Perchè la chiesa continua a scusarsi degli errori del
passato e nello stesso tempo continua a commetterne di più
terribili? perchè continuiamo acredere in un clero che ha
costruito una religione a suo uso e consumo? perchè non
accettiamo la verà realtà ch cristo è solo una invenzione
di personaggi che nei primi secoli cercavano un motivo per
dominare l'umanità
1 settembre 2009 0:00 - Per Dono Un Cazzo
Per me il miglior Per Dono è La Vendetta! Da qualche
parte ho letto "d'io non esiste, la natura non ha
coscienza ed è quindi una stronza, solo abile dosatrice,
per cui i criminali che uccidono ecc non pagheranno mai. Mi
rode tanto il culo!" A me rode tutto, non solo il
kulo! E a Voi? Avete una qualche idea innovativa
per vendicarci amche della povera bambina Maria Pauer!
1 settembre 2009 0:00 - Giuseppe Parisi
Nausea e Vomito. Cara Annapaola, ovviamente
percorri la direzione di trasmettere la reale fotografia di
un Vaticano e di un mondo clericale che la stragrande
maggioranza di fedeli e meno fedeli non comprende
affatto. Io, ti incollo sotto un articolo di oggi su
il Corriere della Sera. Ormai il grado di putrefazione
dell'etica ,della morale o solo della intelliggenza di
un Paese e' cosi bassa, che perfino un giornalista, non
si accorge di scrivere del Vaticano come se scrivesse di
un qualsiasi partito Italiano.... o forse non e'
nemmeno un errore, ma di un qualcosa di simile ad un
"lapsus Freudiano?" Siamo ormai alla
follia! LA NOTA Allo scontro con il premier si
sommano l e tensioni nella Chiesa cattolica Cei
compatta nella difesa di «Avvenire» ma il Vaticano tiene
aperto il dialogo La sagoma di Silvio Berlusconi rimane
come emblema delle tensioni con la Chiesa cattolica,
amplificate dalla stampa internazionale. Ma viene affiancata
da quelli che appaiono malintesi, se non contrasti, fra Cei
e Segreteria di Stato vaticana. Le ultime ore accreditano un
episcopato deciso nella difesa di Avvenire: al punto che lo
stesso arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, si è
schierato senza riserve col direttore, Dino Boffo. La
distinzione fisiologica dei ruoli fra Tarcisio Bertone,
«capo del governo» della Santa Sede, e la Cei di Angelo
Bagnasco tuttora in buona parte «ruiniana», rischia però
di incrinare questa immagine. Dietro si avverte l’eco non
ancora spenta del dualismo fra Bertone e Camillo Ruini,
teorico puntuto del primato dei vescovi nei rapporti con
l’Italia. Si accentua di rimbalzo la figura di Bertone
come sostenitore di un dialogo con il governo affidato al
Vaticano, mentre la Cei di Bagnasco sceglie di fare
quadrato, convinta di non avere alternativa. Si tratta
di una divisione di compiti e di ruoli fra Santa Sede e
Chiesa italiana. Eppure, in un momento così difficile
finisce per suggerire una divergenza. Anche esagerandola,
perché Bertone ha telefonato a Boffo esprimendogli una
forte solidarietà. I rapporti con Palazzo Chigi diventano
il terreno sul quale si scaricano pulsioni che nei partiti
si definirebbero correntizie. Ma quelle che arrivano da
oltre Tevere seguono logiche esterne alla politica. Appaiono
tutte interne ai rapporti di forza in Vaticano, e fra Santa
Sede e Cei. Ad affiorare è, di nuovo, il problema di chi
debba dialogare con lo Stato italiano. Finora, il braccio di
ferro è rimasto sotto traccia: dopo l’uscita di scena di
Ruini, il baricentro si è spostato progressivamente verso
la Segreteria di Stato come referente delle istituzioni
repubblicane. E Bertone ha mostrato un attivismo ed
una capacità di dialogo e dimediazione instancabili,
interrotti bruscamente la settimana scorsa con
l’annullamento della cena con Berlusconi all’Aquila.
Nonostante quella decisione più o meno obbligata e
concordata, però, il Vaticano ha fatto di tutto per evitare
che le polemiche assumessero dimensioni ufficiali. La
Segreteria di Stato teme infatti che le tensioni col premier
espongano la Cei all’abbraccio strumentale della sinistra;
e logorino i rapporti con il governo. Nell’ottica
vaticana, il centrodestra guidato dal Cavaliere è un
alleato senza alternative. Dunque, l’obiettivo è
difendere Boffo e Avvenire senza però compromettere le
buone relazioni con Palazzo Chigi. Per questo
l’Osservatore Romano non si è mai occupato delle vicende
private del premier, e il direttore Gian Maria Vian ha
rivendicato la scelta di non farlo. Ma, al di là delle
intenzioni, l’approccio collide con quello dei vescovi.
L’uscita pubblica di Tettamanzi contro la lettera anonima
usata per attaccare Boffo è significativa. I vertici
episcopali sembrano convinti che i rapporti con il
presidente del Consiglio non possano significare silenzio di
fronte a quella che considerano un’intimidazione. E, pur
tenendosi a distanza dall’opposizione, non abbassano i
toni. La sensazione è quella di una Cei percorsa da qualche
spinta centrifuga, nonostante tutto. L’ambiguità di
alcune prese di posizione minori a difesa del direttore di
Avvenire segnalano come minimo un comprensibile
disorientamento. Per paradosso, è più compatto il fronte
berlusconiano che ha pianificato una guerra con ogni mezzo a
chi critica il Cavaliere. Ma il nuovo capitolo della vicenda
che apparirà oggi sulle pagine del quotidiano cattolico
promette di preludere ad altre polemiche; e forse a nuove
tensioni anche interne. Non è facile prevedere quando e
come qualcuno riuscirà a riprendere il controllo della
situazione; né fino a che punto cambieranno i rapporti con
Berlusconi. Ma certo, stanno cambiando nella geografia del
potere vaticano. Anzi, non è escluso che siano la
conseguenza di un conflitto in corso, e magari già
concluso. Massimo Franco 01 settembre 2009