Scanziamo le scorie ha la partita persa. A Berlusconi può
fruttare al massimo un Senatore (anche se stimatissimo) ed
un Deputato. La Lucania 8sconuciuta come tale) porta pochi
voti e troppi guai. Meglio asciarla agli avversari
28 febbraio 2009 0:00 - Andrea
http://current.com/items/89840997/un_accordo_fuorilegge.htm<
br> Un accordo fuorilegge
L'accordo
Italia-Francia alla firma di Berlusconi e Sarkozy è fuori
legge: nel 1987 sono stati approvati a larghissima
maggioranza dagli italiani tre testi sottoposti a Referendum
popolare. Uno dei tre vieta accordi di co-finanziamento di
centrali nucleari all'estero: la conseguenza è stata
l'uscita dell'Italia dal reattore Superphoenix,
localizzato in Francia ma cofinanziato al 33% anche
dall'Italia.
Quel testo, approvato nel 1987
è tuttora legge italiana e non può essere violato da un
accordo inter-governativo; può eventualmente, essere
modificato da un nuovo Referendum.
Per il Bene
Comune mette al centro la volontà già espressa dai
cittadini italiani: “Sarebbe gravissimo se fosse proprio
il Primo Ministro a violare la legge”.
----------------------
http://castapolitica.altervista.org
28 febbraio 2009 0:00 - Marco
Le centrali per chi ci sarà le vedremo nei tempi
prestabiliti, inoltre se ci troviamo in questa situazione lo
dobbiamo a chi negli anni passati ha detto di no
all'eolico o ai termo valorizzatori ecc. . Comunque
abbiamo ancora 10 anni per rendere meno utile il nuclere
realizzando un maggior numero di impianti alternativi come
quelli appena citati.
28 febbraio 2009 0:00 - Sergio
Rocco scrive parole corrette che non mi sembrano in
alternativa o in opposizione a quanto scrivo io; direi che
integra il mio intervento con altri rilevanti aspetti.
Sui tempi sono pienamente d’accordo con Rocco e
anch’io ho posto la domanda nell’attesa che le centrali
funzionino che facciamo?
Però, visto che si
insiste sempre sul tasto della convenienza economica del
nucleare, credo che male non faccia invitare a riflettere
sul modo in cui sono calcolati i costi. L’aspetto scorie e
smantellamento diventa importante.
Per esempio,
per costruire la centrale nucleare Usa di Maine Yankee negli
anni '60 del secolo scorso sono stati spesi secondo i
dati ufficiali 231milioni di dollari; recentemente per
smantellarla sono stati stanziati 635milioni di dollari. Se
sommiamo a questi costi quelli del trattamento delle scorie,
del combustile e della gestione il beneficio economico di
quella energia elettrica prodotta da nucleare se esiste è
proprio esiguo.
In base ai dati di cui dispongo
le perdite nei servizi di distribuzione della rete elettrica
francese è pari al 6,2% contro il 5,8% dell’Italia che
non mi risulta essere il paese più performante d’Europa.
Sempre in Francia, ammontano al 5% le perdite nei
servizi di centrale, contro il 3% dell’Italia.
Il surplus produttivo della Francia ha indotto nei nostri
cugini una forte trascuratezza nello sviluppo delle fonti
rinnovabili (e noi non siamo dei campioni) e nell’uso
dell’elettricità per usi domestici, settore in cui i
francesi si prodigano nello spreco con l’uso di stufette e
fornelli elettrici (improprio utilizzare così l’energia
elettrica prodotta da nucleare infatti si ottiene una
efficienza termica di circa il 30%).
Il consumo
di energia elettrica in Francia è pari al 145% di quella
consumata in Italia; nel settore domestico la Francia
consuma quasi il doppio di quanto consuma l’Italia.
Il nucleare ha quindi indotto lo sperpero
dell’elettricità a causa del surplus che si produce.
I nostri consumi più oculati ci permettono di avere un
deficit di appena il 14% di quel che consumiamo e la Francia
è in grado di soddisfare a un buon prezzo la nostra
richiesta. E sono ben contenti di farlo.
Se
c’è già energia disponibile perché costruire centrali
in Italia? Per produrla a un costo leggermente più
basso rispetto a quello di acquisto dalla Francia? E
quanti secoli ci vorranno per recuperare i capitali
investiti dal momento che il risparmio sarebbe la differenza
di prezzo tra produrla in casa e comprarla dall’estero?
C’è un tale incremento nella domanda di
energia elettrica da giustificare il rischioso e oneroso
investimento nel nucleare? O una seria politica di
risparmio energetico e di efficienza energetica può rendere
disponibile l’energia modesta in più che potrebbe essere
richiesta?
Nel 2008 la richiesta è stata
inferiore rispetto al 2007 (-0,7%). I nostri consumi di
elettricità sono stati nel 2007 superiori rispetto al 2006
di appena 0,7%; il 2006 ha segnato un +2,2% sul 2005; nel
periodo 2000 – 2008 i consumi sono cresciuti
complessivamente del 10% ma negli ultimi due anni
registriamo una sostanziale stabilità. Guarda caso nello
stesso periodo si registra una brusca crescita delle fonti
alternative.
Rocco cita anche il problema
distribuzione; c’è un aspetto che mi sembra
rilevante. La produzione di energia elettrica da
nucleare è a ciclo continuo. Ciò significa che nelle
ore notturne si produce la stessa quantità delle ore diurne
ma il bisogno diminuisce; per ridurre gli effetti di questo
inconveniente e le perdite in distribuzione si dovrebbero
collocare le centrali in aree fortemente industrializzate e
in prossimità di grandi agglomerati urbani.
Una
bella centrale vicino a Torino, oppure a Milano, a Seveso o
magari ad Arcore, tanto per citare un comune a caso, o nel
cuore di Brescia o in uno sperduto paese della Franciacorta
o nelle brulle e inoperose Langhe, non so Barolo,
Barbaresco... sarebbero siti ideali. O no.
Nell’Italia
ammorbata dall’ignoranza consapevole di molti suoi sudditi
indotti al silenzio e alla passiva accettazione di ogni
nefandezza della casta, tutti i giorni c’è qualcuno che
reagisce, che pensa, che apre gli occhi. Purtroppo, per ora,
i numeri ci dicono che gli italiani disinformati e inermi
sono ancora la maggioranza. Ma non sarà sempre così. Prima
o poi qualcosa dovrà accadere. Anche se l’Italia va verso
il digitale terrestre anziché verso la banda larga. Anche
se l’Italia è il paese con l’aria più inquinata
d’Europa. Anche se l’Italia è il paese più corrotto e
anche se l’Italia, da oggi, sarà l’unica nazione del
mondo occidentale ad andare verso l’energia nucleare. Alla
faccia del voto unanime espresso 30 anni fa dagli italiani,
che con un referendum bandirono per sempre questa fonte
energetica pericolosa, inquinante e ormai superata.
Invito Berlusconi a trasferirsi a vivere nella
centrale di Caorso, o mettere a disposizione il suo giardino
di Arcore per stipare le scorie radioattive prodotte dalle 4
fantomatiche centrali nucleari previste in Italia, la prima
delle quali dovrà entrare in funzione nel fantascientifico
2020. Berlusconi, a rigor di logica, entro quell’anno
dovrà essere stecchito o imbalsamato in qualche tribunale
già da un po’. Peccato che non è detto. Mentre il
mondo evoluto avrà già fondato le sue economie sulle fonti
di energia alternativa, in Italia, qualche amico di
Berlusconi avrà lucrato su inutili studi di impatto
ambientale e su progettazione di centrali, che nel frattempo
non saranno nemmeno state costruite, ma che avranno gravato
sulle esangui risorse degli italioti.
Ecco la
vera ragione dell’incontro odierno del nano piduista con
Sarkozy. E’ quella di assicurare fondi che arricchiscano i
suoi amici e perdere tempo per far vedere che sta facendo
qualcosa. Benché sappiamo che Berlusconi e il suo governo
stanno facendo soltanto danni, abbiamo la speranza che
vengano travolti tutti molto presto dalla crisi
economica. Dopo la caduta dei governi d’Islanda e
della Lettonia, ora vacillano Bielorussia, Ucraina, Grecia e
poi toccherà all’Italia. Settembre? Fine anno?
Personalmente spero prima. Solo per togliermi lo sfizio di
poter rispondere alla lettera di Massimo, con parole simili
a quelle che mi ha scritto.
Ciao a tutti. Leggo
questo blog solo da qualche settimana. Mi costerna leggere
quello che succede in Italia e scrivo per cercare di
“confortarvi” nella vostra battaglia. Vivo all’estero
dal 1996, anno in cui andai in Inghilterra a lavorare per
imparare bene la lingua inglese con la previsione di
rimanerci solo un anno. Alla fine sono rimasto là 6
anni. Non sono uno di quei “cervelli” che ha
lasciato l’Italia perché non ha potuto mettere in atto
ció che ha studiato. Lavorando nel settore alberghiero mi
accorsi che la conoscenza della sola lingua inglese non
bastava. Perciò mi iscrissi al corso universitario di
Turismo e ospitalità di Londra, che conclusi molto bene nel
2002, anno in cui tornai a Milano. Che tristezza vedere
quanta gente impreparata occupa certi posti di lavoro!
Comunque, a parte la questione personale, leggo su questo
blog di gente che vuole lasciare l’Italia, stanca della
situazione che si protrae da anni. Io, da italiano
all’estero, non mi permetto di consigliarvi come cercare
di contrastare questa situazione. Voglio solo dire che sono
solidale con coloro che sono in Italia e che in qualche modo
cercano di contrapporsi ad una forza opprimente. Credo
che il cancro si sia esteso troppo. Quindi onore a voi che
rimanete e cercate di cambiare la situazione con i vostri
ideali di giustizia. Purtroppo capisco anche che certa gente
si sia ormai rassegnata dopo anni di costante sopruso. Forse
era meglio agire in massa prima, adesso le cose sono piú
difficili. Ecco perché ritengo un buon tentativo quello di
rivolgersi all’Europa. Non mandiamo a Bruxelles gente a
rappresentarci indegnamente, potrebbero corrompere
(ulteriormente?) questa barca di salvataggio. Nel
milanese vivono ancora i miei genitori, le mie sorelle con i
loro figli. Conosco i loro disagi, leggo dei vostri. Molti
di voi non possono ovviamente emigrare. Dopo aver vissuto in
Francia, Inghilterra e ora da qualche anno in Germania dove
ho conosciuto una ragazza tedesca, madre della nostra
splendida figlia, io in Italia non ci torno a vivere.
Aggiungo una cosa sulla burocrazia italiana. Essendo io
anche francese (per mio padre), ho dato senza difficoltà la
nazionalitá francese a mia figlia, che è anche tedesca.
Avrei potuto anche darle la cittadinanza italiana. Ma ci ho
rinunciato, visto che il consolato italiano mi ha chiesto di
esibire il certificato di nascita tradotto da un loro
traduttore autorizzato alla “modica” cifra di 200 euro.
Il tutto nonostante quel certificato sia già emesso su un
formulario europeo in piu lingue, tra cui l’italiano. E
con l’aggiunta che, in caso di errori di traduzione, il
consolato non si prende la responsabilitá. Se vorrà,
quando sarà cresciuta, sarà mia figlia a decidere quale
cittadinanza scegliersi. Io non sono ancora disposto a
pagare il “privilegio” di essere italiano. Un
abbraccio a coloro che perseverano nella ricerca della
giustizia e non vogliono essere lobotomizzati. Se questo
puó aiutarvi a non rassegnarvi. Cordialmente
Massimo ------------------
http://castapolitica.altervista.org
27 febbraio 2009 0:00 - alfonso scala lombardo
Pinetree, per amor del cielo, non è come tu dici. Non
lasciarti ingannare, per favore, chissà che cosa c'è
dietro tutta sta vicenda. Un fatto è certo, le Centrali
cd. di ultima generazione, tra 20- 25 anni e più,, quando
entreranno a pieno regime, saranno già vecchiotte e
superate. Sta attento, non è vero che altrove la cosa
funzioni. La Francia che ha commesso la dabbenaggine da noi
evitata, oggi intende venderci la sua tecnologia per
rimediare in qualche misura ai propri guasti. Negli USA non
solo non si costruiscono ltre centrali, ma si vanno
dismettendo quelle in funzione e si programma un intenso
campo di ricerca nelle fonti alternative.. Gli USA, inoltre,
per i grandi spazi, hanno dove stoccare le scorie tossiche,
noi no. Non andare dietro alle coglionate per cui si
produrrebbero picccoloi nuclei di meno di un M3 di
scorie.Intanto un M3 non è un CM3. Le notevoli scorie già
prodotte in passato, non sappiamo dove sistemarle per le
prosssime centinaia di anni. Anche se vetrificate occupano
molto più spazio di quanto qualcuno non affermi. Le nuove
centrali, guarda un pò,si vanno costruendo o si intende
costruirle, in Slovenia, Montenegro, Albania. Forse abbiamo
sbagliato con il referendum (io non penso proprio) ma ormai
siamo fuori tempo massimo. Ma alla fine, tu le vorresti
dalle tue parti? C'è in Italia una Regione o Provincia
disposta a riceverle. Certo d'autorità tutto è
possibile. Questa cosa fa il apaio con il famoso Ponte, Sono
siciliano per parte di madre e poso dirti che intanto i
corvi mafiosi non stanno alla finestra, hanno più danaro
(sporco di sangue) della Banca d'Italia da investire,
linterno della Sicilia è di una desolazione totale
inimmaginabile, la Salerno R. è quel che sappiamo, ma
Berlusconi si è fissato per pura megalomania che il ponte
s'ha da fare, in zona particolarmente sismica, mentre la
Sicilia si allontana dal Continente non ricordo di quanto
ogni anno, e l'impresa stessa è di una enormità mai
tentata altrove.. Tornando al nucleare non è lontano il
tempo dell'idrogeno, c'è da potenziare ogni tipo
energia alternativa, idrica, solare, eolica e geotermica.
Immagina se ogni tetto avesse i suoi benedetti pannelli
solari, pensa se incroci semaforici e illuminazione stradale
fossero forniti di cellule foltovoltaiche ad integrare
almeno l'eletricità della rete. Infine , siamo privi di
uranio e non lo si trova dappertitto e a buo mercato,
inoltre già trasformarlo è un'impresa che riciede
altra energia. Tutto questo non lo sostengo io, lo affermano
scienziati e tecnici nucleari. Prima di fare una pazzia
chiediamo almento e non stiamo al solo dictat di Berlusconi
o Scajola o chi per loro.
27 febbraio 2009 0:00 - Rocco
Caro Sergio,
tralascerei conti, rischi e scorie.
Valuterei altri aspetti che sono più importanti nella loro
oggettività.
1) I tempi: Non saranno operative
prima di 10 anni. E nel frattempo?
2) Secondo me
più importanti: i costi di distribuzione. O meglio, quanta
della corrente prodotta si perde per strada a causa della
legge di ohm.
La distribuzione ha un costo che
aumenta con la distanza che c'è tra la centrale e il
consumatore. È evidente che faranno le centrali in luoghi
con bassa densità demografica per evitare grosse proteste.
Luoghi che suonano come sardegna e puglia, che sono luoghi
su cui i consumi non giustificano la presenza di centrali
nucleari.
Sono anni che sostengo un modello di
autosufficienza energetica a livello comunale. Ogni comune
deve provvedere con i mezzi che desidera al pareggio del
bilancio energetico. A quel punto non avremo più
corrente che si spreca per strada.
26 febbraio 2009 0:00 - Sergio
Non ho alcuna oltranzista preclusione verso il nucleare, ma
vorrei svolgere qualche pacata riflessione.
La
passata (ma ancora presente) avventura nucleare ha
evidenziato non pochi problemi. Vediamo in breve
almeno i principali di questi problemi.
I
conti. Si è sempre affermato che il kW prodotto con il
nucleare è meno costoso rispetto a quello prodotto con
fonti tradizionali. Bisogna allora analizzare questi
conti. Il costo del kW prodotto dal nucleare è
essenzialmente legato ai costi di costruzione della
centrale. Una componente importante del costo è il tempo
necessario per arrivare alla fatidica messa in esercizio.
Nel passato i tempi e i costi sono sempre stati
sforati alla grande: Caorso costò 7 volte la cifra
preventivata, Montalto 6 volte. Nel calcolo del costo
di produzione del kW nucleare non entravano (e non entrano
neanche nel nuovo piano italo-francese) i costi di gestione
delle scorie, di gestione passiva della centrale (cioè i
costi che si sostengono a centrale esaurita; Caorso costa
attualmente 150mila euro al giorno), di smantellamento della
centrale (andate a vedere i compensi riconosciuti alla
SOGIN). I benefici economici sono calcolati sulla base
del funzionamento a regime, senza tener conto di fermi
tecnici ordinari e straordinari: Caorso non funzionò mai a
pieno regime, Trino restò ferma per 6 anni su 20 di
attività. I tempi di costruzione previsti erano
irreali se semplicemente si confrontavano con quelli
impiegati in Paesi tradizionalmente più efficienti del
nostro; infatti, furono sempre sforati. Infatti, già
Confindustria invita ad accelerare l’iter anche cambiando
se necessario il Titolo V della Costituzione. E già, oggi
il quadro decisionale nei rapporti tra Stato ed Enti Locali
è più complesso di allora.
Le scorie Fu un
problema mai risolto e anche il passato governo Berlusconi
fallì quando cercò di risolvere il problema individuando
il sito nazionale di stoccaggio. La popolazione locale
insorse e il bravo Berlusconi dovette inviare le scorie
all’estero con costi di gran lunga superiori. Oggi, come
allora, su questo problema non c’è alcuna risposta. Il
sindaco dimissionario di Trino (centro-destra) ha già
dichiarato prima si risolvano i problemi del passato poi si
pensi al nuovo.
La sicurezza Non esistevano
piani di evacuazione e di gestione delle emergenze in caso
di mancato funzionamento dei sistemi di sicurezza della
centrale o di errore umano. Un incidente a Trino o a Carso
era in grado di compromettere per decenni l’intero sistema
idrico della Padania, tanto cara a Bossi, perché tutto il
sistema idrico è interconnesso al Po. Ancora oggi non
esistono i piani di sicurezza previsti dal DL 230/1995 e
successive modifiche. Già, le centrali sono ferme ma il
rischio permane. E oggi, cosa si pensa di fare per la
sicurezza? Siamo in grado di fare almeno quel che per legge
già da tempo sarebbe stato necessario fare? Se si decide di
collocare una centrale al Nord, come si risolve il rilevante
rischio idrico? Quali mezzi e risorse sono necessari? O ci
affidiamo alla speranza che tutto vada bene?
A
prescindere da tutto ciò, ci aspetteremmo un’analisi
attenta delle varie opzioni in campo, vista la delicatezza
del problema energetico e le ingenti somme messe sul piatto.
Tanto più che la realizzazione è prevista a partire
dal 2020 e intanto che si fa? Se tutto fila liscio
inizieranno a funzionare intorno al 2025 e daranno non più
del 5% del fabbisogno energetico complessivo del Paese;
siamo sicuri che sia un buon affare? Certamente sì
per il partner francese a corto di commesse in un’Europa
che si sta ritirando da questa obsoleta tecnologia nucleare
che sarà pure di terza generazione ma non differisce poi
tanto dalla seconda.
Ci aspetteremmo una
valutazione seria di cosa si potrebbe ottenere spendendo in
energie rinnovabili la bella sommetta di 20miliardi di euro,
che certamente sarà alla fine molto di più.
Ci
aspetteremmo, se vogliamo fare valutazioni economiche, che
si faccia una stima di tutti i costi che invece oggi come
allora si continua a fingere che non esistano.
Ci
aspetteremmo un coinvolgimento delle popolazioni locali,
spiegando perché questa è la scelta giusta, illustrando le
modalità di scelta dei siti che s’intendono seguire (o
vogliamo continuare a costruire centrali senza fare nemmeno
una verifica geologica dei siti?), come saranno affrontati i
problemi indissolubilmente connessi al nucleare (scorie e
sicurezza), quali le regole di trasparenza negli appalti
(per evitare di cadere nelle fauci dei soliti corrotti e
corruttori), quali i sistemi di controllo durante le fasi
realizzative, possibilmente affidate a organi tecnici
indipendenti e non esclusivamente scritte sui capitolati
senza verifica di corrispondenza (cosa che avviene
regolarmente nell’edilizia pubblica).
Visto il
modo in cui si sta imboccando nuovamente la via del
nucleare, mi sembra che l’unica certezza al momento sia
che il nucleare è un interessante e lucroso business.
Se a tutto ciò aggiungo che ancora si racconta la
menzogna che ormai ci siamo lasciati alle spalle il clima
emotivo dei referendum del 1987 che portarono all’uscita
dal nucleare (più o meno è questo il ritornello falso del
ministro Scajola)… allora la conclusione è solo una:
interessa il business e niente più.
No, ci ho
ripensato. C’è almeno un’altra possibilità:
interessa sbandierare la propria immagine di modernizzatori
del Paese a fini elettorali e se non si raggiungerà alcun
risultato la colpa sarà sempre dei soliti comunisti e dei
signori del “no”.
Se invece a farvi muovere
in questa direzione e in questo modo, signori del Governo,
è la vostra profonda e onesta convinzione, dopo attente
valutazioni, che il nucleare sia la strada giusta per il
Paese, allora state sbagliando tutto. Con questo modo
di procedere, senza aver prima affrontato i problemi del
passato che si riproporranno pari pari, senza aver prima
analizzato e risolto il problema della localizzazione delle
centrali, senza aver spiegato all’opinione pubblica
perché avete sbagliato nel recente passato (ministro
Marzano, governo Berlusconi) e perché il nucleare sia la
scelta migliore, otterrete i risultati di: >
allontanare da voi l’opinione pubblica possibilista;
> ricompattare le frange oltranziste senza se e senza
ma; > esporvi al potere contrattuale degli enti locali
che giocheranno al rialzo per non creare ostacoli; >
allungare inesorabilmente i tempi di realizzazione con
conseguente lievitazione dei costi. Quindi, anche se
mi disponessi a riconoscervi serietà e onestà
intellettuale, ottimi propositi e attenzione ai problemi del
Paese, giungo a una conclusione: state sbagliando se non
nella scelta nei modi.
26 febbraio 2009 0:00 - pinetree
Vicenzo, non è possibile guardare gli altri che puntano su
energia rinnovabile, non possiamo confrontare l'Italia
con altre nazioni che producono 80% della loro energia
tramite il nucleare a basso costo (relativo), e quindi hanno
i soldi per finanziare progetti costosi di energia
rinnovabile.
Ad oggi probabilmente nessuna
nazione potrebbe avere una quota installato di oltre il 20%
di energia rinnovabile sul totale. Arrivare a quote di
40% comporterebbe enorme costi di impianti tradizionali
fermi o in stand by per fare fronte all'instabilità di
fornitura di quelli rinnovabili.
Non abbiamo le
risorse economiche per sperimentare con giocatoli costosi,
attendiamo soluzioni migliori, oggi possiamo puntare tutto
sulla riduzione dei sprechi, ne abbiamo di lavori da fare,
per le prossimi 20 anni riusciamo a ridurre i nostri consumi
pari a quanto queste centrali nucleare riuscirebbe a
produrre, con il vantaggio di avere speso molto meno.
26 febbraio 2009 0:00 - vincenzo
Mi chiedo cosa sarà di noi tutti !si parla ancora di
centrali nucleari! ma dove andremo a finire! il pianeta
terra e saturo di tutto!! dovremmo cercare anzi dovrebbero
cercare i nostri governanti di pensare a qualcosa che sia un
passo avanti verso il futuro e nn tornare indietro! come
secondo me accadrà con le centrali nucleari ; bisogna
pensare e fare progetti per realizzare le energie
rinnovabili, prendiamo esempio dagli americani e questa la
loro sfida per il futuro.
25 febbraio 2009 0:00 - ermetico
Il nuovo "Ponte sullo Stretto" ....
25 febbraio 2009 0:00 - Paolo B.
Dal che si capisce che tutta questa fanfara sull'accordo
nucleare italo-francese è soltanto una semplice
dichiarazione di intenti, paragonabile al più ad una
stretta di mano, giusto per buttare un po' di fumo negli
occhi agli Italiani che si bevono le balle sparate a ruota
libera dai media ufficiali. Chi vivrà non vedrà
nemmeno nel 2050 quelle centrali atomiche. E per
allora, se non saremo piombati in un nuovo medioevo, la
fissione nucleare sarà stata rimpiazzata dalle energie
rinnovabili e forse dalla fusione nucleare calda...