"La fuffa che viene fatta è tipica italica. E voi fate
il gioco dei potenti. I potenti che prima li vedi in
BMW, poi li vedi a presentare il certificato di esenzione
del ticket. Quelli che hanno il fuoribordo e dichiarano
8.000 euro annui. Il tuo barista che è povero più
della sua stessa colf. E così via.
La logica del
vicino che controlla non mi dispiace. Almeno qualcuno lo
fa."
Non posso che essere
d'accordo! I redditit dovrebbero essere pubblici,
non capisco quali siano i problemi legati ad una loro
pubblicazione online.
Ma forse poi tutti
saprebbero quanto evade il vicino e questo è un problema...
6 maggio 2008 0:00 - Rk
Per nulla d'accordo.
Cosa c'è da
nascondere?
Ho visto i dati che circolano su
internet, solo per capire quali sono le informazioni
date.
Si tratta di nome, cognome, data di nascita
e imponibile. Non sono dati che consentono di ottenere
informazioni delicate quali indirizzo, codice fiscale (manca
il luogo di nascita), residenza, etc.
La fuffa
che viene fatta è tipica italica. E voi fate il gioco dei
potenti. I potenti che prima li vedi in BMW, poi li
vedi a presentare il certificato di esenzione del ticket.
Quelli che hanno il fuoribordo e dichiarano 8.000 euro
annui. Il tuo barista che è povero più della sua
stessa colf. E così via.
La logica del vicino
che controlla non mi dispiace. Almeno qualcuno lo fa.
6 maggio 2008 0:00 - APS x Sigfrido
E' inutile riportare quella legge. Le norme in contrasto
a leggi successive, e la legislazione sulla privacy è
successiva, devono intendersi non applicabili. Il garante
della Privacy ha ribadito che Visco doveva coordinarsi con
il Garante stesso per verificare le modalità applicabili,
non lo ha fatto quindi ha torto. Inoltre, una cosa è dire
che i dati sono pubblici, una cosa è diffonderli a mezzo
internet.
6 maggio 2008 0:00 - FABRIZIO
".....E' DAL 1972 CHE LE DICHIARAZIONI DEI REDDITI
SONO PUBBLICHE E ACCESSIBILI A TUTTI...."
***************************************
Si, ma
devo andare all'agenzia entrate (prendere ferie,
magari), prendere un numerino, presentare un documento,
chiedere di vedere la tal dichiarazione e magari anche
sentirmi chiedere il motivo (anche se opzionale).
Sbandierare tutti quegli elenchi alla berlina é
tutt'altra cosa ! E ce ne renderemo conto presto !
6 maggio 2008 0:00 - Passante
La pubblicazione risponde solo all'esigenza di morbosa
curiosità, di farsi i fatti degli altri. Non avrà
alcuna rilevanza sul controllo dell'evasione
fiscale. I dati personali (anche se non sensibili)
vanno protetti comunque!!
6 maggio 2008 0:00 - Paolo 1
La penso assai piu' come Sigfrido che come Moretti.
E' un peccato che il dibattito si divida in tanti rivoli
diversim c'e' il rischio di dover ripetere le stesse
cose in tre o quattro thread. Una osservazione inedita:
la lentezza del fisco: Visco ha messo online i redditi del
2005, roba di tre anni fa ... Sigfrido riporta la norma
per cui gli elenchi con alcuni dati dei contribuenti sono
accessibili a tutti, e senza spese; ahime' a me a Parma
all'Agenzia delle entrate l'hanno scorso hanno
risposto picche, che da anni non ricevevano i
"libroni" con gli elenchi in questione, e
quest'anno hanno risposto che non sono libero di
consultare quei dati, ma posso solo presentare domanda
scritta al direttore con le mie generalita' e i motivi
per cui voglio vedere quei dati, e se al direttore il motivo
sembrera' valido, puo' darsi che mi accontenti
(e' evidente che questo conferisce alla AE un potere
discrezionale con cui puo' facilemente impedire
l'accesso ai dati, anche perche' nessuno ha saputo
indicarmi un documento o URL contenenti l'elenco dei
motivi validi, il che significa che parte delle norme viene
tenuta segreta), mentre non saprebbero nulla su come vedere
i dati di altri comuni, ne' a chi potrei chiederlo.
Infatti uno dei vantaggi della diffusione online e' che
per vedere i dati dei contribuenti di una localita'
lontana mille chilometri, non occorre andarci di persona,
con enormi sprechi di tempo e denaro, ma si puo' farlo
da casa. Quanto al ricorso alla delazione per
combattere l'evasione fiscale, mi meraviglia che
individui che si presumono competenti in materia possano
fare delle affermazioni cosi' campate in aria. La legge
italiana e' molto ambigua riguardo alle denunce anonime
recapitate alla magistratura, da quanto mi e' sembrato
di capire i giudici debbono ignorarle, ma se vogliono
possono tenerne conto (e' quanto scritto sui codici!),
mentre riguardo alle delazioni e al 117 sara' bene
mettersi in testa che in Italia l'istituto della
cosidetta "segnalazione" (di cui si sente spesso
parlare in appelli massmediatici ai cittadini perche'
collaborino con le forze dell'ordine) non esiste, basta
andare a leggersi il sito della polizia di stato e si
capira' che esistono solo la denuncia, la querela e
l'esposto, diversi per il tipo di reato o la situazione
cui si riferiscono, ma la "segnalazione" non
esiste, e se si telefona al 117 (lo stesso vale per il 112 e
113) bisogna poi passare a mettere tutto per iscritto, e se
si arriva al processo, o anche prima, la controparte viene a
sapere chi ha fatto la segnalazione, quindi non c'e'
nulla di anonimo (anche se tutto cio' mi sembra in
contrasto con quella norma di legge che impone a qualsiasi
agente di polizia di riferire alla magistratura
l'esistenza di reati, comunque ne sia venuto a
conoscenza, quindi, a me sembra, anche senza che gli sia
pervenuto nulla di scritto e di firmato). Il peggiore
difetto della non esistenza della segnalazione combinato con
il passaggio nel processo dal rito inquisitorio in cui
e' il giudice a ordinare tutte le indagini necessarie
per giungere all'accertamento della verita') al rito
accusatorio (in cui e' l'accusa ad aver raccolto
tutte le prove gli imputati da esporre poi in sede
dibattimentale, immaginatevi le difficolta' per un
poveraccio a 800 euro al mese a fare una bella indagine
chesso' su Berlusconi, senza poter utilizzare la polizia
di cui dispone la magistratura, ma non il privato cittadino,
e il tutto senza violare le norme sulla privacy) e' che
oggi come oggi e' impossibile "segnalare" alle
forze dell'ordine un fatto che potrebbe costituire una
pista investigativa, un qualcosa su cui la polizia potrebbe
sviluppare un'indagine, solo al termine della quale si
potrebbe essere in grado di stabilire se ci si trovi di
fronte o meno a dei reati e si potrebbero aver raccolto
tutte le prove necessarie per poter portare il caso in
tribunale. Mi spiego con un esempio facile facile: se ogni
mattina vedo uscire da una casa un sacco di donne con un
certo aspetto, magari con l'aria esotica, se potessi
segnalarlo alla polizia questa potrebbe, ma solo dopo
accurate indagini che solo essa puo' fare (il privato
non puo' chiedere documenti di identita', ne'
fare pedinamenti, ne' perquisizioni, ne' chiedere
l'assistenza di polizie straniere) potrebbe scoprire
chesso' un caso di immigrazione clandestina e
sfruttamento della prostituzione, ma non potendo fare una
segnalazione del genere, e non potendo svolgere
un'indagine esauriente perche' non ho i mezzi e i
poteri della polizia, non posso fare niente se non stare a
guardare. Tornando a bomba, se il vicino ha una
Mercedes, ma io non posso accedere alla sua dichiarazione
dei redditi ne' tanto meno fare una bella indagine stile
Guardia di Finanza, non potrei segnalare ne' denunciare
ne' querelare ne' esporre un bel niente. Per
cui chi teme o spera che la delazione possa contribuire alla
lotta contro l'evasione fiscale farebbe meglio a dare
una ripassatina ai manuali di diritto. Paolo
6 maggio 2008 0:00 - Raimondo
Ho letto i Vs post e quelli di altri siti: credo che serve
un pò di chiarezza.
Innanzitutto il problema
della trasparenza nella comunicazione pubblica viene
regolata dalla legge 241/90. Salvo documenti coperti da
segreto di Stato o d'ufficio, ogni cittadino ha diritto
di accesso a tutti i documenti inerenti le amministrazioni
dello Stato, le aziende autonom, gli enti pubblici ecc.
L'accesso è regolato da due modalità: una informale e
una formale. Queste richieste possono essere prensentate
presso l'URP del proprio comune.
Chi può
esercitare il diritto di accesso? Tutti i soggetti
(cittadini, associazioni,imprese, ecc.) che dimostrino di
avere un' "interesse giuridicamente rilevante"
nei confronti dell'atto oggetto del diritto di accesso.
... e inoltre fondamentale che la richiesta di accesso
debba sempre essere motivata.
Detto questo
c'e' da considerare che non tutti hanno un computer,
non tutti pur avendo un computer hanno internet, non tutti
di quelli che hanno un computer e sanno usare internet sono
riusciti ad arrivare a scaricare i redditi online.
Quindi pochi sanno e molti non sanno: sarebbe meglio forse
che lo Stato fornisse gratuitamente l'ADSL a tutti prima
di prendere certe iniziative riducendo di fatto il digital
divide e visto che forse costerebbe troppo spedire per posta
il formato cartaceo degli elenchi dei redditi, forse sarebbe
stato meglio fare un pò più di informazione prima di
divulgare in modo così estemporaneo i nostri redditi, in
modo da attivare una discussione pubblica in merito come
avviene in una società civile.
L'attuale
situazione fa emergere quindi il solito modo di fare
all'italiana: come avviene spesso un problema pratico,
come la trasparenza nella comunicazione pubblica, si
trasforma in due visioni del mondo, due ideologie e tanta
demagogia.
A cosa servono quindi le leggi se
nemmeno chi legifera le conosce? Massimo D'Alema e Visco
su tutti, i quali continuano a dire una parziale
verità.
L'Italia è stata battezzata da
studiosi della comunicazione pubblica come "Il Paese
dei Segreti" proprio per il modo in cui lo Stato ha
gestito la cosa pubblica dal 1848 ad oggi.
Oggi
dopo 18 ANNI e dico ANNI dalla legge 241 si sveglia
l'amministrazione pubblica e divulga tramite un mezzo
non idoneo a mio modesto parere (perché internet non
esisteva nel 1990) i redditi online.
Questo
bisogno "svedese" di trasparenza a pochi giorni
dall'insediamento del nuovo governo dovrebbe far
pensare... inoltre perché aspettare il dopo elezioni per
fare ciò, visto che legge nel quadro della comunicazione
pubblica distingue l'identità amministrativa da quella
politica?
Tante domande, poche risposte tanta
sufficienza nel trattare dati così preziosi.
Rendere i redditi online potrebbe essere superfluo per chi
magari lavora come dipendente nel settore pubblico (perché
gli stipendi sono stabiliti in base al livello) o potrebbe
essere utile per chi da libero professionista dichiara così
poco da non giustificare le sue presunte proprietà (creando
poi tra le altre cose un problema culturale, un paese di
vicini sentinelle spioni pronti a denunciare il commerciante
di fronte) che posso pure accettare. Ma quanto la conoscenza
dei redditi degli altri colleghi nel settore privato mette
in evidenza disparità di retribuzione derivante da una
contrattazione "privata" tra il datore di lavoro e
il dipendente o chi viene assunto, questo può generare
problemi sociali di cui Visco e Co. non hanno tenuto in
considerazione gli effetti. Questi non hanno problemi di
adeguamento retributivo tra colleghi visto che non
c'e' molta differenza tra chi guadagna 250.000 e chi
200.000 euro : sempre ricchi sono. Ma tra chi guadagna
40.000 euro e chi 27.000 euro la differenza c'e': si
crea il risentimento di chi (invidioso e pure frustrato) non
prende come il collega di fronte (il quale magari si è
sudato quello stipendio: studiando più di lui, prendendo
una laurea, fornendo una disponibilità per anni
all'azienda, la quale non può che riconoscergli un
compenso adeguato alle proprie prestazioni e al proprio
merito).
Le conseguenze sono scontate: fila
davanti la porta del capoufficio per chiedere un adeguamento
retributivo e aumento contrattuale svanito per chi
onestamente e faticosamente ha oggi il proprio superminimo
più alto di altri.
Complimenti!
6 maggio 2008 0:00 - Giorgio Nardari - Oderzo - TV
Un fatto è certo. La maggior parte dei grandi patrimoni
degli Italiani sono derivati dal "non pagare le imposte
e tasse" ed esistono aziende che vivono di sola
evasione fiscale. La legislazione è faraginosa e
collusa con gli evasori e talvolta resa inaplicabile da
altre norme come i "diritti del contribuente" che
limitano l'operatività della GdF,ch'è una vera
protezione per gli evasori. Oggi denunciare un evasore
fiscale si è condannati alla morte civile. Lo dico per
esperenza personale. Amici, parenti, istituzioni ti
considerano una persona "indegna". Ho denunciato
un Senatore della XV Legislatura, con prove certe. L'ho
accusato di essere maggiormente disonesto perchè da
Parlamentare in carica contemporaneamente era ladro/evasore
e Carabiniere/Senatore. Oggi mi trovo con tutte le mie
povere propietà ( casa e automobile) soggette a
"SEQUESTRO CONSERVATIVO ANTE CAUSAM".
Voi invocate la privacy dei reddi on-line.
IO
vivo in un paese dove l'evasione fiscale è la norma e
solo chi evade ha un tenore di vita gradevole. Gli
altri "tirare cinghia", come si suol dire. Ma
venite a vedere i poveri contribuenti da 30/40 mila Euro con
automobili da 70/100 mila euro nuove ogni anno.
Ma gli elenchi dei contribuenti dovrebbereo essere
pubblicati ogni anno sul Albo Pretorio di ogni comune
perchè chi dimostra richezza dimostri anche ch'è
onesto con Cesare. Giorgio Nardari - Oderzo TV
[email protected]
6 maggio 2008 0:00 - sigfrido
E' DAL 1972 CHE LE DICHIARAZIONI DEI REDDITI SONO
PUBBLICHE E ACCESSIBILI A TUTTI.
Dpr 600 del
1973 Articolo 69 Pubblicazione degli elenchi dei
contribuenti.
1. Il Ministro delle finanze
dispone annualmente la pubblicazione degli elenchi dei
contribuenti il cui reddito imponibile è stato accertato
dagli uffici delle imposte dirette e di quelli sottoposti a
controlli globali a sorteggio a norma delle vigenti
disposizioni nell'ambito dell'attività di
programmazione svolta dagli uffici nell'anno
precedente.
2. Negli elenchi deve essere
specificato se gli accertamenti sono definitivi o in
contestazione e devono essere indicati, in caso di
rettifica, anche gli imponibili dichiarati dai
contribuenti.
3. Negli elenchi sono compresi
tutti i contribuenti che non hanno presentato la
dichiarazione dei redditi, nonché i contribuenti nei cui
confronti sia stato accertato un maggior reddito imponibile
superiore a euro 5.164,57 e al 20 per cento del reddito
dichiarato, o in ogni caso un maggior reddito imponibile
superiore a euro 25.822,84.
4. Il centro
informativo delle imposte dirette, entro il 31 dicembre
dell'anno successivo a quello di presentazione delle
dichiarazioni dei redditi, forma, per ciascun comune, i
seguenti elenchi nominativi da distribuire agli uffici delle
imposte territorialmente competenti: a) elenco
nominativo dei contribuenti che hanno presentato la
dichiarazione dei redditi; b) elenco nominativo dei
soggetti che esercitano imprese commerciali, arti e
professioni.
5. Con apposito decreto del Ministro
delle finanze sono annualmente stabiliti i termini e le
modalità per la formazione degli elenchi di cui al comma
4.
6. Gli elenchi sono depositati per la durata
di un anno, ai fini della consultazione da parte di
chiunque, sia presso lo stesso ufficio delle imposte sia
presso i comuni interessati. Per la consultazione non sono
dovuti i tributi speciali di cui al D.P.R. 26 ottobre 1972,
n. 648.
7. Ai comuni che dispongono di
apparecchiature informatiche, i dati potranno essere
trasmessi su supporto magnetico ovvero mediante sistemi
telematici.
Dpr 633 del 1972 Articolo 66
Bis Pubblicazione degli elenchi di contribuenti.
Il Ministro delle finanze dispone annualmente la
pubblicazione di elenchi di contribuenti nei cui confronti
l'ufficio dell'imposta sul valore aggiunto ha
proceduto a rettifica o ad accertamento ai sensi degli
articoli 54 e 55. Sono ricompresi nell'elenco solo quei
contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione
annuale e quelli dalla cui dichiarazione risulta
un'imposta inferiore di oltre un decimo a quella dovuta
ovvero un'eccedenza detraibile o rimborsabile superiore
di oltre un decimo a quella spettante. Negli elenchi deve
essere specificato se gli accertamenti sono definitivi o in
contestazione e deve essere indicato, in caso di rettifica,
anche il volume di affari dichiarato dai contribuenti.
Gli uffici dell'imposta sul valore aggiunto
formano e pubblicano annualmente per ciascuna provincia
compresa nella propria circoscrizione un elenco nominativo
dei contribuenti che hanno presentato la dichiarazione
annuale ai fini dell'imposta sul valore aggiunto, con la
specificazione, per ognuno, del volume di affari. Gli
elenchi sono in ogni caso depositati per la durata di un
anno, ai fini della consultazione da parte di chiunque, sia
presso l'ufficio che ha proceduto alla loro formazione,
sia presso i comuni interessati. Per la consultazione non
sono dovuti i tributi speciali di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 648.
Gli stessi uffici pubblicano, inoltre, un elenco
cronologico contenente i nominativi dei contribuenti che
hanno richiesto i rimborsi dell'imposta sul valore
aggiunto e di quelli che li hanno ottenuti.
6 maggio 2008 0:00 - massimo
Il numero e quindi il potere di chi non paga le tasse è
superiore a quello di chi le deve pagare.L'unica
soluzione sarebbe di mettere tutti nelle condizioni di
poter scegliere di pagare, quanto pagare o non pagare:
abolire il sostituto d'imposta.
5 maggio 2008 0:00 - FABRIZIO
"...... laddove non possono le istituzioni, chissa'
che non possa il vicino....."
********************************
Infatti, Visco
é l'inventore del 117 !!! Il "telefono dei
delatori"
5 maggio 2008 0:00 - enrico
non posso che ondividere tutto, fino all'ultima virgola.
Una visione del genere bisognerebbe augurarsela dai propi
governati
5 maggio 2008 0:00 - Francesco Bastianelli
sottoscrivo in toto!! E aggiungo che il comportamento
di Visco (che non è iì Ministro dell'Economia e delle
Finanze ma da tale si è sempre comportato nella legislatura
che sta finendo) unito al silenzio di Tommaso Padoa Schioppa
e di Prodi, denotano una aberrante confusione dei ruoli e
una resa dello Stato di diritto.
Quanto alla
possibilità per il vicino di segnalare l'evasione, è
vero che l'invidia è un gran motore ... ma dubito che
solo guardando la Mercedes del mio vicino comprata con il
lightlease, io possa effettivamente intuire il retrostante
reddito: come hanno insegnato le varie "lotte"
all'evasione imbastite negli ultimi 30 anni,
accertamenti induttivi e studi di settore lasciano il tempo
che trovano ... mentre i veri "signori" (quelli
che fanno dell'understatement una filosofia di vita)
hanno tutto da perdere dalla SPARATA della Age.Entrate
... Nella migliore delle ipotesi avranno i Promotori
finanziari di mezza italia addosso come mosche sul miele,
nella peggiore delle ipotesi qualcuno busserà alla loro
porta per chiedere il pizzo!!
5 maggio 2008 0:00 - lo
finalmente una visione reale dei nostri poveri redditi di
pensionati, siamo più ricchi di molti e confrontandoli
specialmenti con quei 'imprenditori,
gioellieri,commercianti,medici, ammini-stratori di
condomini. E' normale l'evasione, poi alla fine le
grosse cifre di decine di milioni si riducono al 15% con
pagagamento reteale vedi cantanti, piloti, calciatori
.... che cosa la fà la guardia di finanza che tutela
probabilmente i grandi...