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29 aprile 2020 10:57 - scpk
Commenti interessanti. A me le poste hanno risposto che hanno fatto le ricerche e non hanno trovato buoni del 1985 che ho smarrito senza avere neanche una fotocopia ne ricordare la data precisa in cui li ho sottoscritti. Dovrò fargli causa. Mi può essere utile però sapere cosa è il registro "BS" nominato da AQUALIA BIANCA? E Le poste come dimostrano di aver fatto le ricerche di questo buono e che non lo hanno rinvenuto? AQUILA BIANCA che è un ex direttore di ufficio postale, può dirmi qualcosa di più sia dal punto di vista pratico e giuridico di come funzionano in questo caso le cose all'interno di un ufficio postale e di Poste Italiane? Grazie
10 maggio 2019 1:34 - AQUILA BIANCA
Buonasera,
Sono un ex direttore di ufficio postale in pensione dal 2 gennaio 2002.

Non è vero che non esistano ulteriori traccia dei buoni emessi, perchè all'atto dell'emissione, non solo veniva trascritto sul registro "BS", ma in contabilità veniva allegata la relativa cedola trasmessa alla Ragioneria provinciale.
Quindi,in archivio provinciale deve esistere tale documento comprovante l'avvenuta emissione del B.P.F.
Le associazioni, si devono far carico presso il governo di cancellare queste norme sulla prescrizione o dormienza dei titoli non riscossi, poichè questo è un vero e proprio scippo nei confronti di onesti lavoratori/ risparmiatori.
La norma dovrebbe prevedere l'obbligo di poste italiane di avvisare della giacenza dei titoli non riscossi per vari e giustificati motivi.
Non si dimentichi che essendo la controparte la CASSA DEPOSITI E PRESTITI, quest'ultima assume la figura di debitore nei confronti del cittadino che ha prestato i suoi soldi allo Stato ovvero al"debito pubblico", per cui, il debitore, alla scadenza ha l'obbligo di cercare il creditore per saldare il duo debito. Questo prevede il codice civile !
Albino
12 ottobre 2018 10:30 - Ivana Cirelli
Sono piu' di 4 anni che sto combattendo per poter essere riconosciuta possessore ( e oltre me anche mio fratello e mio padre )dei buoni Fruttiferi postali di cui eravamo in possesso ( piu' di 20 ).
Purtroppo mio padre , malato di Alzehimer , li ha prelevati dalla cassaforte in cui erano custoditi e li ha smarriti. Noi siamo piu' che certi dell'esistenza e siamo pu' che certi dell'ufficio postale presso cui sono stati emessi, ma non ne abbiamo alcuna prova. In questi anni ho fatto sia richiesta di duplicato che una ricerca per titoli, ma purtroppo la cosa piu' assurda e' che non risultano EMESSI!!! Mi chiedo, ma possibile che solo l'ufficio postale di emissione sia in possesso di tale informazione e che se la ricerca e' fatta male o loro sono responsabili dello smarrimento dell'informazione originaria, non si possa fare nulla? Possibile che la Cassa Depositi e prestiti se ne lavi le mani? Qualcuno dia ascolto alla nostra voce, anche per rispetto ai sacrifici fatti dai nostri genitori che pensavano di mettere i loro preziosi risparmi in mani sicure.
20 gennaio 2018 10:45 - maurizio6989
Credo che a partire dal Ministero, passando dalla Cassa Depositi e Prestiti per finire all'ufficio postale, nessuno abbia il minimo interesse a questa digitalizzazione. Per loro dev'essere più conveniente usare il metodo tradizionale: aspettare per vedere quanti sono interessati a far valere i propri diritti. Tanto, come si dice nell'articolo, almeno un 50% di quei buoni non verranno mai reclamati. E se dovessero esserci davvero tante richieste, si farà passare qualche anno, riducendo ancora la massa dei richiedenti e come extrema ratio, un nuovo comma aggiunto come emendamento magari in un decreto sulla castrazione dei gatti randagi potrebbe, con poca spesa e nessun grattacapo, risolvere definitivamente il problema... ;-)
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