un sacco di complicazioni per fare quel che si può con una
semplice carta di credito ricaricabile! E la tracciabilità
è la stessa.
31 gennaio 2012 21:24 - savpg8801
Dimenticavo di dire a fine mio lungo pistolotto precedente
che il fornitore sarebbe stato pagato ugualmente anche con
moneta elettronica ammesso che questa non fosse tracciabile,
come si ipotizza, e non transitante su SERPICO.
31 gennaio 2012 21:22 - savpg8801
a efraim, dico che sono d'accordo sulla difficoltà di
dialogare con tutta questa materia in ballo.
Non ritengo perciò opportuno in questo senso progredire
buttando ulteriore carne al fuoco con il pericolo che certe
idee od ipotesi cadano nel ridicolo e nel tranello
dell'incomprensione anche perchè non ho forse avuto la
capacità di spiegarmi meglio. Lo noto da alcune frasi che
dimostrano di aver provocato risposte non pertinenti o mal
capite. Pazienza.
Esprimo solo ancora una volta questo concetto.
Considerando un arco temporale " x " la velocità di
applicazione di norme ed effettive risoluzioni di reale
lotta all'evasione, comporterebbe un subbuglio enorme nei
produttori di beni e servizi (che operano in nero), nonchè
di mano d'opera sommersa ed altro. (non parlo minimamente di
malavita, mafie, droghe, estorsioni, delitti finanziari ecc.
che hanno espressione a parte), in quanto parametrata con "
y ".
Queste operatività economiche, non necessariamente
criminose (se si esclude il reato di evasione fiscale)
lavorano e producono con buoni margini proprio perchè
evadono le tasse, i contributi ecc.
Messi alle strette e costretti a ricaricare (come gli altri
operatori onesti e corretti) causa l'incidenza impositiva, e
a causa della loro impostazione strutturale, non ci
starebbero, come si suol dire, "più dentro".
I^ ipotesi: aumentano i prezzi, ma escono dalla
concorrenza.
II^ ipotesi: non riescono più a pagare mano d'opera e la di
essa contributi. Quindi cessano di produrre.
III^ ipotesi: si ripropongono un nuovo lavoro(da costruire
ex novo) in nero.
IV^ ipotesi:chiudono bottega perchè divengono
fallimentari.
---
Risultato: tutta la gente che produceva e dava lavoro,
benchè fuori legge, creava comunque economia ed impiegava
persone e sfamava famiglie.
Ora cresce il numero dei disoccupati e la mancata produzione
trova ulteriore rimpiazzo dall'estero che può fornire
derrate al minimo prezzo cioè a quanto lo offrivano i
nostri "neristi".
--
Altra ipotesi è che, per un qualche miracolo, i nostri
neristi riescano in qualche modo a stare ancora a galla pur
con enormi difficoltà (pagando le tasse).
Per mantenersi in vita, dovranno produrre a costi maggiori e
quindi vendere a prezzi maggiori, e di qui non si scappa in
tema di "economia aziendale".
Ecco come, poco per volta, molti prezzi aumenteranno,
impoverendo vieppiù chi ha redditi fissi e slegati dal
costo della vita anche perchè ci metterebbero comunque
molto più tempo, in ogni modo, ad adeguarsi.
Le camiciaie pugliesi a 4 euro orari in nero guadagnanti 40
euro netti a giornata, portavano a casa 8/900 euro mensili.
Trovati, hanno chiuso l'opificio. Le camicie le compriamo
dai cinesi anche a meno, ma le camiciaie sono a spasso,
forse a carico di qualche ente di povertà, senza più
neanche un euro e l'"imprenditore" ha chiuso.
Un avvocato, esaminatore di pratiche, all'introduzione di
una ritenuta d'acconto professionale, chiese: quant'è? 15%;
bene io farò parcelle con il 40% in più così sto dalla
parte del sicuro e mi pago anche le tasse dirette.
Un altro: tappezziere visitato dalla Finanza, incavolato
perchè non intendeva dichiarare tanto quanto accertatogli,
ha chiuso bottega lasciando a casa un paio di operai. Poi ha
contattato un altro artigiano del settore il quale gli
fornisce materiali da assemblare in nero nel proprio
domicilio.Mi diceva che così è libero da ogni balzello e
guadagna il doppio.
Un altro, dirigente di una cooperativa di macchinari, si è
licenziato e fa il "consulente" ma dirige da fuori, in nero
per conto di altra azienda, guadagnando il doppio.
Un privato doveva montare una pompa in un pozzo:
gli hanno chiesto 500 euro....Come? così tanti? Allora il
fornitore ....e vabbè ..umma umma me ne dai 380 senza
biglietti e me li passi con stretta di mano al bar.
Il venditore figura vendite in meno e il cliente ci ha
risparmiato 120 euro. Ma questo SUBITO e non aspettando
l'effetto (forse) dello spot del parassita fiscale di
effetto solo ilare.
31 gennaio 2012 19:47 - efraim
@haisemberg,
prima di risponderti, ti faccio notare che la prostituzione
è già legale (anche se le prostitute non possono
attualmente dichiarare i loro redditi in quanto tali, che mi
risulti), ciò che è illegale è il suo sfruttamento e
questo, a differenza della droga (parlo a titolo personale
anche se non mi pare che Aduc abbia posizioni proibizioniste
al riguardo), ritengo giusto che rimanga illegale e sia
sanzionato il più possibile. Ma qui si nota un elemento a
mio avviso eccellente di questa proposta: anche senza
bisogno di legalizzare comportamenti davvero delinquenziali,
chi li perpetra dovrebbe quantomeno pagarci le tasse sui
redditi derivati. Attenzione! Questo non significa
assolutamente avallare che so il pizzo, piuttosto che
appunto lo sfruttamento della prostituzione, ma solo che,
per rendere reali i redditi derivati, il delinquente in
questione deve registrare gli incassi e, dunque, pagare le
imposte sui redditi relative. Con questo non si elimina la
possibilità di delinquere (comunque, anche tracciando
intrusivamente le transazioni come vogliono altri,
resterebbe la possibilità di fingersi consulenti, artisti e
di valersi in genere di quant’altro può fare da
copertura), ma di certo si complica, si rende meno
redditizia e tanto più pericolosa quanto più lo è. Per il
pesce piccolo ci sarebbero pochi problemi, ma le grandi
organizzazioni criminali farebbero molta fatica a
giustificare i loro redditi, volendo realizzarli in valuta
scambiabile pubblicamente, e sarebbero esposte a tutti i
problemi del riciclaggio di valute alternative illegali.
Naturalmente, nel caso gli inquirenti fossero tutti collusi
e corrotti il problema sarebbe relativo, ma se così non
fosse, come pare assodato, quanto più un disoccupato
guadagnasse miliardi, tanto più sarebbe facile indagare su
di lui. Nessuno pensa che non ci sarebbero prestanomi,
coperture, confederazioni, ma i benefici sarebbero enormi
senza bisogno di ledere in alcun modo la privacy dei
cittadini e lasciare ai poteri centrali conoscere le
transazioni di nessuno.
In quanto alla tua domanda, non so se qualcun altro ha
contattato direttamente Beppe Grillo e il Movimento Cinque
Stelle; so che qualcuno ha contattato qualche attivista di
base , simpatizzante o poco più da quel che ho capito,
senza ricevere alcun riscontro. Personalmente sarebbe mia
intenzione, se riesco, provare a scrivere un instant book,
possibilmente non da solo, e una “lettera ai movimenti”
da recuperare a tutti i movimenti e le realtà politiche,
associative etc. ipoteticamente più o meno coinvolgibili.
Se qualcuno ha simpatie o contatti particolari e pensa di
potersi rivolgere fruttuosamente a qualche realtà in
particolare non ho niente da obiettare. Questa idea non è
di mia proprietà, né di Alessandro Pedone (sono certo lui
sia d’accordo), ma di chiunque ne comprenda la rilevanza
per il pubblico interesse e decida che sia il caso di
adoperarsi per realizzarlo promuovendola, unendosi a chi
già la sostiene (cosa che mi parrebbe tendenzialmente più
utile), ma anche agendo di propria iniziativa.
@savpg8801
Cerco di stare alla “equazione” del tuo
“ragionamento”, ma mi risulta difficile: evidentemente
le nostre nozioni in materia sono incommensurabili. Per
esempio, scrivi che essere in regola mediamente pesa del
60/70% in più (cosa che mi pare corretta, se si mette nel
non esserlo l’evasione anche dell’IVA da parte di
eventuali fornitori, l’evasione dei contributi per la
previdenza e la sanità pubblica – certo, c’è chi le
paga anche per chi ruba, dunque si può fare, finché il
tartassato regge – di tutti i vari regolamenti per lo
smaltimento dei rifiuti, soprattutto i più costosi e
pericolosi etc. a occhio in alcuni casi si va anche oltre il
70% e mediamente mi pare ragionevole); ebbene, nel periodo
successivo scrivi che così produrresti qualcosa che
costerebbe 30 ma che dovresti mettere a 100. Nel mondo in
cui vivo io questo non è un aggravio del 60/70%, ma di
circa 5 volte tanto (il 330%).
Fosse solo quello, ma tutto il ragionamento torna ancor meno
che secondo la stessa “logica” che, comunque, non riesco
a seguire.
La cosa per me più incomprensibile è che, non appena si
adottasse lo strumento che proponiamo, per qualche motivo
illuminato dalla tua lampadina - la cui luce evidentemente
non mi raggiunge - ci potrebbe essere sì una riduzione
drastica e immediata dell’evasione (a seconda delle stime
da 120 miliardi, mi pare escluse quella criminale che, come
detto sopra non scomparirebbe, ma sarebbe in gran parte
tassata, a oltre 300, tu dici 270, su qualcosa dell’ordine
dei 400 - per favore non parliamo di percentuali), ma non si
potrebbe abbattere la pressione fiscale prima di prelevare
le imposte. Il motivo a dir poco mi sfugge, visto che la
maggior parte delle imposte sono pagate molto tempo dopo che
si percepisce il reddito a cui sono relative e, con
l’adozione di un provvedimento del genere, quelle
anticipate, in pratica l’IVA, potrebbero e dovrebbero
essere immediatamente abbattute, se non azzerate (cosa
sacrosanta, visto che la giustificazione di imposte del
genere, altamente inique, sarebbe l’impossibilità di
evaderle - impossibilità che sappiamo bene essere piuttosto
aleatoria - ma impossibile finché si si resta in Europa e
non se ne cambiano i trattati). Se mi spieghi perché mai
dovrebbe essere così, anche nel mondo in cui valgono le
percentuali che conosco io (nel quale fra l’altro
riduzioni percentuali a due zeri sono cose esoteriche),
concorderei sul fatto che ci sarebbero dei problemi che
magari potrebbero indurre governanti non del tutto criminali
e ancor più demenziali a introdurre la cosa in modo
graduale e con tutte le accortezze del caso, facilmente
immaginabili. Altrimenti debbo dedurre che viviamo in mondi
solo parzialmente relazionabili e che ogni dialogo è
pertanto impossibile se non in apparenza, pur con tutta la
buona volontà.
31 gennaio 2012 15:37 - Haisemberg
Mi sembra un'ottima cosa. Un ottimo sistema per tassare ogni
transazione economica, compresi commerci di droga,
prostituzione(che legalizzerei insieme alle droghe, e quindi
non si evaderebbe comunque).....
Provato a parlarne con Grillo? Dal suo sito sarebbe ancora
più visibile..
Comunque ci sono per questa causa
31 gennaio 2012 15:35 - savpg8801
Di conti programmatici, di grafici, di statistiche, di
previsioni, di trend, di calcoli e di resistenze, di ricami
teorici del detto, del fatto, della storia che si ripete ma
che non è vero perchè c'è sempre una variabile che delude
il concetto, ne ho piena la mia esperienza.
Una tale confusione, in continua maggiorazione, scuola ne è
le continue dichiarazioni di "esperti", di capi di governo e
di economisti (ogni cittadino è un economista, un politico,
un esperto risolutore con proprie ricette), di agenzie di
giudizio e revisione, di privati cittadini ognuno con
convinzioni proprie più o meno semplici e spicciole, i
quotidiani pensieri strategici e le immediate azioni di
ripensamento, le teorie e i conteggi sempre più complicati
e fuorvianti, le enciclopedie di dati che portano ad
incolpare tutto e tutti del malo andamento e dell'insorgere
e del perdurare delle cosiddette "crisi", mi lascia molto
dubbioso che si possa risolvere, con l'adozione di mezzi-a
prima vista illuminati tipo le frasi patetiche degli spot
televisivi- la piaga del nero e dell'elusione ed evasione
fiscale.
Un altro guaio è che si spara con le ottocentesche
spingarde nei mucchi di carri armati.E mi riferisco alle
azioni ad effetto che hanno beccato qualche sprovveduto
carrista fuori dalla torretta a prendere una boccata d'aria.
Ed anche se proiettassimo altre azioni simili,
l'intelligenza evasiva avrebbe il sopravvento al di la delle
comuni frasette di approvazione facebookkistica o
twitteristica.
Il problema che impedisce anzi disinvoglia a tutti di pagare
è che l'impianto fiscale è inadatto e contorto talmente
che permette facilmente l'evasione. Infatti se ne ventila
continuamente una riforma, ma mai sarà attuata se non in
maniera lunga e laboriosa tale che darà sempre modo di
essere elusa.
Il presupposto che origina il mio ragionamento è questo:
Lasciamo da parte tutti i conti, le statistiche, le
estrapolazioni ecc. ma andiamo sul semplice ed immediato
come la situazione esige.
Per analogia porto l'esempio opposto e cioè che quando c'è
un aumento dei carburanti, le derrate aumentano, ma NON con
conteggi proporzionali, ma traendone pretesto per
maggiorazioni ingiustificate. Questo è accaduto con
l'introduzione dell'IVA , con l'introduzione dell'euro, con
gli aumenti delle aliquote iva sui prodotti che sono
lievitati a dismisura; un formaggio da due mesi a questa
parte è cresciuto del 20% ingiustificato da 1% di iva e da
un po' di accise. in fondo l'incidenza dei trasporti ha
anche altre ingenti componenti, non al momento,toccate.
La verità è che avendo meno vendite la distribuzione non
può, ne vuole rimetterci e quindi compensa con aumenti
maggiori ed ingiustificati al fine di mantenere il saldo
positivo. Ma perchè non vuole andare sotto? perchè alla
medio lunga rischia il fallimento.
---
Veniamo al contrario. Moody's sostiene che il decreto
Salvaitalia porterà a maggior recessione e peggio con altre
leggi future atte a spillar potere di acquisto ai
consumatori (da notare che il consumatore è l'unica ruota
di questo carrozzone che fa andare avanti l'economia) e con
maggiori occulte tasse. Facile equazione.
Tutto il mondo si regge sulla capacità di spesa delle
persone e null'altro. Lo Stato perchè incamera più tasse,
le aziende perchè lavorano, la mano d'opera perchè porta a
casa soldini da spendere per incrementare il giro.
Perchè questo carrozzone economico funzioni serve un
equilibrio che non può essere genericamente programmato e
uguale per tutti, tipo in una classe dove esistano bravi,
diversamente abili, stranieri, svogliati e attenti, ricchi e
poveri, intelligenti e cretini. Il maestro non farà mai
anche se stupendamente preparato, un insegnamento
produttivo, ma mediocre. Cioè appiattimento al minimale.
---
La produzione di beni e servizi in tutte le sue componenti,
quando tutto è in regola con le leggi, specie fiscali, è
penalizzata da tante tasse e imposte, dirette ed indirette.
Tanto che si giudica mediamente che essere in regola pesa
del 60/70% in più.
Facile a dire che io produrrei qualcosa che potrebbe
inserirsi nel ciclo commerciale a 30 ma se sto in regola lo
devo inserire a 100 e il resto poi al mercato.
Fin troppo banalmente facile a dire che se (vedere quale
proporzione adottare) tutti pagassero, il peso fiscale
diminuirebbe. Lapalissiano!
Ma anche facile a dirsi quando risulta impossibile
intervenire appieno e immediatamente.; mission
impossible.
--
Allora, supponiamo che sul mercato ci siano 100 prodotti
completamente tassati e 100 in nero.
I produttori in nero, vendendo ai prezzi correnti (quelli
determinati dal mercato di chi paga le tasse per stare a
galla -un esempio Reebook che produceva in Indonesia a un
quinto di quanto avrebbe prodotto in casa, ma non faceva
prezzi minori, ma di mercato lucrando enormemente e così
fanno tutti, anche i nostrani che delocalizzano o importano
dall'oriente, marcando italiano) , lucrano per stare a galla
bene e mantengono un equilibrio proprio perchè loro
possono sostenersi mentre quelli in regola fanno molta
fatica rischiano la caduta ad ogni alito di vento.
Questi equilibri sono la chiave di volta dell'equazione. Due
i fattori e cioè il potere di acquisto pochissimo dinamico
e la capacità produttiva immediata a far fronte alle
esigenze senza rovinare il malato, cioè mantenere prezzi
appena appena sostenibili dalle masse.
Ecco perchè se avvenisse (però è pura utopia) che
immediatamente 270 miliardi di euro di evasione mancata
riconducessero a ragione i loro produttori, e cioè li
facessero produrre pagando le tasse e ricaricando i prezzi a
dismisura, il mercato ne subirebbe un trauma
incommensurabile e parlo del mercato, non dello Stato che
probabilmente incasserebbe di più a prima vista, ma in
maniera molto ridotta perchè, col tempo biblico di
risposta, adeguerebbe molto in ritardo il tutto portando a
riduzione di aliquote. Se tutti pagano tutti pagano meno.
Acuta osservazione, ma non facilmente realizzabile. Se far
pagare a tutti le tasse avvenisse, l'impatto di aumenti non
potrebbe essere sostenuto dai più, quindi ulteriore
recessione, ma non di uno o due punti ma a due zeri.
31 gennaio 2012 13:23 - annasans
è una proposta che conosco fin dalla sua nascita e che ho
sempre sostenuto.
31 gennaio 2012 12:15 - DorisL
Mi sembra un'ottima idea! Mi trovate completamente
d'accordo.
31 gennaio 2012 11:39 - efraim
@savpg8801,
purtroppo non riesco a capire perché sarebbe pericoloso se
tutti pagassero meno tasse invece che tantissime in pochi,
sfortunati o onesti. Oddio, ricordo che decenni fa al Fondo
Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale c'era chi
sosteneva che un certo livello di corruzione ed evasione
permettendo l'accumulo di capitali avrebbero favorito gli
investimenti e dunque la crescita del sacro (per alcuni)
PIL; ma, data l'evidenza assolutamente contraria hanno
dovuto ammettere che non è affatto così, come del resto è
evidente anche nell'ottica più liberista, per via della
distorsione della concorrenza, del premio non per i migliori
ma per i più disonesti etc.
Né capisco minimamente come potrebbe essere, se non
nell'ipotesi assurda di farci governare da qualche
psicopatico che non abbasserebbe le tasse a fronte di un
gettito di più di uno o diverse centinaia di miliardi
maggiore, mantenendo la pressione fiscale attuale anche se
questa farebbe senz'altro fallire, a onorarla, tante
attività produttive. Ciò sarebbe assurdo anche a voler
onorare gli impegni che i nostri governanti hanno assunto
con la Comunità Europea (abbattere il rapporto col deficit
al 60% in 20 anni). Lasciamo perdere il fatto innegabile
scritto alla fine del post e supponiamo che dovremmo
continuare a trovare la bellezza di una quarantina di
miliardi all'anno (oggi stramezzeremmo): resterebbe nella
peggiore delle ipotesi il doppio per abbassare le tasse
(sufficiente per esempio a portare l'IVA al 15% - di meno
non si può stando in Europa e si autofinanzierebbe molto
più del necessario con il recupero di quella evasa - con
vantaggi evidenti anche per il turismo, ad azzerare
addirittura tutte le imposte sui redditi fino a 28 mila euro
(51 miliardi)e ne resterebbero ancora per azzerare l'IRAP
(34 miliardi)! Se è vero che l'evasione complessiva supera
i 300 miliardi, avremmo più o meno il triplo di tutte
queste risorse per alleggerirci. E non c'è casta che possa
sottrarcele: i costi di tutta la politica, dal Quirinale
all'ultimo consigliere comunale sono meno di 25 miliardi (se
ricordo bene 21,6). Il tutto sempre nell'ipotesi poco
verosimile che si decida per una volta di onorare gli
impegni presi e sovrastimando quanto dovremmo recuperare
perché non ho considerato la crescita del PIL nominale
dovuta all'emersione del sommerso rispetto alle stime ISTAT,
che nessuno sa con precisione di quanto ma, se per caso ci
sveglieremo, abbatterà il rapporto Deficit/PIL in
proporzione diretta (facendo così fra l'altro calare se non
azzerare lo spread) senza bisogno di incassare un soldo
(certo, non basterebbe da solo: dovrebbe esserci un'evasione
superiore ai due terzi per arrivare al 60% senz'altro, ma
riesci a pensare di quanto ci alleggerirebbe anche solo
un'emersione d'un "misero" 10%? E cifre più verosimili?).
Come tutto ciò possa essere depressivo, rispetto alla
riduzione degli investimenti, dello stato sociale e
all'aumento della pressione fiscale su chi le tasse è
costretto a pagarle in tutto o in parte altrimenti
inevitabili, anzi, già in atto e ancor più programmati e
deliberati, proprio mi sfugge e per quanto ci provi devo
confessare che travalica sicuramente le mie capacità di
comprensione. Se vuoi illuminarmi con la tua lampadina,
dunque, non posso essertene che grato.
30 gennaio 2012 22:39 - savpg8801
efraim, sto iniziando a sviluppare questo concetto sulla
scorta di convinzioni che ho sondato qua e la, anche su
pareri di studiosi fiscali.
Non giova essere un economista conclamato-posso dire che io
mi occupo e mi sono occupato anche di tali cose, ma i
congressi effettuati recentemente in un simposio sulla
riduzione del debito pubblico-non ricordo se a Roma o Milano
da parte di illustri quali anche Quadrio-Curzio, non hanno
trovato concordia, ma una pletora di sparate idee da parte
di ognuno per proprie ricette, peraltro con ammissione di
difficile realizzazione.
Pensiamo dunque a noi che in dieci parole saremmo capaci,
qualora prendessimo in mano le situazioni, di porne
immediato rimedio!
Il concetto da me espresso, sulla pericolosità di eliminare
via-via l'evasione fiscale (chiamiamola così in generale)
è complesso da capire, ma semplice se si accende la
lampadina giusta.
Ritornerò sull'argomento al momento opportuno.
Non per questo che la ricetta sia quella di, sic et
simpliciter, eliminare di botto l'evasione, dichiarando
apertamente che ciò non porterebbe ad alcun beneficio, pur
rilevando che, nella bilancia, sarebbero maggiori i punti a
sfavore che non le semplici considerazioni a freddo
paradigma, come scioccamente recita lo spot della Presidenza
del Consiglio.
30 gennaio 2012 18:29 - efraim
@JOKER,
per risponderti sinteticamente, si può dire (soprattutto) i
(più) potenti (e per svariate ragioni, ma prima fra tutte
quella di conservare e accrescere il proprio potere).
Se volessimo analizzare, bisognerebbe distinguere fra
potenze economico-finanziarie e politiche (ma a esser
esaustivi anche culturali), fra i differenti ruoli nella
creazione delle varie cose di cui chiedi e in generale,
sempre che si possa distinguere, sulla funzione di mandanti
ed esecutori, nonché sulla complicità o funzionalità
delle clientele (economiche e/o politiche non cambia, ma
pure culturali). Discorsi lunghissimi su cui si è tutti
più o meno d’accordo, se non si è stipendiati da
qualcuno di quelli di cui sopra, anche se spesso ci si
accapiglia su questioni infime, di terminologia o giù di
lì.
Se ti interessa fare questo discorso, anche a me, ma qui
solo se mi spieghi cosa c’entra.
Forse il motivo sta nella tua idea che le tasse OGGI servano
a pagare il debito (chiaro che se fosse, almeno soprattutto,
così e intendendo per debito quello creato dalla
speculazione e così via, allora sarebbe il caso di cercare
di evaderle tutti e al massimo di difendere quegli
sventurati costretti a pagare questo odioso pizzo), ma se
quella non è una boutade allora viviamo in mondi diversi,
per cui è inutile parlare come se vivessimo sullo stesso
pianeta: l’incommensurabilità di discorsi solo
apparentemente sugli stessi argomenti ci impedirebbe di
comprenderci. Nel mondo in cui vivo io non solo le tasse non
servono a pagare il debito pubblico inteso nel senso di cui
sopra (c’è l’accezione per cui esso serve a pagare il
mantenimento degli anziani dopo che hanno contribuito, così
come la cura ed educazione dei piccoli e degli infermi etc.
ma nelle moderne società capitalistiche, pur mantenendo un
senso prevalente, impedisce di cogliere i problemi): avendo
incontrato e sostenuto direttamente realtà ben diverse da
quella in cui viviamo noi (dai masai agli zapatisti, i quali
personalmente considero il faro occidentale della civiltà)
posso dire con certezza che in nessuna società, neanche la
più equa e giusta (anzi), i contributi pubblici di ciascuno
servono fondamentalmente a pagare il “debito pubblico”
inteso in senso economico.
Il fatto che si sia vittime di speculazione non può far
dimenticare che il debito pubblico è prima di tutto quello
contratto con noi stessi, a partire – stando alle
proporzioni attuali – da anziani, bambini, infermi,
neanche quando ai vertici di chi magari ci prova pure a fare
il bene comune si impongono i servitori di interessi
privati, propri e altrui. Ancor meno se far emergere il
sommerso farebbe calare immediatamente e drasticamente lo
spread sgravando chi le tasse è costretto a pagarle e
permettendo di farlo a chi non vorrebbe gravargli sulle
spalle, ma non può fare altrimenti in modo equo.
@savpg8801,
forse mi sfugge qualcosa nella logica del tuo discorso,
comunque non la riesco a comprendere. Detto per inciso che
chiunque sostenga in un modo o nell’altro l’utilità del
contrasto all’evasione fiscale adduce come principale
beneficio lo sgravio che ne potrebbe e dovrebbe derivare per
tutti a partire dai più tartassati (ovviamente), mi pare tu
sostenga una cosa tipo: se andassimo tutti a mangiare al
ristorante e nessuno (in particolare, ricordiamocelo, quelli
che hanno sbafato di gran lunga di più) potesse scappare
senza pagare la sua parte, questo non farebbe diminuire la
quota di quella metà di noi che non scappano, ma farebbe
alzare i prezzi dei ristoratori o comunque la quota per chi
partecipa all’uscita.
(potrei proseguire l’analogia, sostenendo per esempio che
i ladri maggiori sarebbero i maggiori fornitori, ma
provandoci mi è parso troppo contorta, a esser gentili, da
sostenere)
Puoi spiegarmi, per favore, se c’è qualche differenza e
in cosa consiste? Ricordo vagamente gli argomenti per cui,
secondo la scuola di Chicago e fino a ormai decenni orsono
il FMI, una certa dose di corruzione e evasione sarebbero
produttivi per l’economia di una nazione ma, a parte che
mi parevano assurdità inconsistenti anche allora, per
ragioni che a quel che mi risulta hanno ammesso prima che
l’evidenza li costringesse (vedi per esempio i paesi
europei a più alta evasione: Grecia, Italia, Ungheria), non
mi pare ci fosse niente del genere.
Dov’è che si sta facendo strada quella rabbrividente
ipotesi?
30 gennaio 2012 15:38 - JOKER
Ma cari signori...ma quanti post...
Ma le tasse a cosa servono OGGI?
OGGI servono a far fronte al debito pubblico...
Ma chi cacchio lo crea il debito pubblico, le speculazione
assassine e lo sperpero di denaro pubblico?
Vediamo se arrivano riscontri da persone mediamente
intelligenti ed informate correttamente, oppure da
negazionisti a tutti i costi...
30 gennaio 2012 14:51 - savpg8801
Si sta facendo strada una rabbrividente ipotesi: la lotta
all'evasione e all'elusione fiscale porterà inevitabilmente
ad aumenti dei prezzi in maniera esponenziale.
Nel sempre più libero mercato (vedi anche liberalizzazioni
e semplificazioni) facendo le cose regolari fiscalmente, per
ragioni strumentali e di sopravvivenza, nonchè di
adeguamento per traslazione completa dell'imposta al
consumatore finale, ogni operatore economico fino all'ultimo
passaggio non intenderà sobbarcarsi la parte di imposta che
gli spetterebbe.
Le più grasse denuncie porteranno a rifarsi sull'ultimo
anello, ad ogni anello.
Per paradosso, l'eliminazione del nero e dell'evasione
porterà più danni di quanto ci si possa ragionevolmente ed
ingenuamente aspettare, specie a carico delle solite fascie
più deboli che sono, in definitiva, la stragrande
maggioranza..
E sempre più fasce di operatori economici che ora
sopravvivono non pagando tasse e contributi, falliranno
definitivamente e resteranno a far maggior novero di
disoccupazione.
Solo lo stato potrà incassare più imposte, ma aumenterà
la spesa per l'assistenza sociale e l'assistenzialismo di
tutti coloro che, pagando sempre di più i consumi, non
adeguandosi i redditi in maniera proporzionale, aumenteranno
i carichi per la società.
Cane che si rincorre la coda.
30 gennaio 2012 12:02 - efraim
L'ultimo mio commento era in risposta a Joker
30 gennaio 2012 12:01 - efraim
il 72,5% dei contribuenti dichiara meno di 28.000 euro e
contribuisce per il 35,3% al gettito derivante dalle imposte
sui redditi (in miliardi circa 51,5 su 146,5), anche se
molto di più sull’IVA (gettito variabile, sui 90
miliardi) oltre che in modo sproporzionato, soprattutto gli
onesti, sull’IRAP (circa 34 miliardi). Quelli che
guadagnano davvero quelle cifre pagano tantissime tasse e
molti di quelli che possono evadono il possibile, in modo
più che comprensibile. Ma sono briciole. Chi ha redditi di
poche decine di migliaia di euro, se è molto scaltro e
fortunato, può riuscire a sottrarre alla collettività
qualche migliaio di euro, niente in confronto a quello che
ruba chi dichiara magari anche meno ma ne guadagna molte, se
non centinaia, e meno ancora rispetto a chi dichiara anche
molto, ma evade molto di più.
Sia che i numeri siano questi http://tinyurl.com/cbnev5g che
addirittura ma verosimilmente questi
http://tinyurl.com/3kxbmp , è evidente che qualunque
persona non molto ricca che ha la fortuna di poter evadere
non può risparmiare a farlo quanto guadagnerebbe a non
poterlo fare, se non possono farlo neanche i grandi ladri e
criminali. È come desiderare di poter rubare qualche
monetina che cade a chi depreda tutto il palazzo nel quale
viviamo, inclusa casa nostra: può aver senso,
egoisticamente, ma non quanto poter impedire la razzia.
Tutto ciò senza considerare che recuperare davvero
l’evasione (non limitandosi a colpire i parvenu né a
qualche operazione soprattutto mediatica) è verosimilmente
l’unico modo per evitare il fallimento nazionale e,
soprattutto, senza considerare l’aspetto per alcuni
fondamentale dell’equità, della giustizia uguale per
tutti e del diritto auspicabile a una vita decente senza
rubare. Conosco diversi evasori e tutti quelli con cui ho
rapporti sufficienti a poterne parlare francamente
sostengono che pagherebbero volentieri le tasse, se
dovessero farlo tutti. Sia perché è giusto, sia perché a
quel punto gli converrebbe.
Sono d’accordo sul fatto che queste brave persone siano
più o meno costrette a evadere dai padroni del “manico”
di cui attualmente è troppo difficile liberare
l’impugnatura, ma così non lo sarebbero: se riuscissimo a
ottenere la valuta elettronica pubblica, anzi, allenteremmo
la presa. Non confondiamola con il tentativo di promuovere
la raccolta bancaria e l’uso di strumenti come bancomat e
carte di credito: questi ultimi sono nell’interesse delle
banche e dei poteri forti, quello che proponiamo ci
assomiglia solo in apparenza, ma è strutturalmente
tutt’altro!
@savpg8801, isaluna,
credo che la risposta di isaluna sia molto migliore di
quella che ho pensato di scrivere prima di leggerla.
30 gennaio 2012 11:34 - isaluna
E per favore anche, non tiriamo in ballo i cinesi o il
lavoro nero. O meglio, tiriamoli anche in ballo, se
vogliamo, ma sia ben chiaro: se siamo sull'orlo del default
la colpa non è tutta loro.
Ora il punto è: come uscirne. E la moneta elettronica è
una strada possibile.
30 gennaio 2012 10:45 - isaluna
Siamo franchi, per favore, lo sappiamo bene: solo qualche
decennio fa avremmo potuto definire utopia anche i cd, i
telefoni cellulari, il bancomat o il passaggio all'euro.
No, mi spiace, nascondersi dietro alla paura della pirateria
informatica, pensare alle nostre galere già sovraffollate
come ad una panacea (e, in generale, puntare sulla punizione
più che sulla prevenzione), o fantasticare sulle possili
evoluzioni della malavita son tutte posizioni che non
possono portare a niente, se non a un consolidamento della
situazione attuale. Nessun miglioramento, di sicuro.
La moneta elettronica comporterebbe dei rischi, è vero, ma
con le moderne tecnologie esiste anche la possibilità di
ridurli al minimo, se non di azzerarli del tutto. I benefici
sarebbero sempre comunque infinitamente maggiori.
E non mi si parli di complessità. Perchè allora potremmo
sostenere che è complicato anche l'utilizzo di un
telecomando, di un bancomat, di un telefono cellulare.
La verità è che da una soluzione come la moneta
elettronica, correttamente attuata, potremmo ottenere
un'eliminazione a monte, radicale, rapida e piuttosto
semplice dell'evasione fiscale. E da questo trarremmo
giovamento tutti, in primo luogo i cittadini normali, gli
onesti.
La verità è che il nostro paese è sul ciglio del baratro
e per uscirne indenni occorre saper guardare oltre il
proprio naso, senza paraocchi, e sperimentare strade nuove.
Ogni progresso passa attraverso il coraggio del rischio e
della svolta.
30 gennaio 2012 9:59 - savpg8801
........diciamo no ai vestiti perché li fabbricano in Cina?
Perché non comprare quelli fatti qui e farli
piuttosto?.....
ma per la banale, semplice, ed anche intuitiva ragione che
qui da noi costano troppo, tantissimo di più, come tutti i
prodotti. La nostra mano d'opera ha costi insostenibili,
talmente alti che si potrebbero ipotizzare mediamente da uno
a cinque. L'energia costa troppo, le tasse sono troppe, i
trasporti sono incidenti al massimo, ....vado avanti
all'infinito a spiegare cosine che tutti sanno?
Lo sai che solo a Prato la comunità cinese manda via
all'estero(si presume in Cina) unmilioneottocentomila nostri
euro in bonifici esteri OGNI GIORNO! fonte ABI.
Proietta a tutte le comunità cinesi in regola, anzi per la
maggior parte FUORI regola in Italia e moltiplica per almeno
cinque decenni (a Bologna negli anni sessanta la comunità
cinese, più emersa che adesso) era già numerosissima e
leggevi elenchi trelefonici pieni di nomi cinesi(guarda
adesso se ne vedi uno, ma non che non ci siano!) e vedrai
che anche un terza elementare si accorge del fenomeno.
Le decine di migliaia di aziende italiane che chiudono non
lo fanno per incapacità di innovare(l'italiano è primo
come testa) ma perchè i costi di produzione sono
infinitamente insopportabili.
Bisogna avere proprio orecchi e occhi volutamente chiusi per
non conoscere questo. L'esempio dell'imprenditore napoletano
che faceva lavori per stilisti e griffe, in regola, ora è
uno sconosciuto al fisco: fa fare il lavoro in nero a casa
ai cassintegrati, o a operai senza lavoro(ufficiale) e passa
alle case di alta moda il prodotto, sempre in nero. Anche le
interviste (indubbio che il giornalismo non dice il nome e
dove ha preso le notizie) serirebbero ad aprire gli
occhietti ai teorici strani e sostenitori di metodi ingenui.
30 gennaio 2012 9:43 - JOKER
@ efraim
tutto sarebbe possibile e fattibile, se prima di cambiare la
"lama", si cambiasse il "manico"...
Ma poiché il manico non lo si vuole cambiare, la lama
lasciamola così com'è...
Vogliono far sentire colpevoli chi evade il fisco per
necessità (per sopravvivere) mentre i pezzi da 90 (vere e
proprie organizzazioni criminali legalizzate) continuano ad
evadere/eludere 10 volte tanto facendosi le leggi come pare
a loro...
Sono loro che fanno mancare denaro alla base e la costringe
ad arrangiarsi come può (anche andando a rapinare,
purtroppo).
30 gennaio 2012 7:53 - efraim
@isaluna,
Grazie: non posso che sottoscrivere il tuo messaggio e
ritengo che sarebbe utile, per chiunque volesse affrontare
questo discorso in modo non superficiale, seguire il tuo
suggerimento.
@Isaia Kwick,
detto che la sicurezza assoluta è propria solo dei
dogmatici, non vedo come la sicurezza di questo metodo possa
essere considerata carente rispetto a quella attuale. È
molto più facile rubare il vecchio contante che non il
nuovo, ne converrai: ogni sicurezza è violabile, ma sia per
prelevare che per poter spendere, chi vuole può avvalersi
oggi ed elettronicamente a costi contenuti di tutta una
serie di forme di sicurezza finora inimmaginabili: esistono
i lettori di impronte digitali (dove ti puoi configurare il
computer la maggiorazione di prezzo al consumo va dai 20 ai
40 euro), i riconoscimenti facciali, dell’iride, della
voce e quant’altro. Proteggono dal furto e non dalla
rapina, senz’altro – se uno ti rapina e ti dice versami
i soldi oppure sei morto magari accetti (ma puoi sempre
impostare una sequenza di dita o di pose facciali che attiva
un allarme di rapina in corso) – e forse, chissà, uno ti
può studiare le sequenze di impronte che metti e farti il
calco alle dita o che ne so, ma vuoi mettere con lo sfilarti
il portafoglio? Per non parlare delle transazioni con il tuo
deposito e la certificazione: esiste la crittografia (anche
asimmetrica) e pensare di espugnarla oggi senza disporre
della chiave non solo pubblica, ma anche di quella privata
(che ognuno può proteggere in modo assoluto) oggi è pura e
semplice fantascienza. Saprai che esistono i conti online:
anche se sono basati su criteri di sicurezza ridicoli
rispetto a quelli facilmente implementabili, sarei proprio
curioso di sapere se hai mai sentito di qualche hacker che
ne ha espugnati. Personalmente non ne ho mai sentito
parlare, anche se una semplice chiavetta bancaria non è
certo lo strumento più sicuro possibile: è solo più che
sufficiente e il più economico. Allo stato attuale, per
quel che ne so, per decrittare un messaggio cifrato ci
vogliono non so quanti anni, si dice millenni, per computer
con potenze di calcolo non certo raggiungibili dai migliori
personal computer. A parte il fatto che prima che qualcuno
sia in grado di decifrare messaggi decentemente
crittografati è più che plausibile che si sarà già
diffusa su larga scala la sicurissima crittografia
quantistica, il giorno che qualcuno facesse qualche
inverosimile scoperta matematica o producesse degli
elaboratori strapotenti, prima di venire a ravanare nel tuo
“cassetto”, farebbe verosimilmente crollare tutte le
reti protette e, in quanto a denaro, andrebbe a prendere
quello che passa da Wall Street…
Soprattutto, però, la questione è: rispetto al vecchio
denaro, questa evoluzione è più o meno sicura? Se la
mettiamo così non c’è storia: è incommensurabilmente
più difficile falsificare denaro elettronico e pure
riceverne di falsificato che non banconote. Queste non sono
opinioni, ma fatti. Se non li si conosce, cosa che è
diritto di tutti, si può fare una ricerca online-
@kozzu,
anche amando la galera per chi delinque, il problema resta
quello di beccarlo. Ma se è possibile impedire di
delinquere, altro che complicato! È molto più semplice che
beccare i delinquenti (a prescindere dal discorso se i mezzi
pubblici dovrebbero essere gratuiti o no, quando ero
ragazzo, sul metrò a Milano, era possibile passare dai
tornelli con biglietti già timbrati, o fotocopie etc. per
quanti controllori mettessero, c’era sempre qualche
ragazzo che si faceva tutto l’anno scolastico con lo
stesso biglietto… poi misero tornelli infalsificabili e la
cosa finì. Punto.). Che in questo Paese manchi la volontù
di cambiare le cose mi pare tanto palese quanto tragico ma
soprattutto da contrastare; se sostieni il baratto ti
conviene sostenere una proposta come questo che non può che
favorirlo al massimo delle sue potenzialità…
@JOKER,
premesso che non parlo a nome di Aduc, di cui non faccio
parte, né di Alessandro Pedone, che se vuole può
risponderti, ma come coautore di questo articolo, devo dire
che – anche se è più che possibile che per sia motivi
diversissimi – sono assolutamente d’accordo con la tesi
secondo cui i problemi peggiori del mondo neoliberista siano
dati dalla finanza e dalle multinazionali (e la mia storia
personale è fatta di impegno concreto nella lotta contro di
esse e di tentativi per proporre e elaborare alternative
radicalmente diverse ma non è certo qui il caso di
parlarne).
Ciò non toglie che l’evasione fiscale vera e propria sia
un problema enorme in particolare dell’Italia, fra i paesi
OCSE (e, guardacaso, della Grecia), che all’interno dei
confini nazionali essa sia fondata essenzialmente sul
contante – che ha un ruolo fondamentale anche per il
rientro dei fondi neri derivati dall’elusione all’estero
– e che essa sia un elemento cogente dell’ingiustizia e
della diseguaglianza che attanagliano questa Nazione. Si
parla senz’altro di più di 100 miliardi all’anno,
verosimilmente (cfr. Krls Network of Business Ethics o CGIA
di Mestre) più di 300. Perché fare benaltrismo in
proposito?
Se oggi insisto su questo problema, senz’altro
superficiale ma enorme, è perché questo si può risolvere,
o si potrebbe volendolo. Non penso che questo ci possa
salvare dalla deriva della globalizzazione neoliberista, ma
recuperare tutti quei soldi, oltre a essere equo e a
permettere di abbattere l’imposizione fiscale tanto da non
far evadere chi ci si vede davvero più o meno costretto, è
l’unico modo verosimile a disposizione per evitare di
finire subito in Grecia e contribuire all’accelerare del
collasso sistemico. Se poi qualcuno volesse pensare a
risolvere i problemi fondamentali che ci attanagliano, così
avrebbe più tempo per provarci.
Per inciso, sono anche molto preoccupato dalle derive
panoptiche, da grande fratello in senso orwelliano,
implicate nelle carte di credito e affini, le cosiddette
“monete elettroniche” che permettono di tracciare
consumi e scelte della popolazione. Ma appunto: questa
proposta permette di evitare questi problemi, offrendo tutto
ciò che di vantaggiosissimo offrono (a parte ovviamente gli
sconti e le offerte riservate dalle varie carte
“fedeltà” a chi accetta di fidelizzarsi e farsi
studiare) senza comportare alcun tracciamento. Se non ci
pensiamo noi cittadini mi pare molto verosimile che nel giro
di qualche decennio al massimo rimarranno solo pagamenti
tramite gli eredi della tecnologia NFC, ma nei modi in cui
ce la offrono ora, assolutamente intrusivi della privacy e
potenzialmente pericolosissimi.
@savpg8801,
diciamo no ai vestiti perché li fabbricano in Cina? Perché
non comprare quelli fatti qui e farli piuttosto?
Sono cose così scomode, poco pratiche, sgradevoli che la
gente “alla moda”, “all’avanguardia” etc. paga (e
pure molto salato) per procurarsi i primi modelli, anche se
in Italia siamo molto indietro nella diffusione dei servizi
di questo tipo e anche se, soprattutto, sono tutti offerti
nel modo di cui sopra in cui li stanno diffondendo le
multinazionali, del tutto tracciante, intrusivo, per molti
fra cui me inquietante.
Persone incapaci o inadatte non ce n’è, almeno non fra
chi è in grado di manovrare e gestire valuta cartacea e
metallica, molto più complessa anche se ha il vantaggio, di
breve durata, che ci si è già abituati.
28 gennaio 2012 17:01 - savpg8801
Usciamo dalla porta e ci riaccaniamo dalla finestra.
--Ci arriveremo, prima o poi, a introdurre questo giochetto
che farà arricchire, non più gli stampatori di carta
moneta e tutto l'indotto, ma i produttori, gli importatori,
i commerciatori, i divulgatori, i riparatori, i
pubblicitari, gli scrivani di esaltazioni, i terminali di
ogni genere, pile e batterie, caricaqua e carica la,
.....dalla padella alla brace un po' alla volta. E chi ce
l'ha con le banche non creda che questo le aggiri!
Grandi affari ci sono sotto. Lo spostamento dal monopolista
stampatore di moneta, si riverserà su miriadi di private
aziende cinesi (come al solito moneta che esce dall'Italia)
per produrre e venderci tutti i marchingegni della bisogna;
e faranno in modo di fidelizzarci in maniera irreversibile,
costringendoci ad utilizzare sempre i loro prodotti ed ogni
novità per cui il principio che il vechio software ed
hardware non fa girare più il sistema se non ti aggiorni,
verrà esasperato. E poi pensano di far gestire il tutto
pure dallo Stato.......
Complicazioni su complicazioni.
Per sfavorire il velocista, e neppure tanto, il dissuasore
stradale sopraelevato di dieci cm che è stato creato ed
inventato da menti sovrumane, non dissuade proprio nessuno.
Per cercare invano di scoraggiare un velocista su cento,
rompe i coglioni a 99 altri onesti, alle ambulanze, ai mezzi
pubblici, ai camion, alle bici, ecc. Che ti ha fatto il
dritto? ci passa col SUV e non se ne accorge neppure.
Per dissuadere i furbi evasori, ti vogliono inventare un
sostituto(?!!!) del danaro fisico rompendo l'anima con
marchingegni elettronici, scomodi, sempre inattivi quando
meno te l'aspetti, inutili da ogni punto di vista pratico e
spicciolo e spudoratamente che non tengono conto di
categorie inadatte o contrarie. Ma questo è "imperio"!
Forse, con sommo gaudio di qualcuno, se andasse in porto
questa azione utopica, penso che si favorirebbe in
progressione geometrica, l'utilizzo di altre risorse
monetarie alternative, la Torre di Babele. La malavita e
gli evasori, che ingenuamente si crede di eliminare
sciorinando spiegazioni ed introduzioni tecniche di bontà e
di completezza solo positiva, avranno modo di divertirsi in
altri modi, magari ancora più evasivi e remunerativi.
L'ennesimo flop decisionale. E il Popolo paga.
28 gennaio 2012 13:41 - JOKER
Intanto quoto il post di Kozzu...
Ma però Pedone ancora insiste col denaro elettronico al
posto del contante come giustificazione principale di
abbattere l'evasione fiscale...
Chi maneggia la maggior parte del denaro scritturale, sono
quelle entità che beneficiano di strumenti societari che
permettono, grazie alle leggi dei nostri "bravi" legislatori
che hanno delle piccole ma opportune zone d'ombra, di
effettuare evasioni/elusioni fiscali gigantoscopiche.
Come ha lui stesso scritto nell'altro comunicato che cita di
sfuggita, il denaro contante attualmente in circolazione
equivale grosso modo al 5% dell'intera massa monetaria...e
vorrebbe quindi sostenere che l'evasione fiscale che ci
penalizza dipende tutta da quell'irrisoria percentuale?
Poi, tanto per definire chi truffa ed impoverisce le
popolazioni, con spostamenti di capitali enormi, leggete qui
sotto! Non si salva nessuno!
Strano che le banche vogliono eliminare le banconote (di
carta) con la scusa di ridurre l'evasione fiscale, ma
utilizzano "carta" di ben altra tipologia per far fallire le
imprese per poi ricomprarsele a 4 soldi...
P.S. Mi domando il perché la posizione di ADUSBEF sia così
distante da quella di ADUC...
ADUSBEF denuncia le banche che risultano essere i veri
truffatori e criminali verso la collettività (insieme ad
altri definiti soggetti di cui al link:
http://www.informarexresistere.fr/2012/01/25/le-multinaziona
li-criminalilultima-schiavitu/#axzz1kVT1Aw1M , mentre ADUC
si limita a denunciare Italia Programmi...
Booooooohhh...?!?
28 gennaio 2012 11:49 - kozzu
a me sembra che come al solito si propongono soluzioni
troppo elaborate per problemi che si possono risolvere in
modo più semplice; problema dell'evasione? galera per gli
evasori (pecato che i nostri governanti sono i campioni di
queste pratiche). Quello che manca in questo paese è la
volontà di cambiare veramente le cose. Io sostengo il
baratto..
28 gennaio 2012 9:36 - Isaia Kwick
Si peccato che al primo problema informatico i dati
s'incasinano. E tutto cio' che e' dato elettronico qualcuno
lo puo' violare, tutt'oggi non sono sicure nemmeno le piu'
semplici transazioni, gli hackers sono sempre un dato piu'
avanti, le solite teorie lontane dalla realta', non sono
sicure le carte di credito dal punto di vista anche della
funzionalita', quando sono all'estero mi porto sempre il
contante e immancabilmente mi leva dalla merda perche' per
qualche ragione la carta di vredito o non l'accettano o rovo
i bancomat scassati, senza soldi e la realta' e' che sei
nella merda se non avessi il vecchio contante............
27 gennaio 2012 18:46 - isaluna
Credo che per una persona intelligente, onesta e in buona
fede, ad un'attenta analisi, l'unica "obiezione" reale
possibile sia la paura del cambiamento. Ostacolo che si può
facilmente superare e, soprattutto, irrilevante se si
raffrontano rischi e benefici.
L'aspetto più positivo è che questa proposta non è
un'utopia, è una realtà. C'è anche un gruppo persone che
ci sta lavorando ed esiste un sito dove sono spiegati tutti
i dettagli: http://salviamolitalia.com/
E c'è un gruppo su facewbook a cui è possibile aderire:
http://www.facebook.com/groups/salviamitalia/
Se vogliamo salvare il nostro paese è necessaria una
mobilitazione forte. E' il momento di riscoprire l'impegno:
di mettersi in gioco, di rimboccarsi le maniche, tutti, come
e quanto possiamo.