Purtroppo con il passare dei mesi viene messa in evidenza la
reale situazione degli italiani e non è come dice il
tremonti, ovvero che siamo un popolo poco indebitati
individualmente. Secondo me qualcuno passa dal proprio punto
di vista alla menzogna.
6 agosto 2011 11:42 - Killer in pensione
Mi pare, ogni giorno che passa, sempre più semplice la
risposta a francescodeleo. I cittadini italiani,
relativamente poco indebitati, possono essere spremuti di
più per pagare il debito pubblico.
20 novembre 2010 9:50 - francescodeleo
E' diventata prassi consolidata somare il debito privato al
debito pubblico. L'autore di questa semplice equazione
matematica è il nostro ministro delle finanze "non pro
tempore" tremonti. tremonti ha creato, o perlomeno l'ha
resuscitata ma non lo so, tale formula quale soluzione al
nostro problema della spesa pubblica. Per tremonti l'italia
sta meglio degli altri, sebbene abbia un debito pubblico
catastrofico, perchè siamo individualmente, relativamente
al debito privato, meno debitati ma mai e nessuno ha
spiegato perchè bisogna sommare il debito privato al debito
pubblico. Si potrebbe avere una spiegazione?
19 novembre 2010 20:06 - lucki
In modo più esplicito,può descrivere il peggioramento a
distanza di 5 mesi
19 novembre 2010 20:05 - lucki
Desidero,avere un parere del dott Pedone secondo lo stato
dell'arte,grazie
3 giugno 2010 8:45 - Alessandro_Pedone
In riferimento a quanto scritto da savpg8801, ritengo che il
progressivo spostamento verso il tasso fisso non sia una
peggiore "programmazione". Tutt'altro!
Se è vero che non si è potuto approfittare dei tassi
eccezionalmente bassi di questo periodo, è anche vero che
abbiamo più stabilità.
E' un po' lo stesso ragionamento che deve fare chi acquista
una casa con il mutuo. Meglio un tasso fisso pagando un po'
di più o un tasso variabile con l'incertezza?
Chi gestisce il debito pubblico non deve fare scommesse
tentando di sfruttare possibili (possibili! non certi)
ribassi dei tassi.
Io preferisco di gran lunga la stabilità del debito.
Se avessimo oggi un 50% di tasso variabile saremmo molto, ma
molto, più esposti alla speculazione.
L'aumento degli spread di rendimento con il TBUND si
ripercuoterebbe immediatamente in un peggioramento delle
condizioni di bilancio che creerebbe una spirale
negativa.
Ben venga, quindi, il tasso fisso e possibilmente a lunga e
lunghissima scadenza all'interno di un credibile progetto
per portare il debito pubblico intorno al 60% del PIL.
2 giugno 2010 18:39 - savpg8801
La composizione del debito pubblico negli ultimi quindici
anni ha subito trasformazioni sostanziali sistematicamente
aumentando le emissioni di titoli a tasso fisso a scapito di
quelle a tasso variabile. Per quanto concerne questi ultimi
titoli, in regime di tassi bassissimi nell'ultimo biennio, e
forse anche in immediato futuro, si è determinata
un'impossibilità di riduzione del debito pubblico agendo
sulla leva dell'utilizzo dei risparmi sul pagamento dei
relativi interessi.
Il profano si chiede come mai dal tasso del 4-4,5% di due
anni fa in pochi mesi si siano rilevati tassi dell' 1% sul
TV e tutto ciò non sia servito a ridurre il debito.
Il citato spostamento, privilegiando il tasso fisso, si è
rivelato controproducente, anche se non ci sono più i tassi
dell'8-10-12 e passa % di 18-20 anni fa, ma mediamente ora
del 3-5%.
Una migliore programmazione di differenziazione sarebbe
stata auspicabile.