Purtroppo da noi il danneggiamento del verde, degli immobili
e degli impianti è una priorita' per i nostri tanti vandali
idioti, pressochè certi dell'impunità. A pagare poi siamo
sempre noi soliti noti. Altro che andare a civilizzare
l'Africa!!!Occorre purtroppo cominciare qui da noi.
Le amministrazioni Comunali dovrebbero intensificare gli
investimenti per identificare i responsabili e punirli con
il risarcimento del danno oltre ad una idonea ed efficace
azione educatrice.
27 dicembre 2011 20:07 - lucillafiaccola1796
perché evidentemente le bandiere a loro je sventolano a RO
VESCIO!!!! AH AH AH
e non sanno e non leggono Enanche la tanto agiografata
costituzione: all'art 12 è indicata la posizione dei
colori verde bianco rosso.
a proposito nei led il rosso dura di più sia del verde che
dell'azzurro che è il più fiacco... non per niente i
chakra...
il loro in conscio pone il rosso a sinistra, al centro c'è
il bianco fiore di'm, e a destra il verde legaiolo... ARI AH
AH AH
HO RIMEDIATO ALTROVE QUESTI INTERESSANTI PEN SIERI:
http://www.movimentolibertario.com/2011/08/07/democrazia-bas
tonare-popolo/...
DEMOCRAZIA? BASTONARE IL POPOLO!
Un aforisma di Oscar Wilde: “Democrazia significa
semplicemente far bastonare il popolo, dal popolo, in nome
del popolo”. N el suo bellissimo ed istruttivo libro,
“For Good and Evil” Charles Adams ci fa notare che:
nessun satrapo ha mai mollato l’osso fino a quando non è
stato preso a legnate sui denti. Nessun aguzzino di Stato
(si chiami Equitalia, Esatri, Agenzia delle Entrate o come
diavolo preferite) ha mai smesso di bussare alla porta dei
sudditi, sino a quando i sudditi, dopo avergli aperto, hanno
cominciato a rincorrerli, bastonarli, impeciarli e riempirli
di piume per mostrali al pubblico ludibrio. A volte li
impalavano nella pubblica piazza! Dai tempi degli Egizi sino
all’inizio del Novecento – il 99% delle rivoluzioni è
avvenuta per questioni fiscali! “Non esiste libertà
politica senza libertà economica”. Dov’è la libertà
in un paese in cui il 70% del frutto del nostro lavoro
finisce nelle tasche di quella casta di nullafacenti e
delinquenti, che poi ridistribuiscono a pioggia i nostri
denari, estorti con la minaccia della galera, per mantenere
una miriade di clientele? Il “Bel Paese” appare sempre
più una landa senza futuro. E’ anagraficamente vecchio,
è malato di “welfare” (che peraltro non funziona ed è
fonte di sprechi colossali), è incancrenito dal
sindacalismo becero e protezionista di sé stesso, è
strangolato da miriadi di “caste ed ordini” con le
unghie affilate per rimanere avvinghiate ai privilegi di cui
ingiustamente godono e, dulcis in fundo, è “comandato”
da ominidi retrivi del calibro di UB et similia I nodi
vengono al pettine, il truffone è servito, la menzogna non
può essere raccontata a tutti per sempre. Uno cittadino
della civilissima Svizzera mi ha detto: “ Mi sono accorto
che dove c’è lo Stato, quando non c’è furto c’è
spreco!” A queste parole aggiungo un aforisma di Oscar
Wilde: “Democrazia significa semplicemente far bastonare
il popolo, dal popolo, in nome del popolo”.
http://www.informarexresistere.fr/2011/07/21/lo-zen-e-larte-
di-non-farsi bastonare/ #axzz1hl BBzHd...LO ZEN E L’ARTE
DI NON FARSI BASTONARE Regimi come questo non cadono da un
giorno all’altro. Si sgretolano lentamente, pezzo per
pezzo. E così i gaudenti signori degli scranni hanno
tutto il tempo per vedere dove andrà a tirare il vento. I
più furbi si ricicleranno, altri spariranno, qualcun altro
scapperà con l’argenteria. Non c’è niente di nuovo.
Riflettevo sul “fare qualcosa”. Riflettevo innanzitutto
se ci sia una via per infilarsi nel cono d’ombra che una
situazione di disgregazione di potentati può offrire,
possibilmente senza farsi massacrare da quel ricettacolo di
feccia addetta all’ordine pubblico. Che la prima cosa da
fare, se veramente si scegliesse la rivolta di popolo,
sarebbe quella di presentare il conto per Genova, per Napoli
(ricordi, infamone di un D’Alema?), per la Val Susa, per
Lazio-Livorno, per i terremotati di L’Aquila manganellati.
E per le stragi di Stato e i depistatori delle istituzioni,
per i morti ammazzati nelle mani dello Stato, i Cucchi, i
Lonzi, gli Aldrovandi, gli Uva e via dicendo. Purtroppo le
”nostre” Alte cariche “pensano” di fare un buon
sevizio al “cittadino” difendendo questa m. di d. in
divisa senza se e senza ma, invece di ripulire delle
istituzioni che ormai cominciano ad essere una mera
contrapposizione violenta e cieca nei confronti di chi
vorrebbe disfarsi di questa casta di malviventi e corrotti
mentre al popolo viene chiesto di abbassarsi a livelli da
povertà per continuare a mantenere i loro infami status. Ma
torniamo al che fare, cercando di essere oggettivi.
1. Il primo punto è che, inutile negarlo, siamo
strategicamente disorganizzati. Anche per evitare le solite
aggressioni poliziesche a freddo verso gente disarmata.
Neanche Gandhi riuscì ad evitare questa logica, perché è
bene chiarire che anche il padre della non-violenza, per
raggiungere l’obiettivo, ha dovuto fare conto su una
discreta torma di seguaci che si sono fatti massacrare dai
soliti “tutori dell’ordine”.
2. Quindi le vie conosciute sono due: prendere un fracco di
legnate o prendere le armi in mano. Che ci si organizzi o
meno.
3. Quando il punto di disgregazione di questo potere, forse
addirittura di questo sistema mostrerà le crepe insanabili
che precederanno il crollo, allora potrebbe essere il
momento di agire. Di presentare il conto. Di andarli a
prendere uno per uno. E non lasciarne neanche mezzo con
neanche mezza leva del potere in mano.
4. Abbiamo perso un’occasione storica durante Tangentopoli
perché ancora avevamo troppi ninnoli con cui divertirci,
può darsi, dico può darsi, che qualcuno abbia capito che
se vogliamo dare una svolta dobbiamo disfarci di infami e
trasformisti e che basta cogliere il momento giusto.
5. Non so se qualcuno sta organizzandosi in questo senso ma
fin da ora la mia strategia è la presenza, quando e come
posso, sulle piccole cose (che poi non sono piccole per
niente) del posto in cui vivo e che fortunatamente ha un
discreto e combattivo contingente di incazzati.
6. Ora è semplicemente il momento di lasciare bandiere e
bandierine ed essere presenti con le nostre facce, non a
fare gli attivisti, anzi, fare in modo che gli attivisti
vedano facce nuove e comincino a prendere atto che il
desiderio di lottare è anche di quel popolo finora occupato
a sopravvivere con due spiccioli mentre cerca di tirare
avanti una famiglia ed un lavoro, che una lotta di popolo
non può prescindere da chi finora ha tirato avanti questo
paese a suon di mulinar di braccia e che è stato lasciato
vigliaccamente solo da una sinistra impegnata a caccia di
sedie e privilegi.
7. Quello che si sta disgregando nel Palazzo dovremmo
costruirlo tutti ora, per strada, perché il web è solo un
mezzo ma è contandosi in faccia che si comincia a vedere
concretamente da dove stiamo partendo e dove possiamo
arrivare.
8. Non servono solo rivoluzionari, né guerrieri, né eroi.
LA VERA FORZA SONO GLI INDIVIDUI COMUNI. Se torniamo per
strada forse, al momento di tirare le somme, non ci sarà un
cambiamento che ci porterà un altro o lo stesso Berlusconi.
NEL TEMPO DELL'INGANNO UNIVERSALE, DIRE LA VERITÀ È UN
ATTO RIVOLUZIONARIO!
27 dicembre 2011 13:22 - paolo5270
Che dire uno dei mille e più casi d’italianità. Di come
sono sputtanati i nostri soldi e trascurato il nostro
patrimonio artistico e paesaggistico, da questa ciurma di
boiardi di stato, paraculi, leccaculi, puttanieri e figli di
puttana. La soluzione rapida al problema è unica! Non posso
scriverla per evitare l'accusa d'apologia di reato, ma
chiunque stia leggendo ha già capito. Hanno speso in cene,
fanfare con militari in alta uniforme e manifestazioni del
"menga" un fottio di soldi per i 150 anni d'unità del paese
(?) invece di destinarli alla salvaguardia dello stesso. Poi
sono così ignoranti che non sanno nemmeno rappresentare il
tricolore. Tutte e ripeto tutte le autorità portano la
fascia tricolore con il rosso a sinistra e il verde a
destra. Perfino le coccarde dei carabinieri sui cappelli e
dell'esercito sui veicoli (e forse anche altrove) sono
rappresentate col rosso all'esterno e il verde al centro del
"disco" o cerchio. Poi s'incazzano con i "padani" se mandano
al cesso quella bandiera che loro difendono senza nemmeno
saperla "disegnare".