@massimo1062
La ringrazio molto per le gentili parole ("meraviglioso
intelligente visionario") ma sono decisamente non
appropriate al sottoscritto. Sono semplicemente un modesto
cultore della materia che ama documentarsi il più possibile
sui fondamenti dei temi economici. Il concetto di "scarsità
indotta" non è mio.
Il fatto che non se ne parli sui giornali non significa che
non sia piuttosto dibattuto a livello teorico. Nei miei
articoli ho più volte citato libri e autori ai quali è
giusto ricondurre i concetti che esprimo. Di mio c'è
assolutamente poco. Spero, casomai, di riuscire ad esporre i
concetti in maniera abbastanza comprensibile. Quando ci
riesco, mi ritengo già soddisfatto.
La diatriba fra i sostenitori della moneta come unità di
conto o moneta come merce va avanti da tantissimi anni.
Diciamo che, a mio modesto avviso, più gli anni passato e
maggiori sono le evidenze empiriche che il concetto di
moneta come merce e fioriero di danni enormi.
Per quanto riguarda la sua osservazione sugli interessi
pesanti a mantenere l'attuale sistema non posso che darle
ragione. Il punto è che questi interessi posso prosperare
solo per l'ignoranza delle persone. Come diceva Keynes, nel
lungo periodo sono le idee buone che cambiano le cose, non
gli interessi precostituiti.
Per questo continuo a pubblicare articoli su questi
concetti, pur beccandomi i vari strali.
21 agosto 2013 6:49 - massimo1062
Dott.Pedone lei è un meraviglioso intelligente
visionario,il concetto di scarsità indotta e' bellissimo,
in qualche modo ci sta dicendo che il problema fondamentale
e' il pasticcio giuridico sulla proprietà del denaro
depositato nelle banche,cose già esplicitate dal Francesco
Carbone che lei conoscerà .ma veda che se chi dovrà
cambiare questo stato di cose e' chi percepisce favolosi
stipendi statali o bancacentrali allora io penso che a meno
di rivoluzioni sanguinose non cambi proprio niente,e dato
che non vedo molto probabile ciò penso che ci dovremo
tenere il truffone ancora per molti anni purtroppo.
7 agosto 2013 20:06 - lucillafiaccola1796
radio 24
si capisce che le quotazioni di borsa vengono fatte ai
dadi
un giorno va su x
il giorno dopo va giù x
e la carta straccia che hai nel cassetto... o in deposito
titoli in panca... balla tutti i giorni... sai come si
diverte... capitale soldi veri fermi a far giocare i
pappOnes alla roulette russa sulla vostra capo ccia!!!!
2 agosto 2013 15:43 - francescodeleo
@Alessandro Pedone
Credo che la risposta c'è già. Lei continua a definire
prestito il deposito di moneta su un conto bancario, così
come dice la legge. Quindi per lei prestito che significa?
Può essere la moneta prestata alla stessa stregua di una
penna o di una bicicletta? Posso dare in prestito un libro
ad un'altra persona, ma presumibilmente vorrei che mi
restuisse lo stesso libro ricevuto. Certo, c'è un
trasferimento di proprietà delle banconote e delle monete
metalliche perchè sono la parte usabile della moneta, che
altrimenti non sarebbe spendibile, secondo il punto di vista
di quel legislatore.
2 agosto 2013 9:14 - Alessandro Pedone
@francescodeleo
La sua risposta mi fa comprendere che non sono riuscito a
spiegami. Sicuramente sarà un mio limite.
E' proprio l'art. 1782 (deposito irregolare, come avevo già
scritto nella prima risposta al suo commento) che conferma
quanto ho cercato di dire nell'articolo. Si parla di
deposito, ma in realtà abbiamo un trasferimento di
proprietà. Tanto è vero che si applicano le norme del
mutuo.
Non so come scriverlo in maniera più comprensibile rispetto
a come l'ho scritto sotto nella mia prima risposta.
Il problema è che parliamo di DEPOSITO quando in realtà
dovremmo parlare di PRESTITO.
Lei mi continua a fare riferimenti normativi i quali
consento e confermano questa confusione. Io non ho scritto
che questo sia illegittimo. Io ho scritto che questa è un
pasticcio giuridico perché gli effetti sono quelli di
creare una confusione fra ciò che si dice e ciò che in
effetti viene svolto. E' più chiaro così? Sono riuscito a
spiegarmi?
1 agosto 2013 17:02 - francescodeleo
@Alessandro Pedone
Ma lei successivamente cita l'art. 1770, ma si scorda della
legge bancaria del '32. In non sono un giurista, ma credo
che occorre fare riferimento anche ad altre norme, come
l'art. 1782.
Dubito che lei non lo sappia.
1 agosto 2013 16:05 - Alessandro Pedone
@francescodeleo
E ci mancherebbe anche che chi presta il denaro non sia poi
titolare del credito!
Il concetto che ho cercato di esporre è che giuridicamente
si parla di deposito per una fattispecie che invece ha tutte
le caratteristiche di un prestito.
In dottrina si parla di "deposito irregolare".
Per questa ragione non ho riportato il seguito
dell'articolo, semplicemente perché non aggiungeva e non
toglieva assolutamente nulla all'argomentazione esposta.
L'equivoco giuridico che ho voluto evidenziare è quello di
definire DEPOSITO ciò che è un PRESTITO il quale
astrattamente è redimibile in ogni momento, ma che
sostanzialmente ciò può avvenire solo in condizioni di
normale funzionamento dell'istituto bancario. Una cosa del
genere è intrinsecamente instabile e dovrebbe essere
superata.
La definizione di DEPOSITO per ciò che è un PRESTITO può
apparire una questione di lana caprina. In realtà le parole
hanno una forza molto grande.
Ovviamente più importante ancora è il fatto sostanziale e
cioè che viviamo in un contesto nel quale abbiamo un
diritto che è esercitabile solo fino al momento in cui un
limitato numero di persone lo esercita. Nel momento in cui
un numero più elevato della norma (ma sempre largamente
minoritario) reclama il suo diritto questo cessa di essere
possibile. Un sistema del genere non può che portare a
periodiche crisi.
1 agosto 2013 14:19 - francescodeleo
A voler essere un po' più precisi, l'art. 1834 continua
dicendo che la banca è obbligata a restituirla (la somma di
denaro) nella stessa specie monetaria. In questo articolo
introduttivo il legislatore riconosce al depositante il
diritto di rimanere proprietario del credito astraendolo
dalla semplice parte materica rappresentata dalla carta e
dal metallo. Quindi mi sembra che il legislatore difende il
credito-valore del depositante e non il
credito-banconota.
A dire la verità, non so se a quell'epoca chi stilò
l'articolo era cosciente fino in fondo di questa differenza.
Io ho dei dubbi.
1 agosto 2013 10:39 - piero3258
Il problema è squisitamente politico. Se l'élite dominante
trae vantaggio da concetti, dogmi, finte verità e leggi che
contraddicono la ragione e il buonsenso, continuerà ad
usare i mezzi d'informazione in suo possesso per difenderne
il valore e per screditare tutte le posizioni critiche.
Purtroppo potere economico, politico e mediatico si
puntellano a vicenda.
Perciò occorre una presa di coscienza collettiva molto
ampia perché qualcosa cambi.