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4 giugno 2013 18:21 - francescomangascia
Cara Aduc, perché non iniziate a interessarvi pure di UMBRA ACQUE?
25 agosto 2009 0:00 - Caro andrea
Cosa significa "l'acqua non si deve pagare perché non è una merce"?

I servizi si pagano SEMPRE, magari in maniera collettiva e indiretta:
- la pubblica sicurezza si paga, anche se non ti rimettono fattura quando denunci un furto;
- il pronto soccorso si paga, anche se non ti chiedono soldi quando ti rompi una gamba;
- la protezione civile si paga, anche se non devi sborsar nulla quando ti estraggono dalle macerie...

Altra cosa è invece dire che sull'acqua non si deve LUCRARE (e questo lo condivido): ma un costo per il reperimento, la potabilizzazione, i controlli, il convogliamento, la distribuzione, la manutenzione, il personale, ecc. ci sarà comunque e dovrà essere sostenuto da qualcuno, no?

Semmai, dovremmo discutere se sia più giusto pagarlo con le bollette, oppure con la fiscalità generale, o con quali altri criteri di compartecipazione e socializzazione dei costi.

E anche discutere se è meglio far gestire i servizi idrici direttamente ai Comuni, o tramite municipalizzate, o aziende pubbliche, o privati non profit, o cooperative, o multinazionali profit, o... quello che ci pare.

Ma il costo c'è sempre. E i costi si pagano.

ciao
21 agosto 2009 0:00 - Andrea
L' acqua non si deve pagare perchè.... L' acqua non è una merce..........
21 agosto 2009 0:00 - KEKKUL
E' una indecenza! Quando ci ribelliamo alle arroganze di questa gente! Quanto guadagna l'amministratore di Publiacqua?
21 agosto 2009 0:00 - In un mondo razionale....
.... un cittadino dovrebbe poter rivolgersi al proprio Sindaco, in qualità di membro dell'ATO, per chiedere tutela.

Ma il Sindaco, oltre che controllore (tramite l'ATO), è anche controllato (perché il Comune è azionista di Publiacqua).

Lo stesso vale per l'ATO Toscana costa e il gestore ASA SpA e (non so, ma immagino) per altri ATO e gestori, forse anche fuori Toscana.

Non solo, spesso i gestori sono debitori verso i Comuni proprietari per le quote spettanti per l'utilizzo della infrastruttura di rete, per cui da una parte un Sindaco deve controllare la correttezza del gestore a tutela degli utenti (tramite l'ATO, che appalta la gestione di un servizio pubblico essenziale), dall'altra può essere tentato di "tirare la corda" a favore del gestore per cercare di farlo incassare e, quindi, sperare in un incasso successivo del proprio Comune.

Possibile che la legge consenta tanta disinvoltura?
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