COMMENTI
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1 febbraio 2012 9:45 - carlo9852
un sacco di complicazioni per fare quel che si può con una semplice carta di credito ricaricabile! E la tracciabilità è la stessa.
31 gennaio 2012 21:24 - savpg8801
Dimenticavo di dire a fine mio lungo pistolotto precedente che il fornitore sarebbe stato pagato ugualmente anche con moneta elettronica ammesso che questa non fosse tracciabile, come si ipotizza, e non transitante su SERPICO.
31 gennaio 2012 21:22 - savpg8801
a efraim, dico che sono d'accordo sulla difficoltà di dialogare con tutta questa materia in ballo.
Non ritengo perciò opportuno in questo senso progredire buttando ulteriore carne al fuoco con il pericolo che certe idee od ipotesi cadano nel ridicolo e nel tranello dell'incomprensione anche perchè non ho forse avuto la capacità di spiegarmi meglio. Lo noto da alcune frasi che dimostrano di aver provocato risposte non pertinenti o mal capite. Pazienza.
Esprimo solo ancora una volta questo concetto.
Considerando un arco temporale " x " la velocità di applicazione di norme ed effettive risoluzioni di reale lotta all'evasione, comporterebbe un subbuglio enorme nei produttori di beni e servizi (che operano in nero), nonchè di mano d'opera sommersa ed altro. (non parlo minimamente di malavita, mafie, droghe, estorsioni, delitti finanziari ecc. che hanno espressione a parte), in quanto parametrata con " y ".
Queste operatività economiche, non necessariamente criminose (se si esclude il reato di evasione fiscale) lavorano e producono con buoni margini proprio perchè evadono le tasse, i contributi ecc.
Messi alle strette e costretti a ricaricare (come gli altri operatori onesti e corretti) causa l'incidenza impositiva, e a causa della loro impostazione strutturale, non ci starebbero, come si suol dire, "più dentro".
I^ ipotesi: aumentano i prezzi, ma escono dalla concorrenza.
II^ ipotesi: non riescono più a pagare mano d'opera e la di essa contributi. Quindi cessano di produrre.
III^ ipotesi: si ripropongono un nuovo lavoro(da costruire ex novo) in nero.
IV^ ipotesi:chiudono bottega perchè divengono fallimentari.
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Risultato: tutta la gente che produceva e dava lavoro, benchè fuori legge, creava comunque economia ed impiegava persone e sfamava famiglie.
Ora cresce il numero dei disoccupati e la mancata produzione trova ulteriore rimpiazzo dall'estero che può fornire derrate al minimo prezzo cioè a quanto lo offrivano i nostri "neristi".
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Altra ipotesi è che, per un qualche miracolo, i nostri neristi riescano in qualche modo a stare ancora a galla pur con enormi difficoltà (pagando le tasse).
Per mantenersi in vita, dovranno produrre a costi maggiori e quindi vendere a prezzi maggiori, e di qui non si scappa in tema di "economia aziendale".
Ecco come, poco per volta, molti prezzi aumenteranno, impoverendo vieppiù chi ha redditi fissi e slegati dal costo della vita anche perchè ci metterebbero comunque molto più tempo, in ogni modo, ad adeguarsi.
Le camiciaie pugliesi a 4 euro orari in nero guadagnanti 40 euro netti a giornata, portavano a casa 8/900 euro mensili. Trovati, hanno chiuso l'opificio. Le camicie le compriamo dai cinesi anche a meno, ma le camiciaie sono a spasso, forse a carico di qualche ente di povertà, senza più neanche un euro e l'"imprenditore" ha chiuso.
Un avvocato, esaminatore di pratiche, all'introduzione di una ritenuta d'acconto professionale, chiese: quant'è? 15%; bene io farò parcelle con il 40% in più così sto dalla parte del sicuro e mi pago anche le tasse dirette.
Un altro: tappezziere visitato dalla Finanza, incavolato perchè non intendeva dichiarare tanto quanto accertatogli, ha chiuso bottega lasciando a casa un paio di operai. Poi ha contattato un altro artigiano del settore il quale gli fornisce materiali da assemblare in nero nel proprio domicilio.Mi diceva che così è libero da ogni balzello e guadagna il doppio.
Un altro, dirigente di una cooperativa di macchinari, si è licenziato e fa il "consulente" ma dirige da fuori, in nero per conto di altra azienda, guadagnando il doppio.
Un privato doveva montare una pompa in un pozzo:
gli hanno chiesto 500 euro....Come? così tanti? Allora il fornitore ....e vabbè ..umma umma me ne dai 380 senza biglietti e me li passi con stretta di mano al bar.
Il venditore figura vendite in meno e il cliente ci ha risparmiato 120 euro. Ma questo SUBITO e non aspettando l'effetto (forse) dello spot del parassita fiscale di effetto solo ilare.
31 gennaio 2012 19:47 - efraim
@haisemberg,

prima di risponderti, ti faccio notare che la prostituzione è già legale (anche se le prostitute non possono attualmente dichiarare i loro redditi in quanto tali, che mi risulti), ciò che è illegale è il suo sfruttamento e questo, a differenza della droga (parlo a titolo personale anche se non mi pare che Aduc abbia posizioni proibizioniste al riguardo), ritengo giusto che rimanga illegale e sia sanzionato il più possibile. Ma qui si nota un elemento a mio avviso eccellente di questa proposta: anche senza bisogno di legalizzare comportamenti davvero delinquenziali, chi li perpetra dovrebbe quantomeno pagarci le tasse sui redditi derivati. Attenzione! Questo non significa assolutamente avallare che so il pizzo, piuttosto che appunto lo sfruttamento della prostituzione, ma solo che, per rendere reali i redditi derivati, il delinquente in questione deve registrare gli incassi e, dunque, pagare le imposte sui redditi relative. Con questo non si elimina la possibilità di delinquere (comunque, anche tracciando intrusivamente le transazioni come vogliono altri, resterebbe la possibilità di fingersi consulenti, artisti e di valersi in genere di quant’altro può fare da copertura), ma di certo si complica, si rende meno redditizia e tanto più pericolosa quanto più lo è. Per il pesce piccolo ci sarebbero pochi problemi, ma le grandi organizzazioni criminali farebbero molta fatica a giustificare i loro redditi, volendo realizzarli in valuta scambiabile pubblicamente, e sarebbero esposte a tutti i problemi del riciclaggio di valute alternative illegali. Naturalmente, nel caso gli inquirenti fossero tutti collusi e corrotti il problema sarebbe relativo, ma se così non fosse, come pare assodato, quanto più un disoccupato guadagnasse miliardi, tanto più sarebbe facile indagare su di lui. Nessuno pensa che non ci sarebbero prestanomi, coperture, confederazioni, ma i benefici sarebbero enormi senza bisogno di ledere in alcun modo la privacy dei cittadini e lasciare ai poteri centrali conoscere le transazioni di nessuno.

In quanto alla tua domanda, non so se qualcun altro ha contattato direttamente Beppe Grillo e il Movimento Cinque Stelle; so che qualcuno ha contattato qualche attivista di base , simpatizzante o poco più da quel che ho capito, senza ricevere alcun riscontro. Personalmente sarebbe mia intenzione, se riesco, provare a scrivere un instant book, possibilmente non da solo, e una “lettera ai movimenti” da recuperare a tutti i movimenti e le realtà politiche, associative etc. ipoteticamente più o meno coinvolgibili. Se qualcuno ha simpatie o contatti particolari e pensa di potersi rivolgere fruttuosamente a qualche realtà in particolare non ho niente da obiettare. Questa idea non è di mia proprietà, né di Alessandro Pedone (sono certo lui sia d’accordo), ma di chiunque ne comprenda la rilevanza per il pubblico interesse e decida che sia il caso di adoperarsi per realizzarlo promuovendola, unendosi a chi già la sostiene (cosa che mi parrebbe tendenzialmente più utile), ma anche agendo di propria iniziativa.


@savpg8801

Cerco di stare alla “equazione” del tuo “ragionamento”, ma mi risulta difficile: evidentemente le nostre nozioni in materia sono incommensurabili. Per esempio, scrivi che essere in regola mediamente pesa del 60/70% in più (cosa che mi pare corretta, se si mette nel non esserlo l’evasione anche dell’IVA da parte di eventuali fornitori, l’evasione dei contributi per la previdenza e la sanità pubblica – certo, c’è chi le paga anche per chi ruba, dunque si può fare, finché il tartassato regge – di tutti i vari regolamenti per lo smaltimento dei rifiuti, soprattutto i più costosi e pericolosi etc. a occhio in alcuni casi si va anche oltre il 70% e mediamente mi pare ragionevole); ebbene, nel periodo successivo scrivi che così produrresti qualcosa che costerebbe 30 ma che dovresti mettere a 100. Nel mondo in cui vivo io questo non è un aggravio del 60/70%, ma di circa 5 volte tanto (il 330%).
Fosse solo quello, ma tutto il ragionamento torna ancor meno che secondo la stessa “logica” che, comunque, non riesco a seguire.
La cosa per me più incomprensibile è che, non appena si adottasse lo strumento che proponiamo, per qualche motivo illuminato dalla tua lampadina - la cui luce evidentemente non mi raggiunge - ci potrebbe essere sì una riduzione drastica e immediata dell’evasione (a seconda delle stime da 120 miliardi, mi pare escluse quella criminale che, come detto sopra non scomparirebbe, ma sarebbe in gran parte tassata, a oltre 300, tu dici 270, su qualcosa dell’ordine dei 400 - per favore non parliamo di percentuali), ma non si potrebbe abbattere la pressione fiscale prima di prelevare le imposte. Il motivo a dir poco mi sfugge, visto che la maggior parte delle imposte sono pagate molto tempo dopo che si percepisce il reddito a cui sono relative e, con l’adozione di un provvedimento del genere, quelle anticipate, in pratica l’IVA, potrebbero e dovrebbero essere immediatamente abbattute, se non azzerate (cosa sacrosanta, visto che la giustificazione di imposte del genere, altamente inique, sarebbe l’impossibilità di evaderle - impossibilità che sappiamo bene essere piuttosto aleatoria - ma impossibile finché si si resta in Europa e non se ne cambiano i trattati). Se mi spieghi perché mai dovrebbe essere così, anche nel mondo in cui valgono le percentuali che conosco io (nel quale fra l’altro riduzioni percentuali a due zeri sono cose esoteriche), concorderei sul fatto che ci sarebbero dei problemi che magari potrebbero indurre governanti non del tutto criminali e ancor più demenziali a introdurre la cosa in modo graduale e con tutte le accortezze del caso, facilmente immaginabili. Altrimenti debbo dedurre che viviamo in mondi solo parzialmente relazionabili e che ogni dialogo è pertanto impossibile se non in apparenza, pur con tutta la buona volontà.
31 gennaio 2012 15:37 - Haisemberg
Mi sembra un'ottima cosa. Un ottimo sistema per tassare ogni transazione economica, compresi commerci di droga, prostituzione(che legalizzerei insieme alle droghe, e quindi non si evaderebbe comunque).....
Provato a parlarne con Grillo? Dal suo sito sarebbe ancora più visibile..
Comunque ci sono per questa causa
31 gennaio 2012 15:35 - savpg8801
Di conti programmatici, di grafici, di statistiche, di previsioni, di trend, di calcoli e di resistenze, di ricami teorici del detto, del fatto, della storia che si ripete ma che non è vero perchè c'è sempre una variabile che delude il concetto, ne ho piena la mia esperienza.
Una tale confusione, in continua maggiorazione, scuola ne è le continue dichiarazioni di "esperti", di capi di governo e di economisti (ogni cittadino è un economista, un politico, un esperto risolutore con proprie ricette), di agenzie di giudizio e revisione, di privati cittadini ognuno con convinzioni proprie più o meno semplici e spicciole, i quotidiani pensieri strategici e le immediate azioni di ripensamento, le teorie e i conteggi sempre più complicati e fuorvianti, le enciclopedie di dati che portano ad incolpare tutto e tutti del malo andamento e dell'insorgere e del perdurare delle cosiddette "crisi", mi lascia molto dubbioso che si possa risolvere, con l'adozione di mezzi-a prima vista illuminati tipo le frasi patetiche degli spot televisivi- la piaga del nero e dell'elusione ed evasione fiscale.
Un altro guaio è che si spara con le ottocentesche spingarde nei mucchi di carri armati.E mi riferisco alle azioni ad effetto che hanno beccato qualche sprovveduto carrista fuori dalla torretta a prendere una boccata d'aria. Ed anche se proiettassimo altre azioni simili, l'intelligenza evasiva avrebbe il sopravvento al di la delle comuni frasette di approvazione facebookkistica o twitteristica.

Il problema che impedisce anzi disinvoglia a tutti di pagare è che l'impianto fiscale è inadatto e contorto talmente che permette facilmente l'evasione. Infatti se ne ventila continuamente una riforma, ma mai sarà attuata se non in maniera lunga e laboriosa tale che darà sempre modo di essere elusa.
Il presupposto che origina il mio ragionamento è questo:
Lasciamo da parte tutti i conti, le statistiche, le estrapolazioni ecc. ma andiamo sul semplice ed immediato come la situazione esige.
Per analogia porto l'esempio opposto e cioè che quando c'è un aumento dei carburanti, le derrate aumentano, ma NON con conteggi proporzionali, ma traendone pretesto per maggiorazioni ingiustificate. Questo è accaduto con l'introduzione dell'IVA , con l'introduzione dell'euro, con gli aumenti delle aliquote iva sui prodotti che sono lievitati a dismisura; un formaggio da due mesi a questa parte è cresciuto del 20% ingiustificato da 1% di iva e da un po' di accise. in fondo l'incidenza dei trasporti ha anche altre ingenti componenti, non al momento,toccate.
La verità è che avendo meno vendite la distribuzione non può, ne vuole rimetterci e quindi compensa con aumenti maggiori ed ingiustificati al fine di mantenere il saldo positivo. Ma perchè non vuole andare sotto? perchè alla medio lunga rischia il fallimento.
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Veniamo al contrario. Moody's sostiene che il decreto Salvaitalia porterà a maggior recessione e peggio con altre leggi future atte a spillar potere di acquisto ai consumatori (da notare che il consumatore è l'unica ruota di questo carrozzone che fa andare avanti l'economia) e con maggiori occulte tasse. Facile equazione.
Tutto il mondo si regge sulla capacità di spesa delle persone e null'altro. Lo Stato perchè incamera più tasse, le aziende perchè lavorano, la mano d'opera perchè porta a casa soldini da spendere per incrementare il giro.
Perchè questo carrozzone economico funzioni serve un equilibrio che non può essere genericamente programmato e uguale per tutti, tipo in una classe dove esistano bravi, diversamente abili, stranieri, svogliati e attenti, ricchi e poveri, intelligenti e cretini. Il maestro non farà mai anche se stupendamente preparato, un insegnamento produttivo, ma mediocre. Cioè appiattimento al minimale.
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La produzione di beni e servizi in tutte le sue componenti, quando tutto è in regola con le leggi, specie fiscali, è penalizzata da tante tasse e imposte, dirette ed indirette. Tanto che si giudica mediamente che essere in regola pesa del 60/70% in più.
Facile a dire che io produrrei qualcosa che potrebbe inserirsi nel ciclo commerciale a 30 ma se sto in regola lo devo inserire a 100 e il resto poi al mercato.
Fin troppo banalmente facile a dire che se (vedere quale proporzione adottare) tutti pagassero, il peso fiscale diminuirebbe. Lapalissiano!
Ma anche facile a dirsi quando risulta impossibile intervenire appieno e immediatamente.; mission impossible.
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Allora, supponiamo che sul mercato ci siano 100 prodotti completamente tassati e 100 in nero.
I produttori in nero, vendendo ai prezzi correnti (quelli determinati dal mercato di chi paga le tasse per stare a galla -un esempio Reebook che produceva in Indonesia a un quinto di quanto avrebbe prodotto in casa, ma non faceva prezzi minori, ma di mercato lucrando enormemente e così fanno tutti, anche i nostrani che delocalizzano o importano dall'oriente, marcando italiano) , lucrano per stare a galla bene e mantengono un equilibrio proprio perchè loro possono sostenersi mentre quelli in regola fanno molta fatica rischiano la caduta ad ogni alito di vento.
Questi equilibri sono la chiave di volta dell'equazione. Due i fattori e cioè il potere di acquisto pochissimo dinamico e la capacità produttiva immediata a far fronte alle esigenze senza rovinare il malato, cioè mantenere prezzi appena appena sostenibili dalle masse.
Ecco perchè se avvenisse (però è pura utopia) che immediatamente 270 miliardi di euro di evasione mancata riconducessero a ragione i loro produttori, e cioè li facessero produrre pagando le tasse e ricaricando i prezzi a dismisura, il mercato ne subirebbe un trauma incommensurabile e parlo del mercato, non dello Stato che probabilmente incasserebbe di più a prima vista, ma in maniera molto ridotta perchè, col tempo biblico di risposta, adeguerebbe molto in ritardo il tutto portando a riduzione di aliquote. Se tutti pagano tutti pagano meno. Acuta osservazione, ma non facilmente realizzabile. Se far pagare a tutti le tasse avvenisse, l'impatto di aumenti non potrebbe essere sostenuto dai più, quindi ulteriore recessione, ma non di uno o due punti ma a due zeri.
31 gennaio 2012 13:23 - annasans
è una proposta che conosco fin dalla sua nascita e che ho sempre sostenuto.
31 gennaio 2012 12:15 - DorisL
Mi sembra un'ottima idea! Mi trovate completamente d'accordo.
31 gennaio 2012 11:39 - efraim
@savpg8801,

purtroppo non riesco a capire perché sarebbe pericoloso se tutti pagassero meno tasse invece che tantissime in pochi, sfortunati o onesti. Oddio, ricordo che decenni fa al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale c'era chi sosteneva che un certo livello di corruzione ed evasione permettendo l'accumulo di capitali avrebbero favorito gli investimenti e dunque la crescita del sacro (per alcuni) PIL; ma, data l'evidenza assolutamente contraria hanno dovuto ammettere che non è affatto così, come del resto è evidente anche nell'ottica più liberista, per via della distorsione della concorrenza, del premio non per i migliori ma per i più disonesti etc.
Né capisco minimamente come potrebbe essere, se non nell'ipotesi assurda di farci governare da qualche psicopatico che non abbasserebbe le tasse a fronte di un gettito di più di uno o diverse centinaia di miliardi maggiore, mantenendo la pressione fiscale attuale anche se questa farebbe senz'altro fallire, a onorarla, tante attività produttive. Ciò sarebbe assurdo anche a voler onorare gli impegni che i nostri governanti hanno assunto con la Comunità Europea (abbattere il rapporto col deficit al 60% in 20 anni). Lasciamo perdere il fatto innegabile scritto alla fine del post e supponiamo che dovremmo continuare a trovare la bellezza di una quarantina di miliardi all'anno (oggi stramezzeremmo): resterebbe nella peggiore delle ipotesi il doppio per abbassare le tasse (sufficiente per esempio a portare l'IVA al 15% - di meno non si può stando in Europa e si autofinanzierebbe molto più del necessario con il recupero di quella evasa - con vantaggi evidenti anche per il turismo, ad azzerare addirittura tutte le imposte sui redditi fino a 28 mila euro (51 miliardi)e ne resterebbero ancora per azzerare l'IRAP (34 miliardi)! Se è vero che l'evasione complessiva supera i 300 miliardi, avremmo più o meno il triplo di tutte queste risorse per alleggerirci. E non c'è casta che possa sottrarcele: i costi di tutta la politica, dal Quirinale all'ultimo consigliere comunale sono meno di 25 miliardi (se ricordo bene 21,6). Il tutto sempre nell'ipotesi poco verosimile che si decida per una volta di onorare gli impegni presi e sovrastimando quanto dovremmo recuperare perché non ho considerato la crescita del PIL nominale dovuta all'emersione del sommerso rispetto alle stime ISTAT, che nessuno sa con precisione di quanto ma, se per caso ci sveglieremo, abbatterà il rapporto Deficit/PIL in proporzione diretta (facendo così fra l'altro calare se non azzerare lo spread) senza bisogno di incassare un soldo (certo, non basterebbe da solo: dovrebbe esserci un'evasione superiore ai due terzi per arrivare al 60% senz'altro, ma riesci a pensare di quanto ci alleggerirebbe anche solo un'emersione d'un "misero" 10%? E cifre più verosimili?).
Come tutto ciò possa essere depressivo, rispetto alla riduzione degli investimenti, dello stato sociale e all'aumento della pressione fiscale su chi le tasse è costretto a pagarle in tutto o in parte altrimenti inevitabili, anzi, già in atto e ancor più programmati e deliberati, proprio mi sfugge e per quanto ci provi devo confessare che travalica sicuramente le mie capacità di comprensione. Se vuoi illuminarmi con la tua lampadina, dunque, non posso essertene che grato.
30 gennaio 2012 22:39 - savpg8801
efraim, sto iniziando a sviluppare questo concetto sulla scorta di convinzioni che ho sondato qua e la, anche su pareri di studiosi fiscali.
Non giova essere un economista conclamato-posso dire che io mi occupo e mi sono occupato anche di tali cose, ma i congressi effettuati recentemente in un simposio sulla riduzione del debito pubblico-non ricordo se a Roma o Milano da parte di illustri quali anche Quadrio-Curzio, non hanno trovato concordia, ma una pletora di sparate idee da parte di ognuno per proprie ricette, peraltro con ammissione di difficile realizzazione.
Pensiamo dunque a noi che in dieci parole saremmo capaci, qualora prendessimo in mano le situazioni, di porne immediato rimedio!
Il concetto da me espresso, sulla pericolosità di eliminare via-via l'evasione fiscale (chiamiamola così in generale) è complesso da capire, ma semplice se si accende la lampadina giusta.
Ritornerò sull'argomento al momento opportuno.
Non per questo che la ricetta sia quella di, sic et simpliciter, eliminare di botto l'evasione, dichiarando apertamente che ciò non porterebbe ad alcun beneficio, pur rilevando che, nella bilancia, sarebbero maggiori i punti a sfavore che non le semplici considerazioni a freddo paradigma, come scioccamente recita lo spot della Presidenza del Consiglio.
30 gennaio 2012 18:29 - efraim
@JOKER,

per risponderti sinteticamente, si può dire (soprattutto) i (più) potenti (e per svariate ragioni, ma prima fra tutte quella di conservare e accrescere il proprio potere).
Se volessimo analizzare, bisognerebbe distinguere fra potenze economico-finanziarie e politiche (ma a esser esaustivi anche culturali), fra i differenti ruoli nella creazione delle varie cose di cui chiedi e in generale, sempre che si possa distinguere, sulla funzione di mandanti ed esecutori, nonché sulla complicità o funzionalità delle clientele (economiche e/o politiche non cambia, ma pure culturali). Discorsi lunghissimi su cui si è tutti più o meno d’accordo, se non si è stipendiati da qualcuno di quelli di cui sopra, anche se spesso ci si accapiglia su questioni infime, di terminologia o giù di lì.
Se ti interessa fare questo discorso, anche a me, ma qui solo se mi spieghi cosa c’entra.
Forse il motivo sta nella tua idea che le tasse OGGI servano a pagare il debito (chiaro che se fosse, almeno soprattutto, così e intendendo per debito quello creato dalla speculazione e così via, allora sarebbe il caso di cercare di evaderle tutti e al massimo di difendere quegli sventurati costretti a pagare questo odioso pizzo), ma se quella non è una boutade allora viviamo in mondi diversi, per cui è inutile parlare come se vivessimo sullo stesso pianeta: l’incommensurabilità di discorsi solo apparentemente sugli stessi argomenti ci impedirebbe di comprenderci. Nel mondo in cui vivo io non solo le tasse non servono a pagare il debito pubblico inteso nel senso di cui sopra (c’è l’accezione per cui esso serve a pagare il mantenimento degli anziani dopo che hanno contribuito, così come la cura ed educazione dei piccoli e degli infermi etc. ma nelle moderne società capitalistiche, pur mantenendo un senso prevalente, impedisce di cogliere i problemi): avendo incontrato e sostenuto direttamente realtà ben diverse da quella in cui viviamo noi (dai masai agli zapatisti, i quali personalmente considero il faro occidentale della civiltà) posso dire con certezza che in nessuna società, neanche la più equa e giusta (anzi), i contributi pubblici di ciascuno servono fondamentalmente a pagare il “debito pubblico” inteso in senso economico.
Il fatto che si sia vittime di speculazione non può far dimenticare che il debito pubblico è prima di tutto quello contratto con noi stessi, a partire – stando alle proporzioni attuali – da anziani, bambini, infermi, neanche quando ai vertici di chi magari ci prova pure a fare il bene comune si impongono i servitori di interessi privati, propri e altrui. Ancor meno se far emergere il sommerso farebbe calare immediatamente e drasticamente lo spread sgravando chi le tasse è costretto a pagarle e permettendo di farlo a chi non vorrebbe gravargli sulle spalle, ma non può fare altrimenti in modo equo.

@savpg8801,

forse mi sfugge qualcosa nella logica del tuo discorso, comunque non la riesco a comprendere. Detto per inciso che chiunque sostenga in un modo o nell’altro l’utilità del contrasto all’evasione fiscale adduce come principale beneficio lo sgravio che ne potrebbe e dovrebbe derivare per tutti a partire dai più tartassati (ovviamente), mi pare tu sostenga una cosa tipo: se andassimo tutti a mangiare al ristorante e nessuno (in particolare, ricordiamocelo, quelli che hanno sbafato di gran lunga di più) potesse scappare senza pagare la sua parte, questo non farebbe diminuire la quota di quella metà di noi che non scappano, ma farebbe alzare i prezzi dei ristoratori o comunque la quota per chi partecipa all’uscita.
(potrei proseguire l’analogia, sostenendo per esempio che i ladri maggiori sarebbero i maggiori fornitori, ma provandoci mi è parso troppo contorta, a esser gentili, da sostenere)
Puoi spiegarmi, per favore, se c’è qualche differenza e in cosa consiste? Ricordo vagamente gli argomenti per cui, secondo la scuola di Chicago e fino a ormai decenni orsono il FMI, una certa dose di corruzione e evasione sarebbero produttivi per l’economia di una nazione ma, a parte che mi parevano assurdità inconsistenti anche allora, per ragioni che a quel che mi risulta hanno ammesso prima che l’evidenza li costringesse (vedi per esempio i paesi europei a più alta evasione: Grecia, Italia, Ungheria), non mi pare ci fosse niente del genere.
Dov’è che si sta facendo strada quella rabbrividente ipotesi?
30 gennaio 2012 15:38 - JOKER
Ma cari signori...ma quanti post...

Ma le tasse a cosa servono OGGI?

OGGI servono a far fronte al debito pubblico...

Ma chi cacchio lo crea il debito pubblico, le speculazione assassine e lo sperpero di denaro pubblico?

Vediamo se arrivano riscontri da persone mediamente intelligenti ed informate correttamente, oppure da negazionisti a tutti i costi...
30 gennaio 2012 14:51 - savpg8801
Si sta facendo strada una rabbrividente ipotesi: la lotta all'evasione e all'elusione fiscale porterà inevitabilmente ad aumenti dei prezzi in maniera esponenziale.
Nel sempre più libero mercato (vedi anche liberalizzazioni e semplificazioni) facendo le cose regolari fiscalmente, per ragioni strumentali e di sopravvivenza, nonchè di adeguamento per traslazione completa dell'imposta al consumatore finale, ogni operatore economico fino all'ultimo passaggio non intenderà sobbarcarsi la parte di imposta che gli spetterebbe.
Le più grasse denuncie porteranno a rifarsi sull'ultimo anello, ad ogni anello.
Per paradosso, l'eliminazione del nero e dell'evasione porterà più danni di quanto ci si possa ragionevolmente ed ingenuamente aspettare, specie a carico delle solite fascie più deboli che sono, in definitiva, la stragrande maggioranza..
E sempre più fasce di operatori economici che ora sopravvivono non pagando tasse e contributi, falliranno definitivamente e resteranno a far maggior novero di disoccupazione.
Solo lo stato potrà incassare più imposte, ma aumenterà la spesa per l'assistenza sociale e l'assistenzialismo di tutti coloro che, pagando sempre di più i consumi, non adeguandosi i redditi in maniera proporzionale, aumenteranno i carichi per la società.
Cane che si rincorre la coda.
30 gennaio 2012 12:02 - efraim
L'ultimo mio commento era in risposta a Joker
30 gennaio 2012 12:01 - efraim
il 72,5% dei contribuenti dichiara meno di 28.000 euro e contribuisce per il 35,3% al gettito derivante dalle imposte sui redditi (in miliardi circa 51,5 su 146,5), anche se molto di più sull’IVA (gettito variabile, sui 90 miliardi) oltre che in modo sproporzionato, soprattutto gli onesti, sull’IRAP (circa 34 miliardi). Quelli che guadagnano davvero quelle cifre pagano tantissime tasse e molti di quelli che possono evadono il possibile, in modo più che comprensibile. Ma sono briciole. Chi ha redditi di poche decine di migliaia di euro, se è molto scaltro e fortunato, può riuscire a sottrarre alla collettività qualche migliaio di euro, niente in confronto a quello che ruba chi dichiara magari anche meno ma ne guadagna molte, se non centinaia, e meno ancora rispetto a chi dichiara anche molto, ma evade molto di più.
Sia che i numeri siano questi http://tinyurl.com/cbnev5g che addirittura ma verosimilmente questi http://tinyurl.com/3kxbmp , è evidente che qualunque persona non molto ricca che ha la fortuna di poter evadere non può risparmiare a farlo quanto guadagnerebbe a non poterlo fare, se non possono farlo neanche i grandi ladri e criminali. È come desiderare di poter rubare qualche monetina che cade a chi depreda tutto il palazzo nel quale viviamo, inclusa casa nostra: può aver senso, egoisticamente, ma non quanto poter impedire la razzia.
Tutto ciò senza considerare che recuperare davvero l’evasione (non limitandosi a colpire i parvenu né a qualche operazione soprattutto mediatica) è verosimilmente l’unico modo per evitare il fallimento nazionale e, soprattutto, senza considerare l’aspetto per alcuni fondamentale dell’equità, della giustizia uguale per tutti e del diritto auspicabile a una vita decente senza rubare. Conosco diversi evasori e tutti quelli con cui ho rapporti sufficienti a poterne parlare francamente sostengono che pagherebbero volentieri le tasse, se dovessero farlo tutti. Sia perché è giusto, sia perché a quel punto gli converrebbe.
Sono d’accordo sul fatto che queste brave persone siano più o meno costrette a evadere dai padroni del “manico” di cui attualmente è troppo difficile liberare l’impugnatura, ma così non lo sarebbero: se riuscissimo a ottenere la valuta elettronica pubblica, anzi, allenteremmo la presa. Non confondiamola con il tentativo di promuovere la raccolta bancaria e l’uso di strumenti come bancomat e carte di credito: questi ultimi sono nell’interesse delle banche e dei poteri forti, quello che proponiamo ci assomiglia solo in apparenza, ma è strutturalmente tutt’altro!

@savpg8801, isaluna,

credo che la risposta di isaluna sia molto migliore di quella che ho pensato di scrivere prima di leggerla.
30 gennaio 2012 11:34 - isaluna
E per favore anche, non tiriamo in ballo i cinesi o il lavoro nero. O meglio, tiriamoli anche in ballo, se vogliamo, ma sia ben chiaro: se siamo sull'orlo del default la colpa non è tutta loro.
Ora il punto è: come uscirne. E la moneta elettronica è una strada possibile.
30 gennaio 2012 10:45 - isaluna
Siamo franchi, per favore, lo sappiamo bene: solo qualche decennio fa avremmo potuto definire utopia anche i cd, i telefoni cellulari, il bancomat o il passaggio all'euro.
No, mi spiace, nascondersi dietro alla paura della pirateria informatica, pensare alle nostre galere già sovraffollate come ad una panacea (e, in generale, puntare sulla punizione più che sulla prevenzione), o fantasticare sulle possili evoluzioni della malavita son tutte posizioni che non possono portare a niente, se non a un consolidamento della situazione attuale. Nessun miglioramento, di sicuro.
La moneta elettronica comporterebbe dei rischi, è vero, ma con le moderne tecnologie esiste anche la possibilità di ridurli al minimo, se non di azzerarli del tutto. I benefici sarebbero sempre comunque infinitamente maggiori.
E non mi si parli di complessità. Perchè allora potremmo sostenere che è complicato anche l'utilizzo di un telecomando, di un bancomat, di un telefono cellulare.
La verità è che da una soluzione come la moneta elettronica, correttamente attuata, potremmo ottenere un'eliminazione a monte, radicale, rapida e piuttosto semplice dell'evasione fiscale. E da questo trarremmo giovamento tutti, in primo luogo i cittadini normali, gli onesti.
La verità è che il nostro paese è sul ciglio del baratro e per uscirne indenni occorre saper guardare oltre il proprio naso, senza paraocchi, e sperimentare strade nuove. Ogni progresso passa attraverso il coraggio del rischio e della svolta.
30 gennaio 2012 9:59 - savpg8801
........diciamo no ai vestiti perché li fabbricano in Cina? Perché non comprare quelli fatti qui e farli piuttosto?.....
ma per la banale, semplice, ed anche intuitiva ragione che qui da noi costano troppo, tantissimo di più, come tutti i prodotti. La nostra mano d'opera ha costi insostenibili, talmente alti che si potrebbero ipotizzare mediamente da uno a cinque. L'energia costa troppo, le tasse sono troppe, i trasporti sono incidenti al massimo, ....vado avanti all'infinito a spiegare cosine che tutti sanno?
Lo sai che solo a Prato la comunità cinese manda via all'estero(si presume in Cina) unmilioneottocentomila nostri euro in bonifici esteri OGNI GIORNO! fonte ABI.
Proietta a tutte le comunità cinesi in regola, anzi per la maggior parte FUORI regola in Italia e moltiplica per almeno cinque decenni (a Bologna negli anni sessanta la comunità cinese, più emersa che adesso) era già numerosissima e leggevi elenchi trelefonici pieni di nomi cinesi(guarda adesso se ne vedi uno, ma non che non ci siano!) e vedrai che anche un terza elementare si accorge del fenomeno.
Le decine di migliaia di aziende italiane che chiudono non lo fanno per incapacità di innovare(l'italiano è primo come testa) ma perchè i costi di produzione sono infinitamente insopportabili.
Bisogna avere proprio orecchi e occhi volutamente chiusi per non conoscere questo. L'esempio dell'imprenditore napoletano che faceva lavori per stilisti e griffe, in regola, ora è uno sconosciuto al fisco: fa fare il lavoro in nero a casa ai cassintegrati, o a operai senza lavoro(ufficiale) e passa alle case di alta moda il prodotto, sempre in nero. Anche le interviste (indubbio che il giornalismo non dice il nome e dove ha preso le notizie) serirebbero ad aprire gli occhietti ai teorici strani e sostenitori di metodi ingenui.
30 gennaio 2012 9:43 - JOKER
@ efraim

tutto sarebbe possibile e fattibile, se prima di cambiare la "lama", si cambiasse il "manico"...

Ma poiché il manico non lo si vuole cambiare, la lama lasciamola così com'è...

Vogliono far sentire colpevoli chi evade il fisco per necessità (per sopravvivere) mentre i pezzi da 90 (vere e proprie organizzazioni criminali legalizzate) continuano ad evadere/eludere 10 volte tanto facendosi le leggi come pare a loro...

Sono loro che fanno mancare denaro alla base e la costringe ad arrangiarsi come può (anche andando a rapinare, purtroppo).
30 gennaio 2012 7:53 - efraim
@isaluna,
Grazie: non posso che sottoscrivere il tuo messaggio e ritengo che sarebbe utile, per chiunque volesse affrontare questo discorso in modo non superficiale, seguire il tuo suggerimento.

@Isaia Kwick,

detto che la sicurezza assoluta è propria solo dei dogmatici, non vedo come la sicurezza di questo metodo possa essere considerata carente rispetto a quella attuale. È molto più facile rubare il vecchio contante che non il nuovo, ne converrai: ogni sicurezza è violabile, ma sia per prelevare che per poter spendere, chi vuole può avvalersi oggi ed elettronicamente a costi contenuti di tutta una serie di forme di sicurezza finora inimmaginabili: esistono i lettori di impronte digitali (dove ti puoi configurare il computer la maggiorazione di prezzo al consumo va dai 20 ai 40 euro), i riconoscimenti facciali, dell’iride, della voce e quant’altro. Proteggono dal furto e non dalla rapina, senz’altro – se uno ti rapina e ti dice versami i soldi oppure sei morto magari accetti (ma puoi sempre impostare una sequenza di dita o di pose facciali che attiva un allarme di rapina in corso) – e forse, chissà, uno ti può studiare le sequenze di impronte che metti e farti il calco alle dita o che ne so, ma vuoi mettere con lo sfilarti il portafoglio? Per non parlare delle transazioni con il tuo deposito e la certificazione: esiste la crittografia (anche asimmetrica) e pensare di espugnarla oggi senza disporre della chiave non solo pubblica, ma anche di quella privata (che ognuno può proteggere in modo assoluto) oggi è pura e semplice fantascienza. Saprai che esistono i conti online: anche se sono basati su criteri di sicurezza ridicoli rispetto a quelli facilmente implementabili, sarei proprio curioso di sapere se hai mai sentito di qualche hacker che ne ha espugnati. Personalmente non ne ho mai sentito parlare, anche se una semplice chiavetta bancaria non è certo lo strumento più sicuro possibile: è solo più che sufficiente e il più economico. Allo stato attuale, per quel che ne so, per decrittare un messaggio cifrato ci vogliono non so quanti anni, si dice millenni, per computer con potenze di calcolo non certo raggiungibili dai migliori personal computer. A parte il fatto che prima che qualcuno sia in grado di decifrare messaggi decentemente crittografati è più che plausibile che si sarà già diffusa su larga scala la sicurissima crittografia quantistica, il giorno che qualcuno facesse qualche inverosimile scoperta matematica o producesse degli elaboratori strapotenti, prima di venire a ravanare nel tuo “cassetto”, farebbe verosimilmente crollare tutte le reti protette e, in quanto a denaro, andrebbe a prendere quello che passa da Wall Street…
Soprattutto, però, la questione è: rispetto al vecchio denaro, questa evoluzione è più o meno sicura? Se la mettiamo così non c’è storia: è incommensurabilmente più difficile falsificare denaro elettronico e pure riceverne di falsificato che non banconote. Queste non sono opinioni, ma fatti. Se non li si conosce, cosa che è diritto di tutti, si può fare una ricerca online-

@kozzu,

anche amando la galera per chi delinque, il problema resta quello di beccarlo. Ma se è possibile impedire di delinquere, altro che complicato! È molto più semplice che beccare i delinquenti (a prescindere dal discorso se i mezzi pubblici dovrebbero essere gratuiti o no, quando ero ragazzo, sul metrò a Milano, era possibile passare dai tornelli con biglietti già timbrati, o fotocopie etc. per quanti controllori mettessero, c’era sempre qualche ragazzo che si faceva tutto l’anno scolastico con lo stesso biglietto… poi misero tornelli infalsificabili e la cosa finì. Punto.). Che in questo Paese manchi la volontù di cambiare le cose mi pare tanto palese quanto tragico ma soprattutto da contrastare; se sostieni il baratto ti conviene sostenere una proposta come questo che non può che favorirlo al massimo delle sue potenzialità…

@JOKER,

premesso che non parlo a nome di Aduc, di cui non faccio parte, né di Alessandro Pedone, che se vuole può risponderti, ma come coautore di questo articolo, devo dire che – anche se è più che possibile che per sia motivi diversissimi – sono assolutamente d’accordo con la tesi secondo cui i problemi peggiori del mondo neoliberista siano dati dalla finanza e dalle multinazionali (e la mia storia personale è fatta di impegno concreto nella lotta contro di esse e di tentativi per proporre e elaborare alternative radicalmente diverse ma non è certo qui il caso di parlarne).
Ciò non toglie che l’evasione fiscale vera e propria sia un problema enorme in particolare dell’Italia, fra i paesi OCSE (e, guardacaso, della Grecia), che all’interno dei confini nazionali essa sia fondata essenzialmente sul contante – che ha un ruolo fondamentale anche per il rientro dei fondi neri derivati dall’elusione all’estero – e che essa sia un elemento cogente dell’ingiustizia e della diseguaglianza che attanagliano questa Nazione. Si parla senz’altro di più di 100 miliardi all’anno, verosimilmente (cfr. Krls Network of Business Ethics o CGIA di Mestre) più di 300. Perché fare benaltrismo in proposito?
Se oggi insisto su questo problema, senz’altro superficiale ma enorme, è perché questo si può risolvere, o si potrebbe volendolo. Non penso che questo ci possa salvare dalla deriva della globalizzazione neoliberista, ma recuperare tutti quei soldi, oltre a essere equo e a permettere di abbattere l’imposizione fiscale tanto da non far evadere chi ci si vede davvero più o meno costretto, è l’unico modo verosimile a disposizione per evitare di finire subito in Grecia e contribuire all’accelerare del collasso sistemico. Se poi qualcuno volesse pensare a risolvere i problemi fondamentali che ci attanagliano, così avrebbe più tempo per provarci.
Per inciso, sono anche molto preoccupato dalle derive panoptiche, da grande fratello in senso orwelliano, implicate nelle carte di credito e affini, le cosiddette “monete elettroniche” che permettono di tracciare consumi e scelte della popolazione. Ma appunto: questa proposta permette di evitare questi problemi, offrendo tutto ciò che di vantaggiosissimo offrono (a parte ovviamente gli sconti e le offerte riservate dalle varie carte “fedeltà” a chi accetta di fidelizzarsi e farsi studiare) senza comportare alcun tracciamento. Se non ci pensiamo noi cittadini mi pare molto verosimile che nel giro di qualche decennio al massimo rimarranno solo pagamenti tramite gli eredi della tecnologia NFC, ma nei modi in cui ce la offrono ora, assolutamente intrusivi della privacy e potenzialmente pericolosissimi.

@savpg8801,

diciamo no ai vestiti perché li fabbricano in Cina? Perché non comprare quelli fatti qui e farli piuttosto?
Sono cose così scomode, poco pratiche, sgradevoli che la gente “alla moda”, “all’avanguardia” etc. paga (e pure molto salato) per procurarsi i primi modelli, anche se in Italia siamo molto indietro nella diffusione dei servizi di questo tipo e anche se, soprattutto, sono tutti offerti nel modo di cui sopra in cui li stanno diffondendo le multinazionali, del tutto tracciante, intrusivo, per molti fra cui me inquietante.
Persone incapaci o inadatte non ce n’è, almeno non fra chi è in grado di manovrare e gestire valuta cartacea e metallica, molto più complessa anche se ha il vantaggio, di breve durata, che ci si è già abituati.
28 gennaio 2012 17:01 - savpg8801
Usciamo dalla porta e ci riaccaniamo dalla finestra.
--Ci arriveremo, prima o poi, a introdurre questo giochetto che farà arricchire, non più gli stampatori di carta moneta e tutto l'indotto, ma i produttori, gli importatori, i commerciatori, i divulgatori, i riparatori, i pubblicitari, gli scrivani di esaltazioni, i terminali di ogni genere, pile e batterie, caricaqua e carica la, .....dalla padella alla brace un po' alla volta. E chi ce l'ha con le banche non creda che questo le aggiri!
Grandi affari ci sono sotto. Lo spostamento dal monopolista stampatore di moneta, si riverserà su miriadi di private aziende cinesi (come al solito moneta che esce dall'Italia) per produrre e venderci tutti i marchingegni della bisogna; e faranno in modo di fidelizzarci in maniera irreversibile, costringendoci ad utilizzare sempre i loro prodotti ed ogni novità per cui il principio che il vechio software ed hardware non fa girare più il sistema se non ti aggiorni, verrà esasperato. E poi pensano di far gestire il tutto pure dallo Stato.......
Complicazioni su complicazioni.
Per sfavorire il velocista, e neppure tanto, il dissuasore stradale sopraelevato di dieci cm che è stato creato ed inventato da menti sovrumane, non dissuade proprio nessuno. Per cercare invano di scoraggiare un velocista su cento, rompe i coglioni a 99 altri onesti, alle ambulanze, ai mezzi pubblici, ai camion, alle bici, ecc. Che ti ha fatto il dritto? ci passa col SUV e non se ne accorge neppure.
Per dissuadere i furbi evasori, ti vogliono inventare un sostituto(?!!!) del danaro fisico rompendo l'anima con marchingegni elettronici, scomodi, sempre inattivi quando meno te l'aspetti, inutili da ogni punto di vista pratico e spicciolo e spudoratamente che non tengono conto di categorie inadatte o contrarie. Ma questo è "imperio"!
Forse, con sommo gaudio di qualcuno, se andasse in porto questa azione utopica, penso che si favorirebbe in progressione geometrica, l'utilizzo di altre risorse monetarie alternative, la Torre di Babele. La malavita e gli evasori, che ingenuamente si crede di eliminare sciorinando spiegazioni ed introduzioni tecniche di bontà e di completezza solo positiva, avranno modo di divertirsi in altri modi, magari ancora più evasivi e remunerativi.
L'ennesimo flop decisionale. E il Popolo paga.
28 gennaio 2012 13:41 - JOKER
Intanto quoto il post di Kozzu...

Ma però Pedone ancora insiste col denaro elettronico al posto del contante come giustificazione principale di abbattere l'evasione fiscale...

Chi maneggia la maggior parte del denaro scritturale, sono quelle entità che beneficiano di strumenti societari che permettono, grazie alle leggi dei nostri "bravi" legislatori che hanno delle piccole ma opportune zone d'ombra, di effettuare evasioni/elusioni fiscali gigantoscopiche.

Come ha lui stesso scritto nell'altro comunicato che cita di sfuggita, il denaro contante attualmente in circolazione equivale grosso modo al 5% dell'intera massa monetaria...e vorrebbe quindi sostenere che l'evasione fiscale che ci penalizza dipende tutta da quell'irrisoria percentuale?

Poi, tanto per definire chi truffa ed impoverisce le popolazioni, con spostamenti di capitali enormi, leggete qui sotto! Non si salva nessuno!

http://freeyourmindfym.wordpress.com/2011/12/21/lo-stato-ita liano-berlusconi-e-lonu-denunciati-per-una-colossale-truffa- internazionale/

Ed anche questo qui sotto!

http://www.youtube.com/watch?v=i-WosfxZEd8

Proprio coloro che spingono per sostituire il contante col denaro elettronico... Pedone, questo video glielo avevo già postato!

Ed anche questo qui sotto!

http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=6394&T=P

Strano che le banche vogliono eliminare le banconote (di carta) con la scusa di ridurre l'evasione fiscale, ma utilizzano "carta" di ben altra tipologia per far fallire le imprese per poi ricomprarsele a 4 soldi...

P.S. Mi domando il perché la posizione di ADUSBEF sia così distante da quella di ADUC...
ADUSBEF denuncia le banche che risultano essere i veri truffatori e criminali verso la collettività (insieme ad altri definiti soggetti di cui al link: http://www.informarexresistere.fr/2012/01/25/le-multinaziona li-criminalilultima-schiavitu/#axzz1kVT1Aw1M , mentre ADUC si limita a denunciare Italia Programmi...

Booooooohhh...?!?
28 gennaio 2012 11:49 - kozzu
a me sembra che come al solito si propongono soluzioni troppo elaborate per problemi che si possono risolvere in modo più semplice; problema dell'evasione? galera per gli evasori (pecato che i nostri governanti sono i campioni di queste pratiche). Quello che manca in questo paese è la volontà di cambiare veramente le cose. Io sostengo il baratto..
28 gennaio 2012 9:36 - Isaia Kwick
Si peccato che al primo problema informatico i dati s'incasinano. E tutto cio' che e' dato elettronico qualcuno lo puo' violare, tutt'oggi non sono sicure nemmeno le piu' semplici transazioni, gli hackers sono sempre un dato piu' avanti, le solite teorie lontane dalla realta', non sono sicure le carte di credito dal punto di vista anche della funzionalita', quando sono all'estero mi porto sempre il contante e immancabilmente mi leva dalla merda perche' per qualche ragione la carta di vredito o non l'accettano o rovo i bancomat scassati, senza soldi e la realta' e' che sei nella merda se non avessi il vecchio contante............
27 gennaio 2012 18:46 - isaluna
Credo che per una persona intelligente, onesta e in buona fede, ad un'attenta analisi, l'unica "obiezione" reale possibile sia la paura del cambiamento. Ostacolo che si può facilmente superare e, soprattutto, irrilevante se si raffrontano rischi e benefici.
L'aspetto più positivo è che questa proposta non è un'utopia, è una realtà. C'è anche un gruppo persone che ci sta lavorando ed esiste un sito dove sono spiegati tutti i dettagli: http://salviamolitalia.com/
E c'è un gruppo su facewbook a cui è possibile aderire: http://www.facebook.com/groups/salviamitalia/
Se vogliamo salvare il nostro paese è necessaria una mobilitazione forte. E' il momento di riscoprire l'impegno: di mettersi in gioco, di rimboccarsi le maniche, tutti, come e quanto possiamo.
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