Cara Francesca, grazie della tua attenzione. Hai
perfettamente ragione che il punto essenziale è quello di
chiederci: "Ma perché sto facendo così?".
"Ma perché sono così sensibile al fascino di questo o
quell'invito?". La domanda, almeno per me, va fatta
proprio usando la prima persona singolare, perché è
l'unico modo per approfondire la conoscenza di me stessa
e mi consenta di discernere ciò che è davvero utile per la
mia vita e ciò che, invece, anche se seguito da tanti e da
millenni, è sostanzialmente dannoso.
14 maggio 2008 0:00 - Francesca
Cara Annapaola, sono perfettamente d'accordo con te
nel considerare la moda una tortura assurda ma, secondo me,
oltre a tale interessante considerazione è importante anche
porsi alcune domande: "Cosa spinge l'uomo a
sottomettersi alla tirannia della moda? Perché è così
attirato da essa al punto da sopportare sofferenze che vanno
dal semplice male ai piedi o al freddo alla pancia fino a
dolori lancinanti?" Questa, secondo me, è una
riflessione utile se si vuole scoprire le forze profonde che
spingono l'uomo ad agire e non ci si vuol fermare al
semplice giudizio di comportamenti che noi riteniamo
assurdi. Lasciando, in qualche modo, in superficie
un'indagine che, con il tuo articolo, è così ben
iniziata.....
1 maggio 2008 0:00 - Annapaola Laldi
Caro Giuseppe, ti ringrazio delle tue espressioni di
stima, ma, credi, non ho alcune merito; semmai solo quello
di essermi ricordata di questo dialogo leopardiano letto a
scuola in tempi decisamente giovanili. Poi, appunto, qualche
tempo fa (parecchio, sarebbe meglio dire) mi tornò in mente
e l'ho "covato" fino all'altro ieri.
Per quanto riguarda la mia iscrizione all'albo dei
giornalisti, sì, vi sono stata iscritta, ma come
giornalista pubblicista, fra il 1989 e il 1991 o
1992, in concomitanza della mia collaborazione di tipo
sostanzialmente volontario ad "ASPE",
l'agenzia di stampa del Gruppo Abele di Torino (quello
fondato da don Luigi Ciotti, non so se ti dice qualcosa). Mi
è sempre piaciuto scrivere soprattutto perché è una forma
di autoeducazione che mi pare tu abbia colto. E mi piace
anche la libertà, e il vincolo di scrivere tot articoli in
tot mesi e poi di pagare anche ...(per fare che?) mi spinse
a venire via. L'iscrizione all'albo. però era stato
il coronamento di un sogno (sono stata una di quelle
ragazzine che in terza media dicono al giornalista che le
intervista dopo l'esame di licenzia media che da grandi
vogliono fare le giornaliste), ma mi bastò poco per capire
che, una volta coronato, potevo anche vedere i limiti del
sogno diventato realtà, e così non mi pesò affatto
lasciar perdere pochi anni dopo. Del resto, nel frattempo,
avevo trovato la mia vera professione/vocazione, che è
quella di tradurre libri (dal tedesco), cosa che continuo a
fare sempre all'insegna della libertà. Il fatto di
essere iscritta all'albo dei pubblicisti, però, mi
consentì per qualche tempo di mettere la mia firma comne
direttore responsabile di "Usi e consumi", la
rassegna stampa (allora su carta stampata)dell'ADUC. Ne
sono contenta. Adesso queste libere noterelle, come ti ho
detto, mi danno molto in termini di rigore della ricerca che
mi aiuta a crescere. E per questo sono molto grata a chi mi
consente di esprimermi con libertà su questo sito. E anche
di rendermi conto che qualcosa passa di ciò che più mi sta
a cuore, che, insieme alla libertà, è il senso della
giustizia. Grazie di nuovo.
1 maggio 2008 0:00 - Giuseppe Parisi
Viva i Piedi!
Cara Anna Paola, mai
letto un articolo cosi bello, cosi ricco. Non l’ho
mai letto nemmeno sui grandi giornali dei grandi giornalisti
stipendiati d’oro. Tu che sei un rarissimo esempio di
equita’ morale, nelle cose che fai e nel modo di
condurti, ne hai espresso uno esemplare , quando da
giornalista professionista, iscritta regolarmente
all’ordine dei giornalisti, hai rinunziato a tale, per
l’orgoglio di dire che un giornalista, non puo’ essere
contrassegnato da un Ordine , perche’ il pensiero,le idee,
circolano felici e libere, volano in alto piu’ veloce
della luce. Mi auguro, che i tanti giornalisti
professionisti dei famosi quotidiani Italiani , che
regolarmente ci leggono, possano intravedere in te, nelle
cose che fai, nel modo di esporti e condurti, un quid per
liberare le loro anime artistiche, le loro capacita’
vitali, sempre meno presenti, ostaggio di Ordine e poteri
nascosti. Un auspicio per una vera,grande , vitale
informazione libera. P.S. Le scarpe delle Signore alla
moda, lo capiva perfino Leopardi a quanto pare di aver
compreso , non portano dall’ortopedico, ma portano alla
morte: abbassano l’energia vitale, cagione di ancor
piu’ che gravi patologie degenerative. Nella cultura
occidentale e Cristiana, le estremita’ sono purtroppo
state “trattate” come parte “bassa” di poco conto
del corpo, a differenza delle religioni e della cultura
Orientale, oltremodo delle culture mediche occidentali ed
orientali.Basta per capire, come dal piede partino tutte le
diramazioni energetiche che raggiungono tutti gli apparati
del corpo, e, basta farsi un viaggietto in oriente, per
vedere questi popoli lontani che, sovente si massaggiano i
piedini, poco importa se in pubblico, comodamente seduti su
una panchina al parco , o sul bordo di una piscina,
intendono fare il pieno di energia…. Viva i
Piedi! Un caloroso abbraccio. Giuseppe Parisi