io ho spiegato perché i tuoi conti sono stupidi esercizi e tu non mi hai dimsotarto che le mie argomentazioni non stanno in piedi. In ogni caso del tuo discorso del 10% non me ne frega nulla poiché siamo in grado di produrre l'energia che ci serve e che cis ervirà nel prossimo decennio con quel che abbiamo e serve potenziare le rinnovabili per ridurre le emisisoni di CO2.

Il resto sono cazzate senza fondamento o dimostra che i dati che ho portato sono falsi.
8 aprile 2011 11:35 - ennio4531
L'affabulatore sergio, che mena il can per l'aia, guardandosi bene di parlare in termini precisi di costi nucleare/solare ( ... il volpino continua a parlarci di aumento di costi... 300%, ma si guarda bene dal parlarci di valori assoluti) e ci straparla di centraline locali, biomasse e geotermia ( ci indichi le fonti da sfruttare in Italia ...).. quando tutti sanno che queste fonti di energia potranno coprire al massimo l' 1% del nostro fabbisogno,

ha l'impudenza di sostenere di aver risposto ai miei dati 'Termodinamico:
Sui conti analitici per finta di Ennio ho già risposto punto per punto ( ... ma quando mai !!) e ovviamente nessuna risposta arriva da Ennio.'.

Ecco il tipo di risposte date da sergio ai miei numeri:

Costo investimento
Nucleare miliardi € 19,5
solare miliardi € 66,66
___________________

Assolutamente falsa la stima del costo per le centrali nucleari, come ampiamente dimostrato dai cantieri in corso, in cui sono stati allegramente sforate le previsioni di spesa, e come sempre avvenuto con il nucleare.

Da venditore di fumo scrivere di investimenti ignorando componenti di costo rilevanti e intrinseci al nucleare: scorie, smantellamento, sicurezza…

Falso o fuorviante quanto affermato per il costo delle centrali termodinamiche.

Semplicemente stupido prendere il costo di una centrale e proiettarlo come se quella esperienza fosse un dato universale e cristallizzato.
Stiamo parlando di una tecnologia in forte progresso.
Basti osservare quanto si sta realizzando in India proprio con la tecnologia italiana basata sul progetto di Rubbia.
Costi inferiori e produttività superiore.
Mentre gli ultimi dieci reattori costruiti in India hanno registrato un secco +300% rispetto al costo preventivato."

Osservate : salvo lo scontato ' falso e fuoviante', non fornisce alcun valore se non percentuali sul ... niente !

Per cui in realtà ai miei dati non risponde affatto ( sergio ci dica una volta per tutte quanto costa per investimento fornire al paese il 10% del fabbisogno elettrico confrontando il nucleare con le fonti solari al fine di ridurre la nostra dipendenza strategica ed economica dall'estero ... voglio numeri non chiacchiere sofistiche sulle tue perplessità.... modalità politiche .... controllo sulle scelte energetiche ...bla ... bla... bla !!).

Sergio nei riguardi dell'ENEA così si esprime ' Se poi l’ENEA pensa con queste uscite di affrontare il tema della sicurezza, allora vuol dire che l’ENEA non ha capito un cazzo della sicurezza.
Se invece vuole fare divulgazione, bisogna che impari a farla.
Se vuole fare informazione, bisogna che impari a farla.
Con le cazzate che Ennio ha riportato, l’ENEA non fa comunicazione, non fa informazione, non fa divulgazioneaccusa me di arroganza... '

... e poi accusa me di essere arrogante perchè correggo, giustamente e limitandomi ad una punta di ironia, massimo sul numero delle centrali in Giappone !

Ah ... Sergio , nemmeno i politicanti peggiori possono vantare una permalosità e una faccia tosta come la tua !!!

Quando ho simulato l'ipotesi dei costi da sostenere per coprire il 10% del nostro fabbisogno elettrico, evidentemente l'ho fatto pensando ad un vicinissimo futuro quando le fonti fossili, come ci dicono i verdi, saranno sempre più rare e quindi costose epperciò dovremo pensare di sostituirle con altre.

Quali ?

Per quanto mi riguarda, trovo confortanti le parole del prof. Zichichi sull'argomento:

'… I catastrofisti vogliono che l'Italia rinunci al nucleare. Ma si guardano bene dal dire che questo corrisponde per noi tutti a schiavitù energetica permanente. E a restare fuori dalla competizione tecnologica mondiale che non può essere né nel solare né nell'eolico ma in quel «fuoco nucleare» che - dopo diecimila anni di civiltà - Enrico Fermi riuscì ad accendere a Chicago il 2 dicembre 1942 .....
L’Italia senza energia nucleare crollerebbe in pochi anni a livello di terzo mondo. '
8 aprile 2011 1:09 - sergio2
______________________
Chi per primo la sente, la fa
______________________

Isteria, cortina fumogena, eludere i problemi... Ennio sa solo esprimere giudizi sommari senza mai argomentare e dimostrare in cosa non siano corrette le valuatzioni altrui.

A me sembra che Ennio continui a dimostrare di non saper leggere o di non volersi confrontare su temi specifici.

Contrariamente a quanto fa Ennio, non mi sono sottratto a nessuna delle sue argomentazioni.

Non è vero che non voglio dare un costo alle centrali nucleari.
Ho, per esempio, affermato che le ultime 10 costruite in India sono costate un bel +300%.
Ho anche scritto, con dati e fonti alla mano, che tutte le centrali in costruzione stanno costando molto di più rispetto a quanto preventivato.
Ho portato dati oggettivi che dimostrano come sia una costante nella storia del nucleare l’aumento stratosferico dei costi e dei tempi di costruzione.
Ho citato le autorità competenti USA, UK ma anche Francia, Italia… dalle quali si deduce che il costo di costruzione delle centrali è a consuntivo molto più alto di quello preventivato e se a questo costo iniziale aggiungiamo gli interventi rilevanti di aggiornamento tecnico delle centrali (con fermi delle centrali durati anche anni), il costo di gestione delle scorie, il costo della custodia passiva e il costo dello smantellamento (che fa tremare i polsi ai ministri delle finanze di tutto il mondo, tanto da preferire il dilazionare il più possibile la fase del decommissioning, tanto che persino Tremonti parla di “debito atomico”), ecco che il nucleare non è affatto competitivo (fonti: MIT, Chicago University, EIA- Dipartimento per l’energia del governo USA), senza bisogno di evocare catastrofi, costi relativi ad eventuali incidenti e costi certi per la sicurezza straordinaria dei siti.

Ennio si ostina a scrivere del 10% di energia e a paventare il ritorno alla candela, lasciando intendere che
- la capacità produttiva nazionale sia insufficiente
- esista un bisogno a breve di energia che non potrà essere soddisfatto.

Quindi, conclude in modo apodittico, occorre costruire centrali nucleari che in ogni caso a breve non ci saranno (alla faccia delle promesse fatte da Berlusconi e Scajola che in questa legislatura sarebbero stati aperti i primi cantieri… ma Enel ci dice che conta di arrivare al 2015 ad avere progetti approvati e cantierabili).

Non è vero che la capacità produttiva sia insufficiente.

La potenza installata (cioè il numero e la potenza delle centrali) è di gran lunga sufficiente a coprire i consumi della nazione: “le centrali esistenti a tutto il 2009 sono infatti in grado di erogare una potenza massima netta di circa 101 GW contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW”.
“Vi è dunque una sovrabbondanza di impianti di produzione, già cresciuti del 28,8% fra il 2002 ed il 2008”, recita Wikipedia, tanto amata da Ennio, ma ormai sappiamo che Ennio dopo qualche parola va in confusione.

Importiamo energia perché la paghiamo meno di quanto ci costerebbe produrla, non perché non siamo autosufficienti.

“Anche il tasso d'utilizzo delle centrali ha sicuramente un impatto sul costo di produzione: come spiegato, il parco centrali italiano è sfruttato solamente per circa i due terzi: le rimanenti centrali, costituiscono di fatto un costo in termini di capitale investito ma improduttivo, che viene dunque "spalmato" sui costi produttivi delle altre centrali” (fonte Wikipedia, così Ennio gioca in casa, povero bimbo).
Quindi, se utilizzassimo di più le nostre centrali, si abbasserebbe il costo di produzione. Inoltre, considerato che i nostri confinanti sono ben contenti di venderci energia, da dove nasce tutta questa esigenza di nuova produzione?

L’unica vera esigenza è ridurre gli effetti inquinanti della produzione di energia.
Ma questo è un tema importante (non vedo le condizioni per aprire anche questo fronte); voglio però ricordare che l’energia elettrica è solo una frazione dell’intero consumo energetico e quindi l’obiettivo ambientale va raggiunto con politiche in grado di incidere su tutti i fronti, per avere maggiori probabilità di successo.

Non c’è alcuna ragione di precipitarsi a costruire centrali nucleari (che per gli stessi francesi sono da ottimizzare attendendo l’elaborazione dell’esperienza che si sta facendo nei cantieri aperti) e non c’è alcuna ragione di precipitarsi a costruire le tante centrali termodinamiche di cui farnetica Ennio.

Come non c’è alcuna necessità di pensare che l’unica soluzione sia solo costruire centrali (cioè aumentare la nostra capacità produttiva già in grado di soddisfare la domanda presente e del prossimo futuro) come se nulla possa essere fatto in termini di efficienza e risparmio o valutando l’apporto di tutte le fonti rinnovabili (che assicurano il raggiungimento dell’obiettivo CO2).

I nostri consumi di elettricità sono stati nel 2010 +1,9% rispetto all’anno precedente in cui si era registrato un calo di quasi il 6% rispetto al 2008 che era stato identico al 2007 quando risultarono superiori al 2006 di appena 0,45%; il 2006 ha segnato un +2,5% sul 2005 superiore dell’1,75% rispetto al 2004 che è stato l’1,57 superiore al 2003.

In definitiva i consumi sono cresciuti del 9,38% in 10 anni (dal 2000 al 2010) e il consumo del 2010 è appena superiore di 0,3% a quello del 2004 e inferiore del 4,2% alla punta massima raggiunta nel 2007 (fonte: Autorità per l’energia elettrica; al link indicato è disponibile anche la tabella in excel; fatevi tutti i conti che volete http://www.autorita.energia.it/it/dati/ees3.htm).

Nel periodo 1990 – 2000 i consumi sono cresciuti di quasi il 28%.
Il rallentamento consistente è iniziato già prima di questa crisi economica.

E’ così illogico ritenere che la maggiore sensibilizzazione ambientale, le iniziative per promuovere risparmio ed efficienza energetica, gli incentivi alle rinnovabili e alla riqualificazione energetica degli edifici… hanno prodotto qualche risultato virtuoso?

In ogni caso, nulla depone a favore di una ripresa forte dei consumi; in ipotesi di scenario positivo, saremo intorno al 2013 ai livelli del 2007.

Considerata la nostra capacità produttiva, perché tutta questa corsa a investire sul nucleare?
Siamo sicuri di non poter soddisfare i supposti bisogni di crescita con tecnologie più leggere in termini di tempo, capitale economico e rischi ambientali?

Chissà perché Ennio (ma è in buona compagnia, diversamente me ne fregherei) elude tutte queste domande e ripete a pappagallo il motivetto del 10%.
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ENEA
No, Ennio, l’ENEA non è un covo di buontemponi e sprovveduti. Non va però dimenticato che si tratta pur sempre di una emanazione della politica e non certo un’autorità indipendente e svincolata dalle logiche partitiche (come d’altra parte il CNR).
Sufficiente ripercorrere la storia dell’ENEA e le feroci polemiche degli anni scorsi sulla gestione e sulle nomine per rendersene conto.

Il fatto che Enea sostenga che l’energia nucleare è sicura o addirittura più sicura delle fonti rinnovabili, non esclude e non inclina il ragionamento che ho fatto sulla “sicurezza”, che è un tema molto più complesso delle affermazioni da Ennio riportate; affermazioni, che non hanno alcun pregio scientifico e logico per totale mancanza di argomenti scientifici e logici.

Tutto può essere considerato sicuro se costruito con determinati criteri.
Le armi sono sicure; ma date una beretta in mano a uno psicopatico e poi ne riparliamo.
Quindi, la produzione “sicura” è solo un punto di partenza necessario per iniziare a sviluppare la sicurezza.

Discutere se qualcosa è sicuro non significa affrontare il tema della “sicurezza”.

Ho ampiamente spiegato in altro intervento la differenza; se Ennio non la capisce non so cosa farci, giacché non indica cosa non è convincente nei dati e ragionamenti che ho esposto.
Liquida tutto sommariamente senza spiegare e argomentare. Sarei io quello che elude e alza cortine fumogene?

Se poi l’ENEA pensa con queste uscite di affrontare il tema della sicurezza, allora vuol dire che l’ENEA non ha capito un cazzo della sicurezza.
Se invece vuole fare divulgazione, bisogna che impari a farla.
Se vuole fare informazione, bisogna che impari a farla.

Con le cazzate che Ennio ha riportato, l’ENEA non fa comunicazione, non fa informazione, non fa divulgazione.

Se il valore degli “studi internazionali autorevoli” (non indicati) cui fa riferimento la noticella ENEA, che tanto piace a Ennio, sono da tenere in considerazione, allora vanno considerati anche gli studi che dimostrano che il nucleare non è affatto competitvo, se consideriamo tutti i costi. Cazzo, Ennio, lo dice pure Wikipedia (unica lettura parziale di cui sinora Ennio ha dato prova di parzialmente saper fare), se non ti piacciono quelli che ho citato io.
Per Ennio gli altri studi non sono credibili però non ci spiega perché.
Peccato che questi studi da me citati si basano su dati a consuntivo, mentre gli "autorevoli studi internazionali" tanto cari alla coppia Enea & Ennio sono scenari e ipotesi di sviluppo da decenni sviluppati per dimostrare determinate tesi precostituite.
Peccato che anche quelli degli anni '70, '80 e '90 ci venivano presentati come studi autorevoli... tutti dimostratisi allegramente campati per aria.

Per Ennio Rubbia non è credibile perché “difende la sua creatura”; invece Enel, EdF… non hanno creature da difendere?
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I costi.
Ennio insiste sempre sul tema dei costi.
Peccato non sia questo l’unico elemento determinante.
Per la gioia di Ennio, riporto un piccolo testo:
“L’agricoltura odierna ha dichiarato il Commissario ENEA, ing. Giovanni Lelli, introducendo i lavori del workshop “Efficienza energetica, rinnovabili e innovazione in agricoltura” che si è tenuto oggi all’ENEA, è fortemente impegnata nella riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera e nell’utilizzo delle biomasse come fonte di energia pulita. Efficienza energetica e fonti rinnovabili offrono rilevanti opportunità di crescita per l’agricoltura, soprattutto se accompagnate dal trasferimento di innovazioni tecnologiche in grado di incidere profondamente sui sistemi e sui processi di produzione. L’agricoltura, che è un settore chiave per l’economia nazionale, potrebbe così diventare uno dei protagonisti di primo piano per lo sviluppo economico sostenibile. L’Ing. Lelli ha anche evidenziato che: Per la promozione di un’Agricoltura energeticamente efficiente, in linea con gli obiettivi europei 20-20-20, è necessario un Piano d’Azione specifico per il settore, definendo una sua collocazione stabile nell’ambito delle scelte di pianificazione regionale e nazionale e dello sviluppo economico sostenibile del Paese.”

Ecco, esistono obiettivi ed esigenze che hanno una priorità superiore rispetto al puro dato economico.
Ma forse questo è un concetto troppo difficile per Ennio.
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Termodinamico
Sui conti analitici per finta di Ennio ho già risposto punto per punto e ovviamente nessuna risposta arriva da Ennio.

Forse Ennio cerca lavoro come lavaspecchi: è bene informarlo che Andasol1 necessita di appena 50 persone per la gestione e la manutenzione della centrale. Informati sulla manutenzione e sui dispositivi “fai da te”.
Poi, se ti riesce, Ennio, non eludere costantemente le questioni.

Sull’inutile insistenza sul 10% di energia, ho già scritto e non mi ripeto.

Sul fatto che il termodinamico sia la soluzione meno costosa tra le rinnovabili, sarebbe bene che Ennio ci spiegasse questa affermazione, ma prima dovrebbe informarsi su cosa sono le rinnovabili.

Siamo sicuri che risparmio energetico ed efficienza energetica non possano darci nulla?

Siamo sicuri che non valga la pena intervenire sulla rete di trasmissione?

Siamo sicuri che l’idroelettrico con le piccole centrali, il cosiddetto mini-idroelettrico, non possa darci qualche valido contributo a costi insignificanti?
Vuoi vedere che è proprio il costo basso a non muovere appetiti?

Siamo sicuri che la geotermia, per esempio, non possa dare qualche valido contributo a costi contenuti?
Proprio pazzi questi svedesi, non parliamo poi di Ikea…

“L’AISGA valuta realistico per l'Italia raggiungere a costi competitivi nel giro di una decina di anni l'obiettivo di un contributo della geotermia di terza generazione pari ad almeno il 10% dell'energia prodotta. Una quota che seppure dovesse essere rivista al ribasso (ma uno studio del Mit di Boston
http://geothermal.inel.gov/publications/future_of_geothermal _energy.pdf
tarato sulle possibilità negli Usa giunge a conclusioni analoghe) sarebbe comunque straordinaria vista la difficoltà che abbiamo a muoverci verso quel 17% di energia da fonti rinnovabili che la direttiva europea del 20-20-20 ci obbliga ormai in maniera vincolante a raggiungere.”

A questo obiettivo comunitario, da raggiungere entro il 2020, il nucleare non potrà dare alcun contributo!
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Ma allora, e torno insistentemente con la domanda che evidentemente non piace a nessuno, perché ridurre un tema complesso come quello energetico alla banale scelta nucleare si – no o alla contrapposizione nucleare – termodinamico o nucleare – fotovoltaico, rinunciando ad analizzare le diverse opzioni e mix possibili e le capacità produttive già esistenti?

E soprattutto, perché rinunciare a voler analizzare e comprendere una scelta politica che nei fatti si sta dimostrando affrettata e non ponderata?
Diversamente, perché adesso la moratoria di un anno?
Non bisogna essere emotivi, dice il buontempone Romani e diviene paladino della moratoria. Allora, se la moratoria è la scelta razionale, il piano nucleare annunciato da Berlusconi e Scajola a mezzo stampa era una barzelletta, una boutade, un'uscita emotiva... stile "prendo casa a Lampedusa".

Perché siamo in ritardo di oltre 2 anni sulla tabella di marcia indicata nel 2009 dall'attuale governo?

La credibilità non è un optional per una classe politica che pretende di fare scelte impegnative per il Paese...

In tanti interventi ho illustrato le perplessità verso le modalità con cui è stata fatta questa scelta nucleare, a cui si sommano le perplessità verso il nucleare.
Ma sono le modalità politiche della scelta e la mancanza di trasparenza e controllo sulle scelte energetiche che destano perplessità e impediscono un confronto sui temi concreti di politica energetica, che si tratti di rinnovabili, di nucleare, di fonti tradizionali.
8 aprile 2011 0:33 - sergio2
Ennio dovrebbe proprio imparare a essere meno arrogante.

Non puoi con la tua grassa ignoranza e stupidità, con la tua cultura fatta di qualche riga mal letta su Wikipedia metterti a dare lezioni.

E' vero, in Giappone le centrali nucleari sono 18 ma i reattori sono (erano) 55 e sovente si interscambiano i due termini.

Anche una persona incolta come Ennio avrebbe dovuto cogliere questa piccola particolarità invece di suggerire penitenze.

Ennio almeno Wikipedia impara a consultarla, zuccone!

http://it.wikipedia.org/wiki/Energia_nucleare_in_Giappone

http://it.wikipedia.org/wiki/Energia_nucleare_nel_mondo#Stat o_attuale
7 aprile 2011 20:08 - ennio4531
x massimo

... forse bisogna essere un pò più precisi sul numero delle centrali e la copertura del fabbisogno in % in Giappone.

Da Wikipedia

" Nel 2009 l'energia nucleare in Giappone ha generato il 28,89% dell'energia elettrica prodotta in totale nel Paese[1].

A maggio 2010, sono presenti in questa nazione 18 centrali elettronucleari in funzione ..."

Ecco... per penitenza ... rifai i calcoli..
7 aprile 2011 10:59 - massimo5237
In Giappone ci sono (c'erano) 52 centrali nucleari che coprono il 25% del fabbisogno nazionale.
Essendo 127 milioni di persone, 52 centrali bastano per 32 milioni di persone

1 CENTRALE OGNI 600.000 ABITANTI ?!?!?!?

A questo punto credo che, se passerà il referendum, ci ritroveremo come minimo con 20 centrali (una per ogni regione) tanto per cominciare...
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