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15 aprile 2008 0:00 - maria ocone
sono disperata per la situazione venutasi a creaRE CON LA WIND. CON LA QUALE AVEVO UN CONTRATTO N LIMIT E L'OPZONE PRECEDENT DEL 1088. PREMETTO CHE DALL'ATTIVAZINE AVEVANO APLICATO LA PRESELEZIONE SUL MIO NUMERO TELEFONICO. RAGIN PER CUI NON VENIVA DIGITATO ALCUN NUMERO DI PRESELEZIONE PRIMA DELLA CONVERAZIONE.
INTANTO MI ARRIVAVANO FATTURE NON CORRETTE
ALLA MIA CONTESTAZIONE VERBALE MI RSPONDEVANO A VOLTE CHE AVREBBERO PROVVEDUTO ALLA CORREZIONE, MA CIO' NON AVVENIVA. PERTANTO MI SONO VISTA COSTRETTA A SOSPENDERE LA DOMICILIAZION E DELLE FATTURE. DOPO DI CHè LA WUIND MI CHIESE DI INVIARE UN FAX PER CHIARIRE LA MIA POSIZIONE CONTESTATIVA. A QUESTO FAX PERò NON è STATA DATA UNA RSPOSTA, ANZI MI SONO VISTA ARRIVARE UNA RICHIESTA DI SOLLECITO PAGAMENTO CHE IN POCHI GIORNI SI è TRASFORMATA IN DISATTIVAZIONE DELLA LINEA TELEFONICA SENZA ALTRO PREAVVISO. ORA MI VEDO ARRIVARE UNA LETTERA RI CECUPERO CRERDITI DA UNO STUDIO LEGALE. COSSA POSO FARE VISTO CHE IN CAPANIA NON ESISTE IL COREOM PER QUESTE PROBLEMATICHE?
17 aprile 2007 0:00 - Giustizia
Gentile Murrone,
vorrei farle notare che il tentativo obbligatorio di conciliazione è solo presso il Co.Re.Com., se questo non è attivo, allora la conciliazione presso altri organismi non è obbligatoria, come previsto dalla delibera AGCOM 182/02/CONS
(http://www.agcom.it/provv/d_182_02_CONS.htm) che all'art. 12 recita:

"Conciliazione presso altri Organismi
Gli utenti hanno la facoltà di esperire, in alternativa al tentativo di conciliazione presso i Corecom di cui alla presente Sezione, un tentativo di conciliazione dinanzi agli organi non giurisdizionali di risoluzione delle controversie in materia di consumo che rispettino i principi sanciti dalla Raccomandazione della Commissione 2001/310/CE."

In più faccio notare che l'art.3, co.2 lascia all'utente di telefonia mobile la possibilità di domiciliarsi presso altra sede/regione, con tutte le conseguenze positive che questo escamotage può portare:

"Per determinare la competenza territoriale di cui al comma 1, si ha riguardo, in caso di reti telefoniche fisse, al luogo in cui è ubicata l’utenza telefonica e, in caso di reti telefoniche mobili, al luogo in cui l’utente ha la residenza ***o il domicilio***."
17 aprile 2007 0:00 - Domenico Murrone
x Anna. Il problema non e' il Corecom in se', ma l'obbligo che la legge impone agli utenti di tentare la conciliazione.
x Pasquale e Maurizio. In Campania occorre tentare la conciliazione obbligatoria davanti alla camera di commercio della propria provincia o sede distaccata.
x AIART Puglia. Purtroppo, dalle notizie in mio possesso, i Corecom non sono in grado di gestire i compiti assegnati (non sempre per loro responsabilita') si stanno trasformando in carrozzoni politici, gli ennesimi.
x Aldo. Purtroppo condivido la tua "triste consapevolezza". Ma alla fine mi dico: sono anch'io parte della carretta e il mio granellino nei perversi ingranaggi di potere corporativi potrebbe aiutare :-)
16 aprile 2007 0:00 - aldo
Non c'è niente da fare: è un dato di fatto si conferma sempre di più, ad ogni piè sospinto, la triste consapevolezza che l'Italia è una nazione con un tristissimo futuro!
16 aprile 2007 0:00 - AIART Puglia
Carissimi amici dell'ADUC concordo totalmente con il giudizio espresso sulla sostanziale inefficienza dei CORECOM.
Qualche perplessità sul ruolo e sull'operato di queste "Autotità di Garanzia (??)" più volte l'AIART (Associazione Italiana Telespettatori) l'aveva manifestata. Uno stralcio dell'ultimo intervento in materia è leggibile qui di seguito: "Amaramente registriamo che malgrado questi Istituti abbiano raggiunto negli Statuti Regionali una dignità di Autorità di Garanzia, siano dotati di un coordinamento nazionale, ormai alla seconda legislatura dopo la stagione dei CORERAT, ancora stentano ad assolvere al ruolo di tutela delle comunità e della dignità dei cittadini amministrati nell’importante diritto di essere informati con rispetto e intrattenuti con dignità.
Senza voler azzardare affrettati giudizi non è ingeneroso constatare che una diffusa tiepidezza istituzionale verso le modalità comunicative e informative caratterizza le Regioni Italiane e per esse l’inerzia dei CO.RE.COM.

Su cosa poggia tale non lusinghiero giudizio? Quali i limiti individuati nel loro operato?

- Incompleto e marginale assolvimento delle funzioni proprie e delegate dall’Autorità. Unico adempimento, pressoché generalizzato da parte di tutti i CO.RE.COM, è quello dell’applicazione della legge che assegna annualmente provvidenze economiche alle emittenti e alla radiofonia locale. Traspare non già un solerte e proattivo spirito di servizio ma solo un assolvimento formale della legge nazionale.
- Rarefatta la produzione normativa e legislativa in tema di comunicazione da parte delle Regioni. Nel merito i governi regionali ne motivano la causa addebitandola a limitate risorse umane ed economiche da dedicare allo scopo.
- Anche il doveroso atto di presentazione di un Piano Programmatico annuale delle attività (da presentare entro il 15 settembre di ogni anno) nonché il bilancio annuale dell’attività svolta (entro il 31 marzo di ogni anno) in molte realtà regionali, forse non adeguatamente reso noto, è disatteso.
- Esigua e minimale comunicazione all’esterno delle iniziative e delle attività svolte riscontrabile anche nella estrema superficialità e incompletezza dei siti istituzionali. Documenti, atti, attività, novità, inseriti online più per adempiere a un dovere formale che per consapevolezza di assolvere a un servizio e ad una funzione di Garanzia Istituzionale sancita dalle Costituzioni Regionali (Statuti). Molte le pagine da tempi remoti in fase di allestimento che certamente non denota passione ed efficienza in un ambito che per definizione dovrebbe essere al massimo per qualità tecnologica, completezza e attualità dei contenuti.

Alcuni perchè
Dopo una legislatura e a metà della seconda perché un bilancio così poco esaltante di queste autorevoli Autorità di Garanzia?
Perché in una stagione in cui ci si appella alla sobrietà dei costi e alla efficienza della Pubblica Amministrazione ci si consente di assegnare risorse pubbliche sganciate da risultati efficaci e verificabili?

Alcune motivazioni alla base di questa mancata consapevolezza dell’importante responsabilità dell’Ente Regionale nel delicato settore della comunicazione che ancor più che economica ha raggiunto connotati etici è possibile rintracciarle:
a) Sostanziale e generalizzata insufficiente competenza nel settore dei media dei soggetti individuati a comporre i CO.RE.COM sia sotto l’aspetto psicopedagogico degli effetti dei media che per quello legislativo normativo in un settore in forte evoluzione.
b) Diffusa logica spartitoria e cencelliana che sovraintende alla suddetta individuazione utilizzando i CO.RE.COM come camera di compensazione per ricercare equilibri tra le varie forze politiche, ciò malgrado la prescrizione, presente nelle leggi istitutive regionali, di individuare persone dalla “assoluta indipendenza sia dal sistema politico istituzionale che dal sistema degli interessi di settore delle comunicazioni e che possiedano competenza ed esperienza comprovate nel settore della comunicazione”.
c) Sterile autosufficienza causa mancato coinvolgimento a livello territoriale di altri operatori di settore portatori di competenze e sensibilità specifiche (Associazionismo, Volontariato culturale, Uffici Diocesani per le Comunicazioni Sociali, Dipartimenti Universitari di settore, Forum Familiari, Mediaeducatori).
d) Lieve funzione di controllo da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sulle funzioni delegate e sull’operato dei CO.RE.COM Regionali di fatto, almeno dal punto costitutivo, “filiazioni periferiche” dell’autorità Centrale che per definizione deve operare una verifica e un accertamento sullo svolgimento delle funzioni delegate al momento della firma della convenzione bilaterale.

I limiti sopra indicati, certamente non esaustivi, pongono all’attenzione dell’AIART uno specifico campo d’azione, forse un po’ trascurato perchè concentrati sull’emittenza nazionale, che invece abbisogna di particolare attenzione, competenza e impegno.
Occorre, senza indugi, appropriarsi della materia per sollecitare e incalzare queste Istituzioni ad assolvere al loro ruolo costitutivo e proattivo a difesa della qualità della comunicazione, dei suoi contenuti, della sua imparzialità, per la crescita delle comunità amministrate e a servizio della persona.
Senza questo salto di qualità e nuova sensibilità istituzionale dei Governi Regionali verso l’agire comunicativo che si svolge su ciascun territorio regionale, saranno vane le vetrine delle buone pratiche messe in esposizione nei vari COMPA (Salone della Comunicazione della Pubblica Amministrazione) e nei tanti convegni che sul tema si tengono in tali circostanze.

I compiti e i doveri descritti, i limiti e gli appesantimenti organizzativi elencati, le potenzialità inespresse, fanno dei CO.RE.COM degli organismi dal “freno a mano tirato” che invece abbisognano della massima considerazione perché una Regione che annette particolare attenzione all’agire comunicativo e informativo che su di essa si esplica è segno di elevato tasso di democraticità e di partecipazione.
Di contro in una realtà territoriale ove l’informazione e la comunicazione è ritenuta accessoria, residuale, simpatica al potere o peggio, addomesticabile, elevato è il tasso di sudditanza e minimo il livello di partecipazione alla vita e alle decisioni democratiche.
L’ideazione, la produzione e la diffusione di una comunicazione sobria, non gridata, attenta ai contenuti, rispettosa della dignità della persona, oggettiva, veritiera, non asservita, è segno distintivo di una Regione moderna, solidale e democratica.

16 aprile 2007 0:00 - Anna Scharf
Sonosicura che i Vostri dati siano corretti e la Vostra analisi, purtroppo corretta ("...in Italia si fanno le leggi per non essere rispettate.").
Tuttavia, mi sento in dovere di aggiungere che la mia esperienza personale con Corecom Lombardia è stato molto positiva, i tempi magari un pò lunghi, 90 giorni ma il mio contenzioso con Telecom si è risolto in modo più che positivo, oltre ogni mio aspettitiva. Quindi forse la conclusione da trarre è che se si vuole far rispettare la legge l'impegno e la professionalità dell'individuo che ne ha il compito, è l'elemento fondamentale...
15 aprile 2007 0:00 - PASQUALE
E NEL CASO IN CUI UN CITTADINO CAMPANO VOGLIA USUFRUIRE DEL CORECOM PRIMA DI ADIRE VIE LEGALI COME BISOGNA AFRE?
VISTO CHE Pè OBBLIGATORIA LA CONCILIAZIONE E TALE SERVIZIO NON E ATTIVO?
15 aprile 2007 0:00 - Maurizio Dati
E per la regione Campania a chi occorre rivolgersi? Alla camera di Commercio del capoluogo di provincia? Avete casi, esempi o schemi di ricorso capitati in campania? Vi ringrazio anticipatamente e mi complimento per l'articolo inviatomi.
Cordiali saluti.
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