COMMENTI
  (Da 1 a 1 di 1)  
25 agosto 2012 17:22 - tingo
L'anno scorso, il 4 di quel mese, ricevo, cortesia delle Poste Italiane, la bolletta dell'ENEL – scadenza il 2. Vado subito a pagarla online, ma ENEL (come scopro più tardi) registra il pagamento solo il 11. Il 17, ENEL, sempre lei, mi invia una lettera di sollecito. Nella bolletta seguente mi viene addebitato un (1!) centesimo: interessi di mora per il ritardo pagamento ecc. Due bollette più tardi, mi addebitano un importo di 0,56 euro (+ IVA) per "spese di invio della lettera" sopranominata. Al telefono (dato che comunicare con ENEL via mail, se ci si riesce, è riservato a chi in termini di informatica è rimasto negli anni 80), quando faccio presente che la responsabilità è di ENEL perché la mia vocazione, in questa vita, non comporta la gestione della contabilità clienti di ENEL, e nemmeno la gestione della tempistica relativa all'invio delle loro bollette, mi viene ribadito ripetutamente che l'unica cosa che conta in materia di responsabilità è che ho pagato la bolletta in ritardo. Sembrava l'unica impostazione del nastro – scusate, dell'addetta al servizio (?) clienti. Al momento di chiudere una conversazione degna del teatro dell'assurdo, noto comunque un segno di umanità: l'esclamazione di orrore quando segnalo che ho già provveduto al pagamento della bolletta dopo aver sottratto il importo abusivo. Passati otto mesi, non si sono più fatti sentire, e i "proventi e oneri", come li chiamano, non si sono più fatti vedere in bolletta.

Ma pensate un po': se ENEL fa questi scherzi ogni mese a cinquanta, cento o duecentomila utenti, di cui la maggior parte o non esamina minuziosamente la bolletta o si rassegna a pagarla perché ce ne sono tante, ma tante, delle fregature di così pochi centesimi, di quanto viene abbellito il utile di ENEL a fine esercizio?
  COMMENTI
  (Da 1 a 1 di 1)